lunedì 8 novembre 2010

Il Papa: l'Eucaristia esige purezza, coerenza e santità di vita. Chiamare alla responsabilità educativa chi ha a cuore il bene delle nuove generazioni

C'è una ''crisi di fiducia nella vita'' che influisce "in maniera rilevante sul processo educativo, nel quale i riferimenti affidabili si fanno labili": lo scrive Papa Benedetto XVI nel messaggio inviato per la 62° Assemblea generale della Conferenza Episcopale italiana riunita ad Assisi fino all'11 novembre. "L'uomo contemporaneo - scrive il Papa - ha investito molte energie nello sviluppo della scienza e della tecnica, conseguendo in questi campi traguardi indubbiamente significativi e apprezzabili. Tale progresso, tuttavia, è avvenuto spesso a scapito dei fondamenti del cristianesimo, nei quali si radica la storia feconda del Continente europeo: la sfera morale è stata confinata nell'ambito soggettivo e Dio, quando non viene negato, è comunque escluso dalla coscienza pubblica. Eppure, la persona cresce nella misura in cui fa esperienza del bene e impara a distinguerlo dal male, al di là del calcolo che considera unicamente le conseguenze di una singola azione o che usa come criterio di valutazione la possibilità di compierla". ''Per invertire la rotta, non è sufficiente un generico richiamo ai valori, nè una proposta educativa che si accontenti di interventi puramente funzionali e frammentari''. ''C'è bisogno, invece, di un rapporto personale di fedeltà tra soggetti attivi, protegonisti della relazione, capaci di prendere posizione e di mettere in gioco la propria libertà'', scrive ancora Papa Ratzinger. Per Benedetto XVI "è quanto mai opportuna la vostra scelta di chiamare a raccolta intorno alla responsabilità educativa tutti coloro che hanno a cuore la città degli uomini e il bene delle nuove generazioni. Tale indispensabile alleanza non può che partire da una nuova prossimità alla famiglia, che ne riconosca e sostenga il primato educativo: è al suo interno che si plasma il volto di un popolo". "Dall'assistere alla Santa Messa e dal ricevere con devozione la santa Comunione sgorga la vita evangelica di San Francesco e la sua vocazione a ripercorrere il cammino di Cristo Crocifisso", ricorda Benedetto XVI nel messaggio letto dal nunzio apostolico in Italia, mons. Giuseppe Bertello. "Sì, la santità dell'Eucaristia esige che si celebri e si adori questo Mistero consapevoli della sua grandezza, importanza ed efficacia per la vita cristiana, ma esige anche purezza, coerenza e santità di vita da ciascuno di noi, per essere testimoni viventi dell'unico Sacrificio di amore di Cristo". Benedetto XVI esorta quindi i vescovi italiani "a valorizzare la liturgia quale fonte perenne di educazione alla vita buona del Vangelo". "Essa - spiega - introduce all'incontro con Gesù Cristo, che con parole e opere costantemente edifica la Chiesa, formandola alle profondità dell'ascolto, della fraternità e della missione". "I riti - ricorda il Papa - parlano in forza della loro intrinseca ragionevolezza e comunicabilità ed educano a una partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa". E dal momento che nell’agenda dei lavori dell’assise dei vescovi italiani figura l’esame della traduzione italiana della terza edizione tipica del Messale Romano, Benedetto XVI ha invitato al massimo rispetto di una parola, come quella sacra espressa dalla liturgia, che pur non potendo “prescindere dal tempo” costituisce, ha asserito, “una finestra che si apre oltre il tempo”. Dare voce “a una realtà perennemente valida – ha proseguito – esige pertanto il sapiente equilibrio di continuità e novità, di tradizione e attualizzazione. Dunque, ha concluso, “ogni vero riformatore è un obbediente della fede: non si muove in maniera arbitraria, né si arroga alcuna discrezionalità sul rito; non è il padrone, ma il custode del tesoro istituito dal Signore e a noi affidato. La Chiesa intera è presente in ogni liturgia: aderire alla sua forma è condizione di autenticità di ciò che si celebra”. "Cari Fratelli - conclude - alziamo il capo e lasciamoci guardare negli occhi da Cristo, unico Maestro, Redentore da cui promana ogni nostra responsabilità nei confronti delle comunità che ci sono affidate e di ogni uomo. Maria Santissima, con cuore di Madre, vegli sul nostro cammino e ci accompagni con la sua intercessione".

Asca, Apcom, Radio Vaticana

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. Vian: viaggio storico che ha unito simbolicamente la storia del Paese e sostenuto l'apertura all'Europa

“Un viaggio storico per la sua importanza e simbolico per il suo significato si è rivelato quello che Benedetto XVI ha compiuto in Spagna, per la seconda volta in meno di cinque anni”: si apre così l’editoriale dal titolo “La foresta di Dio”, su L’Osservatore Romano in edicola questa sera, a firma del direttore Giovanni Maria Vian. “Toccando Santiago de Compostela e Barcellona - scrive il direttore - ha voluto unire simbolicamente la storia del Paese e sostenere la sua apertura attuale innanzi tutto all'Europa, ma anche agli altri continenti”. Tra gli aspetti più delicati richiamati da Benedetto XVI, Vian annovera la diffusione in Europa della “convinzione che Dio è antagonista dell'uomo e nemico della sua libertà”. Ciò ha fatto dire al Papa che “la ‘croce benedetta’ deve brillare nelle terre europee” come pure che è necessario che “l'Europa della scienza e della cultura si apra alla trascendenza”. Il Papa ha inoltre ricordato che la Chiesa “auspica misure a sostegno della famiglia e si oppone a ogni forma di negazione della vita”, presentando “al mondo Dio che è amico degli uomini” e invitandoli “nella sua casa. Una casa la cui bellezza è soltanto adombrata dal Portico della gloria” del santuario di Compostela o dalla “foresta di Dio che Gaudí, artista visionario e cristiano autentico, ha voluto si innalzasse al centro della città degli uomini”.

SIR

Padre Lombardi: allo studio la costituzione di un primo Ordinariato secondo le norme dell''Anglicanorum coetibus'. La dichiarazione di Rowan Williams

La dichiarazione orale del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, sulla decisione di cinque vescovi anglicani di entrare in comunione con la Chiesa Cattolica: “A proposito della dichiarazione dei cinque vescovi finora appartenenti alla Comunione Anglicana che hanno deciso di unirsi alla Chiesa Cattolica e che si sono quindi ritenuti in obbligo di dimettersi dai loro attuali compiti pastorali nella Chiesa d’Inghilterra, possiamo confermare che è allo studio la costituzione di un primo Ordinariato, secondo le norme stabilite dalla Costituzione apostolica “Anglicanorum coetibus” e che eventuali decisioni in proposito verranno comunicate a tempo opportuno”.
"Oggi – afferma in una nota ufficiale l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams (nella foto con Benedetto XVI) - ho accettato con rammarico le dimissioni dei vescovi Andrew Burnham e Keith Newton che hanno deciso che il loro futuro nel ministero cristiano risiede nelle nuove strutture proposte dal Vaticano. Auguriamo loro ogni bene in questa prossima fase del loro servizio alla Chiesa e sono grato per il lavoro pastorale, fedele e devoto, compiuto da loro nella Chiesa d'Inghilterra per molti anni". L'arcivescovo afferma anche di aver messo in moto il processo per la sostituzione nelle sedi vacanti. I due prelati sono vescovi suffraganei di Ebbsfleet e Richborough che dipendono dalla diocesi di Canterbury. Sono in realtà cinque i vescovi che hanno presentato oggi le loro dimissioni: gli altri tre sono il reverendo John Broadhurst vescovo di Fulham, e due vescovi emeriti: il reverendo Edwin Barnes, vescovo emerito di Richborough e il reverendo David Silk, già vescovo di Ballarat in Australia le cui dimissioni non dipendono però direttamente dall’arcivescovo di Canterbury.

SIR

Cinque vescovi anglicani si dimettono per entrare in piena comunione con Roma: dalla Santa Sede una risposta generosa, porteremo la nostra esperienza

I vescovi cattolici inglesi accolgono i 5 vescovi anglicani tradizionalisti che questa mattina hanno consegnato le loro dimissioni all’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. In una nota, mons. Alan Hopes (delegato episcopale) a nome della Commissione episcopale della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles per l'attuazione della Costituzione Apostolica “Anglicanorum Coetibus”, così scrive: “Accogliamo la decisione dei vescovi Andrew Burnham, Keith Newton, John Broadhurst, Edwin Barnes e David Silk di entrare in piena comunione con la Chiesa Cattolica attraverso l'Ordinariato per Inghilterra e Galles, che sarà istituito ai sensi delle disposizioni della Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus. Alla prossima riunione plenaria, la Conferenza Episcopale cattolica di Inghilterra e Galles discuterà dell’istituzione dell'Ordinariato ed estenderemo il caloroso benvenuto a coloro che cercano di essere parte di esso”. Ulteriori informazioni saranno rese note dopo l'incontro. “Come molti abbiamo seguito il dialogo tra anglicani e cattolici, il processo ARCIC, con preghiere e speranza. Tuttavia siamo rimasti delusi, negli ultimi trent’anni, perché abbiamo visto che anglicani e cattolici si sono allontanati sempre di più su alcune questioni attuali”. Con queste parole i cinque vescovi anglicani hanno spiegato in un comunicato le ragioni della loro scelta. “In particolare siamo rimasti addolorati – scrivono i cinque vescovi - dagli sviluppi nella fede e nell’ordine dell’anglicanesimo che pensiamo siano incompatibili con la vocazione storica dell’anglicanesimo e con la tradizione della Chiesa per quasi duemila anni”. I vescovi spiegano che per loro la Costituzione Apostolica "Anglicanorum Coetibus" è stata una risposta agli anglicani che cercano l'unità con Roma. “Con gli Ordinariati, si stabiliscono strutture canoniche attraverso le quali potremo portare la nostra esperienza di discepolato cristiano alla piena comunione con la Chiesa cattolica in tutto il mondo e in tutte le epoche”. “Si tratta sia di una risposta generosa della Santa Sede a quanti hanno chiesto aiuto che di un nuovo e coraggioso strumento ecumenico per la ricerca dell'unità dei cristiani, unità per la quale Cristo stesso ha pregato prima della sua passione e morte. Si tratta di un'unità che, crediamo, è possibile solo nella comunione eucaristica con il Successore di Pietro”. I cinque vescovi hanno affermato che è il momento di “dichiarare formalmente la nostra posizione e di invitare altri che la condividono a unirsi a noi nel nostro viaggio”, e si sono dimessi dai loro doveri pastorali nella Chiesa d'Inghilterra, con effetto dalla fine dell'anno. “Siamo molto grati per tutto ciò che la Chiesa d'Inghilterra ha significato per noi e per quello che ci ha dato in tutti questi anni, e speriamo di mantenere relazioni strette e cordiali, pregando e lavorando insieme per l'avvento del Regno di Dio”, hanno aggiunto".

SIR, Zenit

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. I vescovi: un soffio di speranza per la Spagna. Apprezzamento per l'appello alle radici cristiane

Il viaggio di Papa Benedetto XVI a Santiago di Compostela e a Barcellona è stata “un soffio di speranza” per il Paese e le famiglie in un momento in cui vi è “una cultura ostile” in Spagna e in Europa. Lo ha dichiarato il card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, in un’intervista al giornale El Mundo. Rispondendo a una domanda sull’assenza del premier José Luis Rodríguez Zapatero alla Messa di dedicazione del Tempio della Sagrada Familia, il cardinale ha ricordato che il capo esecutivo “ha partecipato più volte ad atti della Chiesa”" e ha osservato che la partecipazione all'Eucaristia è la sua “decisione personale” e non bisogna trasformarlo in “un problema di rapporti Chiesa-Stato”. Inoltre, ha sottolineato il porporato, anche se lo Stato è laico, anche se taluni aspetti del diritto riguardanti matrimonio e diritto alla vita sono cambiati, la realtà della società spagnola mostra che “le espressioni di religiosità popolare che si trovano in Spagna sono uniche in tutta Europa”. “Il principale messaggio del Papa” a Santiago di Compostela è stato per l’arcivescovo di Pamplona, mons. Francisco Pérez González, “l'appello a non perdere le radici cristiane dell'Europa”, promuovendo così “quello che è e significa realmente il Cammino” di Santiago. A giudizio dell’arcivescovo di Oviedo, mons. Jesús Sanz Montes, il messaggio del Santo Padre in Galizia vuole avvertire che “un popolo che dimentica le sue radici è come un popolo che non si aspetta alcun futuro”. Il vescovo di Tarrasa, mons. José Ángel Saiz, ha giudicato come “preciso e prezioso il messaggio” lanciato dal Pontefice nell'Eucaristia, che ha officiato a Plaza del Obradoiro, a Santiago di Compostela e lo ha riassunto nell’espressione che “l’uomo da solo non può placare la sua sete di infinito”. Il Papa “ci ha ricordato – ha osservato mons. Saiz - che l'incontro degli uomini con Dio è preceduto dalla iniziativa divina, perché è Dio che raggiunge ogni uomo. L'uomo da solo non può saziare la sua sete di infinito”.

SIR

Il 19 novembre in preparazione al Concistoro giornata di preghiera e riflessione dei cardinali su libertà religiosa, liturgia, anglicani e pedofilia

Una nota della sala stampa vaticana rende noto che con lettera del 30 ottobre, il decano del Collegio Cardinalizio, il card. Angelo Sodano, ha informato tutti i membri del Collegio e i nuovi cardinali eletti che, prima della celebrazione del Concistoro Ordinario Pubblico del prossimo 20 novembre, il Santo Padre li invita a partecipare il giorno precedente, venerdì 19 novembre, a una "giornata di riflessione e di preghiera", che si svolgerà presso l'Aula nuova del Sinodo dei Vescovi in Vaticano. La mattina i lavori verranno introdotti, dopo la celebrazione dell'Ora Media, da una relazione del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone su “la situazione della libertà religiosa nel mondo e nuove sfide” e da un intervento del card. Antonio Canizares Llovera, prefetto della Congregazione per il culto divino, su “La liturgia nella vita della Chiesa oggi”. Seguirà discussione. Nel pomeriggio, dopo la celebrazione dei vVspri, è prevista la lettura di tre comunicazioni su altri argomenti di particolare attualità ecclesiale. Quelle dell’arcivescovo Angelo Amato, il primo della lista dei nuovi cardinali creati il giorno successivo, avrà come tema “A dieci anni dalla Dominus Iesus”, la dichiarazione sull’unicità salvifica di Gesù Cristo che ha avuto una recezione critica anche in settori del mondo ecclesiale. Il card. William J. Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede riferirà su due distinti temi: “La risposta della Chiesa ai casi di abusi sessuali” e la “Costituzione 'Anglicanorum coetibus'” che un anno fa ha aperto le porte ai gruppi anglicani che vogliono entrare in piena comunione con Roma. Anche i due precedenti Concistori di Benedetto XVI vennero preceduti da una giornata di riflessione e studio. Nel 2006 argomenti dell’incontrofurono la missione dei vescovi emeriti nella Chiesa, gli sforzi compiuti per favorire la piena comunione ecclesiale dei “lefebvriani”, la riforma liturgica e l’uso del Messale preconciliare, la posizione della Chiesa e della Santa Sede in particolare di fronte all’islam. Nel 2007 la giornata venne dedicata al dialogo ecumenico e a un dibattito libero sulla vita della Chiesa in generale.

Apcom, Avvenire

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: GIORNATA DI RIFLESSIONE E PREGHIERA DEL COLLEGIO CARDINALIZIO (19 NOVEMBRE 2010)