martedì 5 febbraio 2013

Padre Lombardi: articolo del 'Corriere della Sera' inattendibile, le riunioni allo Ior sull'operazione Antonveneta non sono mai esistite. Drigenti Mps mai in possesso di fondi presso l'Istituto vaticano

Allo Ior non si è svolta alcuna riunione riguardante la vendita di Antonveneta a Mps". E' quanto afferma il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi (foto), in relazione a un articolo comparso ieri sul Corriere della Sera. ''L'articolo - ha detto padre Lombardi- è inattendibile. E in particolare le riunioni di cui si parla sull'operazione Antonveneta non sono mai esistite''. Il Vaticano ''esclude'' che ''dirigenti del Montepaschi abbiano avuto possesso di fondi presso lo Ior”. Padre Lombardi fa notare inoltre che “i conti presso lo Ior hanno specifiche molto diverse da quelle dei presunti conti citati nell’articolo del Corriere della sera”.

Radio Vaticana

Anno della fede. Mons. Fisichella: si coglie l’entusiasmo nelle parrocchie, tra i religiosi e religiose, nei movimenti e associazioni, per viverlo con profondità e col desiderio di annunciare la fede e di viverla con gioia e serenità

“L’Anno della fede, nel quale ci siamo introdotti ormai da qualche mese, sta registrando nelle Chiese locali molto entusiasmo e vitalità. I vescovi, con numerose lettere pastorali e programmi appositi, hanno indicato ai fedeli un percorso di approfondimento che certamente lascerà dei frutti duraturi”. Si è espresso così, durante la presentazione della mostra che si aprirà giovedì a Roma su “Il cammino di Pietro” (Castel Sant’Angelo, 7 febbraio-1 maggio 2013), il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella (nella foto con Benedetto XVI). Tra gli eventi che seguiranno da qui all’autunno, il presule ha richiamato il grande concerto in Piazza San Pietro del 22 giugno, il raduno mondiale dei cresimandi del 28 aprile durante il quale il Papa cresimerà 40 ragazzi e ragazze da ogni parte del mondo, i raduni di confraternite e sodalizi sulla pietà popolare, quello sulla pietà mariana e altri. “Un po’ dovunque - ha proseguito mons. Fisichella - si coglie l’entusiasmo nelle parrocchie, tra i religiosi e religiose, nei movimenti e associazioni, per vivere quest’Anno con profondità e col desiderio di annunciare la fede e di viverla con gioia e serenità”. 

SIR

Anno della fede. Presentata la Mostra d’arte 'Il Cammino di Pietro', al Museo nazionale di Castel Sant’Angelo: uno dei personaggi che da sempre ha provocato la mente degli artisti per tentare di capire il mistero che portava con sé e darne voce

Sottolineare il carattere culturale della fede e la promozione che essa ha portato nei differenti ambiti della cultura. E’ il filo conduttore di diversi eventi pensati a livello internazionale per celebrare l’Anno delle fede, aperto dal Papa l’11ottobre 2012. A dare il via alle manifestazioni sarà la Mostra d’arte dal titolo “Il Cammino di Pietro” aperta da giovedì prossimo e fino al primo maggio, presso il Museo nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma. Oggi la presentazione, in Sala Stampa vaticana, affidata al presidente Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione mons. Rino Fisichella (nella foto con Benedetto XVI) e al curatore della mostra don Alessio Geretti. Una mostra dedicata al cammino di fede che non conobbe sosta, quello dell'Apostolo Pietro, dal giorno in cui Gesù entrò nella sua vita chiamandolo a seguirlo per farne un “pescatore di uomini”, fino al momento in cui morì testimoniando di "aver visto Gesù crocifisso, vivo e risorto". “Un cammino per crescere nella fede”, ma anche una “provocazione a percepire l’esigenza di credere come risposta alla domanda di senso che la vita pone”. Questo il cuore della mostra "Il Cammino di Pietro" secondo mons. Rino Fisichella che ne spiega l'origine riflettendo sul presente: “La fede non è un impegno solo dei credenti. Essa esprime l’esigenza dell’uomo di saper guardare dentro se stesso per cogliere quel desiderio di Dio che è impresso nel cuore di ogni persona”. Nel contesto culturale odierno, sottolinea mons. Fisichella, stanchezza e indifferenza coinvolgono anche la fede e un’eccessiva fiducia nel progresso scientifico tende a relegarla a fatto privato. Eppure il desiderio di bellezza sia naturale che artistica cresce in milioni di persone: per fortuna, oggi, continua il presule, si ricerca ancora qualcosa di più importante e di più profondo, perché l’animo è mosso dal desiderio di conoscere e di ammirare: “E’ proprio per sostenere questo desiderio e per dare voce alla nostalgia di Dio, che è spesso latente in tante persone, che abbiamo pensato di organizzare questa mostra come un percorso nei secoli per entrare nella conoscenza di uno dei personaggi che da sempre ha provocato la mente degli artisti per tentare di capire il mistero che portava con sé e darne voce”. Attraverso un attento gioco di luci e suoni intorno a 40 capolavori provenienti da nove Paesi europei, dal IV al XX secolo, ai visitatori sarà proposto, spiega mons. Fisichella, di contemplare e interiorizzare la vicenda di fede di una “icona dell’umanità”: in Pietro che cerca e trova, tradisce e tuttavia sa chiedere perdono, lascia tutto per annunciare il mistero della Risurrezione di Cristo, tutti possono riconoscersi. E’ quanto ribadisce anche il curatore della mostra don Alessio Geretti: “Nonostante nella mostra non manchino gli inediti, non manchino i confronti tra botteghe e scuole, le occasioni di sorpresa, il primo criterio della Mostra, però, è quello narrativo cioé quello di introdurci nel racconto della fede, attraverso la vicenda di un uomo, nel quale si può identificare il credente, per certi aspetti il non credente e, per altri aspetti, il diversamente credente, se così si può chiamare”.

Radio Vaticana

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA "IL CAMMINO DI PIETRO" (ROMA, CASTEL SANT’ANGELO, 7 FEBBRAIO - 1° MAGGIO 2013)

www.annusfidei.org

www.castelsantangelo.com

Mons. Sako: a Benedetto XVI ho detto i miei timori per questo nuovo incarico e lui mi ha risposto 'Non preoccuparti, siamo tutti con te!'. Lo abbiamo davvero sentito come un padre, il suo sorriso ci ha aperto una dimensione più grande

"Il Papa ha mostrato tutta la sua vicinanza a noi, alla nostra Chiesa caldea; noi tutti siamo stati commossi per questa sua amicizia. Lo abbiamo davvero sentito come un padre". Lo ha dichiarato il nuovo patriarca dell'Iraq, Louis Raphael I Sako, ricevuto ieri da Benedetto XVI insieme ai membri del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Caldea che lo hanno eletto venerdì scorso a Roma. "A Benedetto XVI - ha rivelato il nuovo patriarca iracheno - ho detto i miei timori per questo nuovo incarico e lui mi ha risposto: 'Non preoccuparti, siamo tutti con te!'". Parole che Sua Beatitudine ha avvertito come "un sostegno molto grande per noi tutti in questo Paese che vive un tempo molto critico". "Il Papa - ha sottolineato alla Radio Vaticana - ci ha comunicato tanta speranza! E il suo sorriso ci ha aperto una dimensione più grande, più ampia rispetto a quella che noi spesso viviamo, che è a volte un pò ristretta. Adesso noi ci sentiamo confermati nella speranza e anche nella perseveranza". Secondo il capo della comunità caldea, "tutto è pubblicizzato". "Anche il card. Bertone, che abbiamo incontrato, ci ha detto - ha concluso Sako - di essere molto preoccupato della situazione, che prega e che la Santa Sede fa il possibile per aiutare questi Paesi sulla strada del dialogo, per la pacifica convivenza. Ma bisogna aprire le orecchie e il cuore per ascoltare la voce di Dio, la voce dell'uomo, nostro fratello". Il nuovo Patriarca è stato intervistato da Baghdadhope: dalle sue parole emerge bene l'identikit di un pastore aperto, che vuole rilanciare il dialogo. Spiegando il suo motto patriarcale che contiene le parole autenticità, unità e rinnovamento, il pastore della Chiesa caldea ha detto: "La prima parola del motto è autenticità e con essa intendo la necessità di essere veri e sinceri nei confronti di se stessi e degli altri, essere chiari e parlare senza timori. Essere liberi di esprimere la propria opinione anche se contraria a quella del nostro interlocutore usando però la delicatezza ed il tatto necessari affinché la critica diventi costruttiva". "Per quanto riguarda l'unità - ha aggiunto - anch'essa deve essere perseguita a livello personale, ecclesiastico, ecumenico ed interreligioso e per farlo - non mi stancherò mai di ribadirlo - è necessario il dialogo che è l'unica via da opporre alla violenza e perché solo in esso c'è per noi futuro. Per quanto riguarda il rinnovamento sarà necessario molto impegno. Bisognerà porre attenzione alla formazione sì quantitativa, ma soprattutto qualitativa, del clero insistendo sul suo compito di "ispiratore e portatore" di dialogo, interno alla chiesa ed all'esterno di essa. Bisognerà dare maggiore attenzione alla figura del laico nella chiesa, laico che è partner e deve diventare sempre più parte integrante dei consigli pastorali e diocesani. Perché questo partenariato funzioni devono cadere le barriere tra clero e laici eliminando ogni traccia di clericalismo legato a tradizioni rispettabili ma antiche. Si deve, insomma, smettere di vivere nel passato. Il messaggio della Chiesa deve essere incarnato nei tempi presenti e nell'uomo di oggi". Significative anche le parole del patriarca sulla liturgia: "Come diceva San Giovanni Crisostomo: 'la liturgia è per l'uomo' e non l'uomo per la liturgia. Noi siamo orientali e come tali abbiamo una linea pastorale e spirituale di natura orientale che però deve adeguarsi ai tempi moderni con un linguaggio più diretto che non dimentichi le nostre tradizioni di "Chiesa dei martiri" ma che parli al fedele anche di grazia e di gioia, di salvezza e speranza". Rispondendo a una domanda sull'introduzione della lingua araba nella liturgia, Sako ha detto: "Noi tutti siamo legati e rispettiamo le tradizioni e la nostra storia proponendone in alcuni casi addirittura il recupero... Rispetto delle tradizioni, dunque, ma allo stesso tempo necessità di essere vicini alla gente non solo usando un linguaggio semplice in grado di essere compreso quanto anche nell'uso della lingua del luogo che può essere l'arabo ma anche il curdo o il persiano. La Buona Novella deve rinnovarsi". Infine il nuovo Patriarca ha risposto a una domanda sulle "spinte nazionalistiche" che soprattutto negli ultimi dieci anni hanno lacerato la Chiesa caldea, con riferimento al diffondersi dell'atteggiamento che vuole i caldei diversi dai fedeli delle altre chiese in Iraq non solo dal punto di vista religioso ma anche da quello etnico. "E' un argomento - ha detto Sako - che dovrebbe essere studiato approfonditamente su basi storiche, scientifiche e linguistiche ed in ciò la Chiesa ed i laici possono dare un gran contributo. La nostra Chiesa è allo stesso tempo locale ed universale e termini come 'caldeo' o 'assiro' sono retaggi del colonialismo che mirava a dividere una comunità con origini comuni... Nazionalismo e fondamentalismo da qualsiasi parte traggano origine sono ostacoli sulla via dello sviluppo e della pace". Sako, dopo aver preannunciato una riorganizzazione delle diocesi caldee e la possibilità di crearne una in Europa, ha anche detto che non intende indossare lo "Shash", il tipico copricapo un tempo portato dal clero caldeo, che consiste una sorta di turbante: "Mi sembra una tradizione antica e legata al folklore locale. Voglio essere semplice e diretto, non alzare barriere nei confronti di nessuno ed anche un certo modo di vestire in un certo senso è una barriera. Niente Shash, magari qualcosa di più semplice".

Agi - Andrea Tornielli, Vatican Insider

Quaresima 2013. Il 13 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, celebrazione nella forma delle 'Stazioni' romane presieduta dal Papa: nella Basilica di Santa Sabina la Messa con l'imposizione delle ceneri

Nel giorno di inizio della Quaresima, Mercoledì delle Ceneri, il prossimo 13 febbraio, avrà luogo una celebrazione nella forma delle “Stazioni” romane, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI che si svolgerà nel seguente modo: alle 16.30, nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino inizierà la liturgia “stazionale” cui farà seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Alla processione prenderanno parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci Benedettini di Sant’Anselmo, i padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Al termine della processione, nella Basilica di Santa Sabina, il Papa celebrerà la Santa Messa con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri.

Il Sismografo

AVVISO DELL’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE

Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede: il presidente Napolitano si congeda, almeno formalmente, da Benedetto XVI, questo suo 'compagno di viaggio' con il quale ha attraversato anni assai difficili per l'Italia, l'Europa e l'Occidente

Quasi al termine del suo mandato settennale, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "si congeda, almeno formalmente, da questo suo 'compagno di viaggio', con il quale ha attraversato anni assai difficili per l'Italia, l'Europa e l'Occidente". Lo afferma una nota dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede che ha promosso l'esecuzione nell'Aula Paolo VI in onore del Santo Padre "per celebrare l'84° anniversario dei Patti Lateranensi" e del presidente Napolitano, "in vista del termine del suo settennato, come un 'laico' ringraziamento da parte di noi cittadini per l'impegno da egli profuso al servizio del Paese". "L'evento - sottolinea la rappresentanza diplomatica - mira in realtà a suggellare idealmente quella specialissima intesa e sintonia che ha legato negli anni queste due personalità, e che tanto ha contribuito alla stabilità di un Paese troppo spesso afflitto da travagliate divisioni". Un'intesa, rileva l'Ambasciata, "che trovò il suo momento più alto nella partecipazione attiva e convinta della Santa Sede e della Chiesa Italiana alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia". La nota spiega inoltre che "in una congiuntura politicamente delicata, quale l'attuale fase pre- elettorale, l'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede ha compiuto uno sforzo particolare per riuscire a finanziare ed organizzare, senza alcun ricorso a risorse pubbliche l'evento". Il concerto, infatti, "è reso possibile grazie al contributo dei Soci Fondatori della Fondazione Flying Angels, incidentalmente presieduta dall'Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco". La scelta di affidarsi ai soci di una Charity, che si prende cura di bambini gravemente ammalati (si tratta di una ONLUS nata un anno fa con il mandato di procurare biglietti aerei gratuiti a bambini in stato di indigenza e bisognosi di cure mediche specialistiche) "ci è sembrata - conclude la nota - eticamente e metaforicamente, la soluzione più idonea per un'iniziativa del genere".

Agi