“La profonda ferita degli abusi sessuali sui minori è un fenomeno che non solo dobbiamo riconoscere ma che ci spinge anche ad agire”. Francosi-Xavier Dumortier, rettore della Pontificia Università Gregoriana, nella conferenza stampa conclusiva del Simposio internazionale “Verso la guarigione e il rinnovamento” traccia un bilancio dell’incontro e spiega: “Per questo abbiamo deciso di creare il Centro per la protezione dei minori presso la Gregoriana, uno strumento di e-learning moderno e facile da usare per diffondere una cultura dell’ascolto e rendere accessibili la riflessione degli esperti più autorevoli e migliori pratiche di gestione degli abusi”. In tale modo “abbiamo invertito la rotta rispetto alla cultura del silenzio e del nascondimento”. Il Centro, prosegue il rettore, “è il frutto di una collaborazione con l’Università tedesca di Ulm per dare una risposta internazionale a un fenomeno che non si limita ad una nazione. L’iniziativa non ha solo uno scopo didattico o di ricerca di risposte globali; vogliamo dimostrare che, in quanto Università Pontificia, intendiamo fare passi avanti per il bene di tutta la Chiesa”. Per Maria Pia Capozza, presidente dell’associazione “Giovanna d’Arco Onlus” che si occupa di abusi, “occorre porre fine alla cultura del silenzio e dell’omertà; il primo passo verso la guarigione è ascoltare le vittime e assicurare loro giustizia con realismo, chiarezza e trasparenza”. A “lanciare” il Centro per la protezione dei minori costituito nell’ambito della collaborazione tra l‘Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma (Italia), il Dipartimento di psichiatria e psicoterapia per il bambino e l’adolescente dell’ospedale universitario di Ulm (Germania), e l‘arcidiocesi di Monaco e Frisinga (Germania), come strumento inteso a fare della Chiesa Cattolica “un punto di riferimento globale nella tutela dei bambini” sono stati lo psichiatra e supervisore del progetto, Hubert Liebhardt, e il responsabile Hans Zollner, vicepresidente accademico della Gregoriana. Principale obiettivo del Centro, immediatamente operativo e dotato per il primo triennio di attività (2012-2014) di un budget di 1,2 milioni di euro, creare “un centro globale di apprendimento a distanza (e-learning) dotato di risorse accademiche per le professioni pastorali in modo da sviluppare una risposta all’abuso sessuale sui minori, tenendo conto degli aspetti multilinguistici e interculturali”. Il programma di formazione prevede un totale di 30 ore, in quattro lingue (inglese, spagnolo, italiano, tedesco). Otto partner in tutto il mondo (in Argentina, Ecuador, Germania, Ghana, India, Indonesia, Italia e Kenya) vi prenderanno parte svolgendo un ruolo attivo nel reclutamento dei partecipanti, nella certificazione e valutazione in itinere del programma di formazione. I membri del personale del Centro sono psicologi, sviluppatori di materiale pedagogico, antropologi, teologi ed esperti multilingue. “L‘arcidiocesi di Monaco e Frisinga - informano i responsabili - è l’istituzione ospitante e uno dei principali enti finanziatori”. Il programma di formazione a distanza si compone di sei moduli per un totale di 26 unità formative ed è incentrato sulla procedura di prevenzione e rilevamento dei casi di abuso da parte della Chiesa cattolica. “Conseguenze legali, esercizi di autoriflessione, prospettive teologiche e pastorali, sottolineatura della diversità culturale, comportamento con i fedeli in situazioni che vedano coinvolte le parrocchie, vicinanza e distanza con i minori, fattori di rischio di sessuale in relazione alla vittima e all’aggressore, contesti familiari e istituzionali, indizi evidenti di sospetto abuso, tecniche di conversazione, documentazione, aiuto immediato, assistenza a bambini abusati e figure di riferimento cui possano rivolgersi, gestione dei casi da parte delle istituzioni e misure preventive tra cui l‘empowerment dei bambini stessi”: questi, hanno concluso i responsabili, i contenuti del programma.
SIR