domenica 7 agosto 2011

Il Papa: è Dio che ci viene incontro, abbassa il cielo per tenderci la mano e portarci alla sua altezza, aspetta solo che ci fidiamo totalmente di Lui

Questa mattina, Benedetto XVI ha recitato l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. “Nel vangelo di questa domenica - ha detto il Papa -, incontriamo Gesù che, ritiratosi sul monte, prega per tutta la notte. Il Signore, in disparte sia dalla gente che dai discepoli, manifesta la sua intimità con il Padre e la necessità di pregare in solitudine, al riparo dai tumulti del mondo”. L’allontanarsi di Gesù dai discepoli e dalla gente, però, secondo il Papa, “non deve essere inteso come un disinteresse verso le persone o un abbandono degli Apostoli. "Anzi - narra san Matteo – fece salire i discepoli sulla barca per ‘precederlo sull’altra riva’, per incontrarli di nuovo”. Nel frattempo, “la barca ‘distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario’, ed ecco che ‘sul finire della notte [Gesù] andò verso di loro camminando sul mare’; i discepoli furono sconvolti e scambiandolo per un fantasma ‘gridarono dalla paura’, non lo riconobbero, non capirono che si trattava del Signore”. Ma Gesù li rassicura: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Si tratta, ha sottolineato il Pontefice, di “un episodio, del quale i Padri della Chiesa hanno colto una grande ricchezza di significato. Il mare simboleggia la vita presente e l’instabilità del mondo visibile; la tempesta indica ogni sorta di tribolazione, di difficoltà, che opprime l’uomo. La barca, invece, rappresenta la Chiesa costruita da Cristo e guidata dagli Apostoli”. Perciò, “Gesù vuole educare i discepoli a sopportare con coraggio le avversità della vita, confidando in Dio, in Colui che si è rivelato al profeta Elia sull’Oreb nel ‘sussurro di una brezza leggera’”. “Il brano continua poi con il gesto dell’apostolo Pietro, il quale, preso da uno slancio di amore verso il Maestro, chiese di andargli incontro, camminando sulle acque”, ha aggiunto il Santo Padre. Ma Pietro, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. Benedetto ha, quindi ripreso le parole di Sant’Agostino, il quale “immaginando di rivolgersi all’apostolo, commenta: il Signore ‘sì è abbassato e t'ha preso per mano. Con le tue sole forze non puoi alzarti. Stringi la mano di Colui che scende fino a te’. E questo non lo dice solo a Pietro, ma anche a noi”. “Pietro – ha chiarito il Papa - cammina sulle acque non per la propria forza, ma per la grazia divina, in cui crede, e quando viene sopraffatto dal dubbio, quando non fissa più lo sguardo su Gesù, ma ha paura del vento, quando non si fida pienamente della parola del Maestro, vuol dire che si sta interiormente allontanando da Lui ed è allora che rischia di affondare nel mare della vita e così è per noi, se guardiamo solo a noi diventiamo dipendenti dai venti, non possiamo più passare sulle tempeste della vita”. Il grande pensatore Romano Guardini, ha rammentato il Pontefice, scrive che il Signore “è sempre vicino, essendo alla radice del nostro essere. Tuttavia, dobbiamo sperimentare il nostro rapporto con Dio tra i poli della lontananza e della vicinanza. Dalla vicinanza siamo fortificati, dalla lontananza messi alla prova”. “L’esperienza del profeta Elia che udì il passaggio di Dio e il travaglio di fede dell’apostolo Pietro – ha osservato il Santo Padre - ci fanno comprendere che il Signore prima ancora che lo cerchiamo o lo invochiamo, è Lui stesso che ci viene incontro, abbassa il cielo per tenderci la mano e portarci alla sua altezza; aspetta solo che ci fidiamo totalmente di Lui, che prendiamo realmente la sua mano”. Di qui l’invito: “Invochiamo la Vergine Maria, modello di affidamento pieno a Dio, perché, in mezzo a tante preoccupazioni, problemi, difficoltà che agitano il mare della nostra vita, risuoni nel cuore la parola rassicurante di Gesù, che dice anche a noi: Coraggio, sono io, non abbiate paura!, e cresca la nostra fede in Lui”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

GMG 2011. Il card. Bertone: Madrid non sarà un'esperienza come le altre di massa, non sarà un ritrovarsi da soli ma tutti insieme uniti al Papa

"Madrid non sarà un'esperienza come le altre. La Giornata Mondiale della Gioventù non è mai una semplice esperienza di massa, come i grandi raduni sportivi o musicali che vediamo spesso in televisione. Vi è qualcosa di profondamente diverso e bello". È un vero e proprio manuale spirituale, con tanto di istruzioni per l'uso, quello che il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha consegnato ieri ai tantissimi giovani della diocesi di Ivrea che hanno partecipato al pellegrinaggio notturno al Santuario piemontese della Madonna di Oropa, e culminato proprio con il mandato per la Giornata di Madrid che si svolgerà dal 16 al 21 agosto. Una riflessione che da Oropa viene idealmente affidata a ogni giovane che sta per raggiungere la capitale spagnola. È proprio ai giovani, con le loro famiglie e gli educatori, che il card. Bertone si è rivolto direttamente nell'omelia, suggerendo le coordinate per non perdere un'occasione così forte di maturazione e crescita. "Vi state preparando da tempo a vivere un'esperienza speciale: la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. Alcuni di voi già hanno partecipato ad altre GMG, come l'ultima a Sydney in Australia. Per molti altri, invece, quella di Madrid sarà la prima occasione di incontrarsi con una moltitudine di ragazzi e giovani di tutti i continenti, le lingue, le culture". Infatti, "non sarà un ritrovarsi da soli, tanti individui gli uni accanto agli altri, come spettatori di un grande evento. Saremo invece tutti insieme uniti al Papa, guida e segno visibile della comunione nella Chiesa. E Papa Benedetto non ci rivolgerà un semplice discorso come tanti altri, con uno sfondo sociale o politico. Il Papa vi parlerà, ci parlerà di Gesù e ci donerà la sua presenza, attraverso il Sacramento dell'Eucaristia. Ci indicherà la persona vivente di Gesù, ci chiamerà a stare con Lui, ad essere suoi amici e ci mostrerà la strada buona da seguire sul nostro cammino di vita per contribuire a trasformare il mondo". Il cardinale ha quindi collocato la sua riflessione nel "contesto dell'odierno pellegrinaggio ad Oropa, nel giorno particolare in cui la liturgia ci invita a contemplare il mistero della trasfigurazione del Signore. È come se Dio stesso ci invitasse e guardare al di là del tempo presente e della storia, permettendoci, anche se per un breve istante, di vedere qualcosa della sua divinità nell'umanità di Gesù. Anche questa è un'esperienza unica e affascinante, al punto che lo stesso Pietro esclama stupito: è bello per noi Signore essere qui! Se vuoi farò qui tre capanne! L'evento della trasfigurazione, che i discepoli vivono accanto a Gesù, diviene un punto di nuovo inizio nel loro rapporto con il Signore.Non possono ancora comprendere fino in fondo che la gloria di Gesù sarà intimamente unita alla sua passione di croce, ma possono intuire che la divinità del Padre si è fatta vicina a ciascuno di loro e che il Dio inaccessibile ed invisibile ora ha un volto ed una voce, quelli del Signore Gesù. La loro salita al monte della trasfigurazione, seguendo il Signore, ora diventa il cammino di ogni cristiano, di ciascuno di noi". L'evento che racconta l'evangelista Matteo suggerisce alcuni spunti importanti anche per la GMG di Madrid. Il mandato "è, infatti, un invito a mettervi in cammino, insieme a tutta la Chiesa, sulle orme di Gesù. Anche voi siete chiamati a salire sul monte alto della fede, dal quale si può guardare al mondo ed alla vita quotidiana con uno sguardo diverso e nuovo, riconoscendo nelle vicende di ogni giorno, a scuola, in famiglia, sul lavoro la presenza di Dio e del Vangelo". "A Madrid - ha consigliato il cardinale ai giovani - avrete il tempo per fermarvi e per riflettere sulle grandi scelte della vita. So bene che nel cuore portate il sogno di un'esistenza pienamente vissuta, pienamente realizzata. So bene anche che la società di oggi è profondamente complessa, diversificata e, in alcuni casi, anche ostile alla fede. Per questo il mandato verso Madrid costituisce anche la proposta di un impegno forte e coerente al servizio del Vangelo. Siamo dunque invitati a fare nostre le parole chiave del Messaggio che il Papa ci ha indirizzato in preparazione alla Giornata della Gioventù: 'Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede'". Un itinerario spirituale che non si percorre mai da soli e che ha un forte accento vocazionale. "Voi siete e sarete - ha spiegato - in cammino con tutta la Chiesa. Questa è l'altra grande esperienza di fondo che voi vivrete: essere parte di una Chiesa giovane, dinamica e gioiosa. Una comunità di cuori giovani che sanno dare tutto il meglio delle loro energie per un grande progetto di vita. Non abbiate paura di rispondere alla chiamata del Signore! Per alcuni di voi la Giornata di Madrid sarà forse l'occasione per scoprire la chiamata di Dio. Quante vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata sono nate e cresciute durante le GMG. Il Signore che vi conosce personalmente e vi ama, saprà anche indicarvi ciò che si attende da voi, dalla vostra amicizia, dalla vostra fede".Il cardinale non ha fatto mancare neppure i consigli per vivere il dopo Madrid. "Quando la grande assemblea si sarà sciolta e voi tornerete alle vostre case, rimarrà la sola cosa che conta, la presenza di Gesù nella vostra vita. Vi sarete nutriti della sua Parola e dell'Eucaristia. Egli abiterà il vostro cuore come l'amico fedele che non delude. E proprio questo sarà il dono più bello che porterete con voi. Sarete chiamati e scendere da quell'alto monte, a ritornare alla vita di ogni giorno, ma con uno spirito diverso, rinnovato nella fede, con la gioia nel cuore ed il desiderio di crescere nel bene". Un progetto che ha un compagno di viaggio d'eccezione nella persona del Papa. Ai giovani il card. Bertone ha portato "l'affetto, il saluto e l'incoraggiamento di Benedetto XVI che attende di incontravi tutti in Spagna. Il Papa vi invita a fare della Parola di Dio il punto di riferimento di questo vostro pellegrinaggio". E, come pensiero spirituale per il pellegrinaggio, ha riproposto loro le parole del Pontefice nell'Epifania di quest'anno, per dare il giusto orientamento verso Madrid, infondendo il senso autentico della speranza e della gioia: "È la Parola di Dio la vera stella, che, nell'incertezza dei discorsi umani, ci offre l'immenso splendore della verità divina. Lasciamoci guidare dalla stella, che è la Parola di Dio, seguiamola nella nostra vita, camminando con la Chiesa, dove la Parola ha piantato la sua tenda. La nostra strada sarà sempre illuminata da una luce che nessun altro segno può darci. E potremo anche noi diventare stelle per gli altri, riflesso di quella luce che Cristo ha fatto risplendere su di noi". "Vi ringrazio - ha concluso - dell'invito a farmi pellegrino insieme con voi ai piedi della Vergine di Oropa, alla quale si rivolgono da secoli le genti della nostra terra, presentando fiduciose alla Madre del Signore, le attese, le gioie e le fatiche delle famiglie, della comunità cristiana e della società intera".Con il segretario di Stato hanno concelebrato, tra gli altri, mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea, che ha guidato anche il pellegrinaggio notturno con i ragazzi della diocesi dalla parrocchia di Andrate fino al santuario di Oropa, mons. Gabriele Mana, vescovo di Biella, mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea.

L'Osservatore Romano

Il Papa in Germania. I preparativi per la tappa a Erfurt. Quasi esauriti i posti per le celebrazioni. Un attesa gioiosa e grande curiosità

Servono ancora volontari per la tappa del Papa nella diocesi di Erfurt, durante il Viaggio Apostolico in Germania, dal 22 al 25 settembre. La richiesta viene dal portavoce dell’ufficio di coordinamento della visita ad Erfurt Andreas Wallbillich che ne ha parlato in una intervista alla Münchner Kirchenradio. Wallbillich ha spiegato che sia per la Messa nella Piazza del Duomo ad Erfurt (foto) che per i Vespri mariani ad Etzelsbach ci sarà bisogno di circa 2000 volontari per l’assistenza ai fedeli e per la logistica. Tutti sono ammessi, basta avere almeno 16 anni. “Non controlleremo certo i certificati di battesimo”, dice, anche considerando la condizione di diaspora dei cattolici che in Turingia sono solo l’8%. Ma anche se molti hanno poca familiarità con la Chiesa Cattolica “c’è un’attesa gioiosa e grande curiosità”. Dei 50 mila posti previsti per il Vespro già 40 mila sono stati prenotati e per la Messa in Piazza i 28 mila posti disponibili sono tutti esauriti. I preparativi prevedono anche la ristrutturazione di parte della Piazza, e i percorsi della papamobile. Il Papa infatti non potrà usarla al centro di Erfurt perchè le strade sono troppo strette, e userà invece una limousine. Non è ancora certo dove Benedetto e il seguito dormiranno: forse nel seminario o nell’Istituto delle Suore Orsoline. Il vescovo ausiliare di Erfurt Reinhard Hauke, in un’intervista alla Thueringer Allgemeine, quotidiano della Turingia, racconta i preparativi della visita del Papa il 23 e 24 settembre prossimi. E’ lui che si occupa della organizzazione logistica e delle liturgie (Hauke ha un dottorato in Scienze Liturgiche). All’inizio di luglio tutto è stato preparato da una visita del segretario del Papa mons. Georg Gänswein. I paramenti saranno forniti dall’arcivescovo di Colonia e dalla diocesi di Würzburg. All’arrivo del Papa al Duomo sarà Hauke a consegnare a Benedetto XVI la croce e l’acqua benedetta. Terminata la tappa di due giorni in Turingia Hauke accompagnerà il Papa a Friburgo. “La visita del Papa - ha detto Hauke - significherà che la Chiesa ha saputo sopravvivere anche nella DDR”.

Angela Ambrogetti, Il Portone di Bronzo