venerdì 23 gennaio 2009

L'agenzia 'I.Media': domani su 'L'Osservatore Romano' la revoca della scomunica dei vescovi lefebvriani, un atto di misericordia del Papa

L'Osservatore Romano pubblicherà domani una ''nota esplicativa'' sulla decisione di Papa Benedetto XVI di revocare la scomunica dei quattro vescovi scismatici ordinati dal tradizionalista mons. Marcel Lefebvre nel 1988. Lo scrive l'agenzia francese I.Media. L'atto di Papa Ratzinger verrà presentato sul quotidiano della Santa Sede come ''un atto di misericordia del Papa''. Le fonti dell'agenzia francese hanno anche commentato le parole antisemite di uno dei vescovi che sta per essere riaccolto nella Chiesa, l'inglese Richard Williamson, che in un'intervista tv ha negato l'esistenza delle camere a gas. ''Se uno dei quattro vescovi vuol dire delle sciocchezze, è un suo problema''. Questa anticipazione, se corretta, confermerebbe le voci secondo la quale domani verrà pubblicato il decreto di revoca della scomunica dei tradizionalisti da parte di Papa Benedetto XVI.

Il Papa ai giornalisti cattolici: i vostri colleghi attendono da voi una testimonianza ispirata ai valori della fede

Il Papa esorta i giornalisti cattolici a essere di esempio ai loro colleghi laici. "Non sono pochi tra i vostri colleghi laici quelli che intimamente attendono da voi testimonianza silenziosa, senza etichetta ma di sostanza di una vita ispirata ai valori della fede", scrive Benedetto XVI in un messaggio all'Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), che ha aperto oggi a Roma il suo Congresso nazionale, nel cinquantesimo di fondazione. "Voi siete impegnati, sono ben consapevole, in un compito sempre più esigente nel quale gli spazi di libertà sono spesso minacciati", e nel quale - prosegue Benedetto XVI - può succedere anche che "interessi economici e politici" abbiano "il sopravvento sullo spirito di servizio e sul criterio del bene comune". Di qui l'esortazione a "non cedere a compromessi di valori tanto importanti ma ad avere il coraggio della coerenza anche a costo di pagare di persona. La serenità della coscienza non ha prezzo".

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL PRESIDENTE DELL’UNIONE CATTOLICA DELLA STAMPA ITALIANA NEL 50.MO DI FONDAZIONE

Mons. Sako: Benedetto XVI ha accolto favorevolmente l'idea del Sinodo generale delle Chiese del Medio Oriente

Come promesso, mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk (Iraq) ha chiesto al Papa un “Sinodo generale delle Chiese del Medio Oriente” e Benedetto XVI ha accolto e apprezzato il progetto, che definisce “una buona idea”: lo ha riferito lo stesso presule, ricevuto oggi dal Papa, all’agenzia AsiaNews. “Siamo una realtà piccola - ha continuato - ma abbiamo il desiderio comune di continuare la nostra missione nell’area. Il Sinodo toccherà diverse tematiche, fra le quali il problema dell’immigrazione dei cristiani. Abbiamo steso un progetto che delinea il percorso da seguire durante il Sinodo e le problematiche da affrontare”. Mons. Sako ha parlato di una Chiesa sofferente per le persecuzioni, e dei molti cristiani che continuano a lasciare il Paese, assottigliando le fila della comunità. Il vescovo ha invitato la comunità internazionale e la Chiesa universale ad “appoggiare la presenza dei cristiani in Iraq” e chiede al governo di Baghdad di “creare un ministero per le minoranze, che dia un significato alla loro presenza nel Paese, ne tuteli i diritti e ne incoraggi la permanenza”. Ha auspica inoltre che la Chiesa irachena sappia “aggiornare il messaggio evangelico: non bisogna vivere nella storia e pensare al passato, ma guardare con speranza al futuro” e adattare il compito missionario “nella società di oggi per un dialogo schietto con i musulmani”. Il rinnovamento deve passare attraverso un ripensamento complessivo “della catechesi e della pastorale”, che sappiano “adattarsi alla realtà odierna”. L’arcivescovo di Kirkuk ha lanciato infine un appello - attraveso AsiaNews: “Abbiamo bisogno di una formazione per i catechisti, per i preti, per le suore. Molti hanno lasciato il Paese e siamo un piccolo gruppo. Deve essere la Chiesa universale che pensa a noi, che ci aiuta nella formazione; essa deve venirci incontro in questa opera di ricostruzione. E lo stessa vale per i giovani del Paese: essi vanno formati alla vita cristiana, alla partecipazione attiva nella politica, nell’educazione e nell’istruzione rimanendo nella loro terra. Quanti vanno via, corrono il rischio di perdere la loro identità”.

Lo Stato della Città del Vaticano festeggia i suoi 80 anni con una mostra nel Braccio di Carlo Magno

Lo Stato della Città del Vaticano, per celebrare la ricorrenza degli ottanta anni dalla sua fondazione, ripercorre la sua storia attraverso una mostra che sarà aperta dal 12 febbraio al 10 maggio nello spazio espositivo del Braccio di Carlo Magno, che si trova nella parte sinistra del colonnato berniniano di Piazza San Pietro. L'esposizione è articolata in cinque sezioni: la prima analizza l'immagine e la topografia del Vaticano prima del 1929; la seconda è dedicata alla figura di Papa Pio XI; la terza ai Patti Lateranensi; la quarta, nucleo centrale dell'esposizione, alla costruzione del nuovo Stato e infine la quinta ai pontefici che si sono succeduti.

Mons. Celli: penso che il Papa, uomo di ricerca, curioso e attento, navighi in Internet. Mons. Tighe: la generazione digitale ha molto da insegnarci

''Non ne ho la prova diretta ma penso proprio che Benedetto XVI navighi in Internet''. Lo ha affermato mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio del Papa in occasione della 43° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. ''Essendo Ratzinger un uomo di ricerca, curioso e attento - ha aggiunto il prelato -, penso proprio che faccia uso della Rete''. ''Noi sappiamo che la Cina oscura alcuni contenuti presenti in Internet ma mi auguro proprio che il governo cinese non oscuri il canale del Papa su YouTube'', sono state poi le parole dell’Arcivescovo. Che ha aggiunto: ''Mi auguro che il governo cinese comprenda che con il nuovo canale YouTube del Papa si immette una presenza di certi valori e tenga conto del fatto che Benedetto XVI e' un Papa rispettoso e accogliente''.
''La generazione digitale ha molto da insegnarci'': lo ha riconosciuto mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Il messaggio del Pontefice, ha spiegato, ''è indirizzato principalmente, anche se non esclusivamente, alla generazione digitale. Con questo termine generalmente si fa riferimento a chi e' cresciuto con le nuove tecnologie, facendone un uso spontaneo e quasi intuitivo''. Il messaggio, ha sintetizzato Tighe, ''invita tutti quelli che utilizzano i nuovi media ad essere attenti ai contenuti'' rispettando la ''dignità'' e il ''valore di altre persone. Siamo tutti consapevoli dei rischi che sono emersi negli ultimi anni, tra cui forme di cyber-bullismo e mobbing elettronico''. Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha aggiunto Tighe, ''cerca di comprendere e valutare come parte del suo mandato'' le ''implicazioni pratiche della nuova cultura di comunicazione''. Per questo, ''stiamo lanciando il messaggio anche elettronicamente. Si sta inviando il testo a migliaia di giovani cattolici nel mondo che sono invitati a condividerlo con i loro amici, soprattutto con quelli con cui sono in contatto digitale''.

Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il Presidente macedone Crvenkovski. Il ringraziamento alla Santa Sede per l'attenzione al Paese

Papa Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza il Presidente della Ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia (foto), Branko Crvenkovski, insieme ad una delegazione del governo macedone. Nei colloqui con il Pontefice e in quelli successivi con il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone e con la Segreteria di Stato vaticana, secondo quanto comunica una nota della Sala Stampa vaticana, si è compiuta una ''ricognizione panorammica della situazione nella regione'' e si sono sottolineate ''le buone relazioni esistenti'' fra i due Paesi. "Il Presidente - si legge nel comunicato - ha voluto esprimere riconoscenza per l'attenzione manifestata dalla Santa Sede verso il suo Paese sin dall'indipendenza, ed ha sottolineato le buone relazioni esistenti fra le Parti, di cui è segno anche la visita annuale di una delegazione ufficiale a Roma in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio". Crvenkovski ha espresso la sua riconoscenza alla Santa Sede, che è stato uno dei primi paesi a riconoscere il nuovo Stato di Macedonia dopo la sua indipendenza.

Il Papa al nuovo Patriarca di Antiochia dei Siri: la Chiesa annunci Cristo con le parole dell’Oriente e dell’Occidente

La Chiesa annunci Cristo con “le parole dell’Oriente e dell’Occidente”, seminando pace e speranza: è quanto ha affermato il Papa ricevendo stamani il nuovo Patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, cui ha concesso la comunione ecclesiastica, dopo la sua elezione al Sinodo dei Vescovi della Chiesa Siro-Cattolica, che si è svolto a Roma dal 18 al 20 gennaio scorsi. Il Papa ha accolto con gioia il nuovo Patriarca di Antiochia dei Siri, auspicando che i membri di questa comunità ecclesiale possano essere “seminatori di pace in Terra Santa, Iraq e Libano, dove la Chiesa siriana ha una presenza storica molto apprezzata”. Il nuovo Patriarca è nato in Siria 64 anni fa, ma ha svolto per molti anni il suo servizio episcopale negli Stati Uniti e in Canada presso la comunità della diaspora, costituita da tanti fedeli cristiani che hanno lasciato il Medio Oriente “in cerca di migliori condizioni di vita”. “Il mio desiderio - ha detto il Papa - è che in Oriente, da dove è venuto l'annuncio del Vangelo, le comunità cristiane continuino a vivere e testimoniare la loro fede, come hanno fatto nel corso dei secoli, auspicando che nello stesso tempo possano ricevere adeguate cure pastorali tutti coloro che si trovano altrove, in modo che possano rimanere legati in modo fruttuoso alle loro radici religiose”. Benedetto XVI invoca “l'aiuto del Signore per ogni comunità orientale affinché, dovunque si trovi, sappia integrarsi nel suo nuovo contesto sociale ed ecclesiale, senza perdere la propria identità portando l'impronta della spiritualità orientale, in modo che utilizzando “le parole dell'Oriente e dell'Occidente” la Chiesa parli con efficacia di Cristo all'uomo contemporaneo. Così - ha concluso il Papa - i cristiani affronteranno le sfide più urgenti dell’umanità, costruiranno la pace e la solidarietà universale e testimonieranno la "grande speranza", di cui sono portatori instancabili”.

'The Vatican', il canale del Papa su 'YouTube'

Il Vaticano ha lanciato ufficialmente il suo canale su YouTube: offrirà brevi videonews quotidianamente aggiornate sull’attività del Papa e l’attualità vaticana, con audio e testo in inglese, spagnolo, tedesco e italiano. Il canale è stato presentato durate la conferenza stampa di presentazione del messaggio di Benedetto XVI per la 43° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, presso la Sala Stampa della Santa Sede. Al momento del lancio il canale contiene alcune videoclip di Papa Benedetto XVI, in particolare sul Messaggio e la Benedizione del giorno di Natale, sulla celebrazione della Giornata mondiale della Pace il 1° gennaio e sul tema delle nuove tecnologie delle comunicazioni sociali, da lui scelto per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali della Chiesa cattolica nel 2009. Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa, direttore del Centro Televisivo Vaticano e della Radio Vaticana, ha insistito che il lancio del canale vaticano su YouTube è un esempio concreto dell’impegno della Chiesa nel campo delle nuove tecnologie, per entrare in relazione con un pubblico globale, senza frontiere di nazionalità e di cultura. Il canale contribuirà a stabilire nuove relazioni, sia con i cattolici di tutto il mondo, che avranno un accesso più facile a un’aggiornata informazione su ciò che avviene nella della loro Chiesa, sia con persone di diversa visione ideologica o religiosa, che avranno una fonte autorevole per comprendere quali messaggi il Papa indirizza all’umanità di oggi. Le videonews saranno di durata non superiore a 2 minuti e verranno prodotte ogni giorno in base all’attualità vaticana, con le immagini del Centro Televisivo Vaticano (CTV), in collaborazione con i giornalisti e il web-team della Radio Vaticana (RV).Per la traduzione nelle diverse lingue, CTV-RV collabora con h2onews, un’agenzia cattolica che diffonde videonews sulla vita della Chiesa, e collabora a sua volta con diverse TV e agenzie di informazione cattoliche di tutto il mondo. Anch’essa apre un proprio canale su YouTube, dedicato alle videonews sulla Chiesa cattolica nel mondo. Il concetto di comunicazione sociale sviluppato dalla Chiesa cattolica è fondato su un’ampia collaborazione e integrazione di contributi diversi, provenienti non solo dal Vaticano, ma anche dalle Chiese locali e da altre iniziative, di cui vi è grande fioritura nel mondo cattolico. Il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali svolge un ruolo di promozione e orientamento in questa collaborazione. L’offerta quotidiana del canale vaticano è costituita anzitutto dalle brevi videonews di attualità. Probabilmente in futuro YouTube renderà possibile anche la pubblicazione di contributi di maggiore ampiezza (riprese, intere o parziali, con suono naturale, di eventi vaticani).

INTERVENTO DI P. FEDERICO LOMBARDI, S.I. - Presentazione del canale

Il messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni Sociali: Internet è un dono per l'umanità, sia messo al servizio dei più bisognosi

"Se usate per favorire la comprensione e la solidarietà umana", la rete di Internet e le nuove tecnologie informatiche rappresentano "un vero dono per l'umanità". Lo afferma il Papa nel messaggio per la 43° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dal tema "Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia". "L'accessibilità di cellulari e computer, unita alla portata globale e alla capillarità di Internet, ha creato - rileva - una molteplicità di vie attraverso le quali è possibile inviare, in modo istantaneo, parole ed immagini ai più lontani ed isolati angoli del mondo: è, questa, chiaramente una possibilità impensabile per le precedenti generazioni. Molti benefici derivano da questa nuova cultura della comunicazione: le famiglie possono restare in contatto anche se divise da enormi distanze, gli studenti e i ricercatori hanno un accesso più facile e immediato ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono, pertanto, lavorare in équipe da luoghi diversi; inoltre la natura interattiva dei nuovi media facilita forme più dinamiche di apprendimento e di comunicazione, che contribuiscono al progresso sociale". Benedetto XVI chiede però che "i vantaggi" offerti dal mondo digitale "siano messi al servizio di tutti gli esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile". Il Papa denuncia il rischio che su internet vengano pubblicati contenuti che promuovono "odio e intolleranza", che sfruttano "i deboli e gli indifesi" o di natura pornografica. "Coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media - scrive Benedetto XVI - non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana. Se le nuove tecnologie devono servire al bene dei singoli e della società, quanti ne usano devono evitare la condivisione di parole e immagini degradanti per l'essere umano, ed escludere quindi ciò che alimenta l'odio e l'intolleranza, svilisce la bellezza e l'intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi". L'accessibilità di cellulari e computer, unita alla "portata globale e alla capillarità di internet", ha creato, secondo il Papa, "una molteplicità di vie attraverso le quali è possibile inviare, in modo istantaneo, parole ed immagini ai più lontani ed isolati angoli del mondo: è, questa, chiaramente una possibilità impensabile per le precedenti generazioni". "Sebbene sia motivo di meraviglia la velocità con cui le nuove tecnologie si sono evolute in termini di affidabilità e di efficienza - sottolinea Benedetto XVI - la loro popolarità tra gli utenti non dovrebbe sorprenderci, poiché esse rispondono al desiderio fondamentale delle persone di entrare in rapporto le une con le altre". Secondo Papa Ratzinger, "quando sentiamo il bisogno di avvicinarci ad altre persone, quando vogliamo conoscerle meglio e farci conoscere, stiamo rispondendo alla chiamata di Dio - una chiamata che è impressa nella nostra natura di esseri creati a immagine e somiglianza di Dio, il Dio della comunicazione e della comunione". Il Papa mette in guardia dal rischio di "banalizzare" il concetto di amicizia nelle "reti sociali digitali". "Il concetto di amicizia ha goduto di un rinnovato rilancio nel vocabolario delle reti sociali digitali emerse negli ultimi anni", scrive Benedetto XVI. "Tale concetto è una delle più nobili conquiste della cultura umana. Nelle nostre amicizie e attraverso di esse cresciamo e ci sviluppiamo come esseri umani. Proprio per questo la vera amicizia è stata da sempre ritenuta una delle ricchezze più grandi di cui l'essere umano possa disporre. Per questo motivo occorre essere attenti a non banalizzare il concetto e l'esperienza dell'amicizia. Sarebbe triste se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare on-line le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando, infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo, la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale. Ciò finisce per disturbare anche i modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per un sano sviluppo umano".

La disputa teologica sulla natura di Gesù divide il gesuita Roger Haight da Papa Joseph Ratzinger

Ritorna nella Chiesa dopo 17 secoli, diventando sempre più aspra, la disputa sulla natura di Cristo. È essa insieme umana e divina, come afferma, fin dai tempi del concilio di Nicea dell’anno 325, la dottrina ufficiale? O forse occorre ammettere che fu soltanto umana, come insinua Roger Haight, il teologo americano appartenente alla Compagnia di Gesù, che a giudizio delle autorità vaticane ha sviluppato nei suoi scritti una cristologia incompatibile col Credo cattolico, nonché col Magistero dei Pontefici e in particolare di Benedetto XVI, che nel suo libro “Gesù di Nazaret”, ha ribadito con grande fermezza la duplice natura di Cristo? Un chiaro indizio della virulenza di questa controversia è il documento con cui la Congregazione per la Dottrina della Fede ha recentemente intimato di nuovo a Haight di rinunciare all’esercizio di ogni forma di insegnamento teologico negli istituti cattolici. Un provvedimento che è stato così commentato da Sandro Magister in www.chiesa. “Il Vaticano - dice il titolo dell'articolo - imbavaglia il gesuita Roger Haight. Tutta colpa di Gesù. Gli si contesta di occultare la divinità di Cristo, per renderlo più presentabile al mondo. Nel cuore della disputa c'è la Compagnia di Gesù. E anche un suo autorevolissimo membro, il card. Carlo Maria Martini”.
La storia del conflitto teologico fra Roger Haight e Papa Ratzinger incominciò una decina circa di anni fa, ossia quando Haight, che insegnava teologia alla Weston School of Theology di Cambridge, retta dai gesuiti, espose la sua personale interpretazione del problema della natura di Cristo in un libro intitolato “Jesus Symbol of God”. Pochi anni dopo, esattamente il 13 dicembre 2004, la Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta a quell'epoca dal card. Joseph Ratzinger, condannò quel libro vietando all’autore “l'insegnamento della teologia cattolica”. Haight allora abbandonò la sua cattedra, ma non smise di insegnare teologia. Passò allo Union Theological Seminar di New York, un istituto non cattolico, fondato dai presbiteriani nel 1836, in cui insegnarono teologi protestanti di prima grandezza come Reinhold Niebuhr e Paul Tillich, oggi indipendente dal controllo di singole denominazioni cristiane. E continuò a pubblicare libri di teologia che riproponevano le sue tesi di fondo. Due libri in particolare: “Christian Community in History”, in tre volumi, e “The Future of Christology”. Ma ora le autorità vaticane sono di nuovo intervenute contro di lui. Gli hanno ingiunto di cessare di insegnare teologia ovunque, anche in istituti non cattolici, e di non pubblicare libri e saggi di soggetto teologico. Questo - come già nella precedente notificazione - “finché le sue posizioni non siano rettificate così da essere in piena conformità con la dottrina della Chiesa”. Il nuovo provvedimento risale alla scorsa estate, ma solo ai primi di gennaio del 2009 è divenuto di dominio pubblico. Le ragioni portate a sostegno della condanna di Haight non sono di poco conto. A giudizio delle autorità vaticane, Haight usa un metodo teologico che subordina i contenuti della fede alla loro accettabilità da parte della cultura postmoderna. E alle realtà oggettive definite dagli articoli del Credo sostituisce dei simboli. Di conseguenza, si svuotano di sostanza verità capitali della fede cristiana come la preesistenza del Verbo, la divinità di Gesù, la Trinità, il valore salvifico della morte di Gesù, l'unicità e universalità della mediazione salvifica di Gesù e della Chiesa, la risurrezione di Gesù. C’è tuttavia chi sostiene il Gesù sdivinizzato di Roger Height non è in fondo molto diverso da quello presentato da un altro famoso gesuita, il card. Carlo Maria Martini, che nel suo libro “Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede”, ha tratteggiato un Gesù di sicuro successo, ma anch’esso lontanissimo dal Gesù vero Dio e vero uomo del libro “Gesù di Nazaret” di Benedetto XVI. Il senso di tutta la vicenda è stato magistralmente riassunto così da Magister: “Ancora una volta, è Gesù salvatore il grande segno di contraddizione su cui la fede cattolica sta o cade. Ed è singolare che nel cuore di questa disputa ci sia proprio la Compagnia di Gesù”. Sarà superfluo ricordare che il primo, leggendario negatore della natura divina di Cristo fu il teologo egiziano Ario, vissuto fra il III e il IV secolo d. C. E che la lettura “laica” della sua figura, e del senso della sua missione, trovò il suo più celebre fautore nel filosofo francese Ernest Renan (1823-1892), che in una sua celebre “Vita di Gesù”, pur difendendo l'esistenza storica di Cristo, ne negò la divinità, riconoscendo al suo insegnamento un semplice valore morale.