giovedì 30 aprile 2009

Concerto in onore del Papa. Benedetto XVI fa 'lezione' di musica e spiritualità e formula gli auguri al presidente Napolitano per la sua alta missione

Con un commento dotto e dettagliato, quasi una 'lezione' di musica e spiritualità, il Papa ha ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il concerto che gli ha offerto in Vaticano per il quarto anniversario del suo pontificato. Amante della musica classica e sacra, pianista lui stesso, Benedetto XVI ha sottolineato come il concerto - eseguito dall'orchestra sinfonica e dal coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretti, rispettivamente, dalla cinese Xian Zhang e da Erina Gambarini - sia "riuscito ampiamente non solo a gratificare il senso estetico, ma al tempo stesso a nutrire il nostro spirito". La Sinfonia 95 di Haydn, per il Papa, "sembra contenere in sé un itinerario che potremmo dire pasquale. Comincia infatti in tonalità minore di Do, e attraverso un percorso sempre perfettamente equilibrato, ma non privo di drammaticità, giunge alla conclusione in Do maggiore. Questo fa pensare all'itinerario dell'anima - rappresentata in modo particolare dal violoncello - verso la pace e la serenità". Quanto a Vivaldi, le voci che rappresentano Maria e la Chiesa "sono unite nell'unico cantico di lode al Santo, al Dio che, con la potenza dell'amore, realizza nella storia il suo disegno di giustizia". Mozart, infine. Nell'andamento "molto dinamico" della sinfonia 35 Papa Ratzinger ha visto "ciò che avviene al massimo grado - se mi si consente questo accostamento - nell'amore di Dio, in cui potenza e grazia coincidono". Nell''Ave verum' finale, invece, "la meditazione cede il passo alla contemplazione", anche perché - ha sottolineato puntualmente il Papa - "Mozart compose questo mottetto poco prima della morte, e in esso si può dire che la musica diventa veramente preghiera, abbandono del cuore a Dio, con un senso profondo di pace". ''Signor Presidente - ha concluso poi Papa Ratzinger -, il Suo cortese e generoso omaggio è riuscito ampiamente non solo a gratificare il senso estetico, ma al tempo stesso a nutrire il nostro spirito, e dunque Le sono doppiamente grato. Formulo i migliori auspici per il proseguimento della Sua alta missione, e li estendo volentieri a tutte le Autorità presenti. Cari amici, grazie di essere venuti! Ricordatemi nelle vostre preghiere, perchè possa compiere sempre il mio Ministero come vuole il Signore''.

Concerto in onore del Papa. Il presidente Napolitano: gli italiani apprezzano il suo impegno sui problemi del nostro tempo e della nazione

''Gli italiani condividono il suo messaggio di pensiero e di fede e il suo meditato e intenso impegno sui problemi essenziali del nostro tempo e per i problemi che vive la nostra nazione in questo momento''. Questo il saluto del presidente Napolitano nell'Aula Paolo VI prima dell'inizio del concerto. Napolitano ha colto la ''felice occasione di questa lieta ricorrenza'' per rivolgere al Santo Padre ''quei caldi voti augurali che corrispondono al sentimento comune degli italiani e per rinnovare l'espressione del rispetto, dell'attenzione e dell'apprezzamento che gli italiani condividono'' per il messaggio e l'impegno del Papa. Napolitano, ricordando ''lo spirito di vicinanza e di cooperazione che ha contrassegnato la sua gradita visita al Quirinale'', ha formulato poi i suoi ''fervidi auguri di successo'' per il pellegrinaggio che il Papa compirà in Medio Oriente. Una missione ''fra le più attese - dice il Presidente della repubblica - per una molteplicità di motivi e soprattutto per il peculiare contributo che può venire al superamento di lacerazioni, tensioni e rischi di guerra, in una regione che è fonte di grave instabilità internazionale''. Napolitano ha concluso il suo discorso rilevando che ''questa sera ci unisce il filo della musica: il vasto mondo in cui viviamo si riconosce nel comune retaggio di valori ed espressioni artistiche. Le auguro un sereno e fecondo proseguimento del suo pontificato''.
In occasione del concerto il presidente della Repubblica ha avuto un colloquio privato di venticinque minuti con il Pontefice. Lo riferisce un comunicato stampa della Presidenza della Repubblica. Nell'occasione - fa sapere ancora il Quirinale - il capo dello Stato ha avuto modo di ringraziare il Papa per la visita a L'Aquila e nelle altre zone colpite dal sisma del 6 aprile e per la partecipazione al dolore ed ai disagi delle popolazioni. Nel corso del colloquio si sono inoltre prese in considerazione le prospettive connesse con il prossimo viaggio di Sua Santità in Terra Santa ed in Giordania e con i numerosi incontri che il Pontefice avrà con leader politici e religiosi oltre che con le Chiese locali.
Nell’Aula Nervi, in Vaticano, erano presenti anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta con la moglie, insieme al ministro della Difesa Ignazio La Russa, al vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, a quello della Camera, Antonio Leone, oltre al presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo.


Il presidente colombiano: commovente l'incontro con Papa Benedetto. Chiediamo il suo aiuto in terra e quello di Giovanni Paolo II dal cielo

Per la Colombia "chiediamo aiuto a Benedetto XVI in terra e a Giovanni Paolo II dal cielo". Lo ha detto il presidente colombiano Alvaro Uribe (nella foto con Benedetto XVI) in una conferenza stampa tenuta dopo il colloquio con Benedetto XVI in Vaticano. Un incontro definito da Uribe "positivo, commovente, che ha toccato le fibre dell'anima" e in cui è emerso "l'immenso affetto e la grande attenzione del Santo Padre" per la Colombia e il suo popolo. Il presidente ha inoltre ricordato con commozione il suo incontro proprio con Karol Wojtyla. Uribe ha inoltre riferito che con Papa Ratzinger ha parlato di problemi quali il narcotraffico, il terrorismo, il conflitto con i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie colombiane e del ruolo della Chiesa cattolica nel Paese. "Riconosciamo - ha detto il presidente - lo sforzo della Chiesa nella stabilizzazione sociale del Paese" operando in diversi campi fra cui quello educativo. "La Chiesa - ha aggiunto - è sempre stata autorizzata a lavorare per la pace e quindi il governo riconosce che rappresenta la prima opzione" in materia di mediazione.

Anche in Vaticano allerta per la 'febbre suina' ma nessun allarme per il Papa o i residenti. La solidarietà di Benedetto XVI al popolo messicano

Anche la Santa Sede è allerta sulla "febbre suina". Oltre le Mura leonine non c'è allarme né per i circa ottocento residenti, né per i dipendenti né, tanto meno, per il Papa. Ma il piccolo Stato della Città del Vaticano si è attrezzato come ogni altro paese di fronte all'ipotesi che la febbre del Messico lambisca il Palazzo apostolico. La Farmacia vaticana ha a disposizione scorte sufficienti di antivirale. "Abbiamo la potenzialità di trattamento per tutti i residenti dello Stato della Città del Vaticano", spiega il professor Giovanni Rocchi, direttore dell'ufficio Sanità e igiene del Governatorato. Il Vaticano è uno dei 'focal point' dell'Organizzazione mondiale della sanità e riceve regolarmente le comunicazioni relative alla nuova influenza. "Attualmente non abbiamo informazioni diverse da quelle di pubblico dominio", spiega Rocchi, "ma qualora partisse la pandemia siamo pronti a dare indicazioni più specifiche". Le comunicazioni di profilassi, in quel caso, verrebbero diramate dalla palazzina dell'ufficio Igiene e sanità del Governatorato, che si trova a pochi metri dalla sede de L'Osservatore Romano e delle Poste vaticane, verso tutti gli uffici e le abitazioni all'interno del Vaticano, così come alle sedi 'extraterritoriali' come il Laterano, dove si trova la Basilica di San Giovanni e la Pontificia Università Lateranense. Nell'ipotesi "fanta-epidemiologica" di una pandemia, spiega il responsabile della sanità vaticana, l'Oms potrebbe chiedere al Vaticano - così come a qualsiasi altro Stato - di controllare i varchi e attuare misure tese a contenere la diffusione dell'infezione. All'interno delle mura Leonine, poi, ci sono tutte le necessarie dotazioni per formulare la diagnosi clinica di una malattia, mentre per la diagnosi micro-biologica il Vaticano utilizza la collaborazione di alcune qualificate strutture sanitarie italiane. "Ad ogni modo - assicura Rocchi - siamo perfettamente in grado di conformarci agli avvisi dell'Organizzazione mondiale della sanità". Il professor Rocchi è molto tranquillo per quanto riguarda le misure per garantire la salute del Papa. "La persona del Pontefice è oggetto di particolare cura e di particolari disposizioni", spiega, "anche perché, a differenza di altri Capi di Stato, non va sottovalutata la particolare modalità di esposizione al contatto con la gente che fa parte dell'esercizio del suo magistero di pastore. Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza, non solo per questa influenza, ma per qualunque evento morboso". Proprio ieri, Benedetto XVI ha espresso solidarietà al popolo messicano, chiedendo che attraverso i mezzi d'informazione si faccia sapere che "il Pontefice è vicino a tutti gli ammalati e sta pregando per le vittime e le loro famiglie". Qualora l'allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità crescesse, non è esclusa l'eventualità che in alcuni paesi vengano vietati gli assembramenti di persone, come concerti o partite allo stadio. O - analogamente - l'afflusso di pellegrini in occasione delle udienze del Papa. Ipotesi, in realtà, talmente infondata da essere praticamente impossibile. "Neppure nei casi di precedenti pandemie, con l'asiatica del 1957, furono cancellate le udienze pontificie", spiega il professor Rocchi. Il Vaticano è allerta, insomma, e nel Palazzo apostolico si dormono sonni tanto vigili quanto tranquilli.

