martedì 5 gennaio 2010

Solennità dell'Epifania del Signore. Il Magistero del Papa: come i Magi seguirono la stella Gesù viene incontro all’uomo. Nessuno tema la Sua luce

Benedetto XVI celebrerà domani, nella Basilica di San Pietro alle ore 10, la Santa Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore. Una festa che invita tutti i fedeli a mettersi in cammino assieme ai Magi verso Cristo, meta della nostra salvezza.
Nella solennità dell’Epifania, sottolinea Benedetto XVI, celebriamo la “manifestazione di Cristo alle genti”, accogliamo la sua luce che sconfigge le tenebre ed irradia per sempre la nostra vita. Proprio alla ricerca di quella luce, duemila anni fa, si misero in cammino i Magi, simbolo dei popoli in pellegrinaggio alla ricerca della salvezza. I Magi, è la riflessione del Papa, avevano visto la stella, ma questa non sarebbe bastata se non fossero state persone “intimamente aperte alla verità”. Un messaggio particolarmente attuale: “A distanza di duemila anni, possiamo dunque riconoscere nelle figure dei Magi una sorta di prefigurazione di queste tre dimensioni costitutive dell’umanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa. L’Epifania ce le mostra in stato di ‘pellegrinaggio’, cioè in un movimento di ricerca che, in definitiva, ha il suo punto d’arrivo in Cristo” (6 gennaio 2007).
Come i Magi che seguono la stella, rileva il Papa, anche Dio è a sua volta in pellegrinaggio verso l’uomo. Gesù è venuto incontro all’umanità. Per questo, avverte Benedetto XVI, gli uomini del nostro tempo non devono temere la luce di Cristo, giacché “la sua luce è lo splendore della verità”.
“Cristo è luce, e la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare. Nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio! E se nel corso della storia i cristiani, essendo uomini limitati e peccatori, hanno talora potuto tradirlo con i loro comportamenti, questo fa risaltare ancor di più che la luce è Cristo e che la Chiesa la riflette solo rimanendo unita a Lui” (6 gennaio 2007).
Cristo è dunque il “sole” che illumina tutti i popoli della terra. E la Sua Epifania, afferma il Papa, è il segno del primato di Cristo, della sua vittoria sulla morte. Ed esorta i credenti a rivolgersi a quella luce che ci dona la vita vera, ad essere testimoni di quella luce, soprattutto di fronte all’odio e alla violenza che feriscono la dignità dell’uomo. Di fronte all’oscurità: “Non c’è ombra, per quanto tenebrosa, che possa oscurare la luce di Cristo. Per questo nei credenti in Cristo non viene mai meno la speranza, anche oggi, dinanzi alla grande crisi sociale ed economica che travaglia l’umanità, davanti all’odio e alla violenza distruttrice che non cessano di insanguinare molte regioni della terra, dinanzi all’egoismo e alla pretesa dell’uomo di ergersi come dio di se stesso, che conduce talora a pericolosi stravolgimenti del disegno divino circa la vita e la dignità dell’essere umano, circa la famiglia e l’armonia del creato” (6 gennaio 2009).
Un’armonia, annota il Pontefice, che mostra come le stelle, i pianeti, l’universo intero non siano governati da una forza cieca. Gli astri “non obbediscono alle dinamiche della sola materia”. Ecco allora che in questa prospettiva possiamo leggere lo straordinario evento del passaggio della stella cometa, narrato nei Vangeli: “I Padri della Chiesa hanno visto in questo singolare episodio narrato da San Matteo anche una sorta di “rivoluzione” cosmologica, causata dall’ingresso nel mondo del Figlio di Dio…In effetti, mentre la teologia pagana divinizzava gli elementi e le forze del cosmo, la fede cristiana, portando a compimento la rivelazione biblica, contempla un unico Dio, Creatore e Signore dell’intero universo” (6 gennaio 2009).
L’arrivo dei Magi dall’Oriente a Betlemme, osserva ancora il Papa, è il segno dell’inizio di un movimento opposto all’episodio biblico della torre di Babele. Laddove vi era confusione delle lingue e dispersione dell’umanità, ora splende la luce della verità e dell’unità. E sottolinea che la Chiesa è al servizio di questo “mistero” di benedizione per l’intera umanità: “Dalla confusione alla comprensione, dalla dispersione alla riconciliazione. Scorgiamo un legame tra l’Epifania e la Pentecoste: se il Natale di Cristo, che è il Capo, è anche il Natale della Chiesa, suo corpo, noi vediamo nei Magi i popoli che si aggregano al resto d’Israele, preannunciando il grande segno della “Chiesa poliglotta”, attuato dallo Spirito Santo cinquanta giorni dopo la Pasqua” (6 gennaio 2008).

Radio Vaticana

Secondo 'I Media' Susanna Maiolo lo scorso anno avrebbe confidato di aver voluto graffiare Benedetto XVI. Alzato il livello di protezione per il Papa

Rafforzata la protezione del Papa dopo l'incidente della Notte di Natale, quando una donna, Susanna Maiolo, lo spintonò, facendolo cadere. Restano intanto i dubbi sulle reali intenzioni della donna. Secondo l'agenzia di stampa francese I.Media, specializzata sul Vaticano, Susanna Maiolo appena un anno fa, quando già aveva provato a compiere lo stesso gesto nei confronti di Benedetto XVI, avrebbe confidato che voleva in realtà graffiare il Papa. L'agenzia francese cita in proposito fonti vaticane. Nei giorni scorsi, secondo quanto si è appreso fino ad ora, l'intenzione dichiarata della Maiolo era piuttosto quella di una fan che voleva abbracciare o toccare il Pontefice, in ogni caso senza voler far del male al Papa. In ogni caso la Gendarmeria vaticana e la Guardia svizzera pontificia, su richiesta della Segreteria di Stato, hanno rafforzato le misure di sicurezza intorno a Papa Ratzinger. In particolare è stato deciso di ''allargare'' il corridoio, distanziando ulteriormente le transenne, all'interno della Basilica Vaticana entro il quale sfilano le processioni guidate dal Papa e, sempre dentro San Pietro, è stato aumentato il numero degli uomini della sicurezza nelle occasioni ufficiali. La sicurezza del Papa è assicurata da circa 370 uomini: 150 gendarmi del Vaticano, 110 guardie svizzere, alle quali si aggiungono, fuori dai confini dello Stato del Papa, gli uomini della polizia italiana presso il Vaticano. In ogni caso resta aperta la possibilità che il Papa incontri personalmente l'itaolo-svizzera di 25 anni con i suoi famigliari in una delle prossime udienze generali del mercoledì.

Adnkronos

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Mons. Sako: un tempo forte. Le Chiese devono essere consapevoli della missione di rendere testimonianza

“Sarà un tempo forte; importante è la scelta di porre al centro il tema della testimonianza. Le Chiese orientali devono essere consapevoli della propria missione ed avere la preoccupazione e la cura del futuro del Vangelo in queste terre”. Così, in un’intervista all'agenzia SIR, mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk, Iraq, ha definito quello che si prospetta come uno degli appuntamenti ecclesiali più attesi del 2010, l’Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, che si terrà dal 10 al 24 ottobre. Fu proprio mons. Sako, a gennaio 2009, nel corso della visita ad limina dei vescovi iracheni, a chiedere a Benedetto XVI la convocazione di questo Sinodo. Riferendosi al tema sinodale centrato, in particolare, sulla comunione e sulla testimonianza, l’arcivescovo ha avvertito del rischio che le chiese del Medio Oriente “possono perdere di vista l’annuncio evangelico relegando, di fatto, la presenza cristiana alla sfera liturgica. Ogni Chiesa, invece, ha la missione di rendere testimonianza altrimenti non è chiesa”. Circa la comunione mons. Sako è chiaro: “la divisione dei cristiani è uno scandalo. Gli stessi musulmani ci chiedono perché siamo divisi”. Per il presule “serve una pastorale comune, unificata in lingua araba. Le nostre sono piccole Chiese che per vivere devono collaborare, senza cooperazione non c’è futuro”. Analogo discorso per il dialogo interreligioso, anch’esso necessario. “Senza il dialogo con l'islam non abbiamo futuro – è la conclusione di mons. Sako - e lo stesso vale con l’ebraismo. Le Chiese mediorientali possono, anch’esse, favorire una giusta soluzione al problema israelo-palestinese. E’ importante che i cristiani orientali rimangano in questa regione, essi fanno parte della grande eredità della Chiesa universale, la loro fuga all’estero è una perdita notevole per tutta la Chiesa”.

SIR

Nel 2009 oltre 2 milioni e 200 mila fedeli presenti agli incontri con Benedetto XVI in Vaticano. I dati diffusi dalla Prefettura della Casa Pontificia

Sono oltre due milioni e duecentomila i fedeli ed i pellegrini che hanno partecipato ad incontri pubblici con Papa Benedetto XVI in Vaticano o nella residenza di Castel Gandolfo nel corso dell'anno solare 2009. Il dato statistico è stato fornito oggi dalla Prefettura della Casa Pontificia. Il maggior numero di fedeli si è registrato per gli Angelus, 1 milione e 120 mila, con una presenza che ha raggiunto il 'top' nei mesi di gennaio e dicembre con 180 mila presenze, seguito dalle Udienze generali del mercoledì che hanno visto la presenza di oltre 537 mila persone. Quasi 471 mila sono stati, invece, i fedeli che durante il 2009 hanno partecipato alle diverse Celebrazioni liturgiche presiedute da Benedetto XVI con una forte presenza per le festività di Pasqua, 187mila. con fedeli in occasione della permanenza estiva in Valle d’Aosta. In una nota, la stessa Prefettura definisce quelli di oggi “dati approssimativi, che risultano sia dalle formali richieste di partecipazione ad eventi e dai biglietti distribuiti, sia da stime sommarie dei fedeli presenti, come nel caso degli Angelus o delle grandi celebrazioni in Piazza San Pietro e nella Basilica”. Senza contare che, inoltre, “le statistiche si riferiscono agli eventi che si sono verificati in Vaticano o a Castelgandolfo”, ma ci sono state “molte altre occasioni di incontro del Papa con un gran numero di fedeli in altri luoghi”. Fra queste, le visite alle parrocchie romane, le visite pastorali in Italia (zone terremotate d’Abruzzo, Cassino, San Giovanni Rotondo, Viterbo, Brescia), gli incontri con fedeli in occasione della permanenza estiva in Valle d’Aosta. Infine, le visite pastorali all’estero (Camerun e Angola, Terra Santa, Repubblica Ceca), con le celebrazioni di Luanda, Nazareth e Brno, che la Prefettura definisce eventi “storici” per il numero straordinariamente alto di fedeli”.

Asca, SIR