domenica 6 settembre 2009

Il Papa a Bagnoregio: 'dispieghiamo le ali' della speranza con Bonaventura per essere incessanti cercatori di Dio e cantori delle bellezze del creato

L'elicottero con Benedetto XVI è atterrato nello stadio "Pompei" di Bagnoregio dove è stato accolto dal sindaco Francesco Bigiotti e dal mons. Lorenzo Chiarinelli. Il Pontefice, dopo essere entrato nella cittadina e aver salutato la gente sul sagrato nella Concattedrale intitolata a San Nicola, accolto dai Ministri Generali delle Famiglie Francescane e dai quattro parroci di Bagnoregio, si è recato nella Cappella per venerare la Reliquia del "Sacro Braccio" di San Bonaventura. Il Pontefice dopo la visita in concattedrale, dove ha anche ammirato un antico codice con gli scritti di San Bonaventura, si è diretto a bordo della "papamobile" in piazza Sant'Agostino per incontrare la cittadinanza. Arrivando, il Papa ha salutato gli ammalati che lo stavano aspettando nelle prime file. Dopo essere stato salutato dal sindaco Francesco Bigiotti e dal vescovo Chiarinelli, Benedetto XVI ha pronunciato il discorso.
La fede dà speranza e consente, "nonostante i fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia", di non "perdere il coraggio di contribuire, come hanno fatto i santi, alla salvezza dell'umanità". Benedetto XVI ha ricordato la figura di San Bonaventura, quel "dottore serafico" al quale Joseph Ratzinger ha dedicato ampi studi, nato proprio a Bagnoregio.
"Tutti ci interroghiamo circa l'avvenire nostro e del mondo - ha detto il Papa - e quest'interrogativo ha molto a vedere con la speranza, di cui ogni cuore umano ha sete". Bonaventura "fu messaggero di speranza". "Sperare è volare - ha proseguito - ma la speranza esige che tutte le nostre membra si facciano movimento e si proiettino verso la vera altezza del nostro essere, verso le promesse di Dio". Serve però non una "speranza qualunque" - ha detto Papa Ratzinger - ma una "speranza affidabile" che "dandoci la certezza di giungere ad una meta grande, giustifichi la fatica del cammino". Solo quel tipo di "speranza-certezza" - ha concluso - "ci assicura che nonostante i fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia nel suo insieme, ci custodisce sempre il potere indistruttibile dell'Amore". Benedetto XVI si è poi soffermato sugli insegnamenti di San Bonaventura, per il quale, "la fede è perfezionamento delle nostre capacità conoscitive". "Nel ricordo di questo profondo ricercatore e amante della sapienza - ha detto il Papa - vorrei inoltre esprimere incoraggiamento e stima per il servizio che, nella comunità ecclesiale, i teologi sono chiamati a rendere a quella fede che cerca l'intelletto, quella fede che è amica dell'intelligenza e che diventa vita nuova secondo il progetto di Dio".
Poi un appello a riscoprire "la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine". Il Papa ha definito San Bonaventura un "cercatore di Dio" e "cantore del Creato" che presenta una "visione positiva" del mondo quale "dono d'amore di Dio agli uomini", riflesso stesso della "somma Bontà e Bellezza che, sulla scia di Sant'Agostino e San Francesco, afferma essere Dio stesso". "Quanto sarebbe utile che anche oggi - ha dunque esortato il Pontefice - si riscoprisse la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine". In questi insegnamenti di San Bonaventura - ha poi concluso - "si avverte l'animo di San Francesco, di cui condivise l'amore per tutte le creature".
Il Pontefice, salutate le autorità e una rappresentanza di fedeli e cittadini, è salito sulla Papamobile che ora lo ha portato al campo sportivo di Bagnoregio da cui, in elicottero, raggiungerà Castel Gandolfo all'eliportro della residenza pontificia. Si è così conclusa la sedicesima visita pastorale di Benedetto XVI in Italia.

Viterbo oggi, Apcom


La visita al Santuario della Madonna della Quercia. La preghiera del Papa: ti chiedo la pace e la concordia per i popoli e l'intera umanità

Papa Benedetto XVI ha lasciato la Domus La Quercia e attraverso la sagrestia è entrato nel Santuario della Madonna della Quercia dove, nel frattempo, si sono riuniti esponenti del clero diocesano e 120 suore di clausura dei 12 monasteri della diocesi di Viterbo. Prima di lasciare la Domus, il Papa, accompagnato dal card. Vallini, ha incontrato i componenti del Comitato che ha organizzato la visita a Viterbo.
Maria vigili sull'Italia, sull'Europa e illumini i governanti delle nazioni. Il Papa ha pregato per il mondo intero, incontrando le monache di clausura nel Santuario della Madonna della Quercia a Viterbo, copatrona della diocesi. Benedetto XVI ha chiesto di pregare per lui e per le sue intenzioni, per l'Italia e l'Europa, per i governanti delle Nazioni. "Voi monache di vita contemplativa - ha detto - avete la missione nella Chiesa di essere fiaccole che, nel silenzio dei monasteri, ardono di preghiera e di amore a Dio. A voi affido le mie intenzioni, le intenzioni del Pastore di questa diocesi e le necessità di quanti vivono in questa terra". Nella preghiera rivolta alla Madonna, il Papa ha chiesto di vigilare "sull'Italia, sull'Europa e sugli altri continenti", chiedendo il dono "della pace, della concordia e della pace per i popoli e per l'intera umanità". Una preghiera anche per i governanti, per tutti "gli uomini e le donne del nostro tempo". "Maria incoraggia chi lavora per costruire un mondo migliore - ha pregato il Papa - dove trionfi la giustizia e regni la fraternità, dove cessino l'egoismo e l'odio, e la violenza". Una preghiera si è elevata da Viterbo anche per le famiglie cristiane, "fucine di vita evangelica". "Veglia Maria soprattutto su quelle divise e in crisi, Madre di perdono e di riconciliazione".
Benedetto XVI ha poi lasciato a bordo dell'auto coperta, tra gli applausi dei fedeli, il sagrato del Santuario, diretto allo Stadio "Rocchi". Dopo il saluto delle autorità, il sindaco Giulio Marini e il Prefetto di Viterbo, Alessandro Giacchetti, è salito sull'elicottero dell'Aeronautica militare con il quale ha raggiunto Bagnoregio.

Apcom, Viterbo Oggi

La preghiera davanti al corpo incorrotto di Santa Rosa, l'incontro con i mini facchini, il pranzo con i vescovi e il saluto agli organizzatori

Dopo la celebrazione a Valle Faul, il momento più intenso della visita a Viterbo, Benedetto XVI si è recato nella chiesa di Santa Rosa. Al centro, il corpo incorrotto della Patrona. Davanti al quale Papa Ratzinger si è inginocchiato alcuni minuti in preghiera. Su un tavolo accanto, alcuni cimeli di valore, a cominciare da un'antica pergamena. La prima in cui sia raccontata la storia di Santa Rosa e in cui è ritratta in un disegno. Entrando, c'è stato l'incontro con le suore di clausura. Ma la visita a Santa Rosa, per il Papa è stato l'incontro anche con la tradizione più viva dei viterbesi. Il culto per la Patrona. Quindi la Macchina sul sagrato. Uscendo ha conosciuto il costruttore Granziera e gli ideatori Arturo Vittori e Andreas Vogler. “Mi ha fatto i complimenti – ricorda Vittori – il vescovo gli ha detto che sono l'ideatore. Il Papa ha apprezzato, l'ha trovata molto bella. Poi il vescovo gli ha ricordato che sono il fratello dell'astronauta e il Santo Padre si è complimentato. Con Andreas invece ha parlato in tedesco, gli ha ricordato d'avere lavorato a Monaco”. Prima d'uscire dalla Chiesa, il Santo Padre ha passato in rassegna i mini facchini, mentre il presidente del Sodalizio Mecarini e il capo Rossi gli hanno consegnato un modello della Macchina di Santa Rosa. Fuori il saluto da parte di tutti i facchini, un “Evviva il Santo Padre” ripetuto più volte, ha accompagnato la papamobile lungo la discesa. Il Papa, dopo aver lasciato la Basilica di Santa Rosa, ha percorso la discesa ed è giunto a piazza del Teatro, dove lo hanno accolto festanti circa 1200 persone. Il Papa si è diretto verso Domus La Quercia dove si è fermato per il pranzo insieme a 25 vesovi che provengono da tutte la diocesi del Lazio. "E' stata una celebrazione esemplare, la gente è stata molto devota e composta": il Papa ha commentato così la celebrazione della mattina. Un'atmosfera familiare e serena - riferisce chi vi ha preso parte - con un Papa sorridente e soddisfatto per la giornata nella cittadina laziale. Il pranzo - a base di prodotti tipici della zona e conclusosi con un buon millefoglie - è stato servito da cinque giovani camerieri che Benedetto XVI ha voluto ringraziare e salutare personalmente. Dopo un momento di riposo, il Pontefice ha salutato gli organizzatori della visita, una trentina di persone, ricevendo numerosi regali, tra i quali un ostensorio in ceramica, l'olio di Canino, un dipinto con il motto di San Bonaventura, un calice d'oro. Papa Ratzinger ha invece regalato ad alcune suore di clausura la stola che ha indossato questa mattina alla celebrazione e lo zucchetto bianco, che, le stesse suore, gli avevano preparato per l'occasione.

