domenica 22 luglio 2012

Il Papa: profondamente colpito dalla violenza insensata di Denver, rattristato per il disastro a Zanzibar. Condivido il dolore, vicino nella preghiera

Nei saluti in inglese, dopo la recita dell'Angelus, Benedetto XVI ha ricordato la strage di Aurora, negli Stati Uniti d’America: “Sono stato profondamente colpito dalla violenza insensata che ha avuto luogo ad Aurora, sobborgo di Denver, e sono stato rattristato per la perdita di vite umane nel recente disastro di un traghetto nei pressi di Zanzibar. Condivido il dolore delle famiglie e degli amici delle vittime e dei feriti, soprattutto i bambini. Assicurando a tutti voi la mia vicinanza nella preghiera, imparto la mia benedizione, pegno di consolazione e forza nel Signore Risorto”. Infine, in polacco il Papa in particolare ha salutato le Suore della Risurrezione che si trovano a Roma per un periodo di rinnovamento spirituale, come pure le Suore Orsoline Grigie venute dalla Polonia sulle orme delle loro sante fondatrici: Angela Merici e Orsola Ledóchowska. “Care sorelle – ha sostenuto -, vi auguro che il vostro soggiorno a Roma vi confermi nel vostro carisma e ravvivi il vostro entusiasmo per la vita consacrata”.

SIR

Benedetto XVI: a Londra i XXX Giochi Olimpici, più grande evento sportivo mondiale. Siano una vera esperienza di fraternità tra i popoli della Terra



“Tra qualche giorno avrà inizio, a Londra, la XXX edizione dei Giochi olimpici”, ha ricordato il Pontefice dopo l’Angelus. “Le Olimpiadi – ha affermato - sono il più grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione”. Di qui l’invito a pregare “affinché, secondo la volontà di Dio, i Giochi di Londra siano una vera esperienza di fraternità tra i popoli della Terra”. Anche nei saluti in varie lingue, in inglese, ha parlato delle Olimpiadi: "Mando il mio saluto agli organizzatori, agli atleti e agli spettatori e prego che, nello spirito della tregua olimpica, la buona volontà generata da questo evento sportivo internazionale possa dare i suoi frutti, promuovere la pace e la riconciliazione in tutto il mondo”. Su tutti i partecipanti ai Giochi olimpici di Londra il Santo Padre ha invocato “le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente”.

SIR

Il Papa: la guarigione profonda che Dio opera mediante Gesù una pace vera, completa, frutto della riconciliazione con Dio, con gli altri e il mondo

A mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti. “La Parola di Dio di questa domenica – ha sottolineato il Papa - ci ripropone un tema fondamentale e sempre affascinante della Bibbia: ci ricorda che Dio è il Pastore dell’umanità. Questo significa che Dio vuole per noi la vita, vuole guidarci a buoni pascoli, dove possiamo nutrirci e riposare; non vuole che ci perdiamo e che moriamo, ma che giungiamo alla meta del nostro cammino, che è proprio la pienezza della vita”. In realtà, ha osservato il Pontefice, “è quello che desidera ogni padre e ogni madre per i propri figli: il bene, la felicità, la realizzazione. Nel Vangelo Gesù si presenta come Pastore delle pecore perdute della casa d’Israele. Il suo sguardo sulla gente è uno sguardo ‘pastorale’”. Nel Vangelo di questa domenica, si dice che “sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”. Gesù, ha evidenziato il Santo Padre, “incarna Dio Pastore col suo modo di predicare e con le sue opere, prendendosi cura dei malati e dei peccatori, di coloro che sono ‘perduti’, per riportarli al sicuro, nella misericordia del Padre”. Tra le “pecore perdute” che Gesù ha portato in salvo c’è “anche una donna di nome Maria, originaria del villaggio di Magdala, sul Lago di Galilea, e detta per questo Maddalena. Oggi ricorre la sua memoria liturgica nel calendario della Chiesa. Dice l’evangelista Luca che da lei Gesù fece uscire sette demoni, cioè la salvò da un totale asservimento al maligno”. Ma in che cosa consiste questa guarigione profonda che Dio opera mediante Gesù? “Consiste – ha chiarito Benedetto XVI - in una pace vera, completa, frutto della riconciliazione della persona in se stessa e in tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri, con il mondo. In effetti, il maligno cerca sempre di rovinare l’opera di Dio, seminando divisione nel cuore umano, tra corpo e anima, tra l’uomo e Dio, nei rapporti interpersonali, sociali, internazionali, e anche tra l’uomo e il creato”. Se “il maligno semina guerra; Dio crea pace”. Anzi, come afferma san Paolo, Cristo “è la nostra pace”. “Per compiere questa opera di riconciliazione radicale – ha poi precisato - Gesù, il Pastore Buono, ha dovuto diventare Agnello, ‘l’Agnello di Dio … che toglie il peccato del mondo’”. Solo così ha potuto realizzare la stupenda promessa del Salmo: “Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne / tutti i giorni della mia vita, / abiterò ancora nella casa del Signore / per lunghi giorni”. Queste parole, ha commentato il Papa, “ci fanno vibrare il cuore, perché esprimono il nostro desiderio più profondo, dicono ciò per cui siamo fatti: la vita, la vita eterna! Sono le parole di chi, come Maria Maddalena, ha sperimentato Dio nella propria vita e conosce la sua pace. Parole più che mai vere sulla bocca della Vergine Maria, che già vive per sempre nei pascoli del Cielo, dove l’ha condotta l’Agnello Pastore”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Libertà provvisoria per Paolo Gabriele, concessi gli arresti domiciliari. L'avvocato: chiederà perdono al Papa. I prossimi passi del procedimento

Libertà provvisoria per l'ex maggiordomo del Papa: a Paolo Gabriele (foto) sono stati concessi gli arresti domiciliari. È quanto ha reso noto nel pomeriggio di ieri in una nota da padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana. "Essendo venute meno dopo l'interrogatorio di oggi le esigenze istruttorie per la permanenza dell'imputato in stato di arresto - si legge nella nota della Santa Sede - il Giudice Istruttore del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, professor Piero Bonnet, ha disposto per il signor Paolo Gabriele il beneficio della libertà provvisoria, concedendo gli arresti domiciliari, previa prestazione di idonee garanzie". Gabriele "risiederà quindi nella sua abitazione, con la famiglia, in Vaticano, osservando quanto disposto dal Giudice per i contatti e rapporti con altre persone. I prossimi passi del procedimento, attesi nello spazio di alcuni giorni, saranno la requisitoria del Promotore di Giustizia sulla responsabilità per il reato di furto aggravato, e la seguente sentenza di rinvio a giudizio o di assoluzione da parte del Giudice Istruttore. Per quanto riguarda la Commissione cardinalizia, ha fatto avere nei giorni scorsi al Santo Padre il rapporto conclusivo dei suoi lavori" conclude la dichiarazione. Paolo Gabriele ha intenzione di chiedere perdono al Papa. Lo ha dichiarato il suo avvocato Carlo Fusco, precisando che tale richiesta esula però dalla strategia processuale della difesa e non è in vista della grazia, che Benedetto XVI potrebbe comunque concedere in qualunque momento. Stando al legale si tratta invece di un desiderio spontaneo di Paolo Gabriele. "Se la fiducia in qualcuno viene intaccata, in chi la ha intaccata, se non tradita, può nascere desiderio di chiedere perdono" ha spiegato l'avvocato. Il legale ha poi sottolineato che il comportamento di Paolo Gabriele in veste di maggiordomo papale è legato a motivazioni "di carattere interiore, niente è emerso che sia legato a motivi esterni" perché "non ci sono complotti interni o esterni al Vaticano". "Paolo - ha poi aggiunto - ha avuto l'idea di fare qualcosa per evitare una situazione. In pratica, è come se avesse voluto aiutare il Papa a fare pulizia nella Chiesa".

TMNews, Il Giornale.it

DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, PADRE FEDERICO LOMBARDI

La Santa Sede toglie alla Pontificia Università Cattolica del Perù il diritto all’uso nella denominazione dei titoli di 'Pontificia' e di 'Cattolica'

La Santa Sede, con decreto del Segretario di Stato, in base a specifico mandato pontificio, ha deciso di togliere alla Pontificia Università Cattolica del Perù (foto) il diritto all'uso nella propria denominazione dei titoli di 'Pontificia' e di 'Cattolica', conformemente alla legislazione canonica. E' quanto si legge in una nota. "La suddetta Università, fondata nel 1917 ed eretta canonicamente con decreto della Santa Sede nel 1942, dal 1967 ha più volte modificato unilateralmente - si precisa - gli statuti con grave pregiudizio dell'interesse della Chiesa. Dal 1990 in poi l'Università, più volte sollecitata dalla Santa Sede ad adeguare i suoi statuti alla Costituzione Apostolica Ex corde ecclesiae (15 agosto 1990), non ha corrisposto a tale dovere legale. In seguito alla visita canonica, svoltasi nel mese di dicembre 2011, e all'incontro del Rettore il Segretario di Stato, nel mese di febbraio 2012, ha avuto inizio un ulteriore tentativo di dialogo in vista dell'adeguamento degli Statuti alla legge della Chiesa". "Ultimamente il Rettore con due lettere indirizzate al Segretario di Stato - si legge ancora nella nota della Santa Sede - ha manifestato l'impossibilità di attuare quanto richiesto, condizionando la modifica degli statuti alla rinuncia da parte dell'arcidiocesi di Lima al controllo della gestione dei beni dell'Università. La partecipazione dell'arcidiocesi di Lima al controllo della gestione patrimoniale dell'Ente è stata più volte confermata con sentenze dei Tribunali civili del Perù". "Dinanzi a tale atteggiamento dell'Università, confermato da altri fatti, la Santa Sede - si sottolinea - si è vista costretta ad adottare il suddetto provvedimento, pur ribadendo il dovere dell'Università di sottostare alla legislazione canonica. La Santa Sede continuerà a seguire l'evoluzione della situazione dell'Università, auspicando che in un prossimo futuro le autorità accademiche competenti riconsiderino la loro posizione, al fine di poter rivedere il presente provvedimento. Il rinnovamento richiesto dalla Santa Sede renderà l'Università più capace di rispondere al compito di portare il messaggio di Cristo all'uomo, alla società e alle culture, secondo la missione della Chiesa nel mondo" conclude il comunicato. Venerdì presso la nunziatura apostolica di Lima il nunzio apostolico mons. James Green, oltre alla copia del decreto e la lettera inviata dal cardinale Segretario di Stato Bertone al rettore della Pucp Rubio, ha consegnato la missiva della Santa Sede al presidente dei vescovi peruviani, Salvador Piñeiro, presente insieme ai colleghi di Arequipa Del Rio e Lima Juan Luis Cipriani Thorne, nella quale si invita la Conferenza Episcopale peruviana, a sostenere, senza indugi, la decisione di Roma nel contenzioso sulla legittima proprietà dell’istituzione, fino a ieri Pontificia e Cattolica, cancellando ambiguità e propositi di difesa dell’indipendenza dell’ateneo. Green ha ordinato che i tre documenti fossero inviati ai vescovi del paese e, in serata, ha ricevuto nella sede della Nunziatura le autorità della Pucp. Il messaggio di Roma lascia poco spazio alle interpretazioni: "Per il bene dell’Università e per la responsabilità della Chiesa nel settore dell’istruzione, questa Conferenza Episcopale deve sostenere la posizione della Santa Sede e l’arcivescovo di Lima, disconoscendo con vigore qualsiasi intervento opposto e invitando tutto l’episcopato del paese a un’azione collegiale leale. In caso di eventuali dubbi, Lei e gli altri vescovi avrete l’amabilità di consultare il sig. Nunzio a Lima". "Il Santo Padre – prosegue la lettera - desidera che, successivamente, la Conferenza Episcopale presti un supporto più deciso e chiaro alle decisioni presse dalla Santa Sede, relative alla situazione della Pucp, ed evitare così nuove incomprensioni e divisioni". Gli organi direttivi dell’Ateneo sono in subbuglio per oggi è prevista un’assemblea nella quale si analizzerà la decisione di Roma. Come indica il decreto pontificio, è possibile rivedere questa drastica decisione, ma solo a patto che si torni ad essere in linea con il magistero.

TMNews, Vatican Insider

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE