lunedì 12 dicembre 2011

Benedetto: nel 2012 in Messico e a Cuba per proclamare la Parola di Cristo in tempo propizio per evangelizzare con fede retta, speranza viva e carità

Benedetto XVI si recherà a Cuba e in Messico prima della Pasqua 2012: l’ha annunciato il Papa stesso questo pomeriggio durante la solenne celebrazione nella Basilica San Pietro nella solennità della Vergine di Guadalupe, in occasione del bicentenario dell’indipendenza di alcuni Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Con queste parole ha fatto l’annuncio atteso: “Con questi vivi desideri, e sostenuto dall’aiuto della Provvidenza divina, ho l’intenzione di intraprendere un viaggio apostolico prima della santa Pasqua a Messico e Cuba, per proclamare là la parola di Cristo, così che si confermi la convinzione che questo è un momento prezioso per evangelizzare con una fede giusta, una speranza viva e una carità ardente”. Il Papa non ha fornito le date precise del suo viaggio. Pasqua 2012 cadrà l’8 aprile; le date probabili sono il periodo compreso fra il 23 e il 28 marzo. I medici hanno posto dei limiti per quanto riguarda i luoghi. Così per ragioni di salute è esclusa una tappa a Città del Messico, troppo alta. I vescovi messicani allora hanno consigliato, e il suggerimento è stato accolto, tre centri: León, Silao e Guanajuato, nello Stato di Guanajuato, l’unico mai toccato da Giovanni Paolo II nei suoi numerosi viaggi messicani. Il Papa visiterà anche il Santuario del Cerro del Cubilete. A Cuba invece si recherà al Santuario de la Virgen de la Caridad del Cobre, per le celebrazioni dei 400 anni.

AsiaNews

Il Papa: è Gesù la risposta definitiva agli interrogativi fondamentali che assillano anche oggi l'America Latina, rinnovare la vocazione alla speranza

Questo pomeriggio Papa Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa per il bicentenario dell’indipendenza dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, nella festa della Beata Vergine Maria di Guadalupe. Con questa iniziativa la Pontificia Commissione per l’America Latina ha voluto gettare un ponte spirituale tra la Santa Sede e le varie nazioni del Continente. Al rito in San Pietro hanno partecipato rappresentanti degli episcopati locali, del Consiglio episcopale Latino-americano (Celam), della Conferenza Episcopale spagnola, ed esponenti dei vari governi e del mondo culturale e accademico. Con il Papa hanno concelebrato i cardinali Bertone, segretario di Stato, Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, che all'inizio del rito ha rivolto un saluto al Papa, Rivera Carrera, arcivescovo di México, per le popolazioni di lingua ispanica, e Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, per quelle di lingua portoghese. All’inizio della Messa, giovani con le bandiere dei Paesi latinoamericani si sono disposti accanto all’immagine della Vergine di Guadalupe posta ai piedi dell’altare della Confessione. Guzmán Carriquiry, segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, ha letto alcuni testi sulla storia dell’immagine e della sua apparizione all’indio Juan Diego, e altri sul bicentenario dell’indipendenza, dai quali si comprendono i motivi della devozione mariana dei popoli del continente. Il card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, ha poi recitato la preghiera alla Vergine di Guadalupe, composta per l’occasione. Il coro Musicanova, diretto dal maestro Barchi insieme al coro della Cappella Sistina, ha eseguito il Kyrie, il Gloria, il Sanctus e l’Agnus Dei della Misa criolla del compositore argentino Ariel Ramírez. Erano presenti diciassette cardinali, tra i quali Sodano, decano del Collegio cardinalizio numerosi presuli e prelati della Curia Romana e dell’America Latina.
“Il Successore di Pietro – ha affermato Benedetto XVI nell'omelia – non poteva lasciare trascorrere questo evento senza tenere conto della gioia della Chiesa per i copiosi doni che Dio, nella sua infinita bontà, ha diramato durante questi anni in queste amatissime nazioni che, a così caro prezzo, invocano Maria Santissima”. La “morenita del Tepeyac” divinamente impressa sul telo dell’indio San Juan Diego, oggi esposto nel Santuario di Guadalupe, nei pressi di Città del Messico, "ricorda la 'donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta'", ha osservato il Papa. La Guadalupana “segnala la presenza del Salvatore alla sua popolazione indigena e meticcia” e “ci conduce sempre al suo divino Figlio, il quale si rivela come fondamento della dignità di tutti gli esseri umani, come un amore più forte delle potenze del male e della morte, essendo fonte di gioia, fiducia filiale, consolazione e speranza”. Il Santo Padre si è poi soffermato sul Magnificat, un canto “di ringraziamento per la pienezza di grazie, distribuite nell’Economia della salvezza”, come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica. Si tratta di un “gesto di riconoscenza al Signore e di umiltà della sua serva”, nella quale Dio fece meraviglie “mostrando il suo amore per tutti gli uomini, soprattutto quelli che affrontano dure prove”. Ma il Signore è degno di lode anche “per le meraviglie che ha compiuto nella vita dei popoli latino-americani e del mondo intero” grazie alla Madre di Cristo che, pronunciando il suo “sì”, “manifesta tra gli uomini l’amore di Dio”. E suo Figlio, Gesù, è “la risposta definitiva alla domanda sul senso della vita e agli interrogativi fondamentali che assediano ancora oggi tanti uomini e tante donne del continente americano”, ha detto Benedetto XVI, citando l’Esortazione Apostolica post-sinodale "Ecclesia in America". “Attualmente, mentre si commemora in diversi luoghi dell’America Latina il bicentenario della sua indipendenza, il cammino di integrazione in questo amato Continente avanza, nello stesso tempo che si avverte il suo nuovo protagonismo emergente nell’ordine mondiale”. In questa situazione “è importante che i suoi diversi popoli salvaguardino il loro ricco tesoro di fede e dinamismo storico-culturale, restando sempre difensori della vita umana dal suo concepimento alla fine naturale e promotori della pace; devono ugualmente tutelare la famiglia nella sua genuina natura e missione, intensificando allo stesso tempo un vasto e capillare impegno educativo che prepari rettamente le persone e le faccia coscienti delle proprie capacità, in modo che affrontino onestamente e responsabilmente il loro destino”. Sono chiamati anche a “promuovere sempre più iniziative opportune e programmi efficaci che favoriscano la riconciliazione e la fraternità, accrescano la solidarietà e la cura dell’ambiente, intensifichino gli sforzi per superare la miseria, l’analfabetismo e la corruzione e per sradicare ogni ingiustizia, violenza, criminalità, insicurezza civile, narcotraffico ed estorsione”. Il Pontefice desidera poi “incoraggiare lo zelo apostolico che ora stimola e sostiene la ‘missione continentale’ promossa ad Aparecida, affinché la fede cristiana si radichi più profondamente nel cuore delle persone e dei popoli latinoamericani”. Così, ha sottolineato il Santo Padre, “si moltiplicheranno gli autentici discepoli e missionari del Signore e si rinnoverà la vocazione dell’America Latina e dei Caraibi alla speranza”. “Che la luce di Dio brilli, dunque, sempre più sul volto di ognuno dei suoi figli di questa amata terra e che la sua grazia redentrice orienti le sue decisioni, affinché continuino a procedere senza perdersi d’animo nella costruzione di una società costruita sullo sviluppo del bene, il trionfo dell’amore e la diffusione della giustizia”. “Con questi vivi desideri e sostenuto dall’aiuto della provvidenza divina – ha annunciato Benedetto XVI –, ho intenzione di intraprendere un viaggio apostolico prima della Santa Pasqua in Messico e a Cuba, per proclamare in quei luoghi la Parola di Cristo” e rafforzare la convinzione che “questo è un tempo prezioso per evangelizzare con una fede forte, una speranza viva e una carità ardente”. Invocando l’intercessione di Santa Maria di Guadalupe sui popoli latino-americani, il Papa ha espresso, alla fine, l’auspicio che la Madonna offra “modelli eroici di virtù cristiane” ed un esempio per la “nuova evangelizzazione”.

L'Osservatore Romano, Zenit, SIR

12 dicembre 2011, Santa Messa per l'America Latina - il testo integrale dell'omelia del Papa

Il rabbino capo Jonathan Sacks incontra Benedetto XVI: molto preoccupati per l'anima dell'Europa. Continente e mercato hanno basi ebraico-cristiane

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina Jonathan Sacks (foto), rabbino capo delle Congregazioni Ebraiche Unite del Commonwealth, che questo pomeriggio tiene a Roma una conferenza sul tema “L’Europa ha perso la sua anima?”. Il Papa e il rabbino Sacks sono "evidentemente molto preoccupati per l'anima dell'Europa. L'Europa - spiega lo stesso rabbino ai microfoni di Radio Vaticana - è stata costruita su fondamenta ebraico-cristiane ed anche il mercato è stato costruito su quelle fondamenta. Gli studiosi sono affascinati dal fatto che la Cina, che era molto avanzata rispetto all'Occidente fino al XV secolo e aveva inventato tante cose molto prima dell'Occidente, non sia riuscita a sviluppare un'economia di mercato o una società democratica o una rivoluzione industriale. L'opinione di molti studiosi è che la differenza tra l'Occidente e la Cina sia stata proprio quella eredità ebraico-cristiana". "Nella comunità ebraica - spiega il rabbino inglese - non ci sentiamo emarginati. Troviamo sempre più persone che vengono in Sinagoga, sempre più genitori che vogliono mandare i loro figli alle scuole ebraiche e sta crescendo l'impressione che manchi qualcosa nella cultura laica, dove sono quello che spendo o quello che compro, invece di quello che realmente sono".

TMNews

Il rabbino capo Jonathan Sacks sull'incontro col Papa: preoccupati per l'anima dell'Europa

Udienza del Papa al presidente dell'Armenia: l’importanza del patrimonio cristiano del Paese e l’impegno di educare ai valori fondamentali i giovani

Questa mattina Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza privata Serzh Sargsyan (foto), presidente della Repubblica di Armenia che successivamente, accompagnato dal suo ministro degli esteri Edward Nalbadian, ha incontrato il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone insieme al SottoSegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Ettore Balestrero. Nel corso dei cordiali colloqui, riferisce una nota della Santa Sede, ''dopo aver manifestato vivo compiacimento per i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica di Armenia, le Parti hanno avuto uno scambio di opinioni sul ruolo della Chiesa Armena Apostolica e della Chiesa Cattolica nella società, nonchè sul contributo offerto da entrambi per il bene comune''. Nell'incontro si è anche ''sottolineata l'importanza del patrimonio cristiano del Paese e l'impegno di educare ai valori fondamentali le nuove generazioni''. L'incontro di Sargsyan con il Papa, facilitato da un interprete, è durato circa 15 minuti. Il presidente armeno è giunto in Vaticano con un seguito di dieci persone e ha fatto dono al Pontefice di una statua raffigurante due donne impegnate a nascondere un manoscritto, un episodio legato al genocidio armeno da parte dei turchi. ''Una storia molto commovente'', ha commentato Papa Ratzinger in inglese ascoltando il racconto del presidente. Il presidente armeno si è detto ''molto grato'' dell'incontro: ''E' stato un giorno memorabile'', è stato il suo commento al termine dell'udienza.

Asca

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA: UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI ARMENIA

E' morto il card. John Patrick Foley. Telegramma di cordoglio del Papa: il suo impegno nei media ispiri altri a intraprendere questo apostolato

Il Papa ha espresso il proprio cordoglio per la morte ieri a Philadelphia, negli Stati Uniti, del card. John Patrick Foley (nella foto con Benedetto XVI), Gran Maestro emerito dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il porporato americano, aveva 76 anni ed era da tempo malato di leucemia. In un telegramma all’arcivescovo di Philadelphia, Charles Chaput, Benedetto XVI ricorda con gratitudine la “nobile anima” del card. Foley, apprezzando il servizio da lui svolto con competenza presso la Santa Sede in qualità di presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e poi il suo lavoro a favore delle comunità cristiane della Terra Santa. Il Papa auspica anche che “il suo impegno per la presenza della Chiesa nei media possa ispirare altri a intraprendere questo apostolato così essenziale per l'annuncio del Vangelo e il progresso della nuova evangelizzazione”.

Radio Vaticana