sabato 14 maggio 2011

Odifreddi: 'Introduzione al Cristianesimo' una professione di fede precisa ma anche spiazzante, le risposte alle domande che avrei voluto fare al Papa

"E' uno dei più divertenti atei militanti in circolazione, è un genio onnivoro che divora tutto quello di cui si occupa. Perfino il Papa". Così il filosofo Gianni Vattimo, ha presentato, oggi, al Salone del libro di Torino, Piergiorgio Odifreddi e il suo ultimo libro "Caro Papa, ti scrivo". In una sorta di dialogo immaginario con Benedetto XVI Odifreddi spiega il suo ateismo. "L'idea di pubblicare questo libro - ha spiegato - è partita dalla lettura del 'Introduzione al Cristianesimo', considerato il capolavoro di Ratzinger. Finalmente ho trovato una professione di fede precisa, ma anche spiazzante e soprattutto ho trovato le risposte alle domande che avrei voluto fargli". "Ratzinger - ha detto ancora - usa degli argomenti scientifici per perorare la sua visione del Divino e per uno scienziato è un invito a nozze. Non potevo non entrare nel merito".

Agi

La diocesi di Altamura-Gravina sarà ricevuta in udienza speciale da Benedetto XVI il 2 luglio in occasione del Sinodo diocesano

Una numerosa delegazione della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva sarà ricevuta da Papa Benedetto XVI in udienza privata quest'estate, nel mese di luglio. E' l'annuncio dato dal vescovo Mario Paciello ieri pomeriggio nella chiesa della Trasfigurazione durante una delle assemblee del Sinodo diocesano. La data prescelta è sabato 2 luglio. "La benevola accoglienza della nostra richiesta da parte del Papa - ha detto mons. Paciello -, è un segno di immensa paternità che dobbiamo apprezzare e valorizzare, e alla quale dobbiamo rispondere con entusiasmo e plenaria partecipazione". Proprio dalla circostanza che la diocesi è impegnata nel Sinodo scaturisce la richiesta di un'udienza esclusiva in Sala Nervi che è stata accolta dal Pontefice e comunicata dalla Segreteria di Stato. Non è escluso che in quella occasione il vescovo rivolgerà l'invito al Papa per una visita al territorio della Murgia. Il Sinodo è un intero anno dedicato ad "cammino" fatto di assemblee ed incontri che coinvolgono tutte le componenti della diocesi, sia i sacerdoti che i fedeli ed il laicato, per una riflessione sulla situazione complessiva della comunità.

Notizie OnLine, Gravinalife.it

Koch: dalla liturgia antica un ponte ecumenico. Per il Papa la storia liturgica un processo organico di crescita, maturazione e auto-purificazione

Il Papa attraverso il Motu Proprio promuove un "ecumenismo intra-cattolico": lo afferma il card. Kurt Koch (nella foto con Benedetto XVI), presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani, intervenuto oggi al III Convegno sul Motu Proprio "Summorum pontificum", la cui celebrazione coincide con la pubblicazione dell'Istruzione attuativa "Universae Ecclesiae", come ha rilevato L'Osservatore Romano che pubblica il testo dell'intervento del porporato svizzero. Per comprendere il senso dell'iniziativa del Pontefice a favore di una riconciliazione con i tradizionalisti, per il porporato occorre che "la liturgia antica venga intesa anche come ponte ecumenico. Infatti, se l'ecumenismo intra-cattolico fallisce, la controversia cattolica sulla liturgia si estenderà anche all'ecumenismo e la liturgia antica non potrà svolgere la sua funzione ecumenica di costruttrice di ponti". "Tra la liturgia antica e la riforma liturgica postconciliare non c'è una rottura radicale ma una continuità di fondo", spiega nell'intervento il card. Koch, per il quale "soltanto alla luce di questa convinzione si può comprendere il Motu Proprio 'Summorum Pontificum' di Papa Benedetto XVI. Il Santo Padre infatti non intende la storia liturgica come una serie di spaccature, ma come un processo organico di crescita, di maturazione e di auto-purificazione, nel quale naturalmente possono verificarsi sviluppi e progressi, senza però che continuità e identità vengano distrutte". "Per il Papa - osserva il porporato - non può esserci pertanto una contrapposizione tra la liturgia del 1962 e la liturgia riformata postconciliare. In contrasto con questa chiara visione di sviluppo organico, la riforma liturgica postconciliare è considerata in ampi circoli della Chiesa cattolica come una rottura con la tradizione e come una nuova creazione; essa ha generato una controversia sulla liturgia che, vissuta in maniera emozionale, continua tutt'oggi a farsi sentire". "Con il Motu Proprio 'Summorum Pontificum' - conclude Koch - Papa Benedetto XVI ha voluto contribuire alla risoluzione di tale disputa e alla riconciliazione all'interno della Chiesa".

Oltretevere

Il convegno sul Motu Proprio "Summorum Pontificum": dalla liturgia antica un ponte ecumenico

Giornata di preghiera per le Vocazioni. Benedetto XVI: la capacità di coltivarle è segno caratteristico della vitalità di una Chiesa locale

“Ogni Chiesa locale si renda sempre più sensibile e attenta alla pastorale vocazionale, educando ai vari livelli, familiare, parrocchiale, associativo, soprattutto i giovani”. Lo scrive il Papa nel Messaggio per la 48ª Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni, che si celebra domani 15 maggio, IV Domenica di Pasqua, sul tema “Proporre le vocazioni nella chiesa locale”. Dietro ogni vocazione al ministero sacerdotale o alla vita consacrata c’è un colloquio intimo e personale con Gesù, un costante contatto con Lui. Ma soprattutto, sottolinea Benedetto XVI c’è la preghiera delle famiglie, delle parrocchie, della comunità intera. Anche Gesù come ci raccontano le pagine del Vangelo, afferma il Santo Padre, prima di chiamare i suoi discepoli a seguirlo passa la notte a pregare, si mette in ascolto per conoscere la volontà del Padre, poi, giorno dopo giorno, li educa con la parola e con la vita perché siano pronti per continuare la sua opera di salvezza. “È una proposta, impegnativa ed esaltante, quella che il Signore fa a coloro a cui dice Seguimi!”, sottolinea il Pontefice nel Messaggio. “Con questa parola, prosegue, li invita ad entrare nella sua amicizia” ma soprattutto li esorta ad uscire dal guscio, “ad andare oltre la loro volontà chiusa, ancorata al desiderio di autorealizzazione per immergersi in un’altra volontà, quella di Dio”. Poi fa vivere loro la fraternità e l’amore reciproco, tratto distintivo di ogni comunità cristiana. Anche oggi, scrive il Santo Padre, seguire Cristo necessita impegno e dedizione soprattutto quando altre voci sembrano soffocare e sovrastare la voce del Signore, e la proposta di seguirlo donando la propria vita può apparire troppo difficile. Per questo bisogna incoraggiare e sostenere coloro che mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e religiosa. Da qui l’esortazione a tutta la Chiesa locale perché sia più sensibile e attenta alla pastorale vocazionale, educando i ragazzi e le ragazze a coltivare l’amicizia con Dio e a far comprendere loro che aderire al progetto di Dio non annienta né distrugge la persona, al contrario la arricchisce. Quindi il Papa si rivolge ai vescovi: il Signore - dice ha bisogno di voi perché le sue chiamate possano raggiungere i cuori di chi ha scelto e perché nel mondo ci sia un’equa distribuzione dei suoi operai. Ai sacerdoti raccomanda la testimonianza nella comunione; alle famiglie di aiutare i figli ad accogliere con generosità la vocazione; ai catechisti e agli animatori delle associazioni cattoliche e dei movimenti ecclesiali di seguire gli adolescenti, di indirizzarli, convinti della loro missione educativa. “La capacità di coltivare le vocazioni è segno caratteristico della vitalità di una Chiesa locale”, conclude Benedetto XVI, ricordando che ogni momento della vita comunitaria ecclesiale, la catechesi, gli incontri di formazione, la preghiera liturgica, è una preziosa opportunità per suscitare nel Popolo di Dio, il senso di appartenenza alla Chiesa e la responsabilità della risposta alla chiamata al sacerdozio ed alla vita consacrata.

Radio Vaticana

Messaggio per la XLVIII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 2011

Il Papa: radicati in Cristo e nella Parola l’evangelizzazione non si riduce ad un progetto sociale. Non abbiano paura i cristiani, i più perseguitati

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti all’Assemblea ordinaria del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie. Benedetto XVI ha iniziato il suo discorso salutando il nuovo prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, mons. Fernando Filoni, e unendo “un fervido augurio di fruttuoso ministero”. E “viva gratitudine” è stata espressa dal Papa al card. Ivan Dias per il suo “generoso ed esemplare servizio”, reso per molti anni in seno al Dicastero missionario e alla Chiesa universale. “Il Signore – è stato l’auspicio del Pontefice – continui a guidare con la sua luce questi due fedeli operai della vigna”. "Nuovi problemi e nuove schiavitù - ha detto Benedetto XVI - emergono nel nostro tempo, sia nel cosiddetto primo mondo, benestante e ricco ma incerto circa il suo futuro, sia nei Paesi emergenti, dove, anche a causa di una globalizzazione caratterizzata spesso dal profitto, finiscono per aumentare le masse dei poveri, degli emigranti, degli oppressi, in cui si affievolisce la luce della speranza". Contro questi mali, ha affermato il Pontefice, la Chiesa deve "continuare con rinnovato entusiasmo l'opera di evangelizzazione, l'annuncio gioioso del Regno di Dio, venuto in Cristo nella potenza dello Spirito Santo, per condurre gli uomini alla vera libertà dei figli di Dio contro ogni forma di schiavitù ". Benedetto XVI ha parlato dei missionari. Anzitutto, ha detto, non si può esserlo veramente se non si è certi “che la Parola di Dio è la verità salvifica di cui ogni uomo in ogni tempo ha bisogno”:“Se questa convinzione di fede non è profondamente radicata nella nostra vita, non potremo sentire la passione e la bellezza di annunciarla. In realtà, ogni cristiano dovrebbe fare propria l’urgenza di lavorare per l’edificazione del Regno di Dio. Tutto nella Chiesa è al servizio dell’evangelizzazione: ogni settore della sua attività e anche ogni persona, nei vari compiti che è chiamata a svolgere”. "Tutti - ha sottolineato Benedetto XVI - devono essere coinvolti nella 'missio ad gentes': vescovi, presbiteri, religiosi e religiose, laici". "Occorre, pertanto, prestare particolare cura affinchè tutti i settori della pastorale, della catechesi, della carità siano caratterizzati dalla dimensione missionaria: la Chiesa è missione". Tuttavia, ha aggiunto, per rimanere tale “il messaggero del Vangelo deve rimanere sotto il dominio della Parola e deve alimentarsi dei Sacramenti”: “Solo radicati profondamente in Cristo e nella sua Parola si è capaci di non cedere alla tentazione di ridurre l’evangelizzazione ad un progetto solo umano, sociale, nascondendo o tacendo la dimensione trascendente della salvezza offerta da Dio in Cristo. E’ una Parola che deve essere testimoniata e proclamata esplicitamente, perché senza una testimonianza coerente essa risulta meno comprensibile e credibile”. “Il ministero dell’evangelizzazione è affascinante ed esigente”, ha ripetuto ancora il Pontefice. “Richiede amore per l’annuncio e la testimonianza, un amore così totale che può essere segnato anche dal martirio”. Anche in questo caso, ha asserito: "La Chiesa non può venire meno alla sua missione di portare la luce di Cristo, di proclamare il lieto annuncio del Vangelo, anche se ciò comporta la persecuzione. E’ parte della sua stessa vita, come lo è stato per Gesù. I cristiani - questo il suo appello - non devono avere timore, anche se 'sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede'", ha detto Benedetto XVI in conclusione, citando il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2011.

Radio Vaticana, La Repubblica.it

UDIENZA AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE - il testo integrale del discorso del Papa

ll laico Guzmán Carriquiry nominato da Benedetto XVI nuovo segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina

Il Papa ha nominato segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina il prof. Guzmán Carriquiry (foto), finora sotto-segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. Nato 67 anni fa a Montevideo, in Uruguay, si è laureato in Legge e Scienze Sociali, è avvocato e ha insegnato presso varie università. Sposato, ha quattro figli e otto nipoti. Collabora con la Santa Sede da circa 40 anni. Il professore uruguayano, che Papa Ratzinger conosce bene da molto tempo, è uno dei più grandi conoscitori della Chiesa latinoamericana. Un segno dell’attenzione con cui Benedetto XVI guarda ai laici e al loro contributo nella vita della Chiesa.

Radio Vaticana, Sacri Palazzi

RINUNCE E NOMINE