mercoledì 7 novembre 2012

Lombardi: un milione di dollari, con un personale e cospicuo contributo del Papa, la donazione dei Padri sinodali a favore delle popolazioni della Siria. Lo svolgimento della missione in Libano del presidente di 'Cor Unum'

Ammonta ad un milione di dollari la donazione del Sinodo dei vescovi, alla quale il Papa “ha voluto aggiungere un suo personale e cospicuo contributo”, a favore delle popolazioni della Siria, alla quale è destinata la “missione speciale” affidata da Benedetto XVI al card. Robert Sarah (foto), annunciata oggi al termine dell’Udienza generale. Ad illustrare ai giornalisti alcuni dettagli della visita in Libano del presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, che sarà accompagnato dal segretario dello stesso dicastero, mons. Giovanni Pietro Dal Toso, e dal presidente della Caritas internationalis, mons. Michel Roy, è stato il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Durante la visita in Libano, da oggi al 10 novembre, sono previsti incontri con rappresentanti delle chiese dei diversi riti, in particolare con pastori e fedeli della Chiesa greco-cattolica di Siria e del Libano, e con gruppi di rifugiati siriani. Il 9 novembre si terrà a Beirut, sotto la direzione di “Cor Unum”, un incontro di coordinamento con le agenzie cattoliche che operano in Siria e nei Paesi vicini, in particolare a sostegno dei rifugiati. “La riunione - ha reso noto padre Lombardi - identificherà le maggiori aree d’intervento e concorderà un rafforzato impegno delle istituzioni cattoliche nella regione, per venire incontro alle necessità della popolazione siriana”. “Manifestare la sentita partecipazione della Santa Sede e di tutta la Chiesa al processo di pacificazione, esprimere la vicinanza della Chiesa universale alle popolazioni duramente provate e rafforzare l’impegno umanitario della Chiesa Cattolica nella regione”: queste, ha ricordato padre Lombardi, le finalità principali della “missione speciale” del card. Sarah in Libano. “Dall’inizio della crisi siriana - ha ricordato il direttore della sala stampa vaticana - la Santa Sede è intervenuta più volte per una soluzione pacifica del conflitto”, e il Papa “ha chiesto ripetutamente che si interrompesse la spirale della violenza e si promuovesse la strada del dialogo e della riconciliazione”. E sempre per desiderio del Papa, nel recente Sinodo dei vescovi era stata annunciata la missione di un gruppo di rappresentanti dei Padri sinodali che “volevano esprimere la solidarietà del Santo Padre, del Sinodo e di tutta la Chiesa alla popolazione in Siria e desideravano manifestare una commossa vicinanza spirituale alle comunità cristiane del Paese, insieme a un incoraggiamento a quanti sono impegnati nella ricerca di una soluzione rispettosa dei diritti e dei doveri di tutti”. Ma “il peggiorare della situazione” nei giorni seguenti all’annuncio della visita in Siria “non hanno consentito lo svolgimento della missione nelle modalità previste”, ha concluso padre Lombardi.

SIR

Anno della fede. All'Udienza generale 7mila pellegrini dalla Croazia, 5mila dalla Polonia, una delegazione da un municipio di Instanbul e una delegazione dal Vietnam

La nuova evangelizzazione al tempo del secolarismo: ecco il punto centrale dell'Anno della fede in Croazia secondo il card. Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria. Insieme a tutti i vescovi della nazione, il porporato ha accompagnato a Roma settemila pellegrini. "Con questa grande partecipazione all'udienza - dice il cardinale - tutta la Chiesa croata vuole anche ringraziare Benedetto XVI per il dono del viaggio apostolico del 2011". Per l'occasione la catechesi del Papa e stata tradotta anche in lingua croata. Tra i gruppi più numerosi, anche quello dei cinquemila polacchi venuti per i vent'anni di Radio Maryja. Per mons. Andrzej Wojciech Suski, vescovo di Torun, dove ha sede l'emittente, il pellegrinaggio intende rimarcare soprattutto l'inscindibile legame con il Papa e la Sede Apostolica, in particolare all'inizio di questo Anno della fede. La presenza di una delegazione del municipio di Sisli, nella città di Istanbul, segna un nuovo passo avanti nel dialogo con la Turchia. Accompagnati dal vicario apostolico di Istanbul mons. Louis Pelatre, il vice sindaco Vasken Barin, armeno, e l'incaricato per la cultura Sevki Bodur, musulmano, hanno donato a Benedetto XVI un volume, curato da Rinaldo Marmara, portavoce della Conferenza Episcopale turca, e pubblicato dal municipio, sui viaggi in Turchia di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. "Sono proprio gli eventi culturali l'unica possibilità che abbiamo per manifestare la presenza cristiana" dice Marmara. "Sisli - spiega Barin - vuole continuare a essere un mosaico di culture e religioni, a vivere in spirito di tolleranza, come testimoniano anche la decisione del sindaco Mustafa Sarigul di intitolare a Papa Roncalli la via dove si trova la nunziatura, ricordandone la missione come delegato apostolico, e l'impegno a sostenere i lavori di restauro delle chiese e del cimitero cristiano". All'Udienza hanno partecipato anche i rappresentanti dellf'ssociazione tedesca Freunde des Vatikanischen Geheimarchivs (Amici dell'Archivio Segreto Vaticano) di Bamberga. A guidarli il presidente Alfred Egid Hierold. Il gruppo, ccolto in Vaticano dal prefetto dell'Archivio, mons. Sergio Pagano, sostiene in particolare, con una donazione annua, il restauro di documenti deteriorati. Significativa, infine, la presenza di una delegazione vietnamita, composta da dodici membri, guidata dal tenente generale Pham Dzung, presidente del comitato governativo per gli Affari Religiosi e vice ministro degli Interni.

L'Osservatore Romano

Benedetto XVI: non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca della pace in Siria e perseguire, attraverso il dialogo, le strade che portano ad una giusta convivenza, in vista di un’adeguata soluzione politica del conflitto. Missione speciale in Libano del card. Sarah

“Non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca della pace e a perseguire, attraverso il dialogo, le strade che portano ad una giusta convivenza, in vista di un’adeguata soluzione politica del conflitto. Non è mai troppo tardi per lavorare per la pace!”: è l’invito di Benedetto XVI “alle parti in conflitto e a quanti hanno a cuore il bene della Siria” lanciato questa mattina durante l’Udienza generale. "Continuo a seguire con particolare attenzione la tragica situazione di violenza in Siria dove non cessa il rumore delle armi e aumenta ogni giorno il numero delle vittime e l'immane sofferenza della popolazione, in particolare per quanti devono lasciare le loro case", ha detto il Papa. "Per manifestare la mia solidarietà e quella di tutta la Chiesa alla popolazione siriana e la vicinanza spirituale alle comunità cristiane - ha detto il Papa - era mio desiderio inviare una delegazione di Padri sinodali a Damasco. Purtroppo - ha proseguito - diverse circostanze e sviluppi non hanno reso possibile l'iniziativa nelle modalità auspicate". "Perciò - ha proseguito il Papa - ho deciso di affidare una missione speciale al card. Robert Sarah, presidente di 'Cor unum', che da oggi fino al 10 novembre si trova in Libano, dove incontrerà pastori e fedeli delle Chiese che sono presenti in Siria, visiterà alcuni rifugiati e presiederà una riunione di coordinamento delle istituzioni caritative cattoliche alle quali la Santa Sede ha chiesto un particolare impegno in favore della popolazione siriana, sia dentro che fuori del Paese”. “Dobbiamo fare tutto il possibile - ha concluso il Papa - perché un giorno potrebbe essere troppo tardi".

SIR, TMNews

UDIENZA GENERALE: APPELLO DEL SANTO PADRE PER LA SITUAZIONE IN SIRIA E ANNUNCIO DI UNA MISSIONE SPECIALE AFFIDATA AL CARD. ROBERT SARAH
 

Il Papa: l’uomo porta in sé un misterioso desiderio di Dio. L’esperienza umana dell’amore ha in sé un dinamismo che rimanda oltre se stessi, è esperienza di un bene che porta ad uscire da sé e a trovarsi di fronte al mistero che avvolge l’intera esistenza

Udienza generale questa mattina in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa, continuando il nuovo ciclo dedicato all’Anno della fede, ha incentrato la sua meditazione sul desiderio di Dio. L’uomo è in cerca di Dio anche se non lo sa. È il pensiero di fondo che ha guidato la catechesi di Benedetto XVI. In questa ricerca di Dio, ha affermato il Papa, sarebbe utile promuovere “una pedagogia del desiderio”, sentendosi “compagni di viaggio anche di coloro che non credono”. Affermarlo oggi davanti all’uomo occidentale secolarizzato suona come una “provocazione”. Benedetto XVI lo sa e tuttavia ribadisce: che ne sia consapevole o meno, “l’uomo porta in sé un misterioso desiderio di Dio”. “Molti nostri contemporanei potrebbero infatti obiettare di non avvertire per nulla un tale desiderio di Dio. Per larghi settori della società Egli non è più l’atteso, il desiderato, quanto piuttosto una realtà che lascia indifferenti, davanti alla quale non si deve nemmeno fare lo sforzo di pronunciarsi. In realtà, quello che abbiamo definito come ‘desiderio di Dio’ non è del tutto scomparso e si affaccia ancora oggi, in molti modi, al cuore dell’uomo”. Per spiegare questo “dinamismo”, il Papa è partito dall’esempio più immediato: cosa succede quando ci si innamora. La prima percezione, dice, è quella di un’“estasi”, cioè di una spinta a uscire da sé stessi. E se l’amore è vero e non un’“illusione”, questa spinta porta a desiderare il “bene dell’altro”, a servirlo. Tuttavia, ha notato, anche questa spinta ha dei limiti: “Nemmeno la persona amata, infatti, è in grado di saziare il desiderio che alberga nel cuore umano, anzi, tanto più autentico è l’amore per l’altro, tanto maggiormente esso lascia dischiudere l’interrogativo...sulla possibilità che esso ha di durare per sempre. Dunque, l’esperienza umana dell’amore ha in sé un dinamismo che rimanda oltre se stessi, è esperienza di un bene che porta ad uscire da sé e a trovarsi di fronte al mistero che avvolge l’intera esistenza”. Essendo un mistero, ha proseguito Benedetto XVI, ciò vuol dire in definitiva che l’uomo “conosce bene” soprattutto ciò che “non lo sazia” e “non può immaginare o definire” ciò che invece “gli farebbe sperimentare quella felicità di cui porta nel cuore la nostalgia”. E qui, da maestro, il Papa ha lanciato un’indicazione: anche “nella nostra epoca, apparentemente tanto refrattaria alla dimensione trascendente”, si potrebbe “aprire – suggerisce – un cammino verso l’autentico senso religioso della vita, che mostra come il dono della fede non sia assurdo, non sia irrazionale”. “Sarebbe di grande utilità, a tal fine, promuovere una sorta di pedagogia del desiderio, sia per il cammino di chi ancora non crede, sia per chi ha già ricevuto il dono della fede. Una pedagogia che comprende almeno due aspetti. In primo luogo, imparare o re-imparare il gusto delle gioie autentiche della vita”. Quelle, ha sostenuto Benedetto XVI, che si possono “assaporare” in famiglia, in un’amicizia, nell’essere solidali con chi soffre e alle quali si dovrebbe educare “sin dalla tenera età”: “Tutto ciò significa esercitare il gusto interiore e produrre anticorpi efficaci contro la banalizzazione e l’appiattimento oggi diffusi. Anche gli adulti hanno bisogno di riscoprire queste gioie, di desiderare realtà autentiche, purificandosi dalla mediocrità nella quale possono trovarsi invischiati. Diventerà allora più facile lasciar cadere o respingere tutto ciò che, pur apparentemente attrattivo, si rivela invece insipido, fonte di assuefazione e non di libertà. E ciò farà emergere quel desiderio di Dio di cui stiamo parlando”. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto, ha osservato il Pontefice, che si può essere sviati dal vero bene e finire per desiderare “paradisi artificiali”. Ebbene, ha affermato, non dobbiamo “mai dimenticare che il dinamismo del desiderio è sempre aperto alla redenzione”. Non si tratta, ha concluso, “di soffocare il desiderio che è nel cuore dell’uomo, ma di liberarlo”, consapevoli di essere tutti “pellegrini verso quel bene pieno, eterno, che nulla ci potrà più strappare": “In questo pellegrinaggio, sentiamoci fratelli di tutti gli uomini, compagni di viaggio anche di coloro che non credono, di chi è in ricerca, di chi si lascia interrogare con sincerità dal dinamismo del proprio desiderio di verità e di bene. Preghiamo, in questo Anno della fede, perché Dio mostri il suo volto a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero”.

Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa
 

Messaggio di Benedetto XVI a Barack Obama in occasione della rielezione a presidente degli Stati Uniti: la mie preghiere a Dio perché lo assista nelle sue altissime responsabilità di fronte al Paese e alla comunità internazionale

Il Papa ha inviato, attraverso la Nunziatura Apostolica a Washington, un messaggio a Barack Obama (foto), rieletto presidente degli Stati Uniti d'America. Ad informarne i giornalisti è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, precisando che nel messaggio Benedetto XVI “fa i suoi auguri al presidente per il nuovo mandato, e assicura le sue preghiere a Dio perché lo assista nelle sue altissime responsabilità di fronte al Paese e alla comunità internazionale e affinché gli ideali di libertà e giustizia che hanno guidato i fondatori degli Stati Uniti d’America continuino a risplendere nel cammino della nazione”. “Come tutti sappiamo - ha commentato il direttore della sala stampa vaticana - il compito del presidente degli Stati Uniti è un compito d’immensa responsabilità non solo per il suo grande Paese, ma per tutto il mondo, dato il ruolo degli Stati Uniti sulla scena internazionale. Perciò tutti auguriamo al presidente Obama, riconfermato oggi nella sua funzione dalle elezioni appena compiute, di rispondere alle attese che si rivolgono verso di lui dai suoi concittadini, perché possa servire il diritto e la giustizia per il bene e la crescita di ogni persona, nel rispetto dei valori umani e spirituali essenziali, nella promozione della cultura della vita e della libertà religiosa, da sempre così preziosa nella tradizione del popolo americano e della sua cultura; perché possa trovare le vie migliori per promuovere il benessere materiale e spirituale di tutti; perché possa promuovere efficacemente lo sviluppo umano integrale, la giustizia e la pace nel mondo”.

SIR

DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE IN OCCASIONE DELLA RIELEZIONE DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, BARACK OBAMA

René Brülhart, esperto antiriciclaggio da qualche mese collaboratore della Santa Sede, è stato nominato direttore dell'Autorità di Informazione Finziaria, al posto di Francesco De Pasquale, diventato membro del Consiglio direttivo

L’avvocato Francesco De Pasquale, funzionario con lunga esperienza nell’Ufficio italiano cambi e Banca d’Italia, dal giugno del 2011 direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria, è diventato membro del Consiglio Direttivo della medesima Autorità che, come è noto, oltre al presidente, card. Attilio Nicora, comprende il prof. Condemi, il prof. Dalla Torre, il prof. Bianchi e il dott. Testa. Per succedergli, il card. Nicora ha nominato il dott. René Brülhart. Questi, già direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria del Liechtenstein e vicepresidente del Gruppo Egmont, la rete internazionale di unità di informazione finanziaria, da settembre di quest’anno è consigliere della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Con la promozione dell’avvocato De Pasquale nel Consiglio Direttivo e la nomina del dott. Brülhart a direttore, l’AIF potenzia la sua organizzazione interna. Inoltre, ciò rappresenta un ulteriore passo, nel processo di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. La nomina sancisce il ruolo sempre più importante di Brülhart nelle dinamiche interne al Vaticano, a motivo dell’esperienza e della competenza specifica già da lui acquisita alla guida dell’organismo antiriciclaggio del Liechtenstein. Nei giorni scorsi The Economist aveva scritto di lui: "Il suo successo, combinato con il suo bell’aspetto", ha fatto sì che il quarantenne avvocato svizzero fosse definito "il James Bond del mondo finanziario". Nello stesso articolo, The Economist scriveva che l’obiettivo di Brülhart è quello "di creare un’autorità di supervisione che sia veramente indipendente per la Banca vaticana e l’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede", dato che l’AIF, con la normativa ora vigente, "manca del potere legale e della necessaria indipendenza per monitorare e sanzionare" le istituzioni vaticane che gestiscono finanze e patrimonio. La sostituzione di De Pasquale, che pure viene promosso nel Consiglio direttivo dell’AIF, segna un ridimensionamento operativo degli uomini provenienti da Bankitalia, la cui influenza, propiziata dall’allora presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi, era stata considerata eccessiva. Come attestava lo scorso 4 agosto l’avvocato Jeffrey Lena, uno dei membri della task force che tra dicembre e gennaio dell’anno scorso riscrisse la legge antiriciclaggio, intervistato da Vatican Insider: "In termini di attività finanziaria, lo IOR ha rapporti in più di cento paesi, ha relazioni bancarie con quaranta di essi e mantiene rapporti con gli enti finanziarie di tutti i membri dell’Unione Europea. A me risulta, però, che solo uno di questi paesi tratti il Vaticano con disparità, cioè come 'non equivalente' in materia di antiriciclaggio". Questo paese è l’Italia. La nomina di Brülhart segna dunque anche un passo nel segno dell’internazionalizzazione, per rendere meno legata alle vicende italiane la gestione delle finanze vaticane. E segna anche il rafforzamento del ruolo della Segreteria di Stato, in particolare della II Sezione, e della direzione impressa dal sottosegretario Ettore Balestrero, il quale lo scorso luglio ha guidato la delegazione della Santa Sede all’assemblea di Moneyval che ha preso atto dei passi in avanti fatti dal Vaticano segnalando però anche le molte cose ancora fare per corrispondere ai parametri internazionali.

Radio Vaticana - Andrea Tornielli, Vatican Insider

Il 12 novembre Benedetto XVI in visita alla casa-famiglia 'Viva gli anziani' della Comunità di Sant'Egidio, in occasione dell’Anno europeo dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le generazioni

Lunedì 12 novembre il Papa si recherà in visita alla casa-famiglia “Viva gli anziani” della Comunità di Sant'Egidio, in occasione dell’Anno europeo dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le generazioni. A darne l’annuncio ai giornalisti è stato oggi padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, informando che la visita, come quelle che in precedenza si sono svolte in altre realtà della Capitale, si terrà in mattinata, quando Benedetto XVI raggiungerà via Nicola Fabrizi. All'interno dell'edificio il Pontefice si recherà dapprima nel mini-appartamento occupato da una coppia di coniugi scampati al devastante terremoto di Haiti nel gennaio 2010; poi visiterà le sei stanze destinate agli anziani; quindi, in un giardino, si intratterrà con gli ospiti autosufficienti, i volontari e i membri della comunità. Infine, dopo un breve discorso, benedice una targa ricordo e all'esterno saluta i giovani.

SIR, L'Osservatore Romano

COMUNICATO: VISITA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLA CASA-FAMIGLIA "VIVA GLI ANZIANI" (LUNEDÌ 12 NOVEMBRE 2012)

'L'infanzia di Gesù'. Braccio di ferro in Vaticano sull’affidamento della gestione dei diritti del libro del Papa. Tipografia Vaticana rifiuta di stamparlo per conto della Rizzoli giudicando il prezzo proposto troppo esiguo

E’ di 300mila copie la prima tiratura prevista per il nuovo libro di Benedetto XVI, "L’infanzia di Gesu", terzo volume della trilogia di Joseph Ratzinger su Gesù di Nazaret, in uscita in Italia in una coedizione Rizzoli-Libreria Editrice Vaticana. Per l’atteso volume, annunciato come un bestseller per il prossimo Natale, sono già in corso le operazioni di stampa dopo che la Tipografia Vaticana, apprende l’agenzia Ansa, ha rifiutato di stamparlo per conto della Rizzoli giudicando il prezzo proposto, 0,77 euro a copia, troppo esiguo. Il libro uscirà il 20 novembre e sarà nelle librerie il 21, dopo che lo scorso 9 ottobre, alla vigilia della Fiera del Libro di Francoforte, la Rizzoli, che se ne è aggiudicata la vendita dei diritti in tutto il mondo, a parte la Germania dove lo pubblicherà la Herder, ne ha diffuso alcune anticipazioni. Le trattative del gruppo milanese hanno riguardato editori di 32 Paesi, per traduzioni in 20 lingue dall’originale tedesco. Con la pubblicazione in Italia e la gestione dei diritti del volume, la Rizzoli ha messo a segno sicuramente un grosso colpo nel mercato editoriale, di assoluto prestigio, grazie al quale la casa milanese si appresta anche a scalare le classifiche natalizie, quelle che fanno più gola ai maggiori ‘competitor’ del settore. La gestazione del volume, comunque, non è stata del tutto liscia, segnata da un braccio di ferro in Vaticano proprio sull’affidamento della gestione dei diritti alla Rizzoli, sbloccato da una decisione diretta del Papa. Ulteriori polemiche, poi, ha suscitato in Vaticano la proposta sempre della Rizzoli alla Tipografia Vaticana di stampare il volume ad un prezzo di 0,77 euro a copia. Fatti i suoi conti, la Tipografia Vaticana ha rifiutato l’offerta, visto che la media dei preventivi per opere analoghe (il volume sarà di circa 120-130 pagine) è di circa 1,20-1,30 euro a copia. La struttura d’Oltretevere ha dato la sua risposta negativa con una lettera che ha voluto inoltrare anche al segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, al segretario del Papa mons. Gaenswein, al sostituto mons. Becciu e al decano del Sacro Collegio, card. Angelo Sodano. E in Vaticano si è parlato persino di tentata "speculazione commerciale”, prevedendo un prezzo di copertina pressochè analogo a quello dei precedenti due volumi della trilogia (usciti nel 2007 e nel 2011) ma che avevano un numero di pagine più che triplo rispetto a questa nuova opera. In precedenza, lo scontro in Vaticano aveva visto tra gli sponsor della cessione alla Rizzoli dei diritti mondiali che fanno capo alla Libreria Editrice Vaticana, lo stesso segretario particolare di Benedetto XVI, mons. Georg Gaenswein, e il presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI oltre che della LEV, mons. Giuseppe Antonio Scotti. Contrari vari cardinali, soprattutto spagnoli e americani, che temevano quanto già successo in passato, cioè che la pubblicazione dell’opera del Papa finisse a editori con in catalogo volumi di stampo anche anticlericale o che potessero ledere l’immagine della Chiesa. A decidere, lo scorso settembre, è stata una lettera a firma di mons. Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, al direttore generale della LEV don Giuseppe Costa, che annunciava che "per volere del Santo Padre" la Rizzoli assumeva il mandato di vendere in tutto il mondo i diritti dell’opera. Una volontà a cui don Costa, naturalmente, si è subito adeguato, “strappando” comunque nel contratto la clausola della coedizione Rizzoli-LEV. L’offerta della Rizzoli, d’altra parte, si faceva forza di un’offerta di un anticipo alla LEV di due milioni di euro sulle future vendite, cifra che per ora è stata versata solo in parte. In più, il gruppo milanese non avrebbe mancato di elargire una generosa offerta alla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.

Ansa