sabato 7 gennaio 2012

Il Papa incontra il card. Vallini: condiviso lo sgomento della comunità cristiana per l'agguato mortale a Roma. Benedetto XVI esprime la sua vicinanza

Nell'udienza del Papa al card. Agostino Vallini (foto), questa mattina in Vaticano, Benedetto XVI e il vicario della diocesi Roma hanno parlato anche dell'agguato mortale a Torpignattara, hanno condiviso la situazione di sgomento di tutta la comunità cristiana e il Papa ha espresso la sua vicinanza. Benchè l'udienza fosse in calendario da tempo, spiegano dal Vicariato, anche questo grave episodio è stato oggetto del colloquio tra il Papa, Vescovo di Roma e il porporato suo vicario alla guida della diocesi romana.

Ansa

Benedetto XVI firma il registro che raccoglie i nomi di tutti coloro che hanno acceso le luci dell'Albero di Natale più grande al mondo di Gubbio

Dopo avere acceso, dal suo appartamento in Vaticano, grazie ad un sofisticato sistema tecnologico, l'Albero di Natale più grande del mondo, Papa Benedetto XVI ha apposto la sua firma nel registro che raccoglie i nomi di tutti coloro che ne hanno acceso le luci nel corso degli anni. ''Una ulteriore e, in parte, inaspettata soddisfazione'' per il comitato dei volontari che dal 1981 realizza la singolare creazione luminosa sul monte Ingino. L'Albero verrà spento il 10 gennaio.

Ansa

Card. Wuerl: l'Ordinariato della Cattedra di San Pietro adempimento dello speranze di molti anglicani statunitensi, che hanno atteso e pregato

"Gli eventi di oggi sono l’adempimento delle speranze di molti anglicani negli Stati Uniti, che hanno atteso e pregato per la riconciliazione con la Chiesa Cattolica, pur mantenendo gli elementi cari del patrimonio anglicano": così si è espresso il card. Donald William Wuerl (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo diWashington, dopo avere ricevuto la notizia della pubblicazione del decreto di erezione dell’Ordinariato Personale della Cattedra di San Pietro, avvenuta domenica 1° gennaio, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. All’arcivescovo di Washington, quindici mesi addietro, era stato affidato il compito di applicare negli Stati Uniti quanto stabilito da Benedetto XVI con la Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus" del 4 novembre 2009. Adesso, dopo aver svolto con grande impegno questo incarico, ha sottolineato che "l’istituzione dell’Ordinariato della Cattedra di San Pietro è il culmine di una attenta preparazione e di una approfondita consultazione con gli incaricati in Vaticano e con la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti". Sottolineando la generosa collaborazione ricevuta nello svolgimento del suo incarico, il card. Wuerl ha sottolineato di "essere particolarmente grato per la generosa assistenza ed accoglienza fraterna da parte di molti vescovi locali" e ha esteso questi sentimenti anche "a coloro che fanno parte del clero anglicano e ai gruppi di fedeli che cercano di unirsi all’Ordinariato". Nei riguardi del reverendo Jeffrey Neil Steenson, che ha ricevuto l’incarico di essere il primo ordinario, il porporato ha affermato che "come ex vescovo episcopaliano di Rio Grande, padre Steenson apporta a questo incarico di ordinario la sua grande esperienza pastorale e amministrativa, insieme alle sue doti di teologo. Sotto la sua guida, e per intercessione di Nostra Signora di Walsingham, l’Ordinariato della Cattedra di San Pietro potrà prosperare ed essere una grande benedizione per la Chiesa Cattolica negli Stati Uniti". "Padre Steenson è un sacerdote di fede ardente, compassionevole e con una ricca esperienza. Sono lieto per la sua nomina", ha affermato mons. Keith Newton, ordinario dell’Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham nel territorio competente alla Conferenza Episcopale d’Inghilterra e del Galles. La nomina del reverendo Steenson, per mons. Newton, "segna la costituzione ufficiale del secondo Ordinariato personale per i fedeli della tradizione anglicana che desiderano entrare in piena comunione con la Chiesa Cattolica, pur mantenendo quegli elementi anglicani consonanti al patrimonio liturgico e spirituale cattolico". A riguardo della erezione dell’Ordinariato degli Stati Uniti, mons. Newton ha sottolineato che l’impegno di Benedetto XVI "per la riunificazione visibile dei fedeli anglicani con la Chiesa Cattolica procede a ritmo sostenuto. Iniziando il 2012, noi preghiamo affinché siano ancora più numerosi quanti rispondono all’invocazione di Cristo ut unum sint e adempiano alla preghiera di generazioni di credenti per un anglicanesimo unito a Roma ma non assorbito". Attualmente negli Stati Uniti, oltre cento pastori e millequattocento credenti appartenenti a ventidue comunità anglicane hanno espresso il desiderio di entrare nel nuovo Ordinariato che è stato posto sotto la protezione della Vergine Maria con il titolo di Nostra Signora di Walsingham. La sede dell’Ordinariato è stata stabilita presso la chiesa santuario di Nostra Signora di Walsingham a Huston, Texas. Prima dell’annuncio del 1° gennaio, le attività di pre-Ordinariato si sono svolte nell’arcidiocesi di Washington sotto la responsabilità del card. Wuerl con l’assistenza del reverendo Scott Hurd, sacerdote dell’arcidiocesi di Washington ed ex pastore anglicano.

L'Osservatore Romano

Novità nel rito di creazione di nuovi cardinali: insieme l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del titolo o diaconia

Novità nei Concistori ordinari pubblici per la creazione di nuovi cardinali. Il rito in vigore fino a oggi viene rivisto e semplificato, con l’approvazione del Santo Padre Benedetto XVI: in sostanza si unificano i tre momenti dell’imposizione della berretta, della consegna dell’anello cardinalizio e dell’assegnazione del titolo o della diaconia; cambiano le orazioni colletta e conclusiva; e assume una forma più breve la proclamazione della Parola di Dio. Va premesso, come spiega l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, che la riforma liturgica avviata dal Concilio Vaticano II ha riguardato anche i riti concistoriali di imposizione della berretta e di assegnazione del titolo ai nuovi porporati, e che il testo rinnovato della celebrazione, pubblicato in "Notitiae" 5, 1969, pp. 289-291, è stato usato per la prima volta da Paolo VI nell’aprile 1969. Il criterio principale che guidò la redazione del nuovo rituale fu l’inserimento in un ambito liturgico di ciò che di per sé non ne faceva parte in senso proprio: la creazione di nuovi cardinali doveva essere collocata in un contesto di preghiera, evitando però al contempo ogni elemento che potesse dare l’idea di un "sacramento del cardinalato". Il Concistoro, infatti, storicamente non era mai stato considerato un rito liturgico, bensì una riunione del Papa con i cardinali in relazione al governo della Chiesa e, pertanto, espressione del 'munus regendi', non del 'munus sanctificandi'. Tenendo presenti tali aspetti della storia passata e recente, in una linea di continuità con l’attuale forma del Concistoro e dei suoi elementi principali, si è quindi rivista e semplificata la prassi vigente. Anzitutto vengono riprese dal rito del 1969 l’orazione colletta e l’orazione conclusiva, perché molto ricche nel contenuto e provenienti dalla grande tradizione eucologica romana. Le due preghiere, infatti, parlano esplicitamente dei poteri affidati dal Signore alla Chiesa, in particolare di quello di Pietro: il Pontefice prega anche in modo diretto per se stesso, per svolgere bene il suo ufficio. Anche la proclamazione della Parola di Dio assume di nuovo la forma più breve, propria del rito del 1969, con la sola pericope evangelica (Marco 10, 32-45), che è la stessa nei due rituali. Infine, si integra la consegna dell’anello cardinalizio nello stesso rito, mentre prima della riforma del 1969 l’imposizione del cappello rosso avveniva nel Concistoro pubblico, seguito da quello segreto, nel quale si svolgevano anche la consegna dell’anello e l’assegnazione della chiesa titolare o della diaconia. Oggi tale distinzione fra Concistoro pubblico e segreto di fatto non viene più osservata e di conseguenza appare più coerente includere i tre momenti significativi della creazione dei nuovi cardinali nel medesimo rito. Si conserva invece la concelebrazione del Papa con i nuovi cardinali nella Messa del giorno seguente, che si apre con l’indirizzo di omaggio e di gratitudine che il primo dei porporati rivolge al Pontefice a nome di tutti gli altri.

L'Osservatore Romano

Anno della fede. Nota di Dottrina della Fede: quaranta proposte a livello di Chiesa universale, di Conferenze Episcopali, di diocesi e parrocchie

La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato questa mattina la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede che offre indicazioni pastorali per l’Anno della fede indetto da Benedetto XVI con la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio "Porta fidei" dell’11 ottobre 2011. L’Anno della fede si aprirà l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Nell'introduzione si sottolinea come l’inizio dell’Anno della fede coincida con il ricordo di due grandi eventi che “hanno segnato il volto della Chiesa”: il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962), e il 20° anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (11 ottobre 1992). Riguardo al Concilio Vaticano II, la Nota sottolinea come “sin dall’inizio del suo Pontificato, Papa Benedetto XVI si è impegnato decisamente per una corretta comprensione del Concilio, respingendo come erronea la cosiddetta ‘ermeneutica della discontinuità e della rottura’ e promuovendo quella che lui stesso ha denominato ‘l’ermeneutica della riforma’, del rinnovamento nella continuità”. Da qui il “catechismo della Chiesa cattolica” che viene presentato come un “autentico frutto del Concilio Vaticano II” posto in linea di “tale rinnovamento nella continuità”. Da una parte riprende “l’antico e tradizionale ordine della catechesi” ma, nel medesimo tempo, esprime “tutto ciò in modo nuovo per rispondere agli interrogativi della nostra epoca”. L’Anno della fede sarà pertanto “un’occasione privilegiata per promuovere la conoscenza e la diffusione dei contenuti del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica”. Si ribadisce che l’Anno della fede vuole contribuire alla riscoperta della fede, “affinché tutti i membri della Chiesa siano testimoni credibili e gioiosi del Signore risorto, capaci di indicare alle tante persone in ricerca la porta della fede”. Quindi le quaranta proposte, a livello di Chiesa universale, di Conferenze Episcopali e poi a livello di diocesi, parrocchie, comunità, associazioni, movimenti, che "desiderano favorire sia l’incontro con Cristo attraverso autentici testimoni della fede, sia la conoscenza sempre maggiore dei suoi contenuti", "che intendono sollecitare, in modo esemplificativo, la pronta responsabilità ecclesiale davanti all’invito del Santo Padre a vivere in pienezza quest’Anno come speciale 'tempo di grazia'. La riscoperta gioiosa della fede potrà anche contribuire a consolidare l’unità e la comunione tra le diverse realtà che compongono la grande famiglia della Chiesa". "Il principale avvenimento ecclesiale all’inizio dell’Anno della fede sarà la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei vescovi, convocata da Papa Benedetto XVI nel mese di ottobre 2012 e dedicata a 'La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana'. Durante questo Sinodo, nella data dell’11 ottobre 2012, avrà luogo una solenne celebrazione d’inizio dell’Anno della fede, nel ricordo del cinquantesimo anniversario di apertura del Concilio Vaticano II". La Congregazione per la Dottrina della Fede chiede di incoraggiare i pellegrinaggi a Roma e quelli in Terra Santa, e ritiene “utile invitare i fedeli a rivolgersi con particolare devozione a Maria”. In fondo, fu a Maria che Benedetto XVI affidò la Chiesa, durante il suo viaggio a Fatima nel 2010, nel pieno della bufera per gli scandali pedofilia. E anche la prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro sarà parte integrante dell’Anno della fede, in quanto “occasione privilegiata ai giovani per sperimentare la gioia che proviene dalla fede nel Signore Gesù e dalla comunione con il Santo Padre, nella grande famiglia della Chiesa”. Altri consigli alla Chiesa universale: approfondire la conoscenza del Concilio Vaticano II, approfondire lo studio del Catechismo, fare attenzione alle parole del Papa in catechesi, discorsi, omelie. Sarà una segreteria nel Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ad avere il compito di ben comunicare l’Anno della fede. L’Anno della fede si concluderà il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re, giorno in cui “avrà luogo un’Eucaristia celebrata dal Santo Padre, in cui rinnovare solennemente la professione della fede”. Quali sono, invece, le raccomandazioni per le Conferenze Episcopali? Promuovere un giornata di studio dedicata al tema della fede, favorire la ripubblicazione dei principali documenti del Concilio e la pubblicazione del Compendio del Catechismo, promuovere la preparazione di sussidi divulgativi, diffondere la conoscenza dei Santi. che deve passare attraverso il cinema, i nuovi mezzi di comunicazione, l’arte. I vescovi dovranno anche ''promuovere trasmissioni televisive o radiofoniche, film e pubblicazioni, anche a livello popolare e accessibili a un ampio pubblico, sul tema della fede'' e di ''valorizzare adeguatamente... il patrimonio delle opere d'arte reperibili nei luoghi affidati alla loro cura pastorale''. Uno sforzo divulgativo che deve riguardare anche l’insegnamento accademico. Si legge nella Nota: “I docenti nei Centri di studi teologici, nei Seminari e nelle Università cattoliche sono invitati a verificare la rilevanza, nel loro insegnamento, dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica e delle implicazioni derivanti per le rispettive discipline”. Non solo: “È auspicabile una verifica dei catechismi locali e dei vari sussidi catechistici in uso nelle Chiese particolari, per assicurare la loro piena conformità con il Catechismo della Chiesa Cattolica. Nel caso in cui alcuni catechismi o sussidi per la catechesi non siano in piena sintonia col Catechismo, o rivelino delle lacune, si potrà cominciare a elaborarne di nuovi, eventualmente secondo l’esempio e con l’aiuto di altre Conferenze Episcopali che già hanno provveduto a redigerli”. E poi “sarà opportuna, in collaborazione con la competente Congregazione per l’Educazione Cattolica, una verifica della presenza dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica nella Ratio della formazione dei futuri sacerdoti e nel Curriculum dei loro studi teologici”. Anche le diocesi sono chiamate a una celebrazione di apertura dell’Anno della fede e una sua solenne conclusione. Ogni diocesi, ogni Chiesa particolare è invitata a dedicare una giornata al Catechismo, magari da tenere con le eparchie orientali, in modo da favorire il dialogo ecumenico. I vescovi sono invitati a dedicare la loro Lettera pastorale al tema della Fede, a “patrocinare” momenti di catechesi, a verificare la recezione del Concilio e del Catechismo, a dedicare la formazione permanente sull’Anno della fede (e gli argomenti, delineati in maniera dettagliata, vanno dall’annuncio del Cristo risorto alla Catechismo nella cura pastorale ordinaria), a organizzare simposi, coinvolgendo mondo accademico e della cultura, per favorire il dialogo tra fede e ragione, e magari anche incontri con persone senza riferimenti religiose, nello spirito di quelli del Cortile dei Gentili. E poi, maggiore attenzione alle scuole cattoliche. Ma soprattutto “si invitano i vescovi ad organizzare, specialmente nel periodo quaresimale, celebrazioni penitenziali in cui chiedere perdono a Dio, anche e specialmente per i peccati contro la fede. Quest’Anno sarà altresì un tempo favorevole per accostarsi con maggior fede e più intensa frequenza al sacramento della Penitenza”. Infine, le comunità locali. Le quali dovranno avere più attenzione alla liturgia; studiare e far studiare il catechismo: “nelle parrocchie si auspica un maggiore impegno alla distribuzione del Catechismo della Chiesa Cattolica o altri sussidi adatti alle famiglie”; promuovere missioni popolari per aiutare i fedeli a riscoprire la fede. E poi, si chiede impegno per la nuova evangelizzazione agli istituti di vita consacrata; preghiera per la fede agli istituti di vita contemplativa; attività inserite nell’anno della fede ad associazione e movimenti, in accordo con il vescovo locale. A tutti si chiede di comunicare la propria esperienza di fede, “dialogando coi loro fratelli e sorelle, anche delle altre confessioni cristiane, con i seguaci di altre religioni, e con coloro che non credono, oppure sono indifferenti. In tal modo si auspica che l’intero popolo cristiano inizi una sorta di missione verso coloro con cui vive e lavora, nella consapevolezza di aver 'ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti'”.

Radio Vaticana, SIR, Korazym.org

NOTA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE CON INDICAZIONI PASTORALI PER L’ANNO DELLA FEDE

Ennesimo scivolone della Sala Stampa della Santa Sede: le biografie dei nuovi cardinali distruibite ai giornalisti copiate pari pari da Wikipedia

Ai giornalisti di tutto il mondo accreditati, la Sala Stampa della Santa Sede ha distribuito “in tempo reale” i profili biografici dei 22 nuovi cardinali annunciati da Benedetto XVI il giorno dell’Epifania. Profili definiti “non ufficiali”. E ci mancherebbe altro. Perché sono copiati pari pari da Wikipedia. Che qualcosa non va, lo si capisce già dalla prima riga della biografia del primo cardinale della lista, Fernando Filoni: “Nato a Manduria, 15 aprile 1946, è un arcivescovo cattolico italiano…”. Cattolico? E c’era bisogno di dirlo? Idem per il secondo della lista, Manuel Monteiro De Castro: “Nato a Santa Eufemia, 29 marzo 1938, è un arcivescovo cattolico e diplomatico portoghese…”. E così per gli altri. Tutti garantiti “cattolici”, a scanso di equivoci. Ma il bello è quello che si legge nelle biografie, infarcite di giudizi tanto più bizzarri in quanto rilanciati dal Vaticano, sia pure in forma “non ufficiale”. Ecco ad esempio il finale della biografia di Willem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht: “All’impegno sociale, Eijk ha fin dall’inizio unito una forte propensione al conservatorismo, specialmente in materia di aborto ed omosessualità, che ne hanno fatto uno degli uomini religiosi più discussi del paese; secondo alcuni però il vescovo non fa altro che conformarsi alle disposizioni provenienti da Roma”. Nella memorabile lettera scritta ai vescovi il 10 marzo 2009 dopo lo scoppio del caso Williamson, Benedetto XVI aveva scritto: “In futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a internet come fonte di notizie”. Ecco fatto. L’hanno preso in parola. Per offrire alla stampa i profili biografici dei nuovi principi della Chiesa, presumibilmente a loro non sconosciuti, in Vaticano non hanno trovato di meglio che fare un copia e incolla da Wikipedia.

Sandro Magister, Settimo Cielo

Imminenti importanti nomine nella Curia romana, a cominciare dal prefetto di Dottrina per la Fede. Riunione di cardinali per sciogliere i diversi nodi

Dopo l’annuncio del Concistoro, ci si attendono, e secondo alcune voci sono imminenti, grandi novità nella Curia romana. La più importante riguarda la Congregazione per la Dottrina della Fede. L’attuale titolare, William Joseph Levada nato nel 1936, desidera lasciare; oltre ad essere oltre il limite dei 75 anni, ha qualche problema di salute, e preferisce una vita più tranquilla di quella a capo del dicastero dottrinale. Qualche settimana fa sembrava che la scelta di Benedetto XVI fosse diretta verso un presule di cui ha grande stima, Gerhard Ludwig Müller, titolare di Ratisbona. Sembra però che nel frattempo l’orientamento sia mutato. Alla Congregazione per la Dottrina della Fede andrebbe un cardinale di Curia che Papa Ratzinger conosce molto bene: il salesiano Angelo Amato, già segretario della ex “Suprema” e attualmente prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. A rimpiazzarlo ai Santi andrebbe invece un altro cardinale di cui si è parlato molto nelle ultime settimane, e cioè Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano. Se ne è parlato, e secondo i maligni egli stesso non sarebbe totalmente estraneo al fenomeno, perché il suo nome è circolato come possibile successore del card. Angelo Scola a Venezia. Per quanto ci risulta, la candidatura non avrebbe riscosso troppo favore in alto loco. L’ipotesi di una Congregazione per l’Arciprete, giovane (è del 1943) e desideroso di fare e di mettersi in luce potrebbe soddisfare il suo desiderio di contribuire in maniera più fattiva alle sorti della Chiesa universale.E Müller? Per il 64nne arcivescovo di Ratisbona, docente e studioso, e vero cui il prof. Ratzinger ha grande stima, si apre un panorama romano ben in linea con quelle che sono le sue linee di interesse, così delineate da una biografia: “I campi di ricerca di G. L. Müller comprendono l’ecumene, la teologia dell’era moderna, la comprensione cristiana della rivelazione, l’ermeneutica teologica e l’ecclesiologia (sacerdozio e diaconato). Come docente accademico, si adopera da sempre per la formazione di giovani leve in campo scientifico. Di questo impegno fa fede la vasta cerchia internazionale di allievi ai quali ha continuato a dedicarsi anche dopo la sua nomina a vescovo. Non pochi di essi hanno potuto usufruire anche di un suo personale e privato sostegno finanziario. Numerose cattedre in Germania e all’estero sono attualmente ricoperte da studiosi formatisi alla sua scuola”. Andrebbe a sostituire il card. Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, nato nel 1933, salesiano, e che da tempo attende di andare in pensione. Resta in piedi l’incognita Venezia. Il nodo dovrebbe sciogliersi la settimana prossima, con una riunione di una Commissione ristretta, organizzata dal prefetto della Congregazione per i vescovi, il card. Marc Ouellet, alla presenza dei massimi esponenti della Segreteria di Stato e di altri porporati, per esaminare la situazione alla luce delle risposte dei vescovi veneti, e dei pareri chiesti, da Benedetto XVI, o forniti motu proprio, da cardinali italiani del cui giudizio ha piena fiducia.

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

Il futuro cardinale Alencherry: un riconoscimento verso la Chiesa siro-malabrese. Il bisogno più urgente è la testimonianza cristiana nel mondo

“Il bisogno più grande è quello della testimonianza cristiana nelle famiglie, nelle istituzioni ecclesiali, in tutte le opere missionarie che guidiamo”: è quanto afferma Sua Beatitudine George Alencherry (foto), arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly, della Chiesa siro-malabarese, di cui ieri è stata annunciata la nomina a cardinale da Benedetto XVI. Intervistato da AsiaNews a poche ore dall'annuncio, egli sottolinea: “La preoccupazione più urgente è che il messaggio e la testimonianza di vita della Chiesa sia resa più autentica nel mondo intero, secondo il cuore di Cristo e lo spirito della Chiesa”. Alencherry è presidente del Sinodo siro-malabarese dallo scorso maggio 2011. La sua nomina è seguita alla morte del card. Varkey Vithayathil. Il futuro porporato è nato nel 1945, da una famiglia cattolica del Kerala, sesto di dieci figli. Altri due suoi fratelli sono sacerdoti e una sorella è suora. Ordinato sacerdote nel novembre 1972, egli ha frequentato la Sorbona e si è laureato in catechesi all’Istituto cattolico di Parigi.Tornato in India nell’86 egli ha lavorato nel Centro catechetico di Changanacherry e come insegnante al St Thomas Apostolic Seminary di Vadavathoor. Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo della nuova diocesi di Thuckalay l'11 novembre 1996. Sua Beatitudine parla correntemente il malayam, il tamil, l’inglese e il francese. Al suo attivo ha anche alcuni libri e articoli. Egli è il leader spirituale di circa 4 milioni di fedeli del rito siro-malabarese, che si rifà a San Tommaso Apostolo, diffusi in India, nei paesi del Golfo, in Europa e negli Stati Uniti (Chicago). “Questa nomina – spiega ad AsiaNews – è un riconoscimento della Sede apostolica e in particolare di Benedetto XVI verso la Chiesa siro-malabarese”. “Per me personalmente, aggiunge responsabilità al mio ufficio di arcivescovo. Occorre che io mi prenda cura ancora maggiore della Chiesa universale e che porti testimonianza a Cristo nel mondo. La festa dell’Epifania è la festa della manifestazione di Cristo al mondo. L’unità della Chiesa e dei cardinali con il Santo Padre deve rendere più manifesta la Sua presenza. Desidero dedicarmi con ancora più cura in questo compito”.

Nirmala Carvalho, AsiaNews

Anno della fede. Padre Geissler: speriamo che la Chiesa accolga generosamente e con spirito collegiale molte delle proposte della Nota

E' un documento sicuramente “atipico”, la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede che verrà pubblicata oggi, contenente “indicazioni pastorali per l'Anno della fede”. E non solo perché, con tempistica singolare, un comunicato esplicativo che riassume i contenuti della Nota stessa è uscito giovedì, con due giorni di anticipo rispetto alla sua pubblicazione. Ma soprattutto perché l'ex-Sant'Uffizio, il cui compito è normalmente quello di salvaguardare l'ortodossia della fede cattolica, questa volta pubblica un documento con indicazioni di carattere “pastorale” che non si rivolge solo alla Chiesa universale ma arriva a offrire proposte anche al livello della singola parrocchia. Se, come ha spiegato una volta a chi scrive, con metafora tratta dalla Settimana Enigmistica, un alto ufficiale della Congregazione, il compito della 'Suprema' è quello di fissare i 'punti' che le Chiese locali e i fedeli hanno poi il compito di unire con la loro unicità di vita e esperienza, questa volta viene offerto ai cattolici già il disegno completo. Che sia un documento “atipico”, anche perché nato in parte dall'attività del Comitato che originariamente doveva preparare il 20° anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, lo ammette candidamente, in un'intervista alla Radio Vaticana, anche padre Herman Geissler, che guida il dipartimento per la formazione della Congregazione. Si tratta, spiega, di un documento "senza precedenti" per l'ex-Sant'Uffizio. Il fatto di aver preparato le 'istruzioni per l'uso' per l'Anno della fede, però, non va al di fuori delle sue competenze, perché tra i compiti della Congregazione “non c'è solo quello di condannare le eresie e proteggere la fede, ma anche la responsabilità primaria di promuovere la dottrina della fede”. La Nota ha proprio questo compito: “Promuovere la fede e fare proposte alle Conferenze Episcopali, ai vescovi, ai preti, agli insegnanti di religione, e insomma a tutti i fedeli, che sono poi liberi di scegliere cosa metterne in pratica e cosa no”. “Tuttavia – aggiunge – speriamo che la Chiesa accolga generosamente e con spirito collegiale molte delle proposte”. Il testo stesso della Nota sembra voler metter le mani avanti quando spiega, è uno dei passaggi 'anticipati' dal comunicato diffuso giovedì, che le “indicazioni pastorali” che essa contiene non vogliono “precludere altre proposte che lo Spirito Santo vorrà suscitare tra i Pastori e i fedeli nelle varie parti del mondo”. Tra le proposte più significative della Congregazione c'è quella, rivolta alle diocesi, di organizzare “celebrazioni penitenziali in cui chiedere perdono a Dio, anche e specialmente per i peccati contro la fede”. Il riferimento va anche alle numerose richieste di 'riforma' di alcuni punti della disciplina e della dottrina cattolica arrivate da più parti all'interno del clero. Su questo punto, spiega padre Geissler, “ci sono molti deficit nella Chiesa: ci sono molte parti della Chiesa che non conoscono la fede, alcune che la rifiutano addirittura. Molte che non nutrono la fede, che non se ne curano, che non la costruiscono e non la testimoniano”. “Io credo – aggiunge – che dobbiamo imparare di nuovo che i peccati contro la fede sono gravi, che sono dannosi e che hanno un effetto distruttivo nella Chiesa”.

Alessandro Speciale, Vatican Insider

Padre Geissler: quando il cuore non brucia, la fede non può essere trasmessa