sabato 7 maggio 2011

Il Papa: Venezia città chiamata a promuovere una cultura di accoglienza e condivisione, capace di gettare ponti di dialogo tra i popoli e le nazioni

''Vengo in mezzo a voi per rinsaldare quel profondo vincolo di comunione che storicamente vi unisce al Vescovo di Roma e di cui sono testimoni anzitutto i venerati Pastori che da questa Sede patriarcale sono passati a quella di San Pietro": Papa Benedetto XVI ha aperto così il suo discorso alla cittadinanza di Venezia, in piazza San Marco. "Molti di voi conservano vivo il ricordo del Patriarca Albino Luciani, figlio di queste terre venete, che divenne Papa con il nome di Giovanni Paolo I; e come non ricordare il Patriarca Angelo Giuseppe Roncalli, che, divenuto Papa Giovanni XXIII, è stato elevato dalla Chiesa alla gloria degli altari e proclamato Beato? Ricordiamo infine il Patriarca Giuseppe Sarto, il futuro San Pio X, che con il suo esempio di santità continua a vivificare questa Chiesa particolare e tutta la Chiesa universale. Testimonianza della sollecitudine pastorale dei Papi per la vostra Città sono anche le visite pastorali compiute dal Servo di Dio Paolo VI e dal Beato Giovanni Paolo II''. ''Anch'io, sulle orme di questi miei Predecessori, ho voluto venire oggi in mezzo a voi, per portarvi una parola di amore e di speranza - ha sottolineato Benedetto XVI -, e confermarvi nella fede della Chiesa, che il Signore Gesù ha voluto fondare sulla roccia che è Pietro e ha affidato alla guida degli Apostoli e dei loro successori, nella comunione con la Chiesa di Roma che presiede alla carità''. Piazza San Marco "è come la porta di accesso al cuore di Venezia", da qui "lo sguardo abbraccia il sereno bacino di San Marco, l'elegante Palazzo Ducale, la meravigliosa mole della Basilica marciana, l'inconfondibile profilo della città, giustamente detta 'la perla dell'Adriatico'".
"Da questo molo - ha detto - si può cogliere quell'aspetto di singolare apertura che da sempre caratterizza Venezia, crocevia di persone e comunità di ogni provenienza, cultura, lingua e religione". "Punto di approdo e di incontro per gli uomini di tutti i continenti - ha detto il Papa - per la sua bellezza, la sua storia, le sue tradizioni civili, questa città ha corrisposto nei secoli alla speciale vocazione di essere ponte tra Occidente e Oriente". "Anche in questa nostra epoca - ha aggiunto - con le sue nuove prospettive e le sue sfide complesse, essa è chiamata ad assumere importanti responsabilità in ordine alla promozione di una cultura di accoglienza e condivisione, capace di gettare ponti di dialogo tra i popoli e le nazioni: una cultura della concordia e dell’amore, che le sue solide fondamenta nel Vangelo". Poi un riconoscimento alle genti venete. ''Lo splendore dei monumenti e la fama delle istituzioni secolari manifestano la storia gloriosa e il carattere delle genti venete, oneste e laboriose, dotate di grande sensibilità, di capacità organizzative e di quello che nel linguaggio quotidiano viene detto 'buon senso' - ha sottolineato il Pontefice -. Tale patrimonio di tradizioni civili, culturali ed artistiche ha trovato un fecondo sviluppo anche grazie all'accoglienza della fede cristiana, che affonda le sue radici molto lontano, già dalla nascita dei primi insediamenti di questa laguna''. "Con il passare dei secoli - ha osservato ancora Benedetto XVI - la fede trasmessa dai primi evangelizzatori si e' radicata sempre più profondamente nel tessuto sociale, fino a diventarne parte essenziale". "Ne sono visibile testimonianza - ha indicato - le splendide Chiese e le tante edicole devozionali disseminate tra calli, canali e ponti".
''Invito tutti voi, cari veneziani, a ricercare e custodire sempre l'armonia tra lo sguardo della fede e della ragione che permette alla coscienza di percepire il vero bene, in modo che le scelte della comunità civile siano sempre ispirate ai principi etici corrispondenti alla profonda verità della natura umana''. Concludendo il Papa ha sottolineato che ''l'uomo non può rinunciare alla verità su di sè, senza che ne soffrano il senso della responsabilità personale, la solidarietà verso gli altri, l'onestà nei rapporti economici e di lavoro''.
Dopo il discorso Benedetto XVI ha attraversato piazza San Marco a bordo della speciale "Papamobile" con motore elettrico. Il Pontefice, accompagnato dal patriarca di Venezia Angelo Scola, è stato salutato dalle migliaia di persone assiepate dietro le transenne sui lati del percorso ricavato nella Piazza. La Papamobile, nonostante un ritardo rispetto al programma, ha compiuto il percorso previsto. Davanti alla Basilica di San Marco è sceso e, prima di entrare, ha accarezzato sul volto un bimbo dai tratti orientali tenuto sulle spalle dal padre. Benedetto XVI si è quindi raccolto in preghiera alcuni minuti davanti alle reliquie di San Marco, patrono di Venezia, all’interno della Basilica. Accompagnato dal card. Scola, il Pontefice ha compiuto una breve giro all’interno della Basilica soffermandosi davanti ai molti tesori d’arte e simboli religiosi presenti.

