domenica 21 ottobre 2012

Il Papa: vogliamo oggi affidare alla materna protezione della Vergine Maria i missionari e le missionarie, sacerdoti, religiosi e laici, che in ogni parte del mondo spargono il buon seme del Vangelo. Preghiamo anche per il Sinodo dei vescovi

Al termine della Santa Messa celebrata in Piazza San Pietro per la proclamazione di 7 nuovi Santi, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduta la recita dell'Angelus. “Rivolgiamoci a colei che è la Regina di tutti i Santi, la Vergine Maria – ha affermato -, con un pensiero a Lourdes, colpita da una grave esondazione del Gave, che ha allagato anche la Grotta delle Apparizioni della Madonna”. In particolare, ha continuato, “vogliamo oggi affidare alla materna protezione della Vergine Maria i missionari e le missionarie – sacerdoti, religiosi e laici – che in ogni parte del mondo spargono il buon seme del Vangelo”. Poi l’invito a pregare “anche per il Sinodo dei vescovi, che in queste settimane si sta confrontando con la sfida della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Nei saluti in varie lingue, in polacco il Pontefice ha evidenziato: “I nuovi Santi ci introducono oggi nella Settimana missionaria. In modo particolare sosterremo spiritualmente e materialmente coloro che annunciano Cristo nei diversi continenti”. Di qui il ringraziamento a “tutti coloro che, tramite le Pontificie Opere missionarie, si prendono cura delle missioni in tutto il mondo”. “L’Anno della fede – ha concluso - riaccenda in Polonia l’entusiasmo missionario degli ecclesiastici e dei fedeli laici”.
Dopo la celebrazione, nella cappella della pietà il Papa ha rivolto un saluto alle delegazioni giunte dai vari Paesi, guidate in gran parte da ministri e nel caso delle Filippine dal vicepresidente Jejomar C. Binay; nel caso del Canada dal presidente della Camera dei Comuni Andrew Scheer; nel caso della Germania dalla Presidente Dieta Regionale Baviera, Signora Barbara Stamm. Nel caso degli Stati Uniti dall’ambasciatore presso la Santa Sede, Miguel H. Díaz.

SIR, Radio Vaticana

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Il Papa: possa la testimonianza dei nuovi Santi, della loro vita generosamente offerta per amore di Cristo, parlare oggi a tutta la Chiesa, e la loro intercessione possa rafforzarla e sostenerla nella sua missione di annunciare il Vangelo al mondo intero

