martedì 13 settembre 2011

Card. Sepe: ricorso fuori da ogni logica, Benedetto XVI un amante dell'umanità. Marazziti: il suo contrasto alla pedofilia è sotto gli occhi di tutti

"Qui c'è, dobbiamo dirlo molto concretamente, il solito tentativo anti-cattolico che tende in qualche maniera ad offuscare un'immagine che, dal punto di vista umano, è quanto di più prestigioso abbiamo nella nostra società". Questo il parere del card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Il prefetto emerito di Propaganda Fide commenta il ricorso depositato oggi da un gruppo di associazioni delle vittime dei preti pedofili presso la Corte penale internazionale dell'Aja che accusa Papa Benedetto XVI e i cardinali Tarcisio Bertone, Angelo Sodano e William Joseph Levada di crimini contro l'umanità per la copertura degli abusi sui minori. "Queste sono le cose più assurde - ha detto Sepe a margine dell'incontro interreligioso diella Comunità di Sant'Egidio a Monaco di Baviera - perché se c'è un amante dell'umanità, per vocazione insita al proprio essere cristiano e per formazione anche culturale e sociale, questo è l'attuale Papa. E' la Chiesa che si fa madre e maestra dell'umanità - ha aggiunto il cardinale di Napoli - e invece poi si arriva a queste cose assurde. Mi sembra che siamo completamente fuori da ogni logica". ''Un'iniziativa patetica, proposta da chi ha una visione deformata della realtà''. Così ha commentato poco fa all'agenzia Asca il portavoce della Comunità di Sant'Egidio Mario Marazziti. Marazziti rileva che si tratta di un'iniziativa che non fa assolutamente sorridere, anzi è una cosa ''molto triste'', perchè si ha l'impressione che venga ''da gente che cerca solo notorietà''. Il portavoce della Comunità di Sant'Egidio fa notare che il Tribunale dell'Aja ''deve occuparsi di cose molto serie'' e ''non può perdere il tempo dietro a iniziative di tal genere''. E aggiunge che il contrasto di Benedetto XVI ai crimini sui minori commessi da membri del clero è ''sotto gli occhi di tutti''.

L'Unione Sarda.it, Asca

Siamo all'assurdo: associazioni di vittime di preti pedofili denunciano il Papa alla Corte dell'Aja per crimini contro l'umanità. Vaticano: no comment

No comment. E' questa la posizione a cui, almeno per il momento, la Santa Sede, interpellata in merito, ritiene di volersi attenere rispetto al ricorso di un gruppo di associazioni delle vittime di preti pedofili, che ha depositato oggi presso la Corte penale internazionale dell'Aja, in cui accusa Benedetto XVI, il cardinale segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, il suo predecessore Angelo Sodano e il prefetto della Congregazione per la Dottrina delle Fede William Levada di crimini contro l'umanità per la presunta copertura dei reati commessi da ecclesiastici contro i minori. A promuovere l'iniziativa, che non ha precedenti, davanti alla Corte penale internazionale sono state in particolare due organizzazioni americane, il Centro per i diritti costituzionali, e la Snap, rete di vittime di abusi sessuali da parte dei preti. I loro avvocati hanno presentato alla Corte dell'Aja un docomento di 80 pagine e hanno spiegato che il ricorso alla Corte internazionale si sarebbe reso necessario "poichè le azioni legali condotte a livello nazionale non sono state sufficienti a impedire che gli abusi contro i minori continuassero". Secondo queste organizzazioni il Vaticano tollererebbe e permetterebbe "la sistematica e diffusa protezione" di chi commette abusi e molestie su minori. I rappresentanti statunitensi ed europei dell'associazione hanno lanciato per i prossimi giorni un tour europeo che li porterà a toccare le principali capitali del Vecchio Continente. Il ricorso, a quanto apprende l'agenzia Ansa, riguarda in particolare cinque casi di abusi sessuali avvenuti in Congo e negli Stati Uniti e commessi da religiosi provenienti dal Belgio, dall'India e dagli Usa. Sarà ora il procuratore generale della Corte, Louis Moreno-Ocampo, a dover decidere se accogliere o meno il ricorso andando incontro al rischio di sollevare un acceso quanto delicato dibattito sul ruolo e le competenze della Corte penale internazionale. La speranza dei ricorrenti è che la Corte dell'Aja decida quanto meno di aprire un'indagine preliminare per verificare se il caso rientra sotto la sua giurisdizione. La Corte penale internazionale, organismo indipendente dall'Onu, è diventata operativa il primo luglio del 2002 e, in base al trattato costitutivo sottoscritto a Roma, viene chiamata a giudicare i presunti responsabili di crimini contro l'umanità e i genocidi.

Ansa, Il Sole 24 Ore

Domani Levada consegnerà a Fellay un documento di due pagine con valutazioni vaticane dei colloqui su cui la Fraternità San Pio X dovrà pronunciarsi

Il rapporto tra lefebvriani e Santa Sede è a un passo decisivo, "di non ritorno", lo definiscono nei sacri palazzi. Il superiore della Fraternità San Pio X, il vescovo Bernard Fellay, varcherà domani la soglia del palazzo del Sant’Uffizio, accompagnato dai suoi collaboratori l’abbé Niklaus Pfluger e l’abbé Marc-Alain Nely. Ad attenderli ci saranno il card. William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, mons. Guido Pozzo. Da quanto apprende il portale Vatican Insider, al superiore dei lefebvriani sarà consegnato un documento composto di due sole pagine, contenente le valutazioni della Santa Sede, approvate dal Papa, sui colloqui dottrinali che si sono tenuti nei mesi scorsi tra il Vaticano e la Fraternità. Un documento tutto sommato breve, ma puntuale, che contiene le risposte ai problemi sollevati nei colloqui circa l’interpretazione dei testi del Concilio Vaticano II riguardanti la libertà religiosa, l’ecumenismo, l’ecclesiologia.
Mons. Fellay, che fino a questo momento, in quanto superiore della Fraternità, non si è coinvolto nei colloqui, non conosce ancora il contenuto del documento che gli verrà sottoposto. L’ex Sant’Uffizio chiederà gli chiederà di valutarlo con calma e poi di dare una risposta in tempi ragionevoli, anche se non immediati. I lefebvriani, insomma, dovranno prendere posizione: potranno chiedere nuovi chiarimenti alla Santa Sede, ma non potranno più tergiversare. L’accettazione del documento è considerata nei sacri palazzi la condizione imprescindibile per la piena comunione, che prevede anche una sistemazione giuridica per la Fraternità fondata dall’arcivescovo Marcel Lefebvre, probabilmente attraverso la costituzione di un Ordinariato simile a quello già previsto per gli anglicani. È noto che c’è una parte della Fraternità che aspira alla piena comunione, mentre altri, e il negazionista Richard Williamson è tra questi, tendono a sottolineare con forza che con la Chiesa Cattolica post-conciliare non è possibile alcun accordo. La partita interna al gruppo di tradizionalisti seguaci di Lefebvre non sarà facile. Mentre in Vaticano c’è chi propone un parallelismo con quanto avvenuto negli ultimi tempi con gli anglicani, ai quali il Papa ha offerto un Ordinariato che permetta di mantenere molte delle loro tradizioni: "Abbiamo accettato il confronto con gli anglicani che volevano rientrare nella comunione con Roma. Quelli che non la desideravano, sono rimasti fuori...".


Andrea Tornielli, Vatican Insider

Alla vigilia i tradizionalisti attaccano il Papa su Assisi

Primate della Comunione Anglicana Tradizionale: gli abusi che ho subito mi hanno allontanato dalla Chiesa, non ho mai perso il senso della vocazione

Un decennio di abusi sessuali sistematici da parte di sacerdoti e di un seminarista più anziano è ciò che ha portato padre John Hepworth a lasciare l'Australia e il sacerdozio cattolico negli anni Settanta, ha rivelato il leader della Comunione Anglicana Tradizionale. L'arcivescovo Hepworth, 67 anni, è primate della comunione tradizionalista di Chiese che si è separata dalla Comunione Anglicana nel 1991 ed ha espresso formalmente nel 2007 il desiderio di riunirsi alla Santa Sede. In un'intervista esclusiva pubblicata il 10 settembre su The Australian, l'arcivescovo ha rotto il silenzio relativo a più di 12 anni di abusi subiti come seminarista e giovane sacerdote finché alla fine non è “fuggito terrorizzato” in Inghilterra. “Non avrei mai voluto andare via”, ha riconosciuto. “La Chiesa è piena di peccatori, ma è un dono di Dio al genere umano attraverso Gesù Cristo... Non ho mai perso il senso della vocazione sacerdotale”. Nel 1960, all'età di 15 anni, John Hepworth entrò nel Seminario di San Francesco Saverio di Adelaide. Gli abusi, ha detto, sono iniziati un mese dopo il suo ingresso. Allora venne minacciato di espulsione se avesse parlato di questi incontri sessuali forzati. Colui che abusò di lui all'inizio era John Stockdale, all'epoca un seminarista più grande. Il sacerdote, morto a 57 anni in un club per soli uomini, è stato accusato di abusi sessuali da molti chierichetti che servivano nelle sue parrocchie. Hepworth ha detto che dopo due anni è stato “passato” a un altro abusatore, padre Ronald Pickering di Melbourne. Nel 2002, l'arcidiocesi di Melbourne ha ammesso che padre Pickering aveva abusato sessualmente di giovani durante la sua carriera sacerdotale durata 36 anni. Alcuni pensano che abbia abusato di oltre 100 ragazzi. In seguito, Hepworth ha affermato di essere stato violentato da un terzo sacerdote durante una gita in una città di mare. Il sacerdote, non nominato nell'intervista, svolge ancora il suo ministero nell'Australia del sud. L'arcivescovo ha accusato vari uomini di Chiesa di aver coperto gli abusi ai suoi danni, tra i quali l'allora vescovo ausiliare di Adelaide, Philip Kennedy, e l'allora arcivescovo James Gleeson, entrambi morti. Il vescovo Kennedy avvertì Hepworth che se avesse accusato qualcuno dei suoi amici lo avrebbe “distrutto”. L'arcivescovo disse al giovane sacerdote che se avesse presentato accuse di abusi avrebbe dovuto lasciare l'arcidiocesi. E' stato a quel punto che padre Hepworth decise di fuggire in Gran Bretagna. Nel 2008, l'arcivescovo Hepworth ha scritto una lettera all'arcivescovo Wilson di Adelaide nel tentativo di sanare la sua rottura con la Chiesa, dicendo di sentirsi “profondamente ingannato”. A quattro anni di distanza, l'arcidiocesi deve ancora intraprendere un'azione disciplinare sulla scorta di questa accusa, o compiere indagini sul sacerdote ancora impegnato nel suo ministero. Hepworth ha anche contattato l'arcidiocesi di Melbourne circa l'abuso subito da parte di padre Pickering. Il mese scorso, l'arcivescovo di Melbourne Denis Hart ha diffuso una dichiarazione di scuse ed ha offerto un risarcimento di 75.000 dollari. “Non possiamo cambiare ciò che è accaduto”, ha dichiarato mons. Hart. “Può essere che non si libererà mai dei ricordi o della sofferenza”. “A nome della Chiesa Cattolica e mio personale, chiedo scusa a lei e a quanti le sono accanto per i torti e il male che ha subito da parte di padre Ronald Pickering”. Hepworth ha detto a The Australian di aver subito molti traumi in seguito agli abusi, come attacchi di panico, insonnia e a un certo punto istinti suicidi. L'arcivescovo è divorziato e risposato, ed ha tre figli.

Zenit

Giovedì a Castel Gandolfo Benedetto XVI impone il pallio al card. Scola. L'arcivescovo di Gorizia nuovo presidente dei vescovi del Triveneto

Giovedì alle 11.00 il card. Angelo Scola (foto), neo-arcivescovo di Milano, sarà ricevuto da Papa Benedetto XVI nella residenza di Castel Gandolfo per la consegna del pallio. Nel corso di una breve cerimonia religiosa nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, alla presenza, tra gli altri, dei vescovi ausiliari e dei vicari episcopali della diocesi di Milano, il Santo Padre consegnerà all'arcivescovo metropolita il pallio che consiste in una fascia di lana bianca ornata da 6 croci nere indossata a collare. Custodito, prima della consegna, sulla tomba di San Pietro nella Basilica Vaticana, il pallio è espressione della potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, ogni Vescovo Metropolita acquisisce di diritto nella propria provincia ecclesiastica. La provincia ecclesiastica della quale il card. Scola è metropolita comprende le dieci diocesi di Lombardia: Milano, Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia e Vigevano. Intanto mons. Dino De Antoni, arcivescovo di Gorizia, è stato eletto nuovo presidente della Conferenza Episcopale del Nordest, al posto di Angelo Scola. L'elezione è avvenuta oggi da parte dei vescovi riuniti in assemblea, durante la quale si è parlato del convegno ecclesiale Aquileia 2. ''Il dono della visita di Papa Benedetto XVI e l'approfondimento dei messaggi che ha voluto, in quell'occasione, rivolgere alle Chiese e alle genti del Nordest rilanciano e arricchiscono di nuovi contenuti il cammino verso 'Aquileia 2', il convegno ecclesiale delle comunità cristiane delle 15 diocesi del Nordest in programma dal 13 al 15 aprile 2012'' hanno detto i vescovi al riguardo.

