venerdì 3 aprile 2009

Il Belgio critica ufficialmente il Papa sull'Aids. 'L'Osservatore Romano': mancanza di rispetto. Il card. Cordes: attaccato perchè tedesco

Non accenna a placarsi la polemica accesa dopo le parole pronunciate dal Papa sulla lotta all'Aids. Alle critiche sollevate dallla Francia e dalla Germania, si unisce il Belgio che ieri ha votato in Parlamento una mozione in cui giudica "inaccettabili" le dichiarazioni sull'uso del preservativo fatte da Benedetto XVI durante il recente viaggio in Camerun e Angola. A grande maggioranza - 95 voti a favore, contrari solo i nazionalisti fiamminghi e i parlamentari di estrema destra - la Camera ha approvato il documento di protesta dopo quattro ore di dibattito.
L'Osservatore Romano e il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, si dicono "stupiti" per la presa di posizione della Camera dei deputati belga e richiamano i parlamentari affinché portino rispetto verso "un'autorità religiosa alla quale fanno riferimento oltre un miliardo di persone in tutto il mondo". "In ogni paese democratico - spiega padre Lombardi - appare ovvia la libertà del Santo Padre e della Chiesa Cattolica di esprimere le proprie posizioni. Viene anche da domandarsi se le posizioni del Santo Padre siano state considerate con sufficiente attenzione e serietà, o piuttosto attraverso il filtro non obiettivo ed equilibrato di echi nei media occidentali". "L'ovvio e dovuto rispetto per un'istituzione di rappresentanza democratica non deve far dimenticare quello altrettanto doveroso nei confronti della libertà di espressione di un'autorità religiosa alla quale fanno riferimento oltre un miliardo di donne e di uomini in tutto il mondo - si legge in una nota nel giornale vaticano - soprattutto quando le sue affermazioni non risultano comprese nella loro intenzione".
I vescovi del Belgio hanno espresso il proprio “rammarico”. In una nota diffusa oggi, la Conferenza episcopale del Belgio dichiara il proprio rispetto per il “carattere democratico” della decisione, ma ribadisce che tale atto “non tiene conto di ciò che Benedetto XVI ha realmente voluto esprimere”, ossia che “senza una educazione alla responsabilità sessuale, gli altri mezzi di prevenzione resteranno deficitari”. I vescovi augurano che “con l'avvicinarsi della Pasqua, la polemica emotiva possa smorzarsi. Ciò di cui il nostro Paese e l'Africa hanno bisogno è una riflessione serena su tutti i mezzi da mettere in campo per frenare l'epidemia dell'Aids”.
Fa "rabbia" la posizione del Parlamento belga contro le dichiarazioni del Papa sull'uso del preservativo. "Mi fa arrabbiare", dice il card. Paul Cordes, presidente del 'Cor Unum', e stretto amico e collaboratore di Papa Benedetto XVI. "Gli scienziati di Harvard hanno dimostrato quello che ha detto il Pontefice, e i governi devono tener conto di questo. Non capisco come tutto il Parlamento del Belgio rimanga su questa posizione, senza tener conto dei risultati della scienza". Cosa è cambiato negli ultimi anni in Europa? Perchè il Papa è così attaccato dagli stessi governi dei singoli Paesi? "Ricordo che anche Giovanni Paolo II, dopo la sua elezione accolta con entusiasmo, fu molto attaccato - ha risposto il cardinale Cordese - ma mai da parte dei governi. Mi sembra che questa è la prima volta. Ha cominciato la Cancelliera tedesca Angela Merkel e poi a seguire tutti gli altri Paesi. Forse come polacco - ha concluso il porporato - Giovanni Paolo II aveva maggiore protezione a livello dei governi a causa della sua provenienza. La Polonia era un Paese che ha vissuto le sofferenze della guerra mondiale".

