mercoledì 15 aprile 2009

Gli 82 anni e il quarto anniversario di Pontificato di Benedetto XVI 'in agrodolce': l'analisi de 'Il Velino'


Il caso Williamson è stato il momento più difficile e delicato dell’ultimo anno di pontificato di Benedetto XVI. Domani Ratzinger festeggia 82 anni, e il 19 il quarto anniversario dell’elezione a Papa, dopo alcuni mesi difficili per chi regge il timone della Chiesa. Oggi lo hanno festeggiato in Piazza San Pietro. Appena un anno fa, il Pontefice tedesco celebrava questi due anniversari acclamato dagli “happy birthday” americani, nella cornice del trionfale viaggio negli Usa: un successo mediatico e personale, accompagnato da un gesto molto significativo come quello dell’incontro con alcune vittime dei preti pedofili. Un atto concreto di vicinanza e condivisione, di umiltà e di impegno perché certe cose non abbiano più spazio nella Chiesa. Quello stesso gesto è stato ripetuto pochi mesi dopo a Sydney, in Australia, al termine della Giornata mondiale della gioventù. Anche quello un viaggio di successo, come quello di due mesi dopo in Francia. Quattro le visite pastorali in Italia: Savona e Genova, Santa Maria di Leuca e Brindisi, Cagliari e Pompei. Due eventi nel 2008 hanno animato la vita “ordinaria” della Chiesa: l’indizione dell’Anno Paolino il 28 giugno e il Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio a ottobre, il primo al quale sono intervenuti il patriarca ecumenico e un rabbino.
Sono stati mesi intensi e di relativa tranquillità. Decisamente più tormentato l’inizio del 2009: con l’atto di ritiro della scomunica ai quattro vescovi lefebriani, a cui si sovrappone il “caso Williamson” - e poi la nomina di un ultra-conservatore ad ausiliare di Linz - portano allo scoperto alcuni meccanismi non oliati all’interno della Curia Romana, divergenze e malumori sia nei Sacri Palazzi sia tra gli episcopati e Roma. La polemica infuria: gli ebrei chiedono chiarimenti, gli episcopati criticano il suo governo, i politici di mezz’Europa (Merkel in testa) pretendono spiegazioni e assicurazioni. Il suo segretario di Stato è appena rientrato dal Messico e i tempi di reazione sono sbagliati. Così è di nuovo il “timido” Ratzinger a compiere un gesto audace: una lettera senza precedenti, in cui spiega il significato del suo gesto e ribadisce la “linea” del suo pontificato: riportare gli uomini a Dio, lavorare per l’unità della Chiesa. Lo avevano dimenticato in molti, e lui lo ha pazientemente ricordato, con amarezza ma anche con la dolcezza tipica del suo stile.
Altro viaggio, altra polemica: a marzo il Papa va in Africa. Un viaggio intenso e trascurato dall’Occidente e criticato dal business degli anticoncezionali. Le uniche parole di Benedetto XVI ribattute dai media occidentali sono quelle sull’uso del preservativo. Il Papa è attaccato con foga, bollato come “irresponsabile”, i governi europei si mobilitano contro di lui, c’è chi provoca, inviando carichi speciali di preservativi in Africa. Sempre in questi mesi, Benedetto XVI ha dovuto affrontare un altro “scandalo” all’interno della Chiesa. Si tratta della Congregazione dei Legionari di Cristo, per la quale il Papa ha predisposto una visita apostolica che dovrebbe partire a breve, in seguito all’emergere di alcuni scandali riguardanti la vita del fondatore, padre Marcial Maciel, morto nel 2007. Questa volta il Papa ha deciso di seguire personalmente la vicenda, tanto che il decreto è stato predisposto dalla Segreteria di Stato e non dalla Congregazione deputata.
Ratzinger non è uomo di governo, lo ha sempre ammesso lui stesso e lo dimostrano le nomine di questi anni: uomini spesso fedeli ma poco adatti ai compiti loro assegnati. L’anno che comincia vedrà una girandola di nomine nei posti-chiave, con diversi capi-dicastero che dovrebbero andare “in pensione”, da Martino a Kasper, da Re a Bertone. Un banco di prova per Benedetto XVI, che nel frattempo ha ridimensionato la commissione Ecclesia Dei e che potrebbe rivedere a breve anche il settore delle comunicazioni. Sul fronte ecumenico c’è da segnalare la successione al patriarcato di Mosca, per la morte di Alessio II. Il patriarca Kirill ha già incontrato Benedetto XVI quando ricopriva il ruolo di responsabile delle relazioni esterne del patriarcato. Conosce bene la Chiesa cattolica, è descritto come persona schietta e aperta. Sicuramente è uomo pratico del governo del Patriarcato, come ha dimostrato con la mini-rivoluzione interna alla struttura della Chiesa ortodossa russa.
Avanzano a vicende alterne i rapporti con la Cina: dopo la Lettera ai cattolici cinesi del 2007, sembrava che il dialogo fosse avviato a una fase di normalizzazione, per lo meno per quanto riguarda le nomine dei vescovi e una certa libertà di culto per la Chiesa “clandestina”. Ci sono stati episodi positivi in questo senso e anche uno scambio a livello culturale, con l’epocale concerto della filarmonica cinese in Aula Paolo VI nel maggio del 2008, e la pubblicazione di diversi documenti vaticani in cinese. Poi la morsa di Pechino è tornata a stringersi, si sono verificate pressioni sui cattolici cinesi e arresti di alcuni esponenti della gerarchia ecclesiastica, tanto che il Vaticano ha rotto ogni indugio diplomatico e in un recente comunicato ha denunciato la mancata libertà per la Chiesa in Cina. Altalenanti anche i rapporti con l’ebraismo, che ciclicamente ricadono nella diffidenza, ma tutto sommato mantengono un tend positivo. Benedetto XVI è particolarmente attento su questo fronte.
Tra 20 giorni il Papa si recherà in Terra Santa, come “pellegrino di pace”. Sarà un’occasione per fare il punto sul dialogo interreligioso. Resta sospesa la vicenda legata alla “targa” su Pio XII allo Yad Vashem, sulla quale però qualcosa si muove (recentemente c’è stato un convegno di studi su Pio XII a Gerusalemme). Una rapida accelerazione c’è stata anche sui negoziati tra Santa Sede e Israele: il tentativo era chiuderli prima dell’arrivo del Papa a Gerusalemme, ma non sembra che la cosa sia possibile. Tra pochi giorni sarà in Abruzzo: il suo cuore è vicino alla “cara popolazione” di quella terra dal giorno del terremoto. Venerdì ha inviato il Segretario di Stato e il segretario particolare, ha mandato gli olii sacri e le uova di Pasqua. Tra un paio di settimane arriverà lui stesso. Il quinto anno di Pontificato dovrebbe dare alla Chiesa una nuova enciclica sociale - da tempo annunciata e rinviata per aggiornamenti sulla crisi economica - e forse il secondo volume del gesù di Nazaret. A giungno si chiuderà l’Anno Paolino e si aprirà l’anno sacerdotale. Si continuerà a parlare di Africa con il Sinodo speciale di ottobre, mentre a settembre il Papa è atteso in Repubblica Ceca e nel 2010 dovrebbe tornare in Germania. Diverse anche le tappe italiane in programma: Cassino, San Giovanni Rotondo, Viterbo e Bagnoregio, Brescia e Torino nel 2010.

Il Papa in Terra Santa. Il card. Bertone: un viaggio storico. Preghiamo perchè sia fruttuoso per la Chiesa e per quelle terre martoriate

Il pellegrinaggio che Benedetto XVI si appresta a compiere, dall'8 al 15 maggio, in Terra Santa sarà certamente "un viaggio storico". Lo ha affermato il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, ricevendo questo pomeriggio il "collare" dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro. "Lo accompagniamo con la nostra preghiera - ha detto - perchè sia fruttuoso per la Chiesa e per quelle terre martoriate dalla divisione e dalla violenza. Sono poi certo - ha concluso il porporato - che l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro non mancherà di dare il proprio contributo per la migliore riuscita di questo pellegrinaggio del Papa alle sorgenti della nostra fede".

82° genetliaco di Benedetto XVI. 'L'Osservatore Romano': ad multos annos, sancte pater

Alla vigilia dell'82° compleanno di Papa Joseph Ratzinger L'Osservatore Romano si associa - con una nota pubblicata in prima pagina - alla preghiera intonata dallo stesso Pontefice nella Veglia di Pasqua, invocando dal Signore che "il piccolo lume della candela, che Egli ha acceso in noi, la luce delicata della sua parola e del suo amore in mezzo alle confusioni di questo tempo non si spenga in noi, ma diventi sempre piu' grande e piu' luminosa". "A questa preghiera - scrive il direttore Giovanni Maria Vian - il nostro giornale, sicuro di rappresentare i suoi lettori e tantissime altre persone, aggiunge gli auguri piu' affettuosi al Papa per il suo compleanno: ad multos annos, sancte pater".

Il Papa ringrazia il governatore del New Mexico per l'abolizione delle pena di morte e incontra il segretario dell'Ocse

Il Papa ha ringraziato il governatore del New Mexico (nella foto con Benedetto XVI), negli Stati Uniti, per la decisione di abolire la pena di morte nello Stato: lo riferisce lo stesso Bill Richardson a conclusione dell'incontro avuto con Benedetto XVI, stamane in Vaticano, a margine dell'Udienza generale in Piazza San Pietro. Michael Sheehan "l'arcivescovo di Santa Fe ha menzionato l'abolizione della pena di morte in New Mexico e lui ha reagito positivamente e mi ha ringraziato", ha detto Richardson a margine di una conferenza stampa organizzata a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio.
Papa Benedetto XVI ha incontrato anche il segretario generale dell'Ocse, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, Marc Perrin de Brichambaut.

Padre Lombardi: Benedetto XVI un uomo di grande sensibilità e umanità. La sua preoccupazione principale è riportare gli uomini a Dio e Dio agli uomini

''Riportare gli uomini a Dio e Dio agli uomini'': è questa, al di là degli ''atteggiamenti critici che bisogna avere verso tanti aspetti negativi della cultura o della mentalità di oggi'', la ''preoccupazione'' principale di Papa Benedetto XVI, i cui quattro anni di pontificato vengono ripercorsi oggi in un'ampia intervista alla Radio Vaticana dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, a tre giorni dal quarto anniversario dell'elezione del card. Joseph Ratzinger al soglio di Pietro e alla vigilia del suo 82° compleanno. Padre Lombardi mette in evidenza come il Pontefice, malgrado la sua età, negli ultimi dodici mesi sia stato ''con quattro viaggi, fuori d'Italia, in quattro continenti diversi'' e abbia in questo modo ''vissuto la dimensione universale del suo ministero in un modo estremamente efficace''. ''Questi viaggi - per il portavoce vaticano - sono stati notevoli per l'accoglienza, per l'efficacia con cui il suo messaggio è stato accolto anche da audience pubblici completamente diverse dal punto di vista culturale, dal punto di vista della loro situazione''. Il direttore della Sala stampa vaticana si sofferma sulle polemiche scaturite dalla revoca della scomunica dei quattro vescovi lefebvriani e dal contemporaneo caso Williamson. Come ha vissuto il Papa quelle settimane? ''Lo vediamo - spiega Lombardi - dalla Lettera che egli ha scritto ai vescovi di tutto il mondo, che è un documento straordinario, un documento molto personale, intenso, in cui vediamo come egli affronta una situazione di tensione all'interno della Chiesa e anche nei confronti della cultura circostante''. Il Pontefice ha voluto con questo testo rimettere in chiaro le priorità del suo Pontificato, ''riportare gli uomini a Dio e Dio agli uomini'' e spiegare che il suo era ''un gesto di misericordia'' ispirato alle parole del Vangelo: ''Riconciliati con il tuo fratello''. ''Direi - osserva padre Lombardi - che abbiamo avuto una testimonianza molto forte di uomo di fede, di un pastore che guida la Chiesa con criteri di pura fede e di grande carità e responsabilità spirituale nei confronti del popolo di Dio e dell'umanità di oggi''. Il Papa, prosegue, è ''una persona di grande sensibilità, non è solo l'uomo di cultura superiore e di teologia e spiritualità profonda, è anche un uomo di grande umanità, di attenzione all'altro, di gentilezza, di sensibilità profonda, di sentimenti umani profondi'': di qui la sua profonda partecipazione alla tragedia del terremoto in Abruzzo, dove, per il portavoce vaticano, Ratzinger si recherà ''quando questo sia effettivamente opportuno e possibile sotto tutti i punti di vista anche di carattere logistico, organizzativo''. Ma del Papa, per Lombardi, è importante anche il ministero ''ordinario'' attraverso omelie e catechesi ''di grandissima ricchezza e che possono rimanere a lungo come patrimonio del popolo cristiano, per formarlo culturalmente, teologicamente e spiritualmente''. Il Pontefice si prepara ora ad andare in Terra Santa ''con lo spirito del pellegrino, del credente, che desidera andare sui luoghi principali che hanno visto gli eventi della storia della salvezza'' per portare un ''messaggio di riconciliazione, di perdono e di pace per tutti i popoli che vivono in quelle terre''. ''Gli auguro - conclude Lombardi - che possa continuare a lungo a svolgere questo suo ministero, che è un ministero profondo di aiuto agli uomini e alle donne di oggi per incontrare Dio'': ''Io spero veramente che egli riesca, sia all'interno della Chiesa ma anche per l'umanità di oggi, a fare capire che nonostante gli atteggiamenti critici che bisogna avere verso tanti aspetti negativi della cultura o della mentalità di oggi, in fondo, il messaggio principale che si porta è un messaggio di amore, un messaggio per il bene dell'uomo, della persona umana, e che è proprio la sua riconciliazione con Dio e con tutti gli altri uomini che vivono su questa terra''.

