domenica 21 giugno 2009

Il Papa benedice i mosaici di padre Rupnik: una lezione di teologia magistrale oltre a una bellezza straordinaria. Il rientro a Roma

"Oltre ad essere di una bellezza straordinaria è anche una lezione di teologia magistrale". Queste le parole che Papa Benedetto XVI ha rivolto a padre Marko Rupnik in riferimento ai 54 mosaici che l'artista e teologo di fama internazionale ha realizzato per impreziosire la Chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina e la sua rampa di accesso. Al termine dell'incontro con i sacerdoti, i religiosi e i giovani, Benedetto XVI ha inaugurato la nuova cripta che in futuro ospiterà il corpo di Padre Pio. A causa del maltempo, il Papa è stato costretto a cambiare programma: anche per il ritorno in Vaticano, infatti, non ha potuto utilizzare l'elicottero, ma è stato costretto a recarsi alla base 'Amendola' di Foggia in macchina prima di riprendere l'aereo che lo porterà a Roma.

Marzia Campagna, Teleradioerre - Apcom

Incontro con il clero e i giovani. Il Papa: nuovi canali per comunicare la verità evangelica. Non scoraggiatevi per la drammatica disoccupazione

Cori da stadio e 'Benedetto, Benedetto', lunghi applausi, una vera e propria ovazione per l'incontro di Papa Benedetto XVI con i giovani nella Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo. Nell'ultima tappa del suo pellegrinaggio in terra del Gargano, il Papa gli ha voluti salutare insieme ai sacerdoti, i religiosi e le religiose.
San Giovanni Rotondo è una "oasi di spiritualità e di solidarietà evangelica" che accoglie "pellegrini e devoti richiamati dalla viva memoria del vostro santo confratello Padre Pio da Pietrelcina". Il Papa lascia la patria del Santo di Pietrelcina ricordando il "prezioso servizio" che la comunità dei Frati cappuccini rendono "alla Chiesa e alle anime che qui riscoprono la bellezza della fede e il calore della tenerezza divina". "Qui, a San Giovanni Rotondo - ha detto il Papa - tutto parla della santità di un umile frate e zelante sacerdote, che questa sera, invita anche noi ad aprire il cuore alla misericordia di Dio; ci esorta ad essere santi, cioè sinceri e veri amici di Gesù". Il Papa è poi tornato a parlare della necessità di sacerdoti santi per avere una Chiesa solida. Benedetto XVI ha sottolineato quanto sia "importante" la "santità dei sacerdoti per la vita e la missione della Chiesa. Come il Curato 'Ars - ha affermato il Papa - anche Padre Pio ci ricorda la dignità e la responsabilità del ministero sacerdotale". Per il "Santo Frate del Gargano - ha proseguito Papa Ratzinger - la cura delle anime e la conversione dei peccatori furono un anelito che lo consumò fino alla morte. Quante persone hanno cambiato vita grazie al suo paziente ministero sacerdotale; quante lunghe ore egli trascorreva in confessionale! Come per il Curato d'Ars, è proprio il ministero di confessore a costituire il maggior titolo di gloria e il tratto distintivo di questo santo Cappuccino".
Benedetto XVI ha invitato inoltre a valorizzare "il sacramento della Penitenza". "I sacerdoti non dovrebbero mai rassegnarsi a vedere deserti i loro confessionali - ha detto - né limitarsi a constatare la disaffezione dei fedeli per questa straordinaria fonte di serenità e di pace. Talora si può essere presi da un certo scoraggiamento dinanzi all'affievolimento e persino all'abbandono della fede, che si registra nelle nostre società secolarizzate". C’è “un altro grande insegnamento che possiamo trarre dalla vita di Padre Pio: il valore e la necessità della preghiera”, ha proseguito Benedetto XVI. Ed “effettivamente pregava sempre e dovunque con umiltà, fiducia e perseveranza. Ecco allora un punto fondamentale non solo per la spiritualità del sacerdote, ma anche per quella di ogni cristiano”. "Sicuramente - ha concluso il Pontefice - occorre trovare nuovi canali per comunicare la verità evangelica agli uomini e alle donne del nostro tempo, ma poiché il contenuto essenziale dell'annuncio cristiano resta sempre lo stesso, è necessario tornare alla sua sorgente originaria". "Ho presente i problemi che vi assillano, cari ragazzi e ragazze e rischiano di soffocare gli entusiasmi tipici della vostra giovinezza. Tra questi, in particolare, cito il fenomeno della disoccupazione, che interessa in maniera drammatica non pochi giovani e ragazze del Mezzogiorno d'Italia. Non perdetevi d'animo! Siate 'giovani dal cuore grande'". Papa Benedetto XVI ha rivolto ai giovani questa esortazione.
"La Chiesa non vi abbandona. Voi non abbandonate la Chiesa! C'è bisogno del vostro apporto - ha concluso Papa Ratzinger - per costruire comunità cristiane vive, e società più giuste e aperte alla speranza. E se volete avere il 'cuore grande', mettetevi alla scuola di Gesù". In proposito, nel suo discorso, il Papa ha lodato "il piano pastorale della Diocesi di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo per il triennio 2007-2010, che dedica molta attenzione alla missione nei confronti della gioventù e della famiglia. "Sono certo che dall'itinerario di ascolto, di confronto, di dialogo e di verifica nel quale siete impegnati, scaturiranno una sempre maggiore cura delle famiglie e un puntuale ascolto delle reali attese delle nuove generazioni", ha poi concluso Benedetto XVI. Anche in questa celebrazione il Papa è stato salutato dall'arcivescovo mons. Domenico Umberto D'Ambrosio, al quale si sono aggiunti fra Mauro Johri, ministro generale dei Cappuccini, Maria Celeste Buenza e Luigi Gravina, a nome dei giovani. “A nome delle moltitudini di fedeli che oggi ha incontrato, le rinnovo gratitudine immensa per il dono della vita vissuta. Posso assicurarle che da tutti noi e da questa Chiesa che oggi gioisce per la sua presenza, sale incessantemente a Dio la preghiera per la sua persona e il suo ministero”. Infine, l'arcivescovo coglie l'occasione di “un'ultima parole di gratitudine”“personale” al Papa, e lo ringrazia per il suo ministero episcopale nella diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e per il suo imminente trasferimento. “Levo la tenda per andare a piantarla nella Chiesa di Lecce, confortato e sostenuto dalla sua apostolica benedizione.”

Apcom - Tgcom - Salvatore Scolozzi, Korazym.org


Anna a Benedetto XVI: io dipendente dell'Opera Padre Pio e malata di cancro. Più della morte ho paura di non avere nulla da offrire a Dio

"Sono una dei tanti dipendenti che hanno l’onore e la gioia di lavorare per questa grande Opera di Padre Pio, ma da luglio dello scorso anno sono anche una persona che si è ammalata di cancro". È la sua storia, uguale a quella di tanti ammalati, che Anna Daniele racconta, a nome dei tanti degenti, a Benedetto XVI durante la visita che il Pontefice ha voluto fare nella Casa Sollievo della Sofferenza (foto). "Le chemioterapie e gli altri trattamenti oncologici sono stati e continuano ad essere – racconta la donna – un calvario e tante, tantissime volte, avrei mollato e mollerei se la fede, la famiglia e gli amici non mi sostenessero in questo duro percorso, fatto a tentoni, con cadute, trascinandomi". Una grande forza, dunque, che Anna racconta di aver dovuto avere soprattutto quando ha comunicato la notizia della malattia a sua madre. E poi una confessione: "Questa malattia è stata per me una rivelazione: non ho paura di morire, ho solo paura che, quando sarà, non avrò nulla da offrire al Signore". "Non ci lasciate soli con i nostri pensieri, le nostre paure – dice Anna – e quando non avete nulla da dire non vi preoccupate, basta che ci prendiate solo per mano e poi sapremo e sentiremo che ci siete". "E' vero – aggiunge Anna – una diagnosi di cancro è terribile, fa paura, ma è più terribile non essere amico di Dio, allontanarsi dal suo amore".

La Gazzetta del Mezzogiorno

Visita alla Casa Sollievo della Sofferenza. Il Papa: solo Dio può eliminare il male. La fede penetra il senso del soffrire. Siate riserve d'amore

Il Papa incontra gli ammalati,i dirigenti, il personale medico e sanitario del Centro 'Casa Sollievo della Sofferenza', a San Giovanni Rotondo. Dopo il pranzo e un breve momento di riposo, il programma di Benedetto XVI prevedeva l''abbraccio' con il mondo della sofferenza. Dopo il saluto di Domenico D'Ambrosio, arcivescovo uscente di Manfredonia-San Giovanni Rotondo, del direttore generale Domenico Crupi, e di un'ammalata, Papa Ratzinger ha pronunciato il suo discorso. Il centro, voluto da Padre Pio nel 1925, è una vera e propria città ospedaliera con quasi 1.200 posti-letto, ed è considerato un centro di eccellenza sanitaria di tutto il Centro-Sud.
"L'impegno della scienza nel curare il malato non deve mai disgiungersi da una filiale fiducia verso Dio". Benedetto XVI ha rivolto a quanti lavorano nella 'Casa Sollievo della Sofferenza' "una parola di paterno conforto e di incoraggiamento a proseguire insieme quest'opera evangelica a sollievo della vita sofferente, valorizzando ogni risorsa per il bene umano e spirituale degli ammalati e dei loro familiari". "Ogni volta che si entra in un luogo di cura - ha proseguito - il pensiero va naturalmente al mistero della malattia e del dolore, alla speranza della guarigione e al valore inestimabile della salute, di cui ci si rende conto spesso soltanto allorché essa viene a mancare. Negli ospedali - ha aggiunto Benedetto XVI - si tocca con mano la preziosità della nostra esistenza, ma anche la sua fragilità". Il Papa ha assicurato che "la Chiesa, fin dalle sue origini, ha considerato un proprio dovere e privilegio stare accanto a chi soffre, coltivando un'attenzione preferenziale per i malati". "Chi può eliminare il potere del male è solo Dio". "La malattia, che si manifesta in tante forme e colpisce in modi diversi - ha detto Papa Ratzinger - suscita inquietanti domande: Perché soffriamo? Può ritenersi positiva l'esperienza del dolore? Chi ci può liberare dalla sofferenza e dalla morte? Interrogativi esistenziali, che restano umanamente il più delle volte senza risposta, dato che il soffrire costituisce un enigma imperscrutabile alla ragione. La sofferenza - osserva - fa parte del mistero stesso della persona umana". La ricetta che ha offerto Benedetto XVI è semplice. "Chi può eliminare il potere del male è solo Dio. La fede - ha proseguito - ci aiuta a penetrare il senso di tutto l'umano e quindi anche del soffrire". Infine, l'invito a essere "riserve di amore". "Ecco la missione che questa sera il nostro Santo richiama a voi", conclude il Papa, ricordando ciò che diceva padre Pio: "Ricoverati, medici, sacerdoti saranno riserve di amore, che tanto più sarà abbondante in uno, tanto più si comunicherà agli altri".
Nel suo saluto, il vescovo D'Ambrosio ha ringraziato il Santo Padre a nome “di tutti gli ammalati, gli operatori sanitari, i dipendenti delle Opere di San Pio da Pietrelcina, dei Consigli di amministrazione della Immobiliare Casa Sollievo della Sofferenza”, esprimendo, “la gratitudine immensa” e rassicurando la “preghiera”. “Negli ultimi anni – ha concluso - abbiamo lottato e faticato in tanti per garantire alla perla preziosa della carità di Padre Pio, la possibilità di continuare a vivere e offrire il servizio dell'amore ai fratelli sofferenti”, affidando “nelle sue mani”, a conclusione del mandato episcopale, “il cantiere di preghiera e di carità operosa”.

