venerdì 4 giugno 2010

Il Papa verso Cipro: dolore per l'omicidio di mons. Padovese ma non oscuri il dialogo con l'islam. Non si deve perdere la pazienza nel cercare la pace

Il dialogo ecumenico, la pace in Medio Oriente e il cordoglio per l’uccisione di mons. Luigi Padovese sono stati i temi salienti affrontati da Benedetto XVI nella conferenza stampa tenuta sul volo in viaggio verso Cipro. Il Papa ha innanzitutto espresso il suo profondo dolore per la morte di mons. Padovese, che, ha ricordato, ha “molto contribuito” alla preparazione del Sinodo per il Medio Oriente. L’ombra del suo assassinio però "non ha niente a che fare con i temi del viaggio perché non dobbiamo attribuire questo alla Turchia o ai turchi". "Questa è una cosa - ha ammesso - sulla quale abbiamo poche informazioni. Di sicuro non si tratta di un assassinio politico, religioso. Si tratta di una cosa personale. Aspettiamo ancora tutte le spiegazioni, ma non vogliamo adesso mescolare questa situazione tragica - ha sottolineato - al dialogo con l’Islam e ai problemi del nostro viaggio". "È un caso a parte che rende tristi ma - ha ribadito - non dovrebbe oscurare in alcun modo il dialogo che sarà tema e intenzione del mio viaggio". Il Papa ha esortato tutti i cristiani ad avere "una comune capacità" di dialogo con i musulmani che, ha riaffermato con forza, "sono nostri fratelli nonostante le diversità". Parlando a proposito del prossimo Sinodo per il Medio Oriente, Papa Ratzinger ha auspicato che l’assemblea faccia crescere il dialogo tra i cristiani ma anche "la comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani". Il suo "incoraggiamento" è quello, ha detto, di "continuare con una visione comune e nonostante tutti i problemi nel dialogo con loro". "Tutti i tentativi per una convivenza sempre più fruttuosa e fraterna - ha aggiunto - sono molto importanti". Benedetto XVI ha poi affermato che non si deve mai perdere la speranza nella pace, riferendosi all'attacco condotto dall'esercito israeliano contro la flottiglia umanitaria diretta a Gaza. ''In tutti questi episodi di violenza che stiamo vivendo oggi, c'è il pericolo che qualcuno perda la pazienza e dica: 'Non voglio più cercare la pace''', ha spiegato il Papa. “Dopo tutti i casi di violenza, non bisogna perdere la pazienza, il coraggio, la longanimità di ricominciare. Occorre creare queste disposizioni del cuore a ricominciare sempre di nuovo, nella certezza che possiamo andare avanti, che possiamo arrivare alla pace e che la violenza non è la soluzione, ma la pazienza del bene. Creare questa disposizione mi sembra il principale lavoro che il Vaticano, i suoi organi e il Papa possono fare”. La pace non arriva ''dall'oggi al domani'', precisa il Pontefice aggiungendo che è ''molto importante non solo fare i necessari progressi politici ma anche preparare gli uomini a prendere le misure necessarie per aprire i loro cuori alla pace''. Rispondendo ad una domanda sulla divisione che ancora ferisce Cipro, Benedetto XVI ha detto che il suo viaggio, in continuità con quello in Terra Santa dell’anno scorso, vuole essere una testimonianza di pace e di dialogo, radicati nella fede per l’unico Dio: “Non vengo con un messaggio politico, ma con un messaggio religioso, che dovrebbe preparare di più le anime ad essere aperte per la pace. Queste non sono cose che si fanno dall’oggi al domani, ma è molto importante non solo compiere i necessari passi politici, ma soprattutto anche preparare le anime a tali passi, per quella apertura interiore per la pace che viene dalla fede in Dio e dalla convinzione che siamo tutti figli di Dio, fratelli e sorelle fra di noi”. Il Papa si è così soffermato sul dialogo con gli ortodossi e la comune testimonianza dei valori cristiani nel mondo secolarizzato. Un segno di unità nonostante i problemi teologici ancora presenti: “Quando siamo capaci di testimoniare questi valori, di impegnarci nel dialogo ... per vivere questi valori, abbiamo già dato una testimonianza fondamentale di un’unità molto profonda della fede”. Infine, a sintesi delle sue riflessioni, il Papa si è soffermato sul Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Un avvenimento, ha ribadito, che incoraggia a continuare con una visione di dialogo comune. Il Sinodo, ha detto il Pontefice, sarà un incontro interiore della cristianità del Medio Oriente all’insegna del coraggio e della speranza per il futuro. Cresce, ha concluso, “una comune consapevolezza della responsabilità cristiana e anche una comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani, che sono fratelli nonostante le diversità”.