venerdì 4 giugno 2010

Lombardi: la tragedia di mons. Padovese invita a vivere il viaggio del Papa con grande intensità spirituale e comprensione di ciò che è in gioco

La morte di mons. Luigi Padovese ''certamente darà un tono diverso'' al viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI a Cipro. Lo ha detto questa mattina alla Radio Vaticana il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi. Questa tragedia, ha aggiunto, ''dà un tono di grande intensità alla preghiera, di grande serietà di ciò che è in gioco, la testimonianza del Vangelo può costare anche la vita. Ecco questo ci invita a vivere questi incontri e questo pellegrinaggio del Papa nel cuore del Medio Oriente con una intensità spirituale e con una comprensione della serietà di ciò che è in gioco''. Sull'assassinio ''siamo praticamente certi che non ci sono moventi di carattere politico o di intolleranza religiosa, che non sono connessi con la situazione di tensione di questi giorni''. ''L'autore - ha affermato il portavoce vaticano - che, da quanto risulta, sarebbe una persona che faceva dei servizi in casa ed era anche l'autista di Mons. Padovese soffriva di squilibrio psichico e in particolare negli ultimi giorni di depressione abbastanza evidente''.

Asca

Messaggio di Bartolomeo I al Papa: dolore per la morte di mons. Padovese, ha reso un servizio preziosissimo alla Chiesa Cattolica e al popolo di Dio

“Con grande dolore abbiamo ricevuto la notizia della tragica morte del compianto Vescovo Luigi Padovese, che ha reso un servizio preziosissimo alla Chiesa Cattolica e al popolo di Dio”. È questo il contenuto del messaggio di cordoglio inviato oggi al Santo Padre da Sua Santità il Patriarca ecumenico Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli, per l’uccisione di mons. Luigi Padovese (nella foto con Benedetto XVI). “Dopo aver pregato per il riposo dell’anima del compianto fratello nelle tende dei giusti con coloro che sono stati graditi al Signore, esprimiamo alla Vostra molto amata e reverendissima Santità la vicinanza e le condoglianze del Patriarcato Ecumenico e le nostre personali per la morte di questo eccellente Vescovo – prosegue il messaggio -, invocando che il Cristo nostro Dio, il quale ha il potere sia sui morti che sui vivi, conceda il riposo all’anima di colui che ci ha lasciati per dimorare all’ombra del Legno dal quale scaturiscono le sorgenti della vita. La sua memoria rimanga per sempre”. Il messaggio del Patriarca si conclude con “un abbraccio fraterno” al Santo Padre e i saluti “con profondo amore e grande stima”.

SIR

L'omaggio a mons. Padovese, uomo del dialogo e dell'ascolto. Sarà seppellito a Milano accanto alla madre. Le indagini e i dubbi di 'Avvenire'

