giovedì 23 agosto 2012

Il Papa in Libano. Mons. Zeidan: il viaggio si farà malgrado le difficoltà politiche nel Paese e nella regione. Speranza di pace per tutti i libanesi

Il Papa giungerà in Libano, così come previsto, il 14 settembre “nonostante le difficoltà politiche” nell’area mediorientale. La conferma è giunta ieri da mons. Kamil Zeidan, presidente del Comitato centrale incaricato di preparare il viaggio di Benedetto XVI. L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa indetta a Beirut per illustrare le misure adottate per garantire il successo del pellegrinaggio papale nella terra dei cedri. Il viaggio del Papa su invito ufficiale del presidente della Repubblica del Libano “interesserà tutti i libanesi, cristiani e musulmani, non solo i cattolici”, ha sottolineato mons. Zeidan, evidenziando anche la rilevanza pastorale di questo viaggio. In questa occasione, Benedetto XVI firmerà e consegnerà ufficialmente l’Esortazione apostolica post-sinodale per il Medio Oriente. Mons Zeidan ha aggiunto che per l’accoglienza del capo della Chiesa Cattolica sono stati formati due comitati: uno che riunisce il Consiglio dei vescovi e l’altro che rappresenta lo Stato libanese, la cui missione sarà di coordinare con il nunzio apostolico in Libano il buon esito del viaggio: esso “dovrà offrire – ha aggiunto mons. Zeidan – una bella immagine” della società libanese, “dove i cristiani e musulmani vivono insieme.” Il viaggio del Papa in Libano si farà, ha concluso mons. Zeidan, “malgrado le difficoltà politiche nel Paese e nella regione, difficoltà che hanno confortato l’insistenza del Pontefice ad effettuare questo viaggio nella speranza di aiutare il Libano e la regione a raggiungere la pace e la sicurezza”.

Radio Vaticana

Il Papa: un laicato maturo ed impegnato, capace di dare il proprio specifico contributo alla missione ecclesiale, nel rispetto dei diversi ministeri

Il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato un Messaggio a mons. Domenico Sigalini in occasione della VI Assemblea Ordinaria del Forum Internazionale di Azione Cattolica (FIAC), in corso a Iaşi, in Romania. La distinzione è andata accentuandosi nei secoli, ma all’anno zero della Chiesa la questione neanche si poneva: pastori e laici “erano un cuor solo e un’anima sola”. E a questo esempio di unità il Papa indirizza gli sguardi dei tanti membri dell’Azione Cattolica, 35 nazioni e 4 continenti di provenienza, che da ieri a sabato prossimo sono nella città romena di Iaşi per la sesta plenaria del loro Forum internazionale. I laici nella Chiesa, sostiene con chiarezza Benedetto XVI, sono invitati a vivere da protagonisti della missione ecclesiale, e dunque essendone “corresponsabili” assieme ai sacerdoti e non ridimensionati a meri “collaboratori del clero”. "E' importante pertanto - spiega - che si consolidi un laicato maturo ed impegnato, capace di dare il proprio specifico contributo alla missione ecclesiale, nel rispetto dei ministeri e dei compiti che ciascuno ha nella vita della Chiesa e sempre in cordiale comunione con i vescovi". In proposito, il Pontefice cita la Costituzione dogmatica "Lumen Gentium" del Concilio Vaticano II che qualifica lo stile dei rapporti tra laici e Pastori con l'aggettivo "familiare" sottolineando che da ciò si possono "attendere molti vantaggi per la Chiesa: in questo modo infatti si afferma nei laici il senso della propria responsabilità, ne è favorito lo slancio, e le loro forze più facilmente vengono associate all’opera dei pastori. E questi, aiutati dall’esperienza dei laici, possono giudicare con più chiarezza e opportunità sia in cose spirituali che temporali". Per Benedetto XVI, "è importante approfondire e vivere questo spirito di comunione profonda nella Chiesa, caratteristica degli inizi della comunità cristiana". "Sentite come vostro - raccomanda - l'impegno ad operare per la missione della Chiesa: con la preghiera, con lo studio, con la partecipazione attiva alla vita ecclesiale, con uno sguardo attento e positivo verso il mondo, nella continua ricerca dei segni dei tempi". "Non stancatevi di affinare sempre più, con un serio e quotidiano impegno formativo - conclude infine - gli aspetti della vostra peculiare vocazione di fedeli laici, chiamati ad essere testimoni coraggiosi e credibili in tutti gli ambiti della società, affinchè il Vangelo sia luce che porta speranza nelle situazioni problematiche, di difficoltà, di buio, che gli uomini d'oggi trovano spesso nel cammino della vita". Per il Papa "guidare all’incontro con Cristo, annunciando il suo Messaggio di salvezza con linguaggi e modi comprensibili al nostro tempo, caratterizzato da processi sociali e culturali in rapida trasformazione, è la grande sfida della nuova evangelizzazione. Vi incoraggio - continua il Pontefice - a proseguire con generosità nel vostro servizio alla Chiesa, vivendo pienamente il vostro carisma, che ha come tratto fondamentale quello di assumere il fine apostolico della Chiesa nella sua globalità, in equilibrio fecondo tra Chiesa universale e Chiesa locale e in spirito di intima unione con il Successore di Pietro e di operosa corresponsabilità con i propri pastori". “In questa fase della storia”, e in sintonia con la vostra storia associativa, afferma Benedetto XVI, rinnovate l’impegno a “camminare sulla via della santità” e “alla luce del Magistero sociale della Chiesa, lavorate anche per essere sempre più un laboratorio di ‘globalizzazione della solidarietà e della carità’, per crescere, con tutta la Chiesa, nella corresponsabilità di offrire un futuro di speranza all’umanità, avendo il coraggio anche di formulare proposte esigenti”. "Le vostre Associazioni di Azione Cattolica - ricorda infine il Papa - vantano una lunga e feconda storia, scritta da coraggiosi testimoni di Cristo e del Vangelo, alcuni dei quali sono stati riconosciuti dalla Chiesa come Beati e Santi. In questa scia siete chiamati oggi a rinnovare l'impegno di camminare sulla via della santità, mantenendo un'intensa vita di preghiera, favorendo e rispettando percorsi personali di fede e valorizzando le ricchezze di ciascuno, con l’accompagnamento dei sacerdoti assistenti e di responsabili capaci di educare alla corresponsabilità ecclesiale e sociale". "La vostra vita sia 'trasparente', guidata dal Vangelo e illuminata dall'incontro con Cristo, amato e seguito senza timore. Assumete e condividete – esorta concludendo il Papa – le scelte pastorali delle diocesi e delle parrocchie, favorendo occasioni di incontro e di sincera collaborazione con le altre componenti della comunità ecclesiale, creando rapporti di stima e di comunione con i sacerdoti, per una comunità viva, ministeriale e missionaria”. Coltivate relazioni personali autentiche con tutti, a iniziare dalla famiglia, e offrite la vostra disponibilità alla partecipazione, a tutti i livelli della vita sociale, culturale e politica avendo sempre di mira il bene comune”.

Radio Vaticana, Agi

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE ALLA VI ASSEMBLEA ORDINARIA DEL FORUM INTERNAZIONALE DI AZIONE CATTOLICA (IAŞI, ROMANIA, 22-26 AGOSTO 2012)

E' morto il cardinale cinese Paul Shan Kuo-hsi. Il cordoglio di Benedetto XVI: affido la sua anima sacerdotale alla misericordia infinita di Dio

Benedetto XVI ha espresso il suo profondo cordoglio per la morte avvenuta ieri in un ospedale di Taiwan del cardinale gesuita cinese Paul Shan Kuo-hsi (foto), vescovo emerito di Kaohsiung. Il porporato, che avrebbe compiuto 89 anni il prossimo 3 dicembre, era malato di cancro. Il Papa, in un telegramma inviato all’attuale vescovo di Kaohsiung, mons. Peter Liu Cheng-chung, manifestando la sua gratitudine a Dio per il ministero svolto dal card. Shan in tanti anni di servizio alla Chiesa, si unisce a quanti piangono la sua scomparsa, compresi suoi confratelli gesuiti, e affida “la sua anima sacerdotale alla misericordia infinita di Dio”. Il card. Shan, molto amato dai suoi fedeli, ha dedicato tutta la vita alla riconciliazione della Chiesa in Cina. Caloroso il suo ringraziamento a Benedetto XVI per la Lettera rivolta ai cattolici cinesi nel 2007, con l’invito al perdono e a superare incomprensioni e divisioni tra credenti rimasti fedeli durante le persecuzioni e credenti che hanno ceduto per debolezza. Il porporato vedeva la grande vitalità della minoranza cristiana in Asia, non intimorita dal fatto di vivere come un granello di senape in mezzo a tante altre religioni e in un contesto spesso materialista e ateo. Il porporato era molto impegnato sul fronte dell’evangelizzazione e del dialogo interreligioso, con una forte attenzione alla formazione dei sacerdoti e di un laicato ben preparato. Grande la sua attività sociale con molteplici iniziative a favore di poveri, malati, anziani, donne sfruttate, detenuti. Negli ultimi anni era intervenuto pubblicamente chiedendo al governo di Taiwan di ridurre il divario tra ricchi e poveri e di abolire la pena di morte. Nel 2006 il card. Shan scopre di avere un cancro ai polmoni con una diagnosi di 4 o 5 mesi di vita. L’agenzia Zenit riportava le sue parole: “All’inizio ho chiesto al Signore 'Perché io?'. Quando mi sono calmato, ho riconosciuto che è la volontà di Dio. Voleva che io aiutassi gli altri condividendo la mia esperienza personale con loro. Ora penso 'Perché non io?'. Un cardinale non ha il privilegio di essere in salute per sempre!". Inizia così il suo viaggio attraverso le diocesi dell’isola di Taiwan per infondere nelle persone il coraggio di affrontare le sfide della vita. Il card. Shan si riteneva “molto felice di essere un testimone del Vangelo” all’ultimo stadio della sua vita e, sull’esempio di Giovanni Paolo II, aveva riposto tutto nelle mani di Dio.

Radio Vaticana

Santa Sede e Organizzazione degli Stati Americani, nuovo slancio alla diplomazia vaticana. Chullikatt presenta credenziali come osservatore permanente

La scelta di dare all’Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite lo scranno di Osservatore Permanente presso l’Organizzazione degli Stati Americani segna in qualche modo una svolta nel ruolo diplomatico della Santa Sede. Ma quando Francis Chullikatt ha presentato negli scorsi giorni le lettere credenziali al cileno José Miguel Insulza, segretario generale dell’OAS, pochi hanno compreso quanto la Santa Sede dia importanza alla diplomazia e in particolare ai rapporti multilaterali. Tra l’altro, Chullikatt presenta le sue lettere credenziali in un momento particolarmente importante per l’Organizzazione, la più antica tra le organizzazioni regionali (è nata nel 1948), la cui origine viene fatta risalire addirittura al sogno di Simon Bolivar di una alleanza di Stati americani proposta al Congresso di Panama del 1826. Il dibattito interno è fortissimo, e riguarda la sorte di Julian Assange, l’inventore di Wikileaks che ha chiesto e ottenuto asilo politico presso l’Ambasciata d’Ecuador presso il Regno Unito. Non tutti i Paesi dell’Organizzazione, Stati Uniti in testa, sono d’accordo con la scelta dell’Ecuador di concedere l’asilo politico. E forse proprio grazie a questa nuova nomina la posizione della Santa Sede potrà avere un peso maggiore, anche se il suo ruolo nel dibattito è particolarmente “marginale”. Tradizionalmente l'Osservatore permanente del Vaticano presso l'OAS era il nunzio apostolico presso il governo di Washington e quindi si poteva pensare che l'incarico doveva essere ricoperto da mons. Carlo Maria Viganò. Ma già Pietro Sambi, il precedente nunzio a Washington deceduto nel luglio 2011, aveva avviato una serie di riflessioni sull’opportunità della nomina del nunzio presso gli Stati Uniti come osservatore permanente. Da sempre, tra l’altro, tutti i rappresentanti dei Paesi membri dell’OAS con qualità di ambasciatore erano diplomatici diversi da quelli in servizio presso il governo degli Stati Uniti. Il “doppio incarico” della Sede Apostolica (nunzio a Washington e osservatore presso l’OAS) non sempre facilitava la relazione diplomatica. Le riflessioni avviate da Sambi hanno portato alla decisione che risulta più coerente ed efficace la rappresentanza e presenza del nunzio presso l’Onu. In fondo, l’OAS raggruppa 33 nazioni del continente americano e oltre 50 Paesi del resto del mondo in qualità di Osservatori. “Una piccola ONU”, è stata definita, e c’è del vero in questa affermazione, dato che i suoi rapporti con le Nazioni Unite sono permanenti e stretti. Quando Chullikatt ha presentato le sue credenziali – riporta la stampa latinoamericana – ha parlato ampiamente con Insulza della situazione politica, economica e sociale del continente dove, tra l'altro, ci sono le tre nazioni del mondo con la maggiore presenza di cattolici: Messico, Brasile e Stati Uniti. Alla cerimonia hanno preso parte Alfonso Quiñonez, Segretario per le Relazioni esterne dell'OAS e Jorge Sanín, direttore del Dipartimento per gli affari internazionali.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

Il nunzio vaticano presso l'ONU, mons. Francis A. Chullikatt, presenta le sue Credenziali come Osservatore permanente presso l'Organizzazione degli Stati Americani (Osa)

La Libreria Editrice Vaticana e la Apple insieme per offrire le catechesi di Benedetto XVI in formato digitale, disponibili in tablet e smartphone

Benedetto XVI è uno dei teologi cattolici più letti al mondo. I suoi libri sono stati tradotti in decine di lingue e tanti sono diventati anche dei best-seller. Adesso, i suoi pensieri abbatteranno l’ultimo confine tecnologico: gli smartphone e i tablet, grazie a un’alleanza editoriale tra la Libreria Editrice Vaticana (LEV) e il gigante dell’informatica Apple. "Una scelta deliberata e strategica, prima o poi sarebbe diventato necessario impegnarsi anche nel formato elettronico; lo abbiamo fatto alleandoci con Apple che ci ha aiutato nella produzione delle catechesi illustrate del Santo Padre", ha detto a Vatican Insider don Giuseppe Costa, direttore della LEV. Da due mesi, una serie di catechesi del Papa, illustrate con capolavori della storia dell’arte, può essere acquistata tramite il negozio virtuale i-Tunes. Il volume “L’uomo in preghiera” è anche disponibile e prossimamente lo sarà anche la serie “La preghiera nel Nuovo Testamento”, già disponibile in formato cartaceo. La LEV è la proprietaria esclusiva di tutti i diritti sui libri dei Papi. L’attuale, Joseph Ratzinger, è particolarmente prolifico. Il catalogo delle sue opere ha più di 100 titoli, senza contare le antologie dei suoi interventi pubblici, discorsi e messaggi. La LEV potrà quindi valutare il nuovo terreno degli e-book con la produzione letteraria del Pontefice. Secondo Costa è ancora presto per tracciare un bilancio sui risultati di questa prima iniziativa. La casa editrice, comunque, continuerà a sviluppare altri progetti per l’universo virtuale. Le catechesi che sono già pronte hanno richiamato l’attenzione del settore, perché non sono solo dei libri elettronici, ma prodotti multimediali di alta tecnologia. "L’effetto iconografico e grafico di questa iniziativa e molto forte, è molto apprezzata perché queste catechesi sono dei libri bellissimi che attraversano tutta la storia dell’arte", ha spiegato il sacerdote. Ma non tutti gli e-book della LEV avranno la stessa qualità, per una questione di costi e benefici. Per ora, ci sono 20 pubblicazioni elettroniche che sono state messe a disposizione nel circuito di un consorzio cattolico, in attesa dei risultati. "Sul design c’entrano anche i problemi di natura imprenditoriali, dobbiamo valutare la differenza tra costi e benefici: non siamo una fondazione e quindi dobbiamo sopravvivere dal punto di vista editoriale e commerciale. Ad ogni modo, andiamo avanti tranquilli", ha spiegato don Costa. Vedendo l’alleanza con Apple, il gigante delle vendite di libri tramite internet, Amazon, si è fatto vivo mostrando interesse per i testi papali. Ormai il percorso della LEV nel mondo degli e-book è irreversibile.

Andrés Beltramo Álvarez, Vatican Insider