venerdì 19 ottobre 2012

Ministero della Giustizia: la Santa Sede ha risposto a tutte le rogatorie sul crack del banco Ambrosiano e la morte di Roberto Calvi. Una di essa si era 'persa' non in Vaticano ma in Italia

Il Vaticano ha risposto a tutte le rogatorie sul caso Calvi-Ambrosiano. L’ultima risposta è stata inoltrata al Ministero degli Esteri il 2 agosto scorso e consegnata alla Procura di Roma il 10 agosto 2012 che aveva richiesto la rogatoria il 4 aprile 2012, cioè appena quattro mesi prima. E’ quanto ha scritto il Ministero della Giustizia italiano rispondendo in Commissione a tre interrogazioni parlamentari del deputato radicale Maurizio Turco. La scorsa primavera, il pm titolare dell'inchiesta romana sul caso banco Ambrosiano-Calvi, Luca Tescaroli, aveva denunciato in televisione che tre rogatorie al Vaticano, che miravano anche a ricostruire i flussi di denaro transitati in passato dallo Ior, non avevano avuto risposta. La Santa Sede aveva confutato queste affermazioni dichiarando inoltre, in una nota, che una delle istanze, formulata nel 2002, non era mai pervenuta Oltretevere. Ora il documento del ministero della Giustizia, certifica che la rogatoria risalente a dieci anni fa, si era "persa" non in Vaticano ma in Italia, forse nella stessa Procura di Roma perché essa non risulta mai essere arrivata al ministero della Giustizia e quindi mai neppure pervenuta all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede e quindi mai neppure inoltrata Oltretevere. Tanto che il 4 aprile scorso la Procura romana ha dovuto inviare una nuova istanza, che ricalca la precedente, "integrata dagli elementi acquisiti successivamente alla stesura iniziale". Il 14 giugno di quest'anno la Segreteria di Stato vaticana ha comunicato l'inoltro della rogatoria all'Autorità giudiziaria vaticana per gli opportuni adempimenti. E quindi tutto l’iter è stato completato con la consegna della risposta vaticana e l’inoltro alla Procura di Roma il 10 agosto. Quindi, se "giallo" c’è stato, questo si è consumato in Italia. E le altre due rogatorie sul caso Calvi? Esito "negativo" per la prima e "positivo" per la seconda, riassume il ministero. Alla prima, richiesta nel 2004, il Vaticano, documenta il ministero, rispose "di non potere aderire alla richiesta di informativa" perchè‚ erano passati più di 20 anni dei fatti (il crack del banco Ambrosiano e la morte di Roberto Calvi datano 1982) mentre i documenti bancari sono conservati per un periodo non superiore ai dieci anni. La rogatoria 2008 puntava a verificare se le due lettere inviate da Calvi al Papa e al card. Palazzini fossero state ricevute: il riscontro da Oltretevere è arrivato pochi mesi fa, il 3 aprile 2012. Più di recente, nel 2010, i magistrati romani hanno aperto una nuova inchiesta sull'Istituto, con l'ipotesi che siano state violate le normative antiriciclaggio. Per questo Turco ha chiesto una serie di chiarimenti nelle sue interrogazioni per accertare se il Vaticano stesse collaborando con l'autorità giudiziaria italiana. Nei confronti dello Ior c’è‚ stato "pienamente l'impegno delle Autorità italiane per verificare che vi sia un effettivo rispetto agli i obblighi assunti in materia di antiriciclaggio" dopo la valutazione del Comitato Moneyval, ha documentato il ministero, citando anche le iniziative prese dalla Banca d'Italia.

Maria Antonietta Calabrò, Corriere della Sera.it

Domani Benedetto XVI consegnerà i riconoscimenti della seconda edizione del 'Premio Ratzinger'. Due articoli scritti dai vincitori Brian Daley e Rémi Brague

Domani, nella Sala Clementina in Vaticano, alla presenza dei Padri sinodali, che per l’occasione sospenderanno i loro lavori, Benedetto XVI consegnerà i riconoscimenti della seconda edizione del Premio Ratzinger. Per conoscere meglio i due vincitori, Brian Daley e Rémi Brague, L'Osservatore Romano pubblica oggi due articoli scritti dai vincitori del premio. Nel primo, Daley indaga la figura di Massimo il Confessore, e la sua comprensione della figura del Figlio di Dio incarnato come "sintesi" vivente delle realtà infinitamente diverse, e tuttavia irriducibilmente collegate tra loro, di Dio e della sua creazione. Rémi Brague, invece, riflette sull'ateismo, e sullo scacco che esso dà a se stesso: volendo realizzare l'emancipazione dell'uomo facendogli prendere in mano il proprio destino, l'umanesimo, proprio perché non riconosce nessuna istanza superiore al singolo, si rende incapace di pronunciare un qualsiasi voglia giudizio sul valore o sull'assenza di valore dell'uomo. Il quotidiano della Santa Sede pubblica inoltre un'intervista a Brague.

L'Osservatore Romano

Brian Daley: Massimo il Confessore e la metafisica della persona
 
 

Mons. Gmür: la Chiesa deve ascoltare la voce dei fedeli laici e farsi carico delle situazioni problematiche, come nel caso dei divorziati risposati

“La Chiesa deve ascoltare la voce dei fedeli laici e farsi carico delle situazioni problematiche, come nel caso dei divorziati risposati”: lo ha detto durante un incontro coi giornalisti, al termine dei lavori mattutini del Sinodo in Vaticano, il vescovo di Basilea (Svizzera) mons. Felix Gmür, che ha 46 anni ed è uno dei più giovani tra i vescovi partecipanti al Sinodo. Il vescovo ha citato il caso di una coppia di divorziati che hanno contratto il loro secondo matrimonio, con rito civile, avendo alle spalle, rispettivamente, due brevissime esperienze matrimoniali di uno o due anni. “Dobbiamo interrogarci, in un caso come questo, se questi 50 anni di vita insieme, sia pure in una situazione irregolare rispetto alle norme della Chiesa, siano da considerare un ‘niente’ oppure no. Ogni caso è unico e la Chiesa non può trascurare di considerare anche le persone che si trovano in queste particolari situazioni”. “Non ho ricette per come la Chiesa possa rispondere all’alto numero di situazioni irregolari che si riscontrano a livello matrimoniale, ma certo - ha aggiunto - non si può ignorare il problema”. Alla domanda se occorra anche riconsiderare la visione della Chiesa sulle unioni tra omosessuali, ha risposto: “No, questa è un’altra cosa, sono diverse realtà e non si devono confondere”. Mons. Gmür ha poi spiegato che cinque parroci svizzeri non hanno voluto raccogliere l'Obolo di San Pietro perché "non sapevano dove precisamente finiscono i soldi inviati alla Santa Sede. Questi sacerdoti - ha precisato il vescovo - non saranno puniti, ma come vescovi svizzeri abbiamo detto loro che hanno commesso essi per primi un abuso di potere, in quanto i fedeli hanno diritto a dare qualcosa al Papa, se c'è una colletta obbligatoria. La loro richiesta di trasparenza l'abbiamo però trasmessa a Roma spiegando che in Svizzera sui bilanci siamo tutti molto attenti".

SIR, TMNews

Tommaso Spinelli: la nuova evangelizzazione ha bisogno di sostanza, di catechesi di spessore che sappiano dire qualcosa di serio alla nostra vita, ma anche e soprattutto di vite di spessore che mostrino nei fatti la solidità di chi è cristiano

“La nuova evangelizzazione ha bisogno di sostanza: di catechesi di spessore che sappiano dire qualcosa di serio alla nostra vita, ma anche e soprattutto di vite di spessore che mostrino nei fatti la solidità di chi è cristiano. A maggior ragione oggi che le famiglie sono disunite e spesso abdicano al loro ruolo educativo, i sacerdoti testimoniano ai giovani la fedeltà ad una vocazione e la possibilità di scegliere un modo di vivere alternativo e più bello rispetto a quello proposto dalla società”. Lo ha detto questa mattina al Sinodo  Tommaso Spinelli, 23 anni, uno degli “uditori laici” invitati partecipare ai lavori, nel suo ruolo di catechista in diocesi di Roma. Spinelli ha sostenuto che “tali figure di spessore stanno diventando la minoranza. Il sacerdote ha perso fiducia nell‘importanza del proprio ministero, ha perso carisma e cultura. Vedo sacerdoti che si adattano al pensiero dominante. E lo stesso è nelle liturgie che nel tentativo di farsi originali diventano insignificanti”. Secondo il giovane catechista romano, i preti dovrebbero ritrovare “il coraggio di essere se stessi”. “Non temete perché lì dove sarete autenticamente sacerdoti - ha affermato -, lì dove proporrete senza paura la verità della fede noi giovani vi seguiremo”.

SIR

Intervento di Tommaso SPINELLI, Catechista di giovani catecumeni presso l'Ufficio Catechistico della diocesi di Roma (ITALIA)

Diciasettesima Congregazione generale. Un contributo economico dei Padri sinodali per la Siria. Le relazioni dei Circoli minori: presentare nuovamente il messaggio cristiano all’uomo contemporaneo, data la frammentarietà della cultura attuale