Il Papa ai vescovi argentini: siate umili e ponetevi al servizio di Cristo e dei fedeli. costruite una Chiesa accogliente e misericordiosa

“Portare il messaggio di pace e di riconciliazione” del Signore Gesù “a tutte le genti, curare con amore paterno il Popolo santo di Dio e condurlo sulla via della salvezza”. Questo il compito dei vescovi, come ha sottolineato oggi Benedetto XVI ricevendo il terzo gruppo dei presuli argentini in visita "ad limina apostolorum". Nell'esercizio del ministero episcopale, il vescovo, ha aggiunto il Papa, “deve comportarsi sempre tra i suoi fedeli come chi serve, ispirandosi costantemente all'esempio di Colui che non venne per essere servito bensì per servire e dare la sua vita in riscatto di molti”. In questo senso, “essere vescovo è un titolo di onore quando si vive con questo spirito di servizio agli altri e come partecipazione umile e disinteressata alla missione di Cristo”. E, sull’esempio di Gesù Buon Pastore, i vescovi dovranno impegnarsi nella diffusione del Vangelo, nella guida tenera e misericordiosa dei fedeli, nella difesa dei più deboli. Poi un invito a promuovere “nelle vostre comunità diocesane l'esercizio della carità, in special modo verso i più bisognosi”. “Con la vostra vicinanza e la vostra parola, con l'aiuto materiale e la preghiera, con la chiamata al dialogo e lo spirito di comprensione che cerca sempre il bene comune del paese, e con la luce che viene dal Vangelo, volete dare una testimonianza concreta e visibile dell'amore di Cristo tra gli uomini”. Il tutto, ha chiarito Benedetto XVI, “per costruire continuamente la Chiesa come famiglia di Dio, sempre accogliente e misericordiosa con i più poveri, in modo che regni la carità in tutte le diocesi, in compimento del comandamento di Gesù Cristo”. Oltre a ciò, ha aggiunto “vorrei insistere anche sull'importanza della preghiera di fronte all'attivismo o ad una visione secolarizzata del servizio caritatevole dei cristiani”. Il contatto assiduo con Cristo nella preghiera “trasforma il cuore dei credenti, aprendolo alle necessità degli altri, senza ispirarsi, pertanto, a schemi che pretendono di migliorare il mondo seguendo un'ideologia, bensì lasciandosi guidare dalla fede che agisce in nome dell’amore”. Una parola poi sulla vicinanza che i vescovi devono manifestare ai loro sacerdoti, i loro “collaboratori più vicini”, affinché essi diventino “veri modelli” per i fedeli, attraverso “le loro virtù e il buon esempio”. Le raccomandazioni del Papa ai vescovi argentini hanno riguardato, ovviamente, anche i laici: “La vocazione specifica dei fedeli laici li porta a cercare di configurare rettamente la vita sociale ed ad illuminare le realtà terrene con la luce del Vangelo. Che i laici, coscienti dei loro impegni battesimali, ed animati dalla carità di Cristo, partecipino attivamente alla missione della Chiesa nella vita sociale, politica, economica e culturale del loro Paese”. In questo senso, ha proseguito Benedetto XVI, “i cattolici dovranno distinguersi tra i loro concittadini per il compimento esemplare dei loro doveri civici, così come per l'esercizio delle virtù umane e cristiane che contribuiscono a migliorare le relazioni personali, sociali e lavorative”. Secondo il Santo Padre “il loro impegno li porterà anche a promuovere in particolar modo quei valori che sono essenziali al bene comune della società, come la pace, la giustizia, la solidarietà, il bene della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, la tutela della vita umana dal concepimento fino alla sua morte naturale, ed il diritto e dovere dei genitori a educare i loro figli secondo le loro convinzioni morali e religiose”.

Il Papa in Terra Santa. La visita al campo di Aida di Betlemme e i doni dei profughi a Benedetto XVI

Un ciondolo con una chiave, simbolo sia della missione di ''custode delle chiavi'' affidata da Cristo a San Pietro e ai suoi successori, che della ''chiave del ritorno'' dei profughi palestinesi, ed una mappa della Palestina incisa su una pietra del mare di Galilea: sono i doni che gli abitanti del campo di Aida, Betlemme, circa 5000 persone di cui 14 famiglie cristiane, faranno a Papa Benedetto XVI in occasione della sua visita al campo il 13 maggio, prevista nel pellegrinaggio in Terra Santa. Il sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme spiega che la visita durerà un'ora. Per la sua organizzazione è al lavoro un comitato che annovera tra i suoi membri oltre a Ziyad Al Bandak, presidente del governo locale anche padre Majdi Syriani, sacerdote del Patriarcato. Da quanto si apprende dal Patriarcato i bambini del campo accoglieranno il Papa su entrambi i lati delle strade decorate con manifesti, striscioni e bandiere dell'Autorità palestinese e del Vaticano. La cerimonia avrà inizio vicino al muro di separazione. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas terrà un discorso, seguito da quello di Benedetto XVI. Prenderanno la parola anche rappresentanti del campo e due programmi artistici concluderanno l'evento. ''Il Papa che entra ad Aida - dice padre Syriani - sarà come una luce nella notte per gli abitanti del campo e l'occasione per mostrare le sofferenze dei profughi e la volonta' di mettere fine ad esse rendendo giustizia ai palestinesi''.

'Civiltà Cattolica': la stampa esercita l'ipercritica, il fastidio, il disagio dinanzi al magistero e alla persona del Papa

''La stampa italiana tende a veicolare un'immagine del Papa quasi sempre in termini ipercritici''. Lo scrive, in un duro articolo anticipato oggi, Civiltà Cattolica, il quindicinale dei gesuiti pubblicato con l'approvazione della Segreteria di Stato vaticana. ''I cattolici - scrive Giandomenico Mucci in un articolo intitolato "Un Papa scomodo?" - sanno bene che esiste, in Italia e in Europa, una ostilità a priori contro la dottrina della Chiesa, specialmente nel campo dell'etica''. ''La stampa, che è espressione di poteri e interessi forti - aggiunge -, è un'ottima propagandatrice di tale ostilità''. Secondo Civiltà Cattolica, nei confronti di Papa Benedetto XVI, ''che rappresenta e propone la dottrina della Chiesa con il massimo grado di autorevolezza'', ''si esercitano costantemente l'ipercritica, il fastidio, il disagio dinanzi al suo magistero e alla sua persona''. Il quindicinale gesuita osserva però che ''anche nel mondo cattolico serpeggia, in termini piu' rispettosi, un certo dissenso''. L'ex ''rottweiler'' di Giovanni Paolo II, divenuto da Pontefice ''teologo astratto e difensore di posizioni retrograde'' è invece, ribatte Mucci,un ''uomo di grande gentilezza, di profonda intensità spirituale, di grande curiosità intellettuale e, soprattutto, di serena tranquillità interna''. Papa Ratzinger rimane anche un Papa ''scomodo'' per i laici, incapaci di comprendere il suo magistero sui cosiddetti valori ''non negoziabili''. Però, osserva in conclusione Civiltà Cattolica, ''non mancano voci autorevoli'' pronte a difendere il Pontefice: il quindicinale gesuita cita Guido Guastalla, esponente della comunità ebraica di Livorno, due storici inglesi, Michael Burleigh e Paul Johnson, e il filosofo Andrè Glucksmann.

Udienza di Benedetto XVI al presidente della Colombia Uribe. Nel colloquio anche la lotta al narcotraffico e la pacificazione nazionale

E' durato trenta minuti il colloquio privato tra Papa Benedetto XVI e il presidente colombiano Alvaro Uribe (foto), ricevuto questa mattina in Vaticano. Dopo i saluti in spagnolo, il Pontefice ha chiamato in aiuto l'interprete spiegando che ''capisco lo spagnolo, ma non lo parlo''. Anche la ''lotta al narcotraffico'' e ''pacificazione nazionale'', aspetti più complessi della situazione interna della Colombia, nei colloqui ''cordiali''. Secondo un comunicato della Sala Stampa vaticana, l'incontro ha permesso ''un fruttuoso scambio di opinioni attinenti all'attuale congiuntura internazionale e regionale''. Allo stesso tempo, si legge nel testo, i due leader si sono soffermati ''su alcuni aspetti della situazione del Paese sudamericano, in particolare sulla lotta al narcotraffico e sulle politiche sociali intese a migliorare le condizioni di vita di tante persone che vivono ancora in condizioni di poverta', nonche' sulla collaborazione tra la Chiesa e lo Stato ai fini del consolidamento della pacificazione nazionale''. Il presidente Uribe, che è in questi giorni in Italia per una serie di incontri con le massima autorità istituzionali e politiche, ha portato in dono a Papa Ratzinger una coppia di gemelli in argento cesellato mentre il Pontefice ha ricambiato, come da tradizione, con la medaglia del proprio pontificato e, per le donne, un rosario. Al termine dell'udienza con il Pontefice, Uribe ha incontrato prima il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti, ed è quindi sceso nella Basilica di San Pietro dove si è fermato in preghiera di fronte alla tomba di Giovanni Paolo II.

Il Papa: apprezzamento per l'iniziativa della Coldiretti. Crescita economica improntata sulla solidarietà verso poveri e bisognosi

Papa Benedetto XVI esprime "vivo apprezzamento per l'opportuna iniziativa" della Coldiretti "volta ad evidenziare le rilevanti problematiche del comparto agricoltura e testimoniare i profondi valori del mondo rurale". Così il Santo Padre in un messaggio inviato attraverso il segretario di Stato Vaticano card. Tarcisio Bertone in occasione della Convention "Stop a inganni e moltiplicazioni. Nasce la filiera agricola tutta italiana". Il Santo Padre nel messaggio "esorta i coltivatori diretti a offrire il proprio specifico contributo al progresso integrale della società fondato sulla centralità della persona umana e una crescita economica improntata alla solidarietà soprattutto verso i più poveri e bisognosi e mentre assicura la sua preghiera per il successo dell'importante assise invia a organizzatori, relatori, autorità convenute e presenti tutti la propiziatrice benedizione apostolica".

Questa sera il concerto offerto dal presidente della Repubblica a Benedetto XVI nel 4° anniversario di Pontificato

Oggi nella Sala Nervi in Vaticano laVerdi si esibirà, come lo scorso anno, nel concerto che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (nella foto con Benedetto XVI) offrirà al Santo Padre in occasione del quarto anniversario del suo Pontificato. Prima del concerto Benedetto XVI avrà un incontro con il Presidente Napolitano. L'incontro è previsto alle 17, mentre l'inizio del concerto è in programma per le 17.30. Mille e duecento appassionati milanesi tra soci, abbonati ed amici accompagneranno la trasferta dell'Orchestra Sinfonica e del Coro Sinfonico di Milano per assistere al concerto che segna anche il debutto ufficiale del nuovo Direttore Musicale, la giovane Xian Zhang. Il contralto Sonia Prina e i soprani Roberta Invernizzi e Marina De Liso eseguiranno musiche di Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Vivaldi. All'evento assisteranno 7mila spettatori compresi i rappresentanti del Governo e degli organi istituzionali italiani e gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. "L'anno scorso Benedetto XVI ci incoraggiò a proseguire nel prestigioso percorso artistico e culturale intrapreso. Da allora laVerdi - ha commentato il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Verdi Gianni Cervetti - ha cercato di corrispondere a questo incoraggiamento, esercitando, in spirito di servizio, la propria opera musicale. Ci piace pensare che il nostro lavoro rappresenti, quantomeno attraverso la sua carica simbolica, un piccolo contributo all'impegno di tutti gli uomini e di tutte le donne di buona volontà ad affrontare i problemi non semplici del tempo presente". Il concerto sarà trasmesso in diretta dalla Radio Vaticana, dal Centro Televisivo Vaticano e dai Rai Tre.

Il Papa nelle zone del terremoto dell'Abruzzo. Gli studenti: ci ha fatto tornare il sorriso. Le sue parole ci aiuteranno a superare il trauma

"Mi ha fatto tornare il sorriso". Il volto di Arianna Berardi è radioso. Studentessa di ingegneria edile, è una delle giovani che ha incontrato il Papa davanti alle macerie della Casa dello Studente dove due suoi amici sono morti. Simbolo nefasto di cattiva gestione è divenuta una delle stazioni della Via Crucis aquilana del dopo terremoto. Benedetto XVI ha voluto fortemente questo incontro con gli studenti e loro sono accorsi alla chiamata di don Luigi, il capellano dell'Università. "Questa casa è il simbolo della tragedia che ha colpito l'università - dice il giovane capellano - Il Papa viene a confermarci nella speranza. Qui si è terremotati dentro. Il presente è delle macerie, il futuro sarà migliore". I dodici ragazzi sono tutti molto emozionati nell'attesa dell'incontro in questo luogo dove i loro amici in venti secondi persero la vita. Due di loro, Giulia Lapadre e Alfredo Bernardi, subito dopo corrono a sostenere l'esame di ginecologia con il professor Gaspare Carta. "Nelle tendopoli viviamo in un'atmosfera irreale - ammettono - ma allo stesso tempo non c'è da rassegnarsi". E già confidano che lunedì prossimo riprenderanno anche le lezioni a Medicina. La stessa facoltà che frequenta al sesto anno Gino Duronio che nel terremoto ha perso due amiche, Serena e Federica, e ora ricorda quella notte dove "Il buio era bianco. Accendere la luce e non vedere nulla. La polvere dei calcinacci riempiva l'aria ed era accecante". E la luce della torcia "di un angelo" ha salvato la sorella di Laura D'Angelo di Isola Liri, iscritta a ingegneria, e sepolta in un palazzo di fronte alla Prefettura. Il Papa arriva con la sua veste bianca a illuminare il futuro di questi ragazzi che rappresentano tutta la gioventù che a L'Aquila studia e programma il futuro. Si informa sui loro corsi universitari e quando sente che molti sono iscritti a ingegneria dice loro: "Sono studi importanti per il vostro avvenire. Voi siete il futuro di questa città ricostruitela bene". Parla con tutti, ogni tanto volge lo sguardo a quelle macerie che lo circondano. Il volto si fa triste ma quando parla agli studenti ritorna sorridente. E il messaggio arriva al cuore di questi ragazzi. Due di loro consegnano una lettera al Pontefice. "Non siamo superuomini - ha scritto Stefano Calvano di Vasto studente di Fisica - Abbiamo le stesse paure di tutti quanti. Ma siamo resi più certi nella fede e nella speranza. Cogliamo questa Sua visita per essere fortificati nella fede". Anche Maria Fidanza di Scienze della formazione ha consegnato una lettera al Papa. "Ho voluto ringraziare il Santo Padre dicendogli che la fede ci sta aiutando a superare questo drammatico momento - spiega la ragazza - abbiamo perso molti amici che siamo sicuri sono già risorti". Lei e la sua famiglia, i genitori e otto fratelli sono usciti indenni dal crollo della loro abitazione. "Dopo un paio d'ore ho saputo cosa era accaduto in città - racconta Maria Fidanza - Ho cercato i miei amici. Sono stati momenti e giorni di pianto e sconforto. Oggi è un grande dono avere qui il Papa". Un "segno forte", sostiene Antonella Di Vera studentessa fuorisede di ingegneria. "Il Papa si è informato se avevamo degli amici - spiega poi Antonella, originaria della provincia di Bari - e naturalmente tutti gli abbiamo risposto che abbiamo perso amici molto cari". Bendetto XVI ascolta e consegna loro un'immagine di Cristo risorto. Tutti confidano che "Il Papa ci ha resi meno tristi, forse le sue parole potranno aiutarci ad affrontare il trauma che ci porteremo per sempre dentro". E Lui, padre e pastore, confiderà la propria commozione prima di entrare alla caserma della Finanza a Coppito: "È stato assai toccante, per me, pregare davanti alla Casa dello studente, dove non poche giovani vite sono state stroncate dalla violenza del sisma".

Il Papa nella Repubblica Ceca. Il presidente del Paese in udienza da Benedetto XVI il 30 maggio

Papa Benedetto XVI riceverà il presidente ceco Vaclav Klaus in Vaticano il 30 maggio, ha annunciato il portavoce del capo di stato Radim Ochvat, secondo quanto riferiscono Novinky.cz e il quotidiano Pravo. "L'incontro è unico dato che il Papa riceve privatamente soltanto i capi di Stato", ha voluto precisare Jindrich Forejt, direttore del Protocollo presidenziale. "Gli altri rappresentanti di altri Paesi incontrano il Papa soltanto nell'udienza generale che è aperta ai pellegrini che arrivano in Vaticano, solitamente il mercoledì", ha aggiunto. I colloqui si focalizzeranno in particolare sul viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca, dal 26 al 28 settembre.

