venerdì 15 aprile 2011

84° genetliaco di Benedetto XVI. La Regina Elisabetta II: sentite felicitazioni e preghiere, con grande affetto ricordo il viaggio nel Regno Unito

Messaggio della Regina Elisabetta II (foto) a Papa Benedetto XVI per il suo 84° compleanno, domani. "In occasione del suo ottantaquattresimo genetliaco - scrive la Regina - con molto piacere invio le mie più sentite felicitazioni e preghiere a Sua Santità, ricordando con grande affezione la memorabile visita di Sua Santità nel Regno Unito".

TMNews

L'arcidiocesi di Dublino vara un programma per la tutela dei minori dagli abusi dei religiosi. Martin: nessun compiacimento, continuare a fare meglio

Sulla lotta agli abusi sui minori non si deve abbassare la guardia: è il monito lanciato dal vice presidente della Irish Catholic Bishops's Conference, l'arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda, Diarmuid Martin (nella foto con Benedetto XVI), in occasione della presentazione del Dublin Diocesan Child Safeguarding and Protection Policy and Procedures, il programma per la tutela dei minori dagli abusi sessuali compiuti dai religiosi con il quale si riuniscono le pratiche e le direttive di prevenzione e contrasto del fenomeno, in linea con quanto già stabilito dalla Chiesa a livello nazionale, esortando le parrocchie del territorio "a una scrupolosa e coerente osservanza". L'arcidiocesi di Dublino, dunque, compie un nuovo passo in avanti affinché, si sottolinea, le parrocchie e le altre strutture ecclesiali vengano rese "luoghi sempre più sicuri". Mons. Martin ha spiegato che l'obiettivo "è quello di aumentare ancora una volta la consapevolezza della nostra comunità sulla necessità che tutte le nostre politiche e norme siano rispettate scrupolosamente, in quanto c'è all'interno degli esseri umani una naturale tendenza a rilassarsi quando nulla di drammatico sembra stia accadendo attorno a loro". Per questo, ha aggiunto, "non dobbiamo lasciare spazio al compiacimento, ma continuare a fare meglio ciò che abbiamo costruito finora". In particolare, infatti, il programma recepisce e condensa tutte le indicazioni e le direttive già stabilite nell'ambito del documento "Safeguarding Children: Standards and Guidance Document for the Catholic Church in Ireland" pubblicato nel 2008. Anche più recentemente, nel marzo scorso, i vescovi irlandesi hanno ribadito il loro costante impegno nel tutelare i minori da ogni forma di abuso, in una lettera dal titolo "Towards Healing and Renewal", in occasione del primo anniversario della Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici dell'Irlanda. I vescovi indicano alcuni passi da compiere nel percorso di guarigione e di rinnovamento: la preghiera per le vittime degli abusi, l'ascolto dei loro racconti, il supporto spirituale, la costruzione di un futuro sicuro per i bambini all'interno delle comunità, il rinnovamento delle diocesi, delle congregazioni religiose e della società e il sostegno economico alle strutture che si occupano dei minori. L'arcivescovo di Dublino ha ribadito che la sicurezza dei minori non comporta soltanto affrontare le denunce sugli abusi, ma anche offrire tutta una rete di servizi di supporto che rendano serena l'esistenza. "Vogliano - ha specificato a tal proposito il direttore del Child Safeguarding and Protection Center dell'arcidiocesi, Andrew Fagan - che i bambini partecipino alla messa, servano all'altare, cantino nei cori, vadano in ritiro e siano felici e sicuri come lo sono alla loro età". Il personale religioso e tutti i volontari che prestano servizio nei vari organismi e strutture dell'arcidiocesi, ha aggiunto Fagan, "lavorano per creare ambienti sicuri, inclusa anche l'attenta selezione di coloro che hanno contatto con i minori". In ciascuna delle 199 parrocchie dell'arcidiocesi è presente un cosiddetto "child safeguarding rapresentative", ovvero un rappresentante e coordinatore dei servizi di prevenzione e di sostegno. Inoltre, finora, oltre 2.500 volontari hanno partecipato ai programmi di formazione sulla sicurezza, ai quali si aggiungono altre 17.000 persone tra personale religioso e laico, le quali prestano servizio stabilmente negli organismi ecclesiali.In concomitanza con la presentazione del programma, l'arcidiocesi di Dublino ha anche diffuso alcuni dati relativi al numero delle segnalazioni di nuovi casi di abusi compiuti dai religiosi: si tratta di nove denunce riferite a partire da dopo la pubblicazione, nel 2009, del "Rapporto Murphy", l'inchiesta giudiziaria relativa agli abusi.

L'Osservatore Romano

84° genetliaco di Benedetto XVI. 'L'Osservatore Romano': ad multos annos, da chi annuncia la convinzione gioiosa che Dio è la luce del mondo

"Ad multos annos": con questo titolo L'Osservatore Romano formula gli auguri al Papa per il suo 84° compleanno, che cade domani. "'Dio è la mia luce': questo significa Uriel, il nome assegnato al quarto arcangelo da antiche tradizioni ebraiche, presenti soprattutto nel ciclo di Esdra e in quello apocrifo di Enoch, riprese tra l'altro dal cristianesimo etiopico. E proprio con un'immagine tradizionale etiopica degli arcangeli, che mostrano e incensano la croce di Cristo - è la didascalia dell'immagina colorata sulla prima pagina del quotidiano vaticano uscito nel pomeriggio con la data di domani -, L'Osservatore Romano rivolge a Benedetto XVI gli auguri più affettuosi per l'ottantaquattresimo compleanno: ad multos annos, sancte pater! A nome dei suoi lettori e di tantissime altre persone in tutto il mondo, che vogliono bene al Papa, gli sono vicine o mostrano simpatia e interesse per la sua persona e le sue parole. Le quali - conclude la breve nota - annunciano senza stanchezza la convinzione gioiosa che Dio è la luce del mondo".

TMNews

A maggio importanti nomine del Papa. Mons. Fernando Filoni verso la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, a Milano ancora non si sa

Prima, a inizio del mese prossimo, il prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (foto). Poi, a fine maggio, l’arcivescovo di Milano, con presa di possesso della diocesi entro la fine del mese di settembre. Sono queste le importanti decisioni che Papa Benedetto XVI è chiamato a prendere nell’immediato futuro. Due nomine capitali e che cadono pochi giorni dopo l’inizio, il 19 aprile, del settimo anno di pontificato di Joseph Ratzinger. A Propaganda Fide, dopo la nomina come segretario dell’arcivescovo Savio Hon Tai Fai, il primo cinese nella storia vaticana che ricopre un incarico superiore nella Curia romana, è atteso un prefetto italiano. Tra le diverse ipotesi il nome in pole position oggi è quello dell’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, tra le personalità della Curia romana più assiduamente a contatto con il Pontefice. Già nunzio in Iraq, Giordania e Filippine, sembra avere il curriculum giusto per occuparsi a tempo pieno delle terre di missione. Se scelto, sostituirà il card. Ivan Dias che giusto ieri, compiendo i 75 anni, è entrato in età pensionabile. Per il sostituto della Segreteria di Stato l’approdo alla guida di una delle nove Congregazioni della Curia romana è naturale. Oggi l’unico posto di prefetto disponibile è quello di Propaganda Fide. Il prossimo, probabilmente, sarà quello della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 15 giugno, infatti, il cardinale statunitense William Joseph Levada compirà 75 anni ma, è convinzione comune, resterà in sella all’ex Sant’Uffizio almeno per tutto il 2011. Filoni è un amministratore capace e competente. La Congregazione di Propaganda Fide viene da mesi piuttosto travagliati. Errori nella gestione del grande patrimonio immobiliare hanno creato diversi malumori entro le sacre mura. Di qui la spinta per un cambio ai vertici che riporti ordine a tutti i livelli. Dopo Propaganda Fide, Milano. La diocesi attende la nomina del successore dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi. Il nome del Patriarca di Venezia Angelo Scola sembra ancora oggi essere la prima scelta. Dopo Pasqua si riunirà la plenaria dei vescovi. Quindi la palla passerà al Papa. La possibilità che all’ultimo entri in corsa un outsider è remota seppure non è da escludere. Nel caso, la scelta ricadrà su una figura più giovane rispetto a Scola il quale, il prossimo novembre, compie 70 anni. Avrebbe dunque davanti solo cinque o sei anni di governo. E’ vero che Carlo Maria Martini quando entrò in diocesi aveva soltanto 53 anni. Ma il successore, Tettamanzi, aveva praticamente l’età che ha oggi Scola, 68 anni.

