sabato 4 giugno 2011

Il Papa: lasciate che Gesù vi prenda per mano, che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! Dategli fiducia, non vi deluderà mai!

Dopo l'incontro nel Teatro nazionale croato, nella Piazza del Bano Josip Jelačić di Zagreb, Benedetto XVI ha presieduto la veglia di preghiera con i giovani croati, iniziata con una Liturgia della Parola e proseguita con l’adorazione del Santissimo Sacramento, che rimarrà poi esposto per tutta la notte in preparazione alla Santa Messa di domani. Prima del suo arrivo, alcuni giovani hanno portato in processione la Madonna della Porta di Pietra "Majka Božja od Kamenitih vrata" , Patrona di Zagreb, e l'hanno collocata sul podio. Attorno a questa immagine i giovani si sono radunati nelle parrocchie ed hanno compiuto pellegrinaggi in preparazione al viaggio del Papa. Il Santo Padre, dopo aver attraversato in macchina panoramica la piazza, è stato accolto dal sindaco di Zagreb che gli ha consegnato le Chiavi della Città. L’incontro si è aperto con il saluto del presidente della Conferenza Episcopale croata, mons. Marin Srakić, arcivescovo di Đakovo-Osijek.
“Un luogo di incontri e di comunicazione - ha detto il Papa all'inizio del suo discorso, riferendosi alla piazza principale di Zagabria - dove spesso dominano il rumore e il movimento della vita quotidiana. Ora, la vostra presenza la trasforma quasi in un “tempio”, la cui volta è il cielo stesso, che questa sera sembra come chinarsi su di noi”. Ecco allora l’invito del Pontefice: essere sempre lieti nel Signore, custodire questa stessa gioia anche nei momenti oscuri, come ci racconta San Paolo nella lettera ai Filippesi, proclamata in piazza: “Egli si trova in carcere", ha spiegato il Santo Padre, "è incatenato, ma l’annuncio e la testimonianza del Vangelo non possono essere imprigionati”.
Il Papa ha descritto la giovinezza come tempo propizio per poter scoprire il significato dell’esistenza, un tempo intriso di speranze, di scelte impegnative, di sentimenti e interrogativi sul senso e sulla felicità di fronte ai quali Gesù si pone come la risposta autentica e decisiva: "Lasciate che vi prenda per mano! Lasciate che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! Dategli fiducia, non vi deluderà mai! Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre, vi fa comprendere che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella comunione con Lui, perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore, quello che vuole e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato della vita e siamo contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni, anche andando controcorrente". Il Papa ha invitato i ragazzi e le ragazze a scoprire in Gesù l'amico della loro vita commentando il tema “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, che ha scelto come tema per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, "che ci vedrà riuniti in agosto a Madrid e verso la quale siamo in cammino". “Crescendo nell’amicizia con il Signore, attraverso la sua Parola, l’Eucaristia e l’appartenenza alla Chiesa, con l’aiuto dei vostri sacerdoti, potrete testimoniare a tutti la gioia di aver incontrato Colui che sempre vi accompagna e vi chiama a vivere nella fiducia e nella speranza”, ha affermato. "Il Signore Gesù non è un Maestro che illude i suoi discepoli: Egli dice chiaramente che il cammino con Lui richiede l’impegno e il sacrificio personale, ma ne vale la pena!". L’entusiasmo dei 50mila ragazzi che ripetevano il nome del Papa è stato ricambiato dal sorriso di Benedetto e dal suo invito: “Cari giovani amici, non lasciatevi disorientare da promesse allettanti di facili successi, da stili di vita che privilegiano l’apparire a scapito dell’interiorità".
"Non cedete alla tentazione di riporre fiducia assoluta nell’avere, nelle cose materiali, rinunciando a scorgere la verità che va oltre, come una stella alta nel cielo, dove Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare alle altezze di Dio! Nella stagione della vostra giovinezza, vi sostiene la testimonianza di tanti discepoli del Signore che hanno vissuto il loro tempo portando nel cuore la novità del Vangelo”. Ai ragazzi il Papa ha portato l’esempio di un altro illustre figlio della terra croata: il Beato Ivan Merz. Un ragazzo che ha compreso che è Gesù a cercare per primo l‘uomo, “rispettando pienamente la vostra libertà, Egli si avvicina a ciascuno di voi e si propone come la risposta autentica e decisiva a quell’anelito che abita il vostro essere, al desiderio di una vita che valga la pena di essere vissuta”. L’esempio di Ivan che scopre la fede dopo la distruzione della guerra è illuminato dai “gesti di carità, di bontà che stupiscono e commuovono”. E, ha detto il Papa, “questa giovane esistenza, donata per amore, porta il profumo di Cristo, ed è per tutti un invito a non temere diaffidare se stessi al Signore”, e a comprendere, come ha saputo fare Maria, la meta alla quale tutti siamo chiamati: la piena comunione con Dio. "Tutta la nostra vita è un cammino verso l’Unità e Trinità d’Amore che è Dio; possiamo vivere nella certezza di non essere mai abbandonati. Cari giovani croati, vi abbraccio tutti come figli!".

