mercoledì 22 giugno 2011

Il Papa incontra una donna ebrea scampata alla persecuzione nazista, accompagnata dal rabbino Arthur Schneier della Sinagoga di Park East di New York

Il Papa ha salutato una donna ebrea scampata alla persecuzione nazista, Stanislawa Stefanzki, a conclusione dell'odierna Udienza generale in Piazza San Pietro. La signora Stefanzki, riferisce L'Osservatore Romano, era venuta con il marito e il figlio Jacek, prete cattolico, ed era accompagnata anche dal rabbino Arthur Schneier, che ha donato a Benedetto XVI una targa ricordo della visita del Papa alla Sinagoga di Park East a New York il 18 aprile 2008. Un altro dono speciale è arrivato dall'Honduras, su iniziativa del cardinale Rodriguez Maradiaga: un calice realizzato in oro 'etico', ossia metallo prezioso estratto dal Goldlake group "con tecnologie che garantiscono il minor impatto ambientale possibile grazie all'eliminazione di ogni acido. E, soprattutto, dalla forza lavoro sono categoricamente esclusi i minori".

TMNews

60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. 60 pesciolini rossi, il dono dei Piccoli Orionini al Papa, successore di un pescatore

Al termine dell’Udienza generale di questo mattina alcuni bambini a nome della Congregazione fondata da don Orione, la Piccola Opera della Divina Provvidenza, hanno regalato a Benedetto XVI 60 pesci rossi, in occasione del suo 60° anniversario di sacerdozio. Poco prima, ricordando i gruppi presenti per l’Udienza generale, il Pontefice aveva salutato “con affetto il pellegrinaggio della Congregazione Orionina proveniente da Tortona e da Roma, con l’auspicio che questo incontro sia per tutti stimolo e incoraggiamento ad essere sempre più segni eloquenti dell'amore di Dio e missionari della sua pace”. Al Papa, ha detto don Flavio Peloso, Superiore generale degli Orionini, “ho portato il saluto di tutta la Congregazione. Ed ho anche rinnovato il nostro omaggio speciale di fedeltà al Successore di Pietro, voluto fortemente dallo stesso don Orione. I Piccoli Orionini, bambini e bambine in rete di amicizia nel mondo, hanno donato al Pontefice quale segno di grande gioia, 60 pesciolini rossi. I bambini sanno bene che Pietro, il primo amico di Gesù, era un pescatore e fu sorpreso che, gettando le reti obbedendo a Gesù, le riempì di tanti pesci”. In Piazza San Pietro era presente anche una folta rappresentanza della città di Tortona, insieme al sindaco, venuti per un gemellaggio con Roma, nell'ottantesimo del Santuario Votivo della Guardia, costruito da Don Orione a Tortona. Don Peloso ha ringraziato il Papa per la visita del 24 giugno 2010 (foto) in cui ha benedetto la Madonnina di Monte Mario a Roma.

Zenit

6o pesciolini rossi incontrano Benedetto XVI

Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Anche quest'anno una delegazione ortodossa del Patriarca Bartomoleo I alla Messa presieduta da Benedetto XVI

Come da antica tradizione, la Solennità dei Santi Pietro e Paolo ha una forte valenza ecumenica. Anche quest’anno, dunque, nel consueto scambio di visite tra la Chiesa di Roma ed il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli in occasione delle rispettive Feste patronali, il Patriarca ortodosso, Bartolomeo I (nella foto con Benedetto XVI), invierà a Roma per la Festa del 29 giugno una delegazione composta da Sua Eminenza Emmanuel, Metropolita di Francia e direttore dell’Ufficio della Chiesa ortodossa presso l’Unione Europea, dal vescovo di Sinope, Athenagoras, ausiliare del Metropolita del Belgio, e dall’Archimandrita Maximos Pothos, vicario generale della Metropolia della Svizzera. Il 28 giugno, informa una nota ufficiale, la delegazione sarà ricevuta da Benedetto XVI, mentre il 29 giugno sarà presente alla celebrazione eucaristica che il Papa presiederà nella Basilica Vaticana. La delegazione avrà, come di consueto, conversazioni con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.Questo scambio di delegazioni fra Roma e Costantinopoli ha avuto inizio nel 1969, con la visita a Costantinopoli del cardinale Johannes Willebrands, presidente dell’allora Segretariato per l’unità dei cristiani, in occasione della Festa di Sant’Andrea, protettore del Patriarcato Ecumenico.

Radio Vaticana

Benedetto XVI saluta il direttore della Nasa Bolden. In dono una foto ricordo del collegamento del Papa con la Stazione Spaziale internazionale



Benedetto XVI, al termine dell'Udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, ha salutato il direttore della Nasa, Charles Bolden, a Roma in questi giorni, insieme al presidente dell'Asi Enrico Saggese, accompagnati dalle consorti. In dono hanno portato un quadro ricordo del collegamento del 21 maggio tra il Papa e la Stazione spaziale Internazionale. Nell'immagine sono immortalati anche i due astronauti italiani Paolo Nespoli e Roberto Vittori.

Videonews Radio Vaticana, Agi

Il Papa: Solennità del Corpus Domini infiammi in noi il rispetto e l’amore per l’Eucaristia, inesauribile fonte di grazia. Domani Messa e processione

“Domani si celebra la solennità del Corpus Domini”, ha ricordato Benedetto XVI, al termine dell’Udienza generale in Piazza San Pietro, salutando i pellegrini polacchi. “Durante le Sante Messe in modo particolare – ha affermato il Papa - vivremo il mistero della transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo e li riceveremo nella santa Comunione. Durante le funzioni e le processioni adoreremo la Sua reale, sacramentale presenza tra noi”. “Questa solennità – è stato l’auspicio - infiammi in noi il rispetto e l’amore per l’Eucaristia, inesauribile fonte di grazia”. Anche in italiano ha ricordato che domani, festa del Corpus Domini, “come ogni anno celebreremo alle ore 19 la Santa Messa a San Giovanni in Laterano. Al termine, seguirà la solenne processione che, percorrendo Via Merulana, si concluderà a Santa Maria Maggiore”. Di qui l’invito ai fedeli di Roma e ai pellegrini “ad unirsi in questo atto di profonda fede verso l'Eucaristia, che costituisce il più prezioso tesoro della Chiesa e dell'umanità”. In italiano ha rivolto un saluto ai fedeli della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, accompagnati dal vescovo mons. Gianfranco Todisco, al pellegrinaggio della Congregazione Orionina proveniente da Tortona e da Roma, e alla Comunità dei Figli del Sacro Cuore di Gesù, convenuti con il loro pastore mons. Claudio Giuliodori.

SIR

Il Papa: i Salmi, scuola di preghiera, ci sono donati perché impariamo a rivolgerci a Dio, a comunicare con Lui, a parlargli di noi con le sue parole

Udienza Generale questa mattina in Piazza San Pietro dove Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa, riprendendo il ciclo sulla preghiera, ha incentrato la sua meditazione sul Libro dei Salmi.
Nel libro dei Salmi, ha esordito il Papa, “trova espressione tutta l’esperienza umana con le sue molteplici sfaccettature, e tutta la gamma dei sentimenti che accompagnano l’esistenza dell’uomo. Nei Salmi si intrecciano e si esprimono gioia e sofferenza, desiderio di Dio e percezione della propria indegnità, felicità e senso di abbandono, fiducia in Dio e dolorosa solitudine, pienezza di vita e paura di morire. Tutta la realtà del credente - ha aggiunto - confluisce in quelle preghiere, che il popolo di Israele prima e la Chiesa poi hanno assunto come mediazione privilegiata del rapporto con l’unico Dio e risposta adeguata al suo rivelarsi nella storia. In queste preghiere, i Salmi sono manifestazioni dell’animo e della fede, in cui tutti si possono riconoscere e nei quali si comunica quell’esperienza di particolare vicinanza a Dio a cui ogni uomo è chiamato. Ed è tutta la complessità dell’esistere umano che si concentra nella complessità delle diverse forme letterarie dei vari Salmi: inni, lamentazioni e suppliche individuali e collettive, canti di ringraziamento, salmi penitenziali, salmi sapienziali, ed altri generi che si possono ritrovare in queste composizioni poetiche”. Comunque, “possono essere identificati due grandi ambiti che sintetizzano la preghiera del Salterio: la supplica, connessa al lamento, e la lode, due dimensioni correlate e quasi inscindibili”. Nella supplica, “l’orante si lamenta e descrive la sua situazione di angoscia, di pericolo, di desolazione, oppure, come nei Salmi penitenziali, confessa la colpa chiedendo di essere perdonato. Egli espone al Signore il suo stato di bisogno nella fiducia di essere ascoltato, e questo implica un riconoscimento di Dio come buono, desideroso del bene e ‘amante della vita’, pronto ad aiutare, salvare, perdonare”. Già nel lamento, dunque, “può emergere qualcosa della lode”. In modo analogo, “nei Salmi di ringraziamento e di lode, facendo memoria del dono ricevuto o contemplando la grandezza della misericordia di Dio, si riconosce anche la propria piccolezza e la necessità di essere salvati”. Si confessa così a Dio “la propria condizione creaturale inevitabilmente segnata dalla morte, eppure portatrice di un desiderio radicale di vita”. Nella preghiera dei Salmi, ha osservato il Papa, “supplica e lode si intrecciano e si fondono in un unico canto che celebra la grazia eterna del Signore che si china sulla nostra fragilità”. I Salmi, ha evidenziato il Pontefice, “insegnano a pregare. In essi, la Parola di Dio diventa parola di preghiera - e sono le parole del Salmista ispirato - che diventa anche parola dell’orante che prega i Salmi”. È questa, per Benedetto XVI, “la bellezza e la particolarità di questo libro biblico”: “I Salmi sono dati al credente come testo di preghiera, che ha come unico fine quello di diventare la preghiera di chi li assume e con essi si rivolge al Signore. Poiché sono Parola di Dio, chi prega i Salmi parla a Dio con le parole stesse di Dio, rivolgendosi a Lui con le parole che Egli stesso ci dona”. Così, “pregando i Salmi si impara a pregare”. I Salmi, dunque, “ci sono donati perché noi impariamo a rivolgerci a Dio, a comunicare con Lui, a parlarGli di noi con le sue parole. E, attraverso quelle parole, sarà possibile anche conoscere ed accogliere i criteri del suo agire, e avvicinarsi al mistero dei suoi pensieri e delle sue vie, così da crescere sempre più nella fede e nell’amore”. A tale proposito, “appare significativo il titolo che la tradizione ebraica ha dato al Salterio. Esso si chiama tehillîm, un termine ebraico che vuol dire ‘lodi’, da quella radice verbale che ritroviamo nell’espressione ‘Halleluyah’, cioè, letteralmente: ‘lodate il Signore’. Questo libro di preghiere, dunque, anche se così multiforme e complesso, con i suoi diversi generi letterari e con la sua articolazione tra lode e supplica, è ultimamente un libro di lodi, che insegna a rendere grazie, a celebrare la grandezza del dono di Dio, a riconoscere la bellezza delle sue opere e a glorificare il suo Nome santo”. “Insegnandoci a pregare – ha detto Benedetto XVI -, i Salmi ci insegnano che anche nella desolazione, nel dolore, la presenza di Dio è fonte di meraviglia e di consolazione; si può piangere, supplicare, intercedere, ma nella consapevolezza che stiamo camminando verso la luce, dove la lode potrà essere definitiva”. La tradizione ebraica, ha ricordato il Papa, ha attribuito, in grande maggioranza, i Salmi al re Davide. Il collegamento dei Salmi con questo re di Israele è “importante, perché egli è figura messianica, Unto del Signore, in cui è in qualche modo adombrato il mistero di Cristo”. "Importanti e significativi – ha osservato Benedetto XVI – sono il modo e la frequenza con cui le parole dei Salmi vengono riprese dal Nuovo Testamento, assumendo e sottolineando quel valore profetico suggerito dal collegamento del Salterio con la figura messianica di Davide. Nel Signore Gesù, che nella sua vita terrena ha pregato con i Salmi, essi trovano il loro definitivo compimento e svelano il loro senso più pieno e profondo. Le preghiere del Salterio, con cui si parla a Dio, ci parlano di Lui, ci parlano del Figlio, immagine del Dio invisibile, che ci rivela compiutamente il Volto del Padre. Il cristiano, dunque, pregando i Salmi, prega il Padre in Cristo e con Cristo, assumendo quei canti in una prospettiva nuova, che ha nel mistero pasquale la sua ultima chiave interpretativa. L’orizzonte dell’orante si apre così a realtà inaspettate, ogni Salmo acquista una luce nuova in Cristo e il Salterio può brillare in tutta la sua infinita ricchezza”. “Fratelli e sorelle carissimi – è stata l’esortazione finale del Papa – prendiamo dunque in mano questo libro santo, lasciamoci insegnare da Dio a rivolgerci a Lui, facciamo del Salterio una guida che ci aiuti e ci accompagni quotidianamente nel cammino della preghiera. E chiediamo anche noi, come i discepoli di Gesù, ‘Signore, insegnaci a pregare’, aprendo il cuore ad accogliere la preghiera del Maestro, in cui tutte le preghiere giungono a compimento. Così, resi figli nel Figlio, potremo parlare a Dio chiamandoLo ‘Padre Nostro’”.

Radio Vaticana, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Il card. Sodano convoca un incontro conviviale dei porporati con il Papa, il 1° luglio

Per festeggiare la ricorrenza del 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI, il prossimo 29 giugno, il cardinale decano Angelo Sodano ha convocato un incontro conviviale con i membri del Collegio cardinalizio presenti a Roma con il Papa. L'appuntamento è per le 13.00 di venerdì 1° luglio, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, nella Sala Ducale del Palazzo Apostolico. Una riunione conviviale simile si è tenuta il 19 aprile 2010 (foto) per festeggiare il quinto anniversario di Pontificato di Papa Ratzinger. Nell'occasione, dopo il saluto del card. Sodano, il Papa pronunciò un breve discorso a braccio in cui, tra l'altro, ringraziò "tutto il Collegio cardinalizio, per ogni aiuto che riceveva ogni giorno". A quel pranzo parteciparano 46 cardinali e alcuni membri e collaboratori della Curia romana. Attualmente i porporati viventi sono 198, di cui 115 gli elettori. Secondo l'Annuario Pontificio sono 67 i residenti a Roma, 36 gli elettori.

Avvenire

Verso la fine dei colloqui dottrinali tra Vaticano e lefebvriani, incerto l'esito. A settembre probabile incontro tra il card. Levada e mons. Fellay

Si avvia a conclusione il confronto dottrinale tra Vaticano e i lefebvriani voluto dal Papa per esplorare la possibilità di reintegrare il gruppo scismatico all'interno della Chiesa Cattolica dopo la revoca della scomunica ai suoi quattro vescovi. "Le discussioni non sono formalmente concluse", ha detto una fonte citata dall'agenzia stampa francese I.Media. "La fase della 'disputatio' è conclusa", ma è ora necessaria una "valutazione da parte delle due parti". In questo senso, "è troppo presto per dire che si tratti di un fallimento, così come è troppo presto per dire che le discussioni sono riuscite". Le discussioni dottrinali a porte chiuse sono iniziate a fine ottobre 2009 e sono proseguite da allora con incontri periodici su temi controversi che ruotano attorno al Concilio Vaticano II e ai suoi insegnamenti (ecumenismo, dialogo interreligioso, libertà religiosa). Lo scorso 18 giugno il superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay, ha criticato i "messaggi contraddittori" che proverrebbero da Roma ed ha parlato di una Chiesa "piena di eresie". Mons. Fellay, che ha presieduto l'ennesima ordinazione di nuovi sacerdoti contro la volontà della Santa Sede, ha preannunciato per metà settembre un incontro con il card. William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che costituirebbe l'appuntamento per fare il punto degli incontri dottrinali.

TMNews

Mons. Fellay smentisce l'esistenza di progetti di accordo con Roma

La Chiesa Ortodossa russa si rafforza, avvicinando la possibilità dell'incontro tra il Patriarca Kirill e Benedetto XVI, che si conobbero nel 1974

La Chiesa Ortodossa si rafforza e questo avvicina la possibilità del tanto desiderato incontro tra il Papa e il Patriarca. Almeno nell'ottica moscovita. Nota è infatti la propensione al dialogo ecumenico di Kirill, ma anche la sua preoccupazione per il risalto tributato dai media e la severità di sguardo di certa parte delle gerarchie ecclesiastiche russe, che non condividono tale propensione. Secondo una fonte dell'agenzia TMNews "se Kirill sentisse la Chiesa Ortodossa unita e forte, sarebbe molto più tranquillo in tal senso" e la propaganda sulla stampa costituirebbe un problema meno centrale. Negli ultimi tempi ci sono stati molti segnali che indicano un rafforzamento e un sostegno crescente dello Stato. Persino il potente sindaco di Mosca, Sergey Sobyanin si è accollato l'onere del restauro di numerose chiese oltre alla costruzione veloce di 200 templi prefabbricati. Con chiara soddisfazione del Patriarca. Contemporaneamente Kirill ha parlato di "nuova fase di sviluppo per le relazioni cattolico-ortodosse in Russia" accogliendo venerdì scorso il nuovo Nunzio Apostolico nella Federazione Russa, mons. Ivan Jurkovic. Quest'ultimo era stato nominato due giorni dopo che Benedetto XVI aveva dato udienza al presidente della Federazione Russa, Dmitri Medvedev, il 17 febbraio scorso. Inoltre i rapporti tra la Chiesa Ortodossa russa e lo Stato italiano hanno fatto un salto di qualità quando il Patriarca di Mosca espresse piena solidarietà al premier italiano sulla sentenza di Strasburgo che vietava il crocefisso nelle scuole. E oggi, presso l'ambasciata italiana a Mosca, viene presentata l'edizione del libro del giurista italiano Carlo Cardia "L'identità religiosa e culturale europea. La questione del crocefisso". La prefazione dell'edizione russa è stata scritta dal Metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca. L'incontro del secolo, al quale lavora la diplomazia vaticana e ortodossa, potrebbe in realtà accadere in qualsiasi momento, anche apparentemente per caso. In precendenza si era parlato di possibilità in un paese che non fosse né la Russia, né il Vaticano. E si sarebbero già presentate delle occasioni, successivamente sfumate. Il Patriarcato va infatti con i piedi di piombo a causa dei forti sommovimenti al suo interno. La situazione in Siberia, in Moldova o in Ucraina ha già visto alcuni sacerdoti fermi su posizioni fortemente conservatrici e talora molto critiche rispetto alle scelte di Mosca. E da costoro, difficilmente verrebbe capito un incontro tra il Benedetto XVI e Kirill. Da parte sua Papa Ratzinger ha più volte lanciato messaggi per il dialogo ecumenico. Nel febbraio 2009 il Pontefice aveva affidato una lettera al card. Walter Kasper per Kirill, dove indicava "stima e vicinanza spirituale" e ribadiva l'auspicio per "buoni rapporti" di reciproca accoglienza. Nel libro-intervista "Luce del mondo" manifesta chiaramente la speranza di vedersi con il Patriarca di Mosca: "Matura sempre più il contesto in cui potrà avvenire l'incontro". E si compiace per il gesto compiuto da Kirill che nel V anniversario del suo pontificato ha promosso un concerto diretto dal metropolita Hillarion, presidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca. Quest'ultimo ha espresso il proprio "desiderio che si possa arrivare ad un incontro non tra un qualsiasi Papa e un qualsiasi Patriarca, ma proprio tra papa Benedetto XVI e il Patriarca Kirill". Lo stesso Kirill ha detto al card. Kurt Koch di volere l'incontro e di volerlo con questo Pontefice, che è stimato. Ma vuole anche che sia ben preparato e la mentalità dei fedeli sia pronta. Nel frattempo, fa notare un'altra fonte di TMNews, "il Patriarca sta rafforzando la propria posizione a due anni dalla sua investitura", ma mettere in programma un incontro con il Papa risulterebbe "bizzarro", prima di far visita "in Siria e Libano alle diverse Chiese ortodosse sorelle". Doveva andarci il 6 novembre 2010 ma poi il programma è cambiato. "Dissero che la situazione non era stabile, ma quando lo è a Beirut?". Insomma la questione della forma e dei ruoli va a scontrarsi con la sostanza. Tanto più che di fatto quando era ancora il Metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill venne ricevuto tre volte da Papa Benedetto XVI. E ancora prima conobbe personalmente nel lontano 1974 Joseph Ratzinger, all'epoca professore universitario in Germania. Ora manca soltanto un nuovo incontro. Il più importante. E quando si terrà, sarà da scrivere nei libri di storia.

TMNews