domenica 23 gennaio 2011

Padre Lombardi: un gesto profetico l’Ordinariato per gli ex anglicani. Non un segno di divisione, ma un piccolo ponte sulla lunga strada verso l'unità

L’Ordinariato per gli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa Cattolica è “un gesto profetico” sulla strada dell’unità. A dirlo è padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, nell'ultimo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. “E’ avvenuto così – commenta il portavoce vaticano – il passo decisivo per l’erezione del primo 'Ordinariato' previsto da un documento di Benedetto XVI del novembre 2009 – 'Anglicanorum coetibus' – per i pastori e fedeli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica non come singoli, ma come gruppi”. “Incontrando i vescovi inglesi al termine del suo viaggio – ricorda il gesuita –, Benedetto XVI ne aveva parlato come di 'un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici, che ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica, la… piena comunione ecclesiale'”. “In occasione della sua nomina, il primo ordinario – uno dei tre neo-ordinati, appunto – ha ringraziato il Papa per la fiducia, sua moglie e la sua famiglia per il sostegno, la Chiesa d’Inghilterra per tutto ciò che gli ha dato, il primate anglicano, Rowan Williams, per la pazienza e gentilezza dimostrata verso di lui nel corso del lungo e non facile cammino del passaggio alla comunione cattolica”. “In una lunga intervista, molto spontanea – spiega ancora padre Lombardi –, ricorda come il desiderio dell’unione abbia segnato tutta la sua vita cristiana, ricorda la sua esperienza profonda dell’universalità della Chiesa in occasione di un’Udienza generale in Piazza San Pietro, dice la sua gioia di nonno che ha potuto battezzare il suo primo nipotino durante la sua prima Messa come sacerdote cattolico”. “Non un segno di divisione quindi, ma un piccolo ponte sulla lunga strada verso l’unità. Ci sembra che ci sia davvero qualcosa di nuovo e di bello”. “Ci auguriamo – conclude – che il nuovo Ordinariato inglese e gli altri che seguiranno possano nascere e crescere in questo spirito. Il Beato cardinale Newman, patrono dell’Ordinariato, accompagna ed ispira”.

Zenit

'L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa', conferenza del 1962 di Joseph Ratzinger: senza verità la politica è culto dei demoni

Con il titolo "Senza verità la politica è culto dei demoni" L'Osservatore Romano ha pubblicato un estratto di una conferenza del 1962 del giovane Joseph Ratzinger, raccolto in volume nel 1973 con il titolo "L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa". Si tratta di un esame del punto di vista di Sant'Agostino e di Origene rispetto all'impero romano e alla religione politica dei romani, giocato dal giovane teologo tedesco in rapporto alla "teologia politica", allora agli albori nel dibattito cattolico. "La religione politica dei Romani - scriveva Joseph Ratzinger - non ha alcuna verità, ma al di sopra di essa esiste una verità, e tale verità è che l'asservimento dell'uomo a consuetudini ostili alla verità lo pone in balìa delle potenze antidivine, che la fede cristiana nomina demoni. Perciò - proseguiva - il servizio agli idoli ora non è, invero, solo uno stolto affaccendarsi senza oggetto, ma, consegnando l'uomo in balìa della negazione della verità, diviene servigio ai demoni: dietro gli dèi irreali sta il potere sommamente reale del demone e dietro la schiavitù alla consuetudine v'è il servaggio agli ordini degli spiriti malvagi". L'Osservatore Romano accompagna l'estratto del saggio con una articolo di Manlio Simonetti intitolato "La rivoluzione che ribaltò il concetto di potere" e con la introduzione del direttore del quotidiano, Giovanni Maria Vian, intitolata "L'unico assoluto in un mondo provvisorio". Dopo aver analizzato la prospettiva di Agostino e di Origene rispetto all'idea di "unità delle nazioni", Vian, conclude: "L'aspirazione, condivisa da Ratzinger, è ben diversa: e cioè quella di 'rendere presente la nuova forza della fede' in questo mondo provvisorio. E il cristianesimo ne relativizza tutte le realtà, compresa naturalmente quella politica, perché guarda all'unico assoluto".

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

ll Papa: ogni divisione nella Chiesa un’offesa a Cristo, in Lui uniti per la forza inesauribile della sua grazia. Vicini alle Chiese di Gerusalemme

Nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si concluderà martedì, Benedetto XVI ha sottolineato questa mattina alla recita dell’Angelus, dalla finestra del suo studio privato, che “il serio impegno di conversione” conduce la Chiesa alla piena unità. E' “molto significativo”, ha detto il Papa, che il tema “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera” sia stato proposto dalle Chiese e Comunità cristiane di Gerusalemme, “riunite in spirito ecumenico”. “Sappiamo quante prove debbono affrontare i fratelli e le sorelle della Terra Santa e del Medio Oriente. Il loro servizio è dunque ancora più prezioso, avvalorato da una testimonianza che, in certi casi, è arrivata fino al sacrificio della vita. Perciò, mentre accogliamo con gioia gli spunti di riflessione offerti dalle Comunità che vivono a Gerusalemme, ci stringiamo intorno ad esse, e questo diventa per tutti un ulteriore fattore di comunione”. Benedetto XVI ha sottolineato poi che anche oggi, per essere nel mondo “segno e strumento di intima unione con Dio e di unità tra gli uomini”, i cristiani devono fondare la loro vita su quattro cardini: “La vita sul fondamento della fede degli Apostoli Parola di Dio trasmessa nella viva Tradizione della Chiesa, la comunione fraterna, l’Eucaristia e la preghiera. Solo in questo modo, rimanendo saldamente unita a Cristo, la Chiesa può compiere efficacemente la sua missione, malgrado i limiti e le mancanze dei suoi membri, malgrado le divisioni”. Divisioni, ha osservato il Santo Padre , che già l’apostolo Paolo dovette affrontare nella comunità di Corinto, come ricorda la seconda Lettera biblica di questa domenica: “Vi esorto, fratelli – scrive San Paolo – ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire”. “L’Apostolo, infatti, aveva saputo che nella comunità cristiana di Corinto erano nate discordie e divisioni; perciò, con grande fermezza, aggiunge: “E’ forse diviso il Cristo?”. Così dicendo, egli afferma che ogni divisione nella Chiesa è un’offesa a Cristo; e, al tempo stesso, che è sempre in Lui, unico Capo e Signore, che possiamo ritrovarci uniti, per la forza inesauribile della sua grazia”. Il Papa ha infine ricordato che è sempre attuale il richiamo del Vangelo alla conversione “perché il regno dei cieli è vicino”: “Il serio impegno di conversione a Cristo è la via che conduce la Chiesa, con i tempi che Dio dispone, alla piena unità visibile”. "Ne sono un segno gli incontri ecumenici che in questi giorni si moltiplicano in tutto il mondo. Qui a Roma, oltre ad essere presenti varie delegazioni ecumeniche, inizierà domani una sessione di incontro della Commissione per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Antiche Chiese Orientali. E dopodomani concluderemo la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani con la solenne celebrazione dei Vespri nella festa della Conversione di San Paolo. Ci accompagni sempre - ha concluso il Papa -, in questo cammino, la Vergine Maria, Madre della Chiesa".