Korazym.org, Zenit, Radio Vaticana

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (V) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: se la coscienza viene riscoperta luogo di ascolto di verità e bene, di responsabilità davanti a Dio e ai fratelli, c'è speranza per il futuro

Nel pomeriggio, dopo aver salutato alla Nunziatura Apostolica i membri del Comitato organizzatore statale del viaggio, Benedetto XVI si è trasferito in auto al Teatro nazionale croato di Zagreb, dove ha avuto luogo l’incontro con esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale ed imprenditoriale, con il Corpo Diplomatico e con i Leader religiosi. Dopo una breve introduzione musicale, sono stati rivolti al Papa gli indirizzi di omaggio da mons. Želimir Puljić, arcivescovo di Zadar e presidente della Commissione per la cultura della Conferenza Episcopale croata, e dal prof. Niko Zurak, medico e membro della Pontificia Accademia per la Vita, che ha ricordato le radici cristiane di molte istituzioni culturali croate e padre Ruđer Josip Boscovich, che tra le altre cose fu l’inventore del telescopio acromatico e precursore dell'atomismo moderno, ricevette dai Papi l'incarico per varie missioni scientifiche e diplomatiche, e addirittura consolidò la cupola della Basilica di San Pietro e la torre centrale del Duomo di Milano.
La religione "non è una realtà a parte rispetto alla società", ha affermato il Papa nel suo discorso, "è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l'ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità. La religione mette l'uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace". “Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione”. Secondo Benedetto XVI il tema della coscienza "è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale".
Il Papa ha affermato che "le grandi conquiste dell'età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi". A giudizio del Pontefice "la qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto 'critico' che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all'ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell'Occidente non ha rimedio e l'Europa è destinata all'involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell'ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità - che è la forza contro ogni dittatura - allora c'è speranza per il futuro". Il Pontefice ha quindi richiamato “le radici cristiane di numerose istituzioni culturali e scientifiche” croate. “Ricordare queste origini è necessario, anche per la verità storica, ed è importante saper leggere in profondità tali radici, perché possano animare anche l’oggi”, ha sottolineato. A suo avviso, è decisivo “cogliere il dinamismo che sta dentro l’avvenimento – per esempio – della nascita di un’università, o di un movimento artistico, o di un ospedale”, e “occorre comprendere il perché e il come ciò sia avvenuto, per valorizzare nell’oggi tale dinamismo, che è una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale”. Alla base di tutto, ha osservato, “ci sono uomini e donne, ci sono delle persone, delle coscienze, mosse dalla forza della verità e del bene”. Tra loro, ha citato in particolare padre Ruđer Josip Bošković, gesuita nato a Dubrovnik nel 1711 che “impersona molto bene il felice connubio tra la fede e la scienza, che si stimolano a vicenda per una ricerca al tempo stesso aperta, diversificata e capace di sintesi”.
In Bošković c’è l’analisi, c’è lo studio di molteplici rami del sapere, ma c’è anche la passione per l’unità, ha sottolineato il Papa, indicando che ciò “è tipico della cultura cattolica”. E' quindi “segno di speranza la fondazione di un’Università Cattolica in Croazia”, ha segnalato, auspicando che questa istituzione “contribuisca a fare unità tra i diversi ambiti della cultura contemporanea, i valori e l’identità” del popolo croato. “È nella formazione delle coscienze - ha quindi sottolineato il Papa - che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo che comincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparano ad approfondire le Sacre Scritture, che sono il ‘grande codice’ della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della comunità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è – ha concluso benedetto XVI citando l'Enciclica “Caritas in veritate” - la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera”. “Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito”, “e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico”. “È qui – ha sottolineato il Papa – che i 'Christifideles laici' sono chiamati a spendere generosamente la loro formazione, guidati dai principi della Dottrina sociale della Chiesa, per una autentica laicità, per la giustizia sociale, per la difesa della vita e della famiglia, per la libertà religiosa e di educazione”.

Korazym.org, TMNews, Zenit

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (IV) - il testo integrale del discorso del Papa

Vian: il contributo che la Croazia può portare all'Europa è radicato nell'umanesimo cristiano, nella visione di Benedetto antidoto allo scetticismo

''Una riflessione sull'Europa di oggi è venuta da Benedetto XVI durante l'incontro con i giornalisti che l'accompagnano in Croazia e all'arrivo a Zagabria, dove è stato accolto con rispetto e cordialità dal presidente Ivo Josipovic. Riflessione espressa con parole chiare sull'importanza dell'integrazione in Europa di una piccola Nazione che ha radicate tradizioni cristiane e un rapporto con la sede romana antico di almeno tredici secoli di storia''. E' quanto sottolinea il direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, nell'editoriale in prima pagina. ''In un continente sconvolto nel Novecento da guerre e violenze inenarrabili, ma che negli ultimi decenni si è dotato di strutture unitarie dapprima economiche e poi politiche, è urgente - prosegue Vian - che il processo verso l'unità venga sostenuto e arricchito sul piano culturale e spirituale. Nell'accoglienza di nuove Nazioni - come quella croata, vent'anni dopo l'indipendenza - che l'Europa deve sapere integrare accettando una diversità benefica. E il contributo che la Croazia può portare al continente è appunto radicato nell'umanesimo cristiano e nella forza di una storicità capace di contrapporsi al razionalismo astratto. E' questo nella visione del Papa l'antidoto allo scetticismo di fronte al volto più burocratico dell'Unione europea. Per questo motivo molti cittadini restano lontani o prendono le distanze da una costruzione unitaria reale, importante anche per l'esemplarità verso il resto del mondo''. Di fronte alle sfide della contemporaneità, si legge ancora, ''su tutte il disorientamento di una vita senza obblighi, spirito del tempo (Zeitgeist) attuale, la tradizione cattolica, 'che può trasformare il mondo', conta in Croazia su una storia che ha saputo superare ostacoli e conflitti, recenti e antichi. Come è emerso anche dalle parole di benvenuto del presidente e soprattutto da quelle di Benedetto XVI, nell'amicizia e nella vicinanza per questa Nazione, che si sente profondamente mitteleuropea più che balcanica''. ''E nella memoria di cristiani come il card. Franjo Šeper, predecessore di Joseph Ratzinger nella Congregazione per la Dottrina della Fede, e soprattutto come il Beato Alojzije Stepinac, eroico testimone della fede cristiana contro le dittature tra loro opposte degli ustascia e dei comunisti, difensore e protettore - al di là di radicati stereotipi frutto della propaganda totalitaria - di zingari, ebrei e ortodossi perseguitati. Un esempio - conclude Vian - per l'Europa di oggi''.

Asca

Una riflessione chiara

Il presidente della Croazia al Papa: la Chiesa portatrice di una civiltà e una cultura dove l'amore e la ragione sono uniti per il benessere dell'uomo

