domenica 17 febbraio 2013

Esercizi spirituali. Prima meditazione del card. Ravasi: questi momenti per liberare l’anima dal terriccio delle cose, anche dal fango del peccato, dalla sabbia delle banalità, dalle ortiche delle chiacchiere che, soprattutto in questi giorni, occupano le nostre orecchie

Sono iniziati stasera, nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano, gli Esercizi spirituali quaresimali per il Papa e la Curia romana. Gli Esercizi, che termineranno sabato 23, sono predicati dal card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sul tema “Ars orandi, ars credendi. Il volto di Dio e il volto dell’uomo nella preghiera salmica”. Gli Esercizi sono iniziati con l’esposizione eucaristica, seguita dai Secondi Vespri della prima Domenica di Quaresima. Quindi, la prima meditazione del card. Ravasi che ha proposto un’immagine biblica per rappresentare il futuro della presenza di Benedetto XVI nella Chiesa, una presenza contemplativa, come quella di Mosè che sale sul monte a pregare per il popolo d'Israele che giù nella valle combatte contro Amalek: “Questa immagine rappresenta la funzione principale – sua - per la Chiesa, cioè l’intercessione, intercedere: noi rimarremo nella ‘valle’, quella valle dove c’è Amalek, dove c’è la polvere, dove ci sono le paure, i terrori anche, gli incubi, ma anche le speranza, dove lei è rimasto in questi otto anni con noi. D’ora in avanti, però, noi sapremo che, sul monte, c’è la sua intercessione per noi”. Il porporato ha poi invitato ad entrare nella prima meditazione facendo silenzio nell'anima, liberandosi dai tanti rumori della vita quotidiana: "Penso che anche per noi gli Esercizi, questi momenti, sono un po’ come liberare l’anima dal terriccio delle cose, anche dal fango del peccato, dalla sabbia delle banalità, dalle ortiche delle chiacchiere che, soprattutto in questi giorni, occupano ininterrottamente le nostre orecchie”. Nella meditazione ha affrontato il tema della preghiera nei Salmi, sottolineando 4 verbi: pregare è respirare, perchè la preghiera è come l'aria per la nostra vita; pregare è pensare, è conoscere Dio, come faceva Maria che custodiva gli eventi nel suo cuore; pregare è anche lottare con Dio, soprattutto quando si è nell'aridità, nel buio della vita, quando eleviamo in alto il nostro grido disperato, che può sembrare anche blasfemo; pregare, infine, è amare, poter abbracciare Dio. E la preghiera spesso, ha concluso Ravasi, è un incrocio silenzioso degli occhi tra due innamorati: "Voi sapete bene – lo diceva il grande Pascal – che nella fede, come nell’amore, i silenzi sono molto più eloquenti delle parole. Due innamorati veri, quando hanno esaurito tutto l’arsenale dei luoghi comuni del loro amore, ripetendosi lo stereotipo anche dell’amore, se sono veramente innamorati, si guardano negli occhi e tacciono”.

Radio Vaticana

Da questa sera gli Esercizi spirituali di Quaresima per Benedetto XVI e la Curia romana. Card. Ravasi: questo momento di silenzio, come uno spazio bianco, ha il senso di poter passare al nuovo orizzonte nel quale il Papa si sta inserendo e nel quale anche noi dovremo pur vivere

"Il mio compito, dopo il turbine che c’è stato, è soprattutto quello di creare un momento di oasi". Il card. Gianfranco Ravasi (foto), presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, dalle 18.00 di oggi inizierà a predicare gli Esercizi spirituali per Benedetto XVI e la Curia romana nella cappella Redemptoris Mater. Saranno giorni importanti, dopo la rinuncia di Joseph Ratzinger al Pontificato. "Lo ha voluto lui stesso e infatti non lo ha cancellato: questo momento di silenzio, come uno spazio bianco, ha proprio il senso di poter passare al nuovo orizzonte nel quale il Papa si sta inserendo e nel quale anche noi dovremo pur vivere". Nella Chiesa del Gesù, la "chiesa madre" del gesuiti a Roma, il cardinale ha appena finito di riflettere su Albert Camus, dopo una lettura della pièce I giusti. Le navate erano colme di persone mentre il grande biblista, tra gli applausi, dedicava la serata "alla figura di Benedetto XVI", il Pontefice che gli ha affidato l’iniziativa del "Cortile dei gentili" come un luogo di dialogo e confronto con i non credenti. Proprio la "tensione alla trascendenza" di Camus ne è un passaggio fondamentale, alla fine il cardinale cita una frase dell’autore de La peste: "Come essere santi senza Dio? È questo il solo problema concreto che io conosco". Il tema delle diciassette meditazioni che il Papa ha affidato a Ravasi, "sono curioso di vedere come svilupperà un discorso di ben 17 tappe!" gli aveva detto a Natale, e che il cardinale rivolgerà a Benedetto XVI, cardinali e monsignori fino a sabato 23 febbraio, è "Ars orandi, ars credendi. Il volto di Dio e il volto dell’uomo nella preghiera salmica". Un tema che ha a che fare proprio col "dialogo" tra uomo e Dio che si manifesta nel Salterio. "Io parlerò dei sei volti di Dio così come emergono dai Salmi e nelle altre meditazioni parlerò dei volti umani: compreso quello del non credente, nel Salmo 14", spiega Ravasi. Nel nostro tempo abbiamo a che fare con quella "eclissi del senso del sacro" che Benedetto XVI è tornato a denunciare mercoledì, dopo l’annuncio della sua rinuncia, anche come un mandato al suo successore e alla Chiesa. "Parlerò dei sei volti di Dio così come emergono dai Salmi e nelle altre meditazioni mi soffermerò sui volti umani: compreso quello del non credente, nel Salmo 14". Quello di Benedetto XVI, come lo aveva definito alla Radio Vaticana, è stato un "atto teologico", in un certo senso. "Ha dimostrato in maniera incisiva che cosa sia veramente il ministero petrino, proprio nel momento in cui dichiarava che non era più in grado fisicamente di poterlo continuare". Ravasi ricorda che proprio mercoledì il Papa aveva citato una frase di Etty Hillesum, la giovane olandese di origine ebraica morta ad Auschwitz il 30 novembre 1943, "e pensare che proprio da quel testo, non so per quali coincidenze, avevo pensato di cominciare i miei esercizi", sorride il cardinale. "Ci siamo ritrovati su Etty Hillesum senza saperlo!". La frase è tratta dai Diari della giovane: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c’è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri". Il programma degli esercizi, che si svolgono nella cappella Redemptoris Mater, prevede ogni giorno alle 9 la celebrazione delle lodi, seguita da una meditazione; alle 10.15 la celebrazione dell’ora terza e una seconda meditazione; alle 17 un’altra meditazione, che precede, alle 17.45, la recita dei vespri, l’adorazione e la benedizione eucaristica. Nella giornata di domenica 17, alle 18, gli esercizi si apriranno con la meditazione introduttiva, preceduta dall’esposizione eucaristica e la celebrazione dei vespri. Nell’ultima giornata, alle 9 verranno celebrate le lodi, seguite dalla meditazione conclusiva, l’ultima di diciassette. Un depliant pubblicato dalla Prefettura della Casa Pontificia illustra il calendario dettagliato delle giornate, con il tema e i salmi di riferimento di ogni meditazione. Nella settimana degli esercizi spirituali vengono sospese le udienze private e speciali, compresa l’udienza generale.

Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera - L'Osservaore Romano

INIZIO DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI IN VATICANO ALLA PRESENZA DEL SANTO PADRE
 
 

Benedetto XVI: grazie di essere venuti così numerosi! Grazie! La vostra presenza è un segno dell’affetto e della vicinanza spirituale che mi state manifestando in questi giorni. Questa sera inizierò la settimana di Esercizi spirituali, rimaniamo uniti nella preghiera

“Grazie a tutti voi!”. Così il Santo Padre ha esordito nei saluti in varie lingue dopo l’Angelus, nei quali, oltre a proporre ancora una riflessione sulla Quaresima, ha ringraziato per le preghiere in questi giorni per lui, dopo l’annuncio di lunedì scorso di rinuncia al ministero petrino. “Vi ringrazio per le vostre preghiere e vi domando di accompagnarmi spiritualmente durante gli Esercizi spirituali che cominceranno stasera”, ha sostenuto in francese. “Vorrei anche ringraziarvi per le preghiere e il sostegno che mi avete manifestato in questi giorni”, ha affermato in inglese. “Vi ringrazio per le molte prove del vostro attaccamento e per le vostre preghiere in questi giorni”, ha dichiarato in tedesco, chiedendo anche preghiere per gli imminenti Esercizi spirituali. “Di cuore ringrazio tutti per la preghiera e l’affetto in questi giorni. Vi prego di continuare a pregare per me e per il prossimo Papa, così come per gli Esercizi spirituali, che inizierò stasera insieme con i membri della Curia romana”, ha continuato in spagnolo. Pure in polacco non ha mancato di ringraziare per l’“orante sostegno e la vicinanza spirituale in questi giorni particolari per la Chiesa e per me”. Un caloroso saluto è andato ai pellegrini italiani: “Grazie di essere venuti così numerosi! La vostra presenza è un segno dell’affetto e della vicinanza spirituale che mi state manifestando in questi giorni”, ha evidenziato, mentre tutti lo acclamavano. Benedetto XVI poi ha rivolto un saluto in particolare all’Amministrazione di Roma capitale, guidata dal sindaco: “Con lui saluto e ringrazio tutti gli abitanti di questa amata città di Roma”. “A tutti auguro una buona domenica e un buon cammino di Quaresima. Questa sera inizierò la settimana di Esercizi spirituali: rimaniamo uniti nella preghiera. Grazie!”, ha concluso.

SIR

Il Papa: nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, a ben vedere in ogni momento, siamo di fronte a un bivio, vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?

A mezzogiorno di oggi, I Domenica di Quaresima, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. E' stata la penultima recita della preghiera mariana da Pontefice con i pellegrini che hanno riempito piazza San Pietro per salutarlo. Striscioni e ovazioni per il Santo Padre. Mercoledì scorso, con il tradizionale Rito delle Ceneri, ha ricordato il Papa, “siamo entrati nella Quaresima, tempo di conversione e di penitenza in preparazione alla Pasqua. La Chiesa, che è madre e maestra, chiama tutti i suoi membri a rinnovarsi nello spirito, a ri-orientarsi decisamente verso Dio, rinnegando l’orgoglio e l’egoismo per vivere nell’amore”. In questo Anno della fede, ha sottolineato, “la Quaresima è un tempo favorevole per riscoprire la fede in Dio come criterio-base della nostra vita e della vita della Chiesa. Ciò comporta sempre una lotta, un combattimento spirituale, perché lo spirito del male naturalmente si oppone alla nostra santificazione e cerca di farci deviare dalla via di Dio”. Per questo, nella prima domenica di Quaresima, “viene proclamato ogni anno il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto”. Gesù infatti, dopo aver ricevuto l’“investitura” come Messia – “Unto” di Spirito Santo – al battesimo nel Giordano, “fu condotto dallo stesso Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo”, ha aggiunto il Pontefice. Al momento di iniziare il suo ministero pubblico, “Gesù dovette smascherare e respingere le false immagini di Messia che il tentatore gli proponeva”. Ma, ha avvertito il Santo Padre, “queste tentazioni sono anche false immagini di uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone”. Gli evangelisti Matteo e Luca presentano “tre tentazioni di Gesù, diversificandosi in parte solo per l’ordine”. Il loro “nucleo centrale” consiste sempre nello “strumentalizzare Dio per i propri fini, dando più importanza al successo o ai beni materiali”. “Il tentatore – ha spiegato Benedetto XVI - è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari”. In questo modo, “Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce”. In ultima analisi, “nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?”. “Come ci insegnano i Padri della Chiesa – ha osservato il Papa -, le tentazioni fanno parte della ‘discesa’ di Gesù nella nostra condizione umana, nell’abisso del peccato e delle sue conseguenze. Una ‘discesa’ che Gesù ha percorso sino alla fine, sino alla morte di croce e agli inferi dell’estrema lontananza da Dio”. In questo modo, “Egli è la mano che Dio ha teso all’uomo, alla pecorella smarrita, per riportarla in salvo. Come insegna sant’Agostino, Gesù ha preso da noi le tentazioni, per donare a noi la sua vittoria. Non abbiamo dunque paura di affrontare anche noi il combattimento contro lo spirito del male: l’importante è che lo facciamo con Lui, con Cristo, il Vincitore”. Per stare con Lui, il Pontefice ha quindi invitato a rivolgerci “alla Madre, Maria: invochiamola con fiducia filiale nell’ora della prova, e lei ci farà sentire la potente presenza del suo Figlio divino, per respingere le tentazioni con la Parola di Cristo, e così rimettere Dio al centro della nostra vita”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS