domenica 21 marzo 2010
Mons. Fisichella: ancora una volta il Papa si è caricato un peso a lui estraneo. Con la Lettera si volta pagina, nessuna reticenza, nessuna scusante
La Lettera pastorale del Papa agli irlandesi è "un grido di dolore di tutta la Chiesa" ma anche "un modo estremamente deciso di voltare pagina". Lo dice ad Avvenire mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, sottolineando che adesso "non sarà più possibile nessun elemento nè di scusante nè di reticenza" sugli abusi commessi da uomini di chiesa. "Con questa lettera - afferma il presule - si volta decisamente pagina. Nessuna reticenza, nessuna scusante. Il Papa usa parole durissime nei confronti di quanti hanno tradito la loro vocazione e parole altrettanto dure verso coloro che hanno mantenuto il silenzio e nascosto i crimini". Parole "di grande coraggio" quelle di Benedetto XVI che, spiega, "fa una analisi dei fatti lucida, si assume le responsabilità ed esprime il grande rinnovamento che tocca alla Chiesa intera", a partire dal "discernimento vocazionale: il sacerdozio - dice Fisichella - non è un diritto per nessuno ma una vocazione che va sottoposta a discernimento per capire le reali intenzioni del candidato. Nemmeno la mancanza delle vocazioni può essere una scusante per accogliere chiunque bussi". Il teologo esprime poi la sua "profonda vicinanza al Santo Padre perchè ancora una volta si è dovuto fare carico di un peso che gli è estraneo".