La Chiesa Cattolica, portatrice della civiltà e della cultura cristiana, ha avuto un ruolo che va oltre la creazione di nazioni moderne e degli stessi elementi moderni dello Stato, poichè "si tratta di una civilta e di una cultura nella quale sono uniti lo spirito dell’amore e la ragione per il benessere dell’uomo, in quanto individuo pienamente libero". Da questa consapevolezza nasce "la gioia di milioni di fedeli cattolici croati" che hanno accolto il Papa "in questo suo viaggio pastorale nel nostro Paese". Con queste parole il presidente della Croazia Ivo Josipovićha salutato Benedetto XVI al suo arrivo a Zagabria. Dopo aver ricordato la concomitanza del viaggio con il ventesimo anniversario della fondazione dello Stato democratico moderno e con gli ultimi sviluppi dell’iter per l’adesione della nazione all’Unione Europea, ha ringraziato la Santa Sede per la ferma posizione in difesa della Croazia e per l’impegno affinchè fosse assicurata "la sopravvivenza del nostro Stato". Del resto la Chiesa cattolica, ha aggiunto il presidente, ha avuto un ruolo importante in Croazia, negli anni più duri "per la difesa del nostro Paese. La Croazia, un Paese con una lunga tradizione cristiana, con il cattolicesimo come elemento essenziale dell’identità nazionale e culturale della maggioranza dei suoi cittadini, promuove la libertà di religione, il diritto delle comunità religiose di organizzarsi liberamente" secondo i propri principi; promuove "il rispetto delle caratteristiche di ognuna delle differenti confessioni religiose" e il rispetto della loro identità; favorisce la tolleranza e il dialogo tra le diverse comunità religiose. "Questi sono i valori che appartengono alle migliori conquiste della democrazia di oggi - ha aggiunto il presidente - e rappresentano anche l’eredità del Concilio Vaticano II, un avvenimento importante nella storia moderna della Chiesa, nell’attivazione e nel lavoro del quale presero parte il card. Franjo Šper e il teologo Tomislav Šgi Bunić i primi promotori dell’ottimismo e della tolleranza conciliare in Croazia". Il presidente ha poi concluso riaffermando che il benessere della società passa attraverso la protezione della famiglia soprattutto pensando alle grandi sfide che ancora attendono il popolo croato nel suo cammino futuro.

L'Osservatore Romano

Discorso di saluto del Presidente della Repubblica di Croazia, prof. Ivo Josipović

La visita di cortesia al presidente della Repubblica. L'udienza del Papa al presidente del governo: famiglia, giovani e educazione nel colloquio

Al termine della cerimonia di benvenuto all'aeroporto internazionale ''Pleso'' di Zagabria, il Papa si è recato in auto al Palazzo Presidenziale di Zagabria dove ha avuto luogo la visita di cortesia al presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipovic (foto). Al suo arrivo, il Papa è stato accolto dal presidente che lo ha atteso all'ingresso del Palazzo. Quindi, raggiunto lo studio privato, dopo lo scambio dei doni, il Santo Padre e il Presidente della Repubblica di Croazia si sono intrattenuti in colloquio privato. Esperto del diritto, il capo dello Stato Josipović è un apprezzato autore di opere di musica classica contemporanea. Per questo, nello scambio dei doni, il Pontefice, anch'egli amante della musica, ha regalato al presidente un volume di Codices Cantorum Miniature, che illustra i manoscritti miniati della Cappella Sistina. A Benedetto XVI, il presidente Josipovic ha donato una riproduzione della prima canna di "do" del più antico organo esistente nella parte settentrionale della Croazia. L'incontro si è concluso con la presentazione della famiglia del presidente e delle rispettive delegazioni.
Al termine della visita di cortesia, il Papa si è trasferito in auto alla Nunziatura Apostolica di Zagabriam, sulla collina di Ksaver, dove ha avuto luogo l'udienza al presidente del governo, Jadranka Kosor (foto). Al suo arrivo Kosor è stata accolta dal cardinale Segretario di Stato e dal nunzio apostolico che l'hanno accompagnata nella biblioteca della Nunziatura dove ha avuto luogo un breve colloquio in attesa dell'arrivo del Papa. Dopo il colloquio privato con Benedetto XVI c'è stato lo scambio dei doni: un trittico di medaglie del pontificato da parte del Papa, un crocifisso in oro e argento e la riproduzione di un evangeliario dell’XI secolo da parte della premier. Nei colloqui con il presidente e il premier sono stati affrontati i temi della famiglia, dei giovani e dell'educazione. L'incontro si è concluso con la Firma del Libro d'oro della Presidenza del Governo e con la presentazione dei familiari e dei più stretti collaboratori. Al termine dell'Udienza, il Papa ha pranzato in Nunziatura con i membri del Seguito papale.

Asca, Radio Vaticana

Il Papa: possa la Croazia, forte della sua ricca tradizione spirituale e culturale, contribuire a far sì che l'Unione Europea la valorizzi appieno

Papa Benedetto XVI è atterrato intorno alle 10.45 a Zagabria per un viaggio di due giorni in Croazia, in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate. All’arrivo all’aeroporto internazionale di Zagabria, il Santo Padre è stato accolto dal presidente della Repubblica di Croazia, Ivo Josipović, dall’arcivescovo di Zagabria, card. Josip Bozanić, e dal presidente della Conferenza Episcopale croata, mons. Marin Srakić, arcivescovo di Đakovo-Osijek. Con il nunzio apostolico mons. Mario Roberto Cassari erano presenti inoltre i vescovi della Croazia, alcune Autorità civili e un gruppo di fedeli.
All'inizio del suo discorso, Benedetto XVI ha salutato in croato quella che ha definito l’“amata terra croata” e ha ringraziato il presidente Josipović. ''Desidero in questo momento ricongiungermi idealmente alle tre visite pastorali compiute in Croazia dal mio amato predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, e ringraziare il Signore per la lunga storia di fedeltà che lega il vostro Paese alla Santa Sede. Possiamo contare oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose".
"Questa storia è testimonianza eloquente dell'amore del vostro popolo per il Vangelo e per la Chiesa. Fin dalle origini, la vostra Nazione appartiene all'Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l'identità personale e nazionale dei suoi figli''. Lo ha detto il Papa nel suo discorso. ''Le sfide - ha continuato il Pontefice - che derivano dalla cultura contemporanea caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di 'spazi del privato', richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell'identità del vecchio Continente''. ''A vent'anni dalla proclamazione dell'indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell'Unione Europea - ha proseguito - la storia passata e recente di questo vostro Paese può costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l'intera compagine, a conservare e a ravvivare l'inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Possa così questa cara Nazione, forte della sua ricca tradizione, contribuire a far sì che l'Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale''.
''Con il motto 'Insieme in Cristo', cari fratelli e sorelle, giungo a voi per celebrare la 1° Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Questo importante momento sia occasione per riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l'unita', ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarietà sociale''. ''Ringrazio sentitamente - ha concluso Papa Benedetto in croato - fin da ora tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione e all'organizzazione della mia visita. Dinanzi alle sfide che interpellano oggi la Chiesa e la società civile, invoco su questa terra e su quanti vi abitano l'intercessione e l'aiuto del Beato Alojzije Stepinac, Pastore amato e venerato dal vostro popolo''. ''Possa egli - ha proseguito - accompagnare le giovani generazioni a vivere in quella carità che spinse il Signore Gesù Cristo a donare la vita per tutti gli uomini. San Giuseppe, custode premuroso del Redentore e celeste Patrono della vostra Nazione, insieme con la Vergine Maria, 'Fidelissima Advocata Croatiae', vi ottenga oggi e sempre pace e salvezza''.

TMNews, Radio Vaticana, Asca

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (II) - il testo integrale del discorso del Papa

Il colloquio del Papa con i giornalisti nel volo: la millenaria storia cattolica della Croazia, l'ingresso in Europa, la figura del card. Stepinac