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Mons. Camino: evento non solo di Madrid ma di tutta la Spagna

“Organizzeremo la GMG di Madrid del 2011 pensando ad almeno 1,5 e 2 milioni di giovani. Ci aspetta un lungo e duro lavoro nel quale saremo coadiuvati anche dal Governo spagnolo che ci ha promesso un aiuto. La GMG è un evento non solo di Madrid ma di tutta la Spagna”. Ad affermarlo all'agenzia SIR il segretario generale della Conferenza Episcopale di Spagna, mons. Juan Antonio Martinez Camino, a margine dell’“Incontro internazionale degli operatori di pastorale giovanile delegati delle conferenze episcopali, delle associazioni, dei movimenti giovanili: da Sydney 2008 a Madrid 2011”, organizzato in questi giorni dal Pontificio Consiglio per i Laici. “Stiamo già parlando con membri del Governo per organizzare l’arrivo di tutti questi giovani. Punteremo molto sui ‘Giorni nelle diocesi’, ovvero sui gemellaggi con le diocesi spagnole così che i giovani in arrivo potranno conoscere le radici cattoliche della Spagna con il suo patrimonio di santi, di luoghi ricchi di fede, di storia e di arte”. “Ci attendiamo anche – spiega mons. Camino, che è anche vescovo ausiliare di Madrid - che queste radici possano rivitalizzarsi anche nei nostri giovani ”.

Benedetto XVI al Circolo San Pietro: con le iniziative di solidarietà rendete presente la premura del Papa verso i bisognosi

In "questo tempo di crisi economica diffusa e generalizzata" si "avverte un grande bisogno di speranza". Lo ha detto il Papa, ricevendo i membri della delegazione del Circolo San Pietro, che si occupa di raccogliere fondi per opere di carità del Papa. “L’autenticità della nostra fedeltà al Vangelo si verifica anche in base all’attenzione e alla sollecitudine concreta che ci sforziamo di manifestare verso il prossimo, specialmente verso i più deboli ed emarginati”. “Il servizio caritativo – ha affermato il Papa -, che può dispiegarsi in una molteplicità di forme, diventa una privilegiata forma di evangelizzazione, alla luce dell’insegnamento di Gesù, il quale riterrà come fatto a se stesso quanto avremo fatto ai nostri fratelli, specialmente a chi tra loro è ‘piccolo’ e trascurato”. Benedetto XVI ha ringraziato per "il servizio che rendete al Papa e per il contributo che offrite alla comunità cristiana di Roma, specialmente venendo incontro ai bisogni di tanti nostri fratelli poveri e indigenti. Vi ringrazio - ha aggiunto - perchè con queste vostre iniziative di solidarietà umana ed evangelica voi rendete presente, in un certo modo, la premura del Successore di Pietro verso che si trova in condizioni di particolare necessità". Ma "perchè il nostro servizio non sia soltanto azione filantropica, pur utile e meritevole - ha concluso il Pontefice - è necessario alimentarlo con costante preghiera e fiducia in Dio. Occorre armonizzare il nostro sguardo con lo sguardo di Cristo".

Lucia Annunziata: la Chiesa trattata da partito politico al limite del vilipendio. Lo stile comunicativo del Papa fondato sulla trasparenza

"Lo scontro sull'etica è un segno dell'ultimo decennio e va di pari passo con un ritorno della religione che è in corso dalla fine del secolo delle ideologie": così la giornalista Lucia Annunziata ha aperto il suo intervento al dibattito promosso stamane a Roma dall'Ucsi (giornalisti cattolici) sulla legge 40 e il caso Englaro. "Tutto è partito col caso Terry Schiavo - ha proseguito - perché suo marito e anche il padre di Eluana hanno avuto il coraggio di portare allo scoperto i temi del fine vita che forse la maggior parte delle persone tiene riservati e nell'ombra, affermando poi che 'la cara Maria se ne è andata ...'". Secondo Annunziata attorno a questi temi etici si è sviluppato "un modo di trattare il Papa e la Chiesa come fossero un partito politico, senza rispetto per la santità del ruolo e per l'istituzione spirituale, al limite del vilipendio". "C'è da rilevare che questo Papa in particolare - ha poi detto Annunziata - abbia mostrato di volere uno stile comunicativo fondato sulla trasparenza e ciò mi sembra molto positivo perché porta chiarezza nell'opinione pubblica".

Il Papa all'ambasciatore dominicano: autonomia e cooperazione tra Chiesa e Stato al servizio della pace, contro la povertà e il narcotraffico

La commemorazione del “V centenario della creazione dell'arcidiocesi di Santo Domingo” (8 agosto 1511) e “la Missione continentale che ha ricevuto impulso dalla V Assemblea generale dell'episcopato latino-americano e dei Carabi” di Aparecida, sono “motivo di un rinnovato dinamismo missionario ed evangelizzatore che favorirà la promozione umana di tutti i membri della società”. Lo ha detto stamattina il Papa ricevendo il nuovo ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede, Victor Manuel Grimaldi Céspedes (nella foto con Benedetto XVI). “La Chiesa – ha affermato il Papa - che non può confondersi mai con la comunità politica, converge con lo Stato nella promozione della dignità della persona e nella ricerca del bene comune della società”. In questo contesto di “reciproca autonomia e sana cooperazione”, si inseriscono le iniziative diplomatiche che “stanno al servizio della grande causa della pace, dell'avvicinamento e collaborazione tra i paesi e di un scambio fruttuoso per ottenere relazioni più umane e più giuste”. “Il suo Paese – ha aggiunto - ha continuato a forgiare nel tempo un ricco patrimonio culturale”, in cui “si distinguono significative tradizioni e costumi, molti dei quali hanno la loro origine e alimento nella dottrina cattolica che promuove in chi la professa un anelito di libertà e di coscienza critica, di responsabilità e solidarietà”. Grande e positivo è stato l’influsso della Chiesa per il progresso della Repubblica di Santo Domingo “soprattutto nel campo educativo, con le diverse università, centri di formazione tecnica, istituti e scuole parrocchiali; e nell'ambito assistenziale, con l'attenzione ai numerosi immigranti, ai rifugiati, disabili, malati, anziani, orfani e bisognosi”. Benedetto XVI ha voluto evidenziare la collaborazione “tra gli organismi cattolici locali e quelli dello Stato nello sviluppo di programmi che, cercando sempre il bene comune della società, favoriscono i più bisognosi e promuovono autentici valori morali e spirituali”. D'altra parte, ha aggiunto il Pontefice, è di “somma importanza” che anche oggi la Repubblica Dominicana continui a caratterizzarsi per quei “nobili principi che distinguono la ricca storia dominicana dalla fondazione”: “la difesa e diffusione di valori umani tanto basilari come il riconoscimento e la tutela della dignità della persona, il rispetto della vita umana dal suo concepimento alla suo termine naturale e la salvaguardia dell'istituzione familiare basata nel matrimonio tra un uomo ed una donna”. Negli ultimi tempi, grazie al contributo di diverse istanze, “si sono prodotti – ha sottolineato Benedetto XVI - notevoli risultati, tanto sul piano sociale quanto su quello economico che permettono di auspicare un futuro più luminoso e sereno”. Ma nonostante ciò, “rimane ancora una lunga strada da percorrere per assicurare una vita degna ai dominicani e sradicare i lacci della povertà, il narcotraffico, la emarginazione e la violenza”, ha denunciato il Santo Padre, per il quale “tutto ciò che è orientato al rinvigorimento delle istituzioni è fondamentale per il benessere della società che si appoggia su pilastri quali l’onestà e la trasparenza, l’indipendenza giuridica, l'attenzione e il rispetto dell'ecosistema ed il potenziamento dei servizi sociali, assistenziali, sanitari e educativi di tutta la popolazione”. “Questi passi – ha chiarito il Papa - devono essere accompagnati da una forte determinazione di sradicare definitivamente la corruzione che implica tanta sofferenza, soprattutto per i membri più poveri e indifesi della società”. Nella instaurazione di “un clima di vera concordia e di ricerca di risposte e soluzioni efficaci e stabili per i problemi più sentiti, le Autorità dominicane troveranno sempre la mano tesa della Chiesa, per la costruzione di una civiltà più libera, pacifica, giusta e fraterna”, ha assicurato Benedetto XVI.

Il Papa nomina mons. Vincent Gerard Nichols arcivescovo di Westminster

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi di Westminster presentata dal cardinale Cormac Murphy O'Connor, per raggiunti limiti di età. Esce di scena il primate inglese e capofila - con il card. Carlo Maria Martini - dei progressisti nell'ultimo Conclave. Nuovo arcivescovo metropolita di Westminster è mons. Vincent Gerard Nichols (foto), che il Pontefice ha trasferito dalla sede di Birmingham. Mons. Nichols è nato a Crosby, arcidiocesi di Liverpool. Ha 63 anni. Entrato nel Venerabile Collegio Inglese a Roma nel 1963, ha conseguito la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Tornato in Inghilterra, ha continuato gli studi presso l’Università di Manchester dove ha ottenuto il grado di “Master of Arts”, con una tesi sulla teologia di San Giovanni Fisher. Ordinato sacerdote a 24 anni è stato responsabile di un gruppo di sacerdoti incaricati della pastorale per i poveri a Liverpool. Nel 1979 è stato nominato vice-cancelliere dell’arcidiocesi e, nell’anno seguente, direttore dello “Upholland Northern Institute”. Nel 1983 è stato eletto segretario generale della Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles.Eletto vescovo titolare di Othona e ausiliare di Westminster il 5 novembre 1991, è stato consacrato il 24 gennaio 1992. Ha avuto la cura pastorale della zona settentrionale dell’arcidiocesi. Ha partecipato a diversi Sinodi a Roma, inclusi quelli per la Vita Consacrata, per l’Oceania e per l’Europa. Dopo la morte del cardinale Hume, è stato eletto amministratore dell’arcidiocesi di Westminster. Il 15 febbraio 2000 è stato promosso arcivescovo metropolita di Birmingham. Mons. Nichols è membro dello Standing Committee della Conferenza episcopale e presidente del Department of Catholic Education and Formation.

Pasqua 2009. I libretti delle celebrazioni di Benedetto XVI

Domenica delle Palme e della Passione del Signore
Libretto della Celebrazione

Santa Messa del Crisma
Libretto della Celebrazione

Santa Messa nella Cena del Signore
Libretto della Celebrazione

Celebrazione della Passione del Signore
Libretto della Celebrazione

Via Crucis al Colosseo
Libretto della Celebrazione

Veglia Pasquale nella notte santa
Libretto della Celebrazione

Santa Messa del giorno di Pasqua
Libretto della Celebrazione

Il Papa ai giovani: portate alta la fiaccola della fede e della speranza che Giovanni Paolo II ha lasciato a me e a voi in eredità

Solenne Messa nella Basilica di San Pietro in suffragio Giovanni Paolo II, a quattro anni dalla morte, avvenuta il 2 aprile 2005. A presiedere la celebrazione è stato Benedetto XVI, insieme al card. Stanislaw Dziwisz, per oltre 30 anni segretario personale di Karol Wojtyla, e ai cardinali e vescovi di curia. Tra le autorità presente il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, l'ex portavoce della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro-Valls. La Messa è coincisa anche con l'incontro del Papa con i giovani della diocesi di Roma, in preparazione alla XXIV Giornata Mondiale della Gioventù che quest'anno si celebra a livello diocesano, domenica 5 aprile.
"Non abbiate paura": Benedetto XVI richiama lo slogan di Giovanni Paolo II. "Vorrei salutare i polacchi, in modo particolare, la gioventù polacca - ha detto il Pontefice in polacco all'inizio dell'omelia -. Nel quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II accogliete il suo appello: 'Non abbiate paura di affidarvi a Cristo. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione'. Vi auguro che questo pensiero del Servo di Dio - ha detto il Papa - vi guidi nelle strade della vostra vita, e vi conduca alla felicità del mattino della Risurrezione". Giovanni Paolo II "sin da giovane si mostrò intrepido e ardito difensore di Cristo: per lui non esitò a spendere ogni energia al fine di diffonderne dappertutto la luce; non accettò di scendere a compromessi quando si trattava di proclamare e difendere la sua Verità; non si stancò mai di diffondere il suo amore". "Dall'inizio del pontificato, sino al 2 aprile del 2005 - ha sottolineato Papa Ratzinger - non ebbe paura di proclamare a tutti e sempre, che solo Gesù è il Salvatore e il vero Liberatore dell'uomo e di tutto l'uomo". Benedetto XVI ha ringraziato "il Signore" per il dono di Giovanni Paolo II, "per averlo dato alla Chiesa, per tanti anni, come zelante e generoso Pastore. Ci riunisce questa sera il suo ricordo - ha detto - che continua ad essere vivo nel cuore della gente, come dimostra anche l'ininterrotto pellegrinaggio di fedeli alla sua tomba, nelle Grotte Vaticane".
Secondo Benedetto XVI, Giovanni Paolo II è stato il Papa dei giovani, ricordando il legame speciale che vi fu tra Papa Wojtyla e le nuove generazioni. "Come padre affettuoso e attento educatore", ha ricordato Papa Ratzinger, Giovanni Paolo II "indicava sicuri e saldi punti di riferimento indispensabili per tutti, in special modo per la gioventù. E nell'ora dell'agonia e della morte, questa nuova generazione volle manifestargli di aver compreso i suoi ammaestramenti, raccogliendosi silenziosamente in preghiera in piazza San Pietro e in tanti altri luoghi del mondo. Sentivano, i giovani, che la sua scomparsa costituiva una perdita: moriva il 'loro' Papa, che consideravano 'loro padre' nella fede". I giovani, per il Papa, "avvertivano al tempo stesso che lasciava loro in eredità il suo coraggio e la coerenza della sua testimonianza. Non aveva egli sottolineato più volte il bisogno di una radicale adesione al Vangelo, esortando adulti e giovani a prendere sul serio questa comune responsabilità educativa? Anch'io - ha proseguito Benedetto XVI - ho voluto riprendere questa sua ansia, soffermandomi in diverse occasioni a parlare dell'urgenza educativa che concerne oggi le famiglie, la chiesa, la società e specialmente le nuove generazioni. Nell'età della crescita - ha osservato il Papa - i ragazzi hanno bisogno di adulti capaci di proporre loro principi e valori; avvertono il bisogno di persone che sappiano insegnare con la vita, ancor prima che con le parole, a spendersi per alti ideali". "Voi, giovani di Roma e voi, giovani venuti da Sydney e da Madrid, rappresentate idealmente le schiere di ragazzi e ragazze che hanno partecipato alle ormai 23 Giornate Mondiali della Gioventù, in varie parti del mondo". “Non si può vivere senza sperare” ha detto Benedetto XVI, ma “fate attenzione: in momenti come questo, dato il contesto culturale e sociale nel quale viviamo, potrebbe essere più forte il rischio di ridurre la speranza cristiana a ideologia, a slogan di gruppo, a rivestimento esteriore. Nulla di più contrario al messaggio di Gesù! Egli non vuole che i suoi discepoli ‘recitino’ una parte, magari quella della speranza. Egli vuole che essi ‘siano’ speranza, e possono esserlo soltanto se restano uniti a Lui”. Solo “se le parole di Cristo rimangono in noi” allora “possiamo portare alta la fiaccola della fede e della speranza”. "E’ la fiaccola che il Papa Giovanni Paolo II ci ha lasciato in eredità. L’ha consegnata a me, come suo successore; ed io questa sera la consegno idealmente, ancora una volta, in un modo speciale a voi, giovani di Roma, perché continuiate ad essere sentinelle del mattino, vigili e gioiosi in quest’alba del terzo millennio". Il Santo Padre ha constatato come l’esperienza spirituale di Giovanni Paolo II mostri che Dio rende fecondo l’impegno sincero e generoso di chi, pur nelle difficoltà, sceglie di testimoniare il Vangelo. Basti pensare ai molti figli e figlie generati alla fede nel suo lungo pontificato: "Quante vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, quante giovani famiglie decise a vivere l’ideale evangelico e a tendere alla santità sono legate alla testimonianza e alla predicazione del mio venerato Predecessore! Quanti ragazzi e ragazze si sono convertiti, o hanno perseverato nel loro cammino cristiano grazie alla sua preghiera, al suo incoraggiamento, al suo sostegno e al suo esempio!". A pochi mesi dall’inizio dell’Anno Sacerdotale il Papa ha chiesto disponibilità alla chiamata di Gesù. Poi ha ricordato i tanti giovani raccolti in preghiera nell’ora dell’agonia e della morte di Giovanni Paolo II. "Speriamo vivamente che dal Cielo non cessi di accompagnarci e di intercedere per noi. Aiuti ciascuno di noi a vivere, come lui ha fatto, ripetendo giorno dopo giorno a Dio, per mezzo di Maria con piena fiducia: Totus tuus".
Al termine della celebrazione, Benedetto XVI si è recato alla tomba di Giovanni Paolo II, nelle Grotte Vaticane, per pregare insieme ad alcuni giovani ai piedi della bianca lapide.