lunedì 14 maggio 2012

Il Papa ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro. Benedetto: una festa della fede. Un bilancio della visita e quella vana corsa per raggiungere il Santuario

"E' stata una festa della fede", così con poche e semplici parole Benedetto XVI ha commentato la prima parte della visita pastorale ad Arezzo. Le impressioni, i retroscena, le battute e anche i momenti più intimi vissuti dal Santo Padre sono stati ripercorsi da mons. Riccardo Fontana in un incontro con la stampa. "E' stata una giornata molto bella – ha detto il vescovo – ringrazio i giornalisti che con il loro lavoro hanno fatto eco a questo avvenimento. Ieri milioni di italiani lo hanno seguito nelle reti nazionali". Una vera e propria vetrina per Arezzo. "Il Santo Padre – ha raccontato il vescovo - è rimasto incantato di fronte alle sculture del Vangi, poi ha detto che Beato Gregorio X è stato un gran Papa e quindi si è emozionato sentendo cantare i due bambini nella cappella della Madonna del Conforto". Da intenditore di musica, Benedetto XVI ha confessato che durante la Messa, ascoltando i canti intonati dal coro si è "reso conto di trovarsi nella città di Guido d'Arezzo" per come erano stati ben eseguiti. E poi ancora, dopo pranzo una passeggiata nell'orto del vescovado e quindi il saluto agli aretini e alla Giostra dalla finestra. "Quando ha visto musici e sbandieratori ha fatto riferimento alla cultura aretina che affonda le sue radici nel Rinascimento - ricorda Fontana -, e ha invitato i giovani a continuare ad essere all'altezza di questa grande storia". Poi il volo in elicottero fino a Sansepolcro. "Non sono mancati gli imprevisti – racconta Fontana che era a bordo del velivolo. A causa del maltempo, l'elicottero è arrivato fino all'isola Polvese per poi risalire verso la Valtiberina e tentare di arrivare alla Verna da quel versante. Ma non è stato possibile e siamo atterrati a Madonnuccia per poi proseguire la visita a Sansepolcro. Dopo il Papa ha chiesto a me a Betori di andare alla Verna per confermare la sua volontà di fare al più presto la visita". Questo il lato privato della giornata. Quello pubblico è stato fatto dalle 246 parrocchie che hanno risposto all'appello, dai circa 350 giornalisti che hanno ritirato l'accredito e poi si sono mescolati tra i fedeli, dalle 20 processioni che si sono snodate di primissimo mattino lungo i quattro percorsi. E poi dalla visibilità avuta dalla città. "Arezzo – ha commentato il sindaco Giuseppe Fanfani - ha avuto una grande visibilità a livello mondiale. E un grazie per il sereno svolgimento di questa giornata va alle forze dell'ordine che da oltre un mese lavoravano per garantire la sicurezza dell'evento". "Questa giornata - ha concluso il Vescovo - ci ha regalato tre grandi soddisfazioni: la vicinanza tra i vescovi della Toscana, il fatto che Arezzo ne fosse capofila come da tempo non accadeva, e la gioia per la "folla dei semplici" che non ha mancato l'appuntamento. I miei preti sono stati eccezionali. Il primo ringraziamento, questa mattina per e-mail, è andato a loro".

Arezzo Notizie

Il Papa ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro. Frati e monache al Santuario in preghiera in attesa di Benedetto XVI: questa volta salta, ma vuole tornare

Incassano il colpo in perfetta letizia: e in effetti il freddo, il vento e il gelo sembrano esattamente gli stessi che esaltavano la fede di Francesco. Il vento soffia a folate sull’eliporto della Beccia: e dal parapetto del Quadrante si affaccia solo la telecamera della Rai, incellophanata come un cappotto al cambio di stagione. Soffia un vento gelato su La Verna: e soffia sull’entusiasmo di 250 frati e 50 monache, uscite dalla clausura solo per l’abbraccio con Benedetto XVI. "Il Papa per questa volta non verrà". Il ministro generale Carballo ha un accento che accarezza il microfono, proprio come la perfetta letizia francescana. "Ma vuole a tutti i costi venire a La Verna e conta di tornare in un’altra occasione". La lancetta della storia viene azzerata, al freddo polare del monte della Verna. Aveva scandito un countdown silenzioso, attutito da una visita solo in famiglia. Il pullman dei pochi fotografi e giornalisti ammessi imbocca le curve deserte della salita, animate solo dalle auto della polizia o dei carabinieri. E si affaccia su un santuario in attesa di un amico. "No, non me lo dite" esclama una suora guardandoti delusa sotto una coperta di fortuna. Resta in giacca e cravatta Matteo Renzi, malgrado il freddo si infili anche dai polsini della camicia. La visita sta per essere "rottamata" ma lui stavolta non c’entra, anzi è il primo ad esserne deluso. Aspetta fino all’ultimo, fino all’annuncio ufficiale. Come tutti gli altri. Un gruppo di famiglia in un interno, lo straordinario interno della Basilica. Che dalle 16.00 si lancia nella preghiera di attesa, curata nei minimi particolari. Preghiera che si dilata a vista d’occhio, quando dal cielo si levano le prime fumate nere, quasi nascoste dalle nuvole dello stesso colore. "Il Papa andrà prima a Sansepolcro ma subito dopo valuterà se raggiungere anche La Verna: perché qui vuole assolutamente venire". Carballo accarezza il microfono più volte, nella giornata della grande attesa francescana. Lì dove Papa Ratzinger avrebbe voluto leggere il discorso che viene divulgato ma solo per scritto. Viene per un incontro in famiglia ma Joseph Ratzinger era già pronto a dilatare come non mai le pareti della Basilica. Lo ferma solo il vento gelato della Verna. Lo ferma la pioggia battente. "Contrordine, sta venendo qui": le voci rincorrono le voci sul monte di Francesco. Forse il Papa è già in volo verso Sansepolcro ma a La Verna circola e piace l’ipotesi opposta. Riescono i paggi di Firenze, con i gonfaloni, pronti ad affiancare Renzi: ma un tuono tridimensionale li ricaccia dentro, insieme alle speranze della "famiglia" e al sorriso dei frati. "Nei prossimi giorni - conferma fra’ Massimo Grassi, il guardiano già pronto ad aprire il portone al Papa - ripresenteremo l’invito. Vogliamo a tutti i costi questo incontro con Benedetto". E la perfetta letizia? "E’ vero - sorride - è un’altra prova per la nostra fede". Carballo ha appena accarezzato il microfono, ascoltato tra gli altri da due cardinali, Silvano Piovanelli e Claudio Humes. All’annuncio un volo di sai stile Norberto si solleva da tutte le panche. I regali per il Papa tornano nel cassetto. Tra cui una splendida riproduzione delle Stimmate, in marmo, con una reliquia del saio incastonata all’interno. Il saio della perfetta letizia, l’unica in grado di aggirare le gocce d’acqua e tapparsi le orecchie ai tuoni tridimensionali.

La Nazione

Il sito del vaticanista Sandro Magister 'www.chiesa' abbatte ogni record ed è sempre più letto. Anche dal Papa, che lo seguiva da quando era cardinale

Nello scorso mese di aprile la sezione chiesa.espresso.repubblica.it del sito de L'Espresso, curata dal vaticanista Sandro Magister (nella foto con Benedetto XVI), ha fatto un record doppio. Con più di 123mila visitatori singoli in tutto il mondo. E con una media di quasi 12mila stampate al giorno. Questo secondo dato è legato al particolare profilo del sito. Che non insegue i fatti di attualità, ma li inquadra. Chi entra in www.chiesa trova che le notizie si accompagnano alle analisi, le analisi ai documenti integrali, per un quadro il più possibile completo, con un sistematico rimando alle fonti. E allora stampa il tutto. Per leggerlo con calma, per conservarlo. A metà aprile è andato in rete un servizio che in due giorni ha avuto quasi 60mila stampate, anche questo un primato. Era il servizio con la notizia inedita e dettagliatissima dell'esame avviato dalla Congregazione per la Dottrina della fede, per ordine del Papa, a carico del rituale con cui le comunità neocatecumenali celebrano le loro Messe in tutto il mondo. Un'altra particolarità di www.chiesa è il suo pubblico internazionale. Oltre che in lingua italiana, dal 2002 è anche integralmente in inglese. E dal 2006 pure in francese e in spagnolo. Infatti, prendendo come base di calcolo 100mila lettori di www.chiesa, appena 38mila sono in Italia. Tutti gli altri sono sparsi per il mondo. Negli Stati Uniti ce ne sono 27mila. Seguono Spagna, Francia, Canada, Regno Unito, Argentina, Brasile, Messico, Australia, con alcune migliaia a testa. Questi sono di solito i primi dieci paesi in classifica, con la Germania che qualche volta vi si infila. Ma non c'è angolo del pianeta senza qualche lettore. Dal Giappone al Sudafrica, dallo Sri Lanka al Kazakistan. Nella galassia del Web, gli articoli di www.chiesa sono ripresi e rimessi in orbita ovunque. Capita di ritrovarne qualcuno tradotto da cima a fondo nelle lingue più impensate: dallo svedese all'ungherese. Anche in Cina c'è chi legge www.chiesa, tranne quando il sito viene oscurato dal regime. Un ex ambasciatore dell'Olanda nella Repubblica Popolare, tornato a Shanghai per affari, ci ha segnalato più volte il black out, che di solito punisce contemporaneamente un altro sito scomodo: l'agenzia on line AsiaNews diretta da padre Bernardo Cervellera. In molte cancellerie www.chiesa è giudicato una lettura d'obbligo, per le informazioni sul Vaticano. Le ambasciate presso la Santa Sede di Italia, Stati Uniti, Israele, Russia, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito, Canada sono tra quelle con i lettori più assidui. E così il dipartimento di Stato americano, che ha una mezza dozzina di suoi funzionari iscritti alla newsletter: cioè a quei fedelissimi, costantemente in aumento e oggi arrivati a 13 mila, che desiderano ricevere l'avviso via mail di ogni nuovo articolo del sito. I nunzi pontifici nel mondo, naturalmente, sono anch'essi lettori attenti. Come i dirigenti e i funzionari della Curia romana. Pochi in cifre assolute, ma speciali. C'è chi ha visto la stampata di qualche articolo di www.chiesa sulla scrivania di Benedetto XVI. Il quale seguiva questo sito già prima di essere eletto Papa. Nel 2004, a un cardinale americano che gli chiedeva di rendere pubblica la nota riservata da lui inviata ai vescovi degli Stati Uniti sulla questione del rifiuto o no della comunione ai politici cattolici pro aborto, Joseph Ratzinger rispose sorridendo: "Ma è già pubblica! Vada sul sito di Sandro Magister e la troverà". Sull'elezione di Ratzinger a Papa, www.chiesa puntò senza mai esitare, addirittura con qualche anno d'anticipo. "The Pope's Prognosticator": così la rivista americana di geopolitica Foreign Policy titolò un suo servizio del gennaio 2006 dedicato proprio alla storia di successo di questo sito. Il suo primo grande boom di lettori, www.chiesa l'ha registrato nel 2005 in concomitanza con l'elezione di Benedetto XVI. Da 20-30mila che erano, diventarono il doppio. Da allora, anno dopo anno, è stato un crescendo, fino agli attuali record. Il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I è un altro dei lettori d'antica data del sito, ricco d'informazioni anche sulle Chiese d'oriente. Nel gennaio del 2010 www.chiesa rese pubblico il testo integrale della nota sui poteri del Papa sulla quale stavano discutendo in segreto due delegazioni della Chiesa di Roma e delle Chiese Ortodosse. E anche sul mondo islamico www.chiesa ha sempre fornito informazioni di prima scelta. Al punto che l'effettivo estensore della famosa lettera dei 134 saggi musulmani a Benedetto XVI, il teologo Aref Ali Nayed, ha scelto più volte proprio questo sito come tribuna di ulteriori suoi interventi di dialogo con la Chiesa di Roma.

L'Espresso

Con una lettera Dottrina della Fede chiede chiarimenti al card. Schönborn sulla vicenda del giovane omosessuale eletto in un consiglio pastorale

La Congregazione per la Dottrina della fede avrebbe chiesto chiarimenti all'arcivescovo di Vienna, il card. Christoph Schönborn (nella foto con Benedetto XVI), circa la vicenda di un giovane omosessuale eletto nel consiglio pastorale di una parrocchia austriaca. E' quanto riporta la stampa austriaca. La vicenda risale a qualche settimana fa, quando un giovane austriaco che convive con il proprio compagno, Florian Stangl, è stato eletto a gran maggioranza nel consiglio pastorale della parrocchia di Stuetzenhofen, a nord di Vienna, contro il parere del parroco, Gerhard Swierzek. Schönborn ha incontrato il giovane e il suo compagno ed ha difeso la sua elezione. Dopo le prime proteste, Schönborn ha spiegato che se la "norma", per la Chiesa, rimane la coppia eterosessuale, è però necessaria "pazienza" pastorale nei confronti di tutte le coppie irregolari. "Ora - riferisce il quotidiano austriaco Der Standard - il dicastero vaticano incaricato della salvaguardia dell'ortodossia avrebbe inviato una lettera a Schoenborn per chiederli chiarimenti e, nel caso non giungesse una risposta, sarebbe intenzionata a invitare il porporato per un colloquio in occasione della sua prossima visita a Roma".

TMNews

Il Papa nomina il successore alla guida della diocesi australiana di Toowoomba di mons. Morris, favorevole all'ordinazione delle donne

Un anno dopo la rimozione, il Papa ha nominato oggi il sostituto del vescovo australiano William M. Morris, sollevato il 2 maggio 2011 dalla guida della diocesi di Toowoomba dopo essere stato al centro di un caso, nato da una sua lettera ai fedeli del 2006, per aver prospettato per la Chiesa la possibilità che venissero ordinati uomini sposati e donne per far fronte alla carenza di sacerdoti. Il successore sarà mons. Robert McGuckin, finora vicario generale di una curia vicina.

Ansa

NOMINA DEL VESCOVO DI TOOWOOMBA (AUSTRALIA)

Il Papa: cordoglio per la morte di padre Massimo Cenci, generoso apporto alla missione evangelizzatrice della Chiesa al servizio della Santa Sede

In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa esprime cordoglio per la morte improvvisa di padre Massimo Cenci, sotto-segretario del Pontificio Consiglio per l’Evangelizzazione dei Popoli, avvenuta venerdì scorso, all’età di 68 anni. Nel testo indirizzato al cardinale prefetto di “Propaganda Fide”, Fernando Filoni, il Papa ricorda “il generoso apporto alla missione evangelizzatrice della Chiesa” di padre Cenci, prima come “missionario in Brasile e poi al servizio della Santa Sede”. Le esequie del missionario del Pime si sono svolte questa mattina nella parrocchia romana “Regina Pacis”, in zona Monteverde. La celebrazione è stata presieduta dal card. Filoni che, nell’omelia, ha innanzitutto ringraziato padre Cenci per il suo servizio a Dio, alla Chiesa, alle missioni e alla Congregazione. Il porporato ha dunque sottolineato lo straordinario “sensus fidei” e “sensus Ecclesiae” di padre Cenci che lo resero un fedele sacerdote di Cristo, appassionato della missione di evangelizzazione.

Radio Vaticana

Il 15 giugno l'erezione dell'Ordinariato personale di Nostra Signora della Croce del Sud, per gli ex anglicani dell'Australia in comunione con Roma

Sarà istituito presso la Conferenza Episcopale australiana, il prossimo 15 giugno, l'Ordinariato personale per gli anglicani che chiedono di poter entrare in comunione con la Chiesa Cattolica secondo le indicazioni contenute nella Costituzione Apostolica ''Anglicanorum coetibus''. Sarà il terzo Ordinariato personale ad essere eretto da Papa Benedetto XVI, dopo quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti. A darne l'annuncio è stato il presidente della Conferenza Episcopale australiana, l'arcivescovo Denis Hart. ''Sono fiducioso - ha detto - che quegli ex-anglicani che hanno fatto un cammino di fede che li ha portati alla Chiesa Cattolica, troveranno una pronta accoglienza''. Questa nuova comunità sarà conosciuta con il nome di ''Ordinariato personale di Nostra Signora della Croce del Sud'' sotto il patrocinio di Sant'Agostino di Canterbury. ''E' una grande notizia - ha commentato mons. Keith Newton, ordinario dell'Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham (Regno Unito) - per la Chiesa in Australia, e per quelli della tradizione anglicana che stanno cercando di realizzare l'obiettivo della piena e visibile unità con la Sede Apostolica, pur mantenendo elementi essenziali della nostra tradizione anglicana''. ''La mia speranza - ha aggiunto - è che legami altrettanto forti possano essere stabiliti con la nostra controparte australiana, soprattutto per l'attesa pubblicazione di una comune liturgia''.

SIR

Quattro nuovi consultori per il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, tra cui mons. Frisina e Salvatore Martinez

Papa Benedetto XVI ha nominato questa mattina quattro nuovi consultori del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione. Si tratta del compositore mons. Marco Frisina, presidente della Commissione Diocesana di Arte Sacra della diocesi di Roma, del benedettino statunitense Jeremy Driscoll, docente presso la Facoltà di Teologia del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo in Roma, dell'artista sloveno padre Marko Ivan Rupnik, gesuita, direttore del Centro Aletti, e di Salvatore Martinez, presidente dell'Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo. In un comunicato Martinez ha dichiarato di aver accolto ''questo inatteso gesto del Santo Padre con profonda gratitudine e spirito di obbedienza. Rafforzare il legame di comunione con Pietro e con la Chiesa e collaborare ancora più attivamente per la difesa e la diffusione del Vangelo nel mondo è per me motivo di gioia grande, un dono che umilmente spero di onorare''.

Asca

NOMINA DI CONSULTORI DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Le mogli degli operai ex Fiat al Papa: si unisca alle nostre preghiere affinchè Dio tocchi quei cuori duri che al primo posto hanno il 'dio denaro'

"Sua Santità, in nome di Gesù e di Maria le scriviamo questa lettera con la speranza che la leggerà. Chi siamo? Siamo le figlie di una terra apparentemente abbandonata da tutti, ma non dalla provvidenza divina. Siamo nella comunità di Termini Imerese e come lei ben sa, l'unica nostra fabbrica che dava lavoro a tutto il territorio e comprensorio dal 31 dicembre 2012 ha chiuso i cancelli»" Comincia così la lettera che le donne degli operai della Fiat e dell'indotto hanno scritto a Papa Benedetto XVI per sensibilizzare anche la Chiesa sulla situazione che stanno vivendo 2.200 lavoratori a Termini Imerese. La chiusura, scrivono le donne che già hanno inviato un missiva anche al Capo dello Stato, è stata decisa "perchè i profitti derivanti da questo stabilimento non sono cosi proficui da fare restare in attività la fabbrica, questo secondo il pensiero della società Fiat, ma la verità che questo grande colosso preferisce investire in altre zone fuori dell'Italia dove il costo della manodopera e inferiore a quella italiana". "Il nostro governo si è preso l'impegno di riconvertire lo stabilimento ed è stato siglato un accordo, ad oggi gli impegni assunti non sono stai mantenuti - prosegue la lettera - quindi non sappiamo cosa succederà il 31 dicembre 2012 siamo qui, lasciati da parte come se non fossimo delle persone, ma solo scarti della società; non è vero, Santità, perchè la nostra comunità, che ha una venerazione immensa per la Vergine Maria e pertanto sappiamo con certezza che pregando tutti, con l'aiuto dello Spirito Santo possiamo cambiare questa situazione". "Si unisca alle nostre preghiere - conclude la lettera - affinchè in nome del Signore tocchi quei cuori cosi duri che al primo posto hanno il 'dio denaro' e preghiamo anche per coloro che hanno la possibilità di darci quella dignità che ci hanno tolto nel momento in cui hanno chiuso i cancelli della fabbrica buttando 2.200 operai in un vortice desolata angoscia".

