domenica 27 giugno 2010

'Messainlatino.it': la progressista Chiesa belga riceve la sua giusta ricompensa da quel 'mondo moderno' che hanno indecorosamente corteggiato

In questa storia abietta non ci sono i buoni e i cattivi. Sono tutti cattivi o, nel migliore dei casi, men che mediocri. Negli alti ranghi si salva solo mons. Léonard, già vescovo di Namur e da poco arcivescovo di Malines-Bruxelles e nuovo primate, la cui figura giganteggia su tutti gli altri, anche se in buona parte per effetto della bassezza degli altri. Sapete ormai tutti che la magistratura belga (la stessa che, ai tempi dell’efferato caso Dutroux, il pedofilo assassino seriale, condusse le indagini in modo da coprire gli ambienti politici colpiti dallo scandalo) ha montato una sceneggiata che è peggio che grottesca: una ‘retata’ di tutta la Conferenza Episcopale belga riunita in arcivescovado a Malines, tenendo i presuli sequestrati dal mattino alla sera e requisendo loro computer e perfino telefonini; perquisizione domiciliare a casa dell’emerito Danneels; e soprattutto, e la cosa ha davvero dell’incredibile, profanazione delle tombe di due cardinali per cercare chissà quali documenti seppelliti con loro (fatti gravissimi che, si dica per inciso, in altri tempi avrebbero comportato la "sospensione" dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Governo del Belgio, col ritiro del Nunzio e la convocazione dell'Ambasciatore belga). E poi i belgi si lamentano di far la figura dei gonzi nelle barzellette: non è venuto in mente ai solerti sbirri e ai loro mandanti togati che per fare sparire documenti ci sarebbero mezzi molto più semplici ed efficaci che infilarli nelle tombe (il fuoco, ad esempio, o semplici trituratori di carta). E infatti, come ovvio, nelle tombe han trovato solo ossa, tra cui quelle del grande protagonista del Concilio, il progressistissimo card. Suenens. Ma, del resto, tutto è stato studiato per assestare il massimo danno di immagine ad una Chiesa, che di immagine da salvare ne ha già poca: dal nome dell’operazione di polizia, “Operazione Chiesa”, alla contestazione del reato di associazione per delinquere. La Chiesa, cioè, viene del tutto ufficialmente accusata di essere un’associazione “di malfattori” finalizzata allo stupro di minorenni. Il mondo secolare sferra il suo attacco alla giugulare di una Chiesa che pur da quarant’anni non fa che cantare le lodi di quel mondo, cercando di vellicarlo e adularlo a tutti i costi, e in particolare a costo della Fede. E’ noto infatti che l’episcopato belga dal Concilio in poi gareggia con l’Olanda a chi si fa interprete più audace dello Spirito del Concilio (nel Belgio fiammingo, la percentuale di preti contrari al celibato è l’80%, e il 56% è per l’ordinazione femminile; senza contare il sostegno alle cause gay e divorziste; per contro la pratica religiosa del fu cattolico Belgio ha conosciuto un crollo spettacolare, peggiore perfino della Francia). E ora i vescovi belgi, servi infedeli e rinnegati di Nostro Signore, ricevono la loro giusta ricompensa da quello stesso 'mondo moderno' che hanno indecorosamente corteggiato. Siamo ingenerosi ed eccessivi? Giudicate voi, da alcuni fatti che non sono che la punta dell’iceberg.
Nelle settimane scorse, si è dovuto dimettere il vescovo di Bruges Roger Vangheluwe che era alla guida di quella diocesi dal 1984. Ventisei anni di rovina. Ecco che cosa lo stesso ha confessato: “Quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all'inizio del mio episcopato ho abusato sessualmente di un giovane dell'ambiente a me vicino”. Attenzione quindi: questo qui non è accusato, come moltissimi suoi colleghi, di avere scriteriatamente trasferito parroci pedofili, o di averli coperti: questo qui lo stupro sodomita su minorenni lo praticava in proprio. E, tra l’altro, sul nipote: anche una pennellata di incesto non guasta in tanto squallore.
Nell’ospedale Saint Andrien di Tielt il cappellano, per vent’anni, ha abusato sessualmente di donne con problemi psichici, o addirittura in coma. Quasi un necrofilo, insomma. Un altro prete, Norbert Bethune, ne riferì anni dopo… al vescovo di Bruges. Che non essendo senza peccato, come si è visto, naturalmente non tirò nessuna pietra al colpevole.- Il sacerdote Rik Devillé, le cui accuse alla magistratura sono all’origine di questa tempesta, racconta di aver raccolto numerosissime testimonianze e denunce, che ha comunicato all’arcivescovo Danneels senza risultato. Egli riferisce che su 300 casi, solo 15 sono stati debitamente approfonditi e tutti si sono conclusi con semplici spostamenti dei colpevoli.
E’ a Liegi che fu istituita nel Medio Evo la processione del Corpus Domini, poi estesa a tutta la cristianità. Dal Concilio in poi, essa è stata ovviamente abolita: tutte le processioni, specie nel Nordeuropa, sono considerate come tipicamente preconciliari, superstiziose, pagane, ostacolo all’abbraccio ecumenico coi nostri fratelli separati (protestanti). Quest’anno però un comitato spontaneo ha voluto riesumare quell’antica tradizione, proprio a Liegi. Ecco come ha reagito il vescovo della città, mons. Jousten, che naturalmente ha rifiutato di partecipare alla processione (attenzione, quelle che seguono sono le sue parole alla lettera, per incredibile che ciò appaia): “Io mi domando semplicemente se hanno riflettuto a sufficienza al significato che potrebbe avere una tale processione. Una processione esprime forse la nostra fede? Oppure si vuole manifestare piuttosto davanti agli altri quale è la nostra fede? Allora, per me, il significato di una processione è in primo luogo una professione di fede dei cristiani, tra cristiani...La domanda che mi pongo è, precisamente, quale può essere l’impatto di una tale processione sulla popolazione, che vede sfilare dei cristiani”. Queste affermazioni per noi sono ancora più gravi delle negligenze nel prevenire comportamenti sessualmente devianti: sono la prova che un vescovo ha perso la fede, o quanto meno ogni senso della finalità della sua carica.
E sempre sotto questo profilo: che dire del fatto che, a Charleroi, la parrocchia di Saint-Lambert diventa una moschea tutti i venerdì, per consentire ai musulmani di pregare Allah, mentre i simboli cristiani vengono coperti con lenzuola? Senza, naturalmente, che nessuno trovi nulla a ridire?
E per concludere: negli anni Novanta il card. Danneels ha fatto adottare un abominevole testo di catechismo dal titolo Roeach, scritto dal prof. Jef Bulckens dell’Università Cattolica(!) di Lovanio e dal prof. Frans Lefevre del Seminario(!) di Bruges. Ecco come questo ‘catechismo’ spiega la sessualità dei bambini (che già... cosa c'entra col catechismo?): ad esempio con la fotografia di una bambina nuda i cui fumetti dicono: “Stimolarmi la patatina mi fa sentire bene”; “Mi piace togliermi le mutande con gli amici”; “Voglio restare nella camera quando mamma e papà fanno sesso”. Un altro disegno mostra un bambino e una bambina nudi che ‘giocano al dottore’ e il maschietto che dice: “Guarda, il mio pisello è grosso”. Altro disegno mostra tre tipi diversi di genitori. Sono riprovati quelli con atteggiamenti puritani; quelli con la dicitura: “Corretto” sono naturalmente coloro che così reagiscono: “Sì, sentire e stimolare quelle parti è un bel divertimento”. Quello era il Catechismo Cattolico della Chiesa belga, ancora dieci anni fa. Niente di meno che una tentata corruzione di minorenni, un’apologia di pedofilia: anziché trasmetter la Fede, serviva a far capire ai ragazzini che “certe cose” sono belle e raccomandabili, anche alla più tenera età.Chi osa dunque lamentarsi se la Procura tratta questi vescovi da delinquenti, visto che lo sono? E dato che la Chiesa non sembra trovare in se stessa forze sufficienti per reagire, ben vengano persecuzioni anche molto più gravi di queste. Saranno forse un aiuto esogeno per l'opera di pulizia intrapresa dal Santo Padre Benedetto XVI. Ma contro di lui la parte corrotta del clero è coalizzata e lo costringe a continue marce indietro: ad esempio, per restare al Belgio, è di pochi giorni fa la nomina a Bruges dell'arciprogressista ex vescovo ausiliare di Danneels, De Kesel. Eppure sarebbe urgentissimo ripulire gl’immondi letamai di Augia: a partire dal piano dottrinale, prima ancora che morale, perché una consimile degradazione è figlia legittima di quella sedicente ‘nuova ecclesiologia’, che l’applicazione di fatto del Concilio Vaticano II ha coerentemente generato.

Messainlatino.it

Lombardi: la fede forte del Successore di Pietro, la lettura degli eventi guidata dallo Spirito, punto di riferimento più sicuro per chi segue Gesù

Così come duemila anni fa, Roma torna ad essere un segno di comunione per cattolici e cristiani di altre confessioni, afferma il portavoce vaticano. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ha commentato il significato della “più 'romana' fra le feste” nell'editoriale dell'ultimo numero di “Octava Dies”, il settimanale del Centro Televisivo Vaticano, da lui diretto. “Effettivamente – ha detto padre Lombardi –, Roma è quello che è per la Chiesa universale proprio perché è il luogo del martirio e delle tombe dei due grandi apostoli”. “In questa festa vengono a Roma i nuovi arcivescovi, nominati nel corso dell’anno, per ricevere dalle mani del Papa il 'pallio', che porteranno sulle spalle nelle celebrazioni liturgiche, come segno della loro unione con lui nella guida delle loro Chiese e nella cura per la comunione della Chiesa universale”. “I palli vengono conservati nella nicchia più vicina alla tomba di Pietro, sotto l’altare centrale della Basilica, a picco sotto il vertice della grande cupola, che indica appunto il cuore della comunione della Chiesa”. “In questa festa – ha aggiunto – viene a Roma anche una delegazione del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, per manifestare la fraternità fra le Chiese ortodosse e quella cattolica, nella speranza di una comunione più piena”. “Verso Roma guarda dunque da duemila anni chi prega, spera e lavora per l’unità della comunità dei credenti in Cristo – ha continuato il gesuita –. A Roma viene pellegrino per ritrovare le testimonianze di questa storia travagliata di passione per l’unità. Lo sguardo degli apostoli, qui venerati e presenti dai tempi più antichi - come testimoniano anche i recentissime ritrovamenti delle catacombe di Santa Tecla -, ci accompagna nel cammino”. “La fede forte del Successore di Pietro, la sua lettura degli eventi guidata dallo Spirito, rimane il punto di riferimento più sicuro per chi vuole seguire Gesù Cristo, insieme agli altri credenti, nella concreta vicenda della nostra storia”, ha concluso poi.

Zenit

Benedetto XVI: sorprendenti e deplorevoli le modalità di perquisizione in Belgio ma la giustizia sugli abusi del clero faccia il suo corso

L’auspicio che anche in Belgio "la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime" degli abusi sessuali compiuti da religiosi è stato formulato dal Papa in un messaggio a mons. Andrè Leonard, arcivescovo di Bruxelles. Nel testo Benedetto XVI esorta a "un riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare" con la giustizia, "nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati". Il Papa definisce però "sorprendenti e deplorevoli modalità con cui sono state condotte le perquisizioni nella Cattedrale di Malines e nella Sede dove era riunito l’Episcopato belga in una sessione plenaria che, tra l’altro, avrebbe dovuto trattare anche aspetti legati all’abuso di minori da parte di membri del clero". "Più volte - ricorda però Papa Ratzinger - io stesso ho ribadito che tali gravi fatti vanno trattati dall’ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specificità e autonomia". "Nell’assicurare che accompagno quotidianamente con la preghiera il cammino di codesta Chiesa, ben volentieri - conclude il Pontefice - invio la mia affettuosa Benedizione Apostolica".

La Stampa.it

Il Papa all'Angelus: chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù entra in una nuova dimensione della libertà che coincide con l'amore

"Libertà e amore coincidono. Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti". Lo ha detto il Papa prima della recita dell'Angelus, rievocando l'episodio evangelico del giovane ricco, al quale Gesù chiese di seguirlo dando "un taglio netto" al passato compresi i legami familiari e le sue ricchezze. Rispondere alla chiamata di Cristo significa mettersi alla sequela di Gesù e percorrere il proprio cammino di vita sulle orme del Vangelo: “Chi ha la fortuna di conoscere un giovane o una ragazza che lascia la famiglia di origine, gli studi o il lavoro per consacrarsi a Dio – ha affermato il Papa - sa bene di che cosa si tratta, perché ha davanti un esempio vivente di risposta radicale alla vocazione divina”. “E’ questa una delle esperienze più belle che si fanno nella Chiesa: vedere, toccare con mano l’azione del Signore nella vita delle persone; sperimentare che Dio non è un’entità astratta, ma una Realtà così grande e forte da riempire in modo sovrabbondante il cuore dell’uomo, una Persona vivente e vicina, che ci ama e chiede di essere amata”. "Queste esigenze - ha detto Benedetto XVI - possono apparire troppo dure, ma in realtà esprimono la novità e la priorità assoluta del Regno di Dio che si fa presente nella Persona stessa di Gesù Cristo". "In ultima analisi - ha osservato - si tratta di quella radicalità che è dovuta all'Amore di Dio, al quale Gesù stesso per primo obbedisce. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra in una nuova dimensione della libertà, che San Paolo definisce camminare secondo lo Spirito". "Cristo - ha concluso il Pontefice - ci ha liberati per la libertà e spiega che questa nuova forma di libertà acquistataci da Cristo consiste nell'essere a servizio gli uni degli altri". Il Pontefice ha esortato quindi a contemplare il “mistero del Cuore divino – umano del Signore Gesù, per attingere alla fonte stessa dell’Amore di Dio”. “Chi fissa lo sguardo su quel Cuore trafitto e sempre aperto per amore nostro, sente la verità di questa invocazione: 'Sei tu, Signore, l’unico mio bene', ed è pronto a lasciare tutto per seguire il Signore. O Maria, che hai corrisposto senza riserve alla divina chiamata, prega per noi!”. Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato che stamani in Libano è stato proclamato Beato Estephan Nehmé, religioso dell’Ordine Libanese Maronita. Il Santo Padre si è rallegrato di cuore con i fratelli e le sorelle libanesi affidandoli con grande affetto alla protezione del nuovo Beato. Benedetto XVI ha anche ricordato che in questa domenica, che precede la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, ricorre in Italia e in altri Paesi la Giornata della Carità del Papa. Il Santo Padre ha espresso “viva gratitudine a quanti, con la preghiera e le offerte, sostengono l’azione apostolica del Successore di Pietro a favore della Chiesa universale”. Salutando infine i pellegrini polacchi, il Papa ha espresso il proprio augurio per il periodo delle vacanze: “Per tanti esso sarà tempo di riposo. Auguro che gli incontri con la natura, con nuove persone, con i frutti della creatività umana siano un’occasione non solo di recupero delle forze fisiche e dello sviluppo intellettuale, ma anche di un più intensivo contatto con Dio e di rafforzamento nella fede”.