mercoledì 30 settembre 2009

'Caritas in veritate'. Mons. Crepaldi: tanti e significativi i segni di apprezzamento del testo a livello internazionale. Gli obiettivi dell'Enciclica

Intervenendo ieri al “Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro”, mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e Presidente dell’Osservatorio internazionale “Cardinale Van Thuan”, ha spiegato come e perchè l’Enciclica “Caritas in veritate” sta suscitando l’interesse del mondo. Sono passati due mesi dalla pubblicazione dell’Enciclica “Caritas in veritate” e durante questo periodo si è sviluppato un ampio dibattito di cui lo stesso Benedetto XVI si è detto contento, parlando con i giornalisti sull’aereo per Praga il 25 settembre scorso. L’arcivescovo di Trieste ha raccontato che a livello internazionale “i segni di apprezzamento e di riconoscimento delle grandi novità contenute nell’Enciclica sono stati veramente tanti e significativi”. Circa la novità rilevante dell’Enciclica, mons. Crepaldi ha sottolineato “l’influenza che sullo sviluppo hanno il rispetto della libertà religiosa, la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale, l’assolutismo della tecnica, l’atrofizzazione della coscienza”. “Molti passi – ha continuato - riflettono sui nessi profondi tra lo sviluppo e la prospettiva della vita eterna o la consistenza ontologica dell’anima, come per esempio il paragrafo n. 76”. Secondo il Presidente dell’Osservatorio Van Thuan, “la grandezza di questa enciclica consiste nel chiederci una conversione nel considerare le cose e il loro ordine” ed in particolare nel rapporto tra religione e sviluppo. In questo contesto mons. Crepaldi ha denunciato le molte contraddizioni che puntano per esempio a una giustizia sciolta dalla pratica della carità. Come esempio ha ricordato che “ci preoccupiamo perché d’estate vengono abbandonati i cani e non ci curiamo delle vite impedite con l’aborto; pretendiamo di sviluppare solidarietà nel lavoro ma distruggiamo la famiglia che è vera scuola di solidarietà e la contrapponiamo al lavoro anziché integrarla con esso”. E ancora, “ci affidiamo alla tecnica per risolvere i problemi ambientali quando sappiamo che sono dovuti proprio all’assolutismo della tecnica; gonfiamo costosi apparati per gli aiuti internazionali e il 90% del loro budget è impiegato per le spese correnti di mantenimento della struttura”. Inoltre, “vogliamo educare i giovani all’assunzione di responsabilità e mettiamo in mano delle ragazzine di 16 anni la pillola abortiva; [...] diffondiamo nelle scuole la cultura del determinismo evolutivo per cui siamo tutti figli della necessità e del caso e poi pretendiamo che i giovani vedano nella natura una vocazione da rispettare”. “C’è qualcosa che non va. C’è molto che non va - ha sottolineato - . C’è un ordine delle cose da rimettere a posto, una conversione di prospettiva da attuare. L’Enciclica è un invito all’uomo affinché 'rientri in se stesso'”. Mons. Crepaldi si è detto convinto che “ogni cosa rivela un senso. Ogni cosa deve essere illuminata dalla carità e dalla verità perché riusciamo a comprendere cosa essa sia e cosa dobbiamo fare” e “il senso non è mai prodotto, è sempre trovato”. L’Enciclica propone un cambiamento mentale per non considerare più le persone e il mondo come nostra produzione, ma nell’ottica della loro vocazione. A questo proposito l’arcivescovo di Trieste ha spiegato che “la deriva nichilistica dello sviluppo è inevitabile se continuiamo a pensare che il senso lo produciamo noi”. Dovremmo, invece, capire che temi come quello “della religione e di Dio, diventano di primo piano per lo sviluppo”. Il Presidente dell’Osservatorio Van Thuan ha quindi messo in guardia dall’assolutismo della tecnica che sembra aver sostituito le ideologie. Ormai, ha denunciato, la tecnica si occupa della vita, della procreazione, della famiglia, della pace, dello sviluppo, delle relazioni internazionali, degli aiuti allo sviluppo, del lavoro. Gli apparati tecnici contano più di quelli politici. “Ci sono scienziati – ha commentato mons. Crepaldi - che scientificamente affermano che Dio non esiste; ci sono medici che scientificamente dicono che l’embrione non è cosa umana; ci sono apparati delle Nazioni Unite che impongono in tutto il mondo l’ideologia del gender; ci sono agenzie che pianificano la lotta alla vita; e dopo la crisi economia e le tante proposte di moralizzare la tecnica finanziaria nulla o poco di tutto ciò si vede all’orizzonte”. Per il prelato, “la tecnica ormai si occupa di molte cose […] ma senza sapere cosa sono”, essendo “indifferente alla loro verità e quindi incapace di suscitare alcuna carità”. Per ritrovare il senso delle cose mons. Crepaldi propone di riscoprire il ruolo di Dio nella storia e nello sviluppo. “Non un Dio qualunque - ha affermato - ma un Dio amico della persona, ossia un Dio che è Verità e Amore”. “Torna alla fine la pretesa cristiana, che essendo una pretesa di verità e di amore non è una pretesa arrogante, ma di dono e gratuità”, ha concluso monsignor Crepaldi affermando che “il Vangelo è elemento fondamentale per lo sviluppo, perché in esso Cristo, rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo”.

Antonio Gaspari, Zenit

In uscita a fine novembre 'Alma Mater', il disco con la voce di Benedetto XVI. Brani composti da un musulmano, un cattolico ed un ateo

E' un disco che nasce portando con sé un messaggio di speranza, e non potrebbe essere diversamente, dal momento che a cantare, nell'album che arriverà nei negozi il mese prossimo, è nientemeno che Papa Benedetto XVI. Canzoni, certo, ma anche preghiere recitate, il tutto su una base musicale scritta da tra compositori: un musulmano, un cattolico ed un ateo. Il produttore Vincent Messina ha spiegato che la scelta di Nour Eddine, Stefano Mainetti e Simon Boswell - che si descrive "di fede non dichiarata" - riflette "l'intento di creare un disco che avesse un appeal universale per tutti coloro che amano la buona musica". "Non ho mai pensato di scegliere o mettere sotto contratto compositori in base alla loro fede", ha spiegato Messina all'agenzia Reuters. "Conosco questi tre compositori da tantissimo tempo e li stimo perché sono musicisti eccezionali; soprattutto per il compositore marocchino, Nuredin, l'idea mi è venuta perché in un certo modo condividiamo con la tradizione musicale araba le radici del canto gregoriano", ha aggiunto. "Alma Mater - Music from the Vatican", questo il nome dell'album, propone registrazioni della Radio Vaticana di litanie cantate da Benedetto XVI, che recita anche versi e preghiere, registrate nella Basilica di San Pietro o durante i suoi viaggi. "In particolare c'è un pezzo in cui lo si può ascoltare mentre canta un Regina Coeli, accompagnato dal coro, dall'inizio alla fine", anticipa Messina. In "Alma Mater" compare anche il Coro della Accademia Filarmonica di Roma insieme a brani classici registrati dalla Royal Philharmonic Orchestra. Il produttore aveva già lavorato ad un progetto ugualmente sperimentale con il precedente Pontefice: "Già dieci anni fa, sempre insieme a padre Giulio Neroni, avevo organizzato e prodotto un album di Papa Giovanni Paolo II intitolato "Abba Pater", ma pensavo che quell'esperienza sarebbe rimasta unica ed irripetibile". Per questo, quando il sacerdote lo ha cercato nuovamente per proporgli di lavorare ad un disco con la voce di Papa Benedetto XVI, lo ha trovato un po' restio: "Gli risposi che secondo me non era una cosa impensabile, non riuscivo a veder le condizioni per affrontare un lavoro del genere. Mi sono ricreduto totalmente quando don Giulio mi ha proposto i libretti, i concetti che avrebbe voluto mettere nell'album e soprattutto quando mi ha portato a Radio Vaticana per farmi ascoltare le registrazioni della voce del Santo Padre nei brani scelti", ricorda Messina. Il disco uscirà il 23 novembre in Europa e il 29 in Gran Bretagna con la Geffen Records, l'etichetta per la quale hanno firmato Snoop Dog e Ashlee Simpson e che ha portato al successo planetario una band come i Nirvana. Messina ha detto di non aver ancora ricevuto un commento ufficiale dal Vaticano. "Il Vaticano è sempre molto cauto per tutto ciò che concerne la comunicazione, figurarsi quando si parla di un album in cui compare la voce del Papa", ha concluso il produttore.

Reuters

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Il card. Arinze: mostrare il volto di Cristo nella concreta solidarietà fattore importante di evangelizzazione

Dal 4 al 25 ottobre si terrà in Vaticano la II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi. Il card. Francis Arinze (nella foto con Benedetto XVI), Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, è uno dei tre Presidenti delegati nominati dal Papa. Lo stesso incarico di Presidente delegato, il card. Arinze lo ricoprì nella I Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, nel 1994, nominato da Giovanni Paolo II. Allora era Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Alla vigilia dell’Assemblea Sinodale, l’agenzia Fides ha chiesto al card. Arinze, che è originario dell’arcidiocesi di Onitsha, in Nigeria, di cui fu arcivescovo prima di essere chiamato in Vaticano, una sua considerazione sui temi centrali dell'assise e sul posto che avrà l'evangelizzazione, anche in riferimento al Sinodo del 1994. “Il tema che è stato scelto – “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace” – delinea l'orientamento generale che è stato dato al Sinodo. La prima Assemblea che si svolse nel 1994 affrontò una pluralità di aspetti (proclamazione e inculturazione della fede, giustizia e pace, dialogo interreligioso, mezzi di comunicazione) mentre questa seconda Assise si concentrerà su un ambito particolare: riconciliazione, giustizia e pace. Nel proporre questa riflessione, la Chiesa non intende monopolizzare il dibattito pubblico ma al contrario favorirlo, coinvolgendo possibilmente tutti coloro che a vario titolo – nella politica, nell'economia, nella cultura – hanno un ruolo da giocare. Ma i cristiani, come ci ricorda Papa Benedetto XVI, sono chiamati a testimoniare la loro fede nella carità, a mostrare il volto di Cristo negli atti concreti di solidarietà, e questo è già in sé un fattore importantissimo di evangelizzazione. Gesù si è rivolto innanzitutto ai poveri per annunciare il Regno di Dio come l'avvento di un mondo di giustizia o, come diremmo noi oggi, di rispetto dei diritti umani. Sono di ritorno da un viaggio in Nigeria e ho avuto modo di constatare l'attesa delle diverse comunità cristiane per un incoraggiamento in tal senso. Anche la società civile è interessata al tema del Sinodo. Quanto all'incarico che il Santo Padre mi ha conferito, sarà per me un impegno a favore della libera discussione e dell'iniziativa di ciascuno. Mi auguro che l'Assemblea saprà trarre i frutti migliori da questa esperienza”.

Fides

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Incontri sulla comunicazione e il continente per un'informazione giusta e obiettiva che promuova lo sviluppo

Tre incontri di riflessione con Padri Sinodali, giornalisti e altri esperti di comunicazione per capire i problemi che ostacolano un’informazione giusta ed obiettiva sull’Africa e incoraggiare un’informazione volta a promuoverne lo sviluppo. Ad organizzarli nel mese di ottobre, in occasione della II Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa sono la Radio Vaticana e il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. “La comunicazione in Africa e sull’Africa” costituisce “ancora oggi una grande sfida” spiega una nota dei promotori. “Da una parte gli africani si lamentano dell’immagine negativa del Continente data dai media occidentali”; dall’altra i giornalisti “si lamentano delle difficoltà di accesso a informazioni credibili”. Gli incontri si terranno il 2, il 17 e il 22 ottobre presso la sede della Radio Vaticana, dalle ore 16 alle ore 19. Per gli organizzatori il Sinodo per l’Africa “è certamente un’ottima opportunità per parlare dell’Africa” e dei suoi problemi. Ad inaugurare il primo appuntamento “Africa nei mass media: attorno al fuoco sui nuovi paradigmi dell’informazione” saranno il 2 ottobre padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), direttore generale della Radio Vaticana, e il card. Francis Arinze, uno dei tre Presidenti delegati dell'assise sinodale sull'Africa.

SIR

Nomine del Papa nel Pontificio Consiglio per la pastorale della famiglia. Nel comitato di presidenza gli arcivescovi di Milano, San Paolo, Gerusalemme

In vista del VI Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Milano nel 2012, il Papa ha nominato l’arcivescovo della città, il card. Dionigi Tettamanzi (nella foto con Benedetto XVI), membro del Comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la pastorale della famiglia. Su proposta del presidente, card. Ennio Antonelli, il Papa ha rafforzato anche la pattuglia degli italiani tra i consultori del dicastero, chiamando a farne parte il presidente del Forum delle Famiglie Francesco Belletti, uno dei suoi più autorevoli membri, Salvatore Martinez, che è anche il presidente del Rinnovamento nello Spirto, e il prof. Stefano Zamagni, docente di Economia all’Università di Bologna e presidente dell’Autorità sulle Onlus. Entrano nel dicastero anche il card. Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, il card. Odilo Pedro Schrerer, arcivescovo di San Paolo del Brasile e Sua Beatitudine Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei Latini.

Benedetto XVI: don Luigi Sturzo stimolo e incoraggiamento per i cristiani, specialmente per quelli in campo sociale e politico

''L'esempio luminoso di questo presbitero e la sua testimonianza di amore, di libertà e di servizio al popolo sia stimolo e incoraggiamento per tutti i cristiani, e specialmente per quanti operano in campo sociale e politico perchè diffondano, con la loro coerente testimonianza, il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa''. Queste le parole dedicate al termine dell'Udienza generale da Papa Benedetto XVI a don Luigi Sturzo, il sacerdote di Caltagirone fondatore del Partito Popolare. Salutando i fedeli italiani, Benedetto XVI si è rivolto in particolare - tra gli altri 12 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro - ai partecipanti al Convegno Internazionale Sturziano, organizzato nel 50° anniversario della sua morte.

Asca

Il Papa: nella Repubblica Ceca perchè l’Europa ha bisogno di Dio per ritrovare speranza nel domani. La verità è amica dell'uomo e della sua libertà

''Un vero pellegrinaggio e, al tempo stesso, una missione nel cuore dell'Europa''. Così Papa Benedetto XVI ha definito il suo viaggio apostolico nella Repubblica Ceca ripercorrendone le tappe nel corso della catechesi dell'Udienza generale di questa mattina, svoltasi in Piazza San Pietro. ''Pellegrinaggio - ha spiegato Benedetto XVI - perchè la Boemia e la Moravia sono da oltre un millennio terra di fede e di santità; missione, perchè l'Europa ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento saldo della speranza''. ''L'amore di Cristo è la nostra forza'', ha esclamato il Pontefice citando Cirillo e Metodio, ''evangelizzatori di quelle popolazioni'' e patroni dell'Europa insieme con San Benedetto. L'amore di Cristo, per Benedetto XVI, è infatti ''una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrici, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità''. “La vera vittoria è la vittoria dell’amore e della vita nella famiglia e nella società!”. Citando la visita al “Bambino di Praga”, Benedetto XVI ha ricordato che nella chiesa di Santa Maria della Vittoria “ho pregato per tutti i bambini,per i genitori, per il futuro della famiglia”. La visita al Castello di Praga, invece,quasi una “polis” in cui “convivono in armonia la cattedrale e il palazzo, la piazza e il giardino”, è stata per il Papa l’occasione per ribadire che “l’ambito civile e quello religioso” non sono “giustapposti, ma in armonica vicinanza nella distinzione”, a partire dal “legame indissolubile che sempre deve esistere tra libertà e verità”. “Non bisogna aver paura della verità, perché essa è amica dell’uomo e della sua libertà”, ha detto Benedetto XVI: “anzi, solo nella sincera ricerca del vero, del bene e del bello si può realmente offrire un futuro ai giovani di oggi e alle generazioni che verranno”. ''Chi esercita responsabilità nel campo politico ed educativo deve saper attingere dalla luce di quella verità che è il riflesso dell'eterna sapienza del Creatore'', ed ''è chiamato a darne testimonianza in prima persona con la propria vita''. "Solo un serio impegno di rettitudine intellettuale e morale è degno del sacrificio di quanti hanno pagato caro il prezzo della libertà'', ha detto il Pontefice, secondo il quale ''simbolo di questa sintesi tra verità e bellezza è la splendida Cattedrale di Praga, intitolata ai Santi Vito, Venceslao e Adalberto'', dove si è svolta la celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e una rappresentanza dei laici impegnati nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali. ''Per le comunità dell'Europa centro-orientale questo è un momento difficile'', ha osservato il Papa: ''Alle conseguenze del lungo inverno del totalitarismo ateo, si stanno sommando gli effetti nocivi di un certo secolarismo e consumismo occidentale''. ''Perciò - ha spiegato Benedetto XVI - ho incoraggiato tutti ad attingere energie sempre nuove dal Signore risorto, per poter essere lievito evangelico nella società e impegnarsi, come già avviene, in attività caritative, e ancor piuù in quelle educative e scolastiche''. Lo sforzo di progredire verso una unità sempre più piena e visibile tra noi, credenti in Cristo, rende più forte ed efficace il comune impegno per la riscoperta delle radici cristiane dell’Europa”. Il Papa si è soffermato sull’incontro, nell’Arcivescovado di Praga, con i rappresentanti delle diverse comunità cristiane e il responsabile della comunità ebraica. “Pensando alla storia di quel Paese, che purtroppo ha conosciuto aspri conflitti tra cristiani – le parole di Benedetto XVI - è motivo di viva gratitudine a Dio l’esserci ritrovati insieme come discepoli dell’unico Signore, per condividere la gioia della fede e la responsabilità storica di fronte alle sfide attuali”. Il Pontefice ha spiegato di aver insistito ''sul ruolo dell'istituzione universitaria, una delle strutture portanti dell'Europa'', essenziale anche per rafforzare le ''radici cristiane'' del nostro Continente. Riferendosi all'ateneo di Praga, ''uno tra i più antichi e prestigiosi del continente'', fondato dall'imperatore Carlo IV insieme con il Papa Clemente VI, Benedetto XVI ha affermato che ''l'università è ambiente vitale per la società, garanzia di libertà e di sviluppo, come dimostra il fatto che proprio dai circoli universitari prese le mosse a Praga la cosiddetta rivoluzione di velluto''. A vent'anni da quello ''storico evento'' - ha ricordato Benedetto XVI - ''ho riproposto l'idea della formazione umana integrale, basata sull'unità della conoscenza radicata nella verità, per contrastare una nuova dittatura, quella del relativismo abbinato al dominio della tecnica''. ''La cultura umanistica e quella scientifica - ha affermato il Papa - non possono essere separate, anzi, sono le due facce di una stessa medaglia: ce lo ricorda ancora una volta la terra ceca, patria di grandi scrittori come Kafka, e dell'abate Mendel, pioniere della moderna genetica''. Della “signoria di Cristo”, per il Papa, “è segno eloquente l’esistenza dei santi Patroni delle diverse nazioni cristiane”: come San Venceslao, che “si distinse per la sua esemplare testimonianza cristiana” perché “antepose il regno dei cieli al fascino del potere terreno”. Per questo “è rimasto per sempre nel cuore del popolo ceco, come modello e protettore nelle alterne vicende della storia”. Ai giovani, il Papa ha rivolto “l’invito a riconoscere in Cristo l’amico più vero, che soddisfale aspirazioni più profonde del cuore umano”. Benedetto XVI ha concluso la catechesi esprimendo gratitudine per aver incontrato ''un popolo e una Chiesa dalle profonde radici storiche e religiose, che commemora quest'anno diverse ricorrenze di alto valore spirituale e sociale''. ''Ai fratelli e sorelle della Repubblica Ceca - ha concluso - rinnovo un messaggio di speranza e un invito al coraggio del bene, per costruire il presente e il domani dell'Europa''.

Asca, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Il Papa a Brescia e Concesio. Gli opuscoli e la preghiera in preparazione alla visita di Benedetto XVI

Opuscolo - "Il Santo Rosario con Paolo VI"

Opuscolo - "Papa Paolo VI"

Opuscolo - "Pasci i miei agnelli: il ministero del Papa nella Chiesa"

Preghiera per la visita del Papa