TusciaWeb, Viterbo Oggi, Apcom

L'Angelus a Viterbo. Il Papa: pregate perchè svolga la missione di Pastore con fedeltà e amore. La barbarie della Shoah aumenti gli sforzi per la pace

Prima della recita dell'Angelus a Viterbo, dove si trova per la visita pastorale, il Papa ha chiesto preghiere per la sua missione di Pastore della Chiesa. "'Conferma i tuoi fratelli': quest’invito del Signore l’avverto oggi indirizzato a me con una intensità singolare. Pregate, cari fratelli e sorelle - ha detto Benedetto XVI - perchè possa svolgere sempre con fedeltà e amore la missione di Pastore di tutto il gregge di Cristo". Il Papa haringraziato "il Signore per avermi dato la gioia di compiere questa visita pastorale alla vostra comunità diocesana. Sono venuto ta voi - prosegue - per incoraggiarvi e per confermarvi nella fedeltà a Cristo". Papa Ratzinger ha menzionato poi il profondo legame tra Viterbo, "giustamente chiamata 'Città dei Papi'" e la sede di Pietro. Benedetto XVI ha ricordato di aver visitato il celebre palazzo dei Papi di Viterbo, e in particolare la sala del Conclave dove furono eletti 5 suoi predecessori. ''Da molti secoli - ha detto il Papa - la vostra diocesi si contraddistingue per un singolare vincolo di affetto e di comunione con il Successore di Pietro. Ho potuto rendermene conto visitando il Palazzo dei Papi e, in particolare, la sala del 'Conclave'. Nel vasto territorio dell'antica Tuscia nacque San Leone Magno, che rese un grande servizio alla verità nella carità, attraverso un assiduo esercizio della parola, testimoniato dai suoi Sermoni e dalle sue Lettere''.
Benedetto XVI ha lanciato infine un richiamo affinchè l'uomo non ripeta più la barbarie della guerra e dell'Olocausto. Papa Ratzinger ha inviato un cordiale saluto ai partecipanti al Congresso Internazionale Uomini e Religioni', che si tiene a Cracovia sul tema: Fedi e culture in dialogo per riflettere e pregare in favore della pace, a 70 anni dallo scoppio della seconda Guerra Mondiale. ''Non possiamo non ricordare i drammatici fatti - ha detto Benedetto XVI - che diedero inizio ad uno dei piu' terribili conflitti della storia, che ha causato decine di milioni di morti e ha provocato tante sofferenze all'amato popolo polacco; un conflitto che ha visto la tragedia dell'Olocausto e lo sterminio di altre schiere di innocenti. La memoria di questi eventi ci spinga a pregare per le vittime e per coloro che ancora ne portano ferite nel corpo e nel cuore; sia inoltre monito per tutti a non ripetere tali barbarie e ad intensificare gli sforzi per costruire nel nostro tempo, segnato ancora da conflitti e contrapposizioni, una pace duratura, trasmettendo, soprattutto alle nuove generazioni, una cultura e uno stile di vita improntati all'amore, alla solidarietà e alla stima per l'altro''. "E' particolarmente importante - ha sottolineato il Pontefice - l'apporto che le religioni possono e devono dare nel promuovere il perdono e la riconciliazione contro la violenza, il razzismo, il totalitarismo e l'estremismo che deturpano l'immagine del Creatore nell'uomo, cancellano l'orizzonte di Dio e, di conseguenza, conducono al disprezzo dell'uomo stesso. Il Signore - ha concluso il Papa - ci aiuti a costruire la pace, partendo dall'amore e dalla comprensione reciproca".

Apcom, Adnkronos, Asca


La Messa a Viterbo. Il Papa: quando il cuore si smarrisce nel deserto della vita affidatevi a Cristo, primogenito di un'umanità di libertà e giustizia

Circa ventimila i fedeli che hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica presieduta da Benedetto XVI nel suggestivo scenario della valle Faul a Viterbo. All'inizio dell'omelia, il Papa ha salutato i "numerosi militari" presenti a Viterbo, "come pure quelli impegnati nelle missioni di pace nel mondo". Benedetto XVI ha ringraziato tutti per "la calorosa accoglienza" al suo arrivo: il vescovo mons. Lorenzo Chiarinelli, i vescovi del Lazio accompagnati dal cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma; ma anche le autorità civili e militari, i rappresentanti del Parlamento, del Governo - presente Gianni Letta - della Regione, della Provincia e del Comune. Un "saluto tutto particolare" il Papa ha voluto infine riservarlo "agli anziani e alle persone sole, ai malati, ai carcerati". "Davvero inedito e suggestivo è lo scenario nel quale celebriamo la Santa Messa - ha detto il Pontefice - ci troviamo nella 'Valle' prospiciente l'antica Porta denominata Faul"; un "contesto che rievoca secoli di storia civile e religiosa" dove "si trova idealmente raccolta, con il Successore di Pietro, l'intera vostra comunità diocesana, per essere da lui confermata nella fedeltà a Cristo e al suo Vangelo". Il Papa ha invitato a vincere l'egoismo e l'indifferenza e dare invece vita a "una 'nuova umanità', l'umanità dell'ascolto e della parola, del dialogo, della comunicazione, della comunione. Una umanità 'buona', come buona è tutta la creazione di Dio; una umanità senza discriminazioni, senza esclusioni".
"Cara Chiesa di Viterbo - è stata l'esortazione di Papa Ratzinger - il Cristo ti dia sempre la gioia dell'ascolto della sua Parola, il coraggio dell'annuncio del Vangelo". "L'umanità nuova - ha proseguito il Papa - è quella di una famiglia di fratelli costruita nella libertà e nella giustizia, nella verità e nella carità dei figli di Dio". Il Pontefice ha ricordato inoltre che "il deserto più profondo è il cuore umano, quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri. Si diventa allora ciechi - ha proseguito - perchè incapaci di vedere la realtà; si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto; si indurisce il cuore nell'indifferenza e nell'egoismo". E riprendendo alcune linee pastorali e spirituali della diocesi, Papa Ratzinger si è soffermato sulla 'educazione alla fede'. "In questa esperienza sono coinvolte le parrocchie, le famiglie e le varie realtà associative. Sono chiamati ad impegnarsi i catechisti e tutti gli educatori - ha ribadit il Papa - è chiamata ad offrire il proprio apporto la scuola, dalle primarie all'Università della Tuscia, sempre più importante e prestigiosa ed, in particolare, la scuola cattolica". Occorre dunque "affrontare, con lucidità e coerenza, l'attuale, ineludibile e prioritaria, 'emergenza educativa', grande sfida per ogni comunità cristiana e per l'intera società". Poi l'omaggio al card. John Henry Newman, anglicano convertito al cattolicesimo, che verrà beatificato il prossimo anno: il pensiero del Papa è andato al beato viterbese Domenico Barberi, passionista che "nel 1845 accolse nella Chiesa Cattolica John Henry Newman, divenuto poi cardinale, figura di alto profilo intellettuale e di luminosa spiritualità".
Papa Ratzinger ha esortato poi i cristiani impegnati in politica a seguire il vangelo. ''Fa parte della vocazione cristiana dei laici credenti prendere parte alla vita sociale, vivere il Vangelo in solidarieta' con la famiglia umana e in questo modo partecipare all'azione politica'' ha detto Benedetto XVI. ''Fedeli laici, giovani e famiglie non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell'esistenza umana''. ''Viterbo ha espresso anche al riguardo figure prestigiose. In questa occasione e' dovere e gioia far memoria del giovane Mario Fani di Viterbo, iniziatore del 'Circolo Santa Rosa', che accese, insieme a Giovanni Acquaderni, di Bologna, quella prima luce che sarebbe poi diventata l'esperienza storica del laicato in Italia: l'Azione Cattolica''. Il Papa si è soffermato su questo punto. ''Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali, ma non muta e non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo in solidariet con la famiglia umana, al passo con i tempi. Ecco l'impegno sociale, ecco il servizio proprio dell'azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale''. ''Cari fratelli e sorelle quando il cuore si smarrisce nel deserto della vita, non abbiate paura, affidatevi a Cristo, il primogenito dell'umanità nuova: una famiglia di fratelli costruita nella libertà e nella giustizia, nella verita' e nella carità dei figli di Dio. Quando il Signore viene, agli smarriti di cuore di ogni epoca dice con autorità: 'Coraggio, non temete'!''.
Al momento della comunione, i fedeli accostatisi all’altare centrale hanno ricevuto l’ostia consacrata dalle mani del cardinale vicario Agostino Vallini invece che da Benedetto XVI perché, nonostante il recupero del polso fratturato in luglio proceda regolarmente, il Pontefice ha preferito per ora rinunciare per evitare incertezze nella distribuzione della comunione.

Apcom, Asca


L'arrivo del Papa a Viterbo. L'accoglienza nel Palazzo dei Papi, il saluto del sindaco e del vescovo, la visita alla Sala del Conclave

Il Papa è arrivato a Viterbo per una visita pastorale di una giornata che lo porterà nel pomeriggio a Bagnoregio. Dopo 25 anni, quindi, un Papa torna a visitare la 'Città dei Papi', nella settimana dei festeggiamenti per Santa Rosa. Il 3 settembre, infatti, Viterbo ricorda sempre la traslazione della salma della santa, morta a 18 anni. Da oltre 750 anni i viterbesi ricordano questo evento trasportando la statua della santa, su un baldacchino, che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali fino al modello attuale della 'Macchina'. Benedetto XVI ha raggiunto la Loggia dei Papi di Viterbo, prima tappa della sua visita odierna nella citta laziale. Sorridente e sereno, il Papa ha salutato con cordialità Gianni Letta, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio che lo ha accolto al suo arrivo a Viterbo. Gentiluomo di Sua Santita' oltre che braccio destro di Berlusconi, Letta segue oggi tutti i diversi appuntamenti del Pontefice in questa visita pastorale. ''Questa Chiesa di Viterbo ama il Papa, ama Benedetto XVI come ha amato i suoi predecessori'', lo ha salutato il vescovo Lorenzo Chiarinelli che gli ha rivolto un breve discorso sulla Loggia dell'antico Palazzo dei Papi, dove il Pontefice è giunto in Papamobile dal vicino eliporto nello stadio Rocch, seguito dalle autorità che lo accompagnano, tra le quali il nunzio apostolico Giuseppe Bertello, l'ambasciatore d'Italia Antonio Zanardi Landi e il direttore de L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian. ''Qui ebbe luogo - ha ricordato mons. Chiarinelli - quel lungo e travagliato Conclave del 1271, nel quale si rischiò che prevalessero logiche mondane che dopo 33 mesi elesse Gregorio X, un Papa la cui santita' dimostra che Dio scrive diritto anche su righe storte''. Il vescovo di Viterbo ha fatto cenno anche un tema di grande attualità, come quello dell'immigrazione, ricordando la tradizione di accoglienza di questa chiesa locale e auspicando che ''nessuno debba vagare errabondo senza casa e vivere da straniero''. Al Palazzo dei Papi, dove lo hanno salutato anche il sindaco Giulio Marini e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, Papa Ratzinger ha benedetto le nuove porte di bronzo, opera della scultore Roberto Ioppolo, che celebrano la maxi-fusione, decisa nel 1986 da Papa Wojtyla, delle sei diocesi preesistenti: Acquapendente, Bagnoregio, Tuscania, San Martino al Cimino, Montefiascone e Viterbo. Dalla Loggia del Palazzo dei Papi, Benedetto XVI ha potuto ammirare tutta la Valle di Faul, salutando i circa 20mila fedeli che già riempivano la spianata in attesa dell'inizio della Messa. Le autorità di Viterbo hanno donato a Benedetto XVI una statua d'argento di Santa Rosa, alta circa 20 centimetri. In omaggio al Pontefice anche un bassorilievo in bronzo raffigurante la Cattedrale e un trittico riproducente le porte nuove benedette oggi da Ratzinger con l'immagine di San Bonaventura, del conclave e della Madonna della Querce. Accompagnato da mons. Chiarinelli, Papa Ratzinger ha fatto visita alla stanza del Conclave. Poi, sempre a bordo della papamobile, ha lasciato il Palazzo dei Papi per raggiungere la Valle Faul, per la celebtrazione della Santa Messa e la recita dell'Angelus.

Apcom, Agi