Questa mattina, nel corso del viaggio aereo verso la Croazia, Papa Benedetto XVI ha incontrato i giornalisti del volo papale. Un popolo che vive la fede “con il cuore” e che guarda “con grande gioia”, e qualche cautela, all’ingresso del proprio Paese nell’Unione Europea: sono le due immagini che il Papa ha regalato della gente croata, rispondendo a tre domande dei cronisti, che gli hanno anche chiesto una riflessione sul Beato cardinale Stepinac.
Rispondendo alla prima domanda, il Papa ha ricordato di essere già stato due volte in Croazia venendo a contatto con la pietà popolare del popolo croato che, ha detto, “è molto simile a quella delle mie terre” e una fede realmente incarnata: “Una fede vissuta con il cuore, dove il soprannaturale diventa naturale e il naturale è illuminato dal soprannaturale. E così ho visto e vissuto questa Croazia, con la sua millenaria storia cattolica, sempre molto vicina alla Santa Sede...Ho visto che qui c’è una fratellanza molto profonda nella fede, nella volontà di servire Dio per l’uomo, nell’umanesimo cristiano. In questo senso, mi sembra, c’è un collegamento naturale in questa vera cattolicità, che è aperta a tutti e che trasforma il mondo, o che vuol trasformare il mondo secondo il progetto del Creatore”.
“Noi non siamo Balcani, ma siamo Mitteleuropa”. C’è più dell’orgoglio nelle parole dei cardinali croati Sipac, Kuharic, Posanic, che Benedetto XVI ha citato rispondendo alla domanda sulla Croazia e il suo ingresso nell’Unione Europea. C’è in quelle parole la consapevolezza di un Paese che, ha riconosciuto il Papa, si colloca dove “storicamente e culturalmente” è sempre stato, “nel centro dell’Europa, della sua storia e della sua cultura”. In questo senso è logico, giusto e necessario che entri". Il Pontefice ritiene “che il sentimento prevalente sia quello di gioia”, per un approdo in quelle strutture comunitarie che oggi esprimono la nuova unità continentale.
E tuttavia, ha osservato con realismo Benedetto XVI, “si può capire anche un certo scetticismo se un popolo numericamente non grande entra in questa Europa già fatta e già costituita. Si può capire che forse c’è una paura di un burocratismo centralistico troppo forte, di una cultura razionalistica, che non tiene sufficientemente conto della storia, della ricchezza della storia e anche della ricchezza della diversità storica...L’identità europea è un’identità propria nella ricchezza delle diverse culture, che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani”. Le radici cristiane sono il cuore della questione. Il Papa ha augurato che, “nel processo reciproco di dare e avere” rappresentato dall’ingresso nell’Ue, la Croazia possa rafforzare, “contro un certo razionalismo astratto”, la “storicità” e la “ricchezza” che le viene da una cultura intrisa di Vangelo. In questo senso il Papa ha incoraggiato i croati: il processo di ingresso nell’Ue è un processo reciproco di dare e ricevere. Anche la Croazia offre qualcosa con la sua storia, con la sua capacità umana ed economica, e riceve qualcosa allargando il proprio orizzonte, non solo economico ma anche culturale e spirituale.
La terza risposta ai cronisti sull’aereo è stata un breve e intenso ritratto del cardinale Stepinac. Ricordando come, prima contro il regime degli ustascia, strumentalizzato da Hitler, e poi contro il regime comunista, il Beato Stepinac abbia combattuto contro due ideologie antiumane e difeso “il vero umanesimo”, quello che dipende dalla presenza di Dio, che dona all’uomo la sua dignità. In definitiva, ha concluso Benedetto XVI, il destino del Beato Stepinac si può sintetizzare “in due lotte diverse e contrastanti e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana, è un grande esempio non solo per i croati, ma per tutti noi”.

Radio Vaticana

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (III) - il testo integrale dell'intervista al Papa

Il Papa: l'Italia continui a riconoscere la famiglia cellula fondamentale della società. Napolitano: pieno successo per la missione in Croazia

Nel momento di lasciare il territorio italiano, Benedetto XVI ha fatto pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, un messaggio telegrafico. "Mi è caro rivolgere a Lei Signor Presidente un deferente saluto nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Croazia in occasione della Giornata delle Famiglie Cattoliche - si legge nel testo diffuso dalla Santa Sede - e mentre invoco sull'intera nazione italiana copiosi doni di luce e sapienza affinché continui a riconoscere l'istituto familiare cellula fondamentale della società sostenendolo con adeguati interventi porgo a Lei ed ai suoi collaboratori - conclude Papa Ratzinger - fervidi auguri di proficuo impegno a servizio del popolo italiano a cui invio la mia benedizione".
"Santità, desidero farLe pervenire il più sincero ringraziamento per il messaggio che Ella ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio Apostolico in Croazia". Il presidente Napolitano ha inviato a Benedetto XVI un messaggio di risposta. "Ella - scrive Napolitano - visiterà una terra che ha grandemente contribuito a forgiare il patrimonio di valori e di cultura che è alla base della comune civilta' europea. Nei vent'anni trascorsi dalla propria indipendenza, la Croazia ha ripreso il proprio posto tra gli stati democratici nella comunità internazionale. Essa persegue il traguardo di quella piena integrazione nell'Europa unita che anche l'Italia considera necessaria per garantire la stabilità della travagliata regione balcanica e un armonico sviluppo economico e sociale al nostro continente. Nell'augurarLe pieno successo per la sua missione - conclude il capo dello stato - mi è gradito, Santità, rinnovarLe i sensi della mia profonda stima e considerazione".