Oggi, alle 9.05, alla presenza del Santo Padre, con il canto dell’Ora Terza, ha avuto inizio la Congregazione generale per la lettura in Aula delle relazioni dei Circoli minori. Presidente delegato di turno il card. John Tong Hon, vescovo di Hong Kong. Sono intervenuti anche un delegato fraterno ed alcuni uditori e uditrici. A questa Congregazione generale, che si è conclusa alle 12.40 con la preghiera dell'Angelus Domini, erano presenti 257 Padri. Sono stati attivati i canali per la raccolta delle offerte dei Padri sinodali da destinare all’assistenza della popolazione siriana. Durante i lavori l’arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale, ha dato le necessarie indicazioni ai Padri per dare seguito all’iniziativa di Benedetto XVI, il quale, come è noto, ha disposto l’invio di una delegazione nel Paese mediorientale per testimoniare solidarietà e vicinanza alla popolazione, anche attraverso un sostegno economico con i contributi della Santa Sede e del Sinodo stesso. Tra le informazioni date da mons. Eterović, la notizia della chiusura anticipata alle 11.00 della Congregazione di domani mattina,  per consentire ai Padri sinodali di partecipare alla cerimonia per la consegna del "Premio Ratzinger", che avrà luogo alle 11.30 nella sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano.
Per le relazioni dei vari circoli minori, il primo a prendere la parola è stato il vescovo Ladislav Nemet, il quale a nome del circolo minore di lingua tedesca, ha suggerito quattro punti di riflessione: il Vangelo, il mondo, il luogo e gli agenti dell’evangelizzazione. Il presule ha sottolineato l’importanza dell’esperienza di Dio che devono compiere i cristiani. Senza questa premessa non è possibile un’efficace evangelizzazione. A ciò si deve aggiungere l’esperienza i dialogo tra le persone e la ricerca dei segni positivi nella cultura contemporanea. Anche secondo il vescovo tedesco la parrocchia deve essere considerata primo e fondamentale luogo di annuncio, senza tuttavia dimenticare altre situazioni favorevoli per far conoscere il Vangelo, come per esempio attraverso il servizio ai malati, nelle scuole, nella catechesi per gli adulti. Altro baluardo dell’evangelizzazione è, per padri lingua tedesca, la famiglia. Il camilliano Renato Salvatore ha riferito delle discussioni all’interno del circolo italiano C. Premessa la primaria importanza della Bibbia il religioso ha invitato a mettere in evidenza nel testo sinodale il Catechismo della Chiesa Cattolica, come progetto teologico-spirituale da realizzare nelle differenti situazioni storiche, culturali e geografiche. Il religioso ha anche proposto un’apertura del ministero del lettorato alle donne. Ha infine sottolineato l’importanza della vita consacrata e della liturgia nell’evangelizzazione, e ha riproposto la necessità per i politici cristiani di essere coerenti con la fede, specialmente quando si tratta di decidere su determinati valori. L’arcivescovo Bruno Forte, relatore del circolo italiano B, ha evidenziato alcuni elementi costitutivi della nuova evangelizzazione come il riferimento alla Parola di Dio, la dimensione contemplativa e la comunione ecclesiale. Il presule si è poi soffermato sulla santità come modello e meta di ogni sforzo evangelizzatore, da proporre in particolare ai giovani. A questo proposito ha ribadito l’importanza della valorizzazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e la necessità di utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione per allargare gli orizzonti dell’evangelizzazione. Anche per mons. Forte parrocchie e movimenti sono realtà pastorali ed ecclesiali da rinvigorire. Ai giovani e alle famiglie ha dedicato parte del suo intervento anche l’arcivescovo Rino Fisichella, relatore del circolo italiano A. Si è soffermato in particolare sull’esigenza di presentare nuovamente il messaggio cristiano all’uomo contemporaneo, data la frammentarietà della cultura attuale. Il presule ha poi invitato a scoprire la bellezza del mistero evocato attraverso la liturgia. La "via pulchritudinis" è stata evocata quindi dal vescovo francese Dominique Rey, relatore del circolo francese A; in un’epoca come la nostra, segnata dal sospetto per ogni dogmatismo, la via della bellezza espressa attraverso l’architettura, la musica e le altre arti può essere un cammino privilegiato per i catecumeni e per gli stessi cristiani che hanno dimenticato la gioia della fede. La seconda parte della Congregazione è stata caratterizzata dal richiamo al sacramento della riconciliazione, occasione privilegiata per un incontro personale con l’amore di Dio, e alla grande efficacia pastorale dell’adorazione eucaristica. L’evangelizzazione, ha sottolineato l’arcivescovo Bernard Longley, relatore del circolo inglese B, non può essere una strategia, perché la conversione è qualcosa che coinvolge "testa, cuore e anima", non dissimile dall’inizio di un amore umano; solo da questo nasce poi il desiderio di appartenere alla Chiesa.


L'Osservatore Romano

DICIASSETTESIMA CONGREGAZIONE GENERALE
CONTINUAZIONE

Nella giornata di ieri i lavori dei Circoli minori del Sinodo per la discussione della Relazione del card. Wuerl e la preparazione della Relazioni dei Circoli stessi

Ieri, giovedì 18 ottobre, sono proseguiti i lavori dei Circoli minori. Erano presenti 250 Padri sinodali nella seconda Sessione, svoltasi in mattinata, e 243 nella terza, svoltasi nel pomeriggio. La prima fase dei lavori dei Circoli minori (con la discussione sui punti principali che necessitano di approfondimento, offerti dalla "Relatio post disceptationem" del cardinale arcivescovo di Washington Donald Wuerl), si è conclusa con l’approvazione delle Relazioni dei Circoli minori, che i relatori hanno presentato nella diciassettesima Congregazione Generale di questa mattina. Nel Bollettino del Sinodo sono poi stati pubblichiamo gli interventi scritti di alcuni Padri sinodali, non pronunciati in Aula.

Bollettino del Sinodo dei vescovi

INTERVENTI “IN SCRIPTIS” DEI PADRI SINODALI

Pasqua ecumenica nel 2013 in Terra Santa: i cattolici adotteranno in via sperimentale il calendario giuliano. Il Patriarcato redigerà un decreto per gli anni successivi da sottoporre alla Santa Sede

Il segno di un passo concreto nell’ecumenismo: sul suo sito in rete, il Patriarcato di Gerusalemme dei Latini definisce così la decisione di celebrare, in via sperimentale, la Pasqua del 2013 assieme alle comunità ortodosse in base al calendario giuliano e non a quello gregoriano. Com’è noto, la divergenza nelle date della celebrazione della Pasqua è infatti dovuta al modo in cui questa viene calcolata: molti gruppi di cristiani ortodossi di antica tradizione orientale usano il calendario giuliano, mentre la quasi totalità dei fedeli in Occidente, e anche alcune comunità orientali, hanno adottato il calendario gregoriano. In alcuni anni però le date coincidono, come avverrà per esempio nel 2014. Con l’eccezione di Gerusalemme e della regione di Betlemme, nel 2013 i cattolici delle parrocchie della Terra Santa (principalmente quelle del Patriarcato che si trovano in Israele), celebreranno la Domenica della Pasqua di Risurrezione il 5 maggio anziché il 31 marzo, come invece prevede il calendario gregoriano. La decisione fa riferimento a una direttiva dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa e deriva anche, è aggiunto, "dalla pressione esercitata dai fedeli". Il provvedimento, come detto, verrà sperimentalmente messo in atto nel 2013 poiché l’assemblea dovrà redigere per gli anni successivi un decreto che verrà poi presentato alla Santa Sede per l’esame e l’approvazione finale. L’auspicio del Patriarcato è che, a partire dalla Pasqua del 2015 in poi, il decreto autorizzi la Chiesa cattolica in Terra Santa ad adottare in via definitiva il calendario giuliano. Nella direttiva si osserva che questo comporterà "la conseguenza dell’aggiustamento del calendario liturgico per quanto riguarda l’inizio della Quaresima e la solennità della Pentecoste". Il documento specifica che "questa decisione sarà accolta, rispettata e messa in atto da tutti i cattolici di rito orientale e latino, dai cattolici autoctoni e da quelli stranieri residenti nelle nostre diocesi". Per quanto concerne invece il 2014 la questione dell’unificazione non si pone in quanto, come premesso, la Pasqua coinciderà nello stesso giorno, il 20 aprile, sia per il calendario gregoriano che per quello giuliano. In tal modo la direttiva vuole venire incontro anche alle sollecitazioni pratiche delle comunità dei fedeli: "Infatti numerose sono le famiglie cristiane in Terra Santa - è spiegato - costituite da matrimoni misti tra cattolici, ortodossi, protestanti e molti dei loro membri non possono celebrare la Pasqua lo stesso giorno perché i cattolici seguono il calendario gregoriano e gli ortodossi quello giuliano". Alcune Chiese ortodosse, si ricorda, "non adottarono la riforma del calendario iniziata da Papa Gregorio XIII nel 1582 ed esse quindi continuarono a utilizzare il calendario giuliano". Convenienze di ordine pratico hanno poi portato anche a scelte diverse: per esempio, la Chiesa ortodossa in Estonia nel 2011 ha deciso di celebrare le feste fisse secondo il calendario gregoriano e le feste mobili (tra cui i periodi del triodio quaresimale e del pentecostario) secondo il calendario giuliano. Il metropolita di Tallinn e di tutta l’Estonia, Stephanos, ha spiegato che una serie di disfunzioni sul piano pastorale e amministrativo avevano fatto maturare la decisione: "Una sorta di intreccio permanente fra i due calendari - ha sottolineato - rendeva sempre più difficile la possibilità di coordinare azioni comuni (educative, pastorali o caritative) tanto a livello di singoli vescovadi che della Chiesa intera". Intensi sono gli sforzi per individuare una data comune per la Pasqua cristiana. Nell’aprile del 2011 il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Olav Fykse Tveit, in un messaggio aveva esortato le comunità religiose a far sì che "la celebrazione della Pasqua possa assumere un significato sempre più ecumenico". Tveit aveva aggiunto l’auspicio che "nel prossimo decennio i cristiani di diverse tradizioni possano lavorare insieme in un clima di fiducia reciproca e di responsabilità. Solo in questo modo si potrà finalmente raggiungere un accordo sulla data comune per la celebrazione".

L'Osservatore Romano

Il 9 novembre Benedetto XVI riceverà in udienza 800 delegati dell’Interpool presenti a Roma per la loro 81° Assemblea Generale

Il prossimo 9 novembre, la Santa Sede accoglierà poliziotti provenienti da tutto il mondo. Papa Benedetto riceverà in udienza infatti circa 800 delegati dell'Interpool, l'organizzazione internazionale di polizia criminale, accompagnati da alcuni ministri dell'interno e della giustizia dei vari paesi coinvolti. Dopo il Vietnam nel 2011 e prima della Colombia nel 2013, l’Italia ospiterà dal 5 all'8 novembre la 81° Assemblea generale dell'Interpool. Questo incontro mondiale all'Hotel Hilton sarà aperto da una conferenza ministeriale alla quale parteciperanno oltre cento ministri dell'Interno dei 190 Paesi che aderiscono all'Interpol. All’ordine del giorno le sfide della polizia nell'affrontare la violenza criminale contemporanea. Interpool, dunque, conta oggi 190 paesi aderenti. Il 187esimo aderente fu, nell'ottobre 2008, all'assemblea di San Pietroburgo, lo Stato della Cita del Vaticano. Il coordinamento fra l'organizzazione internazionale e lo Stato del Papa é un compito affidato al Corpo della Gendarmeria vaticana.

Antoine-Marie Izoard, Vatican Insider

Anno della fede. Le celebrazioni di apertura in Nepal, Tahiti, Taiwan, Myanmar: rinnovare e rinvigorire la propria fede in Dio, attraverso la preghiera e agli insegnamenti della Chiesa Cattolica

Nepal. La Chiesa nepalese dà il via all'Anno della fede indetto da Papa Benedetto XVI. Alla Messa celebrata lo scorso 14 ottobre da padre Robin Rai, parroco della chiesa dell'Assunzione a Kathmandu, hanno partecipato centinaia di persone, fra cui molti non cristiani. Nell'omelia, padre Rai ha invitato la piccola comunità cattolica nepalese a "rinnovare e rinvigorire la propria fede in Dio, attraverso la preghiera e agli insegnamenti della Chiesa Cattolica". Durante la celebrazione, cattolici e non cattolici hanno recitato insieme l'invocazione proposta per la celebrazione dell'Anno della fede, tradotta in lingua nepali. Per l'occasione, la Chiesa nepalese ha stampato centinaia di volantini, in cui spiega l'importanza dell'Anno della fede anche per i non cristiani. Molti fedeli hanno sottolineato l'importanza di questa iniziativa per la popolazione. "Il Nepal - afferma uno di loro - si trova in una drammatica fase di transizione, e da Paese confessionale sta trasformandosi in una nazione laica". Tuttavia, la gente mantiene un forte senso religioso e rispetto del sacro, e si definisce "incuriosita" dalla proposta del Papa. In questi anni molti indù, soprattutto delle caste più basse, si sono avvicinati al cattolicesimo e al cristianesimo. Proprio per questo, secondo Rai i cattolici devono vivere quest'anno come un'opportunità per approfondire la loro fede in Dio e nella Chiesa, ed essere testimoni di fronte ai non cristiani che in modo spontaneo si avvicinano a Cristo. Dal 2006, con la caduta della monarchia di stampo indù e la proclamazione dello Stato laico, i cristiani nepalesi godono di una maggiore libertà di culto e di espressione nella società. Negli anni, il numero dei cristiani è cresciuto in modo costante, e oggi si attesta intorno ai due milioni. Anche la piccola comunità cattolica ha registrato un regolare aumento dei fedeli, che a tutt'oggi sono circa 9 mila. La Chiesa cattolica è attiva nel campo dell'educazione e gestisce 31 istituti scolastici, otto nella sola Kathmandu. Nel settore educativo sono coinvolti 65 sacerdoti, 17 religiosi e oltre 160 suore.
Tahiti. I cattolici di Tahiti si sono mobilitati per l’Anno della fede, esprimendo la “piena comunione” con l’iniziativa lanciata da Papa Benedetto XVI e desiderando offrire una “testimonianza pubblica di fede”. Come comunicato all'agenzia Fides dall’arcidiocesi di Papeete, oltre 500 persone si sono riunite nella Cattedrale l’11 ottobre, per la celebrazione di apertura dell’Anno della fede. Il 13 ottobre la Chiesa locale ha organizzato un grande raduno di oltre mille fra bambini e giovani che hanno gremito la chiesa di St. Paul a Mahina. Domenica 14 ottobre, una folla di oltre 3.000 fedeli ha dato vita ad una marcia di preghiere e canti per le strade di Papeete, portando striscioni con slogan inneggianti alla fede. Come riferisce all'agenzia Fides il Cancelliere dell’arcidiocesi, Dominique Soupé, “è chiaro che le persone sono più che mai pronte a mostrare pubblicamente di credere in Dio”. Per i giovani, in particolare, nota il Cancelliere “una tradizionale processione si trasforma in un corteo festoso, che offre una testimonianza della loro vitalità spirituale”. E la Celebrazione Eucaristica, nel rispetto della liturgia della Chiesa, diventa “un momento in cui la musica è pienamente coinvolta e aiuta la relazione intima fra il fedele e Cristo”. “La Chiesa di Tahiti – prosegue – tiene bene a mente gli obiettivi fissati dal Santo Padre per l’Anno della fede: approfondire la fede cristiana e promuovere la nuova evangelizzazione”. Con i giovani saranno aperti nuovi percorsi specifici di fede, mentre una delle difficoltà è “ottenere una coerenza tra la vita quotidiana e gli ideali spirituali che si proclamano, cantando nei cortei”. La comunità cattolica locale, conclude il Cancelliere, “confida nell’azione dello Spirito Santo e in una nuova Pentecoste per la Chiesa”.
Taiwan. Una manifestazione nel parco pubblico della cittadina di Tai Nan per presentare le attività e l’organizzazione della Chiesa Cattolica, ha aperto ufficialmente, il 13 ottobre, l’Anno della fede nella diocesi di Tai Nan dell’isola di Taiwan. Secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides, parrocchie, istituti missionari, associazioni, scuole, la casa editrice diocesana, hanno allestito una trentina di stand per presentare la fede cattolica e il servizio della Chiesa. Oltre 3 mila fedeli hanno partecipato all’iniziativa, durata per l’intero weekend. Nella mattina di sabato 13 ottobre mons. Bosco Lin Ji Nan, vescovo diocesano, ha presieduto nel parco la solenne Eucaristia per l’apertura dell’Anno della fede. Le autorità civili hanno preso parte alla manifestazione riconoscendo pubblicamente il contributo offerto dalla Chiesa alla società, soprattutto nell’ambito del servizio agli anziani, ai poveri, ai bambini disabili, confermando che la Chiesa “ama non solo Tai Nan, ma tutta Taiwan”. Nell’occasione mons. Lin ha assegnato un premio ai volontari e ai religiosi che hanno servito la Chiesa con particolare dedizione. Nel pomeriggio l’imprevista visita di mons. Peter Liu, arcivescovo di Kaohsiung, è stata una felice sorpresa per tutti i presenti. Mons. Liu ha detto di essere venuto a portare “l’amicizia della diocesi sorella”, ma anche “per fare esperienza di questa bella iniziativa”.
Myanmar. Mons. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, ha presieduto giovedì scorso, presso la Cattedrale di Santa Maria, la solenne Eucaristia che ha aperto l’Anno della fede nell’arcidiocesi di Yangon. In riferimento al 50° anniversario del Concilio Vaticano II, il presule ha ricordato la forza delle sfide che quell’evento ha posto alle strutture ed ai fedeli. Alla solenne celebrazione hanno preso parte sacerdoti diocesani e religiosi, consacrati e fedeli laici di tutte e 39 le parrocchie dell’arcidiocesi, per un totale di circa 1000 persone. L’evento è stato segnato anche da alcuni gesti come l’innalzamento di una bandiera fuori la cattedrale e l’accensione di un cero. All’omelia mons. Bo ha ricordato il 50° anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II. “Il Vaticano II è stato il Concilio più significativo e importante dei secoli XX e XXI della vita della Chiesa”. Ricordando le parole del Beato Papa Giovanni XXIII ha detto: “La Madre Chiesa si rallegra perché Dio Padre ha gettato il suo sguardo su di noi, siamo stati unti da Dio Spirito e inviati da Dio Figlio” e ha incoraggiato i sacerdoti, i religiosi e i fedeli a lavorare sempre più per il dialogo, l’apertura, la riconciliazione e l'unità. “Il messaggio centrale del Vaticano II – ha proseguito l’arcivescovo – riguarda un ‘Cambio di atteggiamento’. Molti di coloro che lo conoscono, non l’hanno ancora attuato pienamente; molti ancora non l’hanno studiato e molti fanno finta di non conoscerlo, perché le sfide che il Concilio ha posto di fronte a noi sono piuttosto scomode per le strutture e le persone”. Mons. Maung Bo ha anche spiegato l’itinerario disposto da Benedetto XVI per l’Anno della fede: studiare in dettaglio il Credo degli Apostoli e il Catechismo della Chiesa Cattolica; intensificare la testimonianza della carità; studiare la storia della propria fede e, in particolare, vedere come la santità e il peccato co-esistano. E ha detto ai presenti “studiate la vostra fede, condividete la vostra fede, testimoniate la vostra fede!”. In conclusione, ha esortato i sacerdoti e i religiosi “a dare attenzione alle persone, al perché dicono alcune cose, piuttosto che a quello che dicono”. Nell’Anno della fede, i parroci sono invitati a dare la priorità al catechismo, ai fedeli nelle loro parrocchie.

AsiaNews, Fides

Dal 1° novembre istituita presso la Segreteria di Stato una Commissione composta da almeno 5 membri indicati dai principali dicasteri che valuterà tutti i nomi, di laici e prelati, proposti per assunzioni o incarichi negli organismi vaticani

La Santa Sede impone un maggiore controllo, rendendole più rigide e in qualche modo più "centralizzate", sulle procedure per la designazione di nuove assunzioni nei dicasteri e nei vari enti vaticani. Dal primo novembre prossimo, infatti, viene istituita presso la Segreteria di Stato una nuova Commissione, presieduta dall’assessore per gli Affari generali mons. Peter Bryan Wells e composta da almeno 5 membri indicati dai principali dicasteri, che valuterà tutti i nominativi, sia di laici che di prelati, proposti per assunzioni o incarichi negli organismi vaticani, siano essi Congregazioni, Pontifici Consigli o altri enti tecnici. Una sorta di "commissariamento", che intende combattere sia forme di favoritismi o "nepotismi", sia l’inserimento di personale che poi si dimostri inadeguato ai compiti. E non è un caso che la nuova "stretta" avvenga proprio all’indomani di un processo in cui un maggiordomo "infedele" è stato condannato a un anno e mezzo di carcere per il furto di documenti del Papa. Il nuovo organismo che viene creato, stando a quanto riferiscono fonti vaticane ben informate, appare come qualcosa di più di una semplice Commissione di controllo e valutazione. In altre parole, nessun dicastero o ente vaticano potrà più assumere personale direttamente. La struttura interessata all’assunzione o all’affidamento dell’incarico dovrà farne richiesta alla Commissione, che raccoglierà tutte le domande di color che vorranno lavorare in Vaticano. La Commissione proporrà una "terna" di nomi. In caso di bocciatura della "terna", se ne presentà una seconda. Nel caso poi di una ulteriore bocciatura dei nomi proposti, sarà la Commissione stessa a procedere autonomamente all’assunzione, con una scelta fatta a propria discrezione. Ai singoli dicasteri resta quindi una facoltà di "scelta" dei nominativi, ma il vero potere sul reclutamento di personale viene centralizzato presso la Segreteria di Stato. Addio quindi alle assunzioni facili di "amici degli amici", oppure di congiunti e raccomandati. O meglio, tutto passerà comunque sotto il controllo del più alto organo della Curia romana. E la supervisione non riguarderà solo i nuovi dipendenti "laici", ma anche tutti gli incarichi che in Vaticano saranno affidati a prelati. Tutto, insomma, passerà attraverso le strette maglie della nuova Commissione presieduta dall’americano Wells, quindi direttamente sotto l’egida del card. Tarcisio Bertone e dei suoi diretti collaboratori. La notizia è stata confermata all'agenzia Asca dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Tuttavia, sottolinea il direttore della Sala Stampa vaticana, già oggi è necessario un ''passaggio'' dalla Segreteria di Stato per le assunzioni in Vaticano, con la ''richiesta di un nulla osta''. Quindi, precisa Lombardi, ''non c'è una novità nella procedura se non che forse saranno richieste piu' informazioni sui candidati''.
Vatican Insider, Asca

Anno della fede. Le celebrazioni di apertura in Sri Lanka, Thailandia, Giappone e Cina: le porte della fede per noi sono sempre aperte, pronte a guidarci a una vita unita a Dio

Sri Lanka. "L'Anno della fede è un'opportunità per cercare a fondo quale sia, come cattolici, la nostra responsabilità verso questa società, e capire cosa fare per renderla un luogo migliore". Così il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha dichiarato aperto l'Anno della fede, nel corso di una Messa speciale celebrata nella cattedrale Kotahena. Nel corso della celebrazione, il porporato ha esortato sacerdoti, suore, religiosi e laici cattolici a "rafforzare la propria fede", presentando una serie di iniziative che andranno avanti per l'intero anno. "La fede - ha spiegato il card. Ranjith - è un prezioso dono di Dio a noi. Essa ci conduce alla scoperta della pienezza del mistero di Dio, a noi rivelato grazie al Suo amato Figlio, Gesù Cristo. Questo stesso mistero ci invita a una nuova esistenza, in profonda comunione con il Signore attraverso Cristo, per mezzo dello Spirito Santo". L'arcivescovo di Colombo ha poi indicato quali sfide attendono i cristiani: "Rafforzare il sacerdozio; sviluppare una coscienza cattolica nei bambini, rafforzando la loro vita spirituale; essere attenti ai bisogni delle altre comunità che vivono con noi, rispettandole e mostrando loro la nostra solidarietà; porre maggiore attenzione alla crisi della nostra società e impegnarci per estirparle, come per l'aborto; migliorare alcuni programmi già in corso, per frenare il consumo di droga e altri fenomeni, che oggi conducono i giovani a vivere in miseria". Sulla base di queste indicazioni, scuole, istituti, parrocchie, centri e associazioni di vari livelli dovranno promuovere programmi e attività, per rendere "vivo" l'Anno della fede. Per parte sua, ogni sabato e domenica il card. Ranjith visiterà tutte le parrocchie dell'arcidiocesi, per spiegare, discutere e chiarire gli aspetti teologici più complessi del Catechismo.
Thailandia. "Le porte della fede per noi sono sempre aperte, pronte a guidarci a una vita unita a Dio". Con queste parole il card. Michael Mechai Kitbunchu, arcivescovo emerito di Bangkok, ha aperto le celebrazioni per l'Anno della fede in Thailandia. Assente l'attuale arcivescovo della capitale mons. Francis Xavier Kriengsak Kovidhavanit, a Roma per partecipare al Sinodo dei vescovi in Vaticano, è quindi toccato al cardinale presiedere l'evento inaugurale lo scorso 11 ottobre. Sacerdoti, leader cattolici e semplici fedeli provenienti da sei diversi distretti amministrativi si sono riuniti al santuario del beato padre Nicholas Boonkerd Kitbamrung a Samphran, provincia di Nakhon Pathom, a una trentina di km da Bangkok. Un invito alla recita del Rosario e del Credo secondo le intenzioni della Chiesa thai. E per quanti non hanno potuto assistere in prima persona, è venuta in soccorso la rete internet che ha trasmesso in diretta sul web del portale della Chiesa thai, le varie fasi della cerimonia. Il card. Kitbunchu ha schiuso l'accesso principale al santuario, in un gesto simbolico che intendeva richiamare l'apertura della "porta della fede" e consentire l'ingresso della comunità cristiana. A seguire, l'adorazione eucaristica. Al termine della funzione, il porporato ha benedetto la statua dedicata al Beato padre Nicholas Boonkerd Kitbamrung, eretta proprio in occasione dell'Anno della fede per ricordare la vita del sacerdote come "esempio e testimonianza di fede" in Thailandia.
Giappone. Riscoprire insieme la gioia della fede e attraverso essa vivere l’amore e la speranza in un futuro migliore per la società giapponese, attraversata oggi da tante paure e incertezze. Con questo messaggio i vescovi giapponesi hanno aperto l’11 ottobre l’Anno della fede. Un messaggio all’insegna della speranza di fronte alle gravi difficoltà in cui vive il Paese: la crisi economica, il declino demografico, la questione più che mai aperta delle centrali nucleari, l’alto numero di suicidi, le difficoltà nei rapporti umani e nelle famiglie. “È come sentire tante urla nel silenzio che chiedono il senso della vita e della salvezza. In tali circostanze – scrivono i vescovi giapponesi citando Benedetto XVI - noi che abbiamo ricevuto il dono prezioso della fede siamo esortati a testimoniarla con le nostre parole e azioni, mentre scegliamo ‘di stare con il Signore per vivere con Lui’”. In questo senso, evidenzia il messaggio, la drammatica esperienza del terremoto del 2011 in Giappone e del conseguente disastro nucleare di Fukushima ha anche offerto l’occasione per rimettere in discussione il modo di vivere la fede di ciascuno. Quella tragedia ha infatti insegnato l’importanza di essere vicini agli altri, la gioia di vivere insieme e la speranza nel futuro: “Attraverso queste esperienze Dio ha dato una nuova luce alla nostra fede”. Anche l’Anno della fede ci invita a riscoprire questa grazia, sottolineano i presuli che insieme al Papa invitano quindi i fedeli giapponesi ad approfondire questa fede attraverso la preghiera, la Parola di Dio e l’Eucaristia. Un percorso – affermano in conclusione - che non può essere compiuto in solitudine, ma insieme.
Cina. Secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides, diocesi e parrocchie della Cina continentale stanno vivendo con grande fervore l’apertura dell’Anno della fede, proponendo diverse iniziative, religiose e culturali. La comunità cattolica cinese ha partecipato all’apertura dell’Anno della fede, in comunione con la Chiesa Universale e con Papa Benedetto XVI, seguendola anche in diretta su internet. Sono infatti numerosissimi i siti diocesani che hanno disposto di un link che ha permesso agli utenti del sito di seguire in diretta da San Pietro la celebrazione di apertura. La diocesi di Nan Chong, nella provincia del Si Chuan, ha programmato tre giorni di iniziative per l’apertura dell’Anno della Fede che hanno avuto per tema “Vivere concretamente la fede”, al fine di “aiutare i fedeli a conoscere e ad approfondire la fede, per rendere poi una testimonianza viva con la loro vita”. Il 9 ottobre è stato organizzato un concerto e celebrata una ordinazione sacerdotale, il 10 si è svolto un seminario di studio per i cinquanta anni del Concilio e i venti anni del Catechismo della Chiesa Cattolica, mentre questa mattina, 11 ottobre, si è svolta una celebrazione solenne nel Monastero di S. Benedetto, in comunione con il Papa. Migliaia di fedeli hanno preso parte alla Messa nonostante la fitta pioggia. Mons. Francesco An Shu Xin, vescovo della diocesi di Bao Ding nella provincia dell’He Bei ha presieduto l’apertura dell’Anno della fede nella sua diocesi concelebrando in Cattedrale insieme a 12 sacerdoti. Nell’omelia ha invitato i fedeli “a credere fino in fondo, a riconfermare pubblicamente la fede con le loro parole e a viverla con l’azione, per dare testimonianza e perché sempre più persone accolgano l’invito del Signore”. Oltre mille fedeli hanno partecipato all’apertura dell’Anno della fede della diocesi di Xian Xian, nella provincia dell’He Bei, che è stata presieduta dal vescovo locale, mons. Giuseppe Li Lian Gui. Durante la celebrazione il vicario diocesano ha letto la Lettera pastorale di mons. Li ed ha comunicato il programma diocesano per questo Anno. La diocesi di Tai Yuan ha invocato anche i martiri che hanno contraddistinto la storia della diocesi nel secolo scorso, durante la cerimonia di apertura dell’Anno della fede. Oltre 2 mila fedeli hanno preso parte alla Messa presieduta da mons. Meng, Coadiutore della diocesi, con una cinquantina di sacerdoti concelebranti. Come avvenuto in tante altre parrocchie della diocesi, oltre alla lettura della Lettera pastorale del vescovo, è stata anche letta una breve storia dei 5 martiri del secolo scorso, perché la loro intercessione aiuti a consolidare la fede dei fedeli e li faccia diventare testimoni della fede come loro. Nonostante sia la stagione del raccolto per i fedeli contadini del villaggio di Xiao Han della diocesi di Tian Jin, non hanno comunque voluto mancare alla solenne apertura dell’Anno della fede, celebrata il 14 ottobre. Oltre 700 fedeli della diocesi di Xi An hanno partecipato all’apertura dell’Anno della fede presieduta da mons. Giuseppe Dang, vescovo ordinario, la sera dell’11 ottobre in comunione con Papa Benedetto XVI. Mons. Dang ha spiegato il senso dell’Anno della Fede e della Fede stessa, ha presentato il progetto pastorale diocesano per questo anno ed ha consegnato ai fedeli la guida per l’Anno della fede. Anche la diocesi di Ha Er Bin ha celebrato l’apertura dell’Anno della fede in concomitanza con la celebrazione presieduta da Papa Benedetto in Vaticano l’11 ottobre. Il rito è stato presieduto dall’Amministratore apostolico, ed è stato seguito da un Seminario sull’Anno della Fede. La diocesi ha preparato abbondante materiale sul tema, incluso uno “speciale” con tutti i documenti del Papa e della Santa Sede per l’Anno della fede, perché i fedeli possano “approfondire la fede, consolidare la fede e promuovere l’evangelizzazione nell’Anno della fede, attraverso l’Eucaristia e l’incontro con Gesù, spalancando la Porta della Fede” .

AsiaNews, Radio Vaticana, Fides