"Il tentativo della stampa di coinvolgere Benedetto XVI nella questione pedofilia è solo il più recente tra i segni di avversione che tanti nutrono per il Papa". Lo afferma l'arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi, per il quale “alle persecuzioni nei confronti di tanti cristiani, crocefissi in senso letterale in varie parti del mondo, ai molteplici tentativi per sradicare il cristianesimo nelle società un tempo cristiane con una violenza devastatrice sul piano legislativo, educativo e del costume che non può trovare spiegazioni nel normale buon senso si aggiunge ormai da tempo un accanimento contro questo Papa, la cui grandezza provvidenziale è davanti agli occhi di tutti". E "a questi attacchi fanno tristemente eco quanti non ascoltano il Papa, anche tra ecclesiastici e laici" e che se "non accusano apertamente il Pontefice, mettono la sordina ai suoi insegnamenti, non leggono i documenti del Magistero, scrivono e parlano sostenendo esattamente il contrario di quanto egli dice e sono in aperta divergenza con il suo insegnamento". Di qui la necessità di “chiedersi come mai questo Pontefice, nonostante la sua mitezza evangelica e l’onestà, la chiarezza delle sue parole unitamente alla profondità del suo pensiero e dei suoi insegnamenti, susciti da alcune parti sentimenti di astio e forme di anticlericalismo che si pensavano superate”. “E questo suscita ancora maggiore stupore e addirittura dolore, quando a non seguire il Papa e a denunciarne presunti errori sono uomini di Chiesa, siano essi teologi, sacerdoti o laici”, la conclusione di mons. Crepaldi.