martedì 20 marzo 2012

Attacco alla scuola ebraica di Tolosa, morti 3 bambini e l'insegnante. Lombardi: atto orribile e ignominioso, la più risoluta condanna ed esecrazione

L’attacco contro una scuola ebraica a Tolosa è stato fortemente condannato dal direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Un insegnante di religione di 30 anni, i sui due figli di 3 e 6 anni, ed un’altra bambina di 8 anni, sono stati uccisi lunedì mattina a Tolosa da un uomo armato arrivato su uno scooter, che poi è riuscito a fuggire. Un ragazzo diciassettenne è rimasto gravemente ferito. “L’attentato di Tolosa contro un insegnante e tre bambini ebrei è un atto orribile e ignominioso, che si aggiunge ad altri atti recenti di violenza assurda che hanno ferito la Francia”, ha dichiarato padre Lombardi. Il direttore della Sala Stampa Vaticana ha condannato con fermezza questo attacco, che suscita “profonda indignazione e sconcerto e la più risoluta condanna ed esecrazione, per l’età e l’innocenza delle piccole vittime e anche perché avvenuto presso una pacifica istituzione educativa ebraica”. Padre Lombardi ha concluso il suo intervento con le seguenti parole di solidarietà: “Come ha già dichiarato l’arcivescovo di Tolosa, esprimiamo alle famiglie delle vittime e alla comunità ebraica la nostra più viva partecipazione, la nostra preoccupazione per questo fatto orribile e la più profonda solidarietà spirituale”. Da New York, dove stava partecipando ad un incontro con esponenti ebraici, l’arcivescovo di Tolosa, monsignor Robert Le Gall, ha reagito infatti immediatamente, dichiarando: “Dopo l’assassinio dei paracadutisti negli ultimi giorni a Tolosa e Montauban, che ha profondamente scosso la nostra regione, questa mattina è stato compiuto un ulteriore passo nell’orrore con il massacro di 4 persone, di cui 3 bambini, davanti al collegio ebraico Ozar-Hatorah nel quartiere de La Roseraie". "Attualmente mi trovo a New York per tre giorni di incontro presso i nostri fratelli ebrei con una delegazione di una dozzina di vescovi guidata dal card. Vingt-Trois - ha proseguito mons. Le Gall -. La nostra emozione è molto grande, esprimiamo alle famiglie colpite da questo orrore i nostri sentimenti di profonda compassione e la nostre preghiera”. Anche la Conferenza Episcopale di Francia ha espresso il suo sgomento e quello dei cattolici di Francia: “In seguito al massacro odiosamente perpetrato lunedì mattina, i cattolici di Francia esprimono la loro forte indignazione davanti a questa violenza cieca che ha come bersaglio persone indifese. In attesa di ulteriori precisazioni riguardo allo sviluppo dell’inchiesta e condividendo l’emozione delle famiglie e delle comunità coinvolte, la Chiesa Cattolica organizza un periodo di preghiera”, ha dichiarato il portavoce della Conferenza Episcopale di Francia, mons. Bernard Podvin. Il presule ha annunciato inoltre una veglia di preghiera per le vittime nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi, che si è svolta ieri sera in solidarietà con le famiglie e la comunità ebraica, ma anche per i paracadutisti “vilmente assassinati” nei giorni scorsi. Anche il Consiglio delle Chiese Cristiane in Francia (CECEF), presieduto dal pastore Claude Baty, presidente della Federazione protestante di Francia; dal metropolita Emmanuel, presidente dell’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia e dal card. André Vingt-Trois, presidente della Conferenza Episcopale francese, “condivide il dolore della comunità ebraica dopo la sparatoria assassina davanti al collegio ebraico di Tolosa”. Il CECEF ha espresso “tutta la sua solidarietà alle famiglie, studenti ed insegnanti dell’istituto scolastico”. “L’orrore di questo atto, come l’abiezione per l’assassinio dei paracadutisti a Montauban e a Tolosa nei giorni scorsi, incita i cristiani ad unirsi, nella preghiera, alle famiglie e alle diverse comunità colpite da questi eventi” scrivono i rappresentanti dei cristiani di Francia. Questi hanno espresso anche l’auspicio che la concordia non sia scossa da questi atti di una violenza estrema: “Conserviamola saldamente radicata nei valori del rispetto e della fratellanza, fondamenti della società francese”. La comunità ebraica ha ricevuto numerose testimonianze di solidarietà da parte della Chiesa cattolica e in particolare delle “comunità educative degli istituti dell’Insegnamento Cattolico”, che hanno espresso “la loro profonda emozione a seguito della tragedia che viene a colpire la scuola Ozar-Hatorah di Tolosa” e “la loro vicinanza verso tutti coloro che sono tragicamente colpiti da questo dramma e il sostegno alla comunità ebraica a denunciare con la massima fermezza questo atto criminale” come si legge nella dichiarazione. Le scuole cattoliche francesi sono state invitate a riunirsi all’appello del Presidente della Repubblica ad osservare oggi un minuto di silenzio. “Questa manifestazione di raccoglimento può anche essere accompagnata da uno scambio con i giovani” si legge nella conclusione del comunicato.

