mercoledì 25 febbraio 2009

Il Papa in Terra Santa. Gerusalemme si prepara ad accogliere Benedetto XVI

Gli abitanti di Gerusalemme dovranno sopportare certamente alcuni disagi in occasione della visita di Benedetto XVI il prossimo maggio, come avviene anche durante le visite dei leader internazionali, ma questo evento avrà delle ricadute positive per la Città Santa. Come riferisce Ynet, l'edizione online dello Yedioth Ahronoth, l'amministrazione municipale di Gerusalemme intende infatti cogliere l'occasione per dare una bella ripulita alla città ed eseguire dei lavori di ristrutturazione. In particolare saranno rifatte le strade intorno alla residenza del nunzio apostolico, che si trova sul Monte degli Ulivi, e sarà rimessa a posto la Chiesa del Getsemani dove il Papa celebrerà la Santa Messa. Saranno rifatte anche le strade che portano al Muro Occidentale, nella Città Vecchia, e sarà ripulita la piazza antistante al Muro. Sono poi previsti interventi nel quartiere Talbya, dove si trova la residenza del presidente Shimon Peres, e nell'area dove sorge lo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto. Per il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat la visita di Benedetto XVI darà un grande impulso al turismo e la sua amministrazione intende investire molto in questo evento.

Il card. Sodano risponde a Hans Kung: critiche che non contribuiscono all'unità della Chiesa per la quale Benedetto XVI sta lavorando

"Una critica fraterna è sempre possibile nella Chiesa, fin dai tempi di San Pietro e di San Paolo. Una critica amara, invece, tanto più se generica, non contribuisce all'unità della Chiesa, per la quale tanto sta lavorando il Papa Benedetto XVI, che lo Spirito Santo ha collocato a reggere la Santa Chiesa di Dio, in quest'ora importante della sua storia". Lo afferma il decano del Collegio Cardinalizio, card. Angelo Sodano (nella foto con Benedetto XVI), che ha commenatato ai microfoni della Radio Vaticana le parole del teologo Hans Kung, con il quale il porporato ha condiviso in gioventù la formazione teologica. "Stamani - confida Sodano - sono stato interiormente ferito, nel leggere l'intervista che sarebbe stata rilasciata dal reverendo prof. Hans Kung al quotidiano francese Le Monde". "Se il testo è esatto - aggiunge l'ex segretario di Stato - sento il dovere di dire che si tratta di affermazioni generiche e non provate: personalmente, sono testimone dell'impegno del Santo Padre per fare della Chiesa una famiglia, la famiglia dei figli di Dio". Il card. Sodano si dice inoltre stupito dal fatto che "un noto quotidiano italiano, ben al corrente dell'opera del Papa, abbia voluto offrire tanta pubblicità a tale intervista, dandole inoltre un titolo, fra virgolette, che è diverso da quello originale francese e cadendo poi nell'errore di parlare del Concilio Ecumenico di Nicea, nell'odierna Turchia, tenutosi nel lontano 325, come del Concilio di Nizza".

Il Papa inizia la Quaresima: seguendo San Paolo sia un tempo di ascolto della Parola, di una vita austera, di conversione e carità

Seguendo l’esempio di San Paolo "la Quaresima, contrassegnata da un più frequente ascolto della Parola di Dio, da più intensa preghiera, da uno stile di vita austero e penitenziale, sia stimolo alla conversione e all'amore sincero verso i fratelli, specialmente quelli più poveri e bisognosi". Nell’Anno Paolino, la vita del’Apostolo delle genti è stata portata da Benedetto XVI a modello di come il cristiano deve vivere la Quaresima, celebrando, oggi pomeriggio, il rito delle Ceneri nell’antica Basilica romana di Santa Sabina. Il rito è stato preceduto, secondo tradizione, da un momento di preghiera nella vicina chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, da dove il Papa, insieme a cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli si è recato in processione penitenziale a Santa Sabina. Durante la Santa Messa, Benedetto XVI ha imposto le ceneri ad alcuni dei presenti. A lui sono state date dal card. Jozef Tomko, titolare dalla Basilica. Durante la Quaresima, ha detto nell’omelia Papa Ratzinger, "la Chiesa si preoccupa di mostrarci quale debba essere l'orientamento del nostro spirto, e ci fornisce i sussidi divini per percorrere con decisione e coraggio" il "singolare itinerario spirituale che stiamo iniziando". "L'appello alla conversione - ha proseguito - affiora come tema dominante in tutte le componenti dell'odierna liturgia". Il tempo di Quaresima sia un "cammino di vera conversione". "La promessa di Dio è chiara: se il popolo ascolterà l'invito a convertirsi - ha spiegato ancora il Pontefice - Dio farà trionfare la sua misericordia e i suoi amici saranno colmati di innumerevoli favori". Infine, ha ricordato il Papa, "Gesù, mettendoci in guardia dal tarlo della vanità che porta all'ostentazione e all'iprocrisia, alla superficialità e all'autocompiacimento, ribadisce la necessità di nutrire la rettitudine del cuore". Il Papa ha infine indicato la via della preghiera, dell'elemosina e del digiuno per vincere "nella lotta tra il bene e il male, lotta che segna la nostra esistenza". Il Papa ha preso spunto in particolare da una frase della seconda Lettera ai Corinti: "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio" (5,20). ” Paolo – ha commentao - ha sperimentato in maniera straordinaria la potenza della grazia di Dio, la grazia del Mistero pasquale di cui la stessa Quaresima vive. Egli si presenta a noi come ‘ambasciatore’ del Signore. Chi allora meglio di lui può aiutarci a percorrere in maniera fruttuosa questo itinerario di interiore conversione?”. “San Paolo - ha detto poi - riconosce che tutto in lui è opera della grazia divina, ma non dimentica che occorre aderire liberamente al dono della vita nuova ricevuta nel Battesimo. Nel testo del capitolo 6 della Lettera ai Romani, che sarà proclamato durante la Veglia pasquale, scrive: ‘Il peccato dunque non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia’ (6,12-13). In queste parole troviamo contenuto il programma della Quaresima secondo la sua intrinseca prospettiva battesimale. Da una parte, si afferma la vittoria di Cristo sul peccato, avvenuta una volta per tutte con la sua morte e risurrezione; dall’altra, siamo esortati a non offrire al peccato le nostre membra, cioè a non concedere, per così dire, spazio di rivincita al peccato”. “Ma come portare a compimento la vocazione battesimale, come essere vittoriosi nella lotta tra la carne e lo spirito, tra il bene e il male, lotta che segna la nostra esistenza?” “Il Signore ci indica oggi tre utili mezzi: la preghiera, l’elemosina e il digiuno. Nell’esperienza e negli scritti di San Paolo troviamo anche al riguardo utili riferimenti. Circa la preghiera, egli esorta a ‘perseverare’ e a ‘vegliare in essa, rendendo grazie’ (Rm 12,12; Col 4,2), a ‘pregare ininterrottamente’ (1 Ts 5,17). Per quanto concerne l’elemosina, sono certamente importanti le pagine dedicate alla grande colletta in favore dei fratelli poveri (cfr 2 Cor 8-9), ma va sottolineato che per lui è la carità il vertice della vita del credente, il ‘vincolo della perfezione’: ‘sopra tutte queste cose – scrive ai Colossesi - rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto’ (Col 3,14). Del digiuno non parla espressamente, esorta però spesso alla sobrietà, come caratteristica di chi è chiamato a vivere in vigilante attesa del Signore (cfr 1 Ts 5,6-8; Tt 2,12)” “Per vivere questa ‘nuova’ esistenza in Dio è indispensabile nutrirsi della Parola di Dio”. Anche in questo, “l’Apostolo è innanzitutto testimone: le sue Lettere sono la prova eloquente del fatto che egli viveva della Parola di Dio: pensiero, azione, preghiera, teologia, predicazione, esortazione, tutto in lui era frutto della Parola, ricevuta fin dalla giovinezza nella fede ebraica, pienamente svelata ai suoi occhi dall’incontro con Cristo morto e risorto, predicata per il resto della vita durante la sua ‘corsa’ missionaria”.

Mons. Sako: bisogna attendere per il Sinodo dei cristiani in Medio Oriente. Lingue locali per diffondere il messaggio cristiano

''La proposta di un Sinodo per i cristiani in Medio Oriente è stata inoltrata al Sinodo dei vescovi. Ora bisognera' attendere. Da quello che so è stata ben accolta anche da molti presuli della regione''. Lo ha dichiarato all'agenzia SIR mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, autore della proposta presentata a Papa Benedetto XVI nella recente visita "ad limina" dei vescovi caldei. ''Il Sinodo - ha detto il presule - potrebbe essere uno strumento utile per avviare una pastorale araba comune a tutte le chiese del Medio Oriente. Questa richiede, innanzitutto, un cambiamento nel vocabolario, rendendolo piu' aperto, semplice e comprensibile sia ai nostri fedeli che ai musulmani con i quali siamo chiamati a dialogare. E' urgente far comprendere loro che non siamo politeisti o infedeli, ci vogliono nuovi strumenti per parlare col mondo musulmano e per dare continuita' alla presenza cristiana. C'è una testimonianza da dare ancora oggi, non possiamo restare confinati in un ghetto''. Per veicolare questo messaggio, per mons. Sako, ''è utile tornare alla lingua araba, come fecero tanti teologi cristiani nel Medio Evo per spiegare la dottrina cristiana. Questo può rappresentare un aiuto per le nostre Chiese che utilizzano il caldeo, il siriaco, l'aramaico''. ''Le sette protestanti che si stanno diffondendo, non da adesso ma già dal tempo dell'embargo, in Iraq - conclude - usano un linguaggio comprensibile ed anche per questo la gente le segue''.

Messaggio del Papa per la Campagna della Fraternità in Brasile: all'inizio della Quaresima lavorate per una società riconciliata che condivide i beni

Una benedizione di pace e prosperità per tutto il Brasile, perché riscopra all’inizio della Quaresima che non è tanto una maggiore condivisione dei beni, pur necessaria, a dare senso alla vita, ma la lotta contro ogni forma di male, il desiderio di fraternità e condivisione e la pratica dei valori cristiani. Con questi pensieri, Benedetto XVI si rivolge oggi in un Messaggio ai fedeli brasiliani, in occasione dell’inizio dell’annuale Campagna della Fraternità, intitolata nel 2009 “La pace è frutto della giustizia”. Quaresima uguale giustizia, perché da una società più giusta scaturisca una società pacificata. E’ una simmetria basata su valori alti quella che il Papa propone ai brasiliani, che come ogni anno sono sollecitati dalla Chiesa locale a mostrare, in tempo quaresimale, sensibilità e solidarietà nei confronti di uno o più specifici temi sociali. Quest’anno lo sguardo è rivolto alla situazione delle carceri e al reinserimento degli ex detenuti, sotto lo slogan “Fraternità e Sicurezza Pubblica. La pace è frutto della giustizia”. Ai fedeli riuniti quest’anno per l’apertura della Campagna - è una novità - al Santuario di Aparecida, con la Messa delle Ceneri presieduta dall’arcivescovo della città, Raymundo Damasceno Assis, Benedetto XVI ha fatto giungere il suo tradizionale Messaggio. Per la Giornata mondiale della Pace 2002, “il mio venerato predecessore, Giovanni Palo II”, nel “sottolineare che la vera pace è frutto della giustizia, osservava - ha citato il Papa - che ‘la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta’ e dovrebbe essere “esercitata e in certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati”. Il perdono, caposaldo della vita cristiana, è stato messo in rilievo da Benedetto XVI insieme con altri aspetti che caratterizzano l’impegno quaresimale e, in senso ampio, la dottrina sociale della Chiesa: l’evangelizzazione dei poveri, l’accesso di tutti ai beni del Creato, il rispetto per la ricchezza della diversità e la lotta contro la tentazione, per non essere, chiede il Papa, “schiavi del male”. “La Quaresima - scrive ancora - ci invita a lottare senza sosta per fare il bene, proprio perché sappiamo quanto sia difficile”, osserva con realismo il Pontefice, che gli uomini decidano “di perseguire seriamente la giustizia - e molto manca perché la convivenza sia ispirata alla pace e all’amore, e non all'odio o all'indifferenza”. E siamo anche ben consapevoli del fatto che - aggiunge - sebbene sia possibile raggiungere una ragionevole distribuzione dei beni e un buon funzionamento della società, mai scompariranno il dolore per la malattia, l’incomprensione o la solitudine, la morte delle persone che amiamo, l'esperienza dei nostri limiti. Dunque, prosegue Benedetto XVI, a Cristo che si è fatto carico, insieme con la sua Croce, delle nostre sofferenze e della nostra fame e sete di giustizia, chiediamo “di saper testimoniare quei sentimenti di pace e di riconciliazione che hanno ispirato il Discorso della montagna”. E la benedizione di Dio, conclude, “si estenda su tutto il Brasile” e “in ogni ambito, familiare, sociale e culturale, riversando i doni della pace e della prosperità e risvegliando in ogni cuore sentimenti di fraternità e di viva cooperazione”.

Quaresima 2009. Riscoprire il valore del digiuno: il Magistero quaresimale di Benedetto XVI

Nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno il Papa invita i fedeli a riscoprire il valore del digiuno. Possiamo rileggere questo documento alla luce delle parole pronunciate da Benedetto XVI sul tempo liturgico quaresimale degli anni precedenti. Nel suo Messaggio il Papa esorta a meditare sul digiuno compiuto da Gesù nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti. “Il vero digiuno – sottolinea – è finalizzato a mangiare il ‘vero cibo’, che è fare la volontà del Padre”.
"Il digiuno al quale la Chiesa ci invita in questo tempo forte, non nasce certo da motivazioni di ordine fisico, estetico, ma scaturisce dall’esigenza che l’uomo ha di una purificazione interiore che lo disintossichi dall’inquinamento del peccato e del male, lo educhi a quelle salutari rinunce che affrancano il credente dalla schiavitù del proprio io, lo renda più attento e disponibile all’ascolto di Dio e al servizio dei fratelli" (Omelia per la Messa del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina del 21 febbraio 2007).
Il digiuno, mosso dall’amore per Dio, è scegliere “liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri”.
“Chi incomincia a vedere Dio (…) vede con altri occhi anche il fratello. Scopre il fratello, le sue necessità. Per questo la Quaresima, come ascolto della Verità, è nello stesso momento un tempo favorevole per convertirsi all’amore (...) Convertiamoci necessariamente all’amore!” (Udienza generale del primo marzo 2006, Mercoledì delle Ceneri).
Gesù è stato tentato nel deserto: così, chi vuole seguire veramente il Signore deve prepararsi alla tentazione. E “il digiuno – spiega il Papa – è di grande aiuto per evitare il peccato”. Ecco cosa significa allora entrare nella Quaresima.
“Significa iniziare un tempo di particolare impegno nel combattimento spirituale che ci oppone al male presente nel mondo, in ognuno di noi e intorno a noi. Vuol dire guardare il male in faccia e disporsi a lottare contro i suoi effetti, soprattutto contro le sue cause, fino alla causa ultima, che è satana” (Angelus del 10 febbraio 2008).
Il Papa invita ad affrontare questo combattimento con “un maggiore impegno nella preghiera” ricordando che “il digiuno è l’anima della preghiera” come diceva San Pietro Crisologo: “chi prega digiuni”.
“Senza la dimensione della preghiera, l’io umano finisce per chiudersi in se stesso, e la coscienza, che dovrebbe essere eco della voce di Dio, rischia di ridursi a specchio dell’io, così che il colloquio interiore diventa un monologo dando adito a mille autogiustificazioni” (Omelia per la Messa del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina del 6 febbraio 2008). L’io rischia così di diventare “dio”. Invece “con il digiuno – scrive il Papa nel suo Messaggio – il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia”.
“Conversione consiste nell’accettare liberamente e con amore di dipendere in tutto da Dio, il vero nostro Creatore, di dipendere dall’amore. Questa non è dipendenza ma libertà. Convertirsi significa allora non inseguire il proprio successo personale - che è una cosa che passa - ma, abbandonando ogni umana sicurezza, porsi con semplicità e fiducia alla sequela del Signore perché per ciascuno Gesù diventi, come amava ripetere la beata Teresa di Calcutta, il mio tutto in tutto" (Udienza generale del 21 febbraio 2007, Mercoledì delle Ceneri).

Mercoledì delle Ceneri. Il Papa da inizio alla Quaresima con la 'statio' e la Celebrazione Eucaristica all'Aventino

Sarà la celebrazione con Benedetto XVI ad aprire oggi a Roma, mercoledì delle Ceneri, la Quaresima. Per l'occasione, infatti, si terrà un'assemblea di preghiera nella forma delle «Stazioni» romane, presieduta dal Papa. Alle 16.30 nella chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino, avrà luogo un momento di preghiera, cui farà seguito la processione penitenziale verso la basilica di Santa Sabina. Alla processione prenderanno parte anche i monaci benedettini di Sant'Anselmo e i padri domenicani di Santa Sabina, dove in seguito avrà luogo la celebrazione dell'Eucaristia con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri. Dal 1 al 7 marzo invece si terranno gli esercizi spirituali di Quaresima per il Papa e la Curia romana. Le meditazioni saranno tenute dal card. Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. La riflessione quaresimale in tutte le diocesi del mondo sarà guidata dal consueto messaggio di Benedetto XVI dedicato quest'anno al tema «Gesù, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame».