giovedì 9 febbraio 2012

Simposio. Conferenza stampa conclusiva: invertito la rotta rispetto alla cultura del silenzio. Centro per protezione dei minori subito operativo

“La profonda ferita degli abusi sessuali sui minori è un fenomeno che non solo dobbiamo riconoscere ma che ci spinge anche ad agire”. Francosi-Xavier Dumortier, rettore della Pontificia Università Gregoriana, nella conferenza stampa conclusiva del Simposio internazionale “Verso la guarigione e il rinnovamento” traccia un bilancio dell’incontro e spiega: “Per questo abbiamo deciso di creare il Centro per la protezione dei minori presso la Gregoriana, uno strumento di e-learning moderno e facile da usare per diffondere una cultura dell’ascolto e rendere accessibili la riflessione degli esperti più autorevoli e migliori pratiche di gestione degli abusi”. In tale modo “abbiamo invertito la rotta rispetto alla cultura del silenzio e del nascondimento”. Il Centro, prosegue il rettore, “è il frutto di una collaborazione con l’Università tedesca di Ulm per dare una risposta internazionale a un fenomeno che non si limita ad una nazione. L’iniziativa non ha solo uno scopo didattico o di ricerca di risposte globali; vogliamo dimostrare che, in quanto Università Pontificia, intendiamo fare passi avanti per il bene di tutta la Chiesa”. Per Maria Pia Capozza, presidente dell’associazione “Giovanna d’Arco Onlus” che si occupa di abusi, “occorre porre fine alla cultura del silenzio e dell’omertà; il primo passo verso la guarigione è ascoltare le vittime e assicurare loro giustizia con realismo, chiarezza e trasparenza”. A “lanciare” il Centro per la protezione dei minori costituito nell’ambito della collaborazione tra l‘Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma (Italia), il Dipartimento di psichiatria e psicoterapia per il bambino e l’adolescente dell’ospedale universitario di Ulm (Germania), e l‘arcidiocesi di Monaco e Frisinga (Germania), come strumento inteso a fare della Chiesa Cattolica “un punto di riferimento globale nella tutela dei bambini” sono stati lo psichiatra e supervisore del progetto, Hubert Liebhardt, e il responsabile Hans Zollner, vicepresidente accademico della Gregoriana. Principale obiettivo del Centro, immediatamente operativo e dotato per il primo triennio di attività (2012-2014) di un budget di 1,2 milioni di euro, creare “un centro globale di apprendimento a distanza (e-learning) dotato di risorse accademiche per le professioni pastorali in modo da sviluppare una risposta all’abuso sessuale sui minori, tenendo conto degli aspetti multilinguistici e interculturali”. Il programma di formazione prevede un totale di 30 ore, in quattro lingue (inglese, spagnolo, italiano, tedesco). Otto partner in tutto il mondo (in Argentina, Ecuador, Germania, Ghana, India, Indonesia, Italia e Kenya) vi prenderanno parte svolgendo un ruolo attivo nel reclutamento dei partecipanti, nella certificazione e valutazione in itinere del programma di formazione. I membri del personale del Centro sono psicologi, sviluppatori di materiale pedagogico, antropologi, teologi ed esperti multilingue. “L‘arcidiocesi di Monaco e Frisinga - informano i responsabili - è l’istituzione ospitante e uno dei principali enti finanziatori”. Il programma di formazione a distanza si compone di sei moduli per un totale di 26 unità formative ed è incentrato sulla procedura di prevenzione e rilevamento dei casi di abuso da parte della Chiesa cattolica. “Conseguenze legali, esercizi di autoriflessione, prospettive teologiche e pastorali, sottolineatura della diversità culturale, comportamento con i fedeli in situazioni che vedano coinvolte le parrocchie, vicinanza e distanza con i minori, fattori di rischio di sessuale in relazione alla vittima e all’aggressore, contesti familiari e istituzionali, indizi evidenti di sospetto abuso, tecniche di conversazione, documentazione, aiuto immediato, assistenza a bambini abusati e figure di riferimento cui possano rivolgersi, gestione dei casi da parte delle istituzioni e misure preventive tra cui l‘empowerment dei bambini stessi”: questi, hanno concluso i responsabili, i contenuti del programma.

SIR

Il Papa: Gesù è entrato per sempre nella storia umana e vi continua a vivere in quel corpo fragile e sempre bisognoso di purificazione che è la Chiesa

“Gesù è entrato per sempre nella storia dell’uomo, e continua a vivere con la sua bellezza e potenza in quel corpo che è la Chiesa”. È quanto scrive il Papa, nel messaggio inviato al card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana, per l’evento internazionale “Gesù nostro contemporaneo”, e letto in apertura del convegno da mons. Mariano Crociata, segretario generale della CEI. “La contemporaneità di Gesù - prosegue Benedetto XVI nel suo messaggio - si rivela in modo speciale nell’Eucaristia, in cui è presente la passione, la morte e la Risurrezione”. È per questo motivo, spiega il Papa, che la Chiesa è “contemporanea, capace di abbracciare tutti gli uomini in tutte le epoche, al fine di continuare l’opera di Gesù nella storia”. “Molti segnali - esordisce il Papa - rivelano come il nome e il messaggio di Gesù di Nazaret, pur in tempi così distratti e confusi, trovino frequentemente interesse ed esercitino una forte attrattiva, anche in coloro che non giungono ad aderire alla sua parola di salvezza”. Di qui la necessità di “suscitare in noi stessi e dovunque una comprensione sempre più profonda e compiuta della figura reale di Gesù Cristo, quale può scaturire solo dall’ermeneutica della fede posta in fecondo rapporto con la ragione storica”. Secondo il Papa, dunque, “è molto significativo che, all’interno dell’opera di elaborazione culturale della comunità cristiana, venga messo a tema ciò che non può considerarsi oggetto esclusivo delle discipline sacre, come ben mostra la vastità delle competenze e la pluralità delle voci chiamate a raccolta dal convegno”. “Aprire a Dio una strada nel cuore e nella vita degli uomini”: questa, ricorda Benedetto XVI, una delle “priorità” del suo Pontificato. “Non a un indefinito ente superiore o una forza cosmica possiamo affidare le nostre vite”, afferma il Papa: “È Gesù la chiave che ci apre la porta della sapienza e dell’amore, che spezza la nostra solitudine e tiene accesa la speranza davanti al mistero del male e della morte”. “La vicenda di Gesù di Nazaret, nel cui nome ancora oggi molti credenti, in diversi Paesi del mondo, affrontano sofferenze e persecuzioni, non può restare confinata in un lontano passato, ma è decisiva per la nostra fede oggi”.

SIR

Messaggio di Papa Benedetto XVI

Altra dichiarazione della Sala Stampa vaticana su affermazioni infondate su Ior e Aif: ridotta solo limitatamente l'attività con le banche italiane

Nella trasmissione “Gli Intoccabili” di La7 di ieri “sono state fatte affermazioni infondate e diffuse informazioni false sull’Istituto per le opere di religione e l’Autorità di informazione finanziaria”. La precisazione viene oggi da un'altra nota della Sala Stampa della Santa Sede. Innanzitutto, “l’affermazione che lo Ior è una banca non corrisponde a verità” e tanto meno è una “banca off-shore”. Di fatto, “nella citata trasmissione viene usato tale termine non per illustrare il vero carattere e la funzione dello Ior, ma per creare un’impressione di illegalità”. In realtà, “lo Ior si trova all’interno di una giurisdizione sovrana e opera in un quadro normativo e regolamentare, che comprende anche la legge antiriciclaggio vaticana”, adottata proprio “per essere in linea con gli standard internazionali”. In secondo luogo, “l’insinuazione che le normative vaticane non consentirebbero le indagini o i procedimenti penali relativi a periodi precedenti all’entrata in vigore della legge CXXVII (1° aprile 2011), non corrisponde a verità”. Per quanto riguarda la cooperazione tra lo Ior e l’Aif, “lo Ior ha cooperato nel fornire informazioni su transazioni avvenute anche prima di tale data”. Le affermazioni fatte durante la trasmissione “non corrispondono quindi a verità”. In terzo luogo, “i rapporti dello Ior con banche non italiane sono sempre stati attivi e, a differenza di quanto è stato affermato, è stata ridotta solo limitatamente l’attività con le banche italiane”. Per quanto riguarda la norma che regola il movimento di denaro contante, “è importante precisare che lo Ior controlla e controllava anche i movimenti frazionati (c.d. 'step transactions') per un totale di 15.000 euro nei dieci giorni consecutivi”. Infine, “l’affermazione del magistrato Luca Tescaroli secondo la quale il Vaticano non avrebbe dato risposta alle rogatorie riguardanti il caso Banco Ambrosiano-Calvi non corrisponde a verità”. In merito la nota della Sala stampa precisa che “la rogatoria del 2002 non risulta pervenuta in Vaticano. Anche all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, dopo una prima ricerca effettuata negli Archivi, la richiesta di rogatoria internazionale presentata dal Tribunale di Roma nel 2002 non risulta mai pervenuta. Alle altre due è stato fornito regolare riscontro, indirizzato all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede”. “I fatti sopra descritti - conclude la nota - dimostrano che la presentazione compiuta nella menzionata trasmissione risulta parziale e non contribuisce ad avere un quadro obiettivo della realtà descritta”.

SIR

ULTERIORE DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA A PROPOSITO DI AFFERMAZIONI INFONDATE SU I.O.R. E A.I.F.

Il 18 febbraio la presentazione del catalogo della mostra 'Lo splendore della verità. La bellezza della carità' per il 60° di sacerdozio del Papa

Il 18 febbraio, giorno in cui la Chiesa fa memoria del Beato Angelico, patrono degli artisti, verrà presentato a Roma, nella Sala Santa Caterina a piazza della Minerva, il catalogo della mostra "Lo splendore della verità. La bellezza della carità", dedicata (dal 5 luglio al 4 settembre 2011) da un nutrito gruppo di artisti a Benedetto XVI in occasione del suo sessantesimo di sacerdozio. A presentare il volume, curato da mons. Pasquale Iacobone e da Micol Forti (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2012, pagine 160, euro 35), saranno il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, e quattro personaggi, esponenti di rilievo di diversi ambiti artistici: l’architetto Santiago Calatrava, lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami, lo scultore Jannis Kounellis e il musicista e compositore Arvo Pärt. Seguirà una Celebrazione Eucaristica presieduta dal cardinale Ravasi nell’attigua Basilica di Santa Maria sopra Minerva.

L'Osservatore Romano

Vescovi irlandesi: rappresentata in modo fortemente erroneaneo la realtà e l'estensione dell'attenzione della Chiesa verso le vittime di abusi

La Conferenza Episcopale irlandese ha diffuso una nota di protesta per l'intervento tenuto dalla psichiatra inglese Sheila Hollins al Simposio sulla pedofilia del clero "Verso la guarigione e il rinnovamento" in corso alla Pontificia Università Gregoriana. La psichiatra ha denunciato il fatto che in Irlanda, epicentro dello scandalo nel 2010, "molte poche vittime" hanno ricevuto assistenza psico-terapeutica, scuse e indennizzi. "Questa affermazione - afferma l'episcopato irlandese in una nota - rappresenta in modo fortemente erroneo la realtà e l'estensione dell'attuale attenzione dei vescovi irlandesi e delle congregazioni religiose che esiste nel servizio 'Verso la guarigione' della Chiesa in tutta l'isola". Un servizio, spiega la nota, finanziato dalla Chiesa, che fornisce alle vittime dei preti pedofili assistenza di "terapeuti indipendenti e pienamente accreditati". Solo nel 2011 sono state 29mila le sessioni terapeutiche. In quell'anno i vescovi e le congregazioni religiose hanno impegnato "10 milioni di euro" per finanziare questo servizio. "20 milioni di euro sono stati spesi per numeri verdi e servizi di sostegno fino all'anno scorso. Inoltre molti vescovi pagano le terapie per le vittime che preferiscono riccorrere a propri terapeuti". Quanto agli indennizzi, la nota fa l'esempio della diocesi di Dublino: sinora ha pagato 13,5 milioni di euro (9,3 in accordi e 4,2 in costi legali per entrambe le parti). Quanto alle scuse, "in molte occasioni vescovi e congregazioni religiose hanno chiesto scusa pubblicamente e privatamente alle vittime e a tutti coloro che, nella società civile e religiosa, sono stati offesi e abbandonati dal fallimento di leadership morale e responsabilità della Chiesa Cattolica".

TMNews

Simposio. Marx: su abusi prendere posizione apertamente e in modo persuasivo attraverso un’azione esemplare, conversazioni e chiarificazioni nei media

“Per quanto mi riguarda, posso affermare che l’anno 2010, nel quale il dibattito in Germania ha raggiunto il colmo, è stato l’anno peggiore e più doloroso della mia vita. Specialmente in quei mesi mi sono ripetutamente chiesto”: “Come è potuto accadere nelle nostre file? Come è stato possibile ferire così profondamente, nel corpo e nell’anima, bambini e adolescenti nell’ambito della Chiesa?”. Ha iniziato con una confessione personale il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco-Freising, la sua relazione oggi al Simposio internazionale sugli abusi sessuali "Verso la guarigione e il rinnovamento" che si concluderà questo pomeriggio a Roma con una conferenza stampa. Il cardinale non ha nascosto perplessità e mea culpa: “Indubbiamente, negli ultimi decenni, di fronte ai casi di violenza sessuale e maltrattamento dei minori, molti responsabili hanno considerato la protezione delle istituzioni una priorità, per cui hanno tentato di nascondere la terribile verità invece di riconoscerla in tutta la sua amarezza. E, per di più, vi hanno contribuito anche con un linguaggio tendente a offuscare il quadro e a minimizzare i fatti”. Riguardo poi al rapporto con giornalisti ed opinione pubblica, il card. Marx ha detto: “E' inutile imprecare contro i media o condannare l’opinione pubblica; si tratta piuttosto di prendere posizione apertamente e in modo persuasivo attraverso un’azione esemplare, conversazioni e chiarificazioni nei media”. “Affrontare i media e il pubblico - ha proseguito l’arcivescovo - è una sfida che soprattutto i vescovi devono riconoscere. Il gioco in difesa, la banalizzazione e la relativizzazione non promuoveranno una nuova credibilità”. Marx ha poi ripercorso il periodo in cui, l’anno 2010, in Germania i media segnalarono “casi di violenze sessuali su minori in una scuola benedettina” nella arcidiocesi di Monaco e Freising dove Papa Benedetto XVI ne era stato arcivescovo dal 1977 al 1982. “I media erano particolarmente interessati a trovare indizi per poter accusare lo stesso Papa di mancanze al riguardo”. “Da allora - ha detto il cardinale - non passò praticamente giorno senza nuove pubblicazioni e nuovi dibattiti sulle violenze sessuali sui minori nella Chiesa Cattolica”. “Per me fu chiaro fin dall’inizio che l’unico modo per affrontare la crisi era l’apertura, la chiarezza, l’educazione e passi concreti”. Ed ha concluso: “Senza dubbio, il dibattito sulla violenza sessuale sui bambini e sugli adolescenti ha gravemente danneggiato la Chiesa. Ha eroso la credibilità all’interno e all’esterno e questo processo non è ancora terminato”. Ma “questi avvenimenti possono diventare uno stimolo importante per la conversione e il rinnovamento e quindi per il ricupero della credibilità, passo dopo passo”. “Quest’ora storica, nella quale ovviamente si può percepire l’appello di Dio, ci sta praticamente costringendo ad assumere un atteggiamento umile e attivo al tempo stesso”.

SIR

Intervento del card. Reinhard Marx

Simposio. Esperti statunitensi: l'esborso attuale per la crisi degli abusi della Chiesa internazionale supera i due miliardi di dollari

"E' verosimile stimare che l'esborso attuale per la crisi della Chiesa internazionale superi i due miliardi di dollari". E' la stima esposta da due esperti statunitensi Michael J. Bemi e Patricia Neal al Simposio sulla pedofilia del clero "Verso la guarigione e il rinnovamento", che si conclude oggi alla Pontificia Università Gregoriana. "Impiegando i due milioni di dollari da noi stimati (vale a dire circa 1.450.000,00 euro) o più - hanno detto i due esperti - nel tentativo di valutare i costi opportunità dovremmo porci domande del tipo: quanti ospedali, seminari, scuole, chiese, centri di ascolto per donne e bambini maltrattati, mense per poveri, cliniche mediche e dentistiche gratuite, ecc. si sarebbero potuti realizzare con questa quantità di soldi? Quanti programmi di servizio caritativo/sociale e ulteriori opportunità si sarebbero potuti finanziare? Quanti nuovi impiegati, estremamente necessari, si sarebbero potuti assumere? Invece non abbiamo realizzato, non abbiamo finanziato e non abbiamo assunto". Per quanto riguarda gli Usa, "almeno 1,8 miliardi di dollari di transazioni sono stati segnalati negli Stati Uniti". "E' un abominio che la Chiesa, a causa delle azioni di alcuni dei suoi membri più credibili ed ammirati, abbia effettivamente creato migliaia di vittime", hanno detto Bemi e Neal. "Solo negli Stati Uniti, lo studio citato della John Jay 'Nature and Scope' identificava 10.667 accuse di vittime fatte nel periodo 1950-2002, il cui numero è aumentato a 15.235 tenendo conto dei dati fino al 2009. Tenendo conto del fenomeno ben noto ed accettato che molte vittime di aggressioni sessuali non le riferiscono mai, alcuni osservatori hanno stimato che possano esserci almeno 100.000 vittime in totale, solamente negli Stati Uniti". I due esperti statunitensi hanno voluto "dissipare ogni equivoco duro a morire associato ad uno o più di alcuni miti nati dalla crisi" della pedofiliaa. I "miti" sono: primo, "la crisi è un problema americano"; secondo, "la crisi è stata esagerata da media senza Dio, antagonisti di persone o istituzioni di fede"; terzo, "la crisi è stata istigata da avvocati avidi, il cui unico obiettivo è quello di arricchirsi finanziariamente"; quarto, "l'orientamento omosessuale spinge gli uomini ad essere aggressivi sessualmente". Al proposito gli esperti statunitensi hanno precisato: "L'aggressività sessuale non ha nulla a che fare con l'orientamento sessuale. Il corollario logico all'affermazione che l'orientamento omosessuale spinge gli uomini ad aggredire sessualmente altri maschi, è che l'orientamento eterosessuale spinge gli uomini ad aggredire sessualmente le donne. In realtà né l'orientamento omosessuale né quello eterosessuale è un fattore di rischio, ma lo è un orientamento sessuale disordinato o confuso". "Per onestà - hanno proseguito Bemi e Neal - si dovrebbe notare che qui, effettivamente, ci sono elementi di verità collegati a ciascuna delle precedenti affermazioni, ma nessuna da sola e neanche tutte combinate tra loro, possono mai spiegare e descrivere pienamente la crisi degli abusi. Data la nostra tradizione teologica di comprensione del peccato e della grazia, riconosciamo dunque che la crisi è un fallimento della natura umana e la continua presenza del peccato e della tentazione. Le conseguenze negative della crisi che la Chiesa ha attraversato sono state certamente influenzate dai quattro miti individuati in precedenza, ma non ne sono al cuore".

TMNews

Intervento di Michael J. Bemi e di Patricia Nea

Quaresima 2012. Il cardinale congolese Laurent Monsengwo Pasinya, figura emblematica dell'Africa, scelto dal Papa per guirdare gli Esercizi spirituali