Anita Bourdin, Zenit

Card. Brady: visita apostolica non era destinata a sostituire il continuo lavoro della Chiesa in Irlanda. Grande senso di dolore e di vergogna

Nessuna sostituzione o interferenza a quanto la Chiesa di Irlanda, il Consiglio Nazionale per la Tutela dei bambini nella Chiesa cattolica in Irlanda, o le varie agenzie statali hanno fatto e stanno facendo per affrontare con efficacia il dramma degli abusi sessuali sui minori commessi da sacerdoti e religiosi. Lo ha sottolineato il card. Sean Brady (nella foto con Benedetto XVI), primate di Irlanda e presidente della Conferenza Episcopale irlandese, presentando questa mattina alla stampa irlandese la sintesi con i risultati della visita apostolica in Irlanda. “È importante sottolineare - ha detto il cardinale - che la Visita non era destinata a sostituire il continuo lavoro della Chiesa in Irlanda, il Consiglio Nazionale per la Tutela dei bambini nella Chiesa Cattolica in Irlanda, e le varie agenzie statali hanno fatto e continuano a fare, per affrontare con efficacia gli abusi sui minori. Fondamentalmente quindi la relazione di oggi è di natura diversa”. “Attraverso questa Visita apostolica - spiega allora il card. Brady - la Santa Sede offre assistenza ai vescovi, al clero, ai religiosi e ai fedeli laici, per rispondere adeguatamente alla situazione causata dai tragici casi di abusi su minori perpetrati da alcuni sacerdoti e religiosi. Questo rapporto è dunque offerto come contributo al continuo rinnovamento spirituale e morale della Chiesa in Irlanda”. "E' importante sottolineare - ha quindi precisato ai giornalisti il card. Brady - che lo scopo della Visita apostolica era "di natura pastorale” e che l‘intenzione del Santo Padre era quello di “aiutare la Chiesa locale nel suo cammino di rinnovamento”. “Come vescovi - ha poi affermato il presidente della Conferenza Episcopale irlandese - vogliamo unirci al grande senso di dolore e di vergogna espresso nelle conclusioni della Visita apostolica”, per quello che è succe4sso “all‘interno della comunità cristiana”: "sono stati abusati giovani innocenti da chierici e religiosi alle cui cure erano stati affidati, mentre coloro che avrebbero dovuto esercitare la vigilanza, spesso non sono riuscito a farlo in modo efficace. Nell‘esprimere dolore e rammarico, facciamo nostro l‘accorato appello per il perdono alle vittime, e a Dio, per questi terribili crimini e peccati”. A nome di tutti i vescovi irlandesi, il card. Brady ha poi ringraziato Papa Benedetto XVI e tutti coloro che “così generosamente hanno lavorato per assicurare un esito positivo alla Visita apostolica. Come comunità cristiana ci sentiamo rafforzati e incoraggiati dalla cura e dall‘impegno dimostrato a noi dal Santo Padre in tanti modi in tutta questa crisi. Andiamo avanti con rinnovata fede e speranza, mentre ci prepariamo ad ospitare il 50°Congresso Eucaristico Internazionale e a trarre nuova linfa e rinnovamento dalla avvicinarsi dell’Anno della Fede”.

SIR

Sintesi dei risultati della visita apostolica in Irlanda: rinnovare l'impegno contro gli abusi. Lo sgomento del Papa, le responsabilità dei vescovi

La Santa Sede rinnova “il senso di sgomento espresso da Papa Benedetto XVI nella Lettera ai cattolici d’Irlanda” e “la vicinanza che egli ha più volte manifestato alle persone vittime di tali atti peccaminosi e criminali compiuti da sacerdoti o religiosi”: lo afferma una sintesi dei risultati della visita apostolica in Irlanda, il cui documento conclusivo è stato presentato oggi nella Sala Stampa del Saint Patrick’s College di Maynooth, in Irlanda. Nel testo di sintesi si sottolinea come questa visita apostolica abbia avuto “un carattere pastorale”, permettendo da un lato di “attestare la gravità delle mancanze che hanno dato luogo nel passato ad una non sufficiente comprensione e reazione, anche da parte dei vescovi e superiori religiosi, al terribile fenomeno dell’abuso sui minori”. Lo stesso documento ribadisce, del resto, che “si è rilevato con chiarezza come a partire dagli anni ‘90 siano stati compiuti passi in avanti decisivi, che hanno portato ad una maggiore consapevolezza del problema e a profondi cambiamenti nel modo di affrontarlo”. Pertanto “si raccomanda che vescovi e superiori religiosi continuino nell’impegno di accoglienza e assistenza alle vittime di abusi”. Il testo di sintesi presentato oggi precisa che le “Linee guida” enunciate nel precedente documento “Safeguarding Children” del 2008 prevedano alcuni aspetti di basilare importanza per continuare a monitorare e prevenire misfatti in questo ambito: anzitutto si parla di “un capillare coinvolgimento dei fedeli e delle strutture ecclesiastiche nel lavoro di prevenzione e formazione”; si ribadisce la disponibilità piena ad “una stretta collaborazione con le autorità civili nella tempestiva segnalazione delle accuse”; si riafferma “il costante rimando alla Congregazione per la Dottrina della Fede, per ciò che è di sua competenza”. Il testo sottolinea, inoltre, che “tali norme si sono rivelate uno strumento efficace per gestire le denunce di abuso e per accrescere la sensibilità dell’intera comunità cristiana in materia di tutela dei minori”. Un ulteriore passaggio impegna gli arcivescovi delle arcidiocesi visitate dagli inviati della Santa Sede a “dare assicurazione che eventuali nuovi casi di abusi che venissero alla luce saranno prontamente sottoposti tanto alle competenti autorità civili quanto alla Congregazione per la Dottrina della Fede”. Viene ribadito che tali “Linee guida” andranno aggiornate sulla base delle indicazioni pubblicate dalla stessa Congregazione il 3 maggio 2011. Oltre a come affrontare l’assistenza nei confronti delle vittime degli abusi, il documento si occupa anche degli autori degli abusi (preti e religiosi) e di coloro che tra i religiosi sono stati accusati ingiustamente. Si ricorda così che vescovi e superiori religiosi, in collaborazione con il “National Board for Safeguarding Children”, “dovranno sviluppare una normativa per trattare i casi di sacerdoti o religiosi verso cui siano state avanzate accuse, ma nei confronti dei quali il Pubblico ministero abbia deciso di non procedere”. Allo stesso modo, prosegue il testo di sintesi, “si dovranno stabilire norme per facilitare il ritorno nel ministero di sacerdoti falsamente accusati e per offrire l’adeguata attenzione pastorale ai sacerdoti o religiosi che siano stati ritenuti colpevoli di abusi su minori”. Quanto alla formazione nei seminari e negli istituti religiosi, il documento vaticano afferma che è necessario assicurare che “la formazione offerta sia radicata in un’autentica identità presbiterale, offrendo una più sistematica preparazione alla vita imperniata sul celibato sacerdotale, sapendo mantenere un adeguato equilibrio tra le dimensioni umana, spirituale ed ecclesiastica”. Sempre in tema di formazione dei candidati al sacerdozio ministeriale e alla vita religiosa, il testo evidenzia l’importanza di “introdurre più rigorosi criteri di ammissione” e di “mostrare un maggiore impegno per la formazione intellettuale dei seminaristi”. Si afferma inoltre che “i religiosi in Irlanda si uniranno ai vescovi nella comune riflessione” su questi temi della formazione per una adeguata identità presbiterale e religiosa, oltre che per offrire assistenza alle stesse vittime degli abusi. Nonostante la gravità dei fatti verificatisi, i visitatori vaticani sottolineano “la permanente vitalità della fede del popolo irlandese”, notano “la dedicazione con cui molti vescovi, sacerdoti e religiosi vivono la propria vocazione”, riscontrano “la vicinanza umana e spirituale che molti di loro hanno avvertito da parte dei fedeli in un tempo di crisi” e riconoscono “la profonda fede di molti uomini e donne e un vasto coinvolgimento di sacerdoti religiosi e laici nel dare vita alle strutture di tutela dei minori”. La visitazione apostolica in Irlanda "ha messo in questione l'attuale configurazione delle diocesi in Irlanda e la loro capacità di rispondere adeguatamente alle sfide della nuova evangelizzazione". Il documento di sintesi sottolinea che "è già iniziata una riflessione comune" tra Santa Sede ed episcopato irlandese per "adottare le strutture diocesane per renderle meglio conformate alla attuale missione della Chiesa in Irlanda". Il 'summary' ricorda che la visitazione non intendeva "sostituire o sospendere la responsabilità ordinaria dei vescovi e dei superiori religiosi, né interferire con l'ordinaria attività delle autorità giudiziarie, né con l'attività delle Commissioni di inchiesta stabilite dal Parlamento irlandese, né con il lavoro di qualsiasi autorità legislativa che abbia competenza nel campo della prevenzione dell'abuso sui minori". "Poiché i visitatori hanno incontrato anche una certa tendenza, non prevalente ma ciononostante piuttosto diffusa tra i preti, i religiosi e i laici, di avere opinioni teologiche diverse dagli insegnamenti del Magistero, questa seria situazione richiede una particolare attenzione, indirizzata principalmente ad una maggiore formazione teologica". "Deve essere sottolineato - si legge nel documento pubblicato in contemporanea a Dublino e in Vaticano - che il dissenso dagli insegnamenti fondamentali della Chiesa non è il corretto percorso per il rinnovamento".

