lunedì 15 febbraio 2010

Vian: nelle lacrime del Papa il senso della visita all'Ostello della Caritas di Roma. Per annunciare Dio è vicino ai poveri, il tesoro della Chiesa

Con la sua visita all'Ostello Caritas di Roma, ieri mattina, Papa Benedetto XVI chiede ''alle istituzioni e alle autorità'' di ''non ridurre l'aiuto ai poveri in un tempo difficile, nel quale i cuori sembrano indurirsi e che invece richiede la collaborazione di tutti, credenti e non credenti''. Lo scrive, in un editoriale dal titolo ''Il tesoro della Chiesa di Roma'', il direttore de L'Osservatore Romano Gian Maria Vian, sull'edizione odierna. ''Le lacrime di Benedetto XVI sono il simbolo che più riassume il senso della sua visita all'ostello della Caritas alla stazione Termini di Roma'', inizia l'articolo. “Lacrime nate dal cuore del Papa e di molti presenti – si legge nel corsivo - nell'ascoltare il saluto semplice e bello di Giovanna Cataldo, con parole - ha detto la donna - che ‘non sono mie ma nostre’, cioè di quei volti e soprattutto di quelle anime che in ostello sono state ‘per un momento o per molto tempo’”. Secondo Vian, “nessuno avrebbe potuto rivolgere parole più toccanti e vere al vescovo di Roma, di quella Chiesa identificata già nei primi decenni cristiani come colei che presiede alla carità. Ed è per questo di esempio al mondo. Non a caso la tradizione lega alla memoria del terzo grande santo romano dopo Pietro e Paolo, il diacono Lorenzo, la considerazione dei poveri come tesoro prezioso. ‘Questi vostri amici’ li ha chiamati Benedetto XVI, che ha incontrato e accarezzato decine di loro mescolati ai volontari, circondato dal cardinale vicario e dai suoi vescovi”. ''Insieme all'annuncio della verità, la testimonianza della carità appartiene alla missione della Chiesa, ha sottolineato il Papa che ha voluto il termine 'caritasi' nel titolo di due sue Encicliche''. ''E questa vicinanza del Dio che le liturgie orientali chiamano 'amico dell'uomo' si realizza - conclude Vian - nelle strutture di carità, come quella intitolata a un prete che Roma non dimentica, Luigi Di Liegro: strutture rese possibili anche dal sostegno di istituzioni pubbliche, che attraverso alcuni loro rappresentanti hanno preso parte alla visita''.

Asca, SIR

Il tesoro della Chiesa di Roma - il testo integrale dell'editoriale di Gian Maria Vian

XXV Giornata Mondiale della Gioventù. Pellegrinaggio della Croce della GMG nelle Università di Roma. Il 25 marzo in Piazza San Pietro con il Papa

Sarà la Messa presieduta da mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, mercoledì 17 febbraio alle 12.15 nella Cappella dell’Università La Sapienza di Roma, a dare inizio al pellegrinaggio della Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù che, in tempo di Quaresima, sosterà in tutti gli atenei romani. “Si tratta di un’occasione propizia – spiega mons. Leuzzi – affinché gli studenti universitari prendano coscienza che il Signore li raggiunge ovunque siano, e che la loro esperienza di studio non è marginale rispetto alla loro esperienza di fede”. La Croce, aggiunge il direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria, “non è solo un simbolo ma è anche il segno effettivo che nelle università i giovani possono incontrare Cristo attraverso le cappellanie universitarie”. La Croce rimarrà nella Cappella della Sapienza fino al 19 febbraio. Quindi inizierà un pellegrinaggio per gli atenei della Capitale che si concluderà nell’Università di Tor Vergata, dove arriverà il 22 marzo per ricordare il 10° anniversario della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000. Infine, il 25 marzo sarà trasferita in Piazza San Pietro, per l'incontro di Benedetto XVI con i giovani di Roma e del Lazio in occasione della XXV GMG.

SIR

Il Papa riceve una nomination ai Classical Brit Awards come 'special guest' per l'album 'Alma Mater - Music from the Vatican'

Conto alla rovescia per i Brit Awards, i riconoscimenti che la British Phonographic Industry assegna ogni anno ad artisti di vario livello per i successi ottenuti in campo discografico. E fra i candidati, nella sezione di musica classica, c'è anche Papa Benedetto XVI. Lo ha reso noto il sito belfasttelegraph.com. Il Pontefice è in gara come ''special guest'' per l'album ''Alma Mater - Music from the Vatican'' (foto), con una raccolta di otto brani originali di musica sacra moderna con preghiere, litanie e canti mariani. Un album in cui ha prestato la sua voce. Papa Ratzinger dovrà vedersela tra gli altri con il trio The Priests, un gruppo musicale di tre sacerdoti irlandesi, e due star dei talent show "Britain's Got Talent e X-Factor", Faryl Smith e Rhydian Roberts. Le votazioni termineranno il 23 aprile e i vincitori saranno annunciati il 13 maggio in una cerimonia organizzata nella sala Royal Albert Hall di Londra.

Asca

Il card. Brady: Benedetto XVI molto preoccupato per la tutela dei bambini. L'incontro si traduca in un processo di pentimento e rinnovamento

Papa Benedetto XVI è ''molto preoccupato'' per lo scandalo degli abusi sessuali commessi da parte dei preti che ha colpito la Chiesa irlandese. A dirlo, ai microfoni della Radio Vaticana, è il card. Sean Brady (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Armagh e primate d'Irlanda, oggi a Roma per il summit sulla crisi della Chiesa irlandese. ''Sono venuto a Roma molte volte nella mia vita - racconta il porporato -, ma mai con le tante preghiere che mi accompagnano questa volta. So che la stessa cosa vale per il Santo Padre ed i membri della Curia. Questo è il terzo incontro su questo argomento nell'arco di sette mesi!''. ''Credo - prosegue - che il Santo Padre sia molto preoccupato; questo incontro ha avuto una preparazione molto accurata, ma è soltanto un passo di un cammino molto lungo: speriamo che, al nostro rientro in Irlanda, questo si traduca in un processo di pentimento, rinnovamento e riconciliazione, per il bene di tutti. Ovviamente, puntiamo tutti allo stesso obiettivo che è quello della tutela dei bambini. Siamo anche d'accordo sui punti che il Santo Padre ci ha presentato nella visita ad Limina, che devono essere studiati attentamente da tutte le persone coinvolte''.

Asca

Lo scandalo preti pedofili nella Chiesa irlandese. In Vaticano due dei vescovi accusati. La linea dura di mons. Martin non sostenuta da tutto il clero

La gravissima crisi della Chiesa Cattolica irlandese è stata scatenata dalla pubblicazione l'anno scorso, a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, di due dettagliati rapporti sugli abusi sessuali commessi da membri della Chiesa a danno di minori. Il primo, detto Ryan Report, dal nome del giudice che ha condotto i lavori della commissione d'inchiesta, si occupa degli abusi perpetrati tra la fine degli anni '30 la fine degli anni '70 nelle scuole e negli istituti gestiti da religiosi che accoglievano minori in difficoltà. Pubblicato nel maggio 2009 dopo dieci anni di indagini, il rapporto è lungo 3.500 pagine, è costato 70 milioni di euro e raccoglie circa 2.500 testimonianze di orfani, minori condannati per reati diversi e figli di famiglie 'difficili', che avevano frequentato gli istituti religiosi. Il clamore suscitato dal Ryan Report è stato enorme, ma dopo appena pochi mesi è la volta della pubblicazione di un altro rapporto devastante: si tratta del Murphy Report sugli abusi commessi nell'arcidiocesi di Dublino dal 1975 al 2004. In particolare, l'indagine si concentra sulla risposta delle gerarchie della Chiesa alla denunce degli abusi presentate dalle vittime o dalle famiglie, e mette in luce come ''la principale preoccupazione'' dei vescovi, ''almeno fino alla metà degli anni '90, sia stata quella di mantenere il segreto, di evitare lo scandalo, di proteggere la reputazione della Chiesa e i suoi beni materiali. Tutte le altre considerazioni, compresa la salute dei bambini e la giustizia per le vittime, erano subordinate a queste priorita'''. Ben quattro arcivescovi di Dublino vengono accusati nel rapporto di aver coperto gli abusi, compreso il predecessore dall'attuale presule, il card. Desmond Connell, oggi in pensione, insieme ai loro ausiliari e a sacerdoti che lavoravano con loro. Di questi, cinque sono vescovi ancora in carica, e l'attuale arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, arriva a suggerirne in maniera neanche troppo velata le dimissioni. Il primo a 'cedere', dopo settimane di proteste da parte delle vittime, è mons. Donal Murray, vescovo di Limerick, il 18 dicembre, seguito da mons. Jim Moriarty, vescovo di Kildare, il 23, e dai due attuali ausiliari di Dublino, i monsignori Raymond Field e Eamonn Walsh. Fino ad oggi, Papa Benedetto XVI ha accettato le dimissioni solo di mons. Murray. Nel rapporto è coinvolto anche mons. Martin Drennan, vescovo di Galway, che però fino ad oggi ha difeso il suo comportamento e si è rifiutato ostinatamente di presentare le dimissioni: oggi è in Vaticano per partecipare al summit di due giorni con il Papa su come rispondere alla crisi degli abusi, insieme al dimissionario vescovo Moriarty. La Chiesa irlandese, e in particolare l'arcivescovo di Dublino Martin, ha fino ad oggi risposto alla crisi ammettendo senza reticenze le proprie colpe, prendendo risolutamente la parte delle vittime e invocando risposte energiche e concrete per rispondere ai problemi evidenziati da due rapporti. ''Noi, come vescovi chiediamo scusa a tutti coloro che sono stati abusati da preti come bambini, alle loro famiglie e a tutte le persone che si sentono giustamente indignate e deluse dalla mancanza di autorità morale e di responsabilità che emerge dal Rapporto'', scrivevano in dicembre i vescovi dopo una riunione della Conferenza Episcopale dedicata proprio ai contenuti del Murphy Report. Da più parti dentro la Chiesa si sono sollevate richieste di riforme radicali nella struttura e nella gestione delle diocesi, fino alla convocazione di un Sinodo nazionale. Questa 'linea dura' però, non ha trovato il sostegno pieno da parte di tutta la Chiesa: il giornale cattolico Irish Catholic ha pubblicato la trascrizione di una riunione tra l'arcivescovo di Dublino Martin, in prima fila nel rispondere alla crisi, e i suoi preti che lo accusavano di essere diventato una ''fonte di divisione'' per la Chiesa con la sua richiesta di dimissioni per i vescovi accusati dall'inchiesta. Mons. Martin ha anche chiesto a un altro ausiliare di Dublino, oggi in pensione, mons. Dermot O'Mahony, di non celebrare le cresime, un gesto che ha 'scandalizzato' molti preti. Secondo molti commentatori, dai contenuti della lettera alla Chiesa irlandese che Papa Benedetto XVI sta preparando, che dovrebbe essere diffusa dopo la fine dall'incontro in Vaticano, e in particolare dalla sorte di mons. Drennan, si vedrà se la linea di mons. Martin viene appoggiata o meno dal Papa e dalla Curia. Ieri, in una conferenza stampa pre-summit a Roma, mons. Joe Duffy, vescovo di Clogher, ha spiegato che il caso di Drennan non viene sollevato nella relazione con cui ha aperto questa mattina l'incontro con il Papa. Quanto alle sue dimissioni, ha concluso, ''questo è qualcosa che accadrà, o non accadrà, come risultato della discussione generale che si terrà in questi due giorni col Santo Padre''. Il responsabile per le Comunicazioni della Conferenza Episcopale irlandese, mons. Joseph Duffy, vescovo di Clogher, le sue parole, pronunciate a nome di tutti i vescovi, sono state riportate questa mattina da diversi siti anglofoni. "Ammetto con molta franchezza quello che tutti sanno", ha detto Duffy, secondo quanto riportato dalle fonti, episodi che hanno inferto alla Chiesa "ferite profonde", mettendola in una "situazione molto seria". Un "grave danno", "all'autorità della Chiesa e alla fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo" rispetto al quale l'incontro di oggi e domani con il Papa non si rivelerà "un semplice esercizio cosmetico".

Asca, Il Messaggero.it

I vescovi irlandesi in Vaticano per incontrare il Papa. Il card. Bertone: la conversione e una fede più grande da queste tempeste per grazia di Cristo

Papa Benedetto XVI incontra oggi e domani in Vaticano i vescovi irlandesi per presentare le iniziative per affrontare la crisi in atto nella Chiesa del Paese, scossa dalle rivelazioni sugli abusi sessuali su minori commessi per decenni del clero locale. Prima dell'udienza con Benedetto XVI, questa mattina i presuli hanno partecipato ad una Messa presieduta dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone. Il porporato ha sottolineato che le prove più dure e umilianti per la Chiesa sono quelle che provengono dal suo interno, soprattutto quando vedono coinvolti alcuni suoi uomini in atti esecrabili. Ma dalla prova può venire il rinnovamento: a patto che il peccatore riconosca la propria colpa in piena verità. Occorre evitare anche un'insidiosa tentazione: quella di perdere la fiducia in Dio e di cadere nello scoraggiamento e nella disperazione. Bisogna dunque confidare in Dio, ha detto il porporato, quando la tempesta minaccia di affondare la barca, aggiungendo quindi: ''Sì, le tempeste fanno paura. Anche quelle che scuotono la barca della Chiesa per colpa dei peccati dei suoi membri. Ma da queste tempeste, per la grazia di Cristo, può venire la grazia della conversione e una fede più grande: quando tutta la nostra sicurezza viene meno e ci sentiamo perduti, è più facile affidarci totalmente a Lui, il Signore''. Ma ''la tempesta più pericolosa'' - ha affermato - è ''quella che tocca il cuore dei credenti, scuotendo la loro fede e minacciando la loro capacità di affidarsi a Dio, di confidare nella sua sovrabbondante provvidenza''. E’ necessario allora “affidarci totalmente” al Signore, nella preghiera e nell’umiltà. “La lotta contro il male non è finita – ha rilevato ancora il cardinale Bertone – continua fino alla fine dei tempi. Per questo il Padre ci ha mandato nel nome di Gesù lo Spirito Santo, per difenderci e consolarci”. Il porporato, infine, ha auspicato che questo incontro dei vescovi irlandesi in Vaticano “sia colmo di carità nella verità e susciti rinnovato impegno di comunione e di unità tra i pastori e con i fedeli a loro affidati”. La Conferenza Episcopale irlandese ha fatto intanto sapere che domani pomeriggio a conclusione dell’incontro ci sarà una conferenza stampa nella sede di Radio Vaticana.