mercoledì 11 gennaio 2012

Il Papa riceve il vescovo di Ratisbona Gerhard Ludwig Müller. Non del tutto scartata l'ipotesi della sua nomina a prefetto di Dottrina della Fede

Il Papa ha ricevuto questa mattina in udienza, nello studio dell'Aula Paolo VI, mons. Gerhard Ludwig Müller (foto), vescovo di Ratisbona in Germania. Secondo alcune indiscrezioni circolate in queste settimane in Vaticano, Benedetto XVI starebbe valutando di affidare a Müller il delicato compito di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede quando l'attuale responsabile, il cardinale statunitense William Levada, andrà in pensione, prevedibilmente nel corso dell'anno. La Sala Stampa della Santa Sede rende noto, intanto, che ieri pomeriggio il Papa ha ricevuto anche il cardinale tedesco Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, molto stimato dal Papa.

TMNews

LE UDIENZE

Verso la conclusione il lungo processo di istituzionalizzazione del Cammino Neocatecumenale. Il 20 gennaio il Papa invia in missione le famiglie

E' durato 10 anni. Ma venerdì 20 gennaio, in presenza del Papa, dovrebbe essere annunciata la conclusione dell’assetto istituzionale del Cammino Neocatecumenale. Quel giorno, Benedetto XVI riceverà in udienza nella Aula Paolo VI migliaia di membri della comunità fondata nel 1964 da Francisco Argüello (foto), detto ‘Kiko’, e da Carmen Hernández. Il Papa, quest'anno ancora, dovrebbe mandare in missione nel mondo intero numerose famiglie. A fine dicembre, ha appreso Vatican Insider, il Pontificio Consiglio per i Laici ha approvato la prassi liturgica del Cammino Neocatecumenale. Si conclude così un lungo iter. Nel maggio 2008, già, il dicastero vaticano aveva approvato in modo definitivo gli statuti del Cammino dopo 5 anni Ad experimentum. Poi, nel dicembre 2010, fu lo stesso dicastero, con l'attento lavoro della Congregazione per la Dottrina della Fede, ad approvare la pubblicazione del Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale. L'ultimo passo del Cammino riguardava le celebrazioni liturgiche, ma anche quelle non strettamente liturgiche. In effetti, la Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti ha insistito sulla necessità di differenziare le Sante Messe dagli altri incontri. Quel dicastero, nel dicembre 2005, aveva chiesto al Cammino di rispettare la liturgia della Chiesa. A nome di Papa Benedetto, l'allora cardinale prefetto Francis Arinze chiedeva innanzittutto alla comunità di accettare e di seguire i libri liturgici approvati dalla Chiesa, “senza omettere né aggiungere nulla“, reintegrando il Credo e l'Agnus Dei. Poi chiedeva al Cammino di inserirci di più nella vita delle parrocchie, di riservare l'omelia al sacerdote o al diacono, e anche di adottare il modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la comunione: in piedi. Infine, si concedeva che lo scambio della pace abbia luogo prima dell'offertorio. Tale prassi e stata adottata dalla comunità che vede così finire in lungo camino con Roma. Non e detto, pero, che il cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, attuale prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, non rimarrà attento in futuro.

Antoine-Marie Izoard, Vatican Insider

Domenica le celebrazioni a un anno dall'erezione dell'Ordinariato di Nostra Signora di Walsingham. Il 22 febbraio l'incontro con Benedetto XVI

Vespri solenni alle cinque del pomeriggio, una processione del Santissimo Sacramento e una benedizione nella chiesa di St. James, nel centro di Londra, guidati dall’ordinario mons. Keith Newton (nella foto con Benedetto XVI). Così domenica prossima, 15 gennaio, l’Ordinariato di Nostra Signora di Walsingham, eretto dal Papa un anno fa, con la Costituzione Apostolica “Anglicanorum coetibus”, per accogliere anglicani che hanno deciso di diventare cattolici, mantenendo forme della loro liturgia, festeggerà il suo primo anniversario. “Si tratta di una opportunità per i membri dell’Ordinariato, amici e simpatizzanti, sia cattolici che anglicani di riunirsi per ringraziare Dio delle molte benedizioni che abbiamo ricevuto negli ultimi dodici mesi”, si legge sul sito dell’Ordinariato www.ordinariate.org.uk. La più importante delle quali è “il caloroso benvenuto che gli ex anglicani hanno ricevuto dai sacerdoti e i laici delle chiese cattoliche”. Al tema del ringraziamento per l’accoglienza ricevuta nella Chiesa cattolica è dedicato anche il pellegrinaggio a Roma al quale i membri dell’Ordinariato parteciperanno, dal 19 al 25 febbraio prossimi, durante il quale verranno ricevuti, mercoledì 22 febbraio, in Udienza generale dal Papa. Anche il settimanale cattolico Catholic Herald dedica una pagina al primo anniversario dell’Ordinariato raccontando le storie degli anglicani diventati cattolici. Sono tutte testimonianze molto positive che parlano di “homecoming”, ovvero ritorno a casa. Di solito i membri dell’Ordinariato frequentano, nella nuova parrocchia, una Messa celebrata in particolare per loro, ma tutti testimoniano il calore e l’affetto con il quale la comunità parrocchiale li ha accolti. Sul sito dell’Ordinariato mons. Keith Newton dà anche un entusiastico benvenuto alla nomina del reverendo Jeffrey Steenson come il primo ordinario degli Stati Uniti. La nomina segna l’avvio ufficiale del secondo Ordinariato personale. Sempre mons. Keith Newton annuncia anche che almeno altri venti pastori e diverse centinaia dei loro parrocchiani entreranno a far parte della Chiesa Cattolica nei prossimi mesi.

SIR

All'Udienza generale anche un raro esemplare di coccodrillo cubano, insieme ai dipendenti del Bioparco di Roma nel centenario della fondazione

A coronamento dell'anno del centenario del Giardino Zoologico di Roma i dipendenti del Bioparco e le loro famiglie hannp partecipeto questa mattina all'Udienza generale del Papa in Vaticano. "A rendere fortemente simbolico il momento - recita una nota del Bioparco - sarà la presenza di un raro esemplare di coccodrillo cubano (Crocodylus rhombifer), in rappresentanza dei 1200 animali ospiti del Bioparco e a testimonianza dell'opera di salvaguardia e di educazione ambientale svolta dalla struttura". Il coccodrillo cubano, che ha visto ridursi dell'80% la propria popolazione, sopravvive soltanto in un'area ristretta dell'isola ed è classificato come criticamente minacciato dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. "Il giovane esemplare, dopo un periodo di affidamento al Bioparco e recupero delle condizioni ottimali, sarà restituito alla sua terra d'origine, in singolare coincidenza con il viaggio apostolico di Benedetto XVI" a Cuba, nel marzo prossimo. "Come struttura di prestigio internazionale operante nella diocesi del Papa - sottolinea il presidente della Fondazione Bioparco, Paolo Giuntarelli - desideriamo accompagnare idealmente, con un gesto significativo, il cammino del Vescovo di Roma". ''In questo anno centenario - ha proseguito Giuntarelli - abbiamo fatto memoria del duplice servizio che il Bioparco ha reso, nell'arco di un secolo, alla città e al mondo. Con settecentomila visitatori all'anno, la struttura costituisce infatti uno dei luoghi di svago e di aggregazione piu' amati dalle famiglie romane. Al tempo stesso, attraverso la conservazione di specie rare, originarie dei cinque continenti, contribuisce in modo specifico alla missione universale dell'Urbe''. A ricordo dell'incontro, il Papa riceverà in dono una scultura dell'artista Michele Vitaloni, raffigurante il momento della schiusa di un uovo di tartaruga, quale simbolo delle numerose nascite che si registrano al Bioparco.

TMNews, Asca

Clown, acrobati e giocolieri dei Circhi presenti a Roma si esibiscono nell'Aula Paolo VI, davanti agli occhi divertiti di Benedetto XVI



L’Udienza generale di questa mattina di Papa Benedetto XVI è stata ‘movimentata’ da clown, acrobati e giocolieri dei Circhi presenti in questi giorni a Roma, il Medrano, l'Acquatico e il Rony Roller, che si sono esibiti brevemente nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Il primo a farsi avanti è stato un clown vestito di azzurro, che ha finto di inciampare sui gradini del palco, seguito da un gruppo di saltimbanchi cinesi che, nonostante gli uomini della sicurezza del Vaticano li avessero sconsigliati, hanno creato una piramide umana davanti agli occhi divertiti di Papa Ratzinger,il quale alla fine ha detto a tutti gli artisti il suo "grazie per la vostra esibizione".

Agi

Il Papa: l'Eucaristia cibo dei pellegrini, diventa forza per chi è stanco, sfinito e disorientato. Gesù si dona perché la nostra vita non vada perduta

Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi, riprendendo il ciclo sulla preghiera, il Papa ha incentrato la sua meditazione sulla preghiera di Gesù nell’Ultima Cena (Mt 26,26-28).
Gesù “guarda alla sua Passione, Morte e Risurrezione, essendone pienamente consapevole. Vuole vivere questa Cena con i suoi discepoli, con un carattere del tutto speciale e diverso dagli altri conviti; è la sua Cena, nella quale dona Qualcosa di totalmente nuovo: Se stesso. In questo modo, Gesù celebra la sua Pasqua, anticipa la sua Croce e la sua Risurrezione”. Una “novità”, questa, che “ci viene evidenziata dalla cronologia dell’Ultima Cena nel Vangelo di Giovanni, il quale non la descrive come la cena pasquale, proprio perché Gesù intende inaugurare qualcosa di nuovo, celebrare la sua Pasqua, legata certo agli eventi dell’Esodo. E per Giovanni Gesù morì sulla croce proprio nel momento in cui, nel tempio di Gerusalemme, venivano immolati gli agnelli pasquali”. "Qual è allora il nucleo di questa Cena?" si è chiesto il Pontefice: “Sono i gesti dello spezzare il pane, del distribuirlo ai suoi e del condividere il calice del vino con le parole che li accompagnano e nel contesto di preghiera in cui si collocano: è l’istituzione dell’Eucaristia, è la grande preghiera di Gesù e della Chiesa”. Le tradizioni neotestamentarie dell’istituzione dell’Eucaristia, ricordate dal Pontefice con Paolo e Luca, Marco e Matteo, riportano, dal greco, un significato di “eucaristia/ringraziamento” e “eulogia/benedizione”, che rimandano direttamente alla berakha ebraica, grande preghiera della tradizione d’Israele. “La berakha - ha spiegato il Santo Padre - è anzitutto ringraziamento e lode che sale a Dio per il dono ricevuto: nell’Ultima Cena di Gesù, si tratta del pane – lavorato dal frumento che Dio fa germogliare e crescere dalla terra – e del vino prodotto dal frutto maturato sulle viti. Questa preghiera di lode e ringraziamento, che si innalza verso Dio – ha proseguito il Papa – ritorna come benedizione, che scende da Dio sul dono e lo arricchisce. Il ringraziare, lodare Dio diventa così benedizione, e l’offerta donata a Dio ritorna all’uomo benedetta dall’Onnipotente”. Ma “prima delle parole dell’istituzione”, ha sottolineato il Santo Padre, “vengono i gesti: quello dello spezzare il pane e quello dell’offrire il vino”: “Chi spezza il pane e passa il calice è anzitutto il capofamiglia, che accoglie alla sua mensa i familiari, ma questi gesti sono anche quelli dell’ospitalità, dell’accoglienza alla comunione conviviale dello straniero, che non fa parte della casa. Questi stessi gesti, nella cena con la quale Gesù si congeda dai suoi, acquistano una profondità del tutto nuova: Egli dà un segno visibile dell’accoglienza alla mensa in cui Dio si dona. Gesù nel pane e nel vino offre e comunica Se stesso”. Gesù “sa che la vita sta per essergli tolta attraverso il supplizio della croce, la pena capitale degli uomini non liberi”: con il dono del pane e del vino che offre nell’Ultima Cena, “Gesù anticipa la sua morte e la sua risurrezione realizzando ciò che aveva detto nel discorso del Buon Pastore: 'Io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio'. Egli offre in anticipo la vita che gli sarà tolta e in questo modo trasforma la sua morte violenta in un atto libero di donazione di sé per gli altri e agli altri. La violenza subita si trasforma in un sacrificio attivo, libero e redentivo”. "Ancora una volta nella preghiera, iniziata secondo le forme rituali della tradizione biblica, Gesù mostra la sua identità e la determinazione a compiere fino in fondo la sua missione di amore totale, di offerta in obbedienza alla volontà del Padre. La profonda originalità del dono di Sé ai suoi, attraverso il memoriale eucaristico, è il culmine della preghiera che contrassegna la cena di addio con i suoi”. Guardando i gesti e le parole di Gesù, “vediamo chiaramente che il rapporto intimo e costante con il Padre è il luogo in cui egli realizza il gesto di lasciare ai suoi, e a ciascuno di noi, il Sacramento dell'amore”. Nel suo Vangelo, ha proseguito il Pontefice, Luca ci rivela un “elemento prezioso” dell’Ultima Cena che “permette di vedere la profondità commovente della preghiera di Gesù per i suoi in quella notte, l’attenzione per ciascuno. Partendo dalla preghiera di ringraziamento e di benedizione, Gesù giunge al dono eucaristico, al dono di Se stesso, e, mentre dona la realtà sacramentale decisiva, si rivolge a Pietro” e gli dice: “Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. “La preghiera di Gesù, quando si avvicina la prova anche per i suoi discepoli – il commento del Papa – sorregge la loro debolezza, la loro fatica di comprendere che la via di Dio passa attraverso il Mistero pasquale di morte e risurrezione, anticipato nell’offerta del pane e del vino. L’Eucaristia è cibo dei pellegrini che diventa forza anche per chi è stanco, sfinito e disorientato. E la preghiera - ha continuato Benedetto XVI - è particolarmente per Pietro, perché, una volta convertito, confermi i fratelli nella fede. L’evangelista Luca ricorda che fu proprio lo sguardo di Gesù a cercare il volto di Pietro nel momento in cui questi aveva appena consumato il suo triplice rinnegamento, per dargli la forza di riprendere il cammino dietro a Lui”. Partecipando all'Eucaristia, ha affermato, “viviamo in modo straordinario la preghiera che Gesù ha fatto e continuamente fa per ciascuno affinché il male, che tutti incontriamo nella vita, non abbia a vincere e agisca in noi la forza trasformante della morte e risurrezione di Cristo”. Nell’Eucaristia, ha spiegato il Papa, la Chiesa risponde al comando di Gesù: “Fate questo in memoria di me”, ripete “la preghiera di ringraziamento e di benedizione e, con essa, le parole della transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue del Signore”. Le nostre Eucaristie, perciò, “sono un essere attirati in quel momento di preghiera, un unirci sempre di nuovo alla preghiera di Gesù”. Fin dall’inizio, infatti, “la Chiesa ha compreso le parole di consacrazione come parte della preghiera fatta insieme a Gesù; come parte centrale della lode colma di gratitudine, attraverso la quale il frutto della terra e del lavoro dell’uomo ci viene nuovamente donato da Dio come corpo e sangue di Gesù, come auto-donazione di Dio stesso nell’amore accogliente del Figlio. Partecipando all’Eucaristia, nutrendoci della Carne e del Sangue del Figlio di Dio, noi uniamo la nostra preghiera a quella dell’Agnello pasquale nella sua notte suprema, perche la nostra vita non vada perduta, nonostante la nostra debolezza e le nostre infedeltà, ma venga trasformata”. “Chiediamo al Signore – l’esortazione finale di Benedetto XVI – che, dopo esserci debitamente preparati, anche con il Sacramento della Penitenza, la nostra partecipazione alla sua Eucaristia, indispensabile per la vita cristiana, sia sempre il punto più alto di tutta la nostra preghiera. Domandiamo che, uniti profondamente nella sua stessa offerta al Padre, possiamo anche noi trasformare le nostre croci in sacrificio, libero e responsabile, di amore a Dio e ai fratelli”.

SIR, Radio Vaticana, AsiaNews

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Benedetto XVI nomina segretario della Congregazione per i vescovi mons. Lorenzo Baldisseri, finora nunzio apostolico in Brasile

Papa Benedetto XVI ha nominato segretario della Congregazione per i vescovi mons. Lorenzo Baldisseri, arcivescovo titolare di Diocleziana, finora nunzio apostolico in Brasile. Diplomatico vaticano di lungo corso, nei mesi scorsi il 71enne Baldisseri era stato in predicato di diventare nunzio apostolico in Italia, incarico poi assunto dal suo 'collega' Adriano Bernardini, nunzio in Argentina. Molto stimato in Vaticano per aver concluso un accordo con il governo brasiliano del presidente Lula da Silva e per aver preparato con successo il viaggio di Benedetto XVI nel paese nel maggio 2007. Con il suo arrivo a Roma un prelato italiano torna a essere presente ai vertici della Congregazione che si occupa delle nomine vescovili, dopo che il precedente numero due, il portoghese Manuel Monteiro de Castro, il 5 gennaio è stato promosso Penitenziere maggiore e poche ore dopo il suo nome risultava inserito nella lista dei nuovi cardinali. Il futuro porporato Monteiro de Castro, 73 anni, anch’egli proveniente dalle fila della diplomazia pontificia, è stato segretario per appena due anni e mezzo. Per la seconda volta è stato nominato un segretario più anziano del numero uno che guida il dicastero: il card. Marc Ouellet ha infatti 67 anni, quattro in meno del nunzio in Brasile.

Asca, Vatican Insider

RINUNCE E NOMINE

Il Papa in Messico e a Cuba. I cattolici cubani residenti nel sud della Florida pellegrini nell'Isola per incontrare Benedetto XVI

L'arcidiocesi di Miami ha confermato un pellegrinaggio a Cuba per consentire ai devoti cattolici cubani del sud della Florida di partecipare al viaggio nell'isola di Papa Benedetto XVI, prevista per la fine di marzo. I dettagli saranno comunicati entro dieci giorni, secondo gli incaricati dall’arcidiocesi di Miami. “Spero che saranno centinaia le persone che andranno a Cuba” ha detto l'arcivescovo di Miami, Mons. Thomas Wenski, durante un incontro con El Nuevo Herald e The Miami Herald. Mons. Wenski ha ribadito che il viaggio del Santo Padre, oltre a rafforzare la fede cattolica nell'isola, servirà anche per unire i cattolici cubani che vivono sull’isola con quelli fuori dell'isola. “Spero che il Papa ancora una volta insista nel promuovere l'idea della riconciliazione” ha sottolineato Mons. Wenski, che ha sempre voluto mantenere uno stretto legame tra la Chiesa Cattolica in Florida e quella a Cuba. Recentemente l'arcivescovo di Miami ha concelebrato, insieme con i vescovi di Cuba, una Messa all'aperto a La Habana, che ha segnato la fine dei tre anni di preparazione al Giubileo Mariano del 2012, promosso dai vescovi di Cuba per commemorare i 400 anni del ritrovamento dell'immagine della Vergine della Carità, patrona di Cuba, che ha gettato le basi per il culto cristiano nell'isola. Durante il suo viaggio apostolico, dal 26 al 28 marzo, il Papa visiterà il Santuario di Nostra Signora della Carità a El Cobre, a Santiago de Cuba, che conserva l'immagine originale della Vergine, ritrovata nella baia di Nipe nel 1612.

Fides

Le statistiche sui cardinali creati dagli ultimi sei Papi ridimensionano le critiche a Benedetto XVI. Anche per l'Africa, nessuna marcia indietro

Dopo l'annuncio da parte di Benedetto XVI del Concistoro del 18-19 febbraio non sono mancate, nei media italiani e di altri Paesi, reazioni critiche anche di osservatori tutt’altro che ostili all’attuale Pontificato. Le critiche si sono appuntate soprattutto sul peso che nella scelta dei nuovi cardinali avrebbe avuto il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. Ma oggettivamente investono anche il Pontefice regnante. È il Papa in persona infatti che, secondo le norme, e certamente con Benedetto XVI anche nella realtà, "liberamente" sceglie gli uomini "costituiti almeno nell’ordine del presbiterato" che meritano di essere promossi cardinali, essendosi "in modo eminente distinti per dottrina, pietà e prudenza nel disbrigo degli affari", come recita il primo comma del canone 351 del Codice di Diritto Canonico. Le critiche non colpiscono propriamente i singoli ecclesiastici "premiati" con la porpora, la stragrande maggioranza dei quali ricoprono incarichi che la prevedono secondo le norme vigenti: o in Curia (i prefetti di Congregazioni Fernando Filoni e Joao Braz de Aviz, il penitenziere Manuel Monteiro de Castro, i presidenti dell’APSA Domenico Calcagno e della Prefettura degli Affari Economici Giuseppe Versaldi), o a Roma (l’arciprete di Santa Maria Maggiore Santos Abril y Castello, il governatore dello Stato della Città del Vaticano Giuseppe Bertello, il Gran Maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro Edwin F. O’Brien), oppure alla guida di sedi episcopali di ormai consolidata tradizione cardinalizia (George Alencherry a Ernakulam dei siro-malabaresi, Thomas C. Collins a Toronto, Willem J. Eijk a Utrecht, Rainer M. Woelki a Berlino, John Tong Hon a Hong Kong). Le uniche nomine che hanno fatto uno strappo alla regola riguardano due presidenti di Pontifici Consigli per i quali la porpora non è d'obbligo (Francesco Coccopalmerio e Antonio Maria Vegliò) e quelle sedi per le quali si è derogato alla prassi che prevede di non creare un nuovo cardinale là dove già ne è presente uno con meno di 80 anni e quindi con diritto di voto in un eventuale conclave. Così Firenze, con Giuseppe Betori, ha ricevuto la porpora che invece non ha raggiunto Toledo e Quebec, quando tutte e tre queste sedi hanno i rispettivi emeriti con meno di 80 anni che sono stati chiamati a ricoprire incarichi nella Curia romana. Mentre il cardinalato a Timothy M. Dolan a New York e Dominik Duka a Praga sembra spiegabile col fatto che i rispettivi emeriti compiranno gli 80 anni tra breve, nell'ordine il 2 aprile e il 17 maggio. Nessuno dei cinque nuovi cardinali "in sovrappiù" ora citati può comunque essere annoverato tra i favoriti del card. Bertone. Ciò detto, rimane il fatto inoppugnabile, criticato da vari commentatori, che le porpore concesse da Papa Joseph Ratzinger alla Curia romana e ad ecclesiastici italiani sono particolarmente numerose. Nel prossimo Concistoro come anche nei tre precedenti del suo Pontificato. I numeri parlano da sé. In quattro Concistori Benedetto XVI ha infatti creato o si appresta a creare (i cardinali annunciati il 6 gennaio diverranno realmente tali solo il 18 febbraio) 84 porporati, di cui 68 elettori. Tra questi ultimi gli italiani sono 21 (il 30,1%) e i curiali 28 (il 41,2%). Sono quote ben più alte di quelle registrate con Giovanni Paolo II (su 209 cardinali elettori da lui creati gli italiani furono 46, il 22%, e i curiali 61, il 29,2%), con Paolo VI (che nominò 144 porporati tra cui 38 italiani, il 26,4%, e 40 curiali, il 27,8%) e anche con Pio XII (tra i suoi 54 cardinali gli italiani furono 13, il 24,1%, e i curiali 10, il 18,5%: percentuale, quest'ultima, curiosamente più bassa di quelle di tutti i Papi suoi successori). Sempre riguardo alla preponderanza di italiani e di curiali nelle creazioni cardinalizie balza agli occhi, invece, una singolare analogia tra il Pontificato di Papa Ratzinger e quello di Giovanni XXIII. Con Papa Angelo Giuseppe Roncalli infatti, con il quale Benedetto XVI sembra condividere un certo candore misto ad astuzia nel rapportarsi alle promozioni ecclesiastiche, i cardinali creati furono 52 e di questi gli italiani arrivarono a 23, ben il 44,2%, e i curiali a 26, addirittura la metà del totale. Non è quindi un caso, forse, che a difesa della lista dei nuovi cardinali sia sceso in campo con un commento sul Corriere della Sera lo storico Alberto Melloni, capofila della scuola di Bologna che ha dato un contributo decisivo alla compilazione della "Positio" servita a portare agli altari il Beato Giovanni XXIII. Melloni ne ha approfittato per segnalare i propri beniamini nel nuovo Concistoro (Filoni e Bertello, Tong e Betori) e non ha celato il proprio disappunto per il "clamoroso", a suo dire, rinvio della porpora al giovane arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle, uno degli autori della discussa "Storia del Concilio Vaticano II" prodotta dalla scuola di Bologna. Tornando ai numeri dei Concistori di Papa Ratzinger, c’è infine da aggiungere che sembrano immotivate le critiche per una presunta sua scarsa considerazione nei confronti della Chiesa in Africa. Finora Benedetto XVI ha concesso a quel continente 6 porpore “votanti”, l’8,8%. Giovanni Paolo II ne concesse complessivamente 16, il 7,6%, e Paolo VI 12, l’8,2%. È invece vero che finora l’attuale Pontefice, con solo 7 porpore, il 10,3%, ha “premiato” l’America latina meno dei suoi predecessori. Papa Karol Wojtyla ne concesse 35, il 16,7%, e Papa Giovanni Battista Montini 18, il 12,5%. Ma Benedetto XVI potrà rifarsi con questo continente nei futuri Concistori, “a Dio piacendo”. Potrà creare nuovi cardinali nelle non poche diocesi dove l'unico attuale ostacolo è la presenza di un emerito votante (Bogotà, Rio de Janeiro, Santiago del Cile, San Salvador, Quito) o dove il titolare ha già superato i 75 anni e si appresta a lasciare (L’Avana, Santo Domingo, Buenos Aires).

Sandro Magister, www. chiesa

Cardinali, non conta la nazionalità, l'importante è che ascoltino il mondo

Si prepara la prima udienza che il Papa concederà al presidente del Consiglio Mario Monti. La delegazione del premier e i probabili temi del colloquio

Con estrema attenzione al dettaglio, che in diplomazia è questione di sostanza, nel Palazzo Apostolico si prepara la prima udienza che il Papa concederà al presidente del Consiglio Mario Monti (foto), sabato alle 11.00. Se si escludono i viaggi urgenti a Bruxelles, Parigi e Berlino, l'incontro, una semplice 'udienza', sarà la prima trasferta estera di Monti, segno dell'attenzione che il premier tributa ai rapporti con la Santa Sede. Ed avrà la particolarità che il premier sarà accompagnato da due ministri: il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata e il responsabile delle Politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi. Silvio Berlusconi nel 2008 fu accompagnato da Gianni Letta, Romano Prodi nel 2006 da Enrico Letta. Della delegazione di Monti, oltre che la consorte Elsa, faranno parte anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il segretario generale Manlio Strano, il vicesegretario generale Federico Silvio Toniato, uomo dai solidi rapporti Oltretevere, oltre che il capo di gabinetto del ministro degli Esteri, Pasquale Terracciano, e l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede Francesco Maria Greco. Non parteciperanno all'udienza i ministri identificati dall'opinione pubblica per essere cattolici 'doc'. E anche questo è un dettaglio significativo. Sebbene, infatti, non ci sia un'agenda né dell'incontro con il Papa né di quello successivo con il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, la stessa competenza dei due ministri fissa il perimetro degli argomenti che potrebbero entrare nei colloqui riservati. A partire dalla crisi economica, sulla quale Monti ha già fornito qualche breve informazione nel veloce e cordiale incontro avuto con il Papa all'aeroporto di Fiumicino il 18 novembre prima del viaggio di Benedetto XVI in Benin. Papa Ratzinger si informò della situazione economica e politica a inizio del mandato di Monti, ed è prevedibile che voglia conoscere l'evolversi della situazione europea e italiana dalla viva voce di un suo protagonista. Quanto ai ministri, se il titolare della Farnesina ha già avuto modo di confermare l'impegno del suo dicastero per la difesa dei cristiani perseguitati, e la Santa Sede è tanto più interessata dopo vicende come gli attacchi in Nigeria, Moavero è il responsabile dei rapporti con l'Unione europea, una realtà che interessa la Chiesa non da ultimo per l'indagine aperta mesi fa dalla Commissione Ue sull'esenzione dell'Ici agli immobili della Chiesa. Su questo tema, come sula questione della disciplina dell'otto per mille o su altre questioni delicate, ad ogni modo, è Monti in persona che tiene i fili dei rapporti con i vertici ecclesiastici. E starà alla discrezionalità del premier e dei suoi interlocutori affrontare o meno queste tematiche sabato prossimo. Difficile, per un governo principalmente impegnato in prima linea sul fronte della crisi economica, che la discussione verta su dossier pur cari al Vaticano sui quali, però, l'esecutivo si rimette all'iniziativa parlamentare, come le questioni della bioetica o dell'immigrazione.

TMNews