Corriere del Mezzogiorno.it

Il Papa ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro. I paladini di cartapesta e le polemiche meschine: ecco perchè non si può parlare di una visita flop

Solo dei meschini possono ridurre la visita del Papa a un flop, solo dei superficiali possono parlare di un evento mediatico dalla portata così modesta che non meritava le spese, solo dei provinciali possono immiserirsi in una polemica così insensata. E non c'è peggiore provinciale di chi vuole dimostrare a se stesso, prima che agli altri, di non essere un provinciale. Una polemica, perdipiù, condotta fuori tempo, quando l'evento era ancora in corso ed era difficile valutarne le dimensioni, sia in termini di eco nazionale che di numeri. C'erano decine di inviati dei giornali che scarpinavano per il Prato, alla Verna, a Sansepolcro. C'erano decine di inviati a Rondine per la visita del presidente del Consiglio Monti (la prima ad Arezzo, così come è la prima quella di questo Pontefice, non solo in provincia ma in tutta la Toscana). Qualcuno, intanto, seduto a una scrivania, dietro un computer, pontificava avendo davanti una visione molto parziale di quanto stava succedendo. Conoscere per deliberare, diceva una volta un certo Luigi Einaudi. Ai tempi di Internet, ai tempi in cui uno sciamano mediatico ha accesso al web in presa diretta, non serve più evidentemente. Così come non servono più le regole dei vecchi cronisti che consumavano le scarpe per raccontare fatti, mentre adesso si definisce cronista chi le sue cronache le costruisce dal chiuso di casa sua, al massimo dopo un'incursione superficiale sui luoghi. E' stata davvero un flop la visita di Benedetto XVI? Ci penseremmo cento volte prima di avere simili certezze. Al Prato c'erano comunque migliaia e migliaia di persone. Quindicimila secondo le stime più prudenti, dai venti ai trentamila secondo quelle più accreditate. Le strade non erano gremite di folla come qualcuno aveva pronosticato? Vero, anche a occhio nudo. Ma non dimentichiamo mai che erano le nove di mattina di una domenica grigia, infreddolita e gonfia di pioggia. Difficile fare confronti col viaggio di Giovanni Paolo II, che venne in una splendida giornata di maggio, baciata dal sole e dal caldo che invogliano a uscire, a riversarsi in strada. Si vuole dire che Papa Ratzinger non è il trascinatore di folle che era Karol Wojtyla? E ci voleva di aspettare la visita ad Arezzo per scoprirlo? Non è questione di qualità dei due Pontefici, e lo diciamo da laici convinti, ma di diverso modo di interpretare il ruolo. Estroverso, capace di bucare lo schermo, mediatico al cento per cento, fisicamente atletico (finchè gli ha retto la salute) Giovanni Paolo II; timido, esile, fine intellettuale ma schivo Benedetto XVI. La folla certe cose le sente e il carisma magari non diventa entusiasmo delle masse. Ma l'entusiasmo non è sinonimo di rispetto e nemmeno di affetto. Si dice che quello pronunciato da Papa Ratzinger sia stato un intervento di ruotine, senza guizzi. Giudizio, a nostro avviso, frutto di menti rozze, incapaci di leggere dietro le parole di un intellettuale raffinato come il Pontefice tedesco. In realtà, sempre a nostro avviso, quelli che Benedetto XVi ha pronunciato ad Arezzo (nell'omelia, nel Regina Coeli e nell'affaccio pomeridiano dal Vescovado) sono stati tre dei più fini omaggi che un Papa abbia mai dedicato a questa città. Arezzo terra dell'Umanesimo, Arezzo terra del Rinascimento: si sente dietro tutto l'amore per l'Italia, in particolare per l'Italia di mezzo, di un intellettuale tedesco formatosi nella grande cultura classicistica e romantica della migliore Germania. Certo, bisogna avere orecchie per intendere e qualcuno evidentemente non le ha. L'evento mediatico. Qui, ahinoi, il flop non l'ha fatto il Papa ma qualcun altro, che nel suo provincialismo ha creduto di vedere nel trafiletto in cronaca regionale di un quotidiano nazionale (non lo citiamo perchè non merita di essere trascinato in certe polemiche) la giusta misura dell'eco nazionale. In realtà, quel giornale ha fatto una scelta rispettabile ma come tutte opinabili. Basti vedere lo spazio che alla visita hanno dedicato gli altri quotidiani toscani (uno addirittura esce stamani in edizione straordinaria) e in particolare La Nazione, che fino a prova contraria, resta il primo quotidiano di questa regione e di quelle confinanti. Ma sarebbe ancora il meno. Perchè a voler uscire troppo presto si rischia appunto l'anacronismo, la smentita dei fatti. Ecco allora che lo stesso quotidiano (non il più venduto d'Italia ma il secondo) del famoso trafiletto dedica dal pomeriggio alle parole del Papa la seconda notizia del suo sito on-line. La stessa scelta (sempre on-line, l'unico campo in cui ci si misura col tempo reale, stamani arriveranno poi le edizioni cartacee) dell'altro quotidiano più diffuso e la stessa di Quotidiano.net, l'edizione web del La Nazione-Il Resto del Carlino-Il Giorno, che insieme valgono il terzo giornale italiano. In totale fanno almeno quindici milioni (tre milioni e mezzo solo i nostri) di contatti giornalieri. Alla faccia del flop mediatico. Senza dimenticare che tutte le edizioni on-line dei suddetti quotidiani associano alle parole del Papa quelle pronunciate dal presidente del consiglio (che guarda a caso era qui per ricevere Benedetto XVI) a Rondine, altra realtà meritoria e troppo spesso sottovalutata nel suo ruolo. Per una domenica, insomma, Arezzo è stata al centro del dibattito politico e religioso italiano. Un flop mediatico, indubbiamente. Una piccola meschineria, infine. L'accoglienza fredda degli aretini sarebbe stata dovuta all'eccesso di blindatura della città. Ora nel sistema di sicurezza non tutto ha funzionato alla perfezione, i disguidi (piccole cose) non sono mancati, come è inevitabile di fronte a un evento di queste dimensioni. Ma dire che i poliziotti, i carabinieri e così via per strada abbiano pesato sull'afflusso della folla è fare polemica per il gusto di sfasciare. Quando mai in situazioni del genere non si mettono transenne, non si rimuovono i cassonetti, non si piombano i tombini? O forse qualcuno avrebbe preferito la festa dei black bloc come a Roma lo scorso autunno? Allora si contestò che i cassonetti non fossero stati rimossi. Mettiamoci d'accordo, per favore. La realtà è che a volte si cerca la polemica per la polemica, come quella sulle spese eccessive. A parte il fatto che il Papa, come Obama o David Cameron, non è mai un costo ma sempre un'occasione, quelle spese hanno reso a usura in ritorno mediatico. Citiamo ad esempio i giornali di cui sopra. La verità è che qualcuno cerca lo scontro solo per mero interesse a farsi un nome, a trasformarsi in un paladino di cartapesta. Abbassiamogli il volume, basta non ascoltarlo.

Salvatore Mannino, La Nazione