martedì 24 agosto 2010

La squadra a tre punte del Papa contro gli abusi dei preti: padre Lombardi, mons. Scicluna e il card. Ouellet. Chi più ha capito Benedetto XVI

Dell’intervista a Fox News di mons. Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, L’Osservatore Romano non ha riportato neppure una riga. Invece la Radio Vaticana, diretta da padre Federico Lombardi, ne ha data un’ampia sintesi, che include anche delle notizie inedite: “Sono stato testimone diretto dell’operato del cardinale Ratzinger dal 2002 al 2005, quando ha esaminato centinaia di casi di abusi sessuali. Sono stato testimone diretto della pietà, del senso di frustrazione e della rabbia che questi casi hanno suscitato nel cardinale, quello stesso uomo che il 19 aprile 2005 è diventato Benedetto XVI. Posso dire che il 6 maggio 2005, solo pochi giorno dopo la sua elezione, ricevette in udienza mons. Angelo Amato, allora segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede (in quel momento non c’era prefetto nella Congregazione: mons. Levada sarebbe stato nominato pochi giorni dopo). Il nuovo Papa esaminò le decisioni prese da Giovanni Paolo II in merito alla questione degli abusi sessuali. E il nuovo Papa disse: ‘Le confermo’. Egli stesso aveva chiesto a Giovanni Paolo II di dare loro la priorità già nel 2003. Questa è stata una delle prime decisioni prese da Pontefice. Quindi, Benedetto XVI ricevette il card. Levada ed insieme verificarono i casi più gravi che gli erano stati sottoposti. Il Papa esaminò con solerzia casi molto, molto gravi di abusi sessuali”. Nell’intervista a Fox News c’è anche un passaggio importante per capire la visione non solo di mons. Scicluna ma di Benedetto XVI sulla questione: “Si tratta certamente di una crisi per la Chiesa, ma è anche un’opportunità. È l’occasione per guardare in faccia il ‘peccato’ e fare qualcosa al riguardo. È un’opportunità per la Chiesa di mostrarsi a sua volta determinata nella lotta contro il peccato e contro la criminalità”. È lo stesso concetto che negli stessi giorni ha espresso anche il cardinale canadese Marc Ouellet, chiamato dal Papa a Roma come nuovo prefetto della Congregazione per i vescovi e come lui convinto “che i peccati dei preti siano venuti alla luce proprio durante l’Anno Sacerdotale per dare alla Chiesa ‘un’opportunità di purificazione’. Una volta che la Chiesa avrà intrapreso il cammino della sua purificazione, la comunità dei fedeli potrà aiutare il resto dell’umanità ad affrontare questo terribile problema”. A giudicare, quindi, da ciò che è stato detto e fatto negli ultimi mesi, in curia, riguardo allo scandalo della pedofilia, è evidente che quelli sui quali Benedetto XVI può contare di più, perché più di tutti lo hanno capito sono tre: padre Lombardi, mons. Scicluna e il nuovo acquisto, il card. Ouellet.

Sandro Magister, Settimo Cielo


Mons. Scicluna: quanti hanno lavorato con il card. Ratzinger contro la pedofilia nella Chiesa hanno ammirato il coraggio e la determinazione

Quanti hanno lavorato con il card. Joseph Ratzinger alla Congregazione per la Dottrina della Fede sui casi di abusi sessuale, ne hanno ammirato ''il coraggio e la determinazione'', e di aver assistito alla frustrazione, alla rabbia e alla compassione del futuro Papa. E 'quanto ha detto il procuratore di giustizia del dicastero vaticano, mons. Charles Scicluna, in una lunga intervista al canale televisivo americano Fox News nella quale ha raccontato l'impegno del futuro Papa nel contrastare gli abusi sessuali. Scicluna ha poi detto: ''La gente definisce quanto sta avvenendo come una crisi'', ''si tratta certamente - ha aggiunto - di una crisi per la Chiesa, ma è anche un'opportunità. E' l'occasione per guardare in faccia il 'peccato' e fare qualcosa al riguardo. E' un'opportunità per la Chiesa di mostrarsi a sua volta determinata nella lotta contro il peccato e contro la criminalità''. Scicluna ha ribadito poi che il problemi degli abusi sessuali contro i minori non è solo della Chiesa, ma la Chiesa ha una responsabilità particolare. ''Perchè noi vogliamo comunicare un messaggio limpido, che dovrebbe essere una luce per il mondo. Di questo si lamentano a volte i titoli dei giornali, ma quei titoli rispecchiano il fatto che il mondo prende molto sul serio ciò che diciamo ed è scandalizzato quando ciò che facciamo non corrisponde a quello che diciamo''.

Giacomo Galeazzi, La Stampa

Presentato al Meeting di Rimini l'Opera omnia di Joseph Ratzinger. Don Costa: il secondo volume su Gesù potrebbe uscire all'inizio della Quaresima

E' stato presentato domenica al Meeting di Rimini il primo volume dell'Opera omnia di Joseph Ratzinger, "Teologia della liturgia", a cura della Libreria Editrice Vaticana. "Un regalo implica una responsabilità: quella di accettarlo, di non trascurarlo, di capirne il valore e percepirne la portata nel tempo", ha detto don Giuseppe Costa, direttore della LEV, durante la presentazione, ricordando che si tratta del primo dei sedici volumi che formano la raccolta completa dell'intera opera teologica del Ppontefice, arricchita di testi ancora inediti. Alla conferenza, sottolinea L'Osservatore Romano, che con la Radio Vaticana ha dato ampio risalto all'evento, ha partecipato anche Gerhard Muller, vescovo di Ratisbona che ha avuto "la gioia e l'impegno" di curare la traduzione tedesca dell'intera Opera Omnia, nella quale, ha evidenziato il presule, "le tematiche più complicate vengono come sottratte alla loro stessa complessità e rese trasparenti nella loro linearità interna". "I libri del nostro Papa sono un'immensa ricchezza, un dono che è nostro compito e nostra responsabilità divulgare", ha sottolineato don Costa. Egli stesso, in un'intervista alla Radio Vaticana, ha quindi ricordato la prossima uscita del secondo volume di "Gesù di Nazaret", biografia-riflessione del Pontefice sulla vita del Gesù reale e storico dei Vangeli. Il libro, da tempo completato e all'attenzione dei traduttori, potrebbe uscire, ha precisato don Costa, "in occasione della prima domenica di Quaresima, nel marzo prossimo". La pubblicazione avverrà in contemporanea in varie lingue e, ha spiegato don Costa, sono già 18 gli editori impegnati in prima battuta. Papa Ratzinger, già in questa estate, avrebbe messo mano al terzo volume.

AltaRimini.it