Asca, Ansa

Turkson e Toso: la Giornata di dialogo e preghiera di Assisi perchè per il Papa la pace è frutto di un impegno sorretto da un amore pieno di verità

Benedetto XVI sarà pellegrino ad Assisi, il 27 ottobre prossimo, insieme con i leader delle grandi religioni del mondo. Una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia. Un momento privilegiato per rivivere il 25° anniversario dello storico incontro di Assisi convocato nel 1986 da Papa Wojtyła. Il cardinale presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Peter Turkson, e il vescovo segretario del medesimo Consiglio, Mario Toso, hanno scritto la prefazione al volumetto "Assisi 2011. Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Verso la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia" (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2011, pagine 67, euro 10) che raccoglie gli interventi pubblicati da L'Osservatore Romano nella prima metà dello scorso luglio. Il desiderio del Papa di ''rivivere'' il 25° anniversario dell'incontro storico di Assisi, scrivono, ''non risponde solo ad un motivo celebrativo e tantomeno al proposito di trovare una religione globale, frutto di una negoziazione mediatrice tra molteplici fedi o di un pericoloso sincretismo''. ''La Giornata di Assisi 2011, nell'ideale continuità spirituale con le Giornate promosse dal Beato Giovanni Paolo II, si caratterizza così per un apporto specifico da parte dell'attuale Pontefice'', sottolineano. ''Nella sua Enciclica sociale, egli, infatti, rammenta che la pace è frutto di un impegno sorretto da un amore pieno di verità. Il nuovo nome della pace, può essere a ragione definito 'caritas in veritate'. Come e perchè, più in dettaglio, la costruzione di un retto ordine sociale e politico, coessenziale alla pace, dipende dalla ricerca della verità globale sull'uomo, dalla conoscenza dei primi principi morali inscritti nella coscienza e, ultimamente, dall'anelito incessante al vero e al bene sommi, che sono Dio?''. In questo senso, ''non si debbono mimetizzare le differenze delle proprie identità. Si tratta, piuttosto, di riconoscere e confessare che il dialogo è alla portata di tutti, come anche congeniale la compagnia nel pellegrinaggio della verità''.

L'Osservatore Romano, Asca

Pellegrini della verità e della pace. Verso la Giornata di preghiera di Assisi nel venticinquesimo anniversario di quella voluta da Giovanni Paolo II (Peter Turkson e Mario Toso)

A Tirana la plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Al centro la Nuova Evangelizzazione e l'elezione della nuova presidenza

La prossima assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (nella foto con Benedetto XVI l'attuale presidenza) si svolgerà, da giovedì 29 settembre a domenica 2 ottobre a Tirana, in Albania, su invito dell’arcivescovo metropolita di Tirana e presidente della Conferenza Episcopale albanese, mons. Rrok Mirdita. Dopo lo storico viaggio del Beato Giovanni Paolo II nel 1993, l’incontro del CCEE costituirà, secondo la Chiesa locale, l’evento ecclesiale più importante di questi ultimi anni per l’Albania per il numero di cardinali e vescovi che vi parteciperanno. A conferma dell’importanza che l’incontro riveste per il paese è il desiderio del presidente della Repubblica d’Albania, Bamir Myrteza Topi, di incontrare i prelati europei venerdì 30 settembre e l’annunciata presenza del primo ministro Sali Ram Berisha in apertura dei lavori il 29 settembre prossimo. Nell’anno in cui ricorre il 40° anniversario del CCEE (1971-2011), ricorrenza che sarà celebrata con un convegno a Roma il 22 novembre prossimo, i presidenti delle Conferenze Episcopali d´Europa membri del CCEE eleggeranno la nuova Presidenza CCEE per il quinquennio 2011-2016, da plenaria a plenaria. Alla carica di Presidente e dei due Vice-Presidenti sono eleggibili tutti i Presidenti delle Conferenze episcopali attualmente in carica. In vista di definire il contributo delle Conferenze Episcopali in Europa al prossimo Sinodo dei vescovi sul tema della Nuova Evangelizzazione convocato da Papa Benedetto XVI e in agenda per l’ottobre 2012 in Vaticano, il CCEE ha inviato un questionario alle Conferenze Episcopali al fine di raccogliere e mettere in luce idee, situazioni e proposte sul tema della Nuova Evangelizzazione. A Tirana, la riflessione sul tema sarà affidata a Jean Luc Moens, già coordinatore dell’esperienza delle missioni cittadine delle capitale europee, che avrà il compito di sintetizzare le risposte giunte in queste settimane al CCEE, e da mons. Salvatore Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione. Nel corso dei lavori, i vescovi saranno anche portati a conoscenze dei risultati dell’incontro dei segretari generali che si è svolto nel giugno scorso a Vilnius, in Lituania, proprio su questo tema. L’incontro di Tirana costituirà l’unica occasione per un lavoro comune su questo tema di tutte le Conferenze Episcopali in Europa prima del Sinodo dei vescovi. La seconda parte dei lavori si concentrerà invece sul servizio del CCEE alla Chiesa in Europa con la presentazione delle attività delle varie Commissioni CCEE: della Commissione Episcopale Europea per i Media, della Commissione "Caritas in veritate" (migrazioni, custodia del creato, giustizia e pace), della Commissione “Catechesi, scuola e università” e del Servizio Europeo per le vocazioni. Saranno altresì presentati i risultati dell’11° incontro dei presidenti delle Conferenze Episcopali del Sud-Est Europa e del 13° incontro dei vescovi delle Chiese Cattoliche di rito orientale. Nel corso dell’incontro sarà proposto e discusso il calendario delle attività del CCEE per il 2012, tra i quali si segnalano: il prossimo Simposio dei vescovi d’Africa e d’Europa (Roma, 13-17 febbraio 2012) e il Congresso sulla catechesi (Roma, 7-10 maggio 2012). Riguardo alle attività del CCEE nell’ambito del dialogo ecumenico, oltre al dialogo con la Conferenza delle Chiese europee, sarà presentato il volume contenente gli atti del 2° Forum Europeo Cattolico-Ortodosso, svoltosi nell'Isola di Rodi in Grecia dal 18 al 22 ottobre 2010, sul tema "Rapporti Chiesa e Stato: prospettive storiche e teologiche", e sarà decisa la delegazione cattolica che prenderà parte al 3° Forum Europeo Cattolico-Ortodosso in programma a Lisbona, Portogallo, il 4-8 giugno 2012. Nel corso dell’incontro saranno anche nominati i membri del Comitato organizzativo delle 2° Giornate Sociali Europee realizzate insieme alla ComECE e previste nel 2013. Nel contesto del servizio del CCEE alla Chiesa in Europa sarà presentato Eurocathinfo.eu, il Portale dell’Informazione Istituzionale delle Conferenze Episcopali in Europa, online entro la fine dell’anno, e l’Intranet del CCEE. Parte dei lavori sarà poi dedicata al dialogo con le Istituzioni europee (Unione Europea e Consiglio d’Europa) attraverso il contributo di mons. André Dupuy, Nunzio Apostolico presso l’Unione Europea, mons. Aldo Giordano, Osservatore Permanente presso il Consiglio d’Europa e mons. Piotr Mazurkiewicz, segretario generale della ComECE. Sarà l’occasione anche per presentare le attività dell’Osservatorio su casi di discriminazione ed intolleranza verso i cristiani in Europa. Nel corso dell’incontro, i presidenti riceveranno inoltre alcune brevi comunicazioni sui recenti viaggi di Papa Benedetto XVI, in particolare: il card, Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e vice-presidente del CCEE, riferirà sul viaggio di Benedetto XVI in Croazia (4-5 giugno), il card. Antonio Maria Rouco Varela sulla Giornata Mondiale della Gioventù (Madrid, 16-21 agosto) e il vescovo di Aachen, mons. Heinrich Mussinghoff, sul viaggio del Papa in Germania in programma per il 22-25 settembre. Sarà l’occasione per verificare le ricadute a livello locale e riflettere sul Magistero che il Papa ha impartito durante questi incontri. Successivamente, insieme a Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, rifletteranno su come aiutare i cristiani in Terra Santa. A Tirana, i partecipanti saranno anche informati su due prossimi incontri mondiali che sottolineano aspetti chiave della missione della Chiesa Cattolica e che si svolgeranno in Europa: il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale italiana presenterà il VII Incontro Mondiale delle Famiglie (Milano, 30 maggio-2 giugno 2012) e il card. Seán Brady, arcivescovo di Armagh e Presidente della Conferenza Episcopale irlandese il 50° Congresso Eucaristico Internazionale (Dublino, 10-17 giugno 2012). Le giornate saranno scandite da momenti di preghiera e dalle celebrazioni eucaristiche. All’incontro dei Presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa prenderanno anche parte, per la Santa Sede, il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, mons. Ramiro Moliner Inglés, Nunzio Apostolico in Albania e delegati organismi continentali quali il Symposium of Episcopal Conferences of Africa and Madagascar e il Consejo Episcopal Latinoamericano).

CCEE

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Le iniziative in preparazione: convegni, incontro dei giovani, film e la veglia di preghiera diocesana

"La presenza dei Papi in diocesi e l’eredità del monachesimo basiliano”: sarà questo il tema del convegno storico-culturale che si svolgerà oggi a Lamezia Terme, su iniziativa della diocesi. Il convegno rientra nel ricco programma organizzato dalla diocesi lametina per il mese di settembre, in preparazione alla visita pastorale di Papa Benedetto XVI nella città calabrese, domenica 9 ottobre. Tra gli altri appuntamenti previsti, per il prossimo 23 settembre, l’incontro di tutti i giovani della diocesi sul tema “Fede e giovani”, la presentazione del film “Duns Scoto” promosso dai Frati Francescani dell’Immacolata, il convegno sul tema “Benedetto XVI e i laici”, promosso dall’Azione Cattolica diocesana e al quale interverrà il presiedente nazionale Franco Miano, e una veglia di preghiera diocesana il venerdì precedente la visita, 6 ottobre, sul tema “Guidati dalla Luce di Cristo e dalla Parola di Pietro”. Intanto domenica sera è arrivata in diocesi, accolta del vescovo mons. Antonio Luigi Cantafora, la fiaccola benedetta da Benedetto XVI. A riportare in terra di Calabria, a piedi, il “fuoco di Pietro" è stato un gruppo di giovani guidati da don Adamo Castagnaro.

SIR

Il Papa in Germania. Langendörfer: nei viaggi precedenti con il linguaggio chiaro e la teologia ponderata ha colpito ed emozionato molti tedeschi

Il Papa è un padre spirituale molto comprensivo: lo ha detto padre Hans Langendörfer, segretario della Conferenza Episcopale tedesca, in un’intervista pubblicata ieri dall’agenzia di stampa cattolica tedesca Kna. Riferendosi all’imminente viaggio di Benedetto XVI in Germania, Langendörfer, coordinatore dei preparativi, ha annunciato che il Pontefice si pronuncerà verosimilmente anche sul fatto che la religione non debba diventare una questione privata ma che può offrire un contributo alla società. Ripercorrendo i precedenti viaggi, Langendörfer ha osservato: “Nelle due visite a Colonia e in Baviera”, il Papa “ha colpito ed emozionato molti tedeschi. Il suo linguaggio chiaro, la sua teologia ponderata, il suo ottimismo sul fatto che la fede e il pensiero mosso dalla ragione non si escludono, tutto ciò ha destato molta attenzione. Per noi è stato molto importante anche il fatto che il Papa ci abbia rafforzato nell’elaborazione dei casi di abuso”. Langendörfer si è detto convinto che “il Papa riconosce l’energia e la dedizione con cui molti cattolici si occupano della Chiesa, soprattutto in questi tempi difficili”, e riconosce le peculiarità legate alla convivenza con la Chiesa protestante e al confronto costante con essa che, ha concluso Langendörfer, “influisce sulla fede”.

SIR

Il Papa in Germania. Esposizione a Friburgo di 600 volumi di Benedetto XVI promossa dalla Herder in collaborazione con la Libreria Editrice Vaticana

"Ad multos libros": la tradizionale frase augurale in latino è stata leggermente modificata per l’occasione sulla brochure della Herder. La casa editrice tedesca, in collaborazione con la Libreria Editrice Vaticana, ha colto l'occasione del viaggio apostolico del Papa in Germania, per raccogliere e presentare le opere di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI nelle loro molteplici traduzioni. In un'esposizione allestita prima a Castel Gandolfo poi in Vaticano, al Campo Santo Teutonico, ed infine presso la sede della casa editrice Herder a Friburgo, vengono esposti circa seicento volumi rappresentativi di piu' di venticinque Paesi. Per la prima volta, in uno stesso luogo, è possibile vedere l'edizione rumena di ''Il Sale della terra'' sino a quella cinese di ''Dio e il mondo'', insieme alla grandi monografie di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. In questo modo la casa editrice Herder e la Libreria Editrice Vaticana intendono manifestare all'autore elogio e gratitudine. "È un bel colpo d’occhio vedere uno accanto all’altro quasi seicento volumi, un viaggio intorno al mondo attraverso 25 Paesi - spiega il salesiano don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, illustrando l’iniziativa . è per noi motivo di grande soddisfazione vedere raccolti volumi tradotti nelle lingue più diffuse in tutto il pianeta. La nostra gratitudine va a mons. Gerhard Ludwig Müller che ha voluto concedere a questa iniziativa il suo patrocinio, e anche a tutte le case editrici e le biblioteche che partecipano alla esposizione. Sono state loro che, concedendo in prestito i diversi volumi, hanno reso possibile questo evento, testimonianza di un fenomeno editoriale imponente". Il libro si conferma, continua don Costa, "come un fattore e veicolo di idee irrinunciabile; varrebbe la pena far analizzare da esperti di grafica e di linguaggio le copertine e di raccoglierle in un volume, per non disperdere questo patrimonio di “cattolicità in atto”, visto che cattolico è sinonimo di universale". Raccontando la storia dell’omonima casa editrice, nata nel 1798 Hermann Herder spiega che "sin dalla fondazione, sei generazioni di editori della famiglia Herder sono rimasti fedeli al motto del fondatore: Durch die Verbreitung guter Schriften in das Leben einzugreifen ('Attraverso la diffusione di buoni libri, operare nella vita'). Quello che da sempre costituisce il centro di gran parte del programma editoriale, impregnato di grande cattolicità, è la teologia in tutte le sue singole discipline. Durante il Concilio Vaticano II, nell’ottobre del 1963 e nelle immediate vicinanze dell’aula conciliare, la casa editrice - continua Herder - presentò ai padri il proprio programma editoriale. Tra i circa novecento titoli, in parte già tradotti nelle lingue principali, si stagliavano vere e proprie vette del pensiero teologico. Tra gli autori c’era anche l’allora professore e perito conciliare Joseph Ratzinger. Oggi, a quasi mezzo secolo di distanza da quella memorabile esposizione e ancora una volta a Roma, in collaborazione con la Libreria Editrice Vaticana, la nostra editrice espone i libri di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI: sono testimonianza dell’intera sua opera presente nei diversi Paesi del mondo, tradotta nelle lingue più importanti e pubblicata da svariate case editrici". La mostra intende richiamare l’attenzione sull’efficacia delle opere dell’attuale Papa. Allo stesso tempo, con la stessa l’editrice Herder desidera esprimere al suo autore la propria gratitudine per la fiducia che le accorda da più di cinquant’anni. "Sarà per noi una grande gioia - continua Manuel Herder - mostrare al Papa l’esposizione, il 15 settembre prossimo a Castel Gandolfo. Ai visitatori della mostra auguro di essere afferrati da quello stesso stupore silenzioso che ha preso me di fronte a una tale quantità di libri, alla varietà di temi che li caratterizzano e alle tante lingue nelle quali sono stati tradotti". È la stessa gratitudine, che ha portato l’astronomo tedesco Lutz D. Schmadel a dedicare al cardinale nel 1990 l’asteroide 8661 Ratzinger. Un modo originale per commentare un versetto dei Walmi (119, 89): "La tua parola, Signore, è stabile come il cielo".

Asca, L'Osservatore Romano