“La Chiesa ravviva la consapevolezza di essere tutta intera in perenne stato di servizio all’uomo e al Vangelo, come Colui che ha offerto se stesso fino al sacrificio della vita”. Con queste parole il Papa ha aperto la sua omelia: “Rivolgo il mio saluto cordiale a tutti voi, che riempite Piazza San Pietro, in particolare le Delegazioni ufficiali e i pellegrini venuti per festeggiare i sette nuovi Santi. Saluto con affetto i cardinali e i vescovi che in questi giorni stanno partecipando all’Assemblea sinodale sulla Nuova Evangelizzazione". Benedetto XVI ha parlato di “felice coincidenza” sottolineando che il cristiano, sia in terre lontane sia in regioni di antica cristianità, è “chiamato a testimoniare e annunciare il messaggio cristiano conformandosi a Gesù Cristo, seguendo la sua stessa via. E il Papa ribadisce con le parole del vangelo di Marco: “Il figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Afferma chiaramente: questo hanno fatto i sette nuovi Santi e parla di “eroico coraggio”, di “totale consacrazione a Dio” e di “generoso servizio ai fratelli”. "La santità nella Chiesa ha sempre la sua sorgente nel mistero della Redenzione, che viene prefigurato dal profeta Isaia nella prima Lettura: il Servo del Signore è il Giusto che 'giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità', è Gesù Cristo, crocifisso, risorto e vivo nella gloria". Il Pontefice ha, quindi, parlato di ciascuno dei sette nuovi Santi. Jacques Berthieu, nato nel 1838, in Francia, gesuita, in Madagascar “ha lottato contro l’ingiustizia, mentre recava sollievo ai poveri e ai malati”.
"La vita di questo evangelizzatore sia un incoraggiamento e un modello per i sacerdoti, affinché siano uomini di Dio come lui! Il suo esempio aiuti i numerosi cristiani oggi perseguitati a causa della fede! Possa la sua intercessione, in questo Anno della fede, portare frutti per il Madagascar e il continente africano! Dio benedica il popolo malgascio!". Il filippino Pedro Calungsod, vissuto nella seconda metà del ‘600, è stato catechista con i missionari Gesuiti. Vicino al popolo Chamorro, tra “persecuzioni a causa di invidie e calunnie” si è distinto per “fede e carità profonde”. "Possano l’esempio e la coraggiosa testimonianza di Pedro Calungsod ispirare le care popolazioni delle Filippine ad annunciare il Regno di Dio con forza e guadagnare anime a Dio!”. Giovanni Battista Piamarta, sacerdote della diocesi di Brescia, “fu un grande apostolo della carità e della gioventù”: "Preferiva le soste davanti al santissimo Sacramento, meditando la passione, morte e risurrezione di Cristo, per attingere forza spirituale e ripartire alla conquista del cuore della gente, specie dei giovani, per ricondurli alle sorgenti della vita con sempre nuove iniziative pastorali". In Spagna, nel 1848, è nata Maria del Carmelo Sallés y Barangueras, che si è distinta per l’impegno nell’insegnamento: "La sua opera educativa, affidata alla Vergine Immacolata, continua a portare frutti abbondanti in mezzo alla gioventù mediante l’impegno generoso delle sue figlie, che come lei si pongono nelle mani del Dio che tutto può”. Marianne Cope, nata nel 1838 ad Heppenheim, in Germania, è stata religiosa impegnata in particolare a prendersi cura dei lebbrosi delle Hawaii.
"Quando ancora si poteva fare poco per quanti soffrivano di questa terribile malattia, Marianne Cope dimostrò l’amore, il coraggio e l’entusiasmo più alti. Ella è un luminoso e forte esempio della migliore tradizione cattolica nell’accudire alle sorelle e dello spirito del suo amato San Francesco". E poi c’è la figura particolarissima di Kateri Tekakwitha, nata nell’odierno stato di New York nel 1656 da padre Mohawk e da madre cristiana algonchina. E’ la prima Santa amerinda. "Kateri ci impressiona per l’azione della grazia nella sua vita in assenza di sostegni esterni, e per il coraggio nella vocazione tanto particolare nella sua cultura. In lei, fede e cultura si arricchiscono a vicenda! Il suo esempio ci aiuti a vivere là dove siamo, senza rinnegare ciò che siamo, amando Gesù! Santa Kateri, patrona del Canada e prima santa amerinda, noi ti affidiamo il rinnovamento della fede nelle prime nazioni e in tutta l’America del Nord! Dio benedica le prime nazioni!”. La seconda dei due nuovi Santi nati in Germania è Anna Schäffer di Mindelstetten. Un grave incidente sul lavoro l’ha costretta a letto ma non ha impoverito la sua vocazione. "Possa il suo apostolato di preghiera e di sofferenza, di sacrificio e di espiazione costituire un esempio luminoso per i fedeli nella sua Patria, e la sua intercessione rafforzi il movimento cristiano di hospice [centri di cure palliative per malati terminali] nel loro benefico servizio". “I nuovi Santi – ha detto il Papa - sono diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale, ma sono uniti con l’intero Popolo di Dio nel mistero di salvezza di Cristo”: “Possa la testimonianza dei nuovi Santi, della loro vita generosamente offerta per amore di Cristo, parlare oggi a tutta la Chiesa, e la loro intercessione possa rafforzarla e sostenerla nella sua missione di annunciare il Vangelo al mondo intero”, ha concluso.

Radio Vaticana

CAPPELLA PAPALE PER LA CANONIZZAZIONE DI SETTE BEATI - il testo integrale dell'omelia del Papa
 

Benedetto XVI presiede la Santa Messa e la Canonizzazione dei Beati Jacques Berthieu, Pedro Calungsod, Giovanni Battista Piamarta, María Carmen Sallés y Barangueras, Marianne Cope, Kateri Tekakwhita e Anna Schäffer

Canonizzazione di sette Beati che Benedetto XVI ha compiuto questa mattina, Giornata Missionaria Mondiale, in Piazza San Pietro, davanti a circa 80mila fedeli. Sono giunti da ogni parte del mondo, in particolare dall'isola di Molokai con i caratteristici costumi hawaiani, dal Canada, con i tradizionali e pittoreschi copricapo delle tribù dei nativi del Nord America, e dalle Filippine, a migliaia, per festeggiare il secondo santo della loro nazione. Il Papa ha iscritto nell'albo dei Santi i nomi di tre uomini e di quattro donne di diverse epoche, culture, lingue e origini, ma accomunati dall'aver vissuto con coerenza gli impegni battesimali e la vocazione universale alla santità. Si tratta di due martiri, il gesuita francese Jacques Berthieu e il catechista filippino laico Pedro Calungsod; di un sacerdote, il bresciano Giovanni Battista Piamarta, fondatore dell'Istituto degli Artigianelli e di due congregazioni religiose; di due suore, la spagnola María Carmen Sallés y Barangueras, fondatrice delle concezioniste missionarie dell'insegnamento, e la statunitense di origine tedesca Marianne Cope, del terz'ordine di san Francesco di Syracuse; e di due laiche, la nativa americana, Kateri Tekakwhita, e la bavarese Anna Schäffer. Il rito di canonizzazione si è svolto con la nuova formula, anticipato all'inizio della celebrazione eucaristica. Nella circostanza Benedetto XVI ha indossato per la prima volta, sopra la casula, il fanone: paramento liturgico riservato al Pontefice, che venne usato in più di un'occasione da Paolo VI e, successivamente, anche da Giovanni Paolo II.
La cerimonia si è aperta con il canto delle Litanie dei Santi; quindi il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, accompagnato dai postulatori, ha chiesto al Pontefice, attraverso una triplice petitio, di procedere alla canonizzazione. In risposta alla seconda petitio, il Pontefice ha invocato lo Spirito Santo, intonando l'inno Veni, creator Spiritus. Dopo la terza petizione, il Papa ha recitato la solenne formula di canonizzazione. Successivamente, al canto del Te Deum, le reliquie dei nuovi Santi sono state portate in processione e hanno sostato brevemente davanti al Papa per la venerazione, prima di essere collocate sull'altare. Tra quanti portavano le reliquie, oltre ai postulatori, c'era la piccola María Isabel Gomez de Melo, guarita da un'estesa lesione cerebrale vascolare per intercessione di María Carmen Sallés y Barangueras. Il miracolo è avvenuto nel 2000 a San Paolo del Brasile. Erano presenti anche alcuni familiari di Anna Schäffer. Con il ringraziamento e la richiesta del card. Amato "di voler disporre che venga redatta la Lettera apostolica circa la canonizzazione avvenuta", seguiti dal saluto del Papa, si è concluso il rito di canonizzazione ed è subito iniziata la celebrazione eucaristica. Dopo la proclamazione del Vangelo di Marco, intonato in latino e in greco dai diaconi, il Pontefice ha tenuto l'omelia. Le intenzioni di preghiera dei fedeli sono state elevate nelle lingue dei nuovi Santi: in inglese, per la Chiesa; in mohawk, una delle lingue irochesi dei nativi d'America, per i perseguitati a causa della fede; in portoghese, per i sacerdoti; in cebuano (lingua che prende il nome dall'isola filippina di Cebu) per i giovani; in tedesco, per i poveri, i sofferenti e gli smarriti di cuore.

L'Osservatore Romano