Il card. Zen Ze-kiun lascia la guida della diocesi di Hong Kong. Benedetto XVI nomina nuovo vescovo mons. Tong Hon

Il Papa ha accettato oggi le dimissioni del card. Joseph Zen Ze-kiun (nella foto con Benedetto XVI), vescovo di Hong Kong, presentate per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. John Tong Hon, già coadiutore della medesima diocesi. Il card. Zen, 77 anni, sarebbe dovuto andare in pensione già due anni fa, ma solo lo scorso dicembre Benedetto XVI ha accolto le sue dimissioni. Il card. Zen ha affermato più volte che il Papa gli ha chiesto di continuare a interessarsi della situazione della Chiesa in Cina, per la quale il porporato ha spesso combattuto molte battaglie a difesa della libertà religiosa e contro l’ingerenza dello Stato nelle questioni ecclesiali e nelle nomine dei vescovi. Nel suo ultimo intervento in ordine di tempo, egli aveva chiesto ai vescovi cinesi della Chiesa ufficiale di essere più coraggiosi e seguire di più le indicazioni del Papa distaccandosi dall’influenza e dalla retorica dell’Associazione patriottica. Mons. Tong è stato ordinato vescovo ausiliare di Hong Kong insieme all’attuale cardinale, nel 1996 ed ha sempre espresso sostegno al lavoro del card. Zen, definendolo “eccellente”. Nel suo messaggio alla diocesi, in occasione della sua nomina a coadiutore nel gennaio 2008, egli sottolineato la vocazione di Chiesa-ponte che Hong Kong ha verso la Cina popolare. “Attendo con tutto il cuore – diceva – che il governo cinese garantisca la piena libertà religiosa ai cattolici della madrepatria, così che essi possano dare un maggior contributo alla società, e la nostra patria possa progredire nella sua posizione internazionale”.

Pasqua 2009. Il Papa all'Udienza generale: la risurrezione di Cristo un evento storico, un passaggio ad una dimensione di vita profondamente nuova

“La resurrezione di Gesù è un “evento storico”, e non “un mito”. A ribadirlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi,interamente dedicata a questo tema. “La novità sconvolgente della risurrezione – ha esordito Benedetto XVI, rivolgendosi ai circa 30 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro - è così importante che la Chiesa non cessa di proclamarla, prolungandone il ricordo specialmente ogni domenica, giorno del Signore e Pasqua settimanale del popolo di Dio. I nostri fratelli orientali, quasi a evidenziare questo mistero di salvezza che investe la nostra vita quotidiana,chiamano in lingua russa la domenica ‘giorno della risurrezione’”. È, quindi,”fondamentale per la nostra fede e per la nostra testimonianza cristiana – ha ammonito il Santo Padre - proclamare la risurrezione di Gesù di Nazaret come evento reale, storico, attestato da molti e autorevoli testimoni”. “Anche in questi nostri tempi – la denuncia del Papa - non manca chi cerca di negarne la storicità riducendo il racconto evangelico a un mito, riprendendo e presentando vecchie e già consumate teorie come nuove e scientifiche”. “Certamente la risurrezione – ha puntualizzato il Papa - non è stata per Gesù un semplice ritorno alla precedente vita terrena, ma è stato il passaggio ad una dimensione di vita profondamente nuova, che interessa anche noi, coinvolge l’intera famiglia umana, la storia e tutto l’universo”. Un “evento”, questo, che “ha cambiato l’esistenza dei testimoni oculari”, ma anche “un annuncio che intere generazioni di uomini e donne lungo i secoli hanno accolto con fede e hanno testimoniato, non raramente a prezzo del loro sangue, con il martirio”. La resurrezione, dunque, non come “cosa del passato” “semplice ritorno alla vita precedente, come è accaduto a Lazzaro”, ha precisato Benedetto XVI a braccio, ma come “passaggio ad una vita completamente nuova, aperta per il futuro, apertura verso la vita permanente”. In questa prospettiva, ha spiegato il Pontefice, “la risurrezione di Gesù fonda la nostra salda speranza e illumina l’intero nostro pellegrinaggio terreno, compreso l’enigma umano del dolore e della morte. La fede in Cristo crocifisso e risorto è il cuore dell’intero messaggio evangelico, il nucleo centrale del nostro credo”. “E’ la nostra speranza, perché ci indica il nostro futuro”, ha aggiunto il Papa sempre a braccio. “Anche quest’anno – le parole di Benedetto XVI - a Pasqua risuona immutata e sempre nuova, in ogni angolo della terra, questa buona notizia: Gesù morto in croce è risuscitato, vive glorioso perché ha sconfitto il potere della morte. Questa è la vittoria della Pasqua”. Come espressione sintetica del “credo” pasquale, il Papa ha citato la prima lettera di san Paolo ai Corinzi, in cu l’apostolo spiega ai fedeli che “Cristo morì per i nostri peccati”e “secondo le Scritture”. L’espressione “secondo le Scritture”, per il Papa, “ci fa comprendere che la morte del Figlio di Dio appartiene al tessuto della storia della salvezza, ed anzi che tale storia riceve da essa la sua logica ed il suo vero significato”, perché “fino ad allora rimane un enigma il cui esito rimane insicuro”, ha aggiunto a braccio. “Nel mistero pasquale – ha ricordato il Papa –si compiono le parole della Scrittura, ossia è un avvenimento che porta in sé un logos, una logica: la morte di Cristo testimonia che la Parola di Dio si è fatta sino in fondo carne, storia umana”. Il fatto, inoltre, che Cristo morì “per i nostri peccati” significa che “intercedendo per i colpevoli ha potuto recare il dono della riconciliazione degli uomini tra loro e degli uomini con Dio: la sua è dunque una morte che mette fine alla morte; la via della Croce porta alla Risurrezione”. “Lasciamoci illuminare dallo splendore del Signore risorto”,l’esortazione finale del Santo Padre ai fedeli, ai quali ha augurato “ancora una volta Buona Pasqua”. “Accogliamolo con fede e aderiamo generosamente al suo Vangelo – ha proseguito il Pontefice - come fecero i testimoni privilegiati della sua risurrezione; come fece, diversi anni dopo, san Paolo che incontrò il divino Maestro in modo straordinario sulla via di Damasco”. “Non possiamo tenere solo per noi l’annuncio di questa Verità che cambia la vita di tutti”, ha ammonito Benedetto XVI, che ha concluso la catechesi dell’udienza generale di oggi “con una esclamazione che amava ripetere Silvano del Monte Athos: ‘Gioisci, anima mia. È sempre Pasqua, perché Cristo risorto è la nostra risurrezione!’”. Di qui l’invito papale “a coltivare in noi, e attorno a noi, questo clima di gioia pasquale, per essere testimoni dell’Amore divino in ogni situazione della nostra esistenza”.
I pellegrini e i fedeli presenti all'Udienza generale hanno applaudito Benedetto XVI al momento in cui dal sagrato di San Pietro è stata ricordata, nelle diverse lingue, la ricorrenza del suo ottantaduesimo compleanno (16 aprile) e del quarto anniversario dell'elezione al soglio pontificio (19 aprile).

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi del Papa