Come ogni anno, il Papa sospenderà tutte le udienze, compresa l’Udienza generale, per gli Esercizi spirituali dei responsabili della Curia romana programmati dal 26 febbraio al 3 marzo in Vaticano. Quest'anno, ha appreso Vatican Insider, Benedetto XVI ha chiesto a una figura emblematica del continente africano di predicare questa settimana di esercizi: il cardinale congolese Laurent Monsengwo Pasinya (foto). Dopo i cardinali in pensione Marco Cé, Giacomo Biffi, Albert Vanhoye e Francis Arinze, dopo i religiosi Enrico dal Covolo e François-Marie Léthel, il Papa ha dunque chiamato questa volta in Vaticano un uomo sempre in prima linea in Africa nel campo della pace e, anche, della politica del suo paese, la Repubblica democratica del Congo. A 72 anni, l'arcivescovo di Kinshasa non smette infatti di impegnarsi per il dialogo e la riconciliazione. Lo fece come vescovo di Kisangani durante il regime dittatoriale di Mobutu Sese Seko, poi con Laurent-Désiré Kabila, e ora la fa con il figlio di Laurent-Désiré, Joseph, presidente della Repubblica dal 2001. Il card. Monsengwo, si legge sulla sua biografia ufficiale pubblicata nel sito del Vaticano, “ha sempre alzato la voce per difendere i diritti delle persone e per denunciare le violenze, invocando e proponendo soluzioni condivise dei conflitti armati ed economici, fondate sul diritto internazionale“. Vescovo di Kisangani poi della capitale Kinshasa si e sempre impegnato per far cessare le ostilità e riportare tutti ai tavoli delle trattative. L'ex presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar “non ha mai nascosto i problemi sociali e politici più scottanti e i tentativi di sfruttare e marginalizzare l'Africa, proponendo una visione globale delle questioni che riguardano il continente“. Nominato vescovo nel 1980 da Giovanni Paolo II, fu addirittura consacrato vescovo da lui nel maggio 1980, a Kinshasa, durante il primo viaggio in Africa di Wojtyla. Licenziato in Teologia e dottore in Scienze bibliche, ha sempre avuto con Papa Benedetto un rapporto particolare. Infatti e stato Benedetto XVI a chiamarlo alla guida dell'arcidiocesi di Kinshasa nel dicembre 2007, e poi a fare di lui, nel 2008, il primo africano segretario speciale di un Sinodo dei vescovi, per il Sinodo sulla Parola di Dio. Nel Concistoro di novembre 2010, Benedetto XVI l'ha creato cardinale e ora, lo chiama per predicare in Vaticano... un segno per l'Africa, e per il Collegio cardinalizio.

Antoine-Marie Izoard, Vatican Insider

Dichiarazione della Sala Stampa della Santa Sede a proposito di affermazioni infondate su Ior e Aif: cooperato ripetutamente con le autorità italiane

"L'articolo di Angela Camuso pubblicato su L'Unità" ieri "a p. 23, intitolato: 'Riciclaggio, quattro preti indagati. I silenzi del Vaticano sui controlli', rappresenta, purtroppo, una notevole mancanza di serietà di indagine da parte dell'Autrice". Lo afferma una nota della Sala Stampa della Santa Sede. La stessa Camuso ha condotto un'inchiesta per la trasmissione "Gli intoccabili" in onda ieri sera su La7. "Anzitutto - si legge nella nota - vanno fatte due osservazioni introduttive. Primo, il titolo parla dei silenzi del Vaticano. Come si chiarirà più avanti, ciò è del tutto infondato: la Santa Sede e le autorità del Vaticano hanno doverosamente cooperato con la magistratura e le altre autorità italiane. Secondo, le accuse avanzate nell'articolo riprendono critiche ormai superate. Una ricerca in internet, anche rapida, degli scritti dell'autrice dell'articolo dimostra che il suo pezzo odierno in nessun modo fa 'notizia'. Si tratta, infatti, di accuse 'riciclate' e che la giornalista, in passato, ha già pubblicato più volte. Rievocarle nuovamente non serve a renderle vere. Ci si chiede se l'articolo non costituisca una sorta di pubblicità per una trasmissione televisiva serale". "L'articolo presuppone che vi siano quattro sacerdoti - Emilio Messina, Salvatore Palumbo, Orazio Bonaccorsi ed Evaldo Biasini - che hanno utilizzato l'Istituto per le Opere di Religione (I.O.R.) per riciclare del denaro. L'accusa principale è che lo I.O.R. è stato coinvolto in un'attività illegale e non ha dato assistenza alle Autorità italiane che perseguivano queste persone. Ciò non è corretto. Anzitutto - prosegue la nota del Vaticano - l'articolo non riferisce che, a partire dagli anni 2006-2007, lo I.O.R. si è impegnato con determinazione nell'analisi dei conti e nella verifica dei suoi clienti per accertare e riferire l'eventuale esistenza di transazioni sospette. Questo impegno dello I.O.R. (che la stampa, curiosamente, sembra ignorare), inteso ad individuare transazioni sospette, anticipa di alcuni anni la stessa adozione della Legge N. CXXVII contro il riciclaggio, del 30 dicembre 2010, da parte dello Stato della Città del Vaticano". "Inoltre, come è noto alle Autorità italiane, e come risulta dalla documentazione accessibile agli ufficiali sia della Santa Sede, sia della Repubblica Italiana, lo I.O.R. ha cooperato ripetutamente con le Autorità italiane ad ogni livello. Ciò è avvenuto, su richiesta, in ambito giudiziario fra Autorità specificamente competenti ed amministrativo da parte dello I.O.R. con le sue controparti italiane. Vale la pena di sottolineare che lo I.O.R. ha fornito informazioni, anche al di fuori dei canali formali, nel periodo precedente la costituzione dell'Autorità vaticana di Informazione Finanziaria (A.I.F.). La cooperazione del Direttore Generale dello I.O.R., Dott. Paolo Cipriani, è stata definita 'tempestiva ed esaustiva' in documenti di funzionari italiani. Infatti, in uno dei casi, è stata proprio l'azione rapida del Dott. Cipriani a permettere la messa sotto accusa di una delle persone indicate". Prima, "non è vero che lo I.O.R. non abbia fornito informazioni all'A.I.F. sulle materie in questione". Secondo, Non è vero che l'A.I.F. non abbia inoltrato queste informazione alla U.I.F. (Unità di Informazione Finanziaria italiana)". Terzo, "quanto a una delle persone menzionate nell'articolo, mons. Messina, le Autorità italiane non hanno mai avanzato una richiesta all'A.I.F. Perciò sarebbe stato evidentemente impossibile per l'AIF 'rispondere' alla sua controparte italiana". Spiega la nota vaticana: "Tutti questi punti, relativi alle comunicazioni fra l'A.I.F. e la controparte italiana, risultano nei documenti conservati dall'A.I.F. con specifici numeri di protocollo. L'articolo, inoltre, non riferisce che una delle persone in esso menzionate - il Reverendo Bonaccorsi - il 6 giugno 2011 è stata dichiarata innocente, con sentenza confermata in appello. L'effetto, purtroppo diffamatorio, dell'articolo risulta dall'utilizzo del termine 'incriminato', in relazione al Presidente dello I.O.R., Prof. Ettore Gotti Tedeschi, e al Direttore Generale, Dott. Paolo Cipriani. Né l'uno né l'altro sono mai stati incriminati, ma piuttosto indagati".

TMNews

DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA A PROPOSITO DI AFFERMAZIONI INFONDATE SU I.O.R. E A.I.F.

Ambasciatore dell'Iran in Vaticano: se il Papa decidesse di recarsi nel Paese saremmo pronti ad accoglierlo in maniera eccellente e con entusiasmo

L'Iran è disposto ad accogliere con entusiasmo Benedetto XVI. Alì Akbar Naseri (foto), ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, ha infatti rinnovato ieri l'invito che il presidente Mahmoud Ahmaddinejah aveva offerto al Papa già nel novembre 2010. In quell'occasione il card. Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, si era recato a Tehran in occasione del settimo incontro tra la Santa Sede e l'Iran e aveva lasciato un messaggio personale del Papa a Ahmadinejah. E nella giornata di ieri l'ambasciatore iraniano Alì Akbar Naseri ha ricordato l'invito del presidente, aggiungendo: "Se il Santo Padre decidesse di compiere questo viaggio, saremmo pronti ad accoglierlo in maniera eccellente e con entusiasmo". Ormai da lungo tempo, infatti, fra le due parti si sono instaurati, a detta di Naseri, "rapporti molto sinceri e cordiali" con collaborazioni su questioni culturali e scientifiche. Gli incontri tra la Santa Sede e l'Iran sono fissati ogni due anni e il prossimo è previsto per ottobre 2012 a Roma, chissà che poi il Papa non decida di intraprendere un viaggio e di portare il proprio messaggio di pace nello Stato colpito da forti tensioni internazionali.

Lettera43