martedì 4 ottobre 2011

Venerdì riunione del Pontificio Consiglio Cor Unum con le organizzazioni cattoliche coinvolte nel Corno d'Africa per fare il punto sugli aiuti

Dopo i ripetuti appelli del Papa alla comunità internazionale e i primi aiuti mandati attraverso il Pontificio Consiglio Cor Unum, continua l'impegno di Benedetto XVI e della Chiesa Cattolica per far fronte alla drammatica emergenza umanitaria che si sta consumando nel Corno D'Africa. Per questo motivo il dicastero vaticano ha chiamato a raccolta i rappresentati di alcune organizzazioni cattoliche coinvolte in quella regione per verificare le strategie di aiuto e sostegno alle popolazioni dei diversi stati colpiti dalla grave crisi. All'incontro, che si terrà venerdì sette ottobre presso la sede di Cor Unum, parteciperanno organizzazioni come Caritas Internationalis, Catholic Relief Services, Caritas Italiana, Deutscher Caritasverband, l'Ordine di Malta, e Manos Unidas, alle quali si aggiungerà mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico della diocesi di Mogadiscio in Somalia. Lo scopo del meeting, si legge in una nota, è lo scambio di informazioni provenienti direttamente da coloro che sono coinvolti nel sostegno ai bisogni primari della popolazione, organizzare le attività da considerare come primarie e fissare gli obiettivi a breve e lungo termine. L'incontro, oltre a fare conoscere l'impegno della Chiesa Cattolica nella regione, vuole rilanciare l'attenzione generale su questo dramma umanitario. I risultati della riunione saranno presentati durante una conferenza stampa nella Sala Stampa vaticana alle 12.00.

TMNews

Il 22 ottobre nell'Aula Paolo VI concerto della Bayerisches Staatsorchester alla presenza di Benedetto XVI

Concerto della Bayerisches Staatsorchester nell'Aula Paolo VI in Vaticano, sabato 22 ottobre. Su invito di Papa Benedetto XVI si esibiranno circa 100 musicisti, guidati da Kent Nagano nella Sinfonia Nr.9 in Re minore e nel Te deum di Anton Bruckner. Canteranno come solisti Eri Nakamura (soprano), Okka von der Damerau (contralto), Kevin Conners (tenore) e Steven Humes (basso). Ci sarà anche il coro giovanile Audi Jugendchorakademie con 100 giovani tra i 16 e i 27 anni.

Ansa

Convegno 'Pellegrini della Verità verso Assisi'. Il Papa: farò di tutto perchè sia impossibile interpretazione sincretista o relativista dell’evento

“Il Santo Padre ha voluto sottolineare il concetto di pellegrinaggio verso la verità: non uno stare insieme per pregare insieme in un modo disparato con il rischio di confondere la fede rivelata soprannaturale con le credenze religiose umane e naturali, ma un camminare insieme verso l’unica Verità”: con queste parole il card. R.L. Burke è intervenuto al Convegno “Pellegrini della Verità verso Assisi“, organizzato dall’Associazione Catholica Spes e tenuto il 1° ottobre a Roma, per evidenziare il significato della prossima giornata convocata il 27 ottobre ad Assisi. Durante i lavori del convegno si è sviluppato un dibattito interessante rispetto al modo in cui i fedeli cattolici possono avvicinarsi a questo incontro per la pace e la giustizia nel mondo. Questo tipo di eventi causa fondate preoccupazioni, infatti, ancora il Card. Burke rileva che “non sono pochi i rischi che un tale incontro può sollevare quanto alla comunicazione mass-mediatica dell’evento di cui - come è chiaro - il Pontefice è ben cosciente. I mezzi della comunicazione mass-mediale diranno, anche solo con le immagini, che tutte le religioni si sono trovate insieme per chiedere a Dio la pace. Un cristiano poco formato nella fede può trarvi la conclusione gravemente erronea che una religione valga l‘altra e che Gesù Cristo è uno dei tanti mediatori di salvezza”. Questa preoccupazione è stata rilevata anche dagli organizzatori. Nell’introduzione ai lavori il coordinatore, Lorenzo Bertocchi, ha reso noto un interessante estratto di una lettera personale del Santo Padre inviata lo scorso 4 marzo 2011 al pastore luterano, prof. Peter Beyerhaus. Quest’ultimo, infatti, in virtù di una lunga amicizia che risale ai tempi dell’insegnamento del card. Ratzinger a Tubinga, nel febbraio scorso inviò una lettera al Santo Padre in cui manifestava la sua perplessità circa il rischio sincretistico di una nuova convocazione della giornata di Assisi. Per questo chiedeva a Benedetto XVI quali fossero le sue intenzioni nel parteciparvi. La risposta del Papa al prof. Beyerhaus era già stata richiamata, sebbene non letteralmente, in un’intervista allo stesso professore realizzata dal giornale tedesco Kichliche Umschau nell’aprile scorso. Dopo aver ricevuto una autorizzazione da parte di Beyerhaus, gli organizzatori possono rendere noto il passaggio letterale richiamato nell‘intervista: “Comprendo molto bene - scrive Benedetto XVI il 4 marzo 2011 - la sua preoccupazione rispetto alla partecipazione all’incontro di Assisi. Però questa commemorazione doveva essere festeggiata in ogni modo e, dopo tutto, mi sembrava la cosa migliore andarvi personalmente per poter provare in tal modo a determinare la direzione del tutto. Tuttavia farò di tutto affinchè sia impossibile un interpretazione sincretista o relativista dell’evento ed affinchè rimanga che sempre crederò e confesserò ciò che avevo richiamato all’attenzione della Chiesa con la 'Dominus Iesus'”. Dopo la Santa Messa, celebrata nella forma extraordinaria da Mons. Guido Pozzo, hanno preso avvio i lavori del convegno con un intervento di padre Serafino Lanzetta sull’unicità salvifica di Cristo e della Chiesa così come presentati dalla "Dominus Iesus". A seguire don Mauro Gagliardi ha puntualizzato l’interpretazione magisteriale e quella mass-mediale delle giornate di Assisi. L’intervento di don Alessandro Olivieri Pennesi ha fornito un chiaro quadro del cosidetto “super-market religioso” con particolare riferimento ai cosiddetti movimenti religiosi alternativi. Nel pomeriggio, dopo la già citata prolusione del Card. Burke, vi è stato l’intervento di mons. Hon Tai-Fai Savio, segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nella lettera citata, inviata al prof. Beyerhaus, Sua Santità chiedeva all’amico di prestare totale fiducia nella sua persona sul fatto che si sarebbe impegnato ad evitare una flessione sincretista e relativista della Giornata. Gli organizzatori del convengo e i relatori si sono trovati concordi, pur nella diversità delle prospettive, ad accordare la propria fiducia nel Santo Padre e a cooperare affinché queste sue intenzioni trovino effettiva realizzazione. Il convegno è stato un esempio in tale direzione.

Pellegrini della Verità verso Assisi

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Padre priore della Certosa: un confronto con il suo Magistero per un incontro di cuori e di spiritualità

Una lettura approfondita dei discorsi e delle Encicliche di Benedetto XVI. Così i certosini di Serra San Bruno si stanno preparando alla visita del Papa di domenica. ''Quando un anno orsono fu dato l'annuncio della visita del Papa - spiega all'agenzia Adnkronos il padre priore Jacques Dupont - immensa fu la nostra gioia, e ad un tempo la comunità fu sorpresa di questo interesse da parte del Santo Padre nei confronti di questa comunità monastica che 27 anni prima era stata visitata dal Beato Giovanni Paolo II. Da allora è iniziata una sorta di confronto con il Magistero di Benedetto XVI finalizzato ad un incontro che divenga oltre che un fraterno scambio anche un incontro di cuori e di spiritualità''. La comunità certosina ha approfondito soprattutto i testi del Pontefice che hanno un riferimento ai valori della vita monastica e della preghiera, ''teso a trovare, già prima della sua venuta a Serra una sintonia e una conoscenza approfondita''. Inoltre la comunità dei frati ''si è impegnata anche a leggere con maggiore attenzione ciò che succede nella Chiesa - prosegue il padre priore - tentando di conoscere le preoccupazioni che possono pesare sul cuore del Papa e ha rivolto la sua preghiera a Dio perchè il ministero di Pietro si faccia ogni giorno di più interprete e attore del disegno di Dio per questo mondo e per questa società moderna''. Benedetto XVI parteciperà alla preghiera dei Vespri. La celebrazione avverrà secondo il rito proprio dei certosini, con l'aggiunta di un'omelia che il Pontefice rivolgerà alla comunità, ma anche alla Chiesa intera. Successivamente il Papa incontrerà i monaci per uno scambio, un momento che secondo il padre priore Jacque Dupont ''di sicuro sarà permeato da una grande semplicità e cordialità''. Il padre priore della Certosa di Serra San Bruno definisce ''singolare'' che due Papi, Giovanni Paolo II nel 1984 e oggi Benedetto XVI, abbiano deciso di visitare un monastero che è periferico e difficilmente raggiungibile. ''Le due visite - ricorda padre Dupon - si presentano in modo differente almeno nelle premesse. Giovanni Paolo II visitò la Certosa all'interno di un percorso che vide il Pontefice soggiornare per diversi giorni in Calabria e toccare le realtà ecclesiali più importanti che in qualche modo segnavano le peculiarità spirituali di questo territorio. Benedetto XVI, invece, è voluto venire in questo monastero trovandosi in Calabria per poche ore''. Secondo il padre priore ''probabilmente questa sosta in Certosa risponde a un desiderio personale, quello di pregare con dei monaci. Per entrambi i Pontefici, comunque, si può sottolineare un interesse nei confronti della spiritualità di San Bruno e per il monachesimo in generale''. Padre Jacques Dupont è alla Certosa di Serra San Bruno dal 1993, non era presente alla visita di Giovanni Paolo II che tuttavia, afferma, ''segnò in modo molto positivo la vita di questa comunità, dando una sorta di conferma della propria vocazione''. Le visite di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI ''ci mettono in luce - dice ancora il padre priore della Certosa di Serra San Bruno - rispetto alla società che ci circonda, alla Calabria e in una certa misura al mondo intero. Non siamo abituati a stare al centro dell'attenzione, anzi ciò ci mette molto a disagio, ma riconosciamo l'importanza di ricordare a tutti il valore della preghiera''. La vita monastica ha ancora oggi principi molto forti. ''Tutti i componenti della vita monastica, dalla separazione dal mondo alla preghiera, sono degli strumenti per vivere una più intima comunione con Dio, nostro Padre. Egli ci ha creato, ci ama, ci destina a un futuro di beatitudine nella sua casa? Mi sembra più che legittimo consacrare la sua vita a Lui. Attraverso questo intenso rapporto con Dio - spiega padre Dupont- si entra in relazione con tutte le creature riuscendo a cogliere le loro più intime aspirazioni o sofferenze e facendole proprie. La preghiera monastica e' un modo, una via di comunione con il mondo''. Dalla figura di San Bruno, padre Dupont lancia un messaggio per i giovani: ''La scelta di Bruno invita ciascuno, e forse soprattutto i giovani, a ritrovare il valore del silenzio e dell'interiorità. Oggi ci si smarrisce nell'eccessivo rumore, come si ricerca innanzitutto di apparire, di stupire o di impressionare gli altri. Occorre saper fermarsi, rientrare in se stesso, non per isolarsi, ma per crescere nella propria vera identità, che è quella di essere figlio di Dio. Bruno - conclude - c'insegna con la sua esperienza che niente vale se non si fonda su questa relazione con Dio. Ha scritto a un amico suo che l'uomo, per natura, cerca il bene, ma che, in verità, non c'è altro bene se non solo Dio''.

Adnkronos

Festa di San Francesco. Il Papa: può aiutarci a dialogare autenticamente, senza cadere in un atteggiamento di indifferenza nei confronti della verità

La solennità odierna di San Francesco è stata vissuta con particolare solennità questa mattina ad Assisi. Il card. Attilio Nicora, legato del Papa per la Basilica francescana, ha concelebrato una Messa presieduta dall’arcivescovo di Campobasso-Boiano, Giancarlo Maria Bregantini. Prima del “Gloria”, come da tradizione, è stata accesa la lampada votiva che arde perennemente sulla tomba del Santo, il cui olio, donato a turno dalle Regioni italiane, è stato offerto quest’anno dal Molise. La tradizione rende omaggio al Santo Patrono d’Italia, nell’anno in cui la nazione celebra il 150° dell’unità. Nel corso del Pontificato, più volte Benedetto XVI ha evocato la figura di Francesco. E resta memorabile il ritratto che il Papa ne fece davanti a migliaia di giovani, durante la visita pastorale ad Assisi del 17 giugno 2007. Un ragazzo benestante che è il “re” delle feste e dell’allegria un po’ “scollacciata”. Un piccolo borgo che è il terreno di conquista di quel giovane e della combriccola dei suoi amici senza un pensiero al mondo. Una chiesa diroccata e un po’ in disparte, tra le cui rovine giace un crocifisso dimenticato. Sono in personaggi e i luoghi dei quali Dio si serve, 800 anni fa, per dare a vita a una delle pagine più belle e travolgenti della storia cristiana. Davanti ai 10mila giovani che lo ascoltano attenti sul piazzale della Basilica di Santa Maria degli Angeli, in una domenica di metà giugno, Benedetto XVI disegna un appassionato ritratto di Francesco d’Assisi, pensato per i giovani e che colpisce al cuore gli adulti. Citando un passo tratto da “La leggenda dei tre compagni”, il Papa dice: "’Francesco era tanto più allegro e generoso, dedito ai giochi e ai canti, girovagava per la città di Assisi giorno e notte con amici del suo stampo, tanto generoso nello spendere da dissipare in pranzi e altre cose tutto quello che poteva avere o guadagnare’. Di quanti ragazzi anche ai nostri giorni non si potrebbe dire qualcosa di simile?".
La domanda fa tutti attenti. Oggi, constata subito dopo Benedetto XVI, i giovani hanno ben più che le strade di un piccolo quartiere per le loro serate di “movida”, dove il divertimento è vero se non manca un certo numero di drink e magari qualche sostanza un po’ più “forte”: “Come negare che sono molti i ragazzi, e non ragazzi, tentati di seguire da vicino la vita del giovane Francesco, prima della sua conversione? Sotto quel modo di vivere c’era il desiderio di felicità che abita ogni cuore umano. Ma poteva quella vita dare la gioia vera? Francesco certo non la trovò. Voi stessi, cari giovani, potete fare questa verifica a partire dalla vostra esperienza. La verità è che le cose finite possono dare barlumi di gioia, ma solo l’Infinito può riempire il cuore”.
È la dicotomia di sempre: scegliere qualcosa che riempie il cuore e poi scade, o scegliere Chi riempie il cuore per sempre. Francesco, dopo la conversione, comprende che la felicità vera passa per l’amore a Dio e agli altri, specie quelli che non hanno niente di estetico e di accattivante. Come, per esempio, i lebbrosi: “Gli ultimi, gli emarginati, nei confronti dei quali Francesco provava un irresistibile senso di ribrezzo. Toccato dalla grazia, egli aprì loro il suo cuore. E lo fece non solo attraverso un pietoso gesto di elemosina, sarebbe troppo poco, ma baciandoli e servendoli. Egli stesso confessa che quanto prima gli risultava amaro, divenne per lui ‘dolcezza di anima e di corpo’".
Infinito, come il Vangelo da cui deriva in modo genuino, è ciò che si potrebbe dire della spiritualità francescana. Su tutti, certamente, spicca il tema della pace: “Francesco può aiutarci a dialogare autenticamente, senza cadere in un atteggiamento di indifferenza nei confronti della verità o nell’attenuazione del nostro annuncio cristiano. Il suo essere uomo di pace, di tolleranza, di dialogo, nasce sempre dall’esperienza di Dio-Amore. Il suo saluto di pace è, non a caso, una preghiera: ‘Il Signore ti dia la pace’".
Non poteva il Papa teologo e letterato non dedicare in quella domenica di quattro anni fa un pensiero al Cantico delle Creature. Perché quei versi, che contengono il germe della prima lingua italiana, sono il distillato di un cuore capace di amore universale: “Come a cerchi concentrici, l’amore di Francesco per Gesù si dilata non solo sulla Chiesa ma su tutte le cose, viste in Cristo e per Cristo. Nasce di qui il Cantico delle Creature, in cui l’occhio riposa nello splendore del Creato: da fratello sole a sorella luna, da sorella acqua a frate fuoco. Il suo sguardo interiore è diventato così puro e penetrante da scorgere la bellezza del Creatore nella bellezza delle creature. Il Cantico di frate sole, prima di essere un’altissima pagina di poesia e un implicito invito al rispetto del creato, è una preghiera, una lode rivolta al Signore, al Creatore di tutto”.

Radio Vaticana

Incontro con i giovani nel piazzale antistante la Basilica di Santa Maria degli Angeli (17 giugno 2007)

Visita Pastorale ad Assisi

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Ultimi ritocchi a sei giorni dall'arrivo di Benedetto XVI. I doni della diocesi e la loro simbologia

Domenica, alle 10.00, nell’area “ex Sir” di Lamezia Terme, si terrà per tutta la Calabria uno degli appuntamenti più importanti del 2011, la Santa Messa presieduta da Papa Benedetto XVI. Gerardo Sacco, in collaborazione con la diocesi di Lamezia Terme e Ruggero Pegna, organizzatore dell’evento, ha progettato, oltre ad un’imponente Croce di metallo alta circa 18 metri, che sormonterà il presbiterio (foto), anche il contenitore in plexiglass che conterrà la stauroteca di Cortale posta alle spalle del trono papale. Per quest’opera, il maestro Sacco si è ispirato alla famosa Croce, presente nel monastero basiliano di Sant'Elia, di Cortale. La sua particolarissima forma richiama un torchio, che nella simbologia cristiana si identifica con il processo di redenzione. La realizzazione della struttura, è stata affidata alla ditta di Reggio Calabria Progetto5, di Santino Frascati. Dono personale dell’orafo a Benedetto XVI, sarà una Croce pettorale in argento e oro, smaltata interamente a mano, che richiama sempre la croce di Cortale. Su di essa è riportata la seguente simbologia: al centro il volto del Cristo sofferente attorniato da piccoli angeli, nella parte superiore un angelo porta i simboli della passione, mentre ai lati sono riprodotte delle spighe di grano, simbolo del Cristo che dona se stesso sulla Croce e nell’Eucaristia. In basso, raffigurato il pio pellicano che con il proprio sangue sfama i suoi piccoli. L’intera croce è sostenuta da una catena in argento e oro con Jannacchè, sfere cave proprie della cultura Arbëreshë popolazione albanese trapiantata nel sud Italia nei primi del ‘900. Inoltre la diocesi di Lamezia Terme nella persona del vescovo mons. Luigi Cantafora ha commissionato all’orafo Gerardo Sacco un “uovo” che donerà a Sua Santità. L’opera in argento, eseguita interamente a mano, con pietre preziose e smalti, nella tradizione cristiana è simbolo della resurrezione del Cristo. La creazione si presenta con una serie di simboli sbalzati a mano di seguito descritti: partendo dall’alto una cupola sormontata da lapislazzuli e zaffiri richiamano il cielo, scendendo vi sono delle Croci con al centro dei rubini, e proseguendo sono raffigurate delle immagini che ritraggono lo stemma della diocesi di Lamezia, lo stemma papale, la facciata del Duomo di Lamezia, l’immagine della Madonna di Visora in Conflenti, l’immagine della Madonna nera di Altotting, Santuario più importante della Baviera, e la Chiesa parrocchiale del Papa con il Fonte battesimale ove lo stesso è stato battezzato. La diocesi ha inoltre richiesto di raffigurare il logo scelto per l’evento. Sul piedistallo l’immagine di San Pietro, primo Papa della storia, la stessa immagine riprodotta sull’anello papale. Un’opera questa, che racconta una storia fatta di simboli teologici ed immagini che legano le chiese locali, come quella di Lamezia e quella di Passau (Germania), in perfetta comunione con quella universale rappresentata dal vescovo di Roma. Ma non basta vi sarà ancora un‘altra opera dell’orafo Gerardo Sacco ad “impreziosire” la prossima visita papale, infatti su commissione del parroco di Conflenti don Adamo e del vescovo di Lamezia Terme, un ramo di quercia in oro, verrà posto in occasione della celebrazione, sulla statua della Madonna di Visora di Conflenti, e più precisamente nella mano del Bambin Gesù. Nell’iconografia cristiana tale raffigurazione richiama alla presenza di quello spirito fecondante colmo di vitalità, che porta la linfa di Dio nell’arbor vitae cristiano. Niente è dato al caso nella simbologia dell’opera, essa infatti si sviluppa su tre rami ad indicare la santissima trinità, su questi rami vi sono 12 foglie che rappresentano i dodici figli di Giacobbe, capostipiti delle 12 tribù d’Israele che nel nuovo testamento diverranno i “Dodici apostoli”, ovvero l’inizio del “nuovo popolo di Dio”. Su questo ramoscello è riprodotto anche il frutto, con due ghiande realizzate in oro e quarzo fumé, che rappresentano la natura umana e quella divina del Cristo.
Al lavoro accelerato le ruspe ad appena sei giorni dall'arrivo del Sommo Pontefice a Serra San Bruno. Ai margini del grande spiazzo adiacente la certosa, è stata spianata un'area aggiuntiva dove sono in corso i lavori per impiantare il grande palco che accoglierà il Papa. Le strade di accesso al monastero certosino vengono asfaltate, i rami pericolanti degli alberi secolari che segnalo gli argini del viale che conduce alla Certosa vengono abbattuti, i viottoli e i sentieri che rasentano le vie d'accesso al piazzale Santo Stefano stanno per essere tutti ripuliti dalle erbacce e resi accessibili e transitabili. Rastrellato palmo a palmo e messo in sicurezza il terreno che dalla fine del centro abitato conduce fino al museo certosino. Tutto è quasi pronto per accogliere le migliaia di persone che arriveranno a Serra San Bruno per vedere il Papa e non passa giorno che non vengano eseguiti sopralluoghi per migliorare e rendere accoglienti i luoghi interessati dalla visita di Benedetto XVI. Il programma della visita del Pontefice non sembra al momento subire cambiamenti, a parte il sito dell'ubicazione del palco, spostato di poco rispetto alla prima individuazione, tutto è rimasto definito secondo quanto stabilito in seguito all'ultima visita della delegazione vaticana. Resta comunque ancora da definire il percorso che condurrà Benedetto XVI dal campo sportivo, dove atterrerà l'elicottero, alla certosa. Saggiata anche la capienza dell'area adiacente le mura certosine che dovrà accogliere i fedeli all'arrivo del Pontefice. Si tratta dell'ampio spiazzo destinato normalmente al parcheggio delle autovetture di recente realizzazione, situato sul lato nord della sede del museo certosino. Tuttavia è possibile vedere il Pontefice anche lungo il tragitto che dal campo sportivo porta alla certosa. Allo scopo, tutto il percorso verrà transennato. La gente potrà anche vedere tutto ciò che succede all'interno delle mura del monastero dopo l'ingresso del papa. È prevista, infatti, l'installazione di grandi schermi in vari punti del piazzale esterno su cui verranno proiettati le varie fasi della visita di Benedetto XVI alla certosa. Intanto, si è appreso quale dono farà l'amministrazione comunale al Sommo Pontefice. Si tratta di un quadro di pregevole fattura, raffigurante un tempio certosino. L'opera è stata eseguita dall'artista serrese Dina Giancotti, nota per le sue straordinarie doti pittoriche ispirate a una profonda spiritualità interiore. Il dono verrà consegnato personalmente dal sindaco Bruno Rosi subito dopo la pronuncia dei discorsi che avverrà sul palco prima dell'ingresso del Papa nel monastero certosino. Ingenti misure di sicurezza verranno adottate per la protezione del pontefice durante la sua permanenza a Serra San Bruno. È previsto nel merito l'arrivo nella cittadina fin dalla mattinata di oltre un migliaio di agenti tra Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Vigili urbani e corpi speciali. Sul palco, insieme al Pontefice, ci saranno le autorità religiose, quelle civili e quelle militari. È prevista anche la presenza del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta il quale interverrà in rappresentanza dello Stato Italiano.

Strill.it, Gazzetta del Sud