SIR, TMNews

'Africae munus'. L’Esortazione Apostolica al centro del secondo incontro dei segretari delle Conferenze Episcopali regionali del continente

Si chiude oggi ad Antananarivo, capitale del Madagascar, il secondo incontro dei segretari generali della Conferenze Episcopali regionali dell’Africa, iniziato lo scorso 15 marzo. Secondo un comunicato inviato all’agenzia Fides “l’incontro si svolge in un momento difficile per la popolazione malgascia, che deve far fronte ai gravi danni provocati dal ciclone Giovanna, che il 13 febbraio ha devastato diverse regioni del Paese. Gli organizzatori locali avevano proposto di annullare l’incontro a causa della distruzione del tetto dell’Episcopio, dove originariamente i partecipanti doveva essere accolti. Il segretario generale del SECAM ha però chiesto di trovare un’altra sistemazione, per permettere ai partecipanti di manifestare così solidarietà e vicinanza al popolo malgascio”. L’incontro è stato organizzato dal Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM/SCEAM) ed ha avuto per tema la diffusione e l’attuazione dell’Esortazione Apostolica postsinodale di Papa Benedetto XVI “Africæ Munus”. Nel corso dei lavori, ciascuna regione del SECAM ha condiviso la proprie esperienze ed ha presentato il lavoro che sta facendo con particolare riferimento alla "Africæ Munus". I delegati hanno espresso il desiderio di una più stretta collaborazione tra la Segreteria del SECAM e le singole Conferenze Episcopali regionali. Per quanto riguarda l’evangelizzazione, si raccomanda lo svolgimento di una ricerca a livello continentale, coinvolgendo professionisti cattolici di varie discipline, con il rafforzamento di una rete a tutti i livelli nella Chiesa. Si chiede inoltre una revisione dei metodi di evangelizzazione, della catechesi e della formazione degli operatori dell’ evangelizzazione, con particolare riferimento all’appello lanciato da Papa Benedetto XVI per una Nuova Evangelizzazione.

Fides

Il Papa nomina mons. William Edward Lori arcivescovo di Baltimora, più antica diocesi statunitense, e mons. Christian Lépine arcivescovo di Montréal

Papa Benedetto XVI ha nominato arcivescovo di Baltimora, mons. William Edward Lori, finora vescovo di Bridgeport. Mons. Lori, è presidente della Commissione per la libertà religiosa della Conferenza Episcopale statunitense e, grazie a questo ruolo, è stato in questi ultimi mesi nella battaglia contro il governo del presidente Barack Obama sulla questione della copertura delle spese per la contraccezione per i dipendenti di alcune istituzioni a carattere religioso, come scuole e ong. Mons. Lori ha firmato lo scorso 23 febbraio, insieme al presidente della Conferenza episcopale, il card. Timothy Dolan, una lettera a tutti i vescovi d'Oltreoceano che ha recisamente rifiutato un tentativo della Casa Bianca di trovare un compromesso. La lettera afferma che ''la libertà religiosa è il diritto alla base di tutti gli altri. Questo diritto non viene concesso da una decisione di un governo''. L'arcidiocesi di Baltimora, la più antica sede episcopale cattolica degli Stati Uniti, è considerata di grande prestigio e il suo titolare viene generalmente creato cardinale. Benedetto XVI ha inoltre accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Montréal, in Canada, presentata dal card. Jean-Claude Turcotte, è ha nominato nuovo arcivescovo metropolita mons. Christian Lépine, finora vescovo titolare di Zabi e ausiliare di Montréal.

Asca

RINUNCE E NOMINE

Il Papa in Messico e a Cuba. Bertone: porterà un messaggio di amore e di grande incoraggiamento e quindi di ottimismo, soprattutto per i giovani

Nel suo viaggio in Messico, che comincia venerdì prossimo, Papa Benedetto XVI lancerà ''certamente'' un appello in difesa della vita: lo ha anticipato il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, in un'intervista concessa alla tv messicana Televisa e rilanciata dalla Radio Vaticana. Dopo che lo Stato di Città del Messico ha legalizzato negli scorsi anni l'aborto, il porporato ha detto che le leggi sono andate in una ''direzione molto diversa'' dai valori tradizionali di vita e famiglia: ''Tutti - la Chiesa, le Chiese, le autorità civili - tutte le istanze sociali e politiche sono impegnate in questo campo'', ha aggiunto, sottolineando che ''la prima missione della Chiesa è per l'appunto una missione educativa, quella di educare le coscienze''. Si tratta per Bertone di un ''un compito formidabile'' che anche se non di ''carattere rettamente politico'' certamente ''pesa sulla politica'': ''E' insieme - ha spiegato - di formazione personale ed anche di formazione politica, formazione della società, perche' si vuole plasmare una società che percepisca le esigenze della giustizia e voglia agire in base a queste esigenze''. ''La famiglia, come unione tra uomo e donna, il matrimonio come unione tra uomo e donna secondo il progetto primordiale del Creatore: c'è un progetto di valenza naturale e quindi universale, che è tutelato dalle grandi religioni del mondo, non solo dal cristianesimo e non solo dalla Chiesa Cattolica - ha spiegato il 'primo ministro' vaticano -. E poi la tutela della vita, il 'non uccidere', non uccidere nemmeno nel seno materno il bambino non nato. Il non uccidere ha in Messico certamente un'eco molto dolorosa, perchè purtroppo le uccisioni sono all'ordine del giorno, sono fatti quotidiani dolorosissimi''. Il Messico, ha detto Bertone, è ''un grande Paese cattolico, un Paese in pieno sviluppo, un Paese però attraversato da problemi e da sfide formidabili, soprattutto le sfide della violenza, le sfide della corruzione, del narcotraffico, che esigono l'impegno di tutti, l'impegno di tutte le istanze religiose, civili, sociali per superare questa fase e per rifondare il Messico sui valori cristiani, che sono nel Dna del popolo messicano: i valori della pacifica convivenza, della fraternità, della solidarietà e dell'onestà''. Il Papa, ha aggiunto, porterà un messaggio di ''incoraggiamento in questa direzione e porta questo messaggio soprattutto ai giovani perchè non si lascino scoraggiare, perchè non si lascino catturare da facili mire, da facili orizzonti magari di guadagno e di arrivismo, ma si sentano impegnati a costruire una società solidale, una società onesta, una società dove ciascuno abbia il proprio posto, il proprio riconoscimento''.

