mercoledì 17 giugno 2009

Finiti i lavori di restauro della Cappella Paolina in Vaticano. Il 4 luglio l'inaugurazione da parte di Benedetto XVI

Il prossimo 4 luglio Papa Benedetto XVI inaugurerà la Cappella Paolina (foto) michelangiolesca, restituita all’antico splendore dopo sette anni di laborioso restauro. Ad annunciarlo il direttore del Musei Vaticani, Antonio Paolucci, in un articolo pubblicato su L'Osservatore Romano, dando notizia del completamento dei lavori iniziati nel 2002. Papa Ratzinger celebrerà nella Cappella i Primi Vespri della XIV domenica del Tempo Ordinario, poco dopo quel 29 giugno che segnerà la conclusione dell'Anno Paolino. Era quello il termine fissato per la fine dei restauri - abbondantemente rispettato - anche grazie all'accelerazione impressa ai lavori nell'ultimo anno e mezzo. La costruzione della Cappella Paolina, luogo di culto riservato al Papa e alla Famiglia pontificia, fu commissionata da Paolo III Farnese ad Antonio da Sangallo, che incaricò Michelangelo dell'esecuzione dei due affreschi contrapposti che raffigurano, rispettivamente, la Conversione di Saulo e la Crocifissione di San Pietro. “In un certo senso – ha spiegato Paolucci - la Cappella Paolina, più ancora della Sistina, è il luogo identitario della Chiesa Cattolica e quando sull'altare viene esposto il Santissimo Sacramento, il ruolo del Papa, custode del Corpus Christi nella legittimità della sequela apostolica e nella fedeltà all'ortodossia, vi è perfettamente significato”.

Fondazione Italiani

Anno Sacerdotale. L'anticipazione di Paolo Rodari: domani su 'L'Osservatore Romano' un documento del Papa sul clero e il sacerdozio

Papa Ratzinger ricevendo la crème della curia e dell’episcopato austriaco ha voluto chiarire definitivamente la questione “Gerhard Wagner” e, nel farlo, ha voluto insistere sull’obbedienza che preti e vescovi debbono a Roma e al magistero: solo sacerdoti e vescovi che vivono il proprio ministero in "fedeltà integrale al Concilio Vaticano II e al magistero post-conciliare della Chiesa", in sintonia d’intenti dunque con Roma, possono esser certi della giustezza del proprio operare. Parole che hanno in qualche modo preceduto un documento che Benedetto XVI farà uscire su L’Osservatore Romano in edicola domani pomeriggio proprio in vista dell’apertura dell’Anno Sacerdotale. Un documento che suona come una Lettera Enciclica in miniatura dedicata al clero, e che ruota attorno alla necessità che i preti, ispirandosi alla figura del Curato D’Ars, sappiamo vivere in comunione ecclesiale, essere d’esempio a coloro che nei seminari intraprendono la strada del sacerdozio, vivere di preghiera e di dedizione alla Chiesa e, soprattutto, combattere la secolarizzazione che, impietosa, ha annacquato anche molti di coloro che si sono dedicati a Dio attraverso il sacerdozio: la secolarizzazione deve cessare d’entrare nella Chiesa. È la Chiesa che deve investire della sua presenza il mondo secolarizzato. Insomma, quella del Papa nell’incontro a porte chiuse di ieri e dell’altro ieri è stata un’anticipazione di quanto cercherà di comunicare ai preti nel corso di quest’Anno.

Paolo Rodari, Il Riformista

Anno Sacerdotale. Benedetto XVI ribadisce: il celibato nel servizio presbiterale una precisa forma di vita come l'ha intesa Gesù

Il Papa ha ribadito la sua contrarietà all'ipotesi di abolire il celibato dei sacerdoti nell'incontro che ha avuto in questi giorni con i vertici dell'episcopato dell'Austria, dove, invece, il tema è caldeggiato anche da alcuni ambienti cattolici. "Il Santo Padre - racconta il card. Christoph Schoenborn - ci ha detto qualcosa di molto impressionante sul tema del celibato, perché è molto discusso in Austria. Ha detto: in definitiva si tratta della domanda se crediamo che sia possibile e sensato fondare la propria vita sull'unico fondamento che è Dio. E, nel servizio per Dio e per Gesù Cristo, lasciare che questo servizio assuma una precisa forma di vita, il celibato, come lo ha inteso Gesù. Non per sfiducia nei confronti della coppia o per disprezzo della coppia - prosegue l'arcivescovo di Vienna in un'intervista alla sezione tedesca della Radio Vaticana - ma perché il supremo bene che ci è stato dato e affidato, Dio, Gesù Cristo, è presente nel mondo e per questo è possibile dedicare la propria vita interamente a Dio". In questo senso, il Papa ha ricordato l'imminente inizio dell'Anno Sacerdotale, dopodomani, come occasione per riscoprire il ruolo unico del sacerdote nella comunità cristiana.

Apcom

Revoca della scomunica ai lefebvriani. La Santa Sede: illegittime le nuove ordinazioni. Prossima la definizione di uno status per 'Ecclesia Dei'

Le nuove ordinazioni sacerdotali previste dai lefebvriani per la fine di giugno sono da considerarsi "illegittime". Lo precisa un comunicato della sala stampa vaticana. "In risposta alle frequenti domande giunte in questi giorni a proposito delle ordinazioni sacerdotali della Fraternità San Pio X", si legge nella nota, "sono da considerarsi illegittime". Il documento si basa su quanto affermato dal Papa nella sua lettera ai vescovi di tutto il mondo nella quale si ricordava che finché "la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa". Il Vaticano inoltre ricorda che fino a quando "le questioni concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa". Alcuni vescovi tedeschi avevano ipotizzato che tali celebrazioni potessero essere sanzionate da nuove scomuniche. "Nella stessa Lettera - si ricorda - il Papa ha annunciato la Sua intenzione di provvedere a un nuovo status della Commissione "Ecclesia Dei" in collegamento con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Vi è ragione di pensare che la definizione di tale nuovo status sia prossima. Ciò costituisce la premessa per l'avvio del dialogo con i responsabili della Fraternità San Pio X in vista dell'auspicato chiarimento delle questioni dottrinali e, conseguentemente, anche disciplinari, che rimangono tuttora aperte".

Corriere della Sera.it

Il Papa alla delegazione siro-cattolica: vi incoraggio a proseguire la missione ecclesiale per edificare ovunque l'unità e la pace

Al termine dell’Udienza generale di questa mattina Benedetto XVI ha salutato la delegazione siro-cattolica guidata dal Patriarca della Chiesa di Antiochia dei siro-cattolici, Sua Beatitudine Mar Ignace Youssef III Younan, accompagnato, in questa sua prima visita ufficiale, dai Patriarchi emeriti, dai Vescovi e da fedeli provenienti dal Medio Oriente e da diverse parti del mondo. Nel saluto il Papa ha espresso la sua “sollecitudine e considerazione a tutte le Chiese Orientali Cattoliche”, incoraggiandole “a proseguire la missione ecclesiale, pur tra mille difficoltà, per edificare ovunque l'unità e la pace”. Domani nella Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, si terrà una Divina Liturgia in rito siro-antiocheno, “pubblica significazione”, ha detto il Papa, della ‘communio ecclesiastica’ già concessa al patriarca Youssef, al momento della sua elezione. A rappresentare domani il Pontefice sarà il card. Leonardo Sandri, frefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

SIR

Benedetto XVI saluta il summit dei capi religiosi: i leader politici prestino attenzione all'importnza delle religioni e sostengano il bene comune

Il Papa si augura che i "leader politici mondiali" facciano "attenzione alla importanza delle religioni nel tessuto sociale di ogni società e al serio dovere di assicurare che le proprie decisioni e politiche supportino e sostengano il bene comune". Benedetto XVI lo ha detto salutando questa mattina in inglese alcuni partecipanti al summit dei leader religiosi, che si tiene in questi giorni a Roma in vista del G8, presenti in Piazza San Pietro per l'Udienza generale. "Apprezzo questa iniziativa - ha detto Papa Ratzinger - organizzata dalla Conferenza Episcopale italiana in collaborazione con il ministero degli Esteri italiano. Confido - ha aggiunto - che tale iniziativa farà molto per attirare l'attenzione dei leader politici del mondo sulla importanza delle religioni nel tessuto sociale di ogni società". All'incontro dei leader religiosi partecipano 129 esponenti di varie religioni del mondo, che ieri hanno anche visitato l'Aquila, dove si terrà il vertice dei Grandi, per portare solidarietà ai terremotati.

L'Unione Sarda.it

Il Papa: Cirillo e Metodio esempio di interculturazione. Ogni popolo deve poter esprimere la verità salvifica con il linguaggio che gli è proprio

''Un esempio classico di ciò che oggi si indica col termine inculturazione: ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio rivelato ed esprimerne la verità salvifica con il linguaggio che gli è proprio''. Lo ha ricordato Papa Benedetto XVI, nella catechesi dell'Udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro davanti a circa 25mila pellegrini, dedicata ai Santi Cirillo e Metodio, apostoli degli slavi, vissuti nel IX secolo. Tratteggiando la figura dei due fratelli, il Pontefice ha ricordato che a costoro si deve la nascita dell'alfabeto glagolitico, poi designato col nome di cirillico. Evento questo ''decisivo per lo sviluppo della civiltà slava in generale''. I due, ha ricordato il Papa, erano "figli dell'oriente, di patria bizantini, di origine greci, per missione romani e per i frutti apostoli degli slavi". E l'"idea cirillo metodiana", ha commentato il Papa, "accompagnò nei diversi periodi storici i popoli slavi, favorendone lo sviluppo nazionale, culturale e religioso". ''Cirillo e Metodio - ha detto Papa Ratzinger - erano convinti che i singoli popoli non potessero ritenere di aver ricevuto pienamente la Rivelazione finchè non l'avessero udita nella propria lingua e letta nei caratteri propri del loro alfabeto''. ''Questo - ha aggiunto - suppone un lavoro di ''traduzione' molto impegnativo, perchè richiede l'individuazione di termini adeguati a riproporre, senza tradirla, la ricchezza della Parola rivelata. Di ciò i due santi fratelli hanno lasciato una testimonianza quanto mai significativa, alla quale la Chiesa guarda anche oggi per trarne ispirazione ed orientamento''. Nella loro opera di evangelizzazione, i due fratelli dovettero anche affrontare l'ostilità dei missionari franchi sostenitori della ''eresia trilingue'', per la quale non era possibile lodare e celebrare Dio se non nelle tre lingue ebrea, greca e latina. Cirillo e Metodio si recarono allora a Roma da Papa Adriano II per avere il suo sostegno nell'adozione della lingua slava per diffondere la Buona Novella. Per questo loro ruolo storico Cirillo e Metodio sono stati proclamati da Giovanni Paolo II compatroni d'Europa insieme con San Benedetto.

Asca

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Il Papa in Terra Santa. Lettera di Benedetto a mons. Twal: grazie per l'accoglienza. Vicinanza spirituale ai popoli nelle prove e tribolazioni

Una lettera per ringraziare dell’invito “a visitare la Terra Santa e per la cordiale ospitalità riservata durante il recente soggiorno” è stata inviata da Benedetto XVI al Patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal. Secondo quanto riferito all'agenzia SIR dal Patriarcato, che ne ha divulgato nel pomeriggio di ieri il testo tradotto in italiano, la lettera è in inglese, reca la data del 26 maggio ed è stata recapitata la scorsa settimana. “Scrivo per ringraziare Sua Beatitudine, e tutti i suoi confratelli Ordinari, per il vostro gentile invito a visitare la Terra Santa e per la cordiale ospitalità che mi avete riservato durante il mio recente soggiorno tra voi – scrive il Pontefice - celebrare la sacra liturgia insieme a voi e a tanti fedeli nei luoghi santi legati ai misteri fondamentali della salvezza, è stata per me una grande gioia”. Parlando “da pellegrino” e “in nome anche delle innumerevoli generazioni di pellegrini passati e presenti” prosegue il Papa “vi ringrazio per l'accoglienza che ci avete offerto e per la cura che usate nel conservare i luoghi santi. Sono convinto che la tradizione del pellegrinaggio continuerà per lungo tempo e perciò prego in modo particolare affinché le tensioni politiche e le restrizioni negli spostamenti diventino presto un ricordo del passato, in modo che i cristiani di ogni provenienza, possano accedere ai luoghi santi liberamente e senza difficoltà”. “Vi chiedo di salutare da parte mia il vostro gregge e di assicurare la mia vicinanza spirituale in tutte le prove e le tribolazioni che hanno a soffrire per la crisi che colpisce molte parti della Terra Santa” scrive ancora Benedetto XVI che esorta “tutti a perseverare nella testimonianza fedele e unita al Vangelo nei luoghi dove Gesù ha vissuto, ha insegnato, è morto e risorto dai morti per portare la salvezza al mondo intero”.

SIR

Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. La cittadina di San Bonaventura si prepara ad accogliere Benedetto XVI. Le iniziative in preparazione

Anche la cittadina di Bagnoregio si sta preparando per la storica visita che Papa Benedetto XVI farà nel pomeriggio del 6 settembre nel piccolo paese della Tuscia, terra natale di San Bonaventura. A Bagnoregio, si è costituito un piccolo comitato locale che lavora in sinergia e stretta collaborazione con il Comitato Organizzatore Centrale che fa capo alla stessa diocesi il quale ha messo in programma una serie di iniziative: sabato 27 giugno, nella Concattedrale di Bagnoregio alle ore 21.00, conferenza di padre Pietro Messa della Pontificia Università Antonianum San Bonaventura e Francesco; domenica 28 giugno alle ore 11.30 nella Concattedrale di Bagnoregio (foto) solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre Pietro Messa, con la partecipazione di tutte le realtà ecclesiali di Bagnoregio; in preparazione alla festa di San Bonaventura il 10 e l'11 luglio Claudio Gentili, Direttore de La Società, rivista di studi e ricerche sulla dottrina sociale della Chiesa Laura Viscardi, teologa condurranno incontri dal tema "Aspettando Benedetto" per prepararci sul piano spirituale allo straordinario incontro del 6 settembre e per aprire gli orecchi all'ascolto del Magistero del Papa; in preparazione alla Festa di Sant'Ildebrando, il 22 agosto, e nell'imminenza dell'incontro con il Santo Padre del 6 settembre conferenza di Padre Marco Bellachioma San Bonaventura e l'ordine Francescano. Altra iniziativa predisposta per l’accoglienza di Benedetto XVI a Bagnoregio è nell'ampio parco del Convento, Parrocchia di San Francesco a Bagnoregio, dove i padri conventuali, per iniziativa del parroco Padre Antonio, stanno allestendo una grande aiuola che porterà il nome di Benedetto XVI come ricordo della visita del Santo Padre. Per la piccola cittadina è una grande gioia e un onore accogliere un Papa, sarà forse una occasione che non si ripeterà più, per questo tutti stanno collaborando con impegno e dedizione. Secondo il programma della Santa Sede il Santo Padre arriverà a Bagnoregio intorno alle 17.00 con il suo elicottero accompagnato dal vescovo di Viterbo mons. Lorenzo Chiarinelli. Si sposterà poi con la papamobile verso la Chiesa Concattedrale dove in visita privata si tratterrà in preghiera davanti alla reliquia di San Bonaventura e successivamente raggiungerà Piazza Sant'Agostino dove terrà un suo discorso conclusivo alla cittadinanza.

Viterbo Oggi

Continua la vergogna nella Chiesa in Austria: l'arcivescovo di Vienna ha presentato in Vaticano una petizione per abolire il celibato dei sacerdoti

Alla vigilia dell'apertura dell'Anno Sacerdotale voluto da Papa Benedetto XVI, in Vaticano torna a porsi con forza la questione del celibato obbligatorio dei sacerdoti. A sollevare il tema è stato uno dei cardinali più influenti della Chiesa, nonchè stretto collaboratore di Papa Ratzinger, il card. Christoph Schonborn (nella foto con Benedetto XVI). Nella due giorni di incontri Oltretevere che il Pontefice e i massimi esponenti della Curia romana hanno avuto il 15 e il 16 giugno con l'arcivescovo di Vienna e altri rappresentati dalla Chiesa austriaca non si pèinfatti discusso soltanto del caso di Gerhard Maria Wagner. In Vaticano, il card. Schonborn ha anche presentato la cosiddetta ''Iniziativa dei laici'' (Laieninitiativ), un appello di importanti cattolici austriaci lanciato all'inizio di quest'anno, che chiede l'abolizione dell'obbligo del celibato, il ritorno in attività dei preti sposati, l'apertura del diaconato anche alle donne e l'ordinazione dei cosiddetti 'viri probati'. Dopo il caso Wagner, nella diocesi di Linz sono emersi alcuni casi di preti che vivevano da anni con una donna, contribuendo così a riportare all'attenzione dell'opinione pubblica austriaca la questione del celibato sacerdotale.

Asca

Anno Sacerdotale. Il card. Hummes: la Chiesa cammina con i piedi dei sacerdoti che devono riscoprire il loro ruolo missionario

A due giorni dall'inizio dell'Anno Sacerdotale, venerdì 19, il prefetto della Congregazione per il Clero ha invitato i sacerdoti a riscoprire il proprio ruolo missionario. In un'intervista rilasciata ad Avvenire, il cardinale brasiliano Cláudio Hummes ha sottolineato che l'iniziativa nasce da un'esigenza profonda di “stimolare ulteriormente la spiritualità dei sacerdoti nel mondo d’oggi”, “determinato da una cultura postmoderna, secolarizzata, relativista, laicista, che non ama la religione e che, anzi, vorrebbe relegarla nella sfera privata”. Lungi dal “demonizzare questa nuova cultura rimpiangendo un mondo che non c’è più o sognando un futuro che non esiste”, bisogna ricordare che anch'essa “deve essere evangelizzata”, ha osservato. Per questo, i presbiteri devono “riscoprire il proprio ruolo missionario”. L'Anno Sacerdotale, ha ricordato il cardinale, ha anche un altro obiettivo importante: “rincuorare i sacerdoti e spronarli a continuare nel loro servizio per la Chiesa e per tutta l’umanità”. Negli ultimi anni, infatti, “la stampa mondiale ha dato un risalto veramente eccezionale ai delitti compiuti da sacerdoti, come la pedofilia e le debolezze riguardanti la mancata osservanza del celibato”. “Queste cose sono successe. E chi si è macchiato di crimini è giusto che venga sottoposto alla giustizia ecclesiastica e civile”, ha ammesso, ma “questi tristi casi riguardano una quota veramente minima dei sacerdoti”, la stragrande maggioranza dei quali “vive fedelmente il proprio ministero, svolgendo anche un servizio prezioso per la società in campi come l’educazione, l’assistenza, l’aiuto ai poveri”.
Per questo, la convocazione dell'Anno è intesa anche come esortazione ai sacerdoti santi a portare avanti la propria missione pur nelle difficili condizioni odierne. Per “affrontare le sfide del mondo e proporsi come testimone credibile del Vangelo”, ha rilevato Hummes, “è sempre necessario che ogni sacerdote possa continuamente vivere l’incontro personale con Gesù Cristo, nella Parola di Dio e nell’Eucarestia”. “Per ottenere questa grazia, è sempre necessario pregare per i sacerdoti e con i sacerdoti”. Altrettanto necessario, ha aggiunto, è “approfondire l’identità sacerdotale, che non è quella dei laici”. I laici, infatti, “sono importantissimi, ma non possono sostituirsi ai sacerdoti”. Secondo il porporato, “nella stragrande maggioranza i sacerdoti sono contenti della loro vita. Ma non manca chi vive difficoltà”. “È importante che i sacerdoti vivano gioiosamente il proprio ministero – ha constatato –. Quando i sacerdoti sono felici, tutta la comunità lo avverte e anche le vocazioni possono fiorire più facilmente”. Allo stesso modo, ha ricordato che la preoccupazione per il proprio clero deve essere “una priorità assoluta di un Vescovo”, “perché un Vescovo senza i suoi sacerdoti non può far molto, è come un uomo senza arti”. “La Chiesa cammina con i piedi dei sacerdoti. Sono loro in prima linea. Se si fermano, la Chiesa rallenta drammaticamente. Se sono debilitati spiritualmente, la Chiesa si indebolisce. Per questo tra Vescovi e clero deve esservi una comunione affettiva ed effettiva”. Quanto ai laici, “devono aiutare i propri sacerdoti umanamente e spiritualmente. Devono confortarli con la loro stima, con il loro affetto, con la loro considerazione” e “devono pregare per i propri sacerdoti, per la loro santificazione”. La preghiera è importante “anche per suscitare nuove vocazioni”, ha concluso il card. Hummes, “perché se in una parrocchia c’è un prete felice, allora i giovani vedono in lui un modello e la chiamata del Signore trova così un terreno più fertile per essere accolta”.


Zenit

«Nell’Anno sacerdotale i preti tornino missionari» - il testo integrale dell'intervista