Asca, Corriere del Veneto.it

VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - il testo integrale del discorso del Papa

L'arrivo a Venezia. 30mila fedeli accolgono il Papa in piazza San Marco. Il sindaco: ci aiuterà ad affrontare con rinnovato vigore le difficoltà

Benedetto XVI è arrivato a Venezia, seconda tappa della sua visita nel Nordest. L'elicottero con a bordo il Pontefice, proveniente da Aquileia, è atterrato all'eliporto del Collegio Navale ''Morosini'', a Sant'Elena. L'elicottero che lo ha trasportato da Aquileia ha sorvolato con alcuni giri la laguna, che si è presentata in una splendida sera di sole. Il velivolo è atterrato sul prato del collegio navale Morosini, a Sant'Elenza. Sorvolando la spiaggia di Caorle ed in particolare il santuario mariano, Benedetto XVI ha potuto osservare la scritta ''W il Papa'', composta da 2500 persone schierate lungo il mare. La città l'ha poi accolto in un abbraccio festoso quando è approdato al molo di piazza San Marco tra le colonne del Leone alato e di Todaro, antico Santo patrono della città lagunare. Il corteo papale è arrivato sul bacino di San Marco, in testa il motoscafo della Guardia di finanza con a bordo il Santo Padre. Ad accogliere il Pontefice all'approdo di San Marco il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, il presidente del Veneto Luca Zaia, la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Erano 30mila, tra fedeli e turisti, le persone che hanno seguito l'arrivo del Papa, secondo le stime della Questura lagunare, tra coloro che assiepavano le transenne in piazza San Marco e coloro che hanno seguito il corteo papale lungo il bacino di San Marco dall'altezza dei giardini della Biennale fino all'area marciana. Straordinario il colpo d'occhio sulla laguna e l'isola di San Giorgio, sfondo del palco a baldacchino allestito per il Santo Padre. Tra bandiere del Vaticano e bandiere tedesche, Papa Benedetto XVI è stato salutato dalla folla con cori di "Benedetto, Benedetto", striscioni con su scritto "Viva il Papa, ci vediamo a Madrid". I fedeli presenti in piazza San Marco erano assiepati lungo le transenne che delimitano il percorso che Papa Benedetto XVI compirà sulla mini papamobile elettrica.
La crisi di Marghera, che sta colpendo numerosi lavoratori, è stata rappresentata al Papa dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, nel suo indirizzo di saluto. Dopo aver sottolineato che ''non è facile mantenere lo splendore dei monumenti e delle Chiese di Venezia, in un momento di grave crisi economica'', Orsoni ha ricordato che questa ''sta colpendo larghe fasce di popolazione, in particolare le più deboli, come gli operai e tutti i lavoratori delle aree industriali di Porto Marghera, ai quali non può non andare il nostro pensiero, soprattutto in un momento di gioia come questo''. ''Stiamo impegnandoci per superare queste ed altre emergenze (calo demografico del centro storico, gestione del turismo), fidando nella laboriosità e nell'impegno delle nostre genti'' ha aggiunto il sindaco, dicendosi ''certo che la sua visita come quella di venticinque anni fa del Suo predecessore, ma soprattutto quanto Lei ci vorrà dire, ci aiuterà ad affrontare con rinnovato vigore le difficoltà presenti''. Il sindaco di Venezia ha poi sottolineato che la città di Venezia "ha avuto uno stretto e intenso rapporto con la Chiesa di Roma a cui ha dato Papi e cardinali. Solo nel secolo appena trascorso - ha proseguito - sono stati ben tre i Papi veneziani, che hanno saputo imprimere forti spinte innovative alla Chiesa Cattolica". Il sindaco ha chiuso il suo discorso di benvenuto salutando il Papa in stile marciano: "Pax tibi Marce evangelista meus" in un rinnovato legame filiale tra Pietro e Marco.

Asca, TMNews

Il Papa: la missione prioritaria che il Signore vi affida oggi, rinnovati dall’incontro personale con Lui, è testimoniare l’amore di Dio per l'uomo

Dopo il discorso alla cittadinanza in Piazza Capitalo, Benedetto XVI è entrato nella Basilica di Aquileia dove è stato accolto dal canto del “Tu es Petrus” del coro diocesano, per presiedere l'assemblea del Secondo Convegno di Aquileia, che si svolgerà nell'aprile 2012. In Basilica erano presenti rappresentanti delle 15 Chiese locali del Nordest, rappresentanti delle altre Chiese cristiane, i seminaristi del seminario interdiocesano di Castellario. Il Santo Padre si è recato all’altare del Santissimo Sacramento per un momento di preghiera e quindi è ritornato alla sede. L’arcivescovo di Gorizia, mons. Dino De Antoni, ed il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, della presidenza del Convegno ecclesiale “Aquileia 2”, hanno salutato il Papa a nome dell'assemblea.
''Il Nord-est dell'Italia è testimone ed erede di una storia ricca di fede, di cultura e di arte, i cui segni sono ancora ben visibili anche nell'odierna società secolarizzata - ha detto il Papa nel suo discorso -. L'esperienza cristiana ha forgiato un popolo affabile, laborioso, tenace, solidale. Esso è segnato in profondità dal Vangelo di Cristo, pur nella pluralità delle sue identità culturali''. L'orizzonte della fede continua ad offrire nuovo impulso alla vita sociale, ispirano le intenzioni e guidano i costumi. ''Ne sono segni evidenti - ha spiegato il Pontefice - l'apertura alla dimensione trascendente della vita, nonostante il materialismo diffuso; un senso religioso di fondo, condiviso dalla quasi totalità della popolazione; l'attaccamento alle tradizioni religiose; il rinnovamento dei percorsi di iniziazione cristiana; le molteplici espressioni di fede, di carità e di cultura; le manifestazioni della religiosità popolare; il senso della solidarietà e il volontariato''.
Di qui l'invito di Benedetto XVI: ''Custodite, rafforzate, vivete questa preziosa eredità. Siate gelosi di ciò che ha fatto grandi e rende tuttora grandi queste Terre!''. "La missione prioritaria che il Signore vi affida oggi, rinnovati dall’incontro personale con Lui, è quella di testimoniare l’amore di Dio per l’uomo", quello ''concreto'', che soffre. ''Siete chiamati a farlo prima di tutto con le opere dell'amore e le scelte di vita - ha spiegato il Papa - in favore delle persone concrete, a partire da quelle più deboli, fragili, indifese, non autosufficienti, come i poveri, gli anziani, i malati, i disabili, quelle che San Paolo chiama le parti più deboli del corpo ecclesiale''. Benedetto XVI si è soffermato in particolare sugli anziani: ''Le idee e le realizzazioni nell'approccio alla longevità, preziosa risorsa per le relazioni umane, sono una bella e innovativa testimonianza della carità evangelica proiettata in dimensione sociale'', ha detto. ''Abbiate cura di mettere al centro della vostra attenzione la famiglia, culla dell'amore e della vita, cellula fondamentale della società e della comunità ecclesiale'', ha detto. ''Questo impegno pastorale è reso più urgente dalla crisi sempre più diffusa della vita coniugale e dal crollo della natalità''. Benedetto XVI ha raccomandato attenzione anche per i giovani. ''In tutta la vostra azione pastorale sappiate riservare una cura tutta speciale per i giovani: essi, che guardano oggi al futuro con grande incertezza, vivono spesso in una condizione di disagio, di insicurezza e di fragilità, ma portano nel cuore una grande fame e sete di Dio, che chiede costante attenzione e risposta''.
Dopo aver rilevato che in questo contesto la fede cristiana deve affrontare oggi nuove sfide, il Papa le ha così declinate: ''La ricerca spesso esasperata del benessere economico, in una fase di grave crisi economica e finanziaria, il materialismo pratico, il soggettivismo dominante''. ''Nella complessità di tali situazioni siete chiamati a promuovere il senso cristiano della vita, mediante l'annuncio esplicito del Vangelo, portato con delicata fierezza e con profonda gioia nei vari ambiti dell'esistenza quotidiana", ha aggiunto. "Dalla fede vissuta con coraggio scaturisce, anche oggi come in passato, una feconda cultura fatta di amore alla vita, dal concepimento fino al suo termine naturale, di promozione della dignità della persona, di esaltazione dell'importanza della famiglia, fondata sul matrimonio fedele e aperto alla vita, di impegno per la giustizia e la solidarietà''. ''La collocazione geografica del Nord-est, non più solo crocevia tra l'Est e l'Ovest dell'Europa, ma anche tra il Nord e il Sud (l'Adriatico porta il Mediterraneo nel cuore dell'Europa), il massiccio fenomeno del turismo e dell'immigrazione, la mobilità territoriale, il processo di omologazione provocato dall'azione pervasiva dei mass-media, hanno accentuato il pluralismo culturale e religioso", ha affermato il Papa. "In questo contesto, che in ogni caso è quello che la Provvidenza ci dona, è necessario che i cristiani, sostenuti da una 'speranza affidabile', propongano la bellezza dell'avvenimento di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, ad ogni uomo e ad ogni donna, in un rapporto franco e sincero con i non praticanti, con i non credenti e con i credenti di altre religioni''.
''Continuate con energia a testimoniare l'amore di Dio anche con la promozione del 'bene comune': il bene di tutti e di ciascuno - ha detto il Papa -. Le vostre comunità ecclesiali hanno in genere un rapporto positivo con la società civile e con le diverse Istituzioni''. "Continuate ad offrire il vostro contributo per umanizzare gli spazi della convivenza civile''. ''Raccomando anche a voi, come alle altre Chiese che sono in Italia, l'impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico - ha detto il Pontefice -. Esso ha più che mai bisogno di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una 'vita buona' a favore e al servizio di tutti. A questo impegno infatti non possono sottrarsi i cristiani, che sono pellegrini verso il Cielo, ma che già vivono quaggiù un anticipo di eternità''.
Al termine una rappresentanza di fedeli ha salutato il Santo Padre, che in seguito ha lasciato la Basilica e in auto ha raggiunto il campo sportivo di Aquileia da dove è ripartito in elicottero alla volta di Venezia.

Asca

ASSEMBLEA DEL SECONDO CONVEGNO DI AQUILEIA NELLA BASILICA DI AQUILEIA - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: solo da Cristo l’umanità può ricevere speranza e futuro. Tenete sempre vive, con coraggio, la fede e le opere delle vostre origini!

Dopo il saluto del sindaco di Aquileia, Papa Benedetto XVI si è rivolto con un discorso ai fedei riuniti in Piazza Capitolo. Aquileia sorse nel 181 e "prosperò nei secoli successivi, nel pieno della potenza dell'Impero romano, porta tra Oriente e Occidente, luogo di presidio e di scambi economici e culturali". "Dio non ha scelto ciò che è nobile e potente, ma ciò che per il mondo è debole e stolto". Papa Ratzinger ha ricordato che l'antica sede di Aquileia fu "nella Decima Regio dell'Impero Romano una Comunità di martiri, di eroici testimoni della fede nel Risorto, seme di altri discepoli e di altre comunità". ''La grandezza di Aquileia, allora, non fu solo di essere la nona città dell'Impero e la quarta dell'Italia, ma anche quella di essere una Chiesa viva, esemplare, capace di autentico annuncio evangelico, coraggiosamente diffuso nelle regioni circostanti e per secoli conservato e alimentato - ha sottolineato Benedetto XVI -. Pertanto, io rendo omaggio a questa terra benedetta, irrorata dal sangue e dal sacrificio di tanti testimoni, e prego i santi Martiri aquileiesi di suscitare anche oggi nella Chiesa discepoli di Cristo coraggiosi e fedeli, votati solo a Lui e perciò convinti e convincenti''. Successivamente, ha continuato il Papa, "la libertà di culto concessa nel IV secolo al cristianesimo non fece altro che estendere il raggio d'azione della Chiesa di Aquileia, allargandolo oltre i naturali confini della Venetia et Histria fino alla Retia, al Norico, alle ampie Regioni danubiane, alla Pannonia, alla Savia".
"Cari fratelli, figli ed eredi della gloriosa Chiesa di Aquileia, oggi sono in mezzo a voi - ha poi esortato - per ammirare questa ricca e antica tradizione, ma soprattutto per confermarvi nella fede profonda dei vostri Padri: in quest'ora della storia riscoprite, difendete, professate con calore spirituale questa verità fondamentale". "Solo da Cristo - ha scandito - l'umanità può ricevere speranza e futuro; solo da Lui puo' attingere il significato e la forza del perdono, della giustizia, della pace. Tenete sempre vive, con coraggio, la fede e le opere delle vostre origini". "Vi invito - ha concluso - a farvi sempre di nuovo discepoli del Vangelo, per tradurlo in fervore spirituale, chiarezza di fede, sincera carità, pronta sensibilità per i poveri. Il ricordo della Santa Madre Chiesa di Aquileia vi sorregga, vi sproni a nuovi traguardi missionari in questo travagliato periodo storico, vi renda artefici di unità e di comprensione fra i popoli delle vostre terre. Vi protegga sempre nel cammino la Vergine Maria e vi accompagni la mia Benedizione". “Cjars fradis e surs, il Signor us benedissi e us dedi pas e prospertitat”: al termine dell'incontro con la cittadinanza nella piazza del Capitolo ad Aquileia, Benedetto XVI si è rivolto ai fedeli nella lingua friulana. "Cari fratelli e sorelle - ha detto - il Signore vi benedica e vi doni pace e prosperità", ha detto. Salutando poi i fedeli della Croazia, Papa Ratzinger ha ricordato che tra un mese sarà a Zagabria. Il Papa ha salutato anche in tedesco e sloveno i numerosi pellegrini provenienti dalla Mitteleuropa.

TMNews, Agi

INCONTRO CON LA CITTADINANZA IN PIAZZA CAPITOLO AD AQUILEIA - il testo integrale del discorso del Papa

L'arrivo di Benedetto XVI ad Aquileia. Il sindaco: la società attuale ha bisogno di un alto richiamo morale che dia forza e vigore ai valori positivi

Benedetto XVI è arrivato questo pomeriggio in Friuli Venezia Giulia, prima tappa della visita pastorale ad Aquileia e Venezia. Il Sommo Pontefice, giunto all'aeroporto di Ronchi dei Legionari con un Airbus A 319 dell'Aeronautica militare assieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, è stato accolto dal presidente della Regione Renzo Tondo, che gli ha rivolto il saluto di ''Benvenuto in Friuli Venezia Giulia'', dal patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, dall'arcivescovo di Gorizia Dino De Antoni e dal nunzio apostolico in Italia, Giuseppe Bertello. A salutare il Papa erano inoltre presenti, tra gli altri, il prefetto di Gorizia Maria Augusta Marrosu, il presidente della Provincia Enrico Gherghetta ed il sindaco di Ronchi Roberto Fontanot, l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede Francesco Maria Greco, il parroco di Ronchi Umberto Bottacin ed il cappellano dell'aeroporto Lorenzo Boscarol, assieme ai piccoli ospiti dell'istituto ''Adele Cerruti'' di Villa Russiz di Capriva e del ''Piccolo Cottolengo di don Orione'' di Santa Maria La Longa, gli ospiti del Centro residenziale ''Villa Santa Maria della Pace'' di Medea, accompagnati dal sindaco Bergamin, i soci del Centro volontari della Sofferenza dela diocesi e i bambini ed i ragazzi delle parrocchie di Ronchi. Ad attendere Benedetto XVI ai piedi dell'aereo la Papamobile, che si è subito diretta, tra la folla assiepata all'esterno dello scalo, giunta da numerose parrocchie della regione, verso Aquileia.
Arrivato all'esterno della Basilica, l'antica Chiesa Madre non solo del Nordest d'Italia, ma anche di Croazia, Slovenia, Austria e di una parte della Baviera e perfino dell'Ungheria, il Papa è stato accolto dal canto dell'''Ubi Caritas'', canto creato ad Aquileia, eseguito dalla Corale del Friuli Venezia Giulia, e da una folla di 5mila persone, presenti fuori e dentro la Basilica. Il Papa si è accomodato su un tronetto in legno, dal disegno molto sobrio, fabbricato per l'occasione dai seggiolai di Manzano, area in cui imperversa da anni una crisi senza precedenti. Da qui ha ascoltato il saluto del sindaco della cittadina, Alviano Scarel. ''Come in quei lontani tempi - ha detto il sindaco, tratteggiando la storia millenaria di Aquileia -, anche la società attuale ha bisogno di un alto richiamo morale che dia forza e vigore ai valori positivi, i quali pure albergano nell'animo di ognuno di noi, per tendere a una convivenza più equa e solidale, in cui l'uomo sia capace di affrontare con fiducia e senso di responsabilità le sfide di un futuro, che non si preannunciano nè facili nè indolori. E' con questa convinzione che la nuova Aquileia, erede della grande tradizione cristiana delle origini, L'accoglie, come già fece con i Suoi predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II, e Le augura di proseguire il Suo impegnativo pontificato proprio attingendo alle parole e ai simboli dei Padri della Chiesa aquileiese, affinchè se ne proietti sulle generazioni future la forza illuminante e l'intatta valenza del messaggio di speranza''.

Asca

Il saluto del sindaco di Aquileia Alviano Scarel

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Inizia oggi l'attesa visita. Benedetto nel Nordest per confermare nella fede una terra più povera, anche di speranza

Tutto è pronto ad Aquileia, Venezia (foto) e Mestre per l’attesa visita pastorale di Benedetto XVI, il 22° viaggio del Papa in Italia in sei anni di pontificato, la prima trasferta del 2011. Oggi pomeriggio, dopo l'arrivo all’aeroporto di Ronchi dei Legionari alle 16.15, mezz'ora dopo il Santo Padre sarà ad Aquileia, quindi, dopo le 18, si trasferirà a Venezia per incontrare la cittadinanza in Piazza San Marco. Il Papa arriva oggi pomeriggio nel ricco Nordest. Ma trova una regione più povera per la crisi economica. Visita il Friuli a 35 anni dal terremoto del maggio 1976 che rase al suolo buona parte della regione. Benedetto XVI raggiungerà Aquileia, diocesi di Gorizia, antica sede del Patriarcato che ricorda popoli diversi riuniti da radici cristiane. Darà il via alla fase preparatoria del secondo Convegno ecclesiale del Triveneto su evangelizzazione e missionari età in programma l’anno prossimo ad Aquileia. Sono attese almeno 100mila persone. Arriveranno anche dalla vicina Slovenia, dall’Austria, dalla Croazia e dall’Ungheria. In una stagione di forti cambiamenti sociali i vescovi del Triveneto attendono da Benedetto XVI una luce per il cammino della Chiesa locale perché possa “reggere di fronte alle sfide e alle tempesta della storia”. Un messaggio che superi, nella tradizione di questa terra, i confini italiani e che promuova un dialogo e una collaborazione tra regioni e popoli perché sappiano trovare insieme, alla luce della fede, soluzioni ai problemi sociali, economici e culturali. In serata, il Papa raggiungerà Piazza San Marco a Venezia, dove su una piccola papamobile elettrica guidata da un vigile urbano del Comune lagunare saluterà i fedeli prima di entrare in Basilica e raccogliersi in preghiera davanti alle reliquie di San Marco evangelista. Domani, il Papa raggiungerà in mattinata la terraferma, a Mestre, dove celebrerà la Messa e reciterà il Regina Coeli nel parco di San Giuliano. Sempre domani, ma nel pomeriggio, l’atteso incontro in laguna con i rappresentanti della società civile veneta e in serata il ritorno a Roma.
"Per chi e perche il Papa viene nel Nordest? E' questa una delle domande che ripetutamente mi è stata posta, quasi come una provocazione implicita. Solo per chi si dice cristiano? O per tutti? Io vorrei rispondere molto semplicemente, senza incertezza, che viene personalmente per ciascuno di noi. Anche per ogni 'tu'". Così il card. Angelo Scola, patriarca di Venezia, a poche ore dall'arrivo del Papa nella città spiega in un intervento sui quotidiani veneti di oggi il significato delle visita del Santo Padre nel Nordest. "Anche il motto scelto per il viaggio di Benedetto XVI si apre con un 'tu': 'tu, conferma la nostra fede'. E' l'espressione essenziale con cui Gesù affida a Pietro la missione di confermare, una volta convertito, i suoi fratelli nella fede - spiega il Patriarca di Venezia - ma che al tempo stesso evoca quel dialogo incalzante durante il quale Gesù chiede a bruciapelo e per ben tre volte a Pietro 'mi ami tu?'". "Da questo dialogo d'amore, che diventa una proposta per la vita - sottolinea Scola - nessun abitante delle nostre terre del Nordest si può sentire escluso: la visita del Santo Padre è davvero per tutti. Perchè vorrei azzardare un'espressione forte, il Papa viene a 'stanarci'. A riaccendere in noi alcune domande di fondo: che significato e direzione ha la mia vita? A che punto sono nel mio rapporto con Dio? Questa visita ci strapperà alle vicende 'ordinarie' e ci costringerà ad alzare lo sguardo".
"Nel giorno in cui il Santo Padre arriva a Venezia è importante che ciascuno di noi, credente e non, rifletta sul significato di questa visita, in relazione alla nostra condizione attuale umana, sociale ed economica", sottolinea il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. "Benedetto XVI troverà oggi una terra viva e vitale, ricca di entusiasmo, con valori profondamente radicati - spiega Orsoni - una terra aperta alla cultura e alle culture, capace di grande solidarietà nei confronti del prossimo, una terra dove la diversità ha sempre rappresentato una ricchezza. Un'accoglienza inedita, diffusa la nostra, che rispetta l'umanita' di ciascuno. E' questo l'esempio di civiltà che ha fatto grande la nostra storia, sono questi i valori forti, strutturali che hanno dato solidità alla nostra gente e con questi affrontiamo quotidianamente le sofferenze che colpiscono la nostra società: la disoccupazione, la crisi economica, l'incertezza nel domani". "La visita del Pontefice è una grande occasione che non possiamo perdere - conclude il sindaco di Venezia - i pellegrini che oggi arriveranno da tutto il Nordest ascolteranno con emozione il successore di Pietro, il loro Pastore e chiederanno a Lui la conferma della loro fede. A tutti il suo arrivo impone tuttavia una riflessione sul futuro di questa città complessa, multiforme, ricca di contraddizioni".

Radio Vaticana, Adnkronos

'Gente': in una lettera del 1984 il card. Ratzinger pose precise condizioni per autorizzare nuovi esami sulla Sindone ma non furono accolte

Il settimanale Gente, in edicola da oggi, presenta in esclusiva anticipazioni del film ''La notte della Sindone'', in onda nei prossimi giorni sulla Rai. Il documentario, con contenuti d'archivio della Rai, si occupa delle presunte 'trame' per fissare la datazione del più importante simbolo della cristianità al Medio Evo e non al periodo in cui visse Gesù. Il documento-chiave del film, è una lettera del 1984 indirizzata al segretario di Stato Agostino Casaroli dal card. Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI, che pone precise condizioni per autorizzare nuovi esami sulla Sindone. Ne erano stati chiesti 5 e soltanto effettuandoli tutti, secondo il card. Ratzinger, l'esame avrebbe avuto validità scientifica; invece ne fu realizzato solo uno, quello sulla datazione. Inoltre, secondo il film, Papa Wojtyla sarebbe stato 'censurato' sulla Sindone: in un file presentato per per la prima volta, il Papa Beato si riferisce alla Sindone come ''santa reliquia'', conferendo così all'autenticità del lenzuolo funebre di Gesù una sorta di riconoscimento ufficiale. Anche nel recente volume "Gesù di Nazaret - Dall'ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione" lo stesso Papa Ratzinger definisce "reliquia" la Sindone.

Asca

Il Papa: laici cristiani chiamati ad offrire con convinzione la bellezza della cultura e le ragioni della fede, oltre che la solidarietà fraterna

Messaggio di Papa Benedetto XVI ai partecipanti alla XIV Assemblea Generale dell’Azione Cattolica Italiana sul tema "Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Azione Cattolica", in corso a Roma da ieri fino domani.
"L’Azione cattolica è una forza educativa qualificata, sostenuta da buoni strumenti, da una tradizione più che centenaria". Il Santo Padre cita l’educazione di "bambini e ragazzi con l’Acr", la realizzazione di "percorsi educativi con adolescenti e giovani", la "formazione permanente per gli adulti". "La vostra azione – precisa Papa Benedetto – sarà maggiormente incisiva se, come già fate, lavorerete ancor di più fra di voi in un’ottica profondamente unitaria e favorirete collaborazioni con le altre forze educative sia ecclesiali sia civili". "Per educare – ricorda – occorre andare oltre l’occasione, il momento immediato, e costruire con la collaborazione di tutti un progetto di vita cristiana fondato sul Vangelo e sul Magistero della Chiesa, mettendo al centro una visione integrale della persona". Benedetto XVI punta poi l’attenzione sulla "proposta della santità". "Le vostre associazioni – puntualizza – siano palestre di santità, in cui ci si allena a una dedizione piena alla causa del Regno di Dio, a un’impostazione di vita profondamente evangelica che vi caratterizza come laici credenti nei luoghi del vivere quotidiano". "Santità – aggiunge il Pontefice – significa per voi anche spendersi al servizio del bene comune secondo i principi cristiani offrendo nella vita della città presenze qualificate, gratuite, rigorose nei comportamenti, fedeli al magistero ecclesiale e orientate al bene di tutti". È la "formazione all’impegno culturale e politico", "compito importante, che richiede un pensiero plasmato dal Vangelo", "impegno che si attua anzitutto a partire dalla vita quotidiana, di mamme e papà alle prese con le nuove sfide dell’educazione dei figli, di lavoratori e di studenti, di centri di cultura orientati al servizio della crescita di tutti". "Oggi – precisa il Papa – la vita pubblica del Paese richiede un’ulteriore generosa risposta da parte dei credenti, affinché mettano a disposizione di tutti le proprie capacità e le proprie forze spirituali, intellettuali e morali". Infine, la richiesta "di essere generosi, accoglienti, solidali, e soprattutto comunicatori della bellezza della fede" di fronte al "grande sconvolgimento del mondo e del Mediterraneo". "Tanti uomini, donne e giovani – osserva Benedetto XVI – vengono a contatto con il nostro mondo" e hanno bisogno "di non perdere la speranza, di non barattare la loro dignità". "Hanno bisogno di pane, di lavoro, di libertà, di giustizia, di pace, di veder riconosciuti i propri inderogabili diritti di figli di Dio. Hanno bisogno di fede, e noi possiamo aiutarli, nel rispetto delle loro convinzioni religiose, in uno scambio libero e sereno, offrendo con semplicità, franchezza e zelo la nostra fede in Gesù Cristo". "Nella costruzione della storia d’Italia", sottolinea il Papa, l’Ac "ha avuto una grande parte", e anche oggi può "contribuire a creare una cultura popolare, diffusa, positiva, e formare persone responsabili capaci di mettersi al servizio del Paese". Essa "può aiutare l’Italia a rispondere alla sua vocazione peculiare, collocata nel Mediterraneo, crocevia di culture, di aspirazioni, di tensioni che esigono una grande forza di comunione, di solidarietà e di generosità". "Oggi voi laici cristiani – conclude il Papa – siete chiamati ad offrire con convinzione la bellezza della vostra cultura e le ragioni della vostra fede, oltre che la solidarietà fraterna, affinché l’Europa sia all’altezza della presente sfida epocale".

SIR

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI PARTECIPANTI ALLA XIV ASSEMBLEA GENERALE DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA