domenica 21 marzo 2010

Mons. Zollitsch: la Chiesa tedesca ha insabbiato per anni gli abusi commessi dai religiosi su minori. Non volutamente lo feci anch'io, chiedo perdono

Il presidente della Conferenza Episcopale tedesca, l'arcivescovo di Friburgo Robert Zollitsch (nella foto con Benedetto XVI), ha ammesso per la prima volta che la Chiesa Cattolica tedesca ha nascosto "per anni" i casi di abusi sessuali commessi da religiosi nei confronti di minori. Zollitsch lo ha detto in un'intervista al settimanale Focus. "Questi abusi sono stati tenuti nascosti per decenni nell'intera società", afferma Zollitsch, poiché "non si è affrontato il problema in tutto il suo significato sociale". In una conferenza stampa indetta all’improvviso sulle informazioni di due media tedeschi che hanno sollevato il caso, mons. Zollitsch ha negato di aver coperto volontariamente il caso di un prete pedofilo 21 anni fa ma, chiedendo "perdono", ha ammesso che oggi si sarebbe comportato diversamente e lo avrebbe denunciato alla magistratura. Zollitsch ha voluto "far valere che il vescovado e io stesso abbiamo sempre agito bene, in scienza e coscienza". Il presule ha affermato che, sulla base delle conoscenze odierne, si sarebbe comportato diversamente "cercando e facendo cercare testimoni e vittime in maniera più coerente e con maggior vigore". Parlando a Friburgo, di cui è arcivescovo, Zollitsch ha confessato che gli abusi perpetrati dal prete pedofilo a Oberharmersbach "mi opprimono ancor oggi personalmente" e, secondo quanto riferisce l’agenzia Dpa, ha dichiarato: "Mi scuso ancora una volta in nome dell’arcidiocesi con le vittime, chiedendo perdono". Sempre nell'intervista a Focus, il capo dei vescovi tedeschi aggiunge che appare sempre più evidente come "la maggior parte degli abusi si sono verificati al di fuori dell'ambito ecclesiastico", anche se quelli commessi dai preti sono particolarmente gravi. "Mi vergogno e mi spaventa enormemente il fatto che gli abusi si siano verificati in modo così elevato nelle nostre istituzioni", spiega Zollitsch, secondo il quale "ognuno di questi casi oscura il volto di tutta la Chiesa". Il presidente della Conferenza Episcopale tedesca dichiara poi di avere qualche problema nel seguire la scelta fatta dai vescovi bavaresi, di denunciare alle procure ogni nuovo caso di abuso, poiché da quanto ha appreso, le vittime vogliono parlare del loro dolore, ma non desiderano denunciare alla giustizia i pedofili di cui sono rimasti vittime. Questo atteggiamento, spiega Zollitsch, "ci crea un problema morale, poiché noi siamo interessati a portare i responsabili davanti al giudice, affinchè con un processo si arrivi ad una sentenza". Zollitsch sottolinea che i suoi dubbi nel perseguire la via giudiziaria per i casi di abuso nascono dal fatto che "con false accuse si possono uccidere moralmente delle persone. Nel clima arroventato del momento si riflette forse troppo poco su questo aspetto". Zollitsch ripete poi che "non esiste un legame diretto" tra celibato dei preti ed abusi sessuali, poiché nella formazione dei sacerdoti viene affrontato in modo molto vasto il problema della maturità emotiva di chi è chiamato a svolgere una missione pastorale. "Se nei corsi di formazione prematrimoniale si adottasse solo un decimo di questa accuratezza nella formazione della personalità (dei preti), il legame tra uomo e donna risulterebbe forse molto migliore".

Corriere della Sera.it, Avvenire

Mons. Crepaldi: nonostante l'accanimento di ecclesiastici e laici, la grandezza provvidenziale di Benedetto XVI è davanti agli occhi di tutti

"Il tentativo della stampa di coinvolgere Benedetto XVI nella questione pedofilia è solo il più recente tra i segni di avversione che tanti nutrono per il Papa". Lo afferma l'arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi, per il quale “alle persecuzioni nei confronti di tanti cristiani, crocefissi in senso letterale in varie parti del mondo, ai molteplici tentativi per sradicare il cristianesimo nelle società un tempo cristiane con una violenza devastatrice sul piano legislativo, educativo e del costume che non può trovare spiegazioni nel normale buon senso si aggiunge ormai da tempo un accanimento contro questo Papa, la cui grandezza provvidenziale è davanti agli occhi di tutti". E "a questi attacchi fanno tristemente eco quanti non ascoltano il Papa, anche tra ecclesiastici e laici" e che se "non accusano apertamente il Pontefice, mettono la sordina ai suoi insegnamenti, non leggono i documenti del Magistero, scrivono e parlano sostenendo esattamente il contrario di quanto egli dice e sono in aperta divergenza con il suo insegnamento". Di qui la necessità di “chiedersi come mai questo Pontefice, nonostante la sua mitezza evangelica e l’onestà, la chiarezza delle sue parole unitamente alla profondità del suo pensiero e dei suoi insegnamenti, susciti da alcune parti sentimenti di astio e forme di anticlericalismo che si pensavano superate”. “E questo suscita ancora maggiore stupore e addirittura dolore, quando a non seguire il Papa e a denunciarne presunti errori sono uomini di Chiesa, siano essi teologi, sacerdoti o laici”, la conclusione di mons. Crepaldi.

Mons. Fisichella: ancora una volta il Papa si è caricato un peso a lui estraneo. Con la Lettera si volta pagina, nessuna reticenza, nessuna scusante

La Lettera pastorale del Papa agli irlandesi è "un grido di dolore di tutta la Chiesa" ma anche "un modo estremamente deciso di voltare pagina". Lo dice ad Avvenire mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, sottolineando che adesso "non sarà più possibile nessun elemento nè di scusante nè di reticenza" sugli abusi commessi da uomini di chiesa. "Con questa lettera - afferma il presule - si volta decisamente pagina. Nessuna reticenza, nessuna scusante. Il Papa usa parole durissime nei confronti di quanti hanno tradito la loro vocazione e parole altrettanto dure verso coloro che hanno mantenuto il silenzio e nascosto i crimini". Parole "di grande coraggio" quelle di Benedetto XVI che, spiega, "fa una analisi dei fatti lucida, si assume le responsabilità ed esprime il grande rinnovamento che tocca alla Chiesa intera", a partire dal "discernimento vocazionale: il sacerdozio - dice Fisichella - non è un diritto per nessuno ma una vocazione che va sottoposta a discernimento per capire le reali intenzioni del candidato. Nemmeno la mancanza delle vocazioni può essere una scusante per accogliere chiunque bussi". Il teologo esprime poi la sua "profonda vicinanza al Santo Padre perchè ancora una volta si è dovuto fare carico di un peso che gli è estraneo".

Il Papa: impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo, ad essere intransigenti con il peccato e indulgenti con le persone

Alla recita dell'Angelus Benedetto XVI, nella quinta domenica di Quaresima, ha commentato il racconto dell’evangelista Giovanni, tratto dalla Liturgia odierna, che riporta la scena “carica di drammaticità" della donna adultera. “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”: cosi parla Gesù richiesto da scribi e farisei di giudicare una donna adultera, per la quale la legge mosaica prevedeva la lapidazione. “Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto”. Dalle parole di Gesù, ha spiegato, dipende la vita di quella persona, ma anche la sua stessa vita”, perché in realtà “quegli uomini chiedono a Gesù di giudicare la peccatrice con lo scopo di ‘metterlo alla prova’ e di spingerlo a fare un passo falso”. Gesù però “sa cosa c’è nel cuore di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e smascherare l’ipocrisia”. “Gesù dunque è il Legislatore, è la Giustizia in persona”, da qui la sua sentenza. “Gesù, - ha osservato ancora il Santo Padre - assolvendo la donna dal suo peccato, la introduce in una nuova vita, orientata al bene. ‘Neanch’io ti condanno; - le dice – va e d’ora in poi non peccare più”. “Dio desidera per noi soltanto il bene e la vita; Egli provvede alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal male col Sacramento della Riconciliazione, affinché nessuno vada perduto, ma tutti abbiano modo di convertirsi”. Un’esortazione particolare, il Papa ha rivolto quindi a tutti i pastori, perché in questo Anno Sacerdotale, sappiano imitare il santo Curato d’Ars nel ministero del Perdono sacramentale, affinché i fedeli ne riscoprano il significato e la bellezza, e siano risanati dall’amore misericordioso di Dio, il quale si spinge fino a dimenticare volontariamente il peccato, pur di perdonarci”."Cari amici - ha detto Benedetto XVI - impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato - a partire dal nostro! - e indulgenti con le persone. Ci aiuti in questo la Santa Madre di Dio che, esente da ogni colpa, è mediatrice di grazia per ogni peccatore pentito". Anche nei saluti in lingua, il Papa è tornato a ribadire lo stesso concetto illustrato in italiano prima della preghiera mariana. "Facendo affidamento nella sua misericordia nei nostri confronti, umilmente preghiamo per il suo perdono per i nostri fallimenti e gli chiediamo di crescere in santità", ha detto Benedetto XVI in inglese. E in tedesco: "Non possiamo salvarci da soli. Abbiamo bisogno della purezza e del misericordioso amore del Signore per poter ricevere Cristo, il Santo". Benedetto XVI ha anche ricordato che la prossima Domenica delle Palme ricorrerà il 25° anniversario delle Giornate Mondiali delle Gioventù, volute da Giovanni Paolo II. Per festeggiare l’evento, i giovani di Roma e del Lazio converranno giovedì a partire dalle 19 in Piazza San Pietro per festeggiare insieme. "Vi aspetto numerosi", ha detto loro Benedetto XVI.

Apcom, Radio Vaticana


Associazione di vittime di abusi: gratitudine per le scuse altamente commoventi e attese, la Lettera del Papa il primo passo verso la guarigione

La Lettera pastorale del Papa ai cattolici d'Irlanda sullo scandalo degli abusi sessuali sui minori da parte di religiosi e sacerdoti ha diviso le associazione delle vittime, secondo quanto riferisce il sito del quotidiano Irish Times. Il gruppo One in Four ha accusato il Papa di aver trascurato il ruolo del Vaticano nello scandalo, mentre il Dublin Rape Crisis Centre e il gruppo Irish Survivors of Child Abuse hanno accolto con favore la Lettera pastorale. L'Irish Soca valuta con "cauto ottimismo ed un giudizio con riserve" il testo, esprimendo comunque "gratitudine" per "queste scuse senza precedenti" da parte del Papa. Se la missiva rappresenta "scuse altamente commoventi e attese da troppo tempo da parte del Papa e della Curia romana", scrive in una nota John Kelly, coordinatore di questa associazione di vittime dei preti pedofili irlandesi, "è anche un riconoscimento senza ambiguità del fatto che la Chiesa cattolica irlandese ha peccato in modo gravissimo contro i giovani per molti decenni. Siamo rincuorati dall'aperta accettazione da parte del Pontefice che il comportamento abusivo dei preti e dei religiosi erano atti criminali e che coloro che hanno abusato dei bambini devono 'rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti'". L'organizzazione apprezza, poi, il riconoscimento degli "attuali e storici fallimenti a livello gerarchico all'interno della Chiesa irlandese". Quanto all'invito del Papa a "continuare a cooperare con le autorità civili nell'ambito di loro competenza", l'Irish Soca "si attende di vedere questa previsione messa in pratica". L'associazione, che in passato ha chiesto la costituzione di una commissione della Santa Sede per esaminare gli abusi del passato, si ripromette un incontro "il prima possibile" con il primate d'Irlanda, il card. Sean Brady, per discutere di questa idea "così come di altre questioni sollevate dalla lettera del Papa". Il bilancio è comunque prevalentemente positivo: "Vediamo la lettera odierna come il primo passo nella strada verso la guarigione per molti che hanno perso la fiducia nella Chiesa". L'invito alle autorità eccelesiastiche a cooperare con le autorità civili nei casi di abusi sui minori è stato accolto con favore anche dal Dublin Rape Crisis Centre.

Adnkronos, Apcom

Il vescovo di Dublino: la Lettera pastorale una riflessione più ampia che Benedetto XVI fa sui fallimenti della Chiesa in Irlanda e sul suo futuro

“La Lettera pastorale non è un commento e non offre linee guida su come gli abusi sessuali devono essere gestiti. È una riflessione più ampia che il Papa fa sui fallimenti della Chiesa in Irlanda e sul futuro della Chiesa in Irlanda”: così l'arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin ha commentato ieri sera alla Saint Mary's Pro Cathedral di Dublino la Lettera pastorale di Papa Benedetto XVI ai cattolici irlandesi. Il vescovo ha proseguito affermando: “La Chiesa ha tragicamente sbagliato con molti dei suoi bambini; ha sbagliato con gli abusi; ha sbagliato non prevenendo gli abusi; ha sbagliato coprendo gli abusi”. E ha concluso: “Dobbiamo affrontare la verità del passato; pentirci; creare del bene dove era stato fatto del male. E intanto dobbiamo proseguire giorno dopo giorno lungo il doloroso cammino di rinnovamento, con la certezza che sarà soltanto quando la nostra miseria umana incontra faccia a faccia la pietà liberatrice di Dio che la nostra Chiesa sarà davvero rinnovata e arricchita”.

Leggo

Eccezionale copertura multimediale della Santa Sede per la Lettera del Papa ai cattolici d'Irlanda. Video, testi integrali e Twitter in sei lingue

La Santa Sede ha riservato alla Lettera pastorale del Papa ai cattolici irlandesi sugli abusi sessuali una eccezionale copertura multimediale, passando, fra l'altro, per YouTube e Twitter. Lo ha sottolineato la Radio Vaticana, mettendo a disposizione sul suo sito anche un'ampia documentazione sugli altri interventi del Pontefice sull'argomento. In occasione della pubblicazione della Lettera, il Vaticano ha attivato nuovi servizi su internet, uno all'indirizzo www.resources.va, e sei canali Twitter multilingue, di cui quello italiano è www.twitter.com/news_va_it . "Attraverso questi canali Twitter, la Radio Vaticana e gli altri media vaticani - annuncia l'emittente - informeranno della pubblicazione di notizie e contenuti multimediali particolarmente rilevanti per la vita della Chiesa". Oggi, in occasione della Lettera, vengono pubblicati in forma integrale testi, video e audio riferiti alla Lettera del Papa ai cattolici irlandesi sugli abusi sessuali, ma anche la nota del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, oltre agli interventi passati del Pontefice sulla pedofilia, pronunciati in occasione dei viaggi in Australia e Usa. Vengono proposti ai navigatori anche alcuni recenti interventi sullo scandalo, come i comunticati della diocesi di Monaco di Baviera, le interviste di mons. Charles J.Scicluna, di mons. Giuseppe Versaldi e del presidente dei vescovi tedeschi, mons. Robert Zollitsch, nonchè il documento ''Crimen sollicitationis'' del 1962.

Leggo, Asca