sabato 19 maggio 2012

Le linee guida della CEI contro la piaga degli abusi: collaborazione con magistrati e sostegno delle vittime. Saranno approvate da Assemblea Generale

Le linee guida della Conferenza Episcopale italiana per combattere la piaga dell’abuso sessuale sui minori da parte del clero saranno approvate dai vescovi italiani durante l’Assemblea Generale che si terrà in Vaticano da lunedì: è prevista la piena collaborazione con le autorità civili ma non ci sarà l’obbligo per il vescovo di denunciare alla magistratura il prete sospettato di pedofilia. La mancata obbligatorietà della denuncia dipende dalla diversità delle legislazioni dei diversi Stati. Là dove quest’obbligo è previsto per legge, esso viene recepito nelle linee guida della Chiesa, mentre dove non esiste, come nel caso dell’Italia, solitamente non lo si inserisce: sono infatti le disposizioni stesse della Santa Sede a stabilire che le Conferenze Episcopali devono operare "nel rispetto e nei limiti delle legislazioni nazionali". Un'eccezione è stata rappresentata dall'Irlanda, dove lo scandalo degli abusi ha travolto molte diocesi e dove non esiste nella legge civile l'obbligo di denuncia, ma i vescovi hanno voluto comunque inserirla. In ogni caso il documento della CEI è molto esplicito e chiaro nell'invitare le persone a conoscenza di questi crimini a fare denunce e a presentare segnalazioni. Il testo della normativa è già stato vagliato per due volte dal Consiglio permanente della CEI e ora arriva in assemblea per l’approvazione definitiva e la pubblicazione. "L’impegno dei vescovi – aveva assicurato lo scorso gennaio il segretario della CEI Mariano Crociata – è di affrontare questa materia in modo da escludere nella maniera più determinata ogni possibile abuso per quanto è nelle nostre possibilità". Si punterà dunque sulla prevenzione, seguendo le indicazioni di Benedetto XVI messe nero su bianco dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel maggio 2011, a partire dalla formazione in seminario, facendo in modo che i chierici comprendano la gravità del danno arrecato a un minore abusato e delle responsabilità che ne derivano anche di fronte alle leggi civili. Di fronte a una segnalazione che risulti fondata il vescovo ha il dovere di fare in modo che l’accusato non venga a contatto con minori fintanto che la sua situazione non si sarà chiarita. Le nuove linee guida cercano di interpretare il cambio di mentalità che Benedetto XVI ha cercato di promuovere nella Chiesa a tutti i livelli, chiedendo che le vittime siano accolte, ascoltate, aiutate, e non vengano respinte come accadeva in passato da un’istituzione che si chiudeva a riccio. È previsto il sostegno psicologico per chi ha subito violenza. La CEI nei mesi scorsi ha cercato di monitorare le proporzioni del fenomeno nel nostro Paese e ha inviato a tutte le diocesi della Penisola un questionario per sapere quanti preti siano indagati e condannati nei vari gradi di giudizio per reati sessuali contro minori. Nelle stime diffuse in precedenza si parlava di 100-125 casi, con circa 300 vittime, registrati negli ultimi dieci anni, anche se in Italia non è stato mai condotto uno studio scientifico com’è avvenuto negli Stati Uniti con le ricerche del John Jay College.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Orrore a Brindisi: una bomba nei pressi di una scuola uccide una ragazza. Lombardi: fatto assolutamente orribile e vile, tutto il Paese reagisca

Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi ha espresso la "esecrazione" del Vaticano per la terribile tragedia di questa mattina a Brindisi. "Siamo sgomenti - ha affermato padre Lombardi a Radio Vaticana - per le vittime. E siamo vicini alle loro famiglie. E' un fatto assolutamente orribile e vile, tanto più degno di esecrazione in quanto avvenuto nei pressi di una scuola, contro giovani del tutto innocenti". "Ci dobbiamo augurare - ha aggiunto ancora il portavoce vaticano - che non solo la città colpita ma tutto il Paese reagisca con decisione alle tentazioni di violenza e alle provocazioni terroristiche". Sarebbe stato attivato con un telecomando a distanza l’ordigno che questa mattina è esploso a Brindisi davanti l’istituto professionale per la moda Morvillo-Falcone uccidendo una ragazza e ferendone gravemente un’altra, ora in fin di vita. 6 i feriti. La bomba, costituita da tre bombole a gpl, si trovava in un cassonetto. Ancora ignota la matrice. Sgomento e angoscia tra gli abitanti della città. Unanime la condanna del mondo politico. Il presidente Napolitano fa appello alla vigilanza e al fermo e concorde contrasto nei confronti di ogni focolaio di violenza eversiva. “Non daremo tregua agli attentatori” commenta il capo della polizia Manganelli. L’Italia è sconvolta per un “atto contro la convivenza civile”, come lo definisce il presidente Napolitano. Un atto studiato per uccidere. L’ordigno, piazzato in un cassonetto di fronte all’istituto femminile Morvillo Falcone, è stato attivato alle otto di questa mattina quando le ragazze entravano a scuola. Sull’attentato l’ombra della Sacra Corona Unita: al vaglio degli inquirenti gli alibi di noti pregiudicati della zona. L’attentato contro la scuola dedicata al giudice Falcone e a sua moglie uccisi insieme alla scorta esattamente 20 anni fa dalla mafia, potrebbe essere legato ad una serie di episodi dei giorni scorsi come l’arresto di 16 persone in un’operazione della polizia contro la criminalità organizzata. La scuola aveva vinto inoltre un concorso sulla legalità e proprio oggi era previsto nel brindisino il passaggio della Carovana antimafia. “Coincidenze che fanno riflettere” – spiega il ministro della giustizia Severino – che parla di fatto anomalo. Il ministro dell’Interno Cancellieri riferirà martedì prossimo in Senato e intanto spiega “nessuna certezza sulle matrici dell’attentato”. “Mai una mente criminale – dice il governatore della Regione Puglia Vendola – aveva ordito in Italia una strage di ragazzini''. In tal senso dolore e preoccupazione sono espressi dall’Unicef: “le scuole – si legge in un comunicato- devono essere considerate aree di pace, protette e sicure. Sdegno dai sindacati che per mercoledì, anniversario dell’uccisione di Falcone, hanno organizzato fiaccolate in tutta Italia.

TMNews, Radio Vaticana

Vaticano: pubblicazione documenti riservati violazione della privacy e della dignità del Papa. Passi opportuni perchè si risponda davanti a giustizia

La Santa Sede è pronta ad adire le vie legali, se necessario con un'azione legale internazionale, contro la sottrazione e la pubblicazione di documenti riservati appartenenti a Benedetto XVI, pubblicati nel libro di Gianluigi Nuzzi e anticipati in questi giorni da alcuni quotidiani italiani. "La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre - ha denunciato la Santa Sede in una nota - non si presenta più come una discutibile e obiettivamente diffamatoria iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso. Il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi Collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti, hanno visto violati i loro diritti personaci di riservatezza e di libertà di corrispondenza". Per questo motivo, "la Santa Sede continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre - come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano - e compirà i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell'uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia. Se necessario chiederà a tal fine la collaborazione internazionale".

TMNews

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA A PROPOSITO DELLA NUOVA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTI RISERVATI

Il Papa: imparare a vedere con gli occhi di Cristo e dare all’altro ben più delle cose necessarie esternamente, donargli lo sguardo, il gesto d’amore

Questa mattina nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre ha ricevuto in udienza i membri del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Meic), della Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario (Focsiv) e del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), in occasione dei diversi anniversari di fondazione delle rispettive associazioni. Il Meic che, ha ricordato il Papa nel suo discorso, quest’anno festeggia gli 80 anni di fondazione, essendo nato nel '32-'33 con il nome di Movimento laureati di Azione Cattolica, e che attraverso l’impegno culturale e formativo vuole contribuire all’educazione di cristiani laici maturi che partecipino al bene comune della società. E poi la Focsiv, la più grande Federazione di organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana presente in Italia, con 65 organizzazioni e oltre 60mila persone tra aderenti e sostenitori, che quest’anno celebra il 40° anniversario di fondazione. Stesso traguardo anche per il Movimento Cristiano Lavoratori, associazione a carattere sociale, di solidarietà e volontariato, che promuove l'affermazione dei principi cristiani nella vita, nella cultura, negli ordinamenti, nella legislazione. Tre importanti associazioni ecclesiali, ha spiegato il Pontefice, accomunate storicamente dalla “sapiente opera del Servo di Dio Paolo VI”, a cui va il “ricordo riconoscente per l’impulso dato”. "Gli anniversari - ha affermato il Papa- sono occasioni propizie per ripensare al proprio carisma con gratitudine e anche con sguardo critico, attento alle origini storiche e ai nuovi segni dei tempi. Cultura, volontariato e lavoro costituiscono un trinomio indissolubile dell'impegno quotidiano del laicato cattolico, che intende rendere incisiva l'appartenenza a Cristo e alla Chiesa, tanto nell'ambito privato quanto nella sfera pubblica della società. Il fedele laico si mette propriamente in gioco quando tocca uno o più di questi ambiti e, nel servizio culturale, nell'azione solidale con chi è nel bisogno e nel lavoro, si sforza di promuovere la dignità umana". "Questi tre ambiti - ne ha dedotto il Pontefice- sono legati da un comune denominatore: il dono di sé. L'impegno culturale, soprattutto quello scolastico ed universitario, teso alla formazione delle future generazioni, non si limita, infatti, alla trasmissione di nozioni tecniche e teoriche, ma implica il dono di sé con la parola e con l'esempio. Il volontariato, risorsa insostituibile della società, comporta non tanto il dare delle cose, ma il dare se stessi in aiuto concreto verso i più bisognosi". Il lavoro "non è solo strumento di profitto individuale, ma momento in cui esprimere le proprie capacità spendendosi, con spirito di servizio, nell'attività professionale, sia essa di tipo operaio, agricolo, scientifico o di altro genere". Ma per i membri dei movimenti, ha sottolineato il Papa, tale missione ha una connotazione particolare, “quella cristiana”: “La vostra azione deve essere animata dalla carità; ciò significa imparare a vedere con gli occhi di Cristo e dare all’altro ben più delle cose necessarie esternamente, donargli lo sguardo, il gesto d’amore di cui ha bisogno. Questo nasce dall’amore che proviene da Dio, il quale ci ha amati per primo, nasce dall’intimo incontro con Lui”. "Cari amici è la logica del dono spesso bistrattata - si è rallegrato il Ponetefice- che voi valorizzate e testimoniate: donare il proprio tempo, le proprie abilità e competenze, la propria istruzione, la propria professionalità; in una parola, donare attenzione all'altro, senza aspettare contraccambio in questo mondo. Così facendo non solo si fa il bene dell'altro, ma si scopre la felicità profonda, secondo la logica di Cristo, che ha donato tutto se stesso". "La famiglia - ha evidenziato ancora il Papa- è il primo luogo in cui si fa esperienza dell'amore gratuito; e quando ciò non accade, essa si snatura, entra in crisi. Quanto viene vissuto in famiglia, il donarsi senza riserve per il bene dell'altro è un momento educativo fondamentale per imparare a vivere da cristiani anche il rapporto con la cultura, il volontariato e il lavoro. Nell'Enciclica 'Caritas in veritate' ho voluto estendere il modello familiare della logica della gratuità e del dono a una dimensione universale. La sola giustizia non è infatti sufficiente. Perché vi sia vera giustizia è necessario quel 'di più' che solo la gratuità e la solidarietà possono dare: 'La solidarietà è anzitutto sentirsi tutti responsabili di tutti, quindi non può essere delegata solo allo Stato. Mentre ieri si poteva ritenere che prima bisognasse perseguire la giustizia e che la gratuità intervenisse dopo come un complemento, oggi bisogna dire che senza la gratuità non si riesce a realizzare nemmeno la giustizia'". "La gratuità - ha proseguito - non si acquista sul mercato, né si può prescriverla per legge. E, tuttavia, sia l'economia, sia la politica hanno bisogno della gratuità, di persone capaci di dono reciproco". Il Santo Padre ha infine evidenziato l’affermazione da parte delle tre realtà ecclesiali “della necessità di continuare a camminare sulla via del Vangelo, nella fedeltà alla dottrina sociale della Chiesa e nella lealtà verso i Pastori”. Il Movimento ecclesiale di impegno culturale, ha spiegato, “è chiamato ad un rinnovato servizio nel mondo della cultura, segnato da sfide urgenti e complesse, per la diffusione dell’umanesimo cristiano: ragione e fede - ha aggiunto - sono alleate nel cammino verso la Verità”. La Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario “continui a confidare soprattutto nella forza della carità che viene da Dio portando avanti il suo impegno contro ogni forma di povertà e di esclusione, in favore delle popolazioni più svantaggiate”. Il Movimento cristiano lavoratori “sappia portare luce e speranza cristiana nel mondo del lavoro, per conseguire anche una sempre maggiore giustizia sociale. Inoltre - ha concluso - guardi sempre al mondo giovanile, che oggi più che mai cerca vie di impegno che sappiano coniugare idealità e concretezza”.

Radio Vaticana, TMNews

UDIENZA AL MOVIMENTO ECCLESIALE DI IMPEGNO CULTURALE, ALLA FEDERAZIONE ORGANISMI CRISTIANI DI SERVIZIO INTERNAZIONALE VOLONTARIO E AL MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI - il testo integrale del discorso del Papa

Benedetto XVI solleva dalla guida della diocesi di Trapani mons. Miccichè. Mons. Plotti amministratore apostolico. Scorso giugno la visita apostolica

Papa Benedetto XVI ha sollevato oggi dalla guida della diocesi di Trapani il vescovo mons. Francesco Miccichè e ha nominato come amministratore apostolico mons. Alessandro Plotti, arcivescovo emerito di Pisa. La gestione della diocesi di Trapani era sotto indagine da parte del Vaticano dal giugno 2011, quando era iniziata una 'visita apostolica' guidata dal vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero. L'inchiesta della Procura, che aveva prima innescato il 7 giugno 2011 l'invio del "visitatore apostolico" e in queste ore la rimozione del vescovo, riguarda un presunto ammanco di denaro, oltre un milione di euro ,nella fase di incorporazione da parte della Fondazione "Auxilium" di un'altra fondazione gestita dalla Curia, la "Campanile". L'indagine è stata condotta dalla sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza per la Procura trapanese. Monsignor Plotti, nato a Bologna, compirà 80 anni il prossimo 8 agosto. È stato arcivescovo di Pisa dal giugno 1986 al febbraio 2008. È contenuta in una "lettera al popolo di Dio" che segue la nomina di mons- Plotti. "Come fulmine a ciel sereno in un momento in cui finalmente la verità era venuta a galla con la conferma del mio retto agire in Vaticano, mi viene comunicato che la Santa Sede ha proceduto alla mia rimozione dalla cura pastorale della Diocesi di Trapani. Nella lettera inviatami dal Nunzio Apostolico in Italia, però, non si fa menzione delle motivazioni che stanno alla base del provvedimento adottato. E’ un provvedimento estremo che non condivido e non comprendo ma al quale, per la mia fedeltà al Papa e alla Chiesa, mi rimetto e che vi chiedo di accettare in spirito di obbedienza. Non hanno avuto esito fruttuoso le mie reiterate richieste di conoscere la relazione fatta dal visitatore apostolico, mio fratello vescovo Mogavero. Pertanto, per quanto possa apparire incredibile, non mi è dato sapere i motivi che avrebbero reso necessario un atto così platealmente punitivo: motivi che secondo la legge canonica devono essere gravissimi ma che certamente sono falsi". Gli investigatori della sezione di pg della Finanza avevano spulciato tra i conti di alcune fondazioni appartenenti alla Diocesi di Trapani che nella fase della fusione avevano visto volatilizzarsi 1 milione di euro. Un ammanco che puntava contro il vescovo Francesco Miccichè già per la sola circostanza che a fare da amministratore alla fondazione era un suo cognato. Le accuse contro il vescovo, a proposito di quell’ammanco, sarebbero state fatte finire sulla stampa e poi nelle carte dei magistrati da un suo ex braccio destro Ninnì Treppiedi (un monsignore poi sospeso a divinis) indagato insieme a un'altra dozzina di persone per calunnia truffa, diffamazione e appropriazione indebita. Nel decreto di sospensione di Treppiedì, ex direttore degli uffìci amministrativi della curia dì Trapanì, e per un certo periodo a capo della chiesa dì Alcamo, si faceva riferimento a una ingente somma dì denaro, appartenuta alla chiesa di Calatafìmì-Segesta che non sarebbe stata rendicontata.

Ansa, Corriere del Mezzogiorno.it

RINUNCE E NOMINE

Dino Boffo: non sono felice di queste rivelazioni perchè l'immagine della Chiesa ne viene sporcata, ma almeno viene fatta un po' di chiarezza

Dino Boffo (nella foto con Benedetto XVI)ha scelto gli studi della tv della CEI, Tv2000, che da circa un anno dirige, per rispondere alla pubblicazione, nell'ultimo libro di Gianluigi Nuzzi, ''Sua Santità'', delle sue lettere riservate dirette al Papa. Nell'intervista di questa mattina, Boffo non è entrato nel merito del contenuto delle lettere e delle accuse da lui rivolte a Vian ma ha prima di tutto difeso la sua strategia del ''silenzio'' davanti agli attacchi di cui era stato fatto oggetto nell'estate del 2009: ''Attaccato, non risposi''. Poi spiega di aver fatto di tutto perchè le sue lettere al Papa non venissero rese pubbliche: prima rifiutando l'invito di Nuzzi alla trasmissione ''Gli Intoccabili'' su La 7, poi provando a scongiurare in extremis l'uscita del libro. E questo anche se lo stesso Boffo ammette che potrebbe essere felice che ''un po' di chiarità venga fatta'' su una vicenda, dato che lui ne esce come un ''beneficiato'': ''Non avevo nulla da nascondere, avevo scelto il silenzio perchè parlare per metà sarebbe stato un parlare non giusto - ha spiegato - la verità o si dice o non la si dice''. Ma la sua preoccupazione fondamentale, ha spiegato Boffo ai telespettatori della tv della CEI, è stata quella di tutelare il bene della Chiesa, già colpita in questi ultimi mesi da numerosi scandali e fughe di documenti: ''Di queste rivelazioni non sono felice perchè l'immagine della Chiesa ne viene sporcata'', spiega. Il suo unico interesse, aggiunge, è ''salvare l'immagine della Chiesa, perchè la Chiesa è mia madre, e la madre è bella''. Boffo dice di non voler ''denigrare'' il ''collega Nuzzi'' ma lo definisce un ''ricettatore'' per aver accettato e deciso di pubblicare documenti frutto certamente, a suo dire, di un ''furto'', di un ''latrocinio''. ''Noi giornalisti - dice l'ex-direttore di Avvenire - rispondiamo all'assioma che la verità non va mai taciuta'' ma questo vale ''finchè si non toccano i diritti fondamentali delle persone, i diritti di privatezza''. In risposta alla pubblicazione del libro, Boffo invoca l'intervento del garante della privacy e della authority della comunicazione, si chiede come possa essere così debole la sicurezza in Vaticano da far sì che ''lettere confidenziali scritte all'appartamento papale vengono rese note in un un libro'', suggerisce cambiamenti alle leggi nazionali e internazionali per evitare che si ripetano simili casi di ''discutibilissimo diritto di cronaca''. Durante la sua intervista, l'ex-direttore di Avvenire racconta anche uno scambio di sms tra lui e Nuzzi successivo alla pubblicazione di ''Sua Santità'': a Boffo che accusava ''per denaro saresti capace di vendere tua madre'' Nuzzi avrebbe risposto che se avesse messo da parte le lettere, di cui era a conoscenza anche Il Fatto Quotidiano, sarebbe stato considerato ''un ricattatore'': ''Ho sbagliato a non avvisarti e di questo mi scuso - avrebbe scritto ancora Nuzzi a Boffo -. Finalmente la verità emerge''.

Asca

I segreti che tutti conoscono: niente di particolarmente sconvolgente, se non il fatto che una mole di questi documenti sia uscita fuori dal Vaticano

Le chiamano “carte segrete”, e si tratta di una sintesi giornalisticamente apprezzabile. Ma in questo caso l’aggettivo “segreto” rischia di diventare come quello dell’Archivio Segreto Vaticano. Ovvero, segreto perché della Segreteria di Stato, e di proprietà personale della Segreteria di Stato. Un po’ come tutte le veline, i rapporti, le relazioni di monsignori e vescovi che vengono inviati al Papa, e che vengono ovviamente archiviati e protocollati. Si chiamano “segrete” anche perché è ovvio che si tratta di missive riservate. Ma, a guardar bene le anticipazioni del libro di Gianluigi Nuzzi “Sua Santità”, non c’è niente di particolarmente sconvolgente, se non il fatto che una mole di questi documenti sia uscita fuori dal Vaticano. E qui il giornalista si dovrebbe fare la domanda: perché le ho avute? Per conto di chi mi stanno facendo lavorare? E poi: come contestualizzare? Perché è molto importante inserire le carte della Wikileaks vaticana all’interno dei contesti, dei meccanismi, delle strutture ben oliate della Curia. Se ne devono conoscere linguaggi e usanze. Linguaggi che riguardano anche il modo in cui si fanno le delazioni, anche il modo in cui passano certe informazioni. E poi basta contestualizzare. Partendo da un principio fondamentale: la Santa Sede/Stato di Città del Vaticano è uno stato sovrano, con una quantità di rapporti diplomatici secondi solo a quella degli Stati Uniti d’America. Deve sorprendere se, prima di un pranzo privato con il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, dalla Segreteria di Stato vaticana arrivi un appunto al Papa, che spieghi lo “stato dell’arte” di quello che accade in politica italiana, il profilo di Napolitano, i temi su cui insistere? E questo sarebbe una moral suasion, come la chiama Nuzzi? Sembra che piuttosto si voglia caricare tutto di un manto di sporcizia, quando invece si tratta della normalità delle relazioni diplomatiche. E tra l’altro, che “l’agenda dei temi” sia “ben diversa da quella degli incontri ufficiali”, come scrive Nuzzi, è inesatto. Perché da sempre la Chiesa insiste su libertà religiosa, parità scolastica, matrimonio tra uomo e donna. Addirittura, quando il presidente Usa Obama venne in visita ufficiale dal Papa nel 2009, il Papa gli allungò il libretto “Dignitas Personae”, l’istruzione della Congregazione della Dottrina della Fede sulla bioetica, era il tempo in cui si discuteva la prima bozza di riforma sanitaria negli Usa. E Obama commentò: “Ah quello di cui avevamo parlato in precedenza”. Ma qui ci sono altri dettagli che devono essere notati. Non si trattava di una cena, come scrive Nuzzi, ma di un pranzo di lavoro. Non è la prima volta che l’incontro privato con Napolitano e la moglie Clio viene allo scoperto, ma era già stato pubblicato sugli organi di stampa, da Andrea Tornielli su Il Giornale già nel 2009. Inesattezze che danno l’idea della fretta con cui è stato scritto il volume. Inesattezze anche sul caso Dino Boffo, il quale era stato oggetto di una “campagna stampa de Il Giornale” nell’estate del 2009. Campagna stampa, aggiunge Nuzzi, “basata su un’ipotetica condanna per molestie e una falsa velina giudiziaria su una sua presunta omosessualità, portò alle dimissioni dell’allora direttore di Avvenire”. La condanna non era ipotetica, ma reale, e ne avevano dato conto diversi giornali (una ricostruzione completa della velina e della condanna era stata fatta dal settimanale Panorama). Era piuttosto l’omosessualità ad essere ipotetica, e tra l’altro non costituirebbe un atto di accusa. Si sottolinea come, al fax di Boffo, il segretario del Papa Georg Gaenswein risponda con una telefonata. Ma questa è una prassi di prudenza: non si accredita nessuna versione, le accuse a Vian sono pesanti, si cerca di comprendere e definire il da farsi. E poi, si afferma che Dino Boffo diventa poi direttore di Sat2000. Ma già al tempo la tv dei vescovi aveva cambiato nome, ed era diventata Tv2000. Quello che colpisce è soprattutto il modo in cui lo stesso Gianluigi Nuzzi lancia il suo libro su Libero, il quotidiano per cui lavora. “Quando uscì 'Vaticano S.p.A.' fu l’occasione per far fuori gli ultimi fedelissimi di Wojtyla. Quando è uscita la storia di Viganò, adesso nunzio a Washington (ma anche i giornali ne avevano parlato, e prima della trasmissione 'Gli Intoccabili') ecco le anime che si affacciano sul Palazzo Apostolico per capire come si ricomporranno gli equilibri […] Adesso che esce ‘Sua Santità’ gli equilibri andranno ancora a modificarsi”. Dunque, il libro è un’operazione per modificare gli equilibri? E questo giustifica imprecisioni, illazioni, ricostruzioni con toni da giornale scandalistico? A un certo punto si parla di incontri segreti tra Ettore Gotti Tedeschi, presidente del Consiglio di Sovritendenza dello Ior, e Giulio Tremonti. I due sono in realtà amici, e Gotti Tedeschi è stato consulente del ministro dell’Economia per i temi etici. Di più: Tremonti è stato invitato a parlare ad un seminario che lo Ior periodicamente tiene per i correntisti delle Congregazioni Religiose, e la “lezione” è avvenuta in Aula Paolo VI. Non era un segreto.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

Allora il Papa è davvero solo?

Gossip e malafede su Sua Santità

Card. Maradiaga: i nuovi statuti di Caritas Internationalis non un intervento dall'alto ma un lavoro ben fatto, lungo e di collaborazione

Il rinnovamento della Caritas Internationalis, con l'approvazione di nuovi statuti da parte del Vaticano, "è stato un lavoro ben fatto, un lavoro lungo, un lavoro di collaborazione, perché ci sono stati tantissimi interventi, abbiamo anche sentito tante voci e dunque possiamo dire che si è arrivati a una meta veramente bella e desiderata, che darà vita a una fase di rinnovamento". Ad affermarlo, ai microfoni di Radio Vaticana, è il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga (nella foto con Benedetto XVI), presidente di Caritas Internationalis, al termine della riunione del Comitato esecutivo di questi giorni a Roma. "Non è quello che a volte la stampa ha presentato quasi come un intervento dall'alto. Io lo vedo più come un desiderio di collaborare per fare meglio il nostro lavoro".

TMNews

Il card. Maradiaga: per Caritas Internationalis comincia una nuova fase

Il libro di Gianluigi Nuzzi e l'insegnamento di Benedetto XVI: in un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza

Numerosissime sono le carte segrete del Papa che il giornalista Gianluigi Nuzzi pubblica nel suo nuovo libro "Sua Santità", destinato a scuotere la Curia romana e non solo e a turbare non poco il Pontificato ratzingeriano. Documenti riprodotti integralmente e spesso siglati dallo stesso Pontefice. Il giornalista chiama la sua talpa "Maria", nome in codice dietro il quale si nasconde la fonte principale anonima e segreta, interna al Vaticano, che ha fornito le centinaia di documenti alla base del libro. "Il mio coraggio - si legge sulla quarta di copertina come frase attribuita alla talpa di Nuzzi - è di far conoscere le vicende più tormentate della Chiesa. Rendere pubblici certi segreti, piccoli e grandi storie che non superano il Portone di Bronzo. Solo così mi sento libero, affrancato dall’insopportabile complicità di chi, pur sapendo, tace". C’è il dramma di questo uomo vaticano nel racconto delle prime pagine del libro. Quest’uomo "deve decidere - scrive Nuzzi - se portare a termine, o meno, la missione di verità che con la morte di Karol Wojtyła ha scelto di avviare, facendo proprio l’insegnamento del successore Benedetto XVI: 'In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza'. Ovvero - prosegue il giornalista - permettere a tutti di conoscere la verità dei sacri palazzi, affinché i mercanti siano cacciati dal tempio". Per Nuzzi questi documenti "svelano la quotidiana precarietà della Chiesa, tra verità inabissate, emergenze risolte, difficoltà permanenti e segreti gelosamente custoditi. Segreti - prosegue il giornalista di La 7 - rimasti tali fino a quando il nostro uomo, scorgendo per un attimo il profilo di Ratzinger tra le luci e le ombre di una sera di gennaio, si è definitivamente convito che far conoscere i documenti, al di là delle conseguenze personali, fosse l’unica scelta possibile".

Francesco Grana, Orticalab

“Ho avuto paura”. Gianluigi Nuzzi racconta com’è nato il suo ultimo libro “Sua Santità”

VII IMF-Il Papa a Milano. Dai pellegrini ai partecipanti al Congresso teologico, dai volontari alle spese economiche: i numeri del grande evento

Un evento che avrà un milione di partecipanti, almeno la metà dei quali provenienti da fuori Milano, dall'Italia e da 153 nazioni di cinque continenti. Ma al di là dell’aspetto religioso, quello che il VII Incontro Mondiale delle Famiglie porterà alla città sarà anche un vorticoso giro di soldi. Secondo le stime 'prudenziali' del professore di politica economica dell’università Cattolica, Luigi Campiglio, il costo totale sostenuto finora per organizzare l'incontro è di oltre dieci milioni di euro. Ma l’indotto del Family 2012 sarà di almeno 56 milioni di euro. Secondo le stime delle Camere di commercio di Monza e Brianza, sarà di 58 milioni. Un business vorticoso per chi dovrà sfamare, dissetare, accogliere e intrattenere i pellegrini. Molti di loro saranno arrivati in Italia acquistando un 'kit' con buoni pasto e indirizzo di un luogo dove andare a dormire, il tutto per un costo di 540 euro. Molti altri verranno a loro spese, con un costo non inferiore a 620 euro per quattro notti e i pasti di cinque giornate. Bar, tavole calde, ristoranti, pensioni, b&b, alberghi e negozi di ogni genere e tipo, stanno già facendo i conti di quanto potranno guadagnare fra il 30 maggio e il 3 giugno, tenendo conto che in quei giorni ci sarà anche una 'Fiera della famiglia' con espositori commerciali che potranno fare affari, magari anche sul lungo periodo, grazie ai visitatori incontrati al raduno. Per coprire i costi degli eventi si sono fatti avanti sponsor istituzionali e non, che hanno coperto già almeno metà delle spese. L'altra metà arriva dalla vendita del merchandising, dai 'pacchetti turistici' venduti ai pellegrini e ai 6mila congressisti, oltre che dalle donazioni della Conferenza Episcopale italiana, oltre che della diocesi ambrosiana. Sono oltre 5mila i volontari che si sono messi a disposizione della Fondazione Family 2012 per aiutare i pellegrini in arrivo da tutto il mondo, rispondendo all'appello lanciato dalla Diocesi a novembre. Sono stati addestrati con tre mesi di corso di formazione e divisi in squadre coordinate da specialisti divisi per tipo di intervento (logistico, assistenziale, informatico, linguistico). A questi si aggiungono i volontari della Protezione civile e della Croce Rossa. Nessuno percepisce compenso, ma solo vitto e alloggio per la durata dell'evento. Fra i volontari si sono arruolati anche italiani di altre regioni, immigrati residenti a Milano (soprattutto filippini e sudamericani) e stranieri di nazioni europee e non. Per ospitare le folle di stranieri in arrivo da tutto il mondo sono 34mila i posti letto messi a disposizione da 11mila famiglie della diocesi ambrosiana e da quelle lombarde più vicine. Altri 13mila pellegrini saranno ospiti di parrocchie nelle loro strutture e negli oratori. La notte tra sabato e domenica, cioè tra la grande festa delle testimonianze e la messa del Papa, almeno 50mila persone potranno dormire in sacchi a pelo e nelle tende allestite al Parco Nord nei pressi dell'aeroporto di Bresso, dove si svolgerà il grosso degli eventi. Almeno 140mila saranno i milanesi che parteciperanno alle giornate di congresso teologico e alle manifestazioni religiose collegate. Un congresso teologico pastorale al centro congresso di Fiera Milano city, dal 30 maggio per tre giorni, in preparazione dello sbarco di Benedetto XVI a Linate, venerdì primo giugno alle 17.00. Al congresso si sono già iscritte 6.500 persone, oltre a 900 ragazzi che parteciperanno al congresso dei bambini, promosso perché questo è il raduno della famiglia nel suo complesso. Collegata sarà la Fiera della famiglia con oltre 100 espositori istituzionali, associativi e commerciali di tutto il mondo. Mostre ed eventi di natura culturale sono già in corso e dureranno fino a fine evento, in tutta la diocesi ambrosiana, per iniziativa di tutte le sigle del mondo cattolico e del terzo settore.

Zita Dazzi, La Repubblica

Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Silenzio e parola, un potente richiamo. Il pensiero positivo di Benedetto XVI sulle nuove tecnologie

di mons. Paul Tighe
Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali

Ogni anno il Papa, nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, propone una riflessione su qualche aspetto della comunicazione al fine di promuovere un dibattito pubblico e fornire alcune linee guida per l’impegno proprio della Chiesa in questa dimensione costitutiva della sua missione. Negli ultimi anni Benedetto XVI si è concentrato sui cambiamenti operati nella cultura delle comunicazioni dalle nuove tecnologie digitali e dai social network. Nel Messaggio di quest’anno, il Papa rivolge la sua attenzione a ciò che potrebbe essere visto come un elemento più “classico” della comunicazione: il silenzio o, più precisamente, il rapporto tra silenzio e parola. Alcuni commentatori hanno interpretato la scelta di questo tema come un allontanamento dalla sua valutazione positiva delle nuove tecnologie e dei media, invece andrebbe inteso come un potente richiamo al fatto che la comunicazione è essenzialmente un’attività umana più che un traguardo tecnologico. Il Papa non propone il silenzio come alternativa all’impegno nella comunicazione, né chiede di spegnere i nuovi media: piuttosto, insiste sul fatto che il silenzio è un elemento integrante della comunicazione umana. Il nostro apprezzamento dell’importanza del silenzio deve essere recuperato, e la sua pratica deve essere favorita, se vogliamo salvaguardare la significatività della comunicazione che è facilitata dalle nuove tecnologie. Il suo messaggio è, in un certo senso, contro-culturale. Benedetto XVI, infatti, mette in luce l’importanza antropologica del silenzio. Non ci può essere alcuna comunicazione significativa senza il silenzio. Il silenzio parla: a volte può essere l’espressione più eloquente della nostra vicinanza, della nostra solidarietà, della nostra attenzione verso un’altra persona. Il nostro silenzio può esprimere rispetto e amore per un’altra persona: in silenzio, la ascoltiamo e diamo priorità alla sua parola. Questo risulta particolarmente vero quando i nostri interlocutori si esprimono tramite domande, come avviene sempre di più con i social network. Queste domande devono essere espresse nella loro integralità, se si vuole offrire loro una risposta significativa. Le domande vanno ascoltate, affrontate e chiarite. Chi risponde deve restare aperto a ulteriori domande. Questo processo, spesso definito interattivo, è fondamentalmente dialogico. Il dialogo richiede un ascolto sincero e autentico dell’altro: un ascolto che risulta impossibile senza il silenzio. L’impegno nel rispondere alle domande e, soprattutto, nei confronti degli interroganti, apre alla possibilità di un dialogo più profondo. Si può discernere le preoccupazioni circa le questioni ultime dell’esistenza umana: che cosa possiamo conoscere? Che cosa dovremmo fare? Che cosa possiamo sperare? Un ascolto attento, radicato nel rispetto per le domande e per chi le pone, è necessario per consentire a queste preoccupazioni più profonde di emergere. Il silenzio, piuttosto che la fretta di fornire le risposte, risulta spesso più efficace nel permettere all’interlocutore di andare più in profondità. Questa ricerca delle verità che esprime, in ultima analisi, una ricerca della verità non ancora sviluppata, richiede a sua volta il silenzio, se vuole raggiungere il suo scopo. La necessità del silenzio è da sempre valutata molto positivamente all’interno delle tradizioni religiose che, come osserva il Papa, considerano la solitudine e il silenzio come stati privilegiati che aiutano le persone a riscoprire se stesse e quella Verità che dà senso a tutte le cose. Nei paragrafi conclusivi del messaggio, Benedetto XVI si concentra sul posto del silenzio nella spiritualità cristiana. Ci esorta, tra l’altro, a fare in modo che il nostro silenzio maturi nella contemplazione. Recentemente, il Papa ha parlato della capacità trasformativa di tale contemplazione: “Il silenzio è capace di scavare uno spazio interiore nel profondo di noi stessi, per farvi abitare Dio, perché la sua Parola rimanga in noi, perché l’amore per Lui si radichi nella nostra mente e nel nostro cuore, e animi la nostra vita” (Udienza generale, 7 marzo 2012). Il Messaggio si conclude con un breve richiamo al fatto che l’evangelizzazione, la nostra comunicazione della Buona Novella, non è fatta soltanto di parole: “Educarsi alla comunicazione vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare”. I nuovi media possono costituire parte di questo apprendimento. Il Papa riconosce l’esistenza di vari tipi di siti internet, applicazioni e social network che possono aiutare l’uomo di oggi a trovare il tempo per una riflessione e per porsi domande autentiche, oltre a fare spazio al silenzio e a occasioni per la preghiera, la meditazione o la condivisione della Parola di Dio. Nei nostri tempi, tuttavia, il silenzio è qualcosa che s’impara ad apprezzare con il tempo. Una dimensione essenziale dell’attività comunicativa della Chiesa deve consistere nel fornire occasioni e opportunità, sia materiali sia virtuali, per insegnare alle persone l’arte del silenzio e della contemplazione, per recuperare il gusto della solitudine e dell’interiorità. Questo rappresenterebbe indubbiamente un fecondo punto di partenza per il nostro annuncio del Vangelo, ma sarebbe particolarmente prezioso anche come servizio a una comunicazione umana significativa.

SIR

Messaggio per la XLVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2012 - Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione