martedì 21 luglio 2009

'Caritas in veritate'. Il presidente dei vescovi brasiliani: l'Enciclica ispiri i Paesi alla ricerca di uno sviluppo con al centro la persona umana

“Sagge, opportune e illuminanti le parole del Santo Padre, che riafferma lo sviluppo come una vocazione dell'uomo, che tuttavia si potrà raggiungere pienamente solo se si rispettano i principi che considerano l'essere umano una creatura prediletta di Dio, rivestita di una dignità che non può essere sacrificata dalle leggi economiche destituite dall'etica e dalla carità nella verità”. È quanto afferma mons. Geraldo Lyrio Rocha, presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), che sostiene che la nuova Enciclica di Benedetto XVI, "Caritas in veritate", apporta parole “illuminanti”, che la mentalità laicista non può oscurare. La Chiesa, ha aggiunto il presule, è “votata al servizio all'umanità, e richiama l'attenzione sulle deviazioni di uno sviluppo centrato su se stesso e orientato all'uomo come se egli, autosufficiente, fosse un fine in sé. In questo senso, Papa Benedetto XVI ricorda il ruolo imprescindibile dello Stato per garantire la libertà religiosa come condizione anche per lo sviluppo”. Il porporato, come riferisce l'agenzia Zenit, ha anche ricordato che non spetta alla Chiesa proporre soluzioni tecniche per i problemi economici. Infatti, essa ha il diritto di illuminare con la sapienza del Vangelo le vie di quanti cercano queste soluzioni. “Per questo il Papa insiste ancora una volta sull'etica, anche per l'economia, come condizione ‘sine qua non’ per uno sviluppo che voglia essere umano”. Secondo il presidente della CNBB, con il Papa “possiamo dire che abbiamo una grande sfida, che è mostrare che i principi tradizionali dell'etica sociale come la giustizia, la trasparenza, l'onestà e la responsabilità 'possono e devono trovare posto entro la normale attività economica'”. Mons. Geraldo Lyrio spera quindi che l'Enciclica “ispiri le Nazioni nella loro irrinunciabie ricerca di vie per il superamento della crisi in vista di uno sviluppo che ponga al centro la persona umana, soprattutto i poveri, difenda la vita in tutte le sue forme di manifestazione ed elimini le disuguaglianze che offendono il Creatore che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza”.

Radio Vaticana

Padre Lombardi: l’infortunio, che il Papa vive con serenità e pazienza, modifica la sua attività personale ma non gli appuntamenti con i fedeli

L'infortunio subito da Benedetto XVI nei giorni scorsi alla mano destra "modifica l'attività personale" del Papa che vive però l'ingessatura "con grande serenità e pazienza", mentre tutti gli appuntamenti del Pontefice non subiscono "nessun condizionamento". E' quanto afferma ai microfoni della Radio Vaticana, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. "Mi sembra - afferma Lombardi - che l'infortunio sia stato assorbito in tempi molto brevi e che non abbia inciso tantissimo, perché l'appuntamento importante di Romano Canavese é stato rispettato pienamente e - aggiunge - anche l'altro appuntamento importante, previsto con il clero di Aosta venerdì sera, non subisce nessun condizionamento come pure l'Angelus di domenica prossima". "Naturalmente - osserva il portavoce - il condizionamento maggiore è quello nell'uso della mano che modifica il tipo di attività personale del Santo Padre nel suo lavoro di scrittura. Questo - aggiunge - certamente ha qualche conseguenza sul programma di lavoro personale del Papa". Tuttavia, spiega padre Lombardi, "sono le evenienze con cui bisogna fare i conti e mi pare che si portino con grande serenità e pazienza" da parte del Papa.

Ansa

Le vacanze del Papa. Venerdì nella Cattedrale di Aosta l'omaggio di Benedetto XVI a Sant'Anselmo nel IX centenario della morte

È un fuori programma. Nel pomeriggio del 24 luglio Benedetto XVI, per la terza volta in vacanza a Les Combes, visita la Cattedrale di Aosta (foto), rendendo omaggio a Sant’Anselmo, figlio illustre di questa terra che lo vide nascere nel 1033. Un evento non previsto dal calendario ufficiale. Dunque, ancor più significativo. E confermato anche dopo la caduta accidentale costata al Papa la frattura del polso destro, bloccato da un tutore gessato. Per chi conosce a fondo Joseph Ratzinger non si tratta di una sorpresa. Il Papa, infatti, ama questo monaco, teologo e pastore d’anime, "la cui opera", ha avuto modo di scrivere poco più di tre mesi fa, "ha lasciato una traccia profonda nella storia della Chiesa e la cui figura è una tra le più luminose della storia del pensiero occidentale europeo". Benedetto XVI ne ha richiamato gli aspetti più significativi in un messaggio datato 15 aprile, indirizzato al card. Giacomo Biffi, scelto come inviato speciale e suo rappresentante in vista delle celebrazioni organizzate ad Aosta per il IX centenario della morte di sant’Anselmo, avvenuta a Canterbury, in Inghilterra, nel 1109. Di lui, il Papa ha voluto sottolineare "la genialità educativa, che si esprime in quel metodo del discernimento, che è lo stile un po’ di tutta la sua vita, uno stile in cui si compongono la misericordia e la fermezza". Ha poi richiamato "la sua insonne opera per la liberazione della Chiesa dai condizionamenti temporali e dalle servitù di calcoli non compatibili con la sua natura spirituale", soffermandosi, infine, su "fede e ragione, fides et ratio, che, in Anselmo, si trovano mirabilmente unite". "Il Santo Padre è convinto, a ragione, che sia pienamente attuale", spiega mons. Giuseppe Anfossi, dal 1995 vescovo di Aosta. "Direi che la prima caratteristica che lo rende "moderno" è proprio la sua costante ricerca di Dio, non esente da travagli", prosegue mons. Anfossi, che ad Anselmo ha dedicato una parte consistente della sua ultima Lettera pastorale. "Come molti giovani di oggi, decide della sua vita quando è già abbastanza avanti negli anni. Potremmo dire che la sua è una vocazione adulta". "Non conosciamo quali esperienze "trasgressive" possa aver fatto Anselmo negli anni giovanili o nel viaggio che l’ha portato dalla sua terra natale a Le Bec", sottolinea ancora il vescovo di Aosta. "Sappiamo, però, dai suoi scritti (conserviamo 450 lettere, 15 delle quali inviate ai suoi familiari) che egli se le rimprovera costantemente. Sembra quasi un monito rivolto ai giovani dei giorni nostri: non lasciatevi tentare da un ingannevole pregiudizio, quello che spinge a fare tutte le esperienze, anche le più sciocche e le più estreme".

Alberto Chiara, Famiglia Cristiana

Il saluto del Papa al Tour de France in Valle d'Aosta: lo sport contribuisca alla crescita della persona e non sia separato dai valori morali

Oggi la corsa ciclistica del Tour de France transita nella Valle d'Aosta vicino ad Introd, dove il Papa si trova per un periodo di riposo. In tale occasione Benedetto XVI indirizza ai partecipanti e a tutti gli sportivi un messaggio di saluto e di auguri. Lo rende noto il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. "In occasione del passaggio del Tour de France, nella Valle d'Aosta, il Santo Padre - che si trova in questi giorni a Les Combes di Introd - indirizza il suo cordiale saluto a tutti gli atleti e agli organizzatori della corsa - si legge in una nota - e allarga allo stesso tempo il suo pensiero a tutti gli sportivi impegnati in questo periodo in varie attività e competizioni, augurando che l'impegno nello sport contribuisca alla crescita integrale della persona, non sia mai separato dal rispetto dei valori morali e sia attento ai valori educativi".