TMNews, Agi

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (I)

Messaggio del presidente Napolitano a Sua Santità Benedetto XVI in occasione del viaggio Apostolico in Croazia

ll Papa è partito per la Croazia. Buon viaggio, Santo Padre!

Papa Benedetto XVI è partito dall'aeroporto Leonardo da Vinci per il viaggio apostolico in Croazia, in occasione della Giornata Nazionale delle famiglie cattoliche croate. E' il suo 19° viaggio apostolico internazionale, il primo di quest'anno. Allo scalo romano, dove è giunto alle 9.25 con un elicottero dell'Aeronautica militare dal Vaticano, il Pontefice è stato accolto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Letta ha accolto Benedetto XVI, sorridente, quando è sceso dal velivolo e poi, conversando a tu per tu con lui, lo ha accompagnato fin sotto la scaletta dell'Airbus A320 di Alitalia, battezzato ''Carlo Goldoni'', con cui il Papa si reca in Croazia. Qui, poco prima di salire sull'aereo, il Pontefice è stato salutato, tra gli altri, dal Direttore Aviation di Adr, Elia Pistola, dal sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, dal Direttore Enac dell'aeroporto di Fiumicino, Vitaliano Turrà e dal vescovo della diocesi di Porto e Santa Rufina, mons. Gino Reali.

Agi

Il Papa in Croazia. Il seguito papale, i giornalisti, i fotografi e gli operatori: le 81 persone che accompagnano nel volo Benedetto XVI

Tutto pronto per il 19° viaggio internazionale di Benedetto XVI, che sarà alla volta della Croazia e avrà per tema “Insieme in Cristo”. Oggi e domani il Papa sarà a Zagabria, per fare festa con le famiglie cattoliche croate in occasione della loro Giornata nazionale, ma incontrerà anche numerosi settori della società civile. Partirà alle 9.30 l’Airbus A320 “Carlo Goldoni” dell’Alitalia, volo papale codice AZ 4000. A bordo, oltre il Santo Padre, il seguito papale, i giornalisti ammessi al volo, un funzionario della Sala stampa vaticana e uno dell’Alitalia. In tutto, viaggeranno con il Santo Padre 81 persone. Del seguito papale faranno parte due cardinali, due vescovi, otto sacerdoti e diciotto laici. A capo ci sarà il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. Con lui anche il card. Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Del seguito anche i vescovi Giovanni A. Becciu, Sostituto alla Segreteria Di Stato e Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei vescovi. I sacerdoti saranno mons. Guido Marini, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche pontificie, mons. Georg Gänswein, Segretario particolare del Papa, mons. Alfred Xuereb della Segreteria particolare di Sua Santità e mons. Paolo Luca Braida e don Miroslav Vidovic, Officiali della Segreteria di Stato. Fanno parte del seguito anche i coadiutori liturgici, mons. Konrad Krajewski e don Vincenzo Peroni. A curare i rapporti con i media, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, del CTV e della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, e il funzionario della Sala Stampa, Vik van Brantegem. Tra i laici che faranno parte del seguito, il dott. Alberto Gasbarri, Responsabile dell’organizzazione del viaggio, coadiuvato dal dott. Paolo Corvini, e il prof. Giovanni Maria Vian, direttore de L'Osservatore Romano. Nel seguito anche il medico personale del Papa, dott. Patrizio Polisca, il dott. Giampiero Vetturini, direttore dei servizi sanitari S.C.V. e l’assistente di camera del Papa, Paolo Gabriele. La sicurezza personale del Santo Padre sarà garantita dai cinque della gendarmeria vaticana, guidati dal dott. Domenico Giani, oltre che dal Ten. Col. Christoph Graf e dal Magg. William Kloter della Guardia Svizzera pontificia. Per i media della Santa Sede, faranno parte del seguito il fotografo de L’Osservatore Romano, Francesco Sforza, due operatori del CTV e due della Radio Vaticana. L’assistente dall’Alitalia per i trasferimenti aerei sarà Stefania Izzo. 49 i giornalisti accreditati che viaggeranno con Benedetto XVI, di cui 15 per testate italiane e 4 per conto di media vaticani. Tra questi ultimi, Barbara Castelli e Simone Coali per il CTV, Nicola Gori e Simone Risoluti per L’Osservatore Romano. Gli altri giornalisti rappresentano le più importanti testate mondiali. Sette sono photoreporter: Vincenzo Pinto per AFP Photo, Daniel Dal Zennaro per Ansa Foto, Pier Paolo Cito per AP Photo, Alessandro Bianchi per Reuters Photo, Alessia Giuliani per Catholic Press Photo, Grzegorg Galazka per SIPA Press e Michael Kappeler per DPA Photo. Per le testate televisive saranno presenti 13 giornalisti, di cui 6 corrispondenti, 6 cameramen e un producer. Tra i corrispondenti Cristiana Caricato di Tv2000, mons. Guido Todeschini di Telepace, Valentina Alazraki Crastic di Televisa, Philippine De Saint-Pierre di KTO, Jurgen Erbacher di ZDF e Gregory Burke di Fox News.Tra i cameramen gli inviati di EU Pool TV (Stefano Belardini), AP-Reuters Pool TV (Gabriele Pileri), Tv2000 (Andrea Tramontano), Telepace (Cespa Alessandro), Televisa e KTO TV. Unico producer sarà Hanna Rantala dell’AP-Reuters Pool TV. I redattori di giornali, agenzie e periodici saranno 23. Per i quotidiani italiani saranno presenti Marco Ansaldo (La Repubblica), Giacomo Galeazzi (La Stampa), Franca Giansoldati (Il Messaggero), Carlo Marroni (Il Sole 24 Ore), Salvatore Mazza (Avvenire) e Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera). Per i quotidiani stranieri: Juan Gonzalez Boo (ABC), Jean-Marie Guénois (Le Figaro), Stéphanie Le Bars (Le Monde), Albert Link (Bild), Frederic Mounier (La Croix), Silvije Tomasevic (Vecernji List). Per le agenzie di stampa italiane ci sarà Eva Bosco dell’Ansa. Tra le altre agenzie presenti gli inviati della EFE, I.Media, UCA News, CNS, CIC, AFP e AP. I corrispondenti per le radio saranno tre: Raffaele Luise (Rai – Gr), Paloma Gomez Borrero (Cadena Cope) e Aura Vistas Miguel (Radio Renascença). Dopo un volo di un’ora e mezza, 516 km percorsi, il volo papale atterrerà alle ore 11.00 all’aeroporto internazionale Pleso di Zagabria, dopo aver attraversato Italia e Croazia. Nella serata di domani, alle ore 19.45 locali, partenza del volo papale OU7982 con l’Airbus A320 “Dubrovnik” della Croatia Airlines, per l’Aeroporto di Ciampino (Roma), dopo aver sorvolato Croazia, Bosnia Erzegovina e Italia.

Korazym.org

Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Padre Lombardi: nei discorsi di Benedetto XVI sempre un approccio positivo alla nuova cultura digitale

Il mondo sta diventando una grande rete sociale grazie al ruolo dominante di Internet nella società, e i cristiani devono stare attenti a mantenere come punto centrale la dignità della persona umana. Lo afferma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un'intervista concessa a Intercom magazine, una risorsa pastorale e liturgica della Conferenza Episcopale d'Irlanda. Riflettendo sul Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra questa domenica, il portavoce vaticano osserva che le realtà virtuali non dovrebbero mai essere meramente superficiali, né perdere la propria qualità. “Che tipo di amicizie si costruiscono on-line?”, chiede. “La rete è un luogo in cui possiamo offrire una 'testimonianza' convincente e credibile o solo un contesto di presenze senza impegno, profili fittizi in cui non siamo capaci di ammettere la verità su noi stessi?”. “E' una cultura in cui soprattutto i giovani sono profondamente immersi, sperimentando simultaneamente opportunità meravigliose di nuove relazioni e rischi crescenti di isolamento o allontanamento dalla vita quotidiana”, indica il sacerdote. Padre Lombardi sottolinea che i cristiani devono riflettere su tali questioni, e aggiunge che Benedetto XVI assume sempre un approccio positivo alla nuova cultura digitale nei suoi discorsi pastorali. “Il Messaggio di quest'anno è un forte appello a una riflessione profonda su come viviamo la nostra esperienza umana e il nostro impegno cristiano nell'era e nella cultura di Internet”, spiega.

Zenit