Quello di oggi è un giorno di grande tristezza per tutta la Chiesa e per il Papa, che mons. Luigi Padovese (foto) rappresentava in Turchia come vicario apostolico dell’Anatolia. Lo è in particolare per la Chiesa turca della quale era il capo, e per quella italiana dalla quale proveniva. E lo è per la stessa realtà sociale e civile della Turchia: in un messaggio indirizzato stamattina a Benedetto XVI, il presidente Abdullah Gul ha riconosciuto e apprezzato “i servigi resi da mons. Padovese per l'amore e la fratellanza” tra cristiani e musulmani. E’ questo il sentimento dominante a 24 ore dall’assassinio del presule milanese, perpetrato dal suo autista e collaboratore, il 26enne Murat Altun. Il giovane, subito arrestato dalla polizia turca, è stato formalmente incriminato oggi da un tribunale di Iskenderun, la località dove si è consumato l’omicidio e dove si indaga per chiarirne il movente, mentre aumentano di ora in ora le attestazioni di cordoglio. Stretti in un grande abbraccio, che è insieme preghiera e desiderio di dare e ricevere, consolazione per una perdita improvvisa, inattesa, brutale. Dalla Germania alla Grecia, passando per l’Italia, moltissimi episcopati hanno comunicato la propria commozione per la morte violenta di mons. Padovese. “Mentre deploriamo il barbaro assassinio ci uniamo al dolore dei fedeli di codesta Chiesa, che ancora una volta viene provata così duramente, ed esprimiamo la più sentita vicinanza e solidarietà nostra e dell'intero episcopato italiano”. Queste sono le parole del presidente dei vescovi italiani, il card. Angelo Bagnasco, tra i primi a esprimere i sentimenti di un cordoglio che non ha cessato fin qui di diffondersi in modo unanime. Da Milano, città natale del presule ucciso e dove ancora una decina di giorni fa si trovava in visita alla famiglia, oltre che per presiedere una celebrazione di cresime nella vicina Lecco, il cardinale arcivescovo della Chiesa ambrosiana, Dionigi Tettamanzi, piange la scomparsa di “un figlio della nostra terra che – scrive – ha servito con dedizione la Turchia”. Le indagini, scattate immediatamente dopo l’omicidio, hanno portato all’arresto e all’incriminazione di Murat Altun, il giovane autista e collaboratore di mons. Padovese. Da chiarire ancora il movente di un gesto che i primi interrogatori non hanno fin qui contribuito a svelare. Murat ha dichiarato alla polizia di aver agito dopo aver avuto una ''rivelazione divina''. Lo riportano stamani i giornali turchi. ''Ho avuto una rivelazione e l'ho ammazzato'', avrebbe detto Altun agli inquirenti, secondo il quotidiano Millivet e il canale Ntv. Il sospetto omicida, convertito al cattolicesimo, aveva da poco terminato una terapia psichiatrica. Per oltre quattro anni autista del vicario apostolico, Altun ha pugnalato Padovese nel giardino della abitazione a Iskenderun, nel sud della Turchia. E si attendono anche i risultati dell’autopsia condotta questa mattina sulle spoglie del presule, che potrebbero fornire elementi utili sulla dinamica dell’assassinio. Mentre si predispone per la celebrazione delle esequie del presule, i Frati cappuccini di Iskenderun hanno annunicato una veglia di preghiera comune tra cristiani e musulmani, che nelle intenzioni precederà l’arrivo della salma di mons. Padovese in Italia, nella sua Milano, dove il religioso sarà sepolto accanto alla madre, così come aveva chiesto. Scetticismo, da parte del quotidiano dei vescovi Avvenire, nei confronti della teoria che vede dietro l'omicidio del vescovo in Turchia solo un ''un atto di follia''. ''Non possiamo non domandarci - si legge intatti in un editoriale pubblicato oggi in prima pagina e firmato da Luigi Geninazzi - come mai siano così numerosi nel Paese della Mezzaluna e perchè siano quasi sempre diretti contro gli esponenti delle minoranza religiose''. L'''effettiva dinamica'' del ''brutale omicidio'', aggiunge il giornale della CEI, ''resta tutta da spiegare''. Avvenire sottolinea poi che l'assassinio di mons. Padovese cada ''alla vigilia del viaggio del Papa a Cipro, l'ultimo Paese diviso d'Europa, occupato per un terzo del suo territorio dall'esercito di Ankara ma anche laboratorio di dialogo e di riconciliazione tra fedi''. Forse ''qualcuno ha voluto mettere una mina distruttiva, tanto più deflagrante quanto più l'intero Medio Oriente è tornato in questi ultimi giorni a riesplodere pericolosamente''. Perchè, è la conclusione ci sono ''tante, troppe coincidenze inquietanti che aleggiano su quella che intende essere una visita nel segno della pace, del perdono, della riconciliazione''.

Radio Vaticana, Asca

Il presidente Napolitano al Papa: sgomento per l'uccisione di mons. Padovese. Il rispetto della presenza cristiana sia impegno comune delle società

''Santità, ho appreso con sgomento e intensa partecipazione umana la tragica notizia dell'uccisione di S.E. Monsignor Luigi Padovese (foto), Vicario Apostolico dell'Anatolia. Monsignor Padovese ha testimoniato con generosità ed impegno i valori universali del dialogo, della tolleranza e della comprensione reciproca''. Lo sottolinea il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata a Papa Benedetto XVI. ''Al di là delle circostanze del tragico evento, colgo l'occasione per ribadire il mio convincimento che il rispetto della presenza cristiana, così come della presenza di ogni altra confessione religiosa, debba valere come impegno comune delle istituzioni e della società in tutti i Paesi che vogliano riconoscersi nei principi ispiratori della comunità internazionale. La prego - conclude Napolitano - di accogliere i sensi del mio sincero cordoglio e della mia solidarietà''.

Chrysostomos a Benedetto: chiediamo il suo aiuto per assicurare protezione e rispetto per i nostri monumenti sacri e la nostra eredità culturale

Il leader della Chiesa Ortodossa a Cipro ha chiesto l'aiuto di Papa Benedetto e della Chiesa cattolica perché termini la profanazione di chiese che ha luogo nella zona dell'isola occupata dalla Turchia. Il discorso che Sua Beatitudine Chrysostomos II (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro, ha rivolto al Papa durante la celebrazione ecumenica nella chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa di Paphos è diventato un grido di aiuto per recuperare le oltre 500 chiese che si trovano sotto dominio turco dal 1974. Non si tratta solo di chiese ortodosse: alcune appartengono alla comunità maronita o armena, e oggi sono state trasformate dagli occupanti in depositi militari, stalle, discoteche, moschee. “La Turchia, che ci ha attaccati barbaramente e, con il potere delle sue armi, ha occupato il 37% del nostro territorio, sta procedendo – con la tolleranza del cosiddetto mondo 'civilizzato' – a implementare i suoi piani scellerati, per annettere prima i nostri territori occupati e poi tutta Cipro”, ha dichiarato. “Nel caso della nostra Isola, come ha fatto altrove, la Turchia ha implementato un piano di pulizia etnica. Ha cacciato i cristiani ortodossi dalle loro case e ha portato – e continua a portare – centinaia di migliaia di coloni dall'Anatolia, alterando così il carattere demografico di Cipro”. “La nostra eredità culturale è stata implacabilmente saccheggiata, e i nostri monumenti cristiani vengono distrutti o venduti sui mercati dei commercianti illegali di antichità, nel tentativo di liberare l'isola da ogni traccia di tutto ciò che sia greco o cristiano”, ha affermato. Di fronte alla sofferenza della Chiesa ortodossa a Cipro, l'arcivescovo ha poi detto al Papa: “Chiediamo il suo aiuto per assicurare protezione e rispetto per i nostri monumenti sacri e la nostra eredità culturale, perché i valori diacronici del nostro spirito cristiano possano prevalere. Attualmente questi valori vengono brutalmente violati dalla Turchia – un Paese desideroso di unirsi all'Unione Europea”.

Jesús Colina, Zenit

Celebrazione ecumenica. Il Papa: l'unità dei discepoli di Cristo dono da implorare dal Padre per rafforzare la testimonianza del Vangelo nel mondo

