mercoledì 29 luglio 2009

Il Papa accetta la riduzione allo stato laicale del francescano Tomislav Vlasic, la prima e controversa guida spirituale dei 'veggenti' di Medjugorje

Esce di scena, portandosi dietro la minaccia di scomunica da parte del Papa e le accuse infamanti di eresia, manipolazione delle coscienze, misticismo sospetto e, persino sesso con una suora, il francescano Tomislav Vlasic che nel 1981 diede vita al fenomeno Medjugorje in qualità di 'padre spirituale' dei sei ragazzini che improvvisamente cominciarono a riferire di vedere ogni giorno la Madonna. Vlasic non ha aspettato di essere scomunicato ed ha giocato d'anticipo: ha dato formalmente le dimissioni nel marzo scorso, anche se la notizia è trapelata solo in questi giorni. Un brutto colpo per l'immagine di Medjugorje, paesino dimenticato sulle colline dell' Erzegovina, divenuto dagli inizi degli anni ottanta uno dei santuari mariani più frequentati del mondo, una calamita per milioni di devoti che vi si recano nonostante la Chiesa non l'abbia mai riconosciuto come sede di eventi ''soprannaturali''. Anzi il Vaticano ha guardato sempre con diffidenza a quelle apparizioni mariane così puntuali, ogni giorno alle 17.00, che continuano tuttora, almeno a sentire i racconti dei veggenti, diventati adulti e sparpagliati in tutto il mondo: più di 40 mila visioni e non ''sembrano avere fine'', come osservò, in una visita ad limina in Vaticano nel 2006, l'attuale vescovo della diocesi, quella di Mostar, mons. Ratko Peric. Le accuse mosse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, contro il 'padre spirituale' del grande fenomeno mistico sono gravissime: ''diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il 'sextum' (contro il Sesto comandamento di non commettere adulterio)''. A renderle ancora più fosche vi è una frase dell'ex dicastero di Joseph Ratzinger che ha il sapore di una sentenza: i peccati di cui è imputato il frate sono stati commessi ''nel contesto del fenomeno di Medjugorje''. Oggi il quotidiano di Sarajevo Dnevni Avaz ha affermato che il frate è stato espulso dal suo ordine. Da Roma, i francescani negano però che il decreto sia mai diventato esecutivo, in quanto Vlasic, di fronte alla minaccia di scomunica, ha chiesto la riduzione allo stato laicale. Con l'uscita di Vlasic, il santuario mariano chiude un altro capitolo nella sua storia, scandita dai successi e dal fascino esercitato sui credenti e dai sospetti suscitati nell'apparato della Chiesa. Già agli inizi, l'allora vescovo locale mons. Pavao Zanic accusò Vlasic e gli altri francescani di essere impostori: la Madonna, nelle sue apparizioni ai bambini, non mancava mai di criticare i comportamenti delle autorità ecclesiastiche del posto e di esaltare invece le gesta dei frati che, dal loro convento, gestivano i pellegrinaggi. Nel 1984, mentre a Medjugorje fioriva il turismo religioso, Vlasic prese carta e penna per autocelebrarsi con Giovanni Paolo II come colui che, ''attraverso la Divina Provvidenza guida i veggenti''. La Chiesa inviò in quegli anni tre commissioni in loco, che non riuscirono a trovare nessun supporto alle affermazioni sugli incontri giornalieri con la Madonna; nel 1991 i vescovi dell'allora Jugoslavia sancirono che non si poteva parlare di ''apparizioni soprannaturali o rivelazioni ''. Tutt'oggi, il santuario è ''sotto giudizio''. Nel 1985, Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, proibì ogni pellegrinaggio ufficiale, diocesano o parrocchiale al sito religioso. Lasciò tuttavia la libertà ai singoli cattolici di recarsi a Medjugorje anche in compagnia di sacerdoti.

Elisa Pinna, Ansa

Concluse le vacanze del Papa in Valle d'Aosta. Prima della partenza il saluto alle autorità e alla popolazione: se Dio vorrà spero di ritornare

Benedetto XVI ha lasciato Les Combes (Aosta) in elicottero dopo un ultimo, breve saluto alla colonia ed alla popolazione dei villaggi vicini. "Buon rientro", "Santità, ritorni", le frasi pronunciate dalle persone giunte a salutarlo alle quali il pontefice ha risposto: "Lo spero se Dio vorrà. Speriamo di sì". Il Papa si era prima congedato con le autorità. Dal presidente della Regione Val d'Aosta, Augusto Rollandin, ha ricevuto in dono una statua in legno di noce raffigurante Sant'Anselmo. Dal sindaco di Introd un'altra statua ispirata a San Lorenzo, patrono di Les Combes. Il Pontefice prima di salire in elicottero, ha anche voluto salutare conoscenti e gente del paese, solo per questa occasione, nella colonia salesiana dove il Papa ha trascorso gli ultimi 17 giorni. Tra la folla anche dodici bambini della scuola dell'infanzia di Introd, accompagnati dalle loro maestre in abito tradizionale. I bambini hanno rivolto al Pontefice alcune parole di saluti in italiano, francese e patois, il dialetto valdostano. Poi gli hanno consegnato in dono una stella alpina ed un album con i disegni dei bambini.
L'aereo con a bordo Papa Benedetto XVI è atterrato alle 18.47 sulla pista dell'aeroporto militare di Ciampino. Di lì, il Pontefice è partito in auto alla volta di Castel Gandolfo.

Ansa, Asca

Le vacanze del Papa. Il bilancio di Padre Lombardi: Benedetto XVI in ottima forma, il periodo di riposo ha raggiunto il suo risultato

''Il Papa è apparso direi veramente in ottima forma: quindi nonostante il suo piccolo incidente, il periodo di vacanza qui in Valle d'Aosta ha raggiunto proprio bene il suo risultato''. Lo ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, ai microfoni di Radio Vaticana. Dei 17 giorni di soggiorno di Benedetto XVI in Valle d'Aosta Lombardi ha fatto ''un bilancio positivo''. ''Come tutti sappiamo - ha aggiunto - è stato un po' diverso da quello che era stato previsto, quindi non tanto di scrittura degli ulteriori capitoli del libro su Gesù, quanto piuttosto di riflessione, di lettura e di preghiera anche in conseguenza dell'incidente. Ma, come ha detto il Papa molto spiritosamente, c'è sempre qualche cosa da imparare e anche l'incidente ha avuto i suoi frutti spirituali per il Pontefice''. Riferendosi alla cerimonia di questa mattina, padre Lombardi ha poi raccontato: ''Questo è un rito, evidentemente, necessario e bello alla conclusione di ogni permanenza del Papa nelle sue residenze estive. Il Papa, lungo il vialetto, mentre arrivava dalla sua residenza, ha incontrato un gruppo di giovani salesiani, circa 35, che sono i giovani salesiani dell'Ispettoria del Piemonte, che stanno facendo un incontro formativo proprio qui, in Valle d'Aosta; il Papa li ha salutati insieme al loro ispettore, con molto calore. Poi, si è recato nel posto da cui recita l'Angelus nel giorno della domenica, e davanti a lui, nel grande prato dove stanno normalmente i fedeli, si erano schierati, in modo molto ordinato, tutti i vari Corpi che hanno svolto servizio per la sicurezza e per il buon andamento della permanenza del Papa''. Benedetto XVI, ha detto ancora Lombardi, ''ha dato un saluto molto spiritoso, molto carino, con riferimento alla custodia degli Angeli nei suoi confronti, e poi si è spostato lungo il prato e ha fatto le foto di gruppo con tutti i singoli Corpi che erano presenti: le forze di polizia, i vigili del fuoco, la protezione civile, l'esercito, i carabinieri … ecco, quindi: c'erano tanti gruppi e ognuno ha avuto la sua foto con il Papa''. ''Anche i giornalisti che erano presenti - ha concluso - hanno avuto una loro foto con il Papa e hanno potuto rivolgergli alcune domande, parlare un attimo con lui in forma molto affabile e simpatica''.

Adnkronos

Le vacanze del Papa. Benedetto ai giornalisti: quest'anno avete scritto poco, il mio infortunio è stato sufficiente. Appello per la pace in Libano

Al termine dei saluti alle forze dell'ordine e ai "custodi" del suo soggiorno montano in Valle d'Aosta, Benedetto XVI ha scambiato alcune battute con i giornalisti. "Quest'anno avete scritto poco", ha detto il Pontefice rivolgendosi a giornalisti e fotografi. "Il Signore ha fatto questo - ha detto mostrando il braccio ingessato e riferendosi all'incidente avvenuto due settimane fa - era un avvenimento sufficiente; non abbiamo avuto bisogno di altro. Tre anni fa c'è stato il Libano - ha proseguito - speriamo che la pace sia consistente, che cresca e sia finalmente trovata". Riferendosi ancora all'infortunio, il Papa ha poi affermato. "Ho sentito che vi siete preoccupati. Il Signore ci aiuterà". Ad un giornalista che gli chiedeva se avesse fatto buone vacanze, Papa Ratzinger ha poi risposto: "Certamente, con questa bellezza della natura...". Il Pontefice ha poi accettato di farsi fotografare con alcuni bambini, definendoli scherzosamente "giornalisti in erba", tra i quali la figlia di un vaticanista di Avvenire. "Leggo sempre Avvenire - ha detto il Pontefice - lo leggo ogni giorno".

Ansa

Questo pomeriggio il Papa a Castel Gandolfo. Mons. Semeraro: pronti a far sentire a Benedetto XVI la nostra gioia nell'averlo vicino fisicamente

“La comunità di Castel Gandolfo e l’intera diocesi di Albano sono pronte per fare sentire a Benedetto XVI la loro grande gioia per averlo nuovamente, anche fisicamente, vicino per il tempo delle settimane che egli trascorrerà nella residenza estiva di Castel Gandolfo”. È quanto afferma all'agenzia SIR mons. Marcello Semeraro (nella foto con Benedetto XVI), vescovo di Albano, a poche ore dall’arrivo del Papa nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. “Per quanto la presenza dei Papi sia percepita come un evento familiare – dice mons. Semeraro – l’arrivo del Santo Padre suscita ogni volta un’emozione nuova, che deriva sia dall’affetto filiale che tutti nutriamo verso la sua persona, sia dalla percezione viva del mistero e della missione di cui egli è portatore e segno vivo”. Infatti, spiega il vescovo, il Papa “è il centro visibile dell’unità di tutta la Chiesa ed è il successore di colui – Pietro – sul quale il Signore Gesù ha voluto fondarla. Con questo duplice "occhio" di fede e di umana affezione noi continueremo a guardare al Papa”. Mons. Semeraro si sofferma anche sugli “impegni pubblici” che attendono Benedetto XVI nelle prossime settimane. “Insieme con i tanti pellegrini, che anche nel tempo estivo giungono a Castel Gandolfo – dice il vescovo – reciteremo guidati dal Santo Padre la preghiera domenicale dell’Angelus e ascolteremo le parole che paternamente egli ogni volta rivolge; soprattutto i fedeli castellani attendono impazienti la solennità dell’Assunta quando, proseguendo in una consolidata tradizione, Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa nella parrocchia pontificia di San Tommaso da Villanova”. Questo, aggiunge mons. Semeraro, è “un evento da tutti noi desiderato anche perché ci fa sentire più di ogni altra circostanza la paternità e la benevolenza del Santo Padre verso di noi”. Al tempo stesso, “desideriamo circondare di silenzio e di rispetto il suo riposo estivo, sapendo pure che, avendo accanto il suo fratello più anziano, Benedetto XVI potrà godere dei suoi affetti più intimi”. Infatti, conclude il vescovo, “le vacanze del Papa sono giornate di distensione, ma pure di meditazione, di studio e di preghiera. Proprio questo Egli stesso ha tante volte raccomandato a quanti si dispongono a vivere le proprie giornate di ferie estive ed è questo che anche noi gli auguriamo di cuore”.

SIR

Le vacanze del Papa. Il saluto ai responsabili della sicurezza: con l'infortunio il Signore voleva insegnarmi più pazienza e umiltà

Benedetto XVI ha salutato questa mattina le forze dell'ordine e il personale locale che lo ha assistito durante la sua vacanza a Les Combes, definendoli suoi "angeli custodi". Riferendosi poi alla caduta dei giorni scorsi, ha detto che "purtroppo il mio angelo custode non ha impedito il mio infortunio, certamente per ordine superiore. Forse - ha detto - il Signore voleva insegnarmi più pazienza e più umiltà per darmi più tempo per la preghiera e per la meditazione". Il Pontefice, che lascerà questo pomeriggio Les Combes per trasferirsi a Castel Gandolfo, ha voluto salutare questa mattina forze dell'ordine, volontari della Protezione Civile e il personale che lo ha assistito in questi sedici giorni passati nella colonia salesiana, in tutto circa 500 persone che hanno ascoltato il suo saluto dalla spianata del campo sportivo, la stessa dove domenica scorsa il Papa ha recitato l'Angelus. "Cari amici - ha detto il Papa - alla fine di queste due settimane di vacanza, con tutto il cuore vi dico grazie per il vostro servizio così competente, discreto, efficiente. Siete stati come gli angeli custodi. Gli angeli sono invisibili - ha proseguito - e nello stesso tempo efficienti. Così avete fatto anche voi: eravate invisibili per me ma nel contempo efficienti. Ho vissuto qui in una pace celeste - ha aggiunto Papa Ratzinger - nessun disturbo poteva entrare. Invece potevano entrare tante cose buone, materiali e immateriali. Tante torte, formaggi, vini". "Ero circondato da un silenzio incredibile - ha sottolineato il Pontefice - dal canto degli uccelli: la musica del Creatore era comunque presente. Grazie per tutto questo. Vi auguro buone vacanze e grazie per il vostro impegno". Benedetto XVI, che aveva pronunciato il breve discorso di saluto a braccio dalla struttura in legno fatta costruire da Giovanni Paolo II, è poi sceso nel prato salutando le autorità, tra le quali il questore e il direttore generale della Asl di Aosta, i comandanti delle forze dell'ordine e il capo dell'Ispettorato vaticano, Salvatore Festa. Si è poi avvicinato ai vari gruppi di polizia, carabinieri, protezione civile, gendarmeria e ispettorato vaticano, guardia di finanza, vigili urbani, unità cinofile, forestale, alpini ed elicotteristi, fotografi e giornalisti posando con ciascun gruppo per una foto ricordo.

Ansa

Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato: il tema del messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2010

Il messaggio di Papa Benedetto XVI per la prossima Giornata Mondiale della Pace, che si celebrerà il 1° gennaio 2010, sarà dedicato al tema ''Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato''. ''Il tema - si legge in un comunicato del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace - intende sollecitare una presa di coscienza dello stretto legame che esiste nel nostro mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia del creato e coltivazione del bene della pace. Tale stretto e intimo legame è, infatti, sempre più messo in discussione dai numerosi problemi che riguardano l'ambiente naturale dell'uomo, come l'uso delle risorse, i cambiamenti climatici, l'applicazione e l'uso della biotecnologie, la crescita demografica''. ''Se la famiglia umana non saprà far fronte a queste nuove sfide con un rinnovato senso della giustizia ed equità sociali e della solidarietà internazionale - aggiunge il comunicato - si corre il rischio di seminare violenza tra i popoli e tra le generazioni presenti e quelle future''. Il messaggio papale sottolineerà quindi ''l'urgenza'' della tutela dell'ambiente, che ''deve costituire una sfida per l'umanità intera'': ''Si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, destinato a tutti, impedendo che si possa fare impunemente uso delle diverse categorie di esseri come si vuole''. ''E' una responsabilità - prosegue il testo - che deve maturare in base alla globalità della presente crisi ecologica e alla conseguente necessità di affrontarla globalmente, in quanto tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri nell'ordine universale stabilito dal Creatore''.

Asca

'Caritas in veritate'. Il 'SIR': la dottrina sociale della Chiesa si propone come risorsa per tutti, fuori dai confini confessionali

Presentando l’Enciclica "Caritas in veritate" al Senato, il card. Tarcisio Bertone ha indicato oggi “una base condivisa di lavoro e di intervento”, che “può dare prospettiva a una larga convergenza per il bene comune, nel vivo di una crisi economica e finanziaria mondiale, che reclama una riflessione in profondita’ e decisioni coerenti”. Lo afferma in una nota l'agenzia SIR, sottolineando il monito del Segretario di Stato vaticano: “non riusciremo ad impedire l’insorgere in futuro di episodi analoghi se non si aggredisce il male alla radice, vale a dire se non si interviene sulla matrice culturale che sorregge il sistema economico”. Secondo il card. Bertone - scrive il SIR - “urge una revisione dei comportamenti, ma prima di tutto delle prospettive. Ci sono infatti seri motivi di preoccupazione, come ad esempio la diffusione a livello di cultura popolare dell’ethos dell’efficienza come criterio ultimo di giudizio e di giustificazione della realtà economica, con conseguenze impensate sulla qualità del tessuto etico collettivo”. “La dottrina sociale della Chiesa - rileva la nota - ritorna, proponendosi come risorsa per tutti, fuori dai confini confessionali. Il mercato non può essere inteso come l’unica istituzione davvero necessaria per la democrazia e per la libertà”. Nella lettura del Segretario di Stato ritorna, conclude il SIR, “il valore aggiunto del radicamento di fede. Lungi dall’essere in contraddizione con la ragione, la rafforza: Dio è il garante del vero sviluppo dell’uomo, in quanto, avendolo creato a sua immagine, ne fonda altresì la trascendente dignità”.

Agi