Il Papa nelle zone terremotate dell'Abruzzo. I Musei Vaticani devolvono l'incasso della giornata di apertura straordinaria del 10 maggio

Una giornata di apertura straordinaria, il cui incasso verrà devoluto in favore dei terremotati dell'Abruzzo: è l'iniziativa lanciata dai Musei Vaticani come segno di solidarietà alle vittime del sisma, all'indomani della visita di Papa Benedetto XVI nelle zone colpite. Come ulteriore misura, il personale dei Musei offrirà anche per i terremotati la l'equivalente di una giornata di lavoro del mese di maggio. La ''giornata di solidarietà'' con le popolazioni colpite dal sisma - informa una nota del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano - è stata decisa dal Governatorato su proposta del Corpo di custodia dei musei.

mercoledì 29 aprile 2009

Il Papa nelle zone terremotate dell'Abruzzo. Mons. Molinari: è venuto ad asciugare le nostre lacrime e a confortare i nostri dolori

L'arcivescovo de L'Aquila, mons. Giuseppe Molinari, insieme al clero e a tutta l'arcidiocesi, "ringrazia il Papa per il gesto di intensa paternità e grande attenzione dimostrata nei confronti della popolazione colpita dal terremoto": lo scrive il presule in una nota, all'indomani della visita di Benedetto XVI sui luoghi del terremoto. "Conserveremo sempre nel cuore questo giorno e questa visita - afferma Molinari -. Qualcuno è venuto ad asciugare le nostre lacrime e a confortare i nostri dolori. E questo Padre ed Amico è lo stesso vicario di Cristo e Successore di Pietro, che ci ha manifestato così la vicinanza di tutta la Chiesa Universale. Possano le parole della fede e della speranza donate dal Santo Padre essere un primo fecondissimo seme di un mondo nuovo che si intravede gia' dietro le rovine del terremoto". "Noi, aquilani - prosegue Molinari - continueremo a dire tutta la nostra gratitudine al Santo Padre, a pregare per Lui. E siamo certi che non ci dimenticherà, ma ci porterà sempre nel cuore". La visita del Papa "è stata per tutti un evento pieno di speranza e le sue parole hanno riacceso nei cuori la speranza". "La popolazione de L'Aquila non dimenticherà mai questa attenzione amorosa del Supremo Pastore in un momento ancora tanto drammatico e che ha provocato lutti, feriti e distruzioni" scrive monsignor Molinari, che ringrazia anche Benedetto XVI "per il dono del Sacro Pallio" da lui indossato nel giorno dell'inizio del suo pontificato, deposto ieri sulla teca contenente le spoglie di Papa Celestino V, nella Basilica di Collemaggio. "Un grazie anche per la rosa d'oro donata alla Madonna di Roio".

Il Papa incontra alcuni aborigeni canadesi e esprime dispiacere per gli abusi sui bambini e la condotta di alcuni esponenti della Chiesa

Il Papa ha incontrato questa mattina una delegazione di aborigeni canadesi e ha espresso "il proprio dispiacere per l'angoscia causata dalla deplorevole condotta di alcuni esponenti della Chiesa" di abusi verso i bambini "e ha manifestato simpatia e preghiera solidale". "Simili atti di abusi non possono essere tollerati in una società", ha detto il Pontefice secondo quanto riferisce un comunicato ufficiale della sala stampa della Santa Sede. L'incontro, avvenuto questa mattina al termine dell'Udienza generale in Piazza San Pietro, si è svolto alla presenza del leader della Assemblea delle cinque nazioni del Canada, Phil Fontaine e del presidente dei vescovi canadesi James Weisgerber. Benedetto XVI "ha ascoltato le loro storie e preoccupazioni", prosegue la nota, sottolineando che "fin dagli inizi della sua presenza in Canada, la Chiesa, particolarmente attraverso i suo missionari, ha accompagnato da vicino i popoli indigeni". "Il Papa prega che tutti coloro che hanno sofferto possano sperimentare la guarigione, e ha incoraggiato" i nativi canadesi "ad andare avanti con rinnovata speranza".
Papa Benedetto XVI, secondo quanto rende noto la Radio Vaticana ha espresso solidarietà al popolo messicano per la grave influenza con cui è stato colpito in questi giorni, chiedendo che attraverso i mezzi d'informazione si faccia sapere che "il Pontefice è vicino a tutti gli ammalati e sta pregando per le vittime e le loro famiglie".

Udienza generale. Benedetto XVI: la fede ci aiuti a vedere la luce di Dio nella Chiesa e nell'umanità oltre la sporcizia del peccato

Quarantamila fedeli hanno accolto Benedetto XVI in Piazza San Pietro per l'Udienza Generale. Acclamato e applaudito con grande calore, il Papa ha compiuto un giro sulla jeep bianca tra i diversi settori che sono tutti gremiti, segno che i fedeli sono in numero maggiore rispetto ai trentamila che nei giorni scorsi hanno richiesto i biglietti alla Prefettura della Casa Pontificia. L'anziano Pontefice appare sorridente e in buona forma, dopo la faticosa visita di ieri alle zone dell'Abruzzo colpite dal terremoto.
“Amare la Chiesa”: è questo, secondo il Papa, uno degli insegnamenti attuali ancora oggi di San Germano, Patriarca di Costantinopoli, cui è stata interamente dedicata la catechesi di oggi. “Noi vediamo della Chiesa – ha detto Benedetto XVI, che ha concluso parlando a braccio – soprattutto i peccati in negativo, ma con l’aiuto della fede possiamo oggi e sempre riscoprire nella Chiesa la bellezza divina, Dio che si fa presente, si offre a noi attraverso Cristo, che nell’Eucarestia “si fa presente, passeggia con noi, come dice san Germano”. Nella Chiesa, ha detto inoltre il Papa, “riceviamo il perdono di Dio e impariamo a perdonare”. “Preghiamo il Signore – la conclusione della catechesi – perché ci aiuti a vedere nella Chiesa la sua presenza, la sua bellezza, e ci aiuti ad essere anche noi trasparenti per la sua luce”. “C’è una certa visibilità di Dio nel mondo e della Chiesa, e dobbiamo imparare a vedere”, ha detto il Papa soffermandosi, sempre a braccio, sulle “tre cose” che San Germano di Costantinopoli dice a noi. “Dio ha creato l’uomo a sua immagine – ha proseguito – ma su questa immagine si è scoperta tanta sporcizia derivata dal peccato che la bellezza di Dio quasi non traspare più: così Dio si è fatto uomo, e in Cristo possiamo contemplare il volto di Dio e imparare ad essere noi veri uomini, immagine di Dio. In questo modo, “Dio ci invita ad imitarlo, così che in ogni uomo traspare il volto, l’immagine di Dio”. “Dio aveva vietato di fare sue immagini, contro la tentazione dell’idolatria e del paganesimo”, ha ricordato Benedetto XVI: “ma attraverso Cristo si è fatto visibile, e le sante immagini ci insegnano a vedere Dio nel volto di Cristo, dei santi, di tutti gli uomini”. Altro insegnamento di San Germano di Costantinopoli valido ancora oggi, “la bellezza e la dignità della liturgia”. “Celebriamo la liturgia alla presenza di Dio – l’esortazione papale – con la dignità e la bellezza che fa vedere un po’l’immagine di Dio”. “La Chiesa è tempio di Dio, spazio sacro, casa di preghiera, convocazione di popolo, corpo di Cristo. E’ il cielo sulla terra, dove Dio trascendente abita come a casa sua e vi passeggia, ma è anche impronta realizzata della crocifissione, della tomba e della risurrezione”. Sono le parole di San Germano sulla Chiesa citate dal Papa. Per San Germano, “la Chiesa è la casa di Dio”, in cui “si trovano quelle vere e proprie perle preziose che sono i dogmi divini dell’insegnamento offerto direttamente dal Signore ai suoi discepoli”. Altra caratteristica originale di San Germano, secondo Benedetto XVI, sono le sue omelie, che “pur nello stile aulico e propriamente bizantino che le caratterizza, hanno ancora molto da dire anche a noi”. Per il Papa, inoltre, “creano ancora adesso stupore anche alcuni testi mariologici di San Germano che fanno parte delle sue omelie. Fra questi testi, Papa Pio XII ne prelevò uno che “incastonò come una perla” nella Costituzione apostolica Munificentissimus Deus, del 1950. Ultimo tratto tipico di San Germano, e della tradizione bizantina, menzionato dal Papa è la consapevolezza che “il decoro della forma retorica nella predicazione è altrettanto importante nella celebrazione liturgica quanto la bellezza dell’edificio sacro nel quale essa si svolge”.

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

martedì 28 aprile 2009

Il Papa nelle zone terremotate dell'Abruzzo. Le testimonianze e i commenti raccolti dall'agenzia 'SIR'

PAPA IN ABRUZZO: DON EPICOCO (FUCI), “HA TRASFIGURATO L’ORRORE IN OPPORTUNITÀ” (2)


Il Papa nelle zone terremotate dell'Abruzzo. 'L'Osservatore Romano': ha sfatato con naturalezza i luoghi comuni sulla sua fredezza

Tra i terremotati abruzzesi il Papa ha "sfatato con naturalezza" quei "luoghi comuni" che cercano di rappresentarlo come un uomo freddo. Lo scrive il vicedirettore de L'Osservatore Romano Carlo Di Cicco nell'editoriale di prima pagina, intitolato “Una pagina di condivisione”. Di Cicco rimarca tra l'altro come l'incontro con le vittime del sisma sia avvenuto "in tre ore umanissime, in cui il Papa è stato accolto come un parente caro che viene a consolare e al quale si sente il bisogno di raccontare per alleggerirsi almeno un pò di quel peso che ha sconvolto la vita". "Benedetto XVI - prosegue Di Cicco - ha sfatato con naturalezza luoghi comuni che hanno sempre cercato e cercano di accreditarne un'immagine distaccata e fredda. Ha ascoltato ognuno dei tanti che lo hanno salutato di persona. Ha parlato a tu per tu con uomini e donne, adulti e bambini, vescovi e sindaci, preti e laici: tutti guardando negli occhi, stringendo forte le mani, lasciandosi baciare e abbracciare da madri commosse, da ragazze e giovani a un tratto felici". Il Papa, aggiunge il quotidiano vaticano, "è andato soprattutto a pregare". La visita di Benedetto XVI "resta una pagina esemplare di condivisione con chi soffre e spera. Da parte di un Papa che sa essere semplice senza artifici perché sa farsi prossimo restando schivo e libero dalle apparenze mediatiche".

Il Papa nelle zone terremotate dell'Abruzzo. Il ringraziamento di Benedetto XVI alla protezione civile delle Marche per l'ospedale da campo

''Grazie per quello che le Marche stanno facendo per i malati e i feriti del terremoto''. Sono state queste le parole di Papa Benedetto XVI al capo del dipartimento regionale della protezione civile delle Marche, Roberto Oreficini, incontrato per pochi minuti a margine della visita di oggi a L'Aquila. Il Papa era a conoscenza che l'ospedale da campo, a Coppito, è stato allestito e gestito dal sistema di protezione civile delle Marche. Oreficini - è detto in una nota regionale - ha spiegato al Pontefice che è la stessa struttura utilizzata per l'Agorà dei Giovani a Loreto nel 2007. Ma dall'Agorà di Loreto venivano anche altre forniture per la visita di oggi del Papa. L'arredo del palco, compreso lo scranno papale, era lo stesso dell'Agorà. Così anche l'addobbo floreale, proveniva da Loreto per abbellire il palco da dove Benedetto XVI ha pronunciato il suo discorso alla popolazione riunita presso l'area della Guardia di Finanza. Anche l'assistenza sanitaria,in occasione della visita papale e' stata gestita dalle Marche. I medici dell'ARES e i soccorritori dell'ANPAS e CRI, coordinati da Marco Esposito, hanno garantito le prestazioni di pronto soccorso. Erano state organizzate, sei squadre medicalizzate (ognuna con 1 medico e 1 infermiere, 12 persone in tutto) muniti di zaino A.L.F per il pronto intervento. Il coordinamento da parte dell'ARES prevedeva il supporto del 118 e di 6 ambulanze.

Il Papa nelle zone terremotate dell'Abruzzo. I musulmani volontari nella tendopoli di Onna: la sua visita è stata più forte perchè è entrato nel campo

C'erano anche dieci volontari musulmani del Islamic Relief di Milano, questa mattina, ad accogliere Papa Benedetto XVI nella tendopoli di Onna. Sin dal secondo giorno dopo il terremoto, l'organizzazione del soccorso islamico è venuta nel paese simbolo della tragedia abruzzese con 4 tende. Hanno donato al Pontefice un calendario con foto dei luoghi simbolo dell'islam e hanno scambiato qualche parola con il suo segretario personale, don Georg Gaenswein. ''La sua visita ha avuto un impatto più forte delle altre che ci sono state'', racconta Said Mohammed, muratore di origine marocchina che ha scelto di passare qualche settimana come volontario. E non solo, aggiunge, perchè Papa Ratzinger è stato l'unico ad entrare nel campo e passeggiare tra le sue tende senza fermarsi all'ingresso del paese come gli altri. ''La gente era contenta'' spiega, perchè la presenza del Pontefice è stata vista come segno concreto del possibile ritorno della speranza. Il parroco di Onna e Monticchio, don Cesare Cardoso, naturalmente e' d'accordo. ''E' stata una visita di preghiera, spirituale''. Don Cardoso non manca di esprimere il proprio apprezzamento per l'operato dei volontari musulmani. ''Una presenza discreta ma importante'', dice. I dieci volontari islamici, in maggioranza marocchini ma ci sono anche egiziani e italiani, hanno anche montato una ludoteca per i bambini piu' piccoli. La loro presenza, racconta ancora Don Cardoso, è molto apprezzata dalle 250 persone del campo. I musulmani dell'Islamic Relief danno una mano in tutta la gestione del campo, dalle mense ai bagni alla sorveglianza e hanno in programma di restare non meno di 3 mesi. Quando ne hanno la possibilità, però, provano anche ad aiutare gli altri immigrati colpiti dal sisma, ci sono 40 marocchini nel campo della vicina Monticchio e un gruppo di macedoni a Paganica. Venerdì scorso, racconta Said, si sono riuniti per pregare tutti insieme a Monticchio.

Il presidente dell'Abruzzo: ci aiuti a ricostruire i nostri valori e principi. Il sindaco de L'Aquila: la accogliamo con quel poco che ci è rimasto

''Ricostruiremo la città dell'Aquila con le case, ma anche i negozi e le chiese. Ricostruiremo i paesi con i loro centri storici. Ma soprattutto ci aiuti, Santità, anche da lontano a ricostruire i nostri valori, i nostri principi, le nostre tradizioni''. Con queste parole il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, si è rivolto a Benedetto XVI nel breve saluto alla Caserma della Guardia di Finanza di Coppito. ''Il nostro compito di politici non sarà facile - ha aggiunto Chiodi -. Rimettere in piedi gli edifici sarà già di per sè una operazione complessa. Più difficoltoso sarà far ripartire la voglia di vivere e la speranza, il tessuto socio economico e il tessuto morale, far risorgere il concetto di lavoro al servizio dell'uomo, la voglia di intraprendere affrontando di nuovo i rischi, liberando la creatività del popolo aquilano e abruzzese''.
La presenza di Benedetto XVI nella aree colpite dal sisma ''è un segno tangibile di altissima speranza'' per gli aquilani. Lo ha evidenziato il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, nel saluto al Papa. “La popolazione aquilana è entusiasta per la Sua presenza. Soprattutto ha apprezzato il modo in cui Lei ha condiviso la partecipazione al dolore che alberga in questo bellissimo territorio. Lei, infatti, non è qui unicamente come Pontefice, come capo della Chiesa apostolica di Roma. È qui anche come Padre. Padre di tutti noi. Come quel Padre che dà coraggio ai figli, aiutandoli a superare la paura della tragedia che li ha travolti”. Cialente ha poi sottolineato che ''la accogliamo con quel poco che ci e' rimasto. Con le lacrime di chi ha perso i propri affetti. Con le macerie di una citta' e di un territorio che hanno subito una profonda ferita, ma che non si sono spezzati e non si spezzeranno mai. Al contempo - ha aggiunto - la accogliamo con la nostra voglia di reagire. Con la nostra caparbietà di abruzzesi''. "E se fino a ieri era palpabile il sentimento degli aquilani nella direzione di risollevarsi e di ricostruire, oggi, Santo Padre, con la Sua presenza questa speranza sarà ancora più forte e le nostre forze più che raddoppiate”.

Il vescovo de L'Aquila al Papa: attraverso lei il Signore ci fa sentire la sua carezza di Padre. Preghi per noi perché la nostra città risorga

“Beatissimo Padre, sappiamo che Lei è venuto per pregare insieme a noi; per pregare per i nostri morti perché il Signore li accolga nella vita vera; per pregare per i parenti di tutte queste vittime perché il Signore doni loro il conforto e la speranza che solo Lui può dare; per pregare per tutta la nostra gente che ha ancora paura, che attende di poter vedere risolti i problemi più immediati. Le chiediamo di pregare insieme a noi, oggi, soprattutto perché la nostra città possa risorgere presto da queste macerie”. Con queste parole mons. Giuseppe Molinari (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo de L’Aquila, ha salutato il Papa nel piazzale della Caserma di Coppitto, ultima tappa del della sua visita nelle zone terremotate dell'Abruzzo. “Siamo immensamente grati – ha detto l’arcivescovo – per la vicinanza che ci ha mostrata. Crediamo con tutto il cuore che la Sua venuta tra noi, questo Suo sostare in mezzo alle nostre ferite e al nostro dolore, sia un passaggio benedetto dal Signore, del quale il Signore si serve per portare conforto, speranza, aiuto. Ed anche guarigione”. Soprattutto, ha proseguito l’arcivescovo, “la guarigione da ogni tentazione contro la fede e da ogni crisi della nostra speranza. Possa veramente il Signore, attraverso la sua visita, farci sentire la sua carezza di Padre, la Sua presenza apportatrice di speranza e di tanta voglia di rinascere dalla nostra tragedia”. “Sono venuti tanti fratelli e sorelle tra noi, in questi giorni – ha detto mons. Molinari, nel suo saluto al Papa –. E non li ringrazieremo mai abbastanza per la loro incredibile e commovente solidarietà. Sono venuti anche rappresentanti delle istituzioni e della politica. E ci hanno mostrato tanta solidarietà e ci hanno fatto tante promesse. Beatissimo Padre, noi vorremmo che Lei pregasse insieme a noi, oggi, perché questa solidarietà continui nel tempo e le promesse vengano mantenute. Vorremmo pregare insieme a Lei perché questa solidarietà non s’infranga in poveri interessi di parte”, perché “in questi momenti non si cerchino solo le responsabilità del passato ma, soprattutto, si susciti tanta responsabilità per il presente. La ricostruzione de L’Aquila o ci sarà subito o non ci sarà. E sarebbe la nostra morte, più brutta di quella, già tanto tragica, causata dal terremoto”. L’arcivescovo ha poi aggiunto: “Preghi per noi, perché la nostra città risorga presto. Ogni ostacolo alla rinascita del mondo del lavoro, alla costruzione di nuove case, alla rinascita della nostra università sarebbe un delitto infame, che gli aquilani non perdoneranno mai. Chieda al Signore per noi – ha concluso l’arcivescovo – questo miracolo di una pronta e coraggiosa ricostruzione”.

Il Papa: un serio esame di coscienza da tutti. L'Abruzzo risorga presto dalle macerie del terremoto. Andate avanti uniti e non scoraggiatevi

Appena arrivato alla scuola della Guardia di Finanza di Coppito, vicino l'Aquila, ultima tappa della sua visita nelle zone terremotate, Papa Ratzinger ha incontrato i vertici della Guardia di Finanza, i parroci e i sindaci dei comuni abbruzzesi colpiti dal sisma. Nel piazzale della scuola di Coppito, il Papa ha ringraziato tutti coloro che hanno aiutato l'Abruzzo nella fase di emergenza e ora nella ricostruzione."Grazie di ciò che avete fatto e soprattutto dell'amore con cui l'avete fatto - dice - grazie dell'esempio che avete dato". Da qui l'auspicio di Benedetto XVI: "Andate avanti uniti e ben coordinati, così che si possano attuare quanto prima soluzioni efficaci per chi oggi vive nelle tendopoli. Lo auguro di cuore, e prego per questo". Il Papa ricorda ancora una volta "tutte le vittime di questa catastrofe: bambini, giovani, adulti, anziani, sia abruzzesi che di altre regioni d'Italia o anche di nazioni diverse". "Assai toccante - confessa il Papa - è stato per me pregare davanti alla Casa dello Studente, dove non poche giovani vite sono state stroncate dalla violenza del sisma. Attraversando la città, mi sono reso ancor più conto di quanto gravi siano state le conseguenze del terremoto". "La solidarietà - ha detto - è un sentimento altamente civico e cristiano e misura la maturità di una società. Essa in pratica si manifesta nell'opera di soccorso, ma non è solo una efficiente macchina organizzativa: c'è un'anima, c'è una passione, che deriva proprio dalla grande storia civile e cristiana del nostro pèopolo, sia che avvenga nelle forme istituzionali, sia nel volontariato. Ed anche a questo, oggi, voglio rendere omaggio".
Benedetto XVI ha auspicato quindi che "L'Aquila e l'Abruzzo risorgano presto dalle macerie del terremoto". "Desidero sottolineare - ha affermato - il valore e l'importanza della solidarietà che, sebbene si manifesti particolarmente in momenti di crisi, è come un fuoco nascosto sotto la cenere". ''Nec recisa recidit'', il motto della Guardia di Finanza, inciso sulla facciata della caserma, è per Papa Benedetto XVI il ''simbolo della vostra volontà tenace di non cedere allo scoraggiamento''. ''Questo luogo, consacrato dalla preghiera e dal pianto per le vittime, costituisce come il simbolo della vostra volontà tenace di non cedere allo scoraggiamento'', ha detto il Pontefice. Il motto della Guardia di Finanza, ha proseguito, ''sembra bene esprimere quella che il Sindaco ha definito la ferma intenzione di ricostruire la città con la costanza caratteristica di voi abruzzesi''. ''Questo ampio piazzale - ha proseguito - che ha ospitato le salme delle tante vittime per la celebrazione delle esequie presiedute dal Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, raccoglie quest'oggi le forze impegnate ad aiutare L'Aquila e l'Abruzzo a risorgere presto dalle macerie del terremoto. Come ha ricordato l'Arcivescovo, la mia visita in mezzo a voi, da me desiderata sin dal primo momento, vuole essere un segno della mia vicinanza a ciascuno di voi e della fraterna solidarietà di tutta la Chiesa''. ''Il tragico evento del terremoto invita la Comunità civile e la Chiesa ad una profonda riflessione - ha detto il Pontefice -. Come cristiani dobbiamo chiederci: 'Che cosa vuole dirci il Signore attraverso questo triste evento?'".
"Abbiamo vissuto la Pasqua confrontandoci con questo trauma, interrogando la Parola di Dio e ricevendone nuova luce. Abbiamo celebrato la morte e la risurrezione di Cristo portando nella mente e nel cuore il vostro dolore, pregando perchè non venisse meno nelle persone colpite la fiducia in Dio e la speranza''. ''Ma anche come Comunità civile - ha aggiunto - occorre fare un serio esame di coscienza, affinchè il livello delle responsabilità, in ogni momento, mai venga meno. A questa condizione, L'Aquila, anche se ferita, potrà tornare a volare''. Al termine del discorso rivolto alle istituzioni e alle organizzazioni impegnate nelle operazioni di soccorso, Papa Benedetto XVI ha recitato una preghiera alla Madonna di Roio, tradizionalmente venerata all'Aquila. Il Pontefice ha quindi guidato la recita del Regina Caeli con i fedeli e ha infine deposto una rosa d'oro ai piedi della statua lignea della Madonna di Roio. Non l'ha indossato per entrare nella Basilica di Collemaggio pericolante, ma alla fine il Papa ha messo l'elmetto bianco e giallo dei Vigili del Fuoco. Dopo la recita della preghiera mariana del tempo pasquale, Papa Ratzinger ha salutato le autorità e una rappresentanza di militari impegnati nell'area del terremoto. Un vigile del fuoco gli ha consegnato l'elmetto e il Papa l'ha messo in testa. Poi Benedetto XVI ha lasciato l'Aquila in automobile alla volta del Vaticano. Il Pontefice è ripartito con circa un'ora e mezza di ritardo rispetto al programma ed ha viaggiato in macchina e non in elicottero come programmato a causa del maltempo che ha colpito oggi l'Abruzzo. Proprio mentre il Pontefice lasciava la caserma della Guardia di Finanza di Coppito, si sono avvertite due leggere scosse di terremoto.

L'omaggio del pallio a Celestino V nella Basilica di Collemaggio, la preghiera davanti alla Casa dello studente e l'incontro con i giovani

Il momento intimo dinanzi alle spoglie di Celestino V. Quello della partecipazione dinanzi alla casa dello studente. Tra l'arrivo fra le macerie di Onna e il Regina Caeli alla scuola della Finanza, Benedetto XVI si è voluto concedere due tappe tutte interne alla città de L'Aquila. Entrambe simbolo del terribile sisma che ha sconvolto il capoluogo abruzzese lo scorso 6 aprile; entrambe con tutti i segni della distruzione. Alla Basilica di Collemaggio, il Santo Padre e' giunto accompagnato solo dalla foltissima scorta. Dal pulmino della Protezione civile ha compiuto pochi passi. Ha salutato i vigili del fuoco a presidio della chiesa e poi ha bussato alla porta santa. Con delicatezza la sua mano ha aperto la pesante anta e per un attimo Papa Benedetto si è trovato solo con la teca contenente le spoglie di Celestino. Celestino, l'umile fraticello, il dantesco ''Papa del gran rifiuto'', l'inventore del Giubileo. Il Pontefice ha sostato qualche attimo in piedi davanti la bara, poi si è piegato. Ha quindi accarezzato la teca stendendovi sopra, con l'aiuto di padre Georg, il pallio pale impostogli il 24 aprile 2005. Intorno alla Basilica solo pochissime persone. Gli stessi ospiti della tendopoli allestita nel piazzale antistante erano stati in precedenza condotti in pulman a Coppito, alla scuola della Guardia di finanza, per il grande abbraccio con Papa Ratzinger.
Dentro la tenda-soggiorno di Collemaggio tanti bambini intenti a giocare che, al richiamo di una donna, probabilmente un'insegnante, si sono precipitati verso il curvone ''solo'' per vedere e salutare da lontano quell'omino vestito di bianco che faceva capolino dai finestrini del furgone. Invitato dal rettore don Nunzio Spinelli per la festa della Perdonanza celestiniana che si celebra ad agosto, Benedetto XVI ha risposto: "Vedremo, vedremo". "Grazie per il lavoro che avete fatto". Benedetto XVI ha salutato così il direttore centrale per l'emergenza del dipartimento dei vigili del fuoco, Sergio Basti e il comandante dei pompieri dell'Aquila Roberto Lupica, che erano ad attenderlo davanti alla Basilica.
Dopo la sosta alla Basilica di Collemaggio, Benedetto XVI ha incontrato in via XX settembre, davanti ai resti della Casa dello Studente crollata durante il sisma, dodici studenti, sei ragazzi e sei ragazze, tutti residenti nel centro storico, alcuni proprio nella Casa. Li ha salutati ad uno ad uno, chinandosi verso di loro per stringerne le mani, ascoltando con attenzione quanto avevano da dirgli.
Dopo aver incontrato gli studenti, è stato l'ingegner Sergio Basti, responsabile Dipartimento per l'emergenza dei vigili del fuoco, a spiegare al Santo Padre quali sono state le lesioni che hanno portato al crollo di parte della Casa dello studente.
Per diversi minuti i vertici dei pompieri hanno illustrato le varie fasi che saranno portate a termine per ricostruire la struttura. Dopo dieci minuti il Santo Padre si è allontanato in direzione della Scuola della guardia di finanza di Coppito.
"E' giusto che il Papa sia venuto oggi, a tre settimane dal terremoto". E' questo il pensiero prevalente tra i 12 ragazzi, aquilani e non, scampati miracolosamente alla morte nella notte tra il 5 e il 6 aprile, che sono in attesa dell'arrivo del Papa proprio di fronte a quella che era un'ala della casa dello studente, ora demolita e ridotta a sole macerie. "Non è vero che la Chiesa si è avvicinata tardi - ha spiegato Maria Fidanza, una delle studentesse - se il papa fosse arrivato prima non ci sarebbe stato lo spirito giusto e poi tra l'altro avrebbe anche intralciato le operazioni di emergenza. Per noi la visita del Papa, a tre settimane dalla tragica scossa, è un segno forte di speranza attraverso la vicinanza della Chiesa". I dodici ragazzi nella tragica notte erano tutti all'Aquila e hanno ancora stampato nella mente l'incubo seguito alla tragica scossa.

Il Papa ad Onna: questa terra splendida e ferita deve tornare ad ornarsi di case e chiese belle e solide. Ammiro il coraggio e la dignità vostri

"Ho ammirato il coraggio, la dignità e la fede con cui avete affrontato anche questa dura prova, manifestando grande volontà di non cedere alle avversità". E' quanto ha detto questa mattina il Papa alla tendopoli di Onna, uno dei centri maggiormente colpiti dal terremoto. Il Pontefice si è recato in visita in Abruzzo per incontrare le popolazioni vittime del sisma e testimoniare. "La Chiesa tutta è qui con me, accanto alle vostre sofferenze, partecipe del vostro dolore per la perdita di familiari ed amici, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case, chiese, aziende crollate o gravemente danneggiate dal sisma". "Ho ammirato il coraggio, la dignità e la fede con cui avete affrontato anche questa dura prova, manifestando grande volontà di non cedere alle avversità. Non è infatti il primo terremoto che la vostra regione conosce, ed ora, come in passato, non vi siete arresi; non vi siete persi d'animo. C'è in voi una forza d'animo che suscita speranza. Molto significativo, al riguardo, è un detto caro ai vostri anziani: 'Ci sono ancora tanti giorni dietro il Gran Sasso'". "Venendo qui, ad Onna, uno dei centri che ha pagato un alto prezzo in termini di vite umane, mi sono reso ancor più conto dell'entita' dei danni causati dal terremoto. Se fosse stato possibile, avrei desiderato recarmi in ogni paese e in ogni quartiere, venire in tutte le tendopoli e incontrare tutti. Mi rendo ben conto che, nonostante l'impegno di solidarieta' manifestato da ogni parte, sono tanti e quotidiani i disagi che comporta vivere fuori casa, o nelle automobili, o nelle tende, ancor più a causa del freddo e della pioggia. Penso poi ai tanti giovani costretti bruscamente a misurarsi con una dura realtà, ai ragazzi che hanno dovuto interrompere la scuola con le sue relazioni, agli anziani privati delle loro abitudini".
"Sono venuto di persona in questa vostra terra splendida e ferita, che sta vivendo giorni di grande dolore e precarietà, per esprimervi nel modo più diretto la mia cordiale vicinanza". "Vi sono stato accanto fin dal primo momento - ha detto ancora Papa Ratzinger - fin da quando ho appreso la notizia di quella violenta scossa di terremoto che, nella notte del 6 aprile scorso, ha provocato quasi 300 vittime, numerosi feriti e ingenti danni materiali alle vostre case". Quindi il Papa ha ricordato di aver "seguito con apprensione le notizie condividendo il vostro sgomento e le vostre lacrime per i defunti, insieme con le vostre trepidanti preoccupazioni per quanto in un attimo avete perso. Ora sono qui, tra voi: vorrei abbracciarvi con affetto uno ad uno". Ad accogliere il Papa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Il Pontefice è giunto un'ora dopo quanto era previsto dal programma, costretto dal maltempo a partire per l'Abruzzo non più in elicottero ma in auto. La terra dell'Abruzzo deve tornare ad ornarsi di case e di chiese belle e solide. ''Il Papa è qui, oggi tra di voi - ha detto Benedetto XVI - per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza''. ''Attendono - ha aggiunto - di veder rinascere questa loro terra, che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese, belle e solide. E' proprio in nome di questi fratelli e sorelle che ci si deve impegnare nuovamente a vivere facendo ricorso a ciò che non muore e che il terremoto non ha distrutto: l'amore''. ''L'amore - ha detto ancora il Papa - rimane anche al di là del guado di questa nostra precaria esistenza terrena, perchè l'Amore vero è Dio. Chi ama vince, in Dio, la morte e sa di non perdere coloro che ha amato''.

“Padre Santo grazie per aver voluto condividere con noi questa giornata. La sua presenza ci ricorda che il Signore Gesù è ogni giorno in ogni tenda. Bussa alla tela che ci ripara e chiede di entrare dentro per stare con noi”. Sono queste le parole con cui la comunità di Onna ha salutato, sotto la pioggia,il Papa. “I nostri figli, i nostri cari non ritorneranno su questa terra, ma abbiamo la certezza che, a loro, la vita non è stata tolta ma trasformata”. I parrocchiani citano nel loro messaggio il libro dell’Apocalisse riguardo a Laodicea, “una città bellissima dove si viveva bene ma che il terremoto ha distrutto ripetutamente”: “Ecco – si legge al capito 3,20 dell’Apocalisse – sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta io verrò da lui cenerò con lui ed egli con me”. “Santità – concludono i parrocchiani – la notte del venerdì santo al termine della via Crucis ha parlato di noi, ci ha invitati a guardare verso la luce del signore. La nostra gente ha seguito il suo invito ed ha alzato lo sguardo dalla distruzione, che ancora abbiamo dinanzi agli occhi, verso la luce del Signore Risorto. Noi abruzzesi siamo forti e gentili, e lo siamo grazie alla nostra fede. Grazie ancora Padre Santo”. Una piccola statua di Gesù Bambino posta su un cuscino rosso sull’altare della chiesa allestita nel tendone del ministero dell’Interno nella tendopoli di Onna, dove Benedetto XVI si è raccolto in preghiera. Ai piedi dell’altare un’icona della Madonna con Bambino.

Il Papa raggiungerà Onna in macchina a causa del maltempo. L'arrivo tra circa un'ora

Benedetto XVI ha da poco lasciato il Vaticano in auto per raggiungere Onna la piccola frazione del comune de L'Aquila devastata dal terremoto, prima tappa della visita tra le aree abruzzesi colpite da sisma. A causa del maltempo, il Papa non è potuto decollare in elicottero. Il suo arrivo a Onna è atteso tra circa un'ora. E' tutto pronto nella piccola frazione del comune de L'Aquila divenuta uno dei luoghi simbolo del terremoto in Abruzzo. Si tratta della prima tappa della visita nelle aree colpite dal sisma. Ad Onna è prevista anche la visita alla chiesa allestita nei pressi della tendopoli. Ad accogliere il Papa ci sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

lunedì 27 aprile 2009

Il Papa nelle zone del terremoto in Abruzzo. Mons. Molinari: come Pietro porta la guarigione fisica e spirituale perché la speranza non muoia

“La nostra attesa in queste ultime ore è piena di gioia per un Papa che viene a visitare una comunità ferita, portando, come Pietro alle prime comunità cristiane, la guarigione fisica e spirituale perché la speranza non muoia sotto le macerie e i cuori si confermino nella fede”. Sono queste le parole con cui mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo de L’Aquila, riassume all'agenzia SIR l’attesa della Chiesa aquilana in vista della visita di Papa Benedetto XVI alle zone colpite dal sisma. “Il Papa – continua l’arcivescovo – viene in mezzo a noi, a pregare con noi, per questo spero siano in tanti ad usufruire delle navette messe a disposizione della Protezione Civile per stringersi attorno al Santo Padre nella parte pubblica della sua visita alla caserma di Coppito. Lì dirò ufficialmente al Santo Padre il mio grazie per la vicinanza dimostrata alla nostra gente”. Il Papa arriverà alla caserma a conclusione del suo viaggio a L’Aquila. “Speriamo che questa sua visita – conclude l’arcivescovo – possa mantenere viva l’attenzione sulla nostra realtà perché le promesse fatte in queste settimane vengano mantenute. A partire dal rientro delle persone nelle case, dalla costruzione di una nuova sistemazione per l’inverno, senza dimenticare i problemi del lavoro e dall’università”. "Quello che conta - ha detto invece alla Radio Vaticana - è che lui ci confermi nella fede. E' lui che ci indica la strada da seguire, è lui che ci dice da quale parte sta la verità che guida il popolo cristiano; è lui che ci rassicura e che ci libera dal dubbio. In questo momento, veramente, confermare i propri fratelli nella fede, questi fratelli che sono nella prova, nella sofferenza, diventa ancora più bello, ha un sapore ancora più profondo, un significato ancora più bello".

Il Papa nelle zone del terremoto in Abruzzo. Domani il pellegrinaggio nei luoghi piegati dal sisma. Il sindaco de L'Aquila: gli chiederò di tornare

Una visita sui luoghi spezzati dal terribile terremoto che il 6 aprile ha colpito l'Abruzzo. Il Papa sarà domani a Onna e L'Aquila, per abbracciare idealmente tutta la popolazione colpita dal sisma e per portare il proprio conforto e la propria solidarietà. La visita si snoderà in due momenti: uno più privato, con tappe in alcuni luoghi significativi del terremoto, e un momento più pubblico, ovvero l'incontro con i volontari, la Protezione Civile, e i fedeli, prima di fare rientro in Vaticano. Ad accogliere e accompagnare il Pontefice, per l'Italia, sarà il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Era stato il Papa in persona ad assicurare ai terremotati che presto sarebbe andato da loro. Dopo 48 ore dalla tremenda scossa del 6 aprile, Benedetto XVI aveva annunciato il suo desiderio. "Carissimi - aveva detto - appena possibile spero di venire a trovarvi. Sappiate che il Papa prega per tutti". "E' tutto pronto per la visita 'quasi privata' del Papa in Abruzzo, tra i luoghi più emblematici del terremoto - dice a SKYtg24 il sindaco Massimo Cialente - e poi l'incontro più pubblico a Coppito. Vorrei chiedere al Papa di tornare appena avremo restituito la Basilica di Collemaggio alla festa della Perdonanza. Domani - conclude il primo cittadino - oserò proprio chiedere questo".

Il Papa nelle zone del terremoto in Abruzzo. I responsabili dei giovani de L'Aquila: la popolazione attende il suo incoraggiamento

Cresce l’attesa nelle tendopoli per la visita di domani di Benedetto XVI alle zone terremotate. “In queste ore si stanno raccogliendo le adesioni, campo per campo, per partecipare all’incontro con il Papa presso la caserma della Guardia di Finanza di Coppito – spiega all'agenzia SIR don Dino Ingrao, responsabile del Servizio di pastorale giovanile della diocesi de L’Aquila – le associazioni ed i movimenti ecclesiali si stanno mobilitando proprio a questo scopo. La popolazione è preoccupata per il futuro e attende per questo parole di incoraggiamento e di speranza dal Pontefice. La vita nei campi, poi, è resa ancor più difficile dal maltempo”. “La presenza di Benedetto XVI tra la gente colpita dal terremoto sarà anche un’occasione per rilanciare e rinvigorire l’animazione pastorale – afferma don Agostino Lauriola, sacerdote incaricato regionale di Abruzzo e Molise per la pastorale giovanile – con la visita del Papa partirà anche un volantinaggio in tutte le tendopoli per invitare i giovani all’Agorà del 2 giugno al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata. In quel momento potremo stringerci ancora di più ai giovani de L’Aquila che apriranno la manifestazione portando la Croce dei giovani”.

Il Papa incontra Carlo d'Inghilterra e la moglie Camilla. Nel colloquio la difesa dell'ambiente e il dialogo per la pace e la giustizia

E' durato 15 minuti il colloquio privato tra il Papa e il principe Carlo, ricevuto questa mattina in udienza insieme alla moglie Camilla (foto). Sono stati colloqui ''cordiali'', che ''hanno permesso lo scambio di idee su alcuni temi di interesse comune, tra cui la promozione umana e lo sviluppo dei popoli, la difesa dell'ambiente e l'importanza del dialogo interculturale e interreligioso per la promozione della pace e della giustizia nel mondo''. Lo rende noto un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede. Il Papa - riferiscono i giornalisti presenti all'udienza - è stato molto cordiale; il principe Carlo disinvolto, mentre Camilla visibilmente tesa. Al termine del colloquio bella Biblioteca privata, Benedetto XVI ha ricevuto anche la delegazione al seguito dell'erede d'Inghilterra. Il principe ha donato al Pontefice un servizio di 12 piatti da dessert in ceramica dipinti a mano con disegni di fiori del suo giardino di Highbrow, parte di una collezione privata. "Non so, possano esserle di qualche utilità", ha detto Carlo simpaticamente. Papa Ratzinger ha ringraziato molto. Inoltre il reale ha donato al Papa un fotoritratto di lui e la moglie Camilla autografato, mentre il Pontefice ha ricambiato donandogli una incisione di San Pietro secondo il progetto originale, prima dell'intervento di Michelangelo e una medaglia del Pontificato più grande per Carlo e una più piccola per Camilla. "Sono molto toccato", ha detto Carlo.

Da domani nelle librerie "L'elogio della coscienza", una raccolta di discorsi e interventi di Joseph Ratzinger sulla verità interiore

Stato e religione non possono né devono identificarsi, ma senza l'apporto dei valori e dell'etica che offre la fede, e in particolare quella cristiana, una società e uno Stato "non possono elementarmente consistere", e anzi rischiano, se la "verità viene manipolata, di diventare un'efficiente associazione a delinquere", così come già ammoniva Sant'Agostino. Sono le riflessioni di Joseph Ratzinger, contenute nel libro "L'elogio della coscienza" che esce domani in Italia edito da Cantagalli, mentre le versioni estere saranno curate dalla Libreria Editrice Vaticana. Si tratta di discorsi, interventi, lezioni universitarie pronunciate tra il 1991 e il 2000 ed ora rielaborate per argomenti e unificate in un testo unico, rivisto negli ultimi due anni e a cui Benedetto XVI ha dato il definitivo assenso due mesi fa. Centosettantacinque pagine, di cui alcune pagine pubblicate ieri da due quotidiani italiani. In primo piano i temi della vita e della morte, della procreazione, della pietà verso i bambini non nati, i malati terminali. Un capitolo dedicato interamente al rapporto tra Stato e religione.

Il Papa in Terra Santa. L'economo della Custodia: la Messa a Gerusalemme un evento eccezionale. Dall'altare potrà contemplare la Città Santa

''Il palco sarà una costruzione temporanea e accoglierà un centinaio di sacerdoti, che concelebreranno la Messa con Benedetto XVI. Dall'altare, il Papa sarà leggermente rivolto verso Gerusalemme, e potrà contemplare le mura della Città Santa. Credo che sarà veramente un evento eccezionale''. Così padre Dobromir Jasztal, economo della Custodia di Terra Santa, parla dei lavori nella valle del Cedron, a Gerusalemme, dove Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa davanti a una folla stimata in 5000 persone. ''Attualmente - spiega dal sito della Custodia il francescano incaricato di seguire i lavori - si sta lavorando bene sul terreno. Non ci saranno posti a sedere. Dobbiamo proteggere le tombe, e fare in modo che i pellegrini non ci si siedano o ci salgano sopra per vedere meglio. Poichè ci aspettiamo diverse migliaia di pellegrini, bisognerà anche mettere a disposizione una strada d'accesso più grande di quella attuale. Tutto questo viene fatto in stretta collaborazione con i servizi di sicurezza. I grandi assembramenti di cristiani sono rari, qui a Gerusalemme, e questa è una delle poche occasioni in cui il Papa potrà incontrare la comunità cristiana locale''. ''Vogliamo preservare l'ambiente naturale di questo terreno - conclude - il cantiere più grosso è quello che si occupa dell'altare: saranno spostati alcuni ulivi ripiantati in seguito. Sono ultracentenari, e reggeranno il colpo''.

Benedetto XVI riceve il il presidente bielorusso Lukashenko. Nel colloquio i temi della pace, del dialogo e le problematiche interne del Paese

Si è svolta "in un clima positiva" l'udienza tra Benedetto XVI e Aleksandr Lukashenko, presidente della Bielorussia, ricevuto questa mattina in Vaticano per il suo primo viaggio in Europa occidentale dal 1995. Durante l'incontro, venticinque minuti di colloquio - riferisce una nota della Santa Sede - "sono state affrontate questioni attinenti al rapporto tra fede e ragione e al dialogo interconfessionale e interculturale. Inoltre sono stati trattati temi di carattere internazionale legati alla promozione della pace - prosegue la nota vaticana - e dell'autentico progresso dell'umanità, come pure alcune problematiche interne del Paese, argomenti concernenti la Chiesa cattolica in Bielorussia e le prospettive di approfondimento della collaborazione tra le due Parti". "Si è infine rilevata la pacifica convivenza che caratterizza le relazioni tra le comunità cattolica e ortodossa, nonché con le altre confessioni religiose", conclude il comunicato della Santa Sede. Lukashenko ha dapprima incontrato il Papa, e successivamente, accompagnato dal ministro degli Esteri, Sergei Martinov, ha incontrato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e monsignor Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati". ''Santità, ci vediamo in terra bielorussa, se Dio vorrà'', ha salutato il Pontefice Lukashenko, che era accompagnato dal figlioletto di cinque anni. Questi ha regalato a Papa Ratzinger il suo abbecedario di russo, perchè possa imparare la lingua (foto). Il regalo ufficiale del presidente bielurosso è stata invece un'icona raffigurante Gesù realizzata da un artigiano locale con materiali tradizionali, mentre il Papa ha ricambiato con la medaglia d'oro del suo pontificato.