Dopo la cerimonia di benvenuto, il Papa si è trasferito nella chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa in Paphos per la celebrazione ecumenica. Accolto dal parroco della Comunità latina, padre Elias, il Papa è entrato nell’edificio sacro dove erano riuniti alcuni sacerdoti e alcune religiose claustrali e si è raccolto in preghiera davanti all’Iconostasi, quindi ha raggiunto il sito archeologico all’esterno. La chiesa è un luogo di culto ortodosso che l’arcivescovo ha aperto anche a cattolici e anglicani, segno concreto di amicizia tra le Chiese e che si affaccia su un suggestivo e ampio sito archeologico con i resti di una basilica paleocristiana del IV secolo. E’ qui che si trova il ricordo del passaggio di San Paolo. Una delle colonne infatti è segnata come il luogo dove, secondo la tradizione, l’Apostolo in missione a Cipro fu legato. Striscioni e e grida di benvenuto, monaci e metropoliti sorridenti intorno a Benedetto XVI e all’arcivescovo ortodosso Chrysostomos II.
“L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza che esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi”. Il cammino verso l’unità assume un senso particolare su quest’isola che, ha ricordato il Papa, “fu la prima tappa dei viaggi missionari dell’Apostolo Paolo”. “Proprio vicino a questo luogo aggiunge - predicarono alla presenza del proconsole romano Sergio Paolo. Fu quindi da questo posto che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione apostolica, fu capace di piantare radici in tutto il mondo allora conosciuto”.
“La Chiesa a Cipro – ha detto Benedetto XVI - può giustamente andare fiera del proprio collegamento diretto con la predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e della comunione nella fede apostolica, che la lega a tutte quelle Chiese che custodiscono la stessa regola della fede. Nel prendere la parola, il Papa ha ricordato come fu da Cipro che “il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi in tutto l’impero e la Chiesa”. La comunione reale “reale benché imperfetta” tra le Chiese “ci sospinge a superare – ha detto il Papa – le nostre divisioni e a lottare per ripristinare quella piena unione visibile che è voluta dal Signore per tutti i suoi seguaci”. “La comunione ecclesiale nella fede apostolica – ha aggiunto - è sia un dono, sia un appello alla missione”. “Come Paolo e Barnaba, ogni cristiano, mediante il battesimo, è ‘riservato’ perché porti testimonianza profetica al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace”. Dall’Isola di Cipro, il pensiero del Papa è quindi volato a Edimburgo, in Scozia, dove proprio in questi giorni delegati di tutte le Chiese stanno celebrando i 100 anni della Conferenza missionaria che ha dato inizio al movimento ecumenico. “Giusto cento anni orsono, alla Conferenza Missionaria di Edimburgo – ha detto -, l’acuta consapevolezza che le divisioni fra cristiani erano un ostacolo alla diffusione del Vangelo diede origine al movimento ecumenico moderno”. Ed ha aggiunto: “Oggi dobbiamo essere grati al Signore, il quale, mediante il suo Spirito, ci ha condotto – specie negli ultimi decenni – a riscoprire la ricca eredità apostolica condivisa da Oriente e da Occidente, e, mediante un dialogo paziente e sincero, a trovare le vie per riavvicinarci l’un l’altro, superando le controversie del passato e guardando ad un futuro migliore”.
“La Chiesa in Cipro - ha proseguito il Papa -, che si dimostra essere come un ponte fra l’Oriente e l’Occidente, ha contribuito molto a questo processo di riconciliazione”. Un contributo verrà dall’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, che “rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione”. Vi prenderanno parte anche delegati fraterni di altre Chiese e comunità cristiane dell’area, “quale segno del comune impegno al servizio della parola di Dio e della nostra apertura alla potenza della sua Grazia che riconcilia”. Il discorso si è concluso con una certezza e un’invocazione: “La via che conduce all’obiettivo della piena comunione non sarà certamente priva di difficoltà, ma la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa di Cipro sono impegnate a progredire sul cammino del dialogo e della cooperazione fraterna. Possa lo Spirito Santo illuminare le nostre menti e irrobustire la nostra determinazione, così che insieme possiamo recare il messaggio della salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo, i quali sono assetati di quella verità che porta libertà autentica e salvezza, la verità il cui nome è Gesù Cristo!”.
Uscendo dalla antica chiesa della "Santissima Signora Ricoperta d'Oro" di Paphos per raggiungere l'auto che lo attendeva per portarlo a Nicosia, il Papa ha costeggiato una transenna dietro la quale erano assiepati i fedeli del Patriarcato Latino. In due punti diversi del percorso, alcuni bambini hanno scavalcato la protezione, tollerati dagli uomini della sicurezza, e sono riusciti ad avvicinarsi. Benedetto XVI se li è così trovati davanti e con gioia ha potuto salutarli, concludendo questa sua prima giornata di viaggio.

Radio Vaticana, SIR, AsiaNews, Agi


L'arrivo a Cipro. Il Papa: luogo appropriato per la riflessione sul posto dei cristiani in Medio Oriente. Risolvere i problemi per il futuro del Paese

E' iniziato il viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI a Cipro. Il Papa è atterrato alle 13.49 ora locale, le 12.49 in Italia, all’aeroporto internazionale di Paphos, piccola città a sud-ovest dell’Isola, che porta i segni del passaggio di San Paolo. Ad accoglierlo, il presidente della Repubblica, Demetris Christofias, autorità civili, rappresentanti della Chiesa Cattolica locale, tra cui il nunzio apostolico, mons. Antonio Franco, e l’arcivescovo ortodosso di Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II.
Un auspicio: che l'appartenenza all'Ue ''porti prosperità nel vostro Paese'', ed una esortazione: ''Risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra Isola''. Così Benedetto XVI si è rivolto al popolo e al Governo cipriota nel suo discorso, che ha voluto iniziare con un breve saluto in greco: "La pace sia con voi. È un grande piacere per me essere con voi oggi". "Cipro - ha detto - si trova all'incrocio di culture e religioni, di storie gloriose ed antiche insieme, ma che ancora mantengono un forte e visibile impatto sulla vita del vostro Paese. Essendo entrata recentemente nell'Unione Europea, ha iniziato a sentire il beneficio di scambi economici e politici con gli altri Paesi europei".
"Tale appartenenza ha dato al vostro Paese anche l'accesso a mercati, a tecnologia e a conoscenze pratiche''.''E' grandemente auspicabile - ha aggiunto - che questa appartenenza porti prosperità nel vostro Paese e che gli altri Paesi Europei, a loro volta, vengano arricchiti dalla vostra eredità spirituale e culturale, che riflette il vostro ruolo storico, trovandovi tra l'Europa, l'Asia e l'Africa. Possano l'amore della vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra Isola''. Parlando del suo viaggio di tre giorni, Benedetto XVI ha affermato di venire ''come pellegrino'', sulle orme dei Santi Paolo e Barnaba, e di attendere ''di salutare gli altri responsabili religiosi ciprioti. Spero di rafforzare i nostri comuni legami e di ribadire la necessità di consolidare la reciproca fiducia e l'amicizia durevole con tutti quelli che adorano l'unico Dio''. ''Quale successore di Pietro - ha poi aggiunto - vengo a salutare i cattolici di Cipro per confermarli nella fede ed incoraggiarli ad essere esemplari sia come cristiani che come cittadini, e a vivere pienamente il loro ruolo nella società a beneficio sia della Chiesa, sia dello Stato''.
Il prossimo Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente che, ha detto, ''esaminerà molti aspetti della presenza della Chiesa nella regione e le sfide che i cattolici devono affrontare, talvolta in circostanze difficili, vivendo la comunione con la Chiesa Cattolica ed offrendo la loro testimonianza a servizio della società e del mondo''. L'Isola mediterranea, ha aggiunto il Pontefice, ''è un luogo appropriato dal quale lanciare la riflessione della nostra Chiesa sul posto della secolare comunità cattolica del Medio Oriente, la nostra solidarietà con tutti i cristiani della regione e la nostra convinzione che essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli''.
La cerimonia di benvenuto è iniziata con le parole del presidente Christofias, che ha espresso la gioia di incontrare il Papa e il grande onore nel poterlo ricevere. La sua presenza – ha detto invia un forte messaggio a favore della pace e Cipro ha bisogno della sua parola pacifica, della sua preghiera, del suo contributo, per riavere presto la sua unità e libertà.

Radio Vaticana, Asca


Il Papa verso Cipro: dolore per l'omicidio di mons. Padovese ma non oscuri il dialogo con l'islam. Non si deve perdere la pazienza nel cercare la pace

Il dialogo ecumenico, la pace in Medio Oriente e il cordoglio per l’uccisione di mons. Luigi Padovese sono stati i temi salienti affrontati da Benedetto XVI nella conferenza stampa tenuta sul volo in viaggio verso Cipro. Il Papa ha innanzitutto espresso il suo profondo dolore per la morte di mons. Padovese, che, ha ricordato, ha “molto contribuito” alla preparazione del Sinodo per il Medio Oriente. L’ombra del suo assassinio però "non ha niente a che fare con i temi del viaggio perché non dobbiamo attribuire questo alla Turchia o ai turchi". "Questa è una cosa - ha ammesso - sulla quale abbiamo poche informazioni. Di sicuro non si tratta di un assassinio politico, religioso. Si tratta di una cosa personale. Aspettiamo ancora tutte le spiegazioni, ma non vogliamo adesso mescolare questa situazione tragica - ha sottolineato - al dialogo con l’Islam e ai problemi del nostro viaggio". "È un caso a parte che rende tristi ma - ha ribadito - non dovrebbe oscurare in alcun modo il dialogo che sarà tema e intenzione del mio viaggio". Il Papa ha esortato tutti i cristiani ad avere "una comune capacità" di dialogo con i musulmani che, ha riaffermato con forza, "sono nostri fratelli nonostante le diversità". Parlando a proposito del prossimo Sinodo per il Medio Oriente, Papa Ratzinger ha auspicato che l’assemblea faccia crescere il dialogo tra i cristiani ma anche "la comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani". Il suo "incoraggiamento" è quello, ha detto, di "continuare con una visione comune e nonostante tutti i problemi nel dialogo con loro". "Tutti i tentativi per una convivenza sempre più fruttuosa e fraterna - ha aggiunto - sono molto importanti". Benedetto XVI ha poi affermato che non si deve mai perdere la speranza nella pace, riferendosi all'attacco condotto dall'esercito israeliano contro la flottiglia umanitaria diretta a Gaza. ''In tutti questi episodi di violenza che stiamo vivendo oggi, c'è il pericolo che qualcuno perda la pazienza e dica: 'Non voglio più cercare la pace''', ha spiegato il Papa. “Dopo tutti i casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza, il coraggio, la longanimità di ricominciare. Occorre creare queste disposizioni del cuore a ricominciare sempre di nuovo, nella certezza che possiamo andare avanti, che possiamo arrivare alla pace e che la violenza non è la soluzione, ma la pazienza del bene. Creare questa disposizione mi sembra il principale lavoro che il Vaticano, i suoi organi e il Papa possono fare”. La pace non arriva ''dall'oggi al domani'', precisa il Pontefice aggiungendo che è ''molto importante non solo fare i necessari progressi politici ma anche preparare gli uomini a prendere le misure necessarie per aprire i loro cuori alla pace''. Rispondendo ad una domanda sulla divisione che ancora ferisce Cipro, Benedetto XVI ha detto che il suo viaggio, in continuità con quello in Terra Santa dell’anno scorso, vuole essere una testimonianza di pace e di dialogo, radicati nella fede per l’unico Dio: “Non vengo con un messaggio politico, ma con un messaggio religioso, che dovrebbe preparare di più le anime ad essere aperte per la pace. Queste non sono cose che si fanno dall’oggi al domani, ma è molto importante non solo compiere i necessari passi politici, ma soprattutto anche preparare le anime a tali passi, per quella apertura interiore per la pace che viene dalla fede in Dio e dalla convinzione che siamo tutti figli di Dio, fratelli e sorelle fra di noi”. Il Papa si è così soffermato sul dialogo con gli ortodossi e la comune testimonianza dei valori cristiani nel mondo secolarizzato. Un segno di unità nonostante i problemi teologici ancora presenti: “Quando siamo capaci di testimoniare questi valori, di impegnarci nel dialogo ... per vivere questi valori, abbiamo già dato una testimonianza fondamentale di un’unità molto profonda della fede”. Infine, a sintesi delle sue riflessioni, il Papa si è soffermato sul Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Un avvenimento, ha ribadito, che incoraggia a continuare con una visione di dialogo comune. Il Sinodo, ha detto il Pontefice, sarà un incontro interiore della cristianità del Medio Oriente all’insegna del coraggio e della speranza per il futuro. Cresce, ha concluso, “una comune consapevolezza della responsabilità cristiana e anche una comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani, che sono fratelli nonostante le diversità”.

Il Papa è partito per Cipro. Lo scambio di messaggi con il presidente Napolitano e il presidente della Grecia. Buon viaggio, Santo Padre!

Alle ore 9.51, Benedetto XVI è decollato da Fiumicino, alla volta di Cipro, per il suo sedicesimo viaggio internazionale, il terzo del 2010, dopo Malta e Portogallo. Ai piedi dell’Airbus A320 dell’Alitalia “Giacomo Ungaretti”, il Papa è stato salutato, a nome del Governo italiano, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Con lui anche mons. Gino Reali, vescovo di Porto - Santa Rufina. In volo verso Cipro, Benedetto XVI ha inviato il consueto telegramma al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolgendogli il suo "deferente saluto" ed esprimendo "fervidi auspici per il benessere spirituale civile e sociale del popolo italiano cui invio volentieri la mia benedizione". In un analogo messaggio al presidente della Repubblica greca, Karolos Papoulias, il Papa ha scritto: "Sorvolando il suolo ellenico" diretto a Cipro, "chiedo al Signore di accompagnare il popolo greco e di suscitare nel suo seno una rinnovata solidarietà". Il viaggio a Cipro ha un "significato particolare", sia per la consegna del documento sul Medio Oriente sia perchè avviene nell'unico Paese Ue dove "permane ancora una cortina di separazione fra due popoli. Un simbolo che ci invita a riflettere e ad agire affinchè le barriere che dividono gli uomini si trasformino in ponti di pacifica convivenza e reciproco rispetto": lo sottolinea il presidente Napolitano nel messaggio inviato a Benedetto XVI. "Sono certo - aggiunge - che anche in questa circostanza il Suo costante e reiterato messaggio di pace e speranza offrirà a tutti rinnovata fiducia nell'avvenire". Napolitano esprime al Papa "un sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per la missione apostolica a Cipro". Una missione alla quale augura "pieno successo", rinnovando a Benedetto XVI "profonda stima e considerazione". Benedetto sarà a Cipro fino a domenica 6 giugno. Il suo arrivo a Paphos è previsto per le ore 14.00 locali, in Italia le 13.00.

SIR, Apcom


ll Papa a Cipro. Il seguito papale, i giornalisti, i fotografi e gli operatori: le 85 persone che accompagnano in volo Benedetto XVI

Sarà alla volta di Cipro il 16° viaggio internazionale di Papa Benedetto XVI, da oggi a domenica 6 giugno. Nella terza Isola del Mediterraneo il Papa consegnerà l’Instrumentum Laboris per l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi e pregherà per la pace. Tema del viaggio, lo stesso dell'assise sinodale di ottobre, “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola”, tratto dagli Atti degli Apostoli. Partirà questa mattina alle 9.30 l’Airbus A 320 “Giuseppe Ungaretti” dell’Alitalia, codice AZ 4000.
A bordo, oltre il Santo Padre, il seguito papale, i giornalisti ammessi al volo, un funzionario della Sala stampa vaticana e uno dell’Alitalia. In tutto, viaggeranno con il Santo Padre 85 persone. Il seguito papale in partenza da Roma sarà composto da 4 cardinali, due vescovi, sette sacerdoti e diciotto laici, cui si aggiungeranno a Cipro altri 3 vescovi, due sacerdoti e una suora interprete. A capo del seguito il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Presenti anche il card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, il card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e il card. John Patrick Foley, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Tra i vescovi, mons. Fernando Filoni, Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Nikola Eterovic, Segretario generale del Sinodo dei vescovi. In loco si aggiungeranno mons. Antonio Franco, Nunzio apostolico a Cipro, mons. Youssef Soueif, arcivescovo maronita di Cipro e mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme. I sacerdoti saranno mons. Guido Marini, Maestro delle celebrazioni liturgiche, mons. Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, coadiuvato da Mons. Alfred Xuereb. Per la Segreteria di Stato, sarà presente inoltre mons. Leo Cushley. Faranno parte del seguito anche i coadiutori liturgici di mons. Marini, mons. Enrico Vigano e mons. Marco Agostini. A curare i rapporti con i tanti media del mondo che seguiranno il viaggio, il direttore della Sala Stampa vaticana, del CTV e della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, e il funzionario della Sala Stampa, Vik van Brantegem. In loco si aggiungeranno al seguito anche padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, Mons. Paolo Borgia, Segretario della nunziatura apostolica e suor Telesphora Pavlou, interprete del Santo Padre. Tra i laici, il dott. Alberto Gasbarri, Responsabile dell’organizzazione del viaggio, coadiuvato dal dott. Paolo Corvini, e il prof. Giovanni Maria Vian, direttore de L'Osservatore Romano. Nel seguito anche il medico personale del Papa, dott. Patrizio Polisca, il dott. Giampiero Vetturini, direttore dei servizi sanitari S.C.V. e l’assistente di camera del Papa, Paolo Gabriele. La sicurezza personale del Santo Padre sarà garantita dai 5 della gendarmeria vaticana, guidati dal dott. Domenico Giani, oltre che dal ten. col. Jean-Daniel Pitteloud e dal cap. Frowin Bachman della Guardia Svizzera pontificia. Per i media della Santa Sede, faranno parte del seguito il fotografo del L’Osservatore Romano, Francesco Sforza, due operatori del CTV e due della Radio Vaticana. L’assistente dall’Alitalia è Stefania Izzo, responsabile per i trasferimenti aerei.
52 i giornalisti accreditati che viaggeranno con Benedetto XVI, di cui 15 per testate italiane e 4 per conto di media vaticani. Tra questi ultimi, ci saranno Simone Coali e Barbara Castelli per il CTV, Simone Risoluti e Mario Ponzi per L’Osservatore Romano. Gli altri giornalisti rappresentano le più importanti testate giornalistiche mondiali. Tra tutti, 5 sono photoreporter: Alberto Pizzoli per AFP, Pier Paolo Cito per AP Photo, Antonio Gentile per Reuters Photo, Ettore Ferrari per Ansa Foto e Alessia Giuliani per Catholic Press Photo. Per le testate televisive lavoreranno 15 giornalisti, di cui 8 corrispondenti, 6 cameramen e un producer. Tra i corrispondenti, Cristiana Caricato di Tv2000, mons. Guido Todeschini di Telepace, e 1 giornalista rispettivamente per Kto Tv, Televisa, Abc News, Zdf, Fox News, e Cbs News. Tra i cameramen e producer gli inviati dell'agenzia EU Pool TV (Stefano Belardini), Tv2000 (Andrea Tramontano), Telepace (Massimiliano Cipolla). I redattori di giornali, agenzie e periodici saranno 28. Per i quotidiani italiani saranno presenti Marco Ansaldo per La Repubblica, Giacomo Galeazzi per La Stampa, Franca Giansoldati per Il Messaggero, Carlo Marroni per Il Sole 24 Ore, Mimmo Muolo per Avvenire e Gian Guido Vecchi per il Corriere della Sera. Per i quotidiani stranieri Rachel Donadio per The New York Times, Juan Gonzalez Boo per Abc, Jean-Marie Guénois per Le Figaro, Stéphanie Le Bars per Le Monde, Albert Link per Bild e Frederic Mounier Le Croix. Unica inviata italiana per le agenzie di stampa, per l’Ansa, Elisa Pinna. Tra le altre agenzie, segnaliamo la ITAR-TASS, la EFE, I.Media, DPA, UCA News, CNS, la CIC, l’AFP, l’Ap e la Reuters. Per i periodici unica giornalista Fiona Elhers di Der Spiegel. Tra i quattro giornalisti radiofonici, rappresenta la testata italiana Rai–Gr Raffaele Luise; altre radio RSI-Radio Svizzera Italiana, Cadena Cope, Radio Renascenca. Dopo un volo di 3 ore e 30 minuti, 2100 km percorsi, il volo papale atterrerà alle ore 14.00 ora locale all’aeroporto internazionale di Paphos, dopo aver attraversato Italia, Grecia e Cipro. Domenica pomeriggio, l’A320 della Cyprus Airways con numero CY7316 riporterà a Roma il Santo Padre, il seguito e i giornalisti ammessi, con partenza alle 18.15 dall’aeroporto internazionale di Larnaca alla volta dell’aeroporto di Ciampino a Roma, dopo aver percorso 2200 km.

Salvatore Scolozzi, Korazym.org