domenica 24 aprile 2011

La vicinanza del Papa al gruppo di rom che ha occupato la Basilica di San Paolo. La Santa Sede: si trovi una sistemazione stabile adeguata

Papa Benedetto XVI esprime la sua vicinanza al gruppo di rom che hanno trovato appoggio nella Basilica di San Paolo dopo lo sgombero del loro campo. La Sala stampa vaticana ha reso noto che il sostituto della segretaria di Stato, mons. Fernando Filoni, si è recato presso la Basilica per esprimere la vicinanza del Pontefice. Il Vaticano auspica che la soluzione trovata per i rom che si erano sistemati nella Basilica di San Paolo ''preluda ad una sistemazione stabile adeguata'', si legge ancora nel comunicato della Santa Sede, in cui si sottolinea inoltre come le soluzioni approntate insieme alla Caritas abbiano evitato di separare i nuclei familiari, garantendo alle famiglie di ''restare unite''. "Il gruppo dei rom, alcune decine - spiega un comunicato - è rimasto anche in mattinata nello spazio messo a disposizione presso la basilica, dove ha potuto pranzare e trattenersi senza particolari problemi né tensioni". "Nel pomeriggio - prosegue la nota - con l'interessamento della Caritas, è stata trovata una soluzione con il trasferimento del gruppo presso una struttura di accoglienza gestita dalla cooperativa sociale Domus, dove le famiglie potranno restare unite. A tal fine i nuclei sono stati opportunamente censiti per evitare le separazioni''. ''E' da osservare - sottolinea il Vaticano - che in tutto il corso della vicenda il comportamento della gendarmeria vaticana è stato caratterizzato da correttezza e umanità, in stretta collaborazione con gli operatori della Caritas e con le competenti autorità di pubblica sicurezza, in modo da favorire il dialogo e la serenità fra la ricerca delle soluzioni più opportune''.

Tgcom

DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE SULLA VICENDA DEI ROM PRESSO LA BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA

24 aprile 2005, l'inizio del Ministero Petrino di Benedetto XVI: non sono solo. Lasciarmi guidare dal Signore cosicché sia Egli a guidare la Chiesa



Santa Messa per l'inizio del Ministero del Sommo Pontefice Benedetto XVI(24 aprile 2005)

Omelia del Santo Padre

Delegazioni Ufficiali presenti

Delegazioni religiose presenti

Gli auguri di Benedetto XVI in 65 lingue. All'Italia: il Risorto risvegli nei singoli, nelle famiglie e nelle comunità desiderio di unità e concordia

Dopo la lettura del Messaggio Urbi et Orbi, il Papa ha rivolto il suo augurio di Buona Pasqua in 65 lingue. "Buona Pasqua a voi, uomini e donne di Roma e d'Italia! Il Signore Risorto risvegli nei singoli, nelle famiglie e nelle comunità un desiderio ancor più grande di unità e di concordia", è stato la sua prima espressione augurale, in italiano. "Ponete la vostra fiducia nella forza della croce e della risurrezione di Cristo", ha detto Benedetto XVI iniziando dall'italiano i saluti nelle diverse lingue, che ha rivolto il suo messaggio di augurio anche in cinese, in arabo, in ebraico, in etiopico-eritreo, in hindi, in giapponese. "Una forza che sostiene quanti si impegnano generosamente per il bene comune". In olandese ha espresso “viva gratitudine per i bei fiori, provenienti dai Paesi Bassi, che adornano la Piazza San Pietro in occasione della Santa Messa di Pasqua".

SIR, TMNews

AUGURI DEL SANTO PADRE AI POPOLI E ALLE NAZIONI IN OCCASIONE DELLA SANTA PASQUA

Il Papa: l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto

Conclusa la Santa Messa di Pasqua, dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo ascoltavano attraverso la radio e la televisione il Messaggio Pasquale, prima di esprimere gli auguri nelle diverse lingue e impartire la Benedizione Urbi et Orbi.
“Il mattino di Pasqua ci ha riportato l’annuncio antico e sempre nuovo: Cristo è risorto! L’eco di questo avvenimento, partita da Gerusalemme venti secoli fa, continua a risuonare nella Chiesa”. “Fino ad oggi – anche nella nostra era di comunicazioni ultratecnologiche – la fede dei cristiani si basa su quell’annuncio, sulla testimonianza di quelle sorelle e di quei fratelli che hanno visto prima il masso rovesciato e la tomba vuota, poi i misteriosi messaggeri i quali attestavano che Gesù, il Crocifisso, era risorto; quindi Lui stesso, il Maestro e Signore, vivo e tangibile, apparso a Maria di Magdala, ai due discepoli di Emmaus, infine a tutti gli undici, riuniti nel Cenacolo”, ha ricordato il Papa. La Risurrezione di Cristo “è un avvenimento, che certamente oltrepassa la storia, ma che avviene in un momento preciso della storia e lascia in essa un’impronta indelebile. La luce che abbagliò le guardie poste a vigilare il sepolcro di Gesù ha attraversato il tempo e lo spazio. È una luce diversa, divina, che ha squarciato le tenebre della morte e ha portato nel mondo lo splendore di Dio, lo splendore della Verità e del Bene”. Per il Pontefice, "come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell’umanità, che si fa interprete del muto inno di lode del creato".
"L’alleluia pasquale, che risuona nella Chiesa pellegrina nel mondo, esprime l’esultanza silenziosa dell’universo, e soprattutto l’anelito di ogni anima umana sinceramente aperta a Dio, anzi, riconoscente per la sua infinita bontà, bellezza e verità”. All’invito alla lode per la Risurrezione rivolto a cieli e terra dal cuore della Chiesa, i “cieli”, ha sottolineato il Santo Padre, “rispondono pienamente: le schiere degli angeli, dei Santi e dei Beati si uniscono unanimi alla nostra esultanza. In Cielo tutto è pace e letizia. Ma non è così, purtroppo, sulla terra! Qui, in questo nostro mondo, l’alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengo”no da tante situazioni dolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze”. "Eppure - ha continuato -, proprio per questo Cristo è morto ed è risorto! È morto anche a causa dei nostri peccati di oggi, ed è risorto anche per la redenzione della nostra storia di oggi. Perciò, questo mio messaggio vuole raggiungere tutti e, come annuncio profetico, soprattutto i popoli e le comunità che stanno soffrendo un’ora di passione, perché Cristo Risorto apra loro la via della libertà, della giustizia e della pace”. “Possa gioire la Terra che, per prima, è stata inondata dalla luce del Risorto – ha affermato Benedetto XVI -. Il fulgore di Cristo raggiunga anche i popoli del Medio Oriente, affinché la luce della pace e della dignità umana vinca le tenebre della divisione, dell’odio e delle violenze”. In Libia “la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi e si favorisca, nell’attuale situazione conflittuale, l’accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro”. Nei Paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente, “tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana".
"Ai tanti profughi e ai rifugiati, che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti più cari arrivi la solidarietà di tutti; gli uomini di buona volontà siano illuminati ad aprire il cuore all’accoglienza, affinché in modo solidale e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli; a quanti si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplari testimonianze in questa direzione giunga il nostro conforto e apprezzamento”. "Possa ricomporsi la civile convivenza tra le popolazioni della Costa d’Avorio – è stato l’auspicio -, dove è urgente intraprendere un cammino di riconciliazione e di perdono per curare le profonde ferite provocate dalle recenti violenze. Possano trovare consolazione e speranza la terra del Giappone, mentre affronta le drammatiche conseguenze del recente terremoto, e i Paesi che nei mesi scorsi sono stati provati da calamità naturali che hanno seminato dolore e angoscia”. “Gioiscano i cieli e la terra – ha aggiunto - per la testimonianza di quanti soffrono contraddizioni, o addirittura persecuzioni per la propria fede nel Signore Gesù. L’annuncio della sua vittoriosa risurrezione infonda in loro coraggio e fiducia”. Benedetto XVI ha infine invitato a seguire Gesù “in questo mondo ferito, cantando l’alleluia”: “Nel nostro cuore c’è gioia e dolore, sul nostro viso sorrisi e lacrime. Così è la nostra realtà terrena. Ma Cristo è risorto, è vivo e cammina con noi. Per questo cantiamo e camminiamo, fedeli al nostro impegno in questo mondo, con lo sguardo rivolto al Cielo”.

SIR, Radio Vaticana

MESSAGGIO PASQUALE DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE "URBI ET ORBI"

Benedetto XVI celebra la Messa del giorno di Pasqua. 150mila i fedeli in Piazza San Pietro, decorata con i fiori degli artisti olandesi

Questa mattina, il Papa ha celebrato sul sagrato della Basilica Vaticana la solenne celebrazione della Messa del giorno di Pasqua. Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso sulla Papamobile. Erano circa 150mila i fedeli, giunti già dalle prime ore del mattino. La Messa si è aperta con il rito del Resurrexit, che prevede l’apertura dell’immagine del Risorto. Si tratta della neo “Acheropita”, una icona realizzata a partire dal prototipo medioevale, costituita dall’immagine dipinta del Salvatore, seduto in trono, con due sportelli laterali. Quest’anno, per una felice coincidenza, cattolici e ortodossi celebrano la Pasqua nello stesso giorno: per questo, dopo la proclamazione del Vangelo, un coro ortodosso ha intonato il canto degli Stichi e degli Stichirà della liturgia bizantina. Anche quest’anno, com’è ormai consuetudine dal 1985, la decorazione floreale di Piazza San Pietro per la Pasqua è offerta e curata da un gruppo di artisti olandesi, sotto la guida del maestro compositore Charles van der Voort. I colori dominanti sono come sempre il giallo e il bianco, che simboleggiano la luce e la gioia del messaggio pasquale, oltre ad essere i colori della bandiera vaticana. Tantissimi i fiori: dalle rose ai gigli e ai tulipani, e ancora narcisi, giacinti e un’ampia varietà di alberi e piante da giardino. Per Benedetto XVI questo è la sesta celebrazione della Pasqua, che vede altre due felici coincidenze: proprio oggi, infatti, ricorrono il sesto anniversario dell’inizio del Ministero Petrino di Benedetto XVI e l’anniversario del Battesimo di Sant’Agostino, Santo particolarmente caro al Papa, avvenuto per le mani di Sant’Ambrogio nella notte di Pasqua del 24 aprile 387.

Corriere della Sera.it, Radio Vaticana