martedì 13 gennaio 2009

Le reazioni e i commenti alle vergognose falsità su Papa Benedetto e il dialogo con gli ebrei

"Il dialogo ebraico-cristiano è un processo difficile e necessario, che deve andare avanti malgrado le difficolta'". Lo afferma in una nota Riccardo Di Segni, capo rabbino della Comunità ebraica di Roma, in merito alle polemiche sollevate dall'editoriale a firma di Elia Enrico Richetti, capo rabbino di Venezia, per il mensile dei gesuiti Popoli. "Mi risulta - aggiunge Di Segni - che il rabbinato italiano fino ad oggi abbia partecipato al dialogo, mettendo in evidenza i problemi, senza eccessive asprezze polemiche. Ritengo che Papa Benedetto XVI abbia dato e continui a dare un suo originale e determinante contributo a questo incontro, anche se le sue posizioni non sempre sono condivisibili dal nostro punto di vista".
"E' mortificante la valutazione del rabbino capo di venezia Elia Enrico Richetti che sostiene che il pontificato di Benedetto XVI cancella '50 anni di storia nel dialogo tra ebraismo e cattolicesimo'. In realtà il Santo Padre con ripetuti interventi ha dimostrato di credere come pochi alla necessità di un dialogo costruttivo e rispettoso tra la religione ebraica e quella cattolica". Lo afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando casini. "Che si contesti la testimonianza papale in ordine alla 'superiorità della fede cristiana' è addirittura assurdo - prosegue Casini in una dichiarazione - sarebbe davvero singolare che il Vicario di Cristo in terra manifestasse una opinione diversa. Ma forse conviene davvero sorridere: quale sarà il prossimo passo? Si chiederà al Papa una conversione. Cerchiamo di essere seri - conclude - rispettandoci reciprocamente".
"I 50 anni di storia e di dialogo tra ebrei e cattolici in Italia mostrano la solidità di un cammino che non può essere cancellato". E' quanto afferma invece mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione Cei per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso.

Credo che questa sia la reazione di sdegno alle vergognose parole del rabbino di Venezia sul Papa che la CEI è riuscita a partorire. Mica il Santo Padre merita di essere difeso dai vescovi italiani quanto le scuole cattoliche! Lo sconcerto è doppio.
Scenron

Ciò che non ti aspetti da una congregazione cattolica: dar spazio ad accuse e falsità verso il Papa da parte di un rabbino in cerca di visibilità

di Scenron

Lo stupore, la meraviglia, la perplessità, l'indignazione: ormai sono quasi 4 anni che seguo con viva partecipazione Papa Benedetto XVI nella sua importante e difficile missione di Successore dell'Apostolo Pietro, e sono ormai 4 anni che a giorni alterni provo i sentimenti citati sopra per tutto ciò che viene scritto o detto nei confronti di Joseph Ratzinger.
Uno a malincuore dovrebbe farci l'abitudine. Vorrebbe farci l'abitudine. Solo che risulta assai arduo far finta di nulla quando il mensile di una congregazione di religiosi cattolici da spazio fra le sue pagine ad accuse, ad offese, a falsità frivole e dettate dall'ignoranza verso il Pontefice, da parte di un esponente di un altra religione. Il tutto accompagnato da questa motivazione: "Il primo passo per un dialogo autentico è mettersi in ascolto delle ragioni dell'altro...convinzione, che anima la linea editoriale della nostra rivista". Una giustificazione che potrebbe essere accettata se "le ragioni dell'altro" fossero serie, documentate ma soprattutto rispettose degli altri!
Il mensile in questione è niente meno che Popoli, la rivista ufficiale dei Gesuiti, la congregazione che (cosa da non sottovalutare) accoglie tra i propri membri l'"eminentissimo" card. Martini, che pubblica l'editoriale del rabbino di Venezia, in cui questo signore, sconosciuto ai più e forse per questo desideroso di emergere quanto prima tra i media, magari volendo farci dimenticare (e rimpiangere) il rabbino di Segni, "spiega" i motivi che hanno portato il rabbinato italiano a non partecipare alla prossima Giornata sull'ebraismo, indetta per il 17 gennaio dalla Confrenza episcopale italiana.
La causa del loro 'no'? Ma semplice: Papa Joseph Ratzinger. Per la precisione: la liberalizzazione della Messa Tridentina, affermando con sicurezza che il Papa indica quel Messale come l'unico da utilizzare (?), e la preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo (non mi sono sprecato a leggere tutte le farneticazioni contenute nell'articolo, ma non è escluso che possa esserci in mezzo anche Pio XII e quant'altro, perchè tutto fa brodo!).
E' davvero amareggiante che, senza uno straccio di replica, i gesuiti abbiano permesso la pubblicazione di frasi come "con Benedetto XVI, la Chiesa sta cancellando i suoi ultimi "cinquanta anni di storia" nel dialogo tra ebraismo e cattolicesimo".
Mi chiedo dove siano andati finire tutti gli appelli che il Papa ha fatto loro all'unità e all'ubbidienza al Vicario di Cristo in terra! Per quanto riguarda il rabbino e l'intero Rabbinato italiano, ogni parola è superflua. Vogliono interrompere per un mese, per un anno, per sempre il dialogo con i cattolici? Facciano pure, la Chiesa procederà per la propria strada, Benedetto XVI procederà con essa senza timore o vergogna, sempre però nel rispetto di tutti.
Si può dire lo stesso di certi esponenti ebraici?

L'immagine del Papa composta dalle foto di famiglie, concorsi e iniziative ecologiche al VI Incontro Mondiale delle Famiglie

Il "Mosaico delle Famiglie" è una delle creazioni di richiamo per il VI Incontro Mondiale delle Famiglie, voluto da Papa Benedetto XVI, che si aprirà domani a Città del Messico con un Congresso teologico-pastorale. Si tratta di una raccolta di fotografie di famiglie con lo scopo di comporre, come in un mosaico, l'immagine del Santo Padre. L'iniziativa - spiegano al Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha coordinato l'organizzazione internazionale dell'Incontro - ha avuto ampia risonanza nel mondo. Sono infatti giunte migliaia di fotografie da ogni parte del pianeta. Un'altra iniziativa, questa volta dal sapore ecologico, è il "Bosco delle Famiglie", consistente nel rimboschimento di alcune zone del Messico da parte delle famiglie. Sono stati inoltre istituiti un "Concorso internazionale di fotografia" sul tema "Famiglia e Migranti" e un concorso nazionale dal titolo: "Una lettera a mio figlio". Vi partecipano sia le madri nubili che le madri sole residenti nella Repubblica Messicana, che desiderano indirizzare una lettera ai loro figli e alle loro figlie. Le lettere migliori saranno raccolte in un libro commemorativo che verrà consegnato a Benedetto XVI come testimonianza del profondo valore e della dignità delle madri messicane.

Questa mattina in Vicariato l'incontro tra il sindaco di Roma Alemanno e il vicario del Papa Vallini

Si è tenuto questa mattina in Vicariato l'incontro, fissato da tempo, tra il sindaco di Roma, Gianni Alemanno (nella foto con Benedetto XVI) e il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la citta' di Roma. Erano presenti anche il vicegerente, mons. Luigi Moretti e mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas diocesana. L'appuntamento è stato l'occasione per un confronto tra l'Amministrazione capitolina e la Diocesi di Roma su temi fondamentali come il welfare, la cultura e l'attenzione alle emergenze sociali. In particolare è stata ribadita di comune accordo la disponibilita' per una piena collaborazione nel monitoraggio del territorio per intercettare tutti quei bisogni ai quali si puo' dare congiuntamente una risposta efficace e concreta basandosi sul principio di sussidarieta'.I giovani, gli anziani soli, le famiglie in difficoltà, i disabili e la riqualificazione delle periferie e dei campi nomadi sono stati alcuni dei temi trattati nello specifico.''Un incontro che reputo fondamentale - sostiene Alemanno - specialmente alla luce delle parole pronunciate ieri dal Papa, per fare il punto sulla situazione della nostra citta' all'inizio dell'anno''. Ci siamo trovati concordi, aggiunge Alemanno, ''sulla necessità di allargare la già proficua collaborazione tra il Comune e il Vicariato soprattutto nell'attenzione e nell'intervento sulle emergenze sociali che vanno diffondendosi nel tessuto sociale ed economico della Capitale''.

Giallo in Vaticano: smontati e rimontati in un giorno il presepe e l'albero di Piazza San Pietro

Piccolo giallo in Vaticano. Ieri mattina, infatti, sono stati smontati l'albero e il presepe in Piazza San Pietro; sono state tolte le statue del presepe, e tirate giù le oltre mille palline dell'albero natalizio che quest'anno è giunto dalla Bassa Austria. Ma oggi, contrordine: tutto è tornato come prima, anche se il maestoso abete è rimasto senza la stella. In effetti, anche se le vacanze natalizie sono ormai terminate, l'allestimento del presepe e dell'albero in San Pietro rimangono, come avviene oramai da 20 anni, fino al 2 febbraio, giorno in cui la Chiesa ricorda la Presentazione di Gesù al Tempio. Per questo lo smantellamento di ieri mattina è sembrata cosa insolita. Il Governatorato della Città del Vaticano, da cui dipendono le questioni organizzative, ha spiegato ai cronisti che si è trattata di una disposizione specifica. Per cui sono state tolte le statue e le piante dalla scena del presepio e le palline e i festoni dell'albero. Questa mattina, invece, tutto è ricomparso come prima. Interpellata dai giornalisti, la Sala Stampa della Santa Sede ha spiegato che il contrordine è dovuto al fatto che si erano verificate delle "percolazioni d'acqua" a causa delle forti piogge ed è così stato fatto un intervento momentaneo per proteggere le statue. Poi, tutto è tornato come prima. Anche se un alone di mistero rimane.

VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Domani l'apertura a Città del Messico: il programma, le tematiche e le speranze del meeting

E' vigilia di apertura, a Città del Messico, del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, promosso dal competente Dicastero Pontificio, guidato dal card. Ennio Antonelli. I lavori si apriranno domani per concludersi domenica 18 gennaio, alla presenza di migliaia di esperti e centinaia di migliaia di persone da tutte le parti del mondo. Il tema, fortemente voluto da Benedetto XVI, è “La famiglia, formatrice ai valori umani e cristiani”. Il Messico sempre fedele, da domani ritorna alla ribalta della vita della Chiesa universale: prima, con un Congresso teologico-pastorale, che in particolare vuole affrontare alcune tematiche scottanti come i rapporti ed i valori familiari, la famiglia e la sessualità, la vocazione educatrice della famiglia. Poi con le celebrazioni di sabato pomeriggio e di domenica mattina, quando migliaia e migliaia di fedeli raggiungeranno il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe per la recita del Santo Rosario e per la solenne Celebrazione Eucaristica domenicale presieduta dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inviato di Benedetto XVI. La recita del Rosario sarà guidata da cinque famiglie provenienti di diversi paesi del mondo. Come hanno spiegato i coniugi Alberto ed Anna Fris, membri del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ogni coppia di sposi mostrerà la missione evangelizzatore della famiglia in differenti posti del pianeta. La meditazione sui misteri della gioia ricorderà agli sposi l’importanza del dono della vita e dell'educazione dei figli. Ognuna delle coppie scelte guiderà un mistero. Per l'Europa una famiglia missionaria che vive attualmente in Olanda e ha cinque figli, due dei quali sono adottati, darà testimonianza dell’ annuncio della fede in un continente che "deve essere rievangelizzato". L'America Latina sarà rappresentata da una coppia indigena proveniente dal Guatemala con cinque figli, il maggiore di loro si trova in seminario. Dal continente asiatico parteciperá una famiglia pachistana che ha educato i suoi figli nella fede cattolica in un ambiente musulmano, presentando "la sfida di essere cristiani in un mondo nel quale essi sono discriminati". Una famiglia del Malati, con i suoi due figli adolescenti, rappresenterà il continente africano, nel quale “emergono i valori del condividere". Dagli Stati Uniti arriverà una famiglia i cui figli hanno deciso di prepararsi a lavorare nell'evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione. Per il Congresso teologico internazionale si prevedono circa 10 mila esperti, mentre per le celebrazioni di sabato e di domenica oltre un milione. Saranno rappresentati 98 paesi; parteciperanno 200 Vescovi e 30 Cardinali, 318 i giornalisti accreditati dei quali 258 messicani. Quanto questo Incontro Mondiale delle Famiglie inciderà in particolare sui futuri programmi legislativi e pastorali dei Paesi dell’America del Nord, del Centro e del Sud è negli auspici. Ma se il giorno si vede dal mattino, allora vuol dire che l’evento ha tutti i requisiti per segnare un nuovo inizio latinoamericano sui grandi temi della famiglia e della vita.

Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Domenica una rappresentanza all'Angelus di Benedetto XVI

Una nutrita rappresentanza di migranti di tutte le comunità etniche romane sarà presente domenica prossima, Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in Piazza San Pietro per l’Angelus di Papa Benedetto XVI. Insieme a loro, i seminaristi dell’Istituto Teologico Scalabriniano. È la novità - annunciata dall’Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni - che contraddistingue quest’anno la partecipazione all’evento a livello diocesano, affiancata dal momento liturgico nel pomeriggio. Alle ore 16, infatti, è in programma una Santa Messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, con la partecipazione di tutti i centri della Missione cattolica latinoamericana a Roma e della comunità del Ghana (in rappresentanza dell’Africa), di quella filippina (in rappresentanza dell’Asia) e della comunità rumena (per l’Europa).Anche in molte parrocchie, soprattutto in quelle che regolarmente ospitano celebrazioni o sono punto di riferimento per comunità immigrate, la Giornata sarà vissuta con particolare intensità. Le parrocchie hanno ricevuto un manifesto della Fondazione Migrantes che reca l’immagine di alcuni portachiavi in vari colori - simbolo di una umanità variopinta, armonia di diversità - e la frase “Non più stranieri né ospiti ma della famiglia di Dio” (Lettera agli Efesini).Il tema del messaggio del Santo Padre, “San Paolo migrante, apostolo delle genti”, prende spunto dall’Anno Giubilare indetto in occasione del bimillenario della nascita del santo. Il Papa definisce Paolo «migrante per vocazione» e auspica che la Giornata «sia per tutti uno stimolo a vivere in pienezza l’amore fraterno senza distinzioni di sorta e senza discriminazioni, nella convinzione che è nostro prossimo chiunque ha bisogno di noi e noi possiamo aiutarlo». Al termine del documento, Benedetto XVI invoca la protezione divina su quanti sono impegnati nell’aiutare i migranti».

I funerali del card. Pio Laghi. Il Papa: ha dedicato tutto se stesso al servizio del Signore

Il card. Pio Laghi "ha dedicato tutto se stesso al servizio del Signore". Il Papa ha ricordato così il porporato scomparso domenica notte, e di cui si sono celebrate questa mattina le esequie. Al termine della Santa Messa presieduta dal card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, Benedetto XVI è sceso nella Basilica di San Pietro per presiedere il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio e rivolgere la sua parola. Tra le autorità presenti, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, e Mario Baccini. Papa Ratzinger ha ricordato le sue importanti missioni in Terra Santa e nelle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. "Nel maggio 2001, si recò in Israele e presso l'Autorità palestinese, per consegnare un autografo messaggio pontificio al fine di incoraggiare le parti a un pronto cessate-il-fuoco e alla ripresa del dialogo; nel 2003 - ha proseguito il Papa - fu incaricato di recarsi come inviato speciale a Washington per rimettere al presidente degli Stati Uniti un messaggio pontificio e per illustrare la posizione e le iniziative intraprese dalla Santa Sede per contribuire al disarmo e alla pace in Medio Oriente. Missioni delicate che egli cercò di compiere, come sempre, con fedele dedizione a Cristo e alla sua Chiesa". Il Papa ha ricordato inoltre le "doti umane e sacerdotali" del card. Laghi, scomparso all'età di 86 anni. Ha insegnato come "seguendo la Parola di Dio, ci è possibile trasformare in fonte di pace e in sorgente di gioia anche le prove e le sofferenze che inevitabilmente fanno parte del nostro pellegrinaggio terreno", ha proseguito il Pontefice. "Chiediamo al Signore - ha concluso Benedetto XVI - che renda questo nostro fratello partecipe della beatitudine eterna".

VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Il dossier dell'agenzia 'Fides'

I capitoli in cui è suddiviso il dossier dell'agenzia Fides sul VI Incontro Mondiale delle Famiglie di Città del Messico:

Introduzione

Struttura, scopi e indirizzi del Pontificio Consiglio per la Famiglia

Il Motu Proprio “Familia a Deo Instituta”

Da Valencia a Città del Messico

Il programma del VI Incontro Mondiale delle Famiglie

INTERVISTA al Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia

Il teologo Alfred Lapple racconta in un libro le radici spirituali di Joseph Ratzinger

Esce in questi giorni nelle librerie "Benedetto XVI e le sue radici. Ciò che ha plasmato la sua vita e la sua fede", di Alfred Lapple, traduzione dal tedesco di Carlo Carniato, edito dalla Marcianum Press di Venezia. Lapple, teologo e storico bavarese, insegnante di filosofia e interlocutore dell’attuale Pontefice, nel libro descrive gli impulsi spirituali che guidarono lo studente di teologia e il seminarista Joseph Ratzinger, il quale in seguito sarebbe divenuto Arcivescovo di Monaco e Frisinga, poi Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e infine successore di Pietro. Lapple è legato da una lunghissima amicizia con il suo ex allievo, oggi Benedetto XVI. Tali unici ricordi di vita rendono accessibili le radici teologiche e filosofiche del Papa, portano alla luce molti eventi finora inediti della sua vita e mostrano anche il profondo legame di Ratzinger con la sua patria bavarese. Ventisette fotografie sono raccolte nel libro. Oltre ai ricordi personali della guerra e della prigionia, la riproposizione di un saggio teologico dell'autore, "Teologia come crisi e avventura del teologo", che illustra le tematiche, l'atmosfera spirituale di fondo e il linguaggio in cui, nel 1946/47, si svolsero frequenti colloqui fra Lapple e Ratzinger. L'opera ripercorre, viste con l'occhio dell'amico, a partire dal 1946, tutte le principali tappe biografiche di Joseph Ratzinger. Lungo la narrazione scorrono ritratti a brevi linee di martiri cattolici del nazismo e di personaggi di spicco nella scena culturale tedesca, quali la scrittrice Ida Friederike Gorres, la cantante Annette Thoma e molti musicisti bavaresi, l'attrice Hildegard Knef, il comico e scrittore Karl Valentin, ma anche gli Schutzen alpini di Baviera, dei quali Joseph Ratzinger è il primo Papa nella storia ad essere membro onorario. Vengono infine trattati gli stretti rapporti tra il futuro Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.