Asca

Il card. Bertone sul viaggio del Papa in Messico: porterà un messaggio di amore e ottimismo

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. In Brasile la GMG è già iniziata: veglie di preghiera, campagna per i volontari e l'ospitalità dei pellegrini

A poco meno di 500 giorni dal grande incontro mondiale della gioventù con Benedetto XVI, in Brasile già si vive il clima della Giornata Mondiale della Gioventù. In tutto il Paese la sua celebrazione è già cominciata con il cammino-pellegrinaggio della Croce della Giornata e dell’Icona della Madonna. Specialmente a Rio de Janeiro si vive l’ansia e la gioia della preparazione. I giovani che desiderano essere presenti a Rio dal 23 al 28 luglio 2013 hanno già incominciato a mobilitarsi. Lo si può notare, in modo singolare, attraverso la celebrazione mensile della Veglia di preghiera dei Giovani adoratori nel Santuario dell’Adorazione perpetua: la preghiera è seguita anche dai giovani di varie parti del Paese e del mondo grazie alla trasmissione in diretta effettuata dal canale Webtv Redentor (www.redentortv.br). Anche i volontari si stanno mobilitando: hanno già dato la loro disponibilità circa 12mila giovani. La campagna per il volontariato sarà lanciata nella città di Rio il prossimo 25 Marzo. Entro la fine del 2012 ci si aspetta un’adesione di 60mila giovani volontari di diverse provenienze: diocesani, nazionali e internazionali. Ci sarà poi la mobilitazione di chi accoglierà i pellegrini nella propria casa. La Campagna per l’Ospitalità è stata lanciata nella seconda domenica di Quaresima, con lo slogan “Fatevi milioni di amici”: l’immagine scelta per illustrare l’accoglienza del popolo brasiliano è quella di una famiglia normale che si arricchisce di due nuovi membri accolti tra i pellegrini della GMG. In tutti i settori della Commissione Organizzatrice Locale (COL) della GMG Rio2013, le attività si moltiplicano di giorno in giorno. Tra le novità si segnala l’esposizione di opere dei Musei Vaticani durante la GMG. Il 7 Marzo scorso è stato firmato un protocollo di intesa tra l’Istituto Giornata Mondiale della Gioventù e il Museo Nazionale di Belle Arti del Brasile (MNBA) per portare a Rio opere di artisti come Michelangelo e Caravaggio, che resteranno esposte dall’11 giugno al 15 settembre 2013. È in fase organizzativa anche una Mostra vocazionale: riunirà congregazioni, movimenti e nuove comunità che vorranno rappresentare in esposizione i loro carismi. Per la partecipazione a questo specifico evento occorre contattare tramite e-mail: feiravocacional@rio2013.com. Lo spirito che muove i giovani e la Chiesa per questa grande festa di fede e di testimonianza riflette quanto detto da Benedetto XVI nel suo Messaggio per la GMG di Madrid: “Cari giovani, la Chiesa conta su di voi. Ha bisogno della vostra fede viva, della vostra carità creativa e del dinamismo della vostra speranza. La vostra presenza rinnova la Chiesa, la ringiovanisce e le dona un nuovo impulso. Perciò le GMG sono una grazia non solo per voi, ma per tutto il Popolo di Dio”.

Radio Vaticana