Paolo Rodari, Il Foglio

Pasqua 2011. I libretti delle Celebrazioni Liturgiche presiedute da Benedetto XVI

La Settimana Santa 2011

Domenica delle Palme e della Passione del Signore (17 aprile)
Libretto della Celebrazione

Santa Messa del Crisma (21 aprile)
Libretto della Celebrazione

Santa Messa nella Cena del Signore (21 aprile)
Libretto della Celebrazione

Celebrazione della Passione del Signore (22 aprile)
Libretto della Celebrazione

Via Crucis (22 aprile)
Presentazione


Meditazioni di Sr. Maria Rita Piccione


Veglia Pasquale nella Notte Santa (23 aprile)
Libretto della Celebrazione

Santa Messa del giorno di Pasqua (24 aprile)
Libretto della Celebrazione

Intervista tv di Vangheluwe: non sono un pedofilo. I vescovi belgi: siamo scioccati, estremamente offensiva per le vittime di abusi e per i fedeli

“Stupiti” ed “estremamente scioccati” dall’intervista televisiva rilasciata ad un’emittente belga dall’ex vescovo di Bruges, mons. Roger Vangheluwe, nel corso della quale il presule ha ammesso di essere autore di abusi a sfondo sessuale. Così i vescovi del Belgio in una nota diffusa oggi, nella quale dichiarano “inaccettabile” il modo usato da mons. Vangheluwe “di minimizzare e giustificare i crimini commessi, le conseguenze nei riguardi delle vittime, delle loro famiglie, dei credenti e più in generale di tutta la società”. Mons. Roger Vangheluwe, aggiungo i vescovi, “ancora non sembra misurare l'estrema gravità delle sue azioni” perché “questa intervista non corrisponde a ciò che è stato chiesto da Roma” ma è “estremamente offensiva per le vittime, per le loro famiglie e per tutti coloro che devono affrontare il problema degli abusi sessuali” e “anche per i fedeli, è uno schiaffo” che, come noi,“sono certamente disperati e confusi”. Inoltre, il tono dell’intervista è in “totale contraddizione con gli sforzi intrapresi negli ultimi mesi che mirano a prendere con serietà il problema degli abusi sessuali, l’ascolto delle vittime e la definizione delle misure appropriate”. Confidiamo, concludono i vescovi, in un “suo ritiro nel silenzio all'estero per riflettere sulle sue azioni” e sottoporsi alle cure psicologiche e spirituali richieste da Roma. Sollecitato da alcuni giornalisti in merito, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ha affermato: "La fichiarazione dei vescovi belgi esprime efficacemente i sentimenti di stupore e preoccupazione suscitati dall’intervista rilasciata dall’ex vescovo di Bruges, mons. R. Vangheluwe. Per parte sua, la Santa Sede segue attentamente la situazione – consapevole della sua gravità - e raccoglie gli elementi necessari per una sua valutazione approfondita". Benedetto XVI aveva accettato circa un anno fa la rinuncia di mons. Vangheluwe al governo della diocesi di Bruges. Vangheluwe ha riconosciuto nell'intervista tv di aver abusato anche di un secondo nipote sostenendo, peraltro, di non considerarsi un pedofilo. "Non ho affatto l'impressione di essere un pedofilo. Era come una storiella. Non avevo l'impressione che mio nipote si opponesse, al contrario", ha detto il presule alla televisione fiamminga Vt4. Vangheluwe di recente ha abbandonato il Belgio per un periodo di ritiro e di cura psicologica presumibilmente in Francia. Non è noto se farà mai rientro in Belgio, sebbene nell'intervista il vescovo stesso risponda: "Non penso. Non so...cosa succederà nei prossimi cinque anni, se sarà ancora vivo". Nell'intervista Vangheluwe entra in alcuni dettagli degli abusi sul primo nipote. "Come è iniziato? Come in tutte le famiglia: quando venivano in visita i miei nipoti dormivano con me. E' iniziato come un gioco con un ragazzo. Non è mai stata una questione di abuso o di violenza fisica. Non mi ha mai visto nudo e non c'è stata penetrazione". Ancora: "Non aveva nulla a che fare con la sessualità. Mi sono spesso occupato di bambini e non ho mai sentito la minima attrazione. C'era un'intimità che si instaurava". Ad ogni modo, "non ero consapevole che ciò avesse un simile impatto su mio nipote. Credevo si trattasse di cose superficiali".

SIR, TMNews

Lombardi: prezioso il dialogo sincero e rispettoso con le autorità civili della Cina. Non c'è alcuna contraddizione nell'essere cinesi e cattolici

Nel Messaggio di sostegno ai cattolici cinesi della Commissione creata da Benedetto XVI nel 2007, che nei giorni scorsi si è riunita per un esame della situazione, "si riesprime più volte la convinzione che per la soluzione di diversi problemi della Chiesa in Cina - ad esempio le nomine dei vescovi o il riordino delle circoscrizioni ecclesiastiche - sarebbe prezioso il dialogo 'sincero e rispettoso' con le autorità civili": lo ha sottolineato il portavoce vaticano, Federico Lombardi, in un editoriale per Radio Vaticana. "Ciò - ha detto il gesuita - contribuirebbe assai a quella 'armonia nella società' che tutti desiderano per il bene comune, a cominciare dai cattolici. La disponibilità della Santa Sede a questo dialogo viene dunque ribadita ancora una volta, con l'auspicio di incontrare analoga disponibilità dall'altra parte". Il Messaggio, sottolinea ancora Lombardi, "dà notizia, con gioia ben giustificata, dell'avvio della causa di Beatificazione di Paolo Xu Guangqi da parte della diocesi di Shanghai. Laico, funzionario imperiale di grado e cultura elevatissima, grande e fedele servitore del suo paese e del suo popolo, Xu Guangqi è uno dei primi discepoli di quel padre Matteo Ricci, che ha introdotto il cristianesimo in Cina nell'era moderna in un fecondissimo dialogo con la cultura cinese. Guardando a Xu Guangqi e alla sua vita esemplare i cinesi - cattolici e non - potranno capire meglio che non c'è alcuna contraddizione e alcun rischio nell'essere cinesi e cattolici. Anzi, che si può essere grandi cinesi e ottimi cattolici. Dal passato, una bella luce di speranza per la Cina di oggi e di domani".

TMNews

Padre Lombardi: la soluzione ai problemi della Chiesa in Cina può nascere solo da un dialogo sincero e rispettoso

Cantalamessa: nel Vangelo i principi per le risposte concrete alle diverse situazioni storiche. Il servizio, amore che dona senza contraccambio

“Il Vangelo non fornisce soluzioni dirette ai problemi sociali: contiene, però, dei principi che si prestano a elaborare risposte concrete alle diverse situazione storiche”, e siccome “le situazioni e i problemi sociali cambiano di epoca in epoca, il cristiano è chiamato a incarnare di volta in volta i principi del Vangelo nella situazione del momento”. Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontifica, ha sintetizzato in questi termini la dottrina sociale della Chiesa, oggetto della quarta e ultima predica di Quaresima in Vaticano, sul tema "Un amore fattivo. La Rilevanza sociale del Vangelo". “Gli storici della Chiesa – ha proseguito il religioso cappuccino - vedono in questo spirito di solidarietà fraterna uno dei fattori principali” della missione e propagazione del cristianesimo nei primi tre secoli. Tutto ciò “si tradusse in iniziative - e più tardi in istituzioni - apposite per la cura degli infermi, sostegno alle vedove e agli orfani, aiuto ai carcerati, mense per i poveri, assistenza ai forestieri”. L’epoca moderna, soprattutto l’Ottocento, ha segnato “una svolta, portando alla ribalta il problema sociale. Si è preso atto che non basta provvedere caso per caso al bisogno dei poveri e degli oppressi, ma che occorre agire sulle strutture che creano i poveri e gli oppressi”. Le Encicliche sociale dei Papi, ha proseguito il religioso, non fanno che “aggiornare” il discorso “dal punto in cui l’hanno lasciato le precedenti e lo aggiornano in base alle istanze nuove emerse in una società e anche in base a una interrogazione sempre nuova della parola di Dio”. La “Caritas in veritate”, ad esempio, “indica i fondamenti biblici su cui si intende fondare il discorso sul significato sociale del Vangelo: la carità e la verità”. “La diversità - ha spiegato padre Cantalamessa - non sta solo nelle cose dette e nelle soluzioni proposte, ma anche nel genere adottato e nell’autorità della proposta. Consiste, in altre parole, nel passaggio dalla libera discussione teologica al magistero e da un intervento di natura esclusivamente ‘individuale’ a un intervento comunitario”. “Uno dei principi con i quali il Vangelo maggiormente e più beneficamente influisce sul sociale è quello del servizio”, ha affermato il predicatore della Casa Pontificia, ricordando come uno dei punti maggiormente “presi di mira” dal filosofo Nietzsche, che considerava il cristianesimo una “rivoluzione”, ma “in negativo”, fosse proprio “la preferenza data al servire sul dominare, al farsi piccoli sul volere emergere e aspirare a cose grandi”. “Gesù ha fatto del servizio uno dei cardini del suo insegnamento”, ha sottolineato il religioso, secondo il quale “il servizio è un principio universale; si applica a ogni aspetto della vita: lo stato dovrebbe essere a servizio dei cittadini, il politico a servizio dello stato, il medico a servizio dei malati, l’insegnante a servizio degli alunni…Si applica però in maniera tutta speciale ai servitori della Chiesa”. “Il servizio non è, in sé stesso, una virtù – ha precisato padre Cantalamessa - ma scaturisce da diverse virtù, soprattutto dall’umiltà e dalla carità. E’ un modo di manifestarsi di quell’amore che dona senza cercare il contraccambio. Il servizio evangelico, all’opposto di quello del mondo, non è proprio dell’inferiore, del bisognoso, ma piuttosto del superiore, di chi è posto in alto”. Gesù, infatti, dice che, nella sua Chiesa, è soprattutto “chi governa” che deve essere “come colui che serve”.

SIR, Radio Vaticana


'Gesù di Nazaret - Secondo volume'. Dall'ingresso in Gerusalemme alla vita eterna: 11 domande e risposte tratte dal libro di Benedetto XVI

Cosa cerca Joseph Ratzinger - Benedetto XVI con questo nuovo libro?
“Si potrebbe dire, esagerando un po’, che volevo incontrare il vero Gesù (...) ho cercato di sviluppare una visione del Gesù dei Vangeli, una forma di ascolto che potesse trasformarsi in un incontro; ma anche, nell’ascolto di Gesù in comunione con i discepoli di ogni tempo, arrivare alla certezza della sua vera figura storica” (pag. 9).
Gesù è Dio? “In Gesù, Dio si è fatto uomo. Dio è entrato nel nostro stesso essere. In Lui, Dio è veramente il ‘Dio-con-noi’ (...) Far conoscere Cristo significa far conoscere Dio” (pag. 113).
Com’è possibile che Gesù fosse stato ricevuto con elogi a Gerusalemme e nel giro di pochi giorni fosse stato crocefisso?

“La scena dell’omaggio messianico a Gesù ebbe luogo al momento dell’ingresso nella città, e (...) i suoi protagonisti non furono gli abitanti di Gerusalemme, ma coloro che lo accompagnavano entrando con Lui nella Città Santa (...) Si era sentito parlare tanto del profeta che veniva da Nazaret, ma non sembrava avere alcuna rilevanza per Gerusalemme, non era conosciuto. La moltitudine di gente che osannava Gesù alla periferia della città non è la stessa che in seguito avrebbe chiesto la sua crocefissione” (pagine 18-19).
Cosa voleva Gesù quando si mise a lavare i piedi ai suoi discepoli?
“Gesù presta ai propri discepoli un servizio tipico degli schiavi (...) Con un atto simbolico, Gesù chiarisce l’insieme del suo servizio salvifico. Si spoglia del suo splendore divino, si inginocchia, per così dire, di fronte a noi, lava e asciuga i nostri piedi sporchi per renderci degni di partecipare al banchetto nuziale di Dio (...) Il gesto di lavare i piedi esprime precisamente questo: l’amore servizievole di Gesù è quello che ci libera dalla nostra superbia e ci rende adatti a Dio, ci rende ‘puri’” (pag. 73).
Pietro promette di essere fedele a Gesù, ma Gesù gli annuncia che lo rinnegherà tre volte. Quale mancanza riscontra Gesù nel suo approccio?
“Poiché è contrario alla croce, [Pietro] non può percepire la parola risurrezione e vorrebbe il successo senza la croce. Egli confida nelle proprie forze. Chi può negare che il suo atteggiamento rifletta la tentazione costante dei cristiani, anzi, anche della Chiesa, di raggiungere il successo senza la croce? Per questo gli è stata annunciata la sua debolezza, il triplice rinnegamento. Nessuno di per sé è abbastanza forte per percorrere la via della salvezza fino alla fine” (pag. 180).
Perché il pentimento di Giuda finisce male?
“Il suo pentimento si trasforma in disperazione. Ormai non vede altro che se stesso e le sue tenebre, non vede più la luce di Gesù, questa luce che può illuminare e superare perfino le tenebre. In questo modo, ci fa vedere il modo sbagliato di pentirsi: un pentimento che ormai non è in grado di sperare, dato che vede esclusivamente la propria oscurità, è distruttivo e non è un vero pentimento. La certezza della speranza forma parte del vero pentimento, una certezza che nasce dalla fede che la luce abbia maggior potere e si sia fatta carne in Gesù” (pagine 87-88).
Che importanza ha la Risurrezione di Gesù?
“La fede cristiana si mantiene o crolla con la verità della testimonianza che Cristo è resuscitato dai morti. Se si prescinde da questo, si possono indubbiamente ancora prendere dalla tradizione cristiana certe idee interessanti su Dio e l’uomo, sul suo essere uomo e il suo dover essere – una specie di concezione religiosa del mondo -, ma la fede cristiana resta morta (...) Soltanto se Gesù è resuscitato è successo qualcosa di veramente nuovo che cambia il mondo e la situazione dell’uomo. Quindi Lui, Gesù, diventa il criterio di cui possiamo fidarci. Poiché, ora, Dio si è manifestato veramente” (pagine 281-282).
Come fa l’uomo a trovare la vita eterna, secondo Gesù?
“L’uomo trova la vita quando si sostiene in Lui, che è la vita stessa. Quindi, molte cose nell’uomo possono essere abbandonate. La morte può portarlo via dalla biosfera, ma la vita che l’attraversa, la vita vera, quella persiste (...). Ciò che nessuna morte può togliere da questa vita è la relazione con Dio in Gesù Cristo” (pagine 104-105).
Perché Dio non si rivelò ai potenti del mondo, ma soltanto a un piccolo gruppo di discepoli?
“È tipico del mistero di Dio agire in maniera discreta. Solo, poco a poco, costruisce la sua storia nella grande storia dell’umanità. Si fa uomo, ma in un modo che può quasi essere ignorato dai suoi contemporanei e dai potenti della storia. Soffre e muore e, come Resuscitato, vuole arrivare all’umanità solo attraverso la fede dei suoi, ai quali si manifesta. Non smette di chiamare con soavità alle porte del nostro cuore e, se gli apriamo, ci rende lentamente capaci di “vedere”. Ma non è per caso questo lo stile divino? Non sopraffare con il potere esterno, bensì dare libertà, offrire e suscitare amore” (pag. 321).
Che senso ha la confessione, il sacramento della penitenza?
“In fondo ciò di cui si tratta è che la colpa non deve continuare a corrodere l’anima di nascosto, avvelenandola dall’interno. È necessaria la confessione. Poiché con la confessione la portiamo alla luce, la esponiamo all’amore purificatore di Cristo (cfr. Gv 3, 20s). Nella confessione il Signore torna a lavare di nuovo i nostri piedi sporchi e ci prepara per la comunione al tavolo con Lui” (pag. 93).
Gesù dice: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Come ci riesce? Dov’è?
“Il Signore si trova nelle sue Parole; nei sacramenti, specialmente nella Santa Eucarestia; entra nella vita attraverso fatti o parole. Però ci sono anche modalità di questa venuta che fanno epoca” (pag. 337).

Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret - Dall’ingresso a Gerusalemme alla risurrezione, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2011.


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