mercoledì 3 ottobre 2012

Il Papa a Loreto. Sulle orme di Giovanni XXIII domani il ritorno di Benedetto XVI nella cittadina marchigiana. Il dono dell'arcivescovo delegato pontificio

Prove tecniche e messa a punto dei sistemi di sicurezza: a cinquant’anni dalla visita di Papa Roncalli, Loreto è pronta ad accogliere Papa Benedetto XVI. Si iniziano a tirare le somme per l’arrivo di Papa Ratzinger previsto per domani, che nel primo pomeriggio di giovedì riposerà nella stessa camera del centro Giovanni Paolo II in cui proprio il Pontefice che gli diede il nome sostò il 5 settembre 2004. I tempi stringono e sono tanti i preparativi cui la delegazione pontificia della città mariana sta mettendo a punto perché l’organizzazione quadri nel migliore dei modi: proprio ieri infatti, direttamente dal Vaticano, in presenza dell’aeronautica militare e di una squadra dei vigili del fuoco, è atterrato di fronte al centro Giovanni Paolo II sulla collina di Montorso l’elicottero che porterà il Pontefice a Loreto. Un volo di prova fondamentale per l’ottima riuscita di una visita molto importante per cui sono attesi oltre cinquemila fedeli, che ricalca quella voluta fortemente da Papa Giovanni XXIII, arrivato a Loreto nel 1962 per affidare alla Madonna il Concilio Vaticano II, dopo ben centocinque anni dall’ultima uscita di un Pontefice dai confini laziali. Sempre nella mattinata dell'altro ieri mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo delegato pontificio di Loreto, mostrando i locali del centro a Montorso in cui sarà accolto il Pontefice durante la sua breve ma intensa visita, ha esibito il libro che donerà al Papa: si tratta di una preziosa ristampa di un “Atlas Marianus” scritto nel 1702 da un gesuita della Baviera, in cui il Santuario di Loreto compare già tra i più importanti del mondo. Papa Benedetto XVI sarà il primo Pontefice a celebrare la Santa Messa sul sagrato della Basilica di Loreto, che presiederà dalle 10.30 assieme al cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone, a mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, al segretario del Sinodo dei vescovi mons. Nikola Eterovic e allo stesso arcivescovo di Loreto. A rappresentare il governo italiano è stata confermata la presenza del sottosegretario Antonio Catricalà che presiederà alla funzione nella centralissima piazza della Madonna. Sono tantissimi i giovani volontari che hanno lavorato in questi ultimi giorni per sistemare il centro di Montorso e renderlo il più confortevole possibile alla massima autorità ecclesiale: dopo la celebrazione infatti il Pontefice vi giungerà per pranzare, riposare un po’ e intrattenersi con i cardinali e i vescovi presenti, fino alla partenza per il Vaticano prevista per le 17.00.

Silvia Santini, Il Resto del Carlino

Card. Scola: il Concilio Vaticano II una tappa singolare e decisiva dell’avanzare della Chiesa lungo la storia, un provvidenziale 'balzo innanzi'

“La lettura del Concilio Vaticano II, anche limitata al tempo che va dai suoi albori fino all’apertura, impone un’ermeneutica adeguata della storia”, che non può prescindere dall’”insostituibile ruolo del protagonista del Concilio e della sua recezione: il soggetto Chiesa”. Lo ha detto il card. Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Milano, nella prolusione al convegno su “Il Concilio Ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei Padri conciliari”, che si è aperto oggi in Vaticano per iniziativa del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in collaborazione con la Pontificia Università Lateranense. Secondo il cardinale, il Vaticano II “è stato una tappa singolare e decisiva dell’avanzare della Chiesa lungo la storia, un provvidenziale ‘balzo innanzi’”, come mostrano le parole finali della “Lumen gentium”, in cui si mette in evidenza “l’inscindibile unità tra l’origine trinitaria della Chiesa e il suo essere soggetto storico”. Il pellegrinaggio della Chiesa nella storia, secondo l’arcivescovo di Milano, “non può compiersi senza la dinamica della ‘riforma’”, che “è legata all’approfondirsi dell’autocoscienza e della santità ecclesiali” e “mette in evidenza il primato della fede”. La categoria di “riforma”, per il card. Scola, “supera le false problematiche della continuità e della discontinuità” ed evidenzia il legame tra il Concilio e l’Anno della Fede voluto da Papa Benedetto XVI.

SIR

Sinodo dei vescovi 2012. Domenica la Messa di apertura presieduta dal Papa e la proclamazione a 'Dottore della Chiesa' di San Giovanni d’Avila e Santa Ildegarda di Bingen

Domenica prossima, 7 ottobre, Benedetto XVI celebrerà alle 9.30 in Piazza San Pietro la Santa Messa di apertura della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Durante l’assise sinodale, che si terrà in Vaticano fino al 28 ottobre, sotto la guida di Benedetto XVI, rappresentanti dell’episcopato provenienti da tutto il mondo, tra cui il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, rifletteranno sulla trasmissione della fede cristiana in un ambiente di preghiera, di dialogo e di fraterna comunione. L’Assemblea sinodale avviene in un momento particolarmente significativo per la Chiesa Cattolica: durante il suo svolgimento cade infatti il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, il ventesimo anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e viene aperto l’Anno della fede indetto da Papa Benedetto XVI. Nella celebrazione il Santo Padre proclamerà "Dottore della Chiesa" San Giovanni d’Avila (1500-1569) e Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179). Il primo annuncio della proclamazione del patrono del clero secolare spagnolo da parte del Papa risale al 20 agosto 2011, al termine della celebrazione eucaristica con i seminaristi spagnoli presieduta nella cattedrale di Santa María la Real de la Almudena di Madrid in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa ha annunciato il 27 maggio scorso la proclamazione dei due Santi: "Questi due grandi testimoni della fede - disse - vissero in periodi storici e ambienti culturali assai diversi. Ildegarda fu monaca benedettina nel cuore del Medioevo tedesco, autentica maestra di teologia e profonda studiosa delle scienze naturali e della musica. Giovanni, sacerdote diocesano negli anni del rinascimento spagnolo, partecipò al travaglio del rinnovamento culturale e religioso della Chiesa e della compagine sociale agli albori della modernità. Ma la santità della vita e la profondità della dottrina - affermò - li rendono perennemente attuali: la grazia dello Spirito Santo, infatti, li proiettò in quell’esperienza di penetrante comprensione della rivelazione divina e di intelligente dialogo con il mondo che costituiscono l’orizzonte permanente della vita e dell’azione della Chiesa. Queste due figure di Santi e Dottori appaiono di rilevante importanza e attualità".

RomaSette

Il card. Rode non è il padre biologico di Peter Stelzer: lo ha inequivocabilmete stabilito il test del dna a cui il porporato si è sottoposto volontariamente

Il cardinale sloveno Franc Rode (nella foto con Benedetto XVI) non è il padre biologico di Peter Stelzer. Lo ha inequivocabilmete stabilito il test del dna cui il porporato si è sottoposto volontariamente ed eseguito, per volontà del presunto figlio, da un istituto di medicina legale tedesco. La notizia che era già circolata su Twitter nella mattinata di ieri è stata confermata nel pomeriggio da Nina Zidar Klemenìi, legale del cardinale. Si smonta così l’infamante accusa nei confronti dell’ex arcivescovo di Lubiana che aveva gettato gli ambienti ecclesiastici nel panico più totale soprattutto perché questa seguiva la presunta paternità dell’altro ex arcivescovo della capitale slovena Alojz Uran per questo motivo, come sembra, “esiliato” dal Vaticano a Trieste anche se, almeno per ora, non si hanno notizie di un suo arrivo nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. E ora si scatena la guerra legale. L’avvocato di Rode ha subito preannunciato l’avvio di querela nei confronti del presunto figlio del cardinale, il quale per bocca del suo legale si è scusato con il porporato, del quotidiano Delo che per primo ha dato la notizia e del giornalista estensore dell’articolo. L’avvocato del quotidiano lubianese, Stojan Zdolšek ha affermato che il giornalista ha agito correttamente contribuendo di fatto affinché fosse fatta verità sulle chiacchiere che si inseguivano da tempo. "La querela poi - ha concluso - è un complimento al sistema giudiziario sloveno di cui, a quanto pare, si fida anche il Vaticano". Il card. Rode, presente all’annuncio del suo avvocato, ha ribadito che l’accusa della sua presunta paternità è stato uno dei momenti più dolorosi della sua vita e di essersi di buon grado sottoposto al test del Dna sapendo bene che il suo esito sarebbe stato, come è stato, negativo.

Il Piccolo

Il Papa a Loreto. Spacca: da Benedetto XVI un messaggio a cui le istituzioni laiche non possono restare indifferenti ma devono cercare di farne tesoro. Con la Chiesa rapporti fecondi e di piena collaborazione

''E' un grande onore per le Marche accogliere Sua Santità Benedetto XVI a Loreto. Tutta la comunità regionale si stringe calorosamente attorno al Santo Padre che ha scelto di visitare il Santuario mariano nel giorno dedicato al patrono d'Italia, San Francesco''. Inizia così il messaggio di benvenuto predisposto dal presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, a Papa Benedetto XVI che domani giungerà nella Piana di Montorso ed in seguito celebrerà la Santa Messa sul sagrato della basilica di Loreto. ''L'evento che ci apprestiamo a vivere è altresì carico di significato storicamente e teologicamente - evidenzia in un altro passaggio il Ggvernatore - ripercorre il viaggio in treno che Papa Giovanni XXIII compì 50 anni fa, lasciando per la prima volta il Vaticano, per affidare alla Madonna il Concilio che si sarebbe aperto di lì a poco''. ''La visita di Papa Benedetto XVI - prosegue Spacca - sarà motivo di riflessione per la Chiesa per il messaggio di evangelizzazione che intende promuovere nella società. Un messaggio a cui le istituzioni laiche non possono restare indifferenti ma devono cercare di farne tesoro, mantenendo con le istituzioni ecclesiastiche rapporti fecondi e di piena collaborazione. In questo periodo di crisi e di profonda trasformazione sociale, le parole che il Santo Padre vorrà pronunciare saranno fonte di ispirazione e di grande sostegno e conforto. L'attenzione del Papa e la sua vicinanza a coloro che stanno attraversando momenti difficili è viva e reale. Vicinanza ai temi del lavoro e condivisione dei problemi, per rispondere alla sfida della crescita attraverso l'opera dell'uomo, per un'idea di lavoro non soltanto come mezzo di sopravvivenza ma anche come valore per la realizzazione e il completamento della persona umana. In un tempo in cui i valori di riferimento per la comunità nazionale sembrano offuscarsi, in cui famiglie e cittadini vivono quotidiane sofferenze, in cui i giovani faticano ad intravvedere all'orizzonte il proprio futuro - conclude il presidente - tutti siamo alla ricerca di risposte. E le risposte possono essere agevolate anche dal dialogo, dal confronto, dalla condivisione delle esperienze e del vissuto di ciascuno. Chiediamo a Sua Santità la sua benedizione affinchè questa occasione di preghiera e di riflessione diventi anche momento forte di orientamento per la nostra comunita', attraverso i valori profondi ai quali ancorare crescita e sviluppo''.

Asca
 
Notizie Politica Ancona
Il saluto del presidente Spacca a Papa Benedetto XVI

Terza udienza del processo a Paolo Gabriele. Gendarmi: ha sempre ringraziato per il trattamento ricevuto. Circa mille i documenti sequestrati, alcuni sulla vita familiare del Papa

“Nessuno ha mai maltrattato Paolo Gabriele lui stesso ha sempre ringraziato la gendarmeria per il trattamento ricevuto”. Così Luca Cintia, responsabile della custodia dell’ex assistente di Camera papale, ascoltato oggi come teste nella terza udienza del processo in Vaticano per furto aggravato di documenti riservati. Quattro i testi ascoltati oggi, tutti chiamati dalla difesa come quelli di ieri. Sabato, la parte finale del procedimento. Documenti riservatissimi a firma autografa del Papa, alcuni con indicato l’obbligo di distruzione, documenti della Curia romana, dell’Organizzazione della Chiesa, atti cifrati della Segreteria di Stato, “documenti riguardanti la totale privacy e la vita familiare di Benedetto XVI”, "lettere scritte da cardinali al Papa per fare proposte o chiedere consigli", "risposte del Papa ai cardinali", "documenti con firma autografa del Papa", "documenti cifrati", "documenti con la scritta in tedesco 'da distruggere'". Insomma, "molti più documenti di quelli usciti nel libro" di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità". Le testimonianze, tutte concordanti, hanno ripercorso la perquisizione del 23 maggio scorso presso l’abitazione in Vaticano del maggiordomo del Papa. Mentre si parlava delle carte segretissime, Gabriele, che per tutto il tempo dell'udienza ha tenuto un atteggiamento fermo e composto, ha sorriso in modo sarcastico. Trovato un archivio immenso con “centinaia di migliaia di fogli”. I militari hanno precisato di aver avviato le ricerche “con il solo fine di rintracciare il materiale reso pubblico dal libro di Nuzzi” e che solo in un secondo momento si “sono resi conto della gravità della cosa”. “Circa mille i documenti trafugati”, tra originali e copie nascosti tra fogli riguardanti: massoneria, esoterismo, Loggia P2, P4, sul caso Bisignani, sul caso Calvi; trovati anche fogli su Berlusconi e il cosiddetto Vatileaks; pagine sullo Ior, ricerche su yoga, buddismo, e cristianesimo. E inoltre documenti su supporto elettronico (perquisiti un pc, due o tre computer portatili, un iPad, un hard disk, una play station e una memory card) e materiale di ricerca scolastica relativa ai tre figli di Gabriele. Tra il materiale anche testi su come nascondere documenti o fotografie in formato elettronico, registrare e fare video e utilizzare “il cellulare in modo velato”. Gli uomini della Gendarmeria hanno ribadito di aver usato tutte le cautele del caso durante la perquisizione e di aver invitato la famiglia Gabriele ad uscire di casa, così da ridurre il più possibile il disagio ai figli e alla moglie. Confermata, da parte degli interrogati, l’originalità di molti documenti: infatti, più volte, il presidente del Tribunale, Dalla Torre, ha chiesto se personalmente avessero visto atti originali durante la perquisizione o successivamente, dopo il sequestro degli 82 scatoloni di materiale cartaceo ed informatico. Sul fronte dell’accertamento di violazioni degli standard detentivi, sul quale è stato aperto ieri, per iniziativa del promotore di Giustizia Nicola Picardi, un fascicolo a parte, Luca Cintia incaricato della custodia di Paolo Gabriele, ha sottolineato che “mai nulla è mancato all’imputato e che è stato trattato nel miglior modo possibile, tanto che - ha aggiunto - lo stesso Gabriele ha sempre ringraziato”. Precisato anche che il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, aveva da subito dato disposizioni per tutelare Gabriele e la sua famiglia. Il presidente del Tribunale, ricordando che l’accertamento di violazioni durante la detenzione è oggetto di altro procedimento, volto ad accertare l’accaduto ma anche eventuali dichiarazioni false, ha precisato che agli atti, già acquisiti, risulta che Gabriele avesse avuto tutta una serie di garanzie come: le visite famigliari, l’assistenza spirituale e medica. Imbarazzo poi dell’avvocato di Gabriele, Cristiana Arru, sollecitata al termine dell’udienza dai giornalisti su come fossero conciliabili le dichiarazioni di ieri - in cui Gabriele ha parlato di pressioni e detto di risiedere nei primi giorni di detenzione in una cella in cui non poteva allargare le braccia ed in cui la luce era accesa continuativamente - rispetto a quelle fatte a luglio in conferenza stampa, dalla stessa Arru, presso la Radio Vaticana, in cui veniva precisato il buon trattamento e le buone condizioni dell’assistito nei primi giorni di detenzione. La Arru ha risposto: quelle “dichiarazioni si riferivano a quel giorno, a quel momento”. L’attenzione è rivolta a sabato prossimo quando si terrà la requisitoria del Promotore di Giustizia, l’arringa della difesa, le eventuali repliche e l’intervento probabile di Gabriele, prima della Camera di Consiglio.

Radio Vaticana, TMNews

Benedetto XVI: domani mi recherò al Santuario di Loreto. Possa la Vergine Santa accompagnare la Chiesa nella sua missione di annunciare il Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo



Un appello per la visita pastorale a Loreto, ma anche per l’Anno della fede, che si aprirà l’11 ottobre, e per la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che inizierà il 7 ottobre. A lanciarlo è stato oggi il Papa, prima dei saluti in lingua italiana che come di consueto concludono l'Udienza generale. In Piazza San Pietro erano presenti circa 20mila persone. “Domani - le parole di Benedetto XVI - mi recherò in visita al Santuario di Loreto, nel 50° anniversario del celebre pellegrinaggio del Beato Papa Giovanni XXIII in quella località mariana, avvenuto una settimana prima dell’apertura del Concilio Vaticano II”. “Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera - l’appello del Santo Padre - nel raccomandare alla Madre di Dio i principali eventi ecclesiali che ci apprestiamo a vivere. L’Anno della fede e il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione”. “Possa la Vergine Santa - l’auspicio del Papa - accompagnare la Chiesa nella sua missione di annunciare il Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo”.

SIR

Il Papa: la liturgia non è un nostro 'fare', ma è azione di Dio in noi e con noi, è la presenza viva del mistero pasquale di Cristo che trascende e unisce i tempi e gli spazi. In essa ogni preghiera cristiana trova la sua sorgente e il suo termine

Udienza generale questa mattina in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa ha incentrato la sua meditazione su una delle fonti privilegiate della preghiera cristiana: la sacra liturgia, “partecipazione alla preghiera di Cristo, rivolta al Padre nello Spirito Santo”. Nella liturgia “ogni preghiera cristiana trova la sua sorgente e il suo termine”. Ma nella nostra vita, ha domandato il Papa, riserviamo uno spazio sufficiente alla preghiera? “La preghiera è la relazione vivente dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo. Quindi la vita di preghiera consiste nell’essere abitualmente alla presenza di Dio e averne coscienza, nel vivere in relazione con Dio come si vivono i rapporti abituali della nostra vita, quelli con i familiari più cari, con i veri amici; anzi quella con il Signore è la relazione che dona luce a tutte le nostre altre relazioni”. La preghiera cristiana, ha ricordato il Santo Padre, consiste nel “guardare costantemente e in maniera sempre nuova a Cristo, parlare con Lui, stare in silenzio con Lui, ascoltarlo, agire e soffrire con Lui”. Il cristiano “riscopre la sua vera identità in Cristo”. E trovare la propria identità in Cristo significa giungere a una comunione con Lui. Pregare, ha aggiunto il Papa, significa “elevarsi all’altezza di Dio” e partecipando alla liturgia, “facciamo nostra la lingua madre della Chiesa”: “Naturalmente questo avviene in modo graduale, poco a poco. Devo immergermi progressivamente nelle parole della Chiesa, con la mia preghiera, con la mia vita, con la mia sofferenza, con la mia gioia, con il mio pensiero. E’ un cammino che ci trasforma”. Ma come si impara a pregare, come crescere nella preghiera? “Guardando al modello che ci ha insegnato Gesù, il Padre nostro, noi vediamo che la prima parola è ‘Padre’ e la seconda è 'nostro'. La risposta, quindi, è chiara: apprendo a pregare, alimento la mia preghiera, rivolgendomi a Dio come Padre e pregando-con-altri, pregando con la Chiesa, accettando il dono delle sue parole, che mi diventano poco a poco familiari e ricche di senso”. La liturgia, ha spiegato il Papa, non è una “specie di auto–manifestazione della comunità”, ma è invece l’uscire dal semplice "essere-se-stessi" ed entrare “nella grande comunità vivente, nella quale Dio stesso ci nutre”. La liturgia implica universalità: “La liturgia cristiana è il culto del tempio universale che è Cristo Risorto, le cui braccia sono distese sulla croce per attirare tutti nell’abbraccio dell’amore eterno di Dio. E’ il culto del cielo aperto. Non è mai solamente l’evento di una comunità singola, con una sua collocazione nel tempo e nello spazio. E’ importante che ogni cristiano si senta e sia realmente inserito in questo ‘noi’ universale, che fornisce il fondamento e il rifugio all’’io’, nel Corpo di Cristo che è la Chiesa”. "Non si può pregare Dio in modo individualista". “Non è il ricordo di eventi passati, ma è la presenza viva del mistero pasquale di Cristo che trascende e unisce i tempi e gli spazi”. "La liturgia non è un nostro 'fare', ma è azione di Dio in noi e con noi. Non è il singolo – sacerdote o fedele – o il gruppo che celebra la liturgia, ma essa è primariamente azione di Dio attraverso la Chiesa". “Anche nella liturgia della più piccola comunità è sempre presente la Chiesa intera. Per questo non esistono ‘stranieri’ nella comunità liturgica. In ogni celebrazione liturgica partecipa assieme tutta la Chiesa, cielo e terra, Dio e gli uomini”. La liturgia cristiana, “anche se si celebra in un luogo e uno spazio concreti, ed esprime il ‘sì’ di una determinata comunità, è per sua natura cattolica, proviene dal tutto e conduce al tutto, in unità con il Papa, con i vescovi, con i credenti di tutte le epoche e di tutti i luoghi. Quanto più una celebrazione è animata da questa coscienza, tanto più fruttuosamente in essa si realizza il senso autentico della liturgia”. La Chiesa, ha detto il Papa, si rende visibile in molti modi: nell’azione caritativa, nei progetti di missione, nell’apostolato. Però il luogo in cui la si sperimenta pienamente come Chiesa è nella liturgia, “atto nel quale crediamo che Dio entra nella nostra realtà e noi lo possiamo incontrare, lo possiamo toccare”. Nelle riflessioni sulla liturgia, ha concluso il Santo Padre, l’attenzione è centrata spesso sul come renderla attraente, interessante ma si rischia di "dimenticare l’essenziale: la liturgia si celebra per Dio e non per noi stessi", è opera del Signore. Dobbiamo lasciarci guidare da Dio e dal suo Corpo che è la Chiesa.

Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa
 

Anno della fede. Card. Brady: un invito e una sfida che, spero, tutti nella Chiesa in Irlanda sapranno cogliere, un’occasione per celebrare e rinnovare la nostra fede

Un “invito” e una “sfida” per “celebrare” e “rinnovare” la fedeltà a Cristo e riflettere su come affrontare l’impegnativa stagione della nuova evangelizzazione. Tutto questo sarà per la Chiesa in Irlanda l’Anno della fede ormai alle porte. A sostenerlo è il cardinale arcivescovo di Armagh e primate di tutta l’Irlanda, Seán Baptist Brady, in un articolo che viene pubblicato sul numero di ottobre di Intercom, rivista di pastorale e liturgia, anticipato sul sito in rete dell’episcopato irlandese e ripreso da L’Osservatore Romano. Dal porporato arriva dunque l’invito, rivolto all’intera comunità cattolica irlandese, a cogliere la straordinaria opportunità fornita dall’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI, la cui apertura pressoché coincide con il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione. Un’altra occasione “provvidenziale”, che segue quella della celebrazione nel giugno scorso del Congresso Eucaristico internazionale, per l’isola di San Patrizio, tradizionale baluardo della fede cattolica oggi battuto dai venti della secolarizzazione e dagli scandali degli abusi su minori commessi da uomini di Chiesa. Tanto che un recente sondaggio pone proprio l’Irlanda in testa alle classifiche dei Paesi più atei, con soltanto il 47% della popolazione che si definisce credente. Di qui, il particolare accento che il porporato pone sulla necessità di rilanciare con più vigore l’opera della catechesi rivolta non soltanto all’infanzia per la tradizionale preparazione sacramentale. In questo senso, viene auspicata l’approvazione e la conseguente pubblicazione, proprio nel corso dell’Anno della Fede, del nuovo catechismo per gli adulti. “L’Anno della fede – afferma Brady - è contemporaneamente un invito e una sfida, una sfida che, spero, tutti nella Chiesa in Irlanda sapranno cogliere, rinvigoriti e incoraggiati dal Congresso Eucaristico internazionale. È un’occasione per celebrare e rinnovare la nostra fede, individualmente, nelle famiglie, nelle parrocchie e nelle scuole, in ogni diocesi, nel nostro Paese e in tutta la nostra comunità cattolica. È un momento provvidenziale per riflettere su come possiamo far conoscere meglio la nostra fede attraverso i moderni mezzi di comunicazione, attraverso l’arte, attraverso il rinnovamento di molte delle pratiche tradizionali della nostra fede come i pellegrinaggi ai santuari mariani e ai luoghi sacri, attraverso la celebrazione e la conoscenza dei santi irlandesi e attraverso una serie di molte altre attività". Inoltre, il card. Brady sottolinea in particolare la necessità di riscoprire la ricchezza dei documenti fondamentali del Concilio Vaticano II, insieme a “uno dei suoi frutti più importanti”, quale il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Radio Vaticana

Sinodo dei vescovi 2012. Mons. Eterović: la nuova evangelizzazione un’ingente opera che coinvolge tutti i membri della Chiesa, non solamente il clero bensì anche i laici

La nuova evangelizzazione deve avere uno sguardo particolare” verso i “tanti fratelli e sorelle che si sono allontanati dalla Chiesa e dalla pratica religiosa. Si tratta di un’ingente opera che coinvolge tutti i membri della Chiesa, non solamente il clero bensì anche i laici”. Lo afferma, in un’intervista all'agenzia SIR, mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, spiegando, a pochi giorni dall’apertura, il tema della XIII Assemblea generale ordinaria, “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Lo scopo della nuova evangelizzazione, afferma il vescovo, è “la trasmissione della fede cristiana. Tale processo, oggi assai intralciato, si situa nell’ambito della nuova evangelizzazione. La Chiesa esiste per evangelizzare”. Oggi, “tale annuncio del Vangelo e della Persona del Signore risorto deve essere fatto con nuovo ardore, nuovi metodi, nuove espressioni”. In tale modo “le nostre comunità saranno in grado di dare un rinnovato apporto alle missioni sia nei territori lontani, sia verso i non cristiani che vivono nei nostri Paesi di antica evangelizzazione. Inoltre, il rinnovato dinamismo della Chiesa si manifesterà in modo particolare nei riguardi delle persone battezzate e non sufficientemente evangelizzate, tanti fratelli e sorelle che si sono allontanati dalla Chiesa e dalla pratica religiosa”. Oggi, prosegue il vescovo, “da una parte si cerca di vivere come se Dio non esistesse; dall’altra esiste una rinnovata ricerca della trascendenza, della spiritualità”. Tale situazione, sottolinea mons. Eterović riferendosi a questa “rinnovata ricerca” di spiritualità, è “un’opportunità per la Chiesa, per annunciare con rinnovato ardore la Persona di Gesù Cristo e il suo Vangelo di salvezza. Per farlo bisogna lasciarsi animare dallo Spirito Santo che è in grado di vincere una certa stanchezza di non poche comunità cristiane. Lo Spirito è sempre giovane, portatore di vita nuova. Lo si vede nel dinamismo di molte Chiese giovani, nei Paesi di prima evangelizzazione. Ma, grazie a Dio, anche nel mondo di antica evangelizzazione non mancano tali comunità e gruppi. Un loro rinnovato dinamismo avrà effetti positivi anche nei riguardi di tanti fratelli e sorelle in ricerca del senso della vita, della verità, della giustizia, della pace. Anch’essi hanno diritto di conoscere Gesù Cristo. I cristiani, da parte loro, hanno il dovere di annunciarlo con l’esempio della vita cristiana e, quando occorre, dando ragione della loro fede”.

SIR

SINODO DEI VESCOVI - La gioia della fede: la testimonianza che la Chiesa è chiamata a rinnovare oggi

L'ex cappellano della Gendarmeria vaticana mons. Viviani: la mia partenza inattesa dispiacque ma non c'è collegamento con la vicenda di Paolo Gabriele

Mons. Giulio Viviani (nella foto con Benedetto XVI) era cerimoniere pontificio e cappellano della Gendarmeria vaticana. Nel 2010, senza preavviso, non fu confermato al suo posto e tornò a Trento sua città d'origine. Quell'episodio è stato citato ieri da Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo del Papa, durante l'interrogatorio del processo per la fuga di documenti riservati della Santa Sede. Per spiegare perché nel 2010 si mise a raccogliere informazioni sulla Gendarmeria, Gabriele ha precisato che "era un momento particolare nella Gendarmeria e i gendarmi erano sconcertati per il trattamento poco corretto nei confronti del cappellano". Non ha aggiunto di più, né lo fa mons. Viviani. "Ci fu un po' di sconcerto", conferma al telefono con TMNews, "la mia partenza non fu così serena, i gendarmi si attendevano che sarei stato confermato e invece non fu così, questo è dispiaciuto. Ma sono tornato a Trento d'accordo con il vescovo, ci sto bene, e - sottolinea il prelato - non c'è collegamento con la vicenda" di Paolo Gabriele. Il prelato ricorda che la notizia del suo allontanamento da Roma fu pubblicata in anteprima da un quotidiano italiano. "Era una cosa riservata e fu pubblicata prima ancora che lo venissi a sapere io...". Ci è rimasto male? "Lasciamo stare, è passato molto tempo", risponde gentilmente. “Sono meravigliato per essere stato citato in questa vicenda, se il trafugamento dei documenti è iniziato nel 2006, allora ancora non conoscevo Gabriele”. “Ho conosciuto Gabriele – precisa – in circostanze esterne al Vaticano, in una scuola cattolica frequentata dai suoi figli dove ho tenuto una serie di incontri di catechesi per i genitori. Da quell’occasione e dal fatto che lavoravamo entrambi presso la Santa Sede è iniziato un rapporto di conoscenza". "Non riesco a capire - conclude - cosa intenda per suggestione, posso ricondurlo al fatto che era prodigo di apprezzamenti nei miei confronti per i contenuti dei miei interventi alla scuola e per il linguaggio molto diretto che utilizzavo. Si è sempre parlato dei figli, della sua famiglia. Niente di più”.

TMNews, Zenit