domenica 17 aprile 2011

Padre Lombardi: 'YouCat' non nasce perfetto ma è un bel miracolo per indicare ai giovani la strada della felicità. Dobbiamo farlo crescere insieme

Un “bel miracolo” che ha lo scopo di continuare a far parlare Gesù ai giovani di oggi. Così padre Federico Lombardi ha definito “YouCat”, il piccolo libro giallo che compendia il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992 e che sarà negli zaini dei giovani partecipanti alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. Nel suo editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano, il direttore della Sala stampa vaticana ha spiegato che “già il Grande Catechismo della Chiesa Cattolica, composto per volontà di Giovanni Paolo II sotto la guida del card. Ratzinger è stato un 'miracolo', perché pochi credevano alla possibilità di raggiungere una formulazione comune, unitaria, sistematica e complessiva della nostra fede in questo tempo di evoluzione rapidissima delle mentalità e dei linguaggi, di varietà e di frammentazione culturale esplosiva”. “Miracolo dell’unità della fede nel cammino travagliato della storia – ha aggiunto –, miracolo di una forza centripeta che attira verso Cristo nonostante le innumerevoli forze centrifughe in azione per disperderci nella Babele del mondo”. “Ma quest’unica fede – ha continuato il gesuita – va detta in linguaggi capaci di giungere alla mente e al cuore dei giovani d’oggi, va articolata in risposte alle domande che essi si fanno ogni giorno. Se no, diventerà gradualmente sempre più lontana dalla vita”. “Perciò – ha sottolineato il portavoce vaticano – bisogna studiare il Grande Catechismo con i giovani, insieme, in comunità, per capirlo e riscriverne la ricchezza in parole accessibili ai compagni, alle amiche e agli amici, pieni anch’essi di domande e di attese”. “Bisogna tradurre il libro della fede perché Gesù Cristo parli anche oggi ai giovani, e non solo ai giovani di un paese, ma di tanti paesi diversi, che hanno in comune non solo le musiche e i modi di vestirsi, ma anche gli interrogativi decisivi di sempre”. “Meravigliosa avventura! Coraggiosissima impresa! 'YouCat' non nasce perfetto, ma è un bel miracolo che lo abbiamo in mano – ha concluso –. Dobbiamo migliorarlo e farlo crescere insieme, con il passo delle nuove generazioni, con la passione dell’unità della fede che risponde al loro desiderio profondo di comunità e di speranza. Buon cammino 'YouCat', per indicare ai giovani la strada della felicità!”.

Zenit

"YouCat", un piccolo libro per le grandi risposte della fede: editoriale di padre Lombardi

VI anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Il tempo terribile sembra finito, ma si aprono nuove sfide per il Pontificato di Joseph Ratzinger

Il tempo terribile sembra finito. L'anno scorso, il 16 aprile, Benedetto XVI si preparava ad affrontare il viaggio a Fatima, da dove avrebbe messo in penitenza tutta la Chiesa per lo scandalo della pedofilia. Le notizie su nuovi scandali di pedofilia erano incessanti. La Chiesa si trovava ad affrontare una bufera senza precedenti. "Una barca in mezzo alla tempesta", l'ha più volte definita Benedetto XVI. Ieri Joseph Ratzinger ha compiuto 84 anni, martedì sarà il VI anniversario dell'Elezione. Guardando indietro, forse l'ultimo anno è stato il più difficile al timone della barca in mezzo alla tempesta. Joseph Ratzinger ne è venuto fuori come ha sempre fatto: con la preghiera, la penitenza e lo studio. Il suo ottanquattresimo anno di vita è coinciso con la pubblicazione della seconda parte del Gesù di Nazaret, la sua opera teologica più importante, nella quale si rispecchiano la vita e il pensiero di Joseph Ratzinger. Il "Gesù di Nazaret" rappresenta il picco di un anno che si mette dietro le spalle lo scandalo della pedofilia (alcune nuove rivelazioni provenienti dal Belgio sono niente in confronto al Calvario che viveva la Chiesa ad aprile dello scorso anno) e guarda verso il futuro, verso nuovi traguardi ecumenici. A giugno, Benedetto XVI va a Zagabria per due giorni. E c'è chi comincia ad ipotizzare che sarà l'occasione buona per un incontro con il Patriarca di Mosca Kyrill, cui tra l'altro Papa Ratzinger è legato da amicizia. Un incontro in territorio neutro, un primo passo per rimarginare una ferita che fino a poco tempo fa sembrava insanabile. Si tratta solo di voci di fantasia? Forse. Ma gli ambienti da cui provengono raccontano di una volontà vera di Benedetto XVI di arrivare finalmente all'unità compiuta dei cristiani. Un po' di questa unità è stata ricomposta grazie alla Costituzione Apostolica "Anglicanorum Coetibus", che ha istituito un Ordinariato speciale per i gruppi di anglicani che si vogliono convertire al cristianesimo. Polemiche? Qualcuna, ma nemmeno troppe. Così Benedetto XVI è andato in Inghilterra a settembre, dove ha beatificato il card. Newman, convertito eccellente e figura intellettuale principe del secolo, tra gli applausi degli inglesi. Anche lì, ha parlato al mondo della cultura ed esaltato una fede fondata sulla ragione. Questo è stato anche l'anno del Concistoro: 24 nuove porpore hanno portato il Sacro Collegio ad avere 121 elettori. Ma per poco, perché ora di nuovo il numero di cardinali che entreranno in Conclave per scegliere il successore di Benedetto XVI è sceso sotto i 120. E ci sono ancora altri cardinali in procinto di compiere gli ottanta anni, e dunque perdere automaticamente il diritto di partecipare al prossimo conclave. E allora già si parla di un prossimo Concistoro per quest'anno, stavolta "mini", con meno porporati, nell'ordine di sei o sette. Da queste scelte si comprenderà quale sarà il volto che Benedetto XVI darà alla Chiesa. Di certo, tra loro ci sarà l'arcivescovo di Bruxelles André Joseph Leonard, che sta vivendo momenti difficili a causa di una frangia contestazione continua che lo bersaglia di torte alla crema in ogni evento pubblico. E poi i viaggi: Venezia e Aquileia, San Marino, l'impatto con i giovani della GMG di Madrid in una Spagna dominata fino ad ora dallo zapaterismo ma pervasa da un forte senso di religioso, la Calabria e l'Africa. Ma la missione più difficile, per Benedetto XVI, sarà il ritorno in patria. Nel programma dei viaggi, anche una visita a Berlino, cosa che non accadeva da tempo. Nella sua Germania, ma in una città fortemente secolarizzata, dove la coalizione di governo è definita rossa-rossa. Riuscirà il Papa tedesco a conquistare la Germania indifferente?

Andrea Gagliarducci, La Sicilia

Su 'National Geographic Channel' questa sera 'Inside: Vaticano segreto', documentario che racconta la vita all'interno della Santa Sede

E' il centro del cattolicesimo. E' il più piccolo Stato sulla faccia della Terra. E' lo scrigno di inestimabili tesori d'arte. E' il Vaticano. Ogni anno milioni di visitatori giungono nel nostro Paese per visitarlo, ma solo poche persone hanno l'opportunità di conoscerlo da vicino e di incontrare i suoi cittadini come il fotografo ufficiale del Papa o la sua guardia del corpo. National Geographic Channel (SKY canale 403) offre agli spettatori un accesso esclusivo nella vita dentro la Santa Sede: "Inside: Vaticano segreto", in onda questa sera alle 21.10 (in replica domenica 24 alle ore 22.10). Girato in alta definizione, il documentario mostra luoghi inaccessibili ai più e documenti difficilmente consultabili, come gli atti originali dell'interrogatorio di Galileo Galilei da parte dell'Inquisizione. Ma la vera protagonista è la quotidianità di chi vive in Vaticano, partendo dal suo cittadino più famoso: Papa Benedetto XVI, che vedremo mentre passeggia per i giardini vaticani, guarda la televisione con i suoi collaboratori o si raccoglie in preghiera nella cappella privata. Accompagnati dal card. Angelo Comastri scenderemo sotto la Basilica di San Pietro per visitarne il luogo più sacro: il sepolcro dell'apostolo di Gesù. Davide Giulietti, capo delle guardie del corpo, aprirà alle telecamere di National Geographic Channel le porte della sala di controllo della Santa Sede, centro nevralgico della sicurezza vaticana. Scopriremo le attività messe in campo per proteggere la vita del Papa. Un compito che richiede attenzione continua e massima discrezione: "La passeggiata quotidiana del Santo Padre è sicuramente un momento privato. Il nostro primo dovere è garantire che il Santo Padre in questa circostanza momento sia solo, non trovi nessuno e non veda neanche i gendarmi, che si nascondono in modo da garantire riservatezza e discrezione". Valentino Dumitrana, un ragazzo che vive e studia in Vaticano, dove svolge la funzione di chierichetto, ci rivelerà il suo sogno: assistere Papa Ratzinger durante la celebrazione di una Messa. "Il mio obiettivo - afferma Valentino - è quello di incontrare il Papa, chiedergli come è per lui essere Papa, se è molto faticoso. Perché lui ha una grande responsabilità su tutta la Chiesa cristiana". Francesco Sforza spiegherà il significato di essere il fotografo ufficiale di Papa Raztinger e di seguirlo nei momenti privati come nelle occasioni pubbliche. "Quando si sta davanti al Papa è come se fosse sempre la prima volta, il primo momento, il primo istante. Quando mi capita di salutarlo, è sempre un'emozione". Vedremo i preparativi compiuti da Sforza e dal suo team per immortalare un evento storico: la visita che il Presidente USA, Barack Obama, ha compiuto in Vaticano: "Fai la storia. Questa è la cosa principale: riesci a comunicare agli altri cose che non possono vedere in quel momento. E quindi ci sentiamo di essere la finestra sul mondo". Gudrun Sailer, giornalista di Radio Vaticana, ricostruirà invece per National Geographic Channel la storia della prima donna assunta in Vaticano con contratto e un salario regolari. Si trattava di Hermine Speier: non era una suora, ma una laica, proveniva dalla Germania ed era ebrea. L'anno era il 1934 e il nazismo era al potere. Ma la Città del Vaticano è anche il luogo che custodisce tantissimi capolavori. A farci da guida tra questi tesori, prima tra tutti la Cappella Sistina, sarà Stefania Pandozy, una delle responsabili dei Musei Vaticani. Sono opere d'arte che vanno costantemente controllate e preservate. E sono tantissime. Basti pensare solamente a quelle contenute nel Museo Missionario Etnologico, che raccoglie i manufatti provenienti dalle missioni cattoliche ai quattro angoli del Pianeta: "La collezione - spiega Pandozy - si compone di un nucleo di 70.000 opere iniziali ma si va sempre di più arricchendo. Infatti oggi siamo alle 80.000. Credo che in questo museo ci siano moltissime cose di altissimo valore spirituale e che vadano semplicemente lette, riscoperte e conosciute".

Digital-Sat

Il Papa: impariamo da Maria a seguire il Signore anche quando la via porta alla croce. Giovani, vi do appuntamento ad agosto a Madrid per la GMG

"Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, specialmente i giovani, ai quali do appuntamento a Madrid, per la Giornata Mondiale della Gioventù, nel prossimo mese di agosto": lo ha detto Papa Benedetto XVI al termine della Santa Messa delle Palme, prima della recita dell'Angelus in Piazza San Pietro. Le stesse parole il Santo Padre le ha rivolte ai giovani spagnoli presenti affinché, ha detto, "mi accompagnino" verso la GMG di Madrid. In polacco, ha invitato i giovani ad accogliere la Croce di Gesù, “segno dell’amore di Dio, come fonte di vita nuova”. Un saluto particolare Papa Ratzinger lo ha rivolto poi ai pellegrini arrivati dalla Colombia "dove - ha ricordato - il prossimo Venerdì Santo si celebra la giornata di preghiera per le vittime della violenza. Mi unisco spiritualmente a questa importante iniziativa ed esorto i colombiani a partecipare". Quindi si è augurato: "Mai più violenza in Colombia, che regni la pace". E' stata quindi la volta dei giovani di lingua portoghese a cui ha auspicato "una Settimana Santa ricca di frutti spirituali", invitandoli a mettersi alla scuola della Vergine Maria "per ascoltare Dio nel silenzio interiore, guardare gli altri con cuore puro e seguire Gesù con fede amorosa, lungo il cammino che conduce al calvario e che porta alla gioia della Resurrezione". "Ci vediamo a Madrid, se Dio vuole", ha detto il Papa ai giovani in portoghese. Quindi è arrivato il turno dei giovani polacchi “che si preparano all’incontro mondiale a Madrid”. A loro il Papa ha detto: “La Croce di Cristo è il 'sì' di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Dunque, non posso che invitarvi ad accogliere la Croce di Gesù, segno dell’amore di Dio, come fonte di vita nuova". "Ci rivolgiamo in preghiera a Maria - ha concluso Benedetto XVI -, affinché ci aiuti a vivere con fede intensa la Settimana Santa. Anche Maria esultò nello spirito quando Gesù fece il suo ingresso regale in Gerusalemme, compiendo le profezie; ma il suo cuore, come quello del Figlio, era pronto al Sacrificio. Impariamo da Lei, Vergine fedele, a seguire il Signore anche quando la sua via porta alla croce". Alla fine di tutto, il fuori programma: il coro della diocesi di Roma ha intonato "Tanti auguri a te" per l'84° compleanno di Benedetto XVI e la folla si è unita alla canzone.

TMNews, Zenit


Il Papa: lasciarsi totalmente attirare dalla forza di gravità di Dio. Nel suo amore crocifisso Cristo ci prende per mano e ci conduce in alto

Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto in Piazza San Pietro la solenne Celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, davanti a oltre cinquantamila persone, che ha aperto i riti della Settimana Santa. Il Papa ha benedetto le palme e gli ulivi, poi la processione di oltre mezz'ora di cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli con in mano rami d'ulivo ha accompagnato Benedetto XVI che, sulla papamobile, vestito dei paramenti rossi, ha poi raggiunto l'altare per la Santa Messa della Passione del Signore. La processione ricorda l'ingresso in Gerusalemme di Gesù acclamato dalla folla. Benedetto XVI ha concelebrato con il vicario di Roma card. Agostino Vallini e con il presidente e il segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, card. Stanislaw Rylko e mons. Josef Clemens. Alla celebrazione hanno preso parte, in occasione della ricorrenza diocesana della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, giovani di Roma e di altre Diocesi, come preludio della GMG 2011 che si terrà dal 16 al 21 agosto a Madrid. Nell'omelia, pronunciata dopo la proclamazione della Passione del Signore secondo Matteo, Benedetto XVI si è soffermato sul significato di questo farsi pellegrini assieme con Gesù nel salire a Gerusalemme.
"È in cammino verso la comune festa della Pasqua, memoriale della liberazione dall’Egitto e segno della speranza nella liberazione definitiva. Egli sa che Lo aspetta una nuova Pasqua e che Egli stesso prenderà il posto degli agnelli immolati, offrendo se stesso sulla Croce”. Ecco allora, ha soggiunto, che “il termine ultimo del suo pellegrinaggio è l’altezza di Dio stesso alla quale Egli vuole sollevare l’essere umano”. “La nostra processione odierna vuole quindi essere l’immagine di qualcosa di più profondo, immagine del fatto che, insieme con Gesù, c’incamminiamo per il pellegrinaggio: per la via alta verso il Dio vivente. È di questa salita che si tratta. È il cammino a cui Gesù ci invita”. Un cammino, ha riconosciuto, che “è al di sopra delle nostre possibilità”. "Da sempre - ha detto il Pontefice - gli uomini sono stati ricolmi, e oggi lo sono quanto mai, del desiderio di 'essere come Dio', di raggiungere essi stessi l'altezza di Dio. In tutte le invenzioni dello spirito umano si cerca, in ultima analisi, di ottenere delle ali, per potersi elevare all'altezza dell'Essere, per diventare indipendenti, totalmente liberi, come lo è Dio. Tante cose l'umanità ha potuto realizzare: siamo in grado di volare. Possiamo vederci, ascoltarci e parlarci da un capo all'altro del mondo. E tuttavia, la forza di gravità che ci tira in basso è potente. Insieme con le nostre capacità non è cresciuto soltanto il bene. Anche le possibilità del male sono aumentate e si pongono come tempeste minacciose sopra la storia. Anche i nostri limiti sono rimasti: basti pensare alle catastrofi che in questi mesi hanno afflitto e continuano ad affliggere l'umanità".
Il Papa ha ricordato come già i Padri della Chiesa hanno affermato che l’uomo si trova nel punto di intersezione tra due campi di gravitazione. Uno che lo tira verso il basso, “verso l’egoismo, la menzogna e verso il male”. Ad esso si contrappone la forza di gravità dell’amore di Dio. “L’essere amati da Dio e la risposta del nostro amore – ha detto – ci attirano verso l’alto”. “L’uomo si trova in mezzo a questa duplice forza di gravità, e tutto dipende dallo sfuggire al campo di gravitazione del male e diventare liberi di lasciarsi totalmente attirare dalla forza di gravità di Dio, che ci rende veri, ci eleva, ci dona la vera libertà”. E ancora: il cuore, “quel centro dell’uomo in cui si uniscono l’intelletto, la volontà e il sentimento, il corpo e l’anima”, ha bisogno di essere “elevato”. Eppure “noi da soli siamo troppo deboli per sollevare il nostro cuore fino all’altezza di Dio. Non ne siamo in grado. Proprio la superbia di poterlo fare da soli ci tira verso il basso e ci allontana da Dio. Dio stesso deve tirarci in alto, ed è questo che Cristo ha iniziato sulla Croce. Egli è disceso fin nell’estrema bassezza dell’esistenza umana, per tirarci in alto verso di sé, verso il Dio vivente. Egli è diventato umile, ci dice la seconda lettura. Soltanto così la nostra superbia poteva essere superata: l’umiltà di Dio è la forma estrema del suo amore, e questo amore umile attrae verso l’alto”. "Le grandi conquiste della tecnica - ha aggiunto il Santo Padre - ci rendono liberi e sono elementi del progresso dell'umanità soltanto se le nostre mani diventano innocenti e il nostro cuore puro, se siamo in ricerca della verità, in ricerca di Dio stesso, e ci lasciamo toccare ed interpellare dal suo amore".
"Tutti questi elementi dell'ascesa sono efficaci soltanto se in umiltà riconosciamo che dobbiamo essere attirati verso l'alto; se abbandoniamo la superbia di volere noi stessi farci Dio. Abbiamo bisogno di Lui: Egli ci tira verso l'alto, nell'essere sorretti dalle sue mani, cioè nella fede, ci dà il giusto orientamento e la forza interiore che ci solleva in alto. Abbiamo bisogno dell'umiltà della fede che cerca il volto di Dio e si affida alla verità del suo amore". A conferma del dramma umano descritto, Benedetto XVI ha citato Sant’Agostino. In polemica con alcuni filosofi platonici, che immaginavano di trovare “mezzi di purificazione” perché l’uomo “potesse liberarsi dal grave peso che lo tira in basso”, egli dice: “Riconoscete dunque che la forza dell’uomo e di tutte le sue purificazioni non basta per portarlo veramente all’altezza del divino, all’altezza a lui adeguata”. Sant’Agostino “avrebbe disperato di se stesso e dell’esistenza umana, se non avesse trovato Colui che fa ciò che noi stessi non possiamo fare; Colui che ci solleva all’altezza di Dio, nonostante tutta la nostra miseria: Gesù Cristo che, da Dio, è disceso verso di noi e, nel suo amore crocifisso, ci prende per mano e ci conduce in alto”. “Manifestiamo al Signore – ha concluso il Papa - il nostro desiderio di diventare giusti e Lo preghiamo: Attiraci Tu verso l’alto! Rendici puri! Fa’ che valga per noi la parola che cantiamo col Salmo processionale; che possiamo appartenere alla generazione che cerca Dio, ‘che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe’”.

Corriere della Sera.it, Radio Vaticana, AsiaNews

CELEBRAZIONE DELLA DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE - il testo integrale dell'omelia del Papa