Apcom - Salvatore Scolozzi, Korazym.org


Il maltempo sulla visita di Papa Benedetto a San Giovanni Rotondo, ma migliaia di fedeli sono accorsi sin dal primo mattino per abbracciarlo

La pioggia e il cielo gonfio di nuvole nere non hanno scoraggiato i fedeli che hanno affollato il sagrato della Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo per la Messa solenne presieduta da Papa Benedetto XVI. Sin dalle prime ore del mattino sono giunti pullman pieni di fedeli. I pellegrini sono arrivati da tutte le regioni d’Italia e sono presenti nella città garganica anche gruppi provenienti da Stati Uniti, Inghilterra e Irlanda. Festosi sono i cartelloni di accoglienza a Papa Benedetto XVI che visita per la prima volta i luoghi di San Pio. I fedeli hanno indossato i cappellini con lo stemma pontificio, 30.000 distruibiti dal Comune, e le sciarpette, 30.000 messe a disposizione dai frati Cappuccini, con i colori del Vaticano, bianco e giallo. "Per noi – dicono i più – è un momento di grande gioia, è il riconoscimento della grandezza del nostro santo, un santo che amiamo". Le campane delle chiese hanno suonato a festa e il clima nella cittadina garganica è di grande gioia. Un violento temporale, un nubifragio, si è abbattuto su San Giovanni Rotondo poco dopo che Papa Benedetto XVI aveva concluso la Concelebrazione Eucaristica. Grossi problemi si sono registrati per far defluire dal sagrato della Chiesa di San Pio le decine di migliaia di fedeli che avevano assistito alla cerimonia. Alcuni cancelli e transenne non sono stati immediatamente aperti e questo ha provocato la calca in alcuni settori. Numerose persone, a causa della pioggia e dell’asfalto bagnato, sono cadute, mentre altre sono state colte da malore, soprattutto anziani. Episodi di panico si sono registrati in alcuni locali al chiuso, come le toilette, dove una parte dei fedeli si era rifugiata per ripararsi dalla pioggia. Al Pronto soccorso dell’ospedale 'Casa Sollievo della Sofferenzà si sono rivolti solo gruppi di fedeli che avevano bisogno di cambiarsi di abito, perchè quelli che indossavano erano inzuppati. Nessuno invece ha avuto bisogno di prestazioni mediche. Ora a San Giovanni Rotondo ha smesso di piovere, ma il cielo minaccia ancora pioggia.

La Gazzetta del Mezzogiorno

Il presidente della Puglia: apprezzo molto le parole di Benedetto XVI sull'accoglienza. Pranzo tipico della regione per il Papa

"Il Gargano è un'altura che spinge lo sguardo verso il Mediterraneo, un mare attraversato da tante domande di vita, di speranza, da tanta umanità in fuga. E allora ho apprezzato molto le parole del Papa sul dovere di accogliere tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla persecuzione". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che oggi era tra le autorità che hanno accolto il Papa a San Giovanni Rotondo e che ha assistito alla Messa. Vendola ha partecipato al pranzo con Papa Benedetto XVI e nel pomeriggio parteciperà agli altri due momenti di incontro che il Pontefice terrà: la visita ai dipendenti e agli ammalati della Casa Sollievo della Sofferenza, l'ospedale di San Giovanni Rotondo voluto fortemente da Padre Pio e costruito con le offerte dei fedeli, e l'incontro con i giovani e i religiosi, nella Chiesa dedicata a San Pio. Pranzo tipico pugliese per Papa Benedetto XVI. Si è cominciato con uno sformatino di verdure con sfoglie di caprese mediterranea, come antipasto, per poi proseguire con le tipiche orecchiette con filetti di pomodoro e rughetta come primo piatto. Secondo piatto a base di filetto scottato su griglia di balsamico con fagiolini all'agro di menta, accompagnato da una burratina e ricotta al vin cotto. Frutta a base di carpaccio di ananas in salsa di agrumi con gelato e ciliege e per terminare una torta letizia. Il Papa ha pranzato alla 'Casa Sollievo della Sofferenza', dove si è fermato anche per un breve momento di riposo.

La Repubblica Bari.it, Apcom

Angelus. Il Papa: affido all'intercessione di Maria e di San Pio voi tutti e l'Anno Sacerdotale. L'appello all'accoglienza dei rifugiati

Al termine della Messa dal sagrato della Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo, Benedetto XVI ha guidato la preghiera dell’Angelus, ricordando la devozione che Padre Pio aveva verso la Madonna. “Tutta la sua vita – ha detto - e il suo apostolato si sono svolti dunque sotto lo sguardo materno della Madonna e con la potenza della sua intercessione. Anche la Casa Sollievo della Sofferenza egli la considerava opera di Maria, ‘Salute dei malati’”.“All’intercessione della Madonna e di San Pio da Pietrelcina - ha aggiunto - vorrei affidare in modo speciale l’Anno Sacerdotale, che ho inaugurato venerdì scorso, Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Sia esso un’occasione privilegiata per porre in luce il valore della missione e della santità dei sacerdoti al servizio della Chiesa e dell’umanità del terzo millennio!”. Il Papa ha poi affidato alla Madonna tutti i fedeli di San Giovanni Rotondo. "Sull'esempio di Padre Pio - ha detto - anch'io oggi voglio affidarvi tutti alla materna protezione della Madre di Dio. In modo particolare la invoco per la comunità dei Frati Cappuccini, per i malati dell'Ospedale e per quanti con amore se ne prendono cura, come pure per i Gruppi di Preghiera che portano avanti in Italia e nel mondo la consegna spirituale del Santo fondatore", ha concluso il Pontefice. Benedetto XVI ha infine rivolto un appello affinchè i rifugiati siano accolti. "Molte sono le persone che cercano rifugio in altri paesi fuggendo da situazioni di guerra, persecuzione e calamità - ha detto il Papa - e la loro accoglienza pone non poche difficoltà, ma è tuttavia doverosa. Voglia Iddio che, con l'impegno di tutti - ha concluso il Papa - si riesca il più possibile a rimuovere le cause di un fenomeno tanto triste".

Messa a San Giovanni Rotondo. Il Papa: guidare le anime e alleviare la sofferenza, attraverso Padre Pio Dio ha prolungato l'opera di Cristo

“Alcuni Santi hanno vissuto intensamente e personalmente questa esperienza di Gesù. Padre Pio da Pietrelcina è uno di loro. Un uomo semplice, di origini umili, “afferrato da Cristo”, come scrive di sé l’apostolo Paolo, per farne uno strumento eletto del potere perenne della sua Croce: potere di amore per le anime, di perdono e di riconciliazione, di paternità spirituale, di solidarietà fattiva con i sofferenti”. Sono le parole di Benedetto XVI, rivolte come invito alla santità ai 50 mila pellegrini che lo hanno accolto, 24mila solo nel grande sagrato della Chiesa di San Pio, in occasione della sua visita a San Giovanni Rotondo. Nella sua omelia Benedetto XVI ha preso spunto dal Vangelo del giorno, che racconta il miracolo della tempesta sedata (Mc 4, 35-41). “Il gesto solenne di calmare il mare in tempesta è chiaramente segno della signoria di Cristo sulle potenze negative e induce a pensare alla sua divinità: ‘Chi è dunque costui – si domandano stupiti e intimoriti i discepoli –, che anche il vento e il mare gli obbediscono?’ (Mc 4,41). La loro non è ancora fede salda, si sta formando; è un misto di paura e di fiducia; l’abbandono confidente di Gesù al Padre è invece totale e puro. Per questo Egli dorme durante la tempesta, completamente sicuro nelle braccia di Dio. Ma verrà il momento in cui anche Gesù proverà paura e angoscia: quando verrà la sua ora, sentirà su di sé tutto il peso dei peccati dell’umanità, come un’onda di piena che sta per rovesciarsi su di Lui. Quella sì, sarà una tempesta terribile, non cosmica, ma spirituale. Sarà l’ultimo, estremo assalto del male contro il Figlio di Dio…In quell’ora, Gesù da una parte fu un tutt’uno con il Padre, pienamente abbandonato a Lui; dall’altra, in quanto solidale con i peccatori, fu come separato e si sentì come abbandonato da Lui”.
"Come è stato per Gesù, la vera lotta, il combattimento radicale Padre Pio ha dovuto sostenerli non contro nemici terreni, bensì contro lo spirito del male. Le piu' grandi 'tempeste' che lo minacciavano erano gli assalti del diavolo, dai quali egli si difese con 'l'armatura di Dio', con 'lo scudo della fede' e 'la spada dello Spirito, che è la parola di Dio'". Il Papa ha chiesto di guardare a Padre Pio, modello di santità e di vera incardinazione nelle sofferenze del Cristo. “Le stigmate, che lo segnarono nel corpo, lo unirono intimamente al Crocifisso-Risorto – ha detto il Papa - Autentico seguace di San Francesco d’Assisi, fece propria, come il Poverello, l’esperienza dell’apostolo Paolo, così come egli la descrive nelle sue Lettere: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me”. “Questo non significa alienazione, - ha proseguito Benedetto XVI - perdita della personalità: Dio non annulla mai l’umano, ma lo trasforma con il suo Spirito e lo orienta al servizio del suo disegno di salvezza. Padre Pio conservò i propri doni naturali, e anche il proprio temperamento, ma offrì ogni cosa a Dio, che ha potuto servirsene liberamente per prolungare l’opera di Cristo: annunciare il Vangelo, rimettere i peccati e guarire i malati nel corpo e nello spirito”. Il Papa ha ricordato i cardini della missione del Santo di Pietrelcina. “Guidare le anime e alleviare la sofferenza: così si può riassumere la missione di san Pio da Pietrelcina”. Questi punti fermi non possono essere dispersi. “Cari amici, Frati Minori Cappuccini, membri dei Gruppi di preghiera e fedeli tutti di San Giovanni Rotondo, voi siete gli eredi di Padre Pio e l’eredità che vi ha lasciato è la santità”, ha aggiunto. Questo perchè “Padre Pio attirava sulla via della santità con la sua stessa testimonianza, indicando con l’esempio il 'binario' che ad essa conduce: la preghiera e la carità”. “Le sue giornate erano un rosario vissuto, - ha aggiunto - cioè una continua meditazione e assimilazione dei misteri di Cristo in unione spirituale con la Vergine Maria. Si spiega così la singolare compresenza in lui di doni soprannaturali e di concretezza umana. E tutto aveva il suo culmine nella celebrazione della Santa Messa: lì egli si univa pienamente al Signore morto e risorto. Dalla preghiera, come da fonte sempre viva, sgorgava la carità. L’amore che egli portava nel cuore e trasmetteva agli altri era pieno di tenerezza, sempre attento alle situazioni reali delle persone e delle famiglie. Specialmente verso i malati e i sofferenti nutriva la predilezione del Cuore di Cristo, e proprio da questa ha preso origine e forma il progetto di una grande opera dedicata al 'sollievo della sofferenza'”.
Bisogna continuare sulla scia di questo insegnamento, ha detto il Papa, rifuggendo “i rischi dell’attivismo e della secolarizzazione”. “Perciò – ha continuato - la mia visita ha anche lo scopo di confermarvi nella fedeltà alla missione ereditata dal vostro amatissimo Padre. Molti di voi, religiosi, religiose e laici, siete talmente presi dalle mille incombenze richieste dal servizio ai pellegrini, oppure ai malati nell’ospedale, da correre il rischio di trascurare la cosa veramente necessaria: ascoltare Cristo per compiere la volontà di Dio. Quando vi accorgete che siete vicini a correre questo rischio, guardate a Padre Pio: al suo esempio, alle sue sofferenze; e invocate la sua intercessione, perché vi ottenga dal Signore la luce e la forza di cui avete bisogno per proseguire la sua stessa missione intrisa di amore per Dio e di carità fraterna”.
Molte le persone che hanno seguito la celebrazione nelle aree attrezzate con i maxischermo, all'interno del paese garganico. Il Papa ha anche fatto la comunione ai genitori delle ragazze di San Giovanni Rotondo, morte durante il terremoto dell'Aquila. Cappellini bianchi e gialli, tanti applausi al Papa, e il sole a far capolino tra le nuvole minaccianti. Il clima di festa composta è stato avvertito anche dal Papa, che ha voluto ringraziare per il “pellegrinaggio”, tutti i presenti, il vescovo mons. Domenico D'Ambrosio, “che dopo anni di fedele servizio a questa comunità diocesana, si appresta ad assumere la cura dell'Arcidiocesi di Lecce”, i frati cappuccini, e “quanti sono nella Casa sollievo della Sofferenza, alle persone sole e a tutti gli abitanti di questa città”. Sul grande palco, allestito sotto l'arco principale della Chiesa di San Pio, e impreziosito dai mosaici di Padr Marko Ivan Rupnik, tanti i celebranti, il segretario di Stato card. Tarcisio bertone, il cardinale pugliese Salvatore De Giorgi, i vescovi cappuccini e pugliesi. Ad impreziosire il luogo della liturgia un Crocefisso centrale, opera dello stesso Rupnik. A destra, invece, un quadro della Madonna delle Grazie, che ordinariamente si trova al centro dell'altare della chiesa antica del convento. Sotto l'altare della celebrazione un'altra decorazione di padre Rupnik, un pellicano nell'atto di nutrire i suoi piccoli col proprio sangue. La pisside e il calice sono quelli usati da Padre Pio e da Giovanni Paolo II.

Salvatore Scolozzi, Korazym.org - AsiaNews


Il sindaco di San Giovanni Rotondo: presto il gemellaggio con Marktl am Inn, città del Papa dei semplici. Il saluto di mons. D'Ambrosio

''San Giovanni Rotondo, dopo Pietrelcina, sarà presto gemellata anche con Marktl am Inn, città natale di Papa Benedetto XVI''. Lo ha detto Gennaro Giuliani, sindaco della città di San Pio, al termine del saluto rivolto, a nome dei sangiovannesi, al Papa sul sagrato della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. San Giovanni Rotondo dal 2006 è gemellata anche con Wadowice, dov'è nato Papa Giovanni Paolo II. ''Il popolo di San Giovanni Rotondo - ha detto Giuliani - è pronto a seguire il suo Pastore con il cuore rinnovato a una gioiosa speranza e a una profonda gratitudine, per questo dopo la città di Wadowice, luogo di nascita di Papa Wojtyla, la nostra comunità sarà presto gemellata con Marktl am Inn, città di Vostra Santità per essere con Ella cooperatori di verità''. Nel suo discorso il sindaco Giuliani ha anche rinnovato lo speciale rapporto che lega San Giovanni Rotondo a San Pio e al Papa. ''Oggi a San Giovanni Rotondo, su questo sagrato, a pochi passi dal luogo dove visse e operò il frate cappuccino, possiamo unirci in preghiera al nostro Pietro, rinnovando la nostra unità: 'Tu es Petrus, et portae inferi non praevalebunt adversum eam'; e possiamo indirizzare il nostro pensiero all'esempio di San Pio, simbolo di obbedienza e di totale dedizione alla fede'''. Giuliani, facendo riferimento alla missione del frate di Pietrelcina, ha ricordato i concetti di umiltà e semplicità. "Il compito del magistero ecclesiale è proteggere la fede dei Semplici - ha proseguito - Esso deve dar voce a quelli che non hanno voce". E, rivolgendosi al Pontefice, il sindaco ha detto che "è il Papa dei semplici, come si è presentato al mondo quale 'umile lavoratore nella vigna del Signore'". "San Giovanni Rotondo - ha detto ancora il primo cittadino - è città di accoglienza e di riconciliazione perchè è solida nella fede e nella sua missione di aiuto al prossimo, perchè ha saputo porsi con passione al servizio dell'uomo. Oggi il Gargano ha un'anima: San Giovanni Rotondo. Siamo un popolo generoso, come amava ricordarci, nelle sue assidue preghiere, Padre Pio, implorando per i sangiovannesi pace e prosperità quale segno della sua predilezione. Oggi, grazie alla presenza del Papa, San Giovanni Rotondo sta vivendo un giorno fatto dal Signore".
A Padre Pio da Pietrelcina "Dio ha affidato il perenne messaggio del suo amore crocifisso per l’intera umanità". Sono parole pronunciate da Papa Benedetto XVI nell’udienza del 14 ottobre 2006 in Piazza San Pietro. A ricordarle al Pontefice è stato l'arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, mons.Domenico D’Ambrosio, salutandolo prima che il Papa visitasse la cripta in cui sono custodite le spoglie del santo. D’Ambrosio ha citato anche Papa Giovanni Paolo II, quando 22 anni fa disse che la città di San Giovanni Rotondo "sta vedendo da un pò di tempo un giorno fatto dal Signore, che ci chiama ad essere sempre degni della testimonianza qui data da padre Pio". "Vi offriamo, Padre Santo – ha concluso D’Ambrosio citando ciò che padre Pio scrisse a Papa Paolo VI – la nostra preghiera e sofferenza quotidiana, quale piccolo ma sincero pensiero degli ultimi dei vostri figli, affinchè il Signore vi conforti con la sua grazia per continuare il diritto e faticoso cammino, nella difesa dell’eterna verità, che mai si cambia col mutare dei tempi".

Adnkronos, La Gazzetta del Mezzogiorno

L'arrivo a San Giovanni Rotondo. Il Papa visita la cella di Padre Pio del convento e venera le sue spoglie mortali

Benedetto XVI è a San Giovanni Rotondo. Per la terza volta dall'inizio del Pontificato, Ratzinger è in Puglia, per iniziare un pellegrinaggio sulle orme di Padre Pio da Pietrelcina. Il Papa ha cambiato programma ed ha viaggiato in aereo da Ciampino a Foggia e poi ha percorso in automobile l'ultimo tratto fino alle porte della città dove lo attendevano l'arcivescovo Domenico D'Ambrosio, attuale amministratore apostolico della diocesi di Manfredonia, Vieste e il ministro Raffaele Fitto, insieme alle autorità locali. Con il presule, Papa Ratzinger ha poi attraversato il centro città in Papamobile facendo un vero bagno di folla, perchè nonostante la pioggia molte migliaia di fedeli erano assiepati lungo le transenne. Anche il piazzale del Santuario - progettato per contenere 30 mila fedeli - era gremito fin dalle prime ore del mattino. Papa Ratzinger ha visitato la cella numero 1 del convento, dove è morto il Santo di Pietrelcina. Dopo il Papa ha salutato brevemente la nipote del Santo di Pietrelcina, Pia Forgione, e 8 pronipoti. Poi si è recato nella cripta, dove erano presenti una trentina di frati cappuccini. Benedetto XVI si è poi fermato in preghiera, in ginocchio, davanti al corpo del Santo delle Stimmate. Insieme al Papa si sono raccolti in preghiera davanti al corpo di Padre Pio il card. Tarcisio Bertone, segretario di stato vaticano, il card. Salvatore De Giorgi, e il sostituto mons. Giuseppe Bertello.
Il Papa ha benedetto il reliquiario con il cuore di Padre Pio. La reliquia è stata collocata sull'altare prima della Santa Messa celebrata dal Pontefice. Fra i frati più anziani che il Papa ha abbracciato nel Santuario dove sono custodite le spoglie di Padre Pio, c'era anche frate Modestino, che ha più di 90 anni, discepolo noto del frate di Pietrelcina a cui molti fedeli ora fanno riferimento. Lunghe code, ogni giorno da anni, sin dalle 4 del mattino, si formano dietro la guardiola dove è fra Modestino che, a causa dell'età, non riesce a dare la benedizione a tutti. Non si sa che cosa si siano detti il Papa e il frate, ma è stato un momento di particolare emozione per tutti i frati presenti. Nel Santuario il Papa ha incontrato i frati del Convento e i rappresentanti della Provincia e dell'Ordine dei Cappuccini. 'Ogni frate - racconta il portavoce dei frati Cappuccini della Provincia religiosa di Sant'Angelo e Padre Pio, frate Antonio Belpiede - 'ha baciato la mano e ha scambiato una battuta con il papa'. 'Il Papa mi ha fatto emozionare. Gli ho baciato la mano - racconta frate Antonio - e lui mi ha detto: 'Ah, a lei l'ho vista in Tv' e io gli ho risposto: 'E' possibile Santità, è possibile'. 'Mi sono commosso - dice ancora frate Antonio -. Eravamo tutti commossi, felici, raggianti, questa è la verità. Il Papa è sembrato molto felice, ci ha salutato con grande trasporto'. 'Nella Cripta - aggiunge frate Antonio - il Papa ha venerato il corpo di Padre Pio, in ginocchio e ha pregato e poi ha pregato in silenzio per alcuni minuti davanti al reliquiario contenente il cuore di Padre Pio, è stato un momento davvero di grande grande intensità'.

Agi, Apcom, Teleradioerre