mercoledì 28 dicembre 2011

Nel 2012 il raduno europeo dei giovani di Taizé a Roma. Bertone: il Papa vi dice la gioia che proverà nell’accogliervi, come la città calorosamente

Un incoraggiamento "ad aprire ovunque nel mondo cammini di fiducia": è quanto contenuto nel messaggio, a firma del card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, che Benedetto XVI rivolge in occasione della 34° edizione del raduno europeo dei giovani della comunità ecumenica di Taizé, che si svolge da oggi 28 dicembre fino al 1° gennaio, per la prima volta a Berlino, in Germania. "Mentre siete riuniti a Berlino - si legge nel testo - con migliaia di giovani provenienti da tutt’Europa e anche dagli altri continenti, per cercare con i fratelli della comunità di Taizé di approfondire le sorgenti della fiducia, Papa Benedetto XVI si unisce a voi con la preghiera e vi incoraggia ad aprire ovunque nel mondo cammini di fiducia. L’accoglienza che ricevete, gli scambi con i giovani di numerosi Paesi, i tempi di preghiera che vi uniscono e che vi fanno superare tante barriere umane, sono per ognuno di voi una bella esperienza di fiducia!". La fiducia "non è ingenuità cieca". Questa fiducia, si puntualizza, "attinta dalla vostra fede in Cristo e dalla vita del suo Spirito Santo nei vostri cuori, vi rende più perspicaci e più disponibili per rispondere alle numerose sfide e difficoltà che gli uomini e le donne di oggi devono affrontare". Nel testo si fa poi, in conclusione, riferimento alla prossima edizione del raduno europeo dei giovani di Taizé, la trentacinquesima, annunciata per il 2012 a Roma. "Il Santo Padre vi dice la gioia che proverà nell’accogliervi il prossimo anno per il 35° incontro europeo del vostro 'pellegrinaggio di fiducia sulla terra'. Roma vi accoglierà calorosamente!". All’annuncio segue "la benedizione apostolica ai fratelli di Taizé, ai giovani partecipanti all’incontro di Berlino, come pure ai pastori e ai fedeli che li ospitano".

L'Osservatore Romano

Il 2011 di Benedetto XVI. Vian: più che di riformare le istituzioni si preoccupa di tener viva la fiamma della fede che rischia di spegnersi

Beatificazione di Wojtyla, GMG di Madrid, incontro interreligioso di Assisi, visita al carcere di Rebibbia. Quattro momenti destinati alla storia. A sfogliare con Vatican Insider l’album 2011 dei ricordi vaticani è Giovanni Maria Vian, storico del cristianesimo e direttore de L’Osservatore Romano. "Era dall’11° secolo che un Papa non elevava agli onori degli altari il suo immediato predecessore: l’esemplarità di Karol Wojtyla esce dai confini del cristianesimo - commenta Vian -. E’ stato poi lo stesso Benedetto XVI nello scambio degli auguri di Natale con la Curia romana a mettere la Giornata Mondiale della Gioventù al centro della propria attività nel 2011. A questi due eventi-simbolo dell’anno si aggiungono l’incontro di Assisi esteso ai non credenti e il franco colloquio a Rebibbia. E’stata la prima volta che un Papa rispondeva alle domande dei detenuti". Come nel Pontificato di Karol Wojtyla la grande visione della storia era la profezia del primate di Polonia Stephan Wishinsky, cioè condurre la Chiesa nel terzo millennio, così la prospettiva di Joseph Ratzinger nel 2012, evidenzia Vian, è quella di celebrare il 50° anniversario del più grande avvenimento religioso del XX secolo: il Conclio Vaticano II. "Tanto è vero che Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede, come nel ‘67 fece Paolo VI a ricordo del martirio di Pietro e Paolo fino alla proclamazione nel 1968 del credo del popolo di Dio", sottolinea Vian. "Più che di riformare le istituzioni ecclesiastiche Papa Ratzinger si preoccupa di tener viva la fiamma della fede che rischia di spegnersi in Paesi di antica tradizione cristiana: la gioia della fede vista a Madrid e nel viaggio in Benin è la medicina contro la stanchezza e il tedio", evidenzia il direttore del quotidiano della Santa Sede. "Non è caso il primo libro di Joseph Ratzinger era proprio sulla fraternità cristiana: il Papa vuole parlare a tutti, non solo da teologo ma anche da pastore, non usa gergo ecclesiale, ha alle spalle l’insegnamento in università laiche, di Stato e il confronto con gli studenti". Intanto, però, in quasi sette anni di pontificato, "il governo gentile e discreto di Benedetto XVI ha sostituito il 95% dei vertici della Curia e procede con collegialità, per larghe consultazioni come ha dimostrato il documento firmato in Benin dal Pontefice circondato da vescovi e cardinali". Ed è "esemplare il mondo in cui il Papa ha reagito allo scandalo degli abusi sessuali del clero: si è capito fuori e dentro la Chiesa che faceva sul serio", sottolinea Vian. Rispetto alla pesantezza delle strutture di alcune Chiesa nazionali come quella tedesca, Benedetto XVI indica la strada in un cristianesimo che in quanto minoritario sa essere creativo, agile, in grado di parlare a tutti: "Viaggiare leggeri aiuta nella lunga traversata del deserto", precisa Vian. "Joseph Ratzinger come vescovo di Roma è il teologo più importante dai tempi di Leone Magno, sa che la Chiesa è governata da Cristo, punta sul silenzio, sul rientrare in se stessi". Ma quest’anno il Vaticano ha dovuto gestire, oltre i momenti pubblici cui ha preso parte Benedetto XVI, diversi dossier importanti: sono andate avanti le trattative con la Fraternità di San Pio X per il rientro del gruppo tradizionalista all’interno della Chiesa, i negoziati sono ancora in corso. Problemi invece sono venuti in Irlanda a causa della pubblicazione di un nuovo rapporto governativo sugli abusi sessuali commessi dai sacerdoti nella diocesi di Cloye; più volte Benedetto XVI ha ribadito, nel corso dei mesi, la sua ferma condanna di questi fatti e ha invitato la Chiesa stessa ad un’opera di purificazione e rinnovamento. Tuttavia forti sono state le frizioni diplomatiche fra Santa Sede e Dublino. Ancora vasta eco, a livello internazionale, ha avuto la pubblicazione di una nota dedicata alla crisi economica da parte del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nella quale si chiedeva l’istituzione di un’autorità mondiale che regolasse le transazioni finanziarie e le politiche commerciali. Proprio in questo mese di dicembre si è verificato uno dei fatti più significativi del Pontificato: l’incontro del Papa con i detenuti di Rebibbia, segno profetico e vivente di una Chiesa aperta al mondo. Fra i temi al centro della preoccupazione della Santa Sede c’è stato quello delle persecuzioni di cui sono vittime i cristiani in varie parti del mondo, quindi il Pontefice, in diverse occasioni, sia in Italia che all’estero, ha sottolineato la gravità della crisi economica che ha colpito l’Europa e il resto del pianeta e ha richiamato governanti e popoli a un impegno comune contrassegnato dalla solidarietà per uscire dal difficile momento che si sta attraversando. Fra le decisioni prese dal Papa, da ultimo, ha colpito quella di non consegnare più un discorso specifico ad ogni nuovo ambasciatore che presenta le proprie credenziali al Pontefice, in tal modo è stata adeguata la prassi diplomatica vaticana a quella degli altri Stati. Infine nel corso del 2011 è stato pubblicato il secondo volume del Papa dedicato alla vita di Gesù di Nazaret.

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

A Benedetto XVI gli auguri di buon anno. Il sorriso più grande, un 'ti voglio bene' e un bacio sulla guancia al Papa da Valentina, bambina talassemica

Quattrocentomila persone hanno partecipato alle quarantacinque Udienze generali che Benedetto XVI ha tenuto nei mercoledì del 2011 in Piazza San Pietro, nella Basilica Vaticana, nell’Aula Paolo VI e nel cortile del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. Lo ha reso noto la Prefettura della Casa Pontificia. E questa mattina Aula delle udienze piena per fare gli auguri a Benedetto XVI nell’ultimo mercoledì dell’anno. Valentina, cinque anni, ha sfoderato "proprio per il Papa" il suo sorriso "più grande" e un tenerissimo "ti voglio bene" accompagnato da un bacio sulla guancia. La bambina, talassemica, è voluta venire "da Milano con mamma e papà" per abbracciare Benedetto XVI nei giorni delle festività natalizie. Di progetti concreti di integrazione hanno parlato "con speranza" al Pontefice i rappresentanti della comunità dei cattolici africani francofoni che vivono in Italia. Sono venuti in duecento da Modena, Perugia, Napoli, Tivoli, Civita Castellana e Roma, accompagnati dal loro coordinatore nazionale, don Denis Kibangu Malonda, a ringraziare il Papa per il viaggio in Benin e per l’Esortazione Apostolica "Africae munus", ma anche per esprimere la loro vicinanza ai cattolici nigeriani colpiti dagli atti di violenza proprio a Natale.

L'Osservatore Romano

Il 2011 di Benedetto XVI. Lombardi: anno di grandi messaggi che ci fanno guardare in avanti, ci ha guidati con una intensità di azione e con serenità

"Forse rispetto ad altri anni precedenti, che sono stati anche un po' più travagliati da fenomeni di crisi o di tensione, quest'anno è stato un anno molto bello, positivo, di grandi messaggi che ci fanno guardare in avanti". Lo afferma il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in un bilancio sul 2011 di Benedetto XVI stilato per la Radio Vaticana. "Direi che il Papa veramente ci ha accompagnati e ci ha guidati, in quest’anno, con grandissimi messaggi, con una intensità di azione e anche con serenità", rileva il religioso, per il quale se, tra i diversi avvenimenti che hanno visto Joseph Ratzinger protagonista, il dialogo con gli astronauti della stazione spaziale rappresenta un fatto davvero inedito, il discorso del Papa al Parlamento tedesco, a Berlino, rimarrà come "uno dei grandi discorsi del Pontificato" perchè ribadisce "il riferimento a Dio come saldo fondamento e punto di riferimento della convivenza umana dei valori fondamentali della convivenza e della tutela della dignità dell'uomo". "Mentre in Spagna, nella Giornata Mondiale della Gioventù, c'è stata la grande esperienza della vitalità della fede", il viaggio in Germania, dice padre Lombardi, "mi è sembrato un ammonimento a conservare i valori fondamentali di riferimento in un tempo, in un mondo che è in fase di secolarizzazione". Ma per il portavoce di Benedetto XVI, anche il viaggio dello scorso novembre in Benin "è stato uno degli appuntamenti fondamentali di quest'anno", sia perchè coincideva con la presentazione al Continente africano del "bellissimo, chiaro e semplice" documento finale del Sinodo per l'Africa, sia per "il clima in cui si è svolto il viaggio". "Il Papa - assicura - è stato molto colpito dalla gioia, dalla vitalità di questo popolo che lo ha accolto. Un popolo che vive in difficoltà, che è povero, che ha certamente delle sofferenze e dei grandi problemi ma che manifesta una capacità di guardare in avanti e di gustare la gioia del vivere". Per padre Lombardi, pure la visita del 18 dicembre al carcere romano di Rebibbia "è stata estremamente importante ed emozionante e anche estremamente spontanea, con il dialogo tra il Papa e i carcerati, che ha toccato molto profondamente". "Qui si vede - commenta - come la Chiesa, anche lasciando alla società civile tutte le responsabilità di carattere legislativo, organizzativo di problemi drammatici come quello della giustizia e del carcere, pero' puo' dare un messaggio molto forte, molto vivo e profondo nel senso della riconciliazione, nel senso della speranza di un reinserimento anche di chi ha mancato nella società".

Agi

Il 2011 di Benedetto XVI. Il bilancio di padre Lombardi: anno intenso e sereno, di grandi messaggi che ci fanno guardare in avanti

Il Papa: riscoprire la bellezza di pregare assiame come famiglia alla scuola di quella di Nazaret, divenendo realmente un cuor solo e un'anima sola

Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa ha incentrato la sua riflessione sull’importanza della preghiera nella vita della Santa Famiglia di Nazaret. La nascita del Salvatore è “un mistero di luce che gli uomini di ogni epoca possono rivivere nella fede e nella preghiera”. Benedetto XVI ha quindi invitato a riflettere su come la preghiera “faccia parte della vita della Santa Famiglia di Nazaret. La casa di Nazaret, infatti, è una scuola di preghiera, dove si impara ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato profondo della manifestazione del Figlio di Dio, traendo esempio da Maria, Giuseppe e Gesù”. "Rimane memorabile - ha proseguito - il discorso del Servo di Dio Paolo VI nella sua visita a Nazaret": "Alla scuola della Santa Famiglia noi 'comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo...in primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri'". “Possiamo ricavare alcuni spunti sulla preghiera, sul rapporto con Dio, della Santa Famiglia – ha spiegato il Pontefice - dai racconti evangelici dell’infanzia di Gesù”. Il primo episodio citato è quello della presentazione di Gesù al tempio. “Come ogni famiglia ebrea osservante della legge – ha ricordato -, i genitori di Gesù si recano al tempio per consacrare a Dio il primogenito e per offrire il sacrificio”. Quello della Santa Famiglia, in realtà, “è il pellegrinaggio della fede, dell’offerta dei doni, simbolo della preghiera, e dell’incontro con il Signore, che Maria e Giuseppe già vedono nel figlio Gesù”. La contemplazione di Cristo ha in Maria, poi, “il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale, poiché è nel suo grembo che si è formato, prendendo da lei anche un’umana somiglianza. Alla contemplazione di Gesù nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria”. Infatti, “i ricordi di Gesù, fissati nella sua mente e nel suo cuore, hanno segnato ogni istante dell’esistenza di Maria. Ella vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola”. Maria è “il modello di ogni credente che conserva e confronta le parole e le azioni di Gesù, un confronto che è sempre un progredire nella conoscenza di Gesù. Sulla scia del beato Giovanni Paolo II – ha osservato il Santo Padre - possiamo dire che la preghiera del Rosario trae il suo modello proprio da Maria, poiché consiste nel contemplare i misteri di Cristo in unione spirituale con la Madre del Signore”. La capacità di Maria di vivere dello sguardo di Dio è, secondo Benedetto XVI, “contagiosa. Il primo a farne l’esperienza è stato san Giuseppe”. Nel Vangelo “la sua è una presenza silenziosa ma fedele, costante, operosa. Possiamo immaginare che anche lui, come la sua sposa e in intima consonanza con lei, abbia vissuto gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza di Gesù gustando, per così dire, la sua presenza nella loro famiglia. Giuseppe ha compiuto pienamente il suo ruolo paterno, sotto ogni aspetto. Sicuramente ha educato Gesù alla preghiera, insieme con Maria”. Così, “nel ritmo delle giornate trascorse a Nazaret, tra la semplice casa e il laboratorio di Giuseppe, Gesù ha imparato ad alternare preghiera e lavoro, e ad offrire a Dio anche la fatica per guadagnare il pane necessario alla famiglia”. Vi è un altro episodio che vede la Santa Famiglia di Nazaret raccolta insieme in un evento di preghiera, quando Gesù a dodici anni “si reca con i suoi al tempio di Gerusalemme”. Nell’episodio di Gesù dodicenne, sono registrate anche le sue prime parole: in particolare usa la parola “Padre”, che è “la chiave al mistero di Cristo e apre la chiave al mistero nostro di cristiani, che siamo figli nel Figlio”. Nello stesso tempo Gesù “ci insegna come essere figli con il Padre. Nella preghiera il mistero cristologico e dell’esistenza cristiana è intimamente fondato sulla preghiera. Un giorno Gesù insegnerà a pregare” dicendo “Padre”, non solo con le parole “ma con l’esistenza”: così si “è veri figli e veri cristiani”. Occorre “notare la risonanza che può aver avuto nei cuori di Maria e Giuseppe sentire dalla bocca di Gesù quella parola ‘Padre’”. Da allora, ha precisato il Pontefice, “la vita nella Santa Famiglia fu ancora più ricolma di preghiera”, perché dal cuore di Gesù “non cesserà più di diffondersi e di riflettersi nei cuori di Maria e di Giuseppe questo senso profondo della relazione con Dio Padre”. La Famiglia di Nazaret è “il primo modello della Chiesa in cui, intorno alla presenza di Gesù e grazie alla sua mediazione, si vive tutti la relazione filiale con Dio Padre, che trasforma anche le relazioni interpersonali e umane”. Perciò, “la Santa Famiglia è icona della Chiesa domestica, chiamata a pregare insieme”. La famiglia è “la prima scuola di preghiera”. In essa “i bambini, fin dalla più tenera età, possono imparare a percepire il senso di Dio, grazie all’insegnamento e all’esempio dei genitori”. “Un’educazione autenticamente cristiana – ha chiarito - non può prescindere dall’esperienza della preghiera. Se non si impara a pregare in famiglia, sarà poi difficile riuscire a colmare questo vuoto. Vorrei pertanto rivolgere l’invito a riscoprire la bellezza di pregare assieme come famiglia alla scuola della Santa Famiglia di Nazaret e così divenir realmente un cuor solo e un’anima sola, una vera famiglia”.

SIR, Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

'La Meglio Gioventù di Benedetto XVI', domani su 'Rai Uno' lo speciale sulla 'generazione Ratzinger' e la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid

“Questa è la gioventù del Papa”, gridano tutti in coro mentre seguono ovunque Benedetto XVI. Ma chi sono veramente? Che cosa pensano e che cosa rappresentano questi ragazzi che il Papa teologo è riuscito ad attrarre intorno a sé e alla sua Chiesa? “La Meglio Gioventù di Benedetto XVI” è il loro “ritratto dal vivo”; è un bilancio, un commento e una riflessione sui protagonisti della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid celebrata lo scorso agosto, su coloro che hanno saputo animare passo dopo passo il cammino del Pontefice. Un percorso, fatto di immagini e parole, che conduce tutti noi a riconoscere nei giovani della “generazione Ratzinger” uno tra i più efficaci strumenti della nuova evangelizzazione, il volto gioioso del cristianesimo del terzo millennio. Il programma è stato realizzato dalla struttura Rai Vaticano, attraverso la collaborazione dei giornalisti delle testate Rai. Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1, traccia un quadro delle contraddizioni che investono la Spagna moderna, non più così profondamente cattolica come un tempo; Lucio Brunelli, del Tg2, offre una vasta panoramica sui volti, le voci e i personaggi incontrati lungo le strade delle giornate spagnole; Sergio Criscuoli, del Tg3, racconta in diretta la cronaca degli indimenticabili momenti di questa Giornata Mondiale della Gioventù madrilena. Il tutto con il coordinamento editoriale di Filippo Di Giacomo. “La Meglio Gioventù di Benedetto XVI”, venerdì 30 dicembre, ore 23.40, Rai Uno.

Rai Vaticano - Il blog

Il Concistoro per i nuovi cardinali previsto per il 18 febbraio 2012. Dopo gli elettori nominati da Benedetto XVI avranno la maggioranza

Nell'anno che viene, "a Dio piacendo", è previsto il quarto Concistoro di Benedetto XVI, con la creazione di nuovi cardinali. E grazie a queste nuove immissioni il numero dei porporati votanti di nomina ratzingeriana supererà per la prima volta quelli di nomina wojtyliana nel collegio degli elettori del Papa. La data più probabile del nuovo Concistoro sarà il fine settimana che precede il 22 febbraio, festa liturgica della Cattedra di San Pietro: festa tradizionalmente associata ai Concistori ma il prossimo anno non utilizzabile, perché coincidente con il Mercoledì delle Ceneri. In tutti e tre i precedenti Concistori di Benedetto XVI, tenuti il 24 marzo 2006, il 24 novembre 2007 e il 20 novembre 2010, l’annuncio ufficiale è stato dato circa un mese prima e sempre alla fine di una Udienza generale del mercoledì: rispettivamente il 22 febbraio, il 17 ottobre e il 20 ottobre di quegli anni. Se questa cadenza temporale verrà mantenuta anche questa volta, si può ipotizzare che i nomi dei nuovi cardinali da creare il 19 febbraio potrebbero essere resi noti alla fine dell'Udienza di mercoledì 18 gennaio. Finora Benedetto XVI ha creato 62 cardinali, 12 dei quali al momento di ricevere la porpora avevano già superato gli ottant'anni. Attualmente ne sono in vita 57 e quelli con diritto di voto sono 46, che diventeranno 45 il 13 gennaio prossimo, quando il cinese Joseph Zen supererà l’età che non consente più a un cardinale di partecipare a un conclave. In base alle norme stabilite da Paolo VI nel 1973 e confermate da Giovanni Paolo II il numero massimo dei cardinali elettori, cioè quelli che secondo quanto stabilito nel 1970 col Motu Proprio “Ingravescentem aetatem” avendo meno di ottanta anni hanno il diritto di partecipare a un eventuale conclave, è fissato in 120. Attualmente i cardinali sono 192. Quelli con meno di ottanta anni ammontano a 109, che scenderanno a 107 il 19 febbraio: oltre a Zen, infatti, avrà compiuto 80 anni, il 6 gennaio, anche il portoghese José Saraiva Martins. Questo vuol dire che al prossimo Concistoro i nuovi porporati saranno almeno 13, ma più probabilmente 15 e più, visto che nei mesi successivi del 2012 altri 11 porporati compiranno 80 anni. Benedetto XVI ha finora superato il tetto dei 120 di una sola unità, è successo nel 2007 e nel 2010. Questa volta quindi le nomine in più potrebbero essere leggermente più numerose, ma sempre di molto inferiori a quelle avutesi con Giovanni Paolo II quando si arrivò, dopo i Concistori del 2001 e del 2003, alla cifra record di 135 cardinali elettori. Nel Palazzo apostolico sono già cominciate e circolare le liste dei nuovi cardinali, ma quella definitiva verrà stabilità, come sempre, solo pochissimi giorni prima dell’annuncio. Nel Concistoro del 2010 metà dei posti cardinalizi venne assegnata ai dirigenti della curia e di altri uffici ecclesiastici romani che prevedono un porporato nell’incarico. Per il 2012 le nomine attese riguardano gli italiani Fernando Filoni (prefetto di Propaganda Fide), Domenico Calcagno (presidente dell’APSA), Giuseppe Versaldi (presidente della prefettura degli affari economici della Santa Sede) e Giuseppe Bertello (presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano), il brasiliano João Braz de Aviz (prefetto della Congregazione per i religiosi), lo statunitense Edwin F. O’Brien (pro-gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro) e lo spagnolo Santos Abril y Castello (arciprete della Basilica papale di Santa Maria Maggiore). A questi potrebbero essere aggiunti Francesco Coccopalmerio (presidente del pontificio Consiglio per i Testi Legislativi) e/o Rino Fisichella (presidente del neonato Consiglio per la Nuova Evangelizzazione). Per quanto riguarda le diocesi tradizionalmente guidate da un cardinale, sembra che verrà rispettata la prassi che prevede di non crearne uno nuovo laddove sia presente un emerito che non ha ancora superato gli ottant’anni. Un'eccezione, se vi sarà, potrebbe essere fatta per Timothy Dolan, a New York, e per il domenicano Dominik Duka, a Praga, i cui emeriti compiranno 80 anni, rispettivamente, il 2 aprile e il 17 maggio prossimi. Nella lista dovrebbero entrare i nuovi arcivescovi di Berlino (Rainer Maria Woelki), di Toronto (Thomas C. Collins) e di Utrecht (Willem J. Eijk), il vescovo di Hong Kong (John Tong), nonché in Libano il nuovo patriarca maronita Bechara Rai e in India il nuovo arcivescovo maggiore dei siro-malabaresi George Alencherry. Più complessa la questione delle sedi vescovili il cui cardinale emerito non è andato in pensione ma è stato chiamato a un altro incarico nella Curia romana. È il caso di Firenze, di Toledo e del Quebec, i cui "arcivescovi emeriti” (così definiti nell’Annuario pontificio) sono ora, rispettivamente, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (Ennio Antonelli), prefetto della Congregazione del Culto Divino (Antonio Cañizares) e prefetto del dicastero per i vescovi (Marc Ouellet). Nel 2010 la prassi di escludere la presenza in una medesima sede di due cardinali votanti venne applicata rigorosamente anche in simili casi. Per il 2012 non sarebbe stata presa ancora una decisione definitiva, anche se sembra prevalere l'idea di confermare questa applicazione rigida. Dovranno attendere un altro turno gli arcivescovi di Los Angeles, Filadelfia, Westminster, Malines-Bruxelles, Torino, Siviglia, Rio de Janeiro, São Salvador da Bahia, Santiago del Cile, Bogotà, Quito, Giakarta, Manila. Aldilà dei nomi prescelti, rimane il fatto che nel corso del 2012, con il nuovo Concistoro e con i 13 cardinali che supereranno gli 80 anni, due soli dei quali creati durante l’attuale Pontificato (Zen e il filippino Gaudencio Rosales), il Collegio degli elettori del Papa sarà per la prima volta composto da porporati in maggioranza creati da Benedetto XVI. Resta fermo, naturalmente, che Papa Ratzinger potrà creare il 18 febbraio anche uno o più cardinali “ad honorem”, che cioè hanno già superato gli 80 